La misteriosa morte di un gruppo di scalatori
Nel 2 febbraio 1959 dieci giovani scalatori decisero di scalare il monte Kholat Syakhl, situato nella catena degli Urali, nella Russia del nord. Forse ignoravano che Kholat Syakhl nella lingua Mansi (indigeni del luogo) significasse “montagna della morte”: infatti morirono tutti, e in condizioni a dir poco misteriose.
L’obbiettivo della spedizione era il monte Ortorten, a dieci chilometri di distanza dal luogo dell’incidente. Tale percorso apparteneva alla categoria III, la più difficile, ma gli scalatori erano tutti professionisti e con tanti anni di esperienza alle spalle. Partirono dal paese Vizhai, l'ultimo centro abitato nel nord, ma il caso volle che uno degli scalatori il giorno dopo la partenza dovette rinunciare per via di problemi di salute. Era il 28 gennaio.
Il ritrovamento dei loro diari e macchine fotografiche rese possibile ricostruire, almeno parzialmente, i loro spostamenti. Il 1 febbraio avrebbero dovuto raggiungere l’estremità del passo che stavano percorrendo, per poi accamparcisi. Purtroppo però le condizioni avverse (era in corso una tempesta di neve) e la scarsa visibilità li portò fuori rotta. Deviarono involontariamente ad ovest, verso la cima della montagna della morte. Quando se ne accorsero decisero di mettere su il campo, probabilmente con l’intenzione di riprendere il giorno dopo.
Da qui in poi, tutto il resto è avvolto nel mistero.
Nella foto: uno degli scatti della macchina fotografica di Yuri Krivonischenko. Ha provato a fotografare quanto accadeva, o si tratta semplicemente di una foto "fatta male"?
Il loro capogruppo, Igor Dyatlov , avrebbe dovuto inviare un telegramma al loro club sportivo il giorno in cui sarebbero dovuti rientrare a Vizhai, ovvero il 12 febbraio. Solo il 20 febbraio, e su richiesta dei parenti , vennero finalmente avviate le operazioni di salvataggio che videro dapprima impegnati gruppi di soccorso e volontari, e dopo persino l’esercito e la polizia, con l’ausilio di elicotteri.
E’ il 26 febbraio, quando vengono ritrovati i resti del campo. Le tende appaiono gravemente danneggiate, ma la cosa più inquietante è il fatto che sono state squarciate dall’interno.
Una catena di impronte scendeva dal campo fino ad un bosco nelle vicinanze, ai margini del quale vennero trovati quelli che sembrano i resti di un incendio, ma che in realtà sono i primi due corpi: quelli di Yuri Krivonischenko e Yuri Doroshenko. Entrambi sono senza scarpe, e portano solo i loro indumenti intimi. Nel frattempo vengono trovati altri tre corpi nelle vicinanze del campo, ma in posti diversi : sono Dyatlov, Zina Kolmogorova e Rustem Slobodin. La posizione in cui sono morti suggerisce che i tre stessero cercando di tornare al campo.
Gli altri 4 scalatori vennero ritrovati il 4 maggio (oltre due mesi dopo!) sotto 4 metri di neve, in un burrone nei pressi della foresta. Le condizioni dei loro corpi erano peggiori di quelle degli altri.
Le prime indagini vennero infatti svolte sui primi 5 corpi ritrovati: non avendo trovato su di essi alcun segno di violenza che suggerisse un corpo a corpo (per esempio con gli indigeni Mansi che abitano quelle zone), il medico individuò l’ipotermia come unica possibile causa di morte. Uno dei ritrovati aveva una piccola frattura nel cranio,ma a suo parere non poteva aver determinato la morte. Le cose cambiarono col ritrovamento degli altri corpi in maggio. Tre di essi presentavano infortuni mortali: Thibeaux-Brignolle aveva il cranio gravemente danneggiato, mentre Dubunina e Zolotarev riportavano fratture toraciche gravi. Secondo il dottore che aveva effettuato gli studi, Dott. Boris Vozrozhdenny, la forza e dunque la pressione necessarie per causare tali danni dovevano essere molto elevate, come quelle di un incidente d’auto. Ovviamente una tale forza non poteva essere stata generata da un altro essere umano. Mancavano anche prove del passaggio di qualcun altro uomo nei dintorni del luogo del delitto. Un altro fatto inquietante fu la mancanza della lingua di una delle vittime, come se fosse stata asportata.
Ecco alcune delle immagini dei corpi ritrovati:
L’assenza di una o entrambe le scarpe in alcune vittime, e il fatto che alcune di esse fossero seminude, suggerisce che gli scalatori si ritrovarono improvvisamente a dover fuggire dalle proprie tende, e per un motivo grave, per esempio per salvarsi la vita, cercando riparo nella foresta. Fuggivano, ma da cosa?
Un’ipotesi alternativa che spiega il fatto che non fossero del tutto coperti è il fenomeno dell’ “undressing” paradossale, che si registra in alcuni casi di ipotermia, in cui la vittima “sente caldo” (causato da un alternarsi di vasocostrizione e vasodilatazione) e inizia a spogliarsi (peggiorando la situazione).
(Nda: personalmente mi sembra strano che nove scalatori professionisti, abituati a neve e intemperie, siano rimasti tutti vittime di ipotermia. Ancor meno mi sembra strano che possano essere stati tutti vittima di “undressing paradossale”, che di solito riguarda il 25% delle morti per ipotermia.)
I giornalisti dell’epoca dichiararono inoltre che test svolti sugli indumenti di alcune vittime avevano rivelato la presenza di alta radioattività su di essi.
Un altro gruppo di scalatori, che si trovava 50 km a sud del luogo dell’incidente, affermò di aver visto la notte dell'incidente delle strane sfere arancioni nel cielo, in direzione nord. Le stesse sfere vennero osservate nella stessa zona nei mesi di febbraio e marzo di quello stesso anno
(nda: non ho trovato nessuna foto di esse) da diverse persone. Più avanti si dichiarò però che quelle luci erano dovute al lancio di missili intercontinentali R-7.
Il verdetto finale degli investigatori sovietici fu che, se di omicidio si trattava, era stato commesso da
“una forza irresistibile e sconosciuta”. L’area del delitto fu resa inaccessibile per i successivi tre anni a scalatori e avventurieri. Nello stesso 1959 termina l’inchiesta per “mancanza di colpevole”, e da li segue l’archiviazione. Solo nel 1990 verranno rese disponibili le fotocopie del caso, con omissione di alcune parti, che risultano mancanti.
A me sembra un caso interessante e curioso, spero lo sia anche per voi