Una nuova tecnica biologica, chiamata proteomica, ha permesso di stabilire l’efficacia della propoli nel fermare il tumore alla prostata. Un rimedio da lungo tempo utilizzato nella medicina naturale, ma che finora è stato impossibile da studiare in laboratorio, sembra in effetti rallentare la proliferazione delle cellule tumorali della prostata.
La sostanza naturale ricavata dalle arnie delle api è in grado di arrestare la crescita delle cellule tumorali nei topi, secondo un nuovo studio dai ricercatori della University of Chicago Medicine.
L’acido caffeico feniletilestere (o più semplicemente CAPE), è un composto isolatodalla propoli che le api depositano nell’alveare, una sorta di resina utilizzata dalle api per rattoppare buchi nelle arnie. La propoli viene usata da secoli come rimedio naturale per le condizioni che vanno dal mal di gola alle allergie alle bruciature, fino al cancro. Ma il composto non ha mai guadagnato i favori dei medici a causa della difficoltà nel misurare il reale effetto sulle cellule.
In un articolo pubblicato su Cancer Prevention Research, i ricercatori hanno combinato i tradizionali metodi di ricerca sul cancro con tecniche proteomiche d’avanguardia, per scoprire che l’acido CAPE negli stadi precoci di cancro alla prostata nei topi riesce a interrompere i canali nutritivi del cancro, fermandone la crescita.
“Se si alimentano i topolini ogni giorno con una dose di CAPE, i loro tumori semplicemente smettono di crescere. Dopo parecchie settimane, se si interrompe il trattamento, il tumore ricomincia a crescere al ritmo originale,” ha detto Richard B. Jones, autore senior dello studio. “Non si uccide il cancro, ma fondamentalmente la sua crescita viene fermata a tempo indeterminato, evitando la sua proliferazione.”
Il problema di questo tipo di cancro, se non preso in tempo, è infatti la diffusione di cellule metastatiche in altri organi del corpo. Ma anche l’asportazione sembra non servire a molto. Qualche giorno fa è comparso uno studio in cui si metteva in discussione l’efficacia dell’operazione chirurgica di asportazione della prostata. Su un campione di 731 soggetti che si sono sottoposti all’intervento di prostatectomia, solo il 3% del totale ha avuto benefici in termini di prolungamento della sopravvivenza alla malattia.
Tornando alla propoli, questa come altri rimedi naturali estratti da prodotti animali e vegetali sono spesso commercializzati come panacee per una varietà di malattie, di solito basate su vaghe proprietà antiossidanti o anti-infiammatorie. Mentre sostanze come il ginseng o il tè verde sono state testate nei laboratori scientifici di tanto in tanto per verificarne le proprietà medicinali, prove scientifiche sono piuttosto carenti sugli effetti biologici di questi composti.
“E’ solo recentemente che i ricercatori hanno esaminato il meccanismo mediante il quale alcuni di questi rimedi a base di erbe lavorano”, ha detto Jones. “La nostra conoscenza di ciò che queste sostanze fanno è un po’ un guazzabuglio di ricerche a favore e contro.”
La sostanza CAPE ricavata dalla propoli è stata anche testata su cellule umane di tumore alla prostata, ed ha in effetti rallentato la proliferazione delle cellule in coltura isolate da tumore della prostata umana.
Per determinare i cambiamenti cellulari, i ricercatori hanno utilizzato una tecnica innovativa inventata da Jones e colleghi, utilizzando un micro-array di macchine che permette ai ricercatori di rilevare centinaia di proteine in una sola volta da molti campioni.
Chuu, Jones ed i loro colleghi sono così riusciti ad effettuare esperimenti che sarebbero stati impossibili o proibitivi senza la nuova tecnica.
“Sembra che CAPE fermi sostanzialmente la capacità delle cellule tumorali della prostata di percepire che è disponibile del nutrimento,” ha detto Jones. In questo modo si fermano tutte le firme molecolari che suggerirebbero che c’è nutrimento, e in tal modo le cellule credono di non poter crescere e quindi non si moltiplicano.
La capacità di CAPE di fermare la proliferazione delle cellule tumorali potrebbe rendere promettente un co-trattamento a fianco di normali chemioterapie che dovrebbero definitivamente uccidere le cellule tumorali ‘addormentate’. Jones ha avvertito che sono necessari studi clinici per capire se CAPE si dimostrerà efficace e sicuro negli esseri umani.
Fonte:
gaianews.it/salute/cancro-alla-prostata-estratto-di-propoli-ferma-crescita-tumorale-20...