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La firma della vita nel suolo di Marte

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2012 15:22
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Utente Veterano
12/04/2012 14:31

Fonte
ansa.it/scienza/notizie/rubriche/spazioastro/2012/04/12/visualizza_new.html_183738...

Tracce di vita su Marte: nuove conferme dell'impronta rilevata negli anni '70 dalle sonde Viking della Nasa arrivano dalla matematica. E' quanto emerge da una nuova analisi sui campioni di terreno marziani che riapre la polemica sull'attendibilità di quelle misurazioni. Il nuovo studio è stato realizzato dalla statunitense Keck School of Medicine della University of Southern California (Usc), in collaborazione con l'Università di Siena e pubblicato sull' International Journal of Aeronautical and Space Sciences.

Per l'Italia la ricerca è stata condotta da Giorgio Bianciardi, esperto di dinamica dei sistemi complessi applicata alla Biologia dell'università di Siena. Da parte americana hanno partecipato i biologi Joseph D. Miller, della Usc, Patricia Ann Straat e Gilbert V. Levin, autore dell'esperimento condotto dalle sonde Viking, riesaminato in questo studio.

Nuove analisi matematiche su alcuni dati raccolti dalle sonde della Nasa Vinkig, che hanno esplorato il pianeta rosso negli anni '70 per cercare tracce di vita, confermerebbero che uno dei quattro esperimenti realizzati all'epoca avrebbe identificato attività biologica. Si tratta dell'esperimento Labeled Release (Lr) la cui validità, essendo in contrasto con gli altri tre, è da anni al centro di un acceso dibattito.

Identificando modelli matematici caotici nella variazione delle temperature dei campioni marziani, del tutto coerenti con i corrispettivi campioni 'viventi' terrestri, i ricercatori italiani hanno concluso che la sonda Viking identificò effettivamente tracce di vita su Marte.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

[SM=g8297] Questa notizia trovata così per caso, senza troppo scalpore, mi suona un pò strana. Adesso cerco ancora un pò, vediamo che salta fuori.

Edit:
Qui un estratto dell'articolo in questione
ijass.org/PublishedPaper/topic_abstract.asp?idx=132

Complexity Analysis of the Viking Labeled Release Experiments
Giorgio Bianciardi*, Joseph D. Miller**, Patricia Ann Straat***, Gilbert V. Levin****
International Journal of Aeronautical and Space Sicences, vol. 13, no. 1, pp.14-26, 2012
Abstract : The only extraterrestrial life detection experiments ever conducted were the three which were components of the 1976 Viking Mission to Mars. Of these, only the Labeled Release experiment obtained a clearly positive response. In this experiment 14C radiolabeled nutrient was added to the Mars soil samples. Active soils exhibited rapid, substantial gas release. The gas was probably CO2 and, possibly, other radiocarbon-containing gases. We have applied complexity analysis to the Viking LR data. Measures of mathematical complexity permit deep analysis of data structure along continua including signal vs. noise, entropy vs.negentropy, periodicity vs. aperiodicity, order vs. disorder etc. We have employed seven complexity variables, all derived from LR data, to show that Viking LR active responses can be distinguished from controls via cluster analysis and other multivariate techniques. Furthermore, Martian LR active response data cluster with known biological time series while the control data cluster with purely physical measures. We conclude that the complexity pattern seen in active experiments strongly suggests biology while the different pattern in the control responses is more likely to be non-biological. Control responses that exhibit relatively low initial order rapidly devolve into near-random noise, while the active experiments exhibit higher initial order which decays only slowly. This suggests a robust biological response. These analyses support the interpretation that the Viking LR experiment did detect extant microbial life on Mars.

Keyword : Astrobiology, extraterrestrial microbiology, Mars, Viking lander labeled release
[Modificato da Mentitore 12/04/2012 14:39]
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Utente Master
12/04/2012 17:43

Washington, 12 apr. – Il suolo del pianeta rosso potrebbe essere abitato da microrganismi, come suggeriscono le ultimi analisi effettuate su dei campioni di suolo raccolti su Marte dalle sonde Viking nel 1976. I ricercatori della Keck School of Medicine della University of Southern California hanno infatti compiuto una nuova analisi di tipo matematico sulla composizione del suolo marziano, e ritengono che le sostanze in esso presenti dimostrino la presenza di organismi viventi. ”Abbiamo riscontrato una complessita’ matematica e un grado di ordine nel suolo di Marte superiore a quella attesa, e piu’ caratteristica dei processi biologici che di quelli inorganici”, ha spiegato Joseph D. Miller, a capo dello studio pubblicato sull’International Journal of Aeronautical and Space Sciences. I campioni raccolti dalle sonde Viking piu’ di 35 anni fa sono stati spesso oggetto di analisi dai risultati contrastanti, e non presentano tracce inequivocabili di molecole organiche.
”Tuttavia, il suolo di Marte e’ piu’ simile al nostro rispetto a quello di campioni extraterrestri non biologici”, ha detto Miller. ”Questa scoperta – ha aggiunto lo scienziato – non mettera’ la parola fine alla ricerca di vita su Marte, per quello servirebbero delle foto di veri e propri microorganismi. E’ tempo di rispedire le nostre sonde sul pianeta rosso alla ricerca di prove definitive”.

Fonti: www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201204121215-ipp-rt10090-ipotesi_di_vita_su_marte_abitato_da_micro...
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Utente Master
14/04/2012 12:58

La missione Viking fu una delle più importanti nello studio del pianeta rosso.
Però molti esperti e scienziati criticarono l'approccio tecnico di tale missione, dicendo che gli esperimenti non vennero svolti correttamente.

Questa nuova analisi riapre il caso o, meglio, lo lascia aperto!
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Utente Veterano
17/04/2012 15:22

Dopo 36 anni rivisti con nuove tecniche i dati delle sonde Nasa. I risultati confermano l’esistenza di attività microbica
Fonte:
www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/12_aprile_17/viking-vita-marte-foresta-martin_a18bb60c-8872-11e1-989c-fd70877d52...

Rianalizzati i dati di Viking del 1976:
evidenze di attività microbica
Dopo 36 anni rivisti con nuove tecniche i dati delle sonde Nasa. I risultati confermano l’esistenza di attività microbica


Un'immagine scattata da Viking 1 sulla superficie di Marte (Nasa)
MILANO - Da un nuovo tipo di analisi, squisitamente matematica, sui dati raccolti 36 anni fa (1976) dalle sonde americane Viking che atterrano su Marte, arriva una risposta sorprendente: il pianeta rosso ospita forme di vita elementari a livello microbico. Il nuovo studio è stato coordinato dall’italiano Giorgio Bianciardi, docente all’Università di Siena, in collaborazione con Gilbert Levin dell’Arizona State University, a suo tempo principal investigator di uno degli esperimenti Viking, e con Joseph Miller neurobiologo dell’Università del Sud California.
VIKING - Pubblicato sull’ultimo numero dell’International Journal of Aeronautical and Space Sciences, l’articolo è destinato a riaccendere le polemiche sul controverso e ricorrente problema dell’esistenza di vita su Marte. Una rievocazione preliminare è d’obbligo, dato il tempo trascorso. Nel 1976 il nostro vicino di casa planetario fu visitato da due sonde della Nasa, le Viking appunto. Entrambe misero un orbiter attorno a Marte, destinato a fotografarlo da vicino; entrambe fecero poi atterrare due lander, uno all’equatore, l’altro a circa 6 mila km più a nord. Fu una delle imprese più spettacolari e fortunate della storia dell’esplorazione automatica dello spazio. Dai lander venne fuori un braccino che raccolse un po’ di terriccio marziano e lo sottopose a quattro tipi di esperimenti diversi, tutti miranti a stabilire se sul pianeta c’è attività biologica, almeno a livello elementare.

ESPERIMENTI - In un esperimento il terriccio fu riscaldato e i gas che liberati vennero analizzati con spettrometri di massa; in un altro, al campione marziano furono aggiunte sostanze nutrienti e, anche in questo caso, analizzati i rilasci gassosi. Negli altri due esperimenti i nutrienti contenevano un isotopo del carbonio (14C) come tracciante per seguire gli eventuali processi di elaborazione delle sostanze da parte dei presunti microbi marziani. Ebbene, solo l’esperimento denominato Labeled Release (rilascio marcato) diede risultati positivi, con la liberazione di piccole quantità di anidride carbonica marcata dall’isotopo radioattivo (14CO2), subito dopo l’aggiunta di un brodo nutritivo. Secondo i coordinatori del test, era la prova che microorganismi presenti nel terriccio avevano metabolizzato i nutrienti. Poiché gli altri tre tipi di analisi non furono risolutivi, si pensò che Labeled Release fosse stato ingannato da processi ossidativi fisico-chimici che non c’entravano niente con il metabolismo di eventuali batteri marziani.

CONTROVERSIA - Lì per lì la questione fu chiusa con la conclusione che non c’era evidenza di vita su Marte. Ma da allora si è sviluppata una controversia scientifica che, periodicamente, vede i sostenitori dei risultati positivi portare nuove elaborazioni dei vecchi dati a sostegno delle proprie tesi. Così, Gilbert Levin, l’ormai anziano papà di Labeled Release, ha colto la palla al balzo quando ha saputo che il ricercatore italiano Giorgio Bianciardi, esperto di sistemi caotici applicati alla biologia, stava applicando un modello matematico in grado di distinguere un processo fisico-chimico dal più complesso processo metabolico di un microorganismo. È nata una collaborazione che ha visto Bianciardi come coordinatore e primo firmatario del nuovo progetto di rielaborazione dei dati raccolti dal Viking; Levin e Miller come co-autori.

NUOVA ANALISI - «La questione è stata riaperta anche alla luce della recente consapevolezza che gli altri tre esperimenti su Viking diedero risultati problematici a causa della scarsa sensibilità», spiega Bianciardi. «Dopo aver lavorato intensamente al recupero dei dati ormai vecchi e in parte abbandonati, abbiamo sottoposto ad analisi le variazioni di anidride carbonica misurate, all'epoca, sui campioni di suolo marziano. È stato risolutivo», aggiunge Bianciardi, «il confronto delle oscillazioni caotiche registrate nel terreno marziano con quelle osservate su campioni di terreno terrestre, sia popolato da forme di vita, sia sterilizzato. Ora possiamo concludere che sui campioni analizzati da Labeled Release ci fossero attività biologiche».

FUTURE MISSIONI - Ovviamente l’ultima parola spetterà alle future missioni marziane che prevedono la ricerca di vita elementare su Marte, come Curiosity che atterrerà in agosto e potrà individuare, fra l’altro, molecole organiche complesse, e Astrobiology Field Laboratory, la cui discesa è prevista attorno al 2016, e che sarà capace di analisi molto più raffinate e risolutive.

Franco Foresta Martin
17 aprile 2012 | 12:25
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