Il link non funge stefano riporto l'intero articolo con relativo link,
ilgiornaledeicerchinelgrano.myblog.it/archive/2011/12/03/il-cerchio-di-milk-hill-e-davvero-impossib...
Complimenti per l'articolo che riporto
Il cerchio di Milk Hill è davvero "impossibile"?
di Stefano Panizza
Tratto da “i nuovi CERCHI NEL GRANO” di Michael Hesemann, pag. 81 e 82:
“Solo tre giorni dopo, il 13 agosto 2001, apparve un pittogramma che mise in ombra tutto quello che fino allora si era visto.
La sua storia cominciò nella notte dell’11 agosto. Era un sabato, pioveva a catinelle e i pochi entusiasti, che ancora solevano vegliare sui campi per veder nascere nuove formazioni, erano spariti da lungo tempo a causa del pessimo tempo.
(…) Dev’essere stata pura intuizione quella che spinse Charles Mallet, un ricercatore interessato al fenomeno da tanti anni, a resistere nonostante la notte piovosa, per ben due ore sul pendio di una collina verso Devizes. La pioggia continuava a sferzare sempre più violentemente il parabrezza, che, solo grazie all’azione potente della ventola ad aria calda della macchina, riusciva a non appannarsi rapidamente, mentre i tergicristalli giravano alla massima velocità.
Improvvisamente scorse un lampo di luce che rischiarò la cima della collina, da qualche parte li davanti a lui, completamente al buio.
(…) Doveva trattarsi di Milk Hill che si trovava a metà strada tra la sua postazione e Alton Barnes.
(…) All’indomani, in effetti, qualcosa era comparso là in fondo. Erano apparsi 409 cerchi su una superficie complessiva di 90.000 metri quadri.
Sei imponenti bracci ricurvi, ciascuno formato da 86 singoli cerchi, circondavano un cerchio centrale di 25 metri di diametro. L’insieme formava una galassia in piena regola di 280 metri di diametro, una ruota del sole sinistrorsa con sei raggi, così bella ed importante da togliere il fiato agli esperti.
Era piovuto ininterrottamente a fiumi, dalle 23 dell’11 agosto alla mezzanotte del 12.
Il campo era ancora troppo inzuppato per consentire a chiunque di entrarci.
Solo al mattino del 14 agosto i ricercatori entrarono nel campo e per l’eccitazione provata non avrebbero voluto uscirne più.”
Questa è la cronaca del più esteso cerchio nel grano mai apparso fino a quel momento, primato perso nel 2009 per “colpa” del Progetto Atlas di Remko Delfgaauw e la sua formazione di 530 x 450 metri di Goes (Olanda).
A dire il vero non capisco come faccia Hesemann a calcolare 90.000 metri quadri con un diametro di 280 metri. La formula per calcolare l’area di un cerchio è, infatti e come tutti sanno, la seguente: “raggio x raggio x 3,14”. Facendo due conti, allora, l’area diventa di circa 62.000 metri quadri, cioè i due terzi di quella segnalata. Vabbè, pazienza, in fondo, non è certamente la cosa più importante nel contesto che andremo a sviluppare. Ma torniamo al testo. Dalla sua lettura non si può che rimanere colpiti da due fattori: - la complessità della formazione - le avverse condizioni meteorologiche E, allora, la domanda diventa conseguente: è umanamente possibile realizzare un cerchio di una tale complessità ed in condizioni quasi proibitive? Istintivamente si direbbe di no. Il solo pensare che un gruppo di persone riesca ad appiattire ben 409 cerchi in un campo trasformato in un acquitrino, sembra pura fantascienza. Il cerchio di Milk Hill è dunque la prova che una Mano Superiore (nel senso più ampio del termine) abbia deciso di posare il suo sguardo sulla terra d’Albione? Vediamo. La ricerca inizia. Per prima cosa bisogna capire se, e quanto, è complicato costruire, nell’ordinata disposizione mostrata, tutti quei 409 cerchi. Già sezionando idealmente la figura, si può avere, in realtà, un’idea della tecnica eventualmente usata da un falsario. Costui seguirebbe uno di quei solchi lasciati dai trattori per almeno 150 metri e, utilizzando una corda di circa 70 metri di lunghezza, traccerebbe un arco sul terreno.
Poi, con la medesima corda, unirebbe una delle estremità dell’arco al resto della sua circonferenza.
In questo secondo punto, a mo’ di perno, costruirebbe un secondo arco, le cui estremità si fermerebbero sulla circonferenza del primo.
Basterebbe ripetere lo schema e si costruirebbe lo “scheletro” dell’intera formazione.
Successivamente il falsario andrebbe in uno dei punti di unione degli archi e, con una corda di poco più di 10 metri di lunghezza usata a mo’ di raggio, traccerebbe un cerchio di oltre 21 metri di diametro.
Proseguirebbe modificando la lunghezza della corda
Ripeterebbe lo schema in tutti gli archi.
Stesso modello, essenzialmente, usato per un altro cerchio, quello di Alton Barnes del 25 agosto 2008.
Il tempo che impiegherebbe una sola persona sarebbe di poco più di 26 ore.
Naturalmente più persone utilizzate meno tempo servirebbe.
Esiste, però, un limite del quale, eventuali circlemaker, avrebbero dovuto tener conto.
Ed è la durata delle notti di agosto che, in Inghilterra, non superano le 9 ore.
Chi si è preso la briga di fare i conti ha visto che, per questo lasso di tempo, sarebbero sufficienti 13 persone, 2 a tracciare gli archi principali e gli altri dediti a schiacciare le spighe.
Tutto questo però, ed in assenza di una riproduzione della formazione, ne dimostra unicamente la sua fattibilità teorica (anche se quanto comincia ad incrinare la granitica convinzione che hanno in molti della sua “impossibilità”).
Ma come dice il proverbio, “fra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare”.
Non essendo, dunque, esaustivo questo tipo di approccio, proviamo ad analizzare la cosa da un altro punto di vista.
Qualora il cerchio fosse di opera umana, una qualche imperfezione la si potrebbe trovare.
Ed effettivamente è ben presente (anche se i believer sembrano non accorgersene).
Basta osservare con attenzione il video realizzato da un certo Peter Sorensen.
Ad un certo punto vengono inquadrati due cerchi che non sono né uniti né separati da spighe integre intatte, ma solo da uno corridoio di grano ben schiacciato.
La domanda sorge spontanea: perché mai una Mano Superiore avrebbe avuto bisogno di un passaggio per transitare da un cerchio ad un altro?
Si potrebbe, allora, pensare che il canaletto si sia creato con il calpestio dei curiosi e che, quindi, originariamente non fosse presente. Il dubbio, però, svanisce nel momento in cui si osserva più attentamente: le spighe al suo interno, infatti, sono sotto a quelle del cerchio in primo piano. Il che significa che prima è venuto il canaletto e poi si è creato il cerchio.
La scoperta mi ha spinto a dare un’occhiata più attenta alle foto aeree della formazione.
Ebbene, di passaggi fra i cerchi c’è pieno! E non si tratta di tracce disordinate come lasciate da chi va a curiosare, ma di linee poste secondo una logica precisa ed inequivocabile nella sua funzione.
Nell’immagine ne ho evidenziato solo alcuni.
Questi passaggi, infatti, non costituiscono altro che le principali linee di costruzione della formazione.
E sono ben visibili in quanto, per non lasciare tracce sulle spighe integre, è stato necessario ripassarci più volte, con la conseguenza di schiacciarle per bene.
Quanto si osserva a Milk Hill è uguale ciò che si trova in tutti gli altri cerchi nel grano. Il modello di costruzione è, infatti, sempre il medesimo: si concretizza in alcune decine di centimetri di diametro per le linee principali, molte di più, invece, per le altre (create con assi e che dall’alto sembrano i solchi di un vecchio disco in vinile).
Ma guardando e riguardando si può anche notare un’asimmetria nel diametro dei cerchi finali di ogni braccio principale e di quelli interni .
Se poi suddividiamo le aeree del cerchio in tre parti ideali, vediamo che esse mostrano angoli e superfici ben diverse.
Ricapitoliamo un attimo il tutto.
Abbiamo visto che da un punto di vista puramente teorico è possibile costruire il cerchio.
Un’analisi, poi, di quello concretamente realizzato ha mostrato evidenti imperfezioni geometriche e tracce di artefatto.
In altre parole ne appaiono evidenti la logica costruttiva e la matrice umana.
Rimane, però, un altro punto importante punto da chiarire.
Come è stato possibile realizzare un cerchio così esteso, sotto una pioggia torrenziale ed in un campo trasformato in una mezza palude?
Per rispondere a questa domanda è necessario prima porsene un’altra.
Quando è apparsa esattamente la formazione e, in quel giorno, com’era davvero la situazione meteorologica?
Il cerchio viene creato “ufficialmente” la notte fra sabato 11 e domenica 12 agosto.
Ciò lo si è dedotto dalle testimonianze di 2 persone: il già citato Charles Mallet e John Hunt.
Quest’ultimo il 25 (?!) agosto dichiara (sotto ne vediamo un estratto):
“On Saturday 11th August I camped on top of Milk Hill.
After putting up my tent I went for a walk after the sun went down to look at the White Horse. Although it was getting darker there was still plenty of light.
I decided to try a short cut back to the tent and climbed over the fence above and to the left of the White Horse into a grass field with some sheep in it. To the left of that field is the crop field in question.
I could not cross that wheat field so I climbed over a fence in the hedge and immediately came upon the small ring. Incidentally, I noticed that the top rail of the fence I stepped over was broken and thought that it had only recently been broken.
I was fascinated by the ring as it was so small and seemingly insignificant, tucked out of the way on the edge of the field.
I looked across the field in the hope of seeing something else but saw nothing. I do not believe that the large formation was there.
I went back on Sunday 19th August and walked the same route and from the small ring could see some of the flattened wheat in the large formation.
However, I would not like to swear that it was not there on the night of the 11th as I cannot say if the light might have concealed any of the flattening.
It was a wet and windy night on the 11/12th.”
Che tradotto significa:
“Sabato 11 agosto mi sono accampato nella parte alta di Milk Hill.
Dopo aver piantato la mia tenda sono andato a fare una passeggiata; il sole era tramontato dalla parte dove si trova la figura del White Horse. Anche se stava diventando buio c'era ancora molta luce.
Ho deciso di prendere una scorciatoia, scavalcato una recinzione nei pressi del White Horse e sono entrato in un campo di erba dove erano presenti alcune pecore. A sinistra di quest’ultimo si trova il campo di grano dove poi è apparso il cerchio in questione.
Non potendolo attraversare, ho scavalcato un’altra recinzione e immediatamente mi sono ritrovato vicino ad un piccolo anello di grano schiacciato.
Tra l'altro, ho notato che la guida superiore della recinzione che avevo scavalcato era rotta e sembrava che il fatto fosse successo di recente.
Ero affascinato da questo l'anello così piccolo e apparentemente insignificante, nascosto dalla strada ai margini del campo.
Ho guardato poi in direzione del campo, nella speranza di vedere qualcosa, ma non ho notato nulla. Non credo che quella formazione di grandi dimensioni di cui poi si è parlato fosse già lì.
Sono tornato sul posto domenica 19 agosto e, camminando sulla stessa strada e ritornando nei pressi del piccolo anello, ho potuto vedere alcune macchie di grano appiattito e in un’area piuttosto vasta..
Tuttavia, non potrei giurare che non fosse lì la notte del 11, come non posso dire se la luce mi possa avere nascosto la vista di altre zone in cui il grano risultasse schiacciato.
Quella fra l’11 e il 12 fu una notte umida e ventosa.”
In sintesi afferma:
- di aver visto un anello di grano schiacciato (l’unica certezza “cerealicola", nella foto sopra in basso a sinistra)
- di non essere sicuro di quanto ci potesse eventualmente essere oltre a questo (per prospettiva e luminosità non idonee, ricordo che la zona è un saliscendi)
- di aver visto segni recenti di effrazione sulla recinzione (fatti da eventuali circlemaker?)
- che la notte era umida e ventosa (quindi niente pioggia)
- ha visto il cerchio diversi giorni dopo (addirittura sette)
Analizzando, invece, la testimonianza di Charles Mallet (in realtà esistono alcuni dubbi che le parole siano proprio le sue, ma fidiamoci di Hesemann) e di altre informazioni si evince che:
- era, si, in zona, ma non proprio a Milk Hill, trovandosi ad una decina di km di distanza (quindi quanto serve la sua testimonianza?)
non vide nessun cerchio (idem come sopra)
- gli apparve una luce improvvisa (non poteva essersi trattato di un fulmine?)
- sembravano essersi aperte le cateratte del cielo dalla pioggia che cadeva (strano, visto che l’unico testimone in loco non parla di pioggia)
- i ricercatori entrarono nella formazione martedì 14; in realtà Francine Blake ed il suo Wiltshire Crop Cirlce Study Group ebbero accesso al cerchio già nel tardo pomeriggio di domenica 12, a seguito della “soffiata” telefonica di un tale Mick e non ebbero, ovviamente, problemi per il fango (che non poteva esserci), tanto è vero che non lasciarono particolari tracce con il loro calpestio.
Torniamo alla nostra domanda, quando è apparsa la formazione?
In pratica non si sa esattamente.
Potrebbe essere stata creata la notte fra venerdì 10 e sabato 11 e non essere stata vista la sera dell’11 da John Hunt.
E anche durante le ore di luce della giornata di sabato 11 potrebbe essere sfuggita.
In fondo l’abitazione più vicina si trova ad un chilometro, in una zona ad un livello più basso di un centinaio di metri e circondata da un boschetto.
La zona, lontano da strade principali, appare, infatti, piuttosto isolata.
È anche vero, però, che essendoci li vicino il White Horse, è possibile che passino dei velivoli leggeri per far fare un giro panoramico ai turisti. Di conseguenza una tal figura non sarebbe passata inosservata; la stessa Francine Blake dice di aver sorvolato Milk Hill venerdì 10 e di non aver visto nulla..
Insomma, l’incertezza può realisticamente riguardare un paio di giorni avanti e indietro, non di più.
Forse il cerchio è stato iniziato la notte fra il 10 e l’11 e terminato fra l’11 e il 12. Questo darebbe ragione al fatto che Hunt vide qualcosa (il piccolo anello) ma non la formazione intera (perché magari solo accennata).
Ad ogni modo tutti sono d’accordo nel collocarla verso quel fine settimana.
Ora, la domanda è, come fu il tempo in quei giorni?
Hunt non parla di pioggia (è l’unico testimone in loco, ma potrebbe essersi allontanato ben prima della mezzanotte). Fa riferimento a “vento ed umidità”. Mi sono andato a controllare i dati della più vicina stazione meteo, quella di Lyneham, sul finire della serata dell’11. Effettivamente abbiamo un 82% di umidità ed una velocità media di 20 km/h per il vento (scientificamente classificato come “brezza vivace”).
Insomma, la testimonianza sembra attendibile (vedremo poi confermata anche nel fattore “pioggia”).
Mallet, invece, parla di una sorta di diluvio (non era in zona, ma la sua testimonianza riporta fatti più verso il cuore della notte).
Allora, è piovuto o non è piovuto?
Direi che non rimane che andare a consultare nuovamente le carte meteo di cui giorni.
Non essendo, però, disponibili proprio quelle di Milk Hill, mancando li una stazione di rilevamento, dobbiamo far riferimento a quelle più vicine, una posta a nord (Lyneham a 17 km), l’altra a sud (Boscombe a 24 km) della nostra collina.
Nel primo caso abbiamo avuto 24 mm di pioggia, nel secondo solo 9, per la giornata di giovedì 9.
Per i giorni a seguire praticamente nulla, andando dal “sereno” al “poco nuvoloso” alla “pioggia debole” (Hunt che entrò la sera dell’11 non ebbe, infatti, problemi di fango).
Ora, 24 mm in un giorno non sono praticamente nulla (dal punto di vista scientifico 1 mm/h è considerato “pioviggine”, cioè ancor meno di “pioggia debole”).
Anche immaginando precipitazioni concentrante in poco tempo e non nell’arco di una giornata, si può tranquillamente affermare che non si è neanche “bagnata la polvere”.
Abbiamo, quindi, quattro fonti per capire cosa sia successo dal punto di vista meteo: una prova testimoniale in loco e due stazioni meteo nel raggio medio di una ventina di km che dicono che non è piovuto (o quasi) ed un’altra testimoniale ad una decina di km che parla di un mezzo diluvio universale.
Visto che la “maggioranza” punta in una direzione ben precisa (non è piovuto), cerchiamo di dare un senso alla testimonianza di Mallet.
Chi è questo Charles Mallet?
Basta andare nel suo sito internet per avere una qualche preziosa informazione da interpretare.
Gestisce il Silent Circle Cafè e la cosiddetta school – house, punto di ritrovo di turisti ed appassionati di cerchi nel grano
Il locale organizza meeting e offre un’adeguata ristorazione. E naturalmente si possono acquistare libri, dvd, fotografie, mappe e molti altri prodotti legati al fenomeno dei cerchi nel grano.
E “casualmente” per gli appassionati è anche possibile raggiungere, dopo poche centinaia di metri, il Wiltshire Microlight Center, dopo vengono accompagnati in un sorvolo aereo alla caccia dei crop circle.
Già in passato il nostro Mallet ebbe modo di trovarsi al posto giusto nel momento giusto.
Nel giugno del 2000 vide una strana luce dove poi apparve il cerchio di West Kennet Long Barrow, ma anche nel 1999 successe la stessa cosa per le formazioni di Silbury Hill e Milk Hill.
Insomma, qualche domanda credo sorga spontanea.
E, si badi bene, la leggenda della “pioggia torrenziale” nasce unicamente dalle sue parole, che cozzano contro ogni altro tipo di analisi dell’accaduto, da quella testimoniale (di Hunt e di chi entrò tranquillamente nella formazione, che doveva invece trovare “allagata”) e scientifica (dei dati meteo incrociati).
In ogni caso, anche la presenza (comunque improbabile nello specifico) di un po’ di pioggia, non avrebbe costituito certamente un problema per eventuali circlemaker (anzi, forse così ci sarebbe stata meno gente in giro a curiosare).
Le loro tecniche, infatti, sono arcinote.
Possono entrare nel campo utilizzando le tram line, che sono di una terra sufficientemente battuta, considerando anche che il terreno inglese, frammisto di gesso (non per nulla è stato creato il White Horse), è più duro del nostro.
Se si osserva, poi, l’anello scoperto da Hunt, si nota che tocca proprio una tram line; quindi potrebbe essere stato utilizzato come “ponte” per entrare nel campo senza lasciare tracce.
Ci dimentica, poi, di come lo stesso grano, una volta schiacciato, diventi una sorta di tappeto isolante.
Quindi, in ogni fase dell’operazione, chi opera può non lasciare impronte.
È giunto, ora, il momento di tirare delle inequivocabili conclusioni.
Eccole:
- nella figura si riconosce una chiara linea di costruzione basata su una logica e schematica ripetizione di cerchi
- questa è teoricamente riproducibile in un campo di grano
- in quella realizzata sono presenti evidenti tracce di artefatto
- la formazione mostra palesi imperfezioni ed irregolarità
- le condizioni meteo in cui è apparsa erano probabilmente buone
- una eventuale pioggia non ne avrebbe comunque ostacolato la creazione
Si può ancora considerare “impossibile” il cerchio di Milk Hill?
Direi che affermarlo vorrebbe dire essere perlomeno ingenui.
Chiudo rispondendo ad una possibile ultima obiezione:
“Avrà anche un senso quanto detto, ma manca la cosiddetta prova del nove. Se è stato così “normale” fare il cerchio, perché non riprodurlo davanti a telecamere e giornalisti, in modo da convincere un po’ tutti?”
La domanda sembra legittima, ma in realtà è priva di un senso.
Infatti le si possono opporre le seguenti obiezioni:
- considerando che fare cerchi è illegale, per danno al patrimonio e forse per abuso di credulità popolare (non per nulla i circlemaker se ne guardano bene dal lasciare prove come foto e filmati), chi si espone?
- volendo far le cose dentro le regole e pagare il contadino, chi tira fuori i soldi?
- solo “quattro gatti scettici”, poi, hanno davvero interesse a smontare il fenomeno, non sicuramente i circlemaker ( per mantenere il mito), né chi ci guadagna (operatori turistici di vario genere, scrittori, registi etc), né gli appassionati, che in fondo trovano appagamento dal senso di mistero che lo circonda.
Ma, soprattutto, non c’è bisogno di rifare il cerchio di Milk Hill perché ne è già presente un altro, di comprovata natura umana, ben più complesso ed esteso: quello di Goes, figlio del Progetto Atlas.
Mi permetto di dire: case closed.
Bibliografia e sitografia:
i nuovi CERCHI NEL GRANO – Michael Hesemann – Edizioni Mediterranee
www.geocities.ws/pduchesne3/
francescograssi.blogspot.com/2008/08/cerchi-nel-grano-milk-hill-2...
freeforumzone.leonardo.it/lofi/Cerchi-nel-Grano-sapete-riconoscere-i-falsi-/D507498...
ufoonline.freeforumzone.leonardo.it/mobile/discussione.aspx?idd=999...
ufologando.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=999...
freeforumzone.leonardo.it/lofi/Cerchi-nel-grano-quale-mistero-Le-spiegazioni-di-Gucumatz/D999610...
www.scribd.com/doc/71828218/Crop-Circles-Le-Spiegazioni-Di-... (anche per immagini)
forum.cosenascoste.com/ufo-alieni/47744-differenze-tra-crop-circles-ritenuti-originali-e-quelli-ritenuti-falsi...
www.milkhill-revealed.com/PDFs/Milk%20Hill%20data%20sheet.pdf
www.swirlednews.com/article.asp?artID=245
www.swirlednews.com/article.asp?artID=255
cropfm.at/resources/cc2006/index.html
www.cropcircleconnector.com/silentcircle/silentcafe2005.html
www.wunderground.com
it.wikipedia.org
www.silentcircle.co.uk/
www.lucypringle.co.uk/photos/2008/uk2008be6.jpg
www.temporarytemples.co.uk/imagelibrary/images-2001-enlarge/48-Milk-Hill-Wiltshire-12-08-01-Wheat-L-...
www.lucypringle.co.uk/photos/2001/uk2001df.shtml
[Modificato da eone nero 03/12/2011 19:33]