Vetro flessibile, un materiale prodigioso dall'antica Roma
Potevano i Romani aver inventato un materiale che – a tutt'oggi – sarebbe assolutamente rivoluzionario?
Ci sono voci secondo le quali nell'antica Roma sotto l'imperatore Tiberio (14-37 d.C) fosse stato trovato il modo di produrre vetro elastico e infrangibile. Questa straordinaria invenzione era conosciuta come "vitrum flexile", come riportano gli storici dell'epoca Plinio e Petronio. Secondo Plinio si trattava di un vero e proprio vetro elastico, secondo Petronio invece si trattava semplicemente di un vetro infrangibile.
Come narra la storia, o la leggenda, un abile artigiano si sarebbe presentato alla corte dell'imperatore Tiberio, portando con sé un vaso.
Scagliato a terra l'oggetto, questo non si ruppe. E non solo: con un paio di colpi di martello rimise a posto l'oggetto, eliminando le deformazioni dovute alla caduta. Naturalmente l'uomo si aspettava un premio da questa prodigiosa invenzione.
Per tutta risposta Tiberio si accertò che nessun'altro all'infuori di lui sapesse della sua invenzione, dopodiché lo fece decapitare e distruggere la sua officina, per evitare che gli oggetti di questo materiale facessero concorrenza a quelli di vetro normale e di metallo.
È difficile dire cosa fosse realmente questo materiale, se un vetro vero e proprio o qualche altro materiale trasparente, prodotto con gomme o resine, o una plastica ante litteram: non si hanno molte altre informazioni in merito.
Il brevetto USA 4908339 del 03/13/1990 parla di un vetro speciale, a base di silice, che grazie alla lavorazione particolare sarebbe adatto per usi che richiedono flessibilità. Oltre ad essere depositato sotto forma di film sottile sarebbe adatto anche come agente di rivestimento, collante e, sotto forma di schiuma, anche come isolante termico.
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