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[Rubrica] Oltre l'illusione della realtà

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  • Sheenky ffz
    00 28/05/2013 12:09
    LA PRIMA PROVA CONCRETA DELL'ESISTENZA DEL MULTIVERSO

    Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/scoperta-la-prima-prova-concreta-dellesistenza-del-mul...

    La prima ‘prova concreta‘ dell’esistenza di altri universi è stata scoperta dagli scienziati. I cosmologi, studiando una mappa dell’universo ottenuta dai dati raccolti dalla sonda Planck, hanno concluso che esso mostra delle anomalie che possono essere solo state causate dall’attrazione gravitazionale di altri universi.

    La mappa mostra la radiazione proveniente dal Big Bang di 13.8 miliardi di anni fa, che è ancora rilevabile nell’universo – conosciuta come radiazione cosmica a microonde.

    Gli scienziati avevano previsto che dovesse essere equamente distribuita, ma la mappa mostra una più forte concentrazione nella metà meridionale del cielo e in un ‘punto freddo‘ che non può essere spiegato con le attuali conoscenze della fisica.

    Laura Mersini-Houghton, fisico teorico presso l’Università del North Carolina a Chapel Hill, e Richard Holman, professore alla Carnegie Mellon University, hanno preannunciato che le anomalie esistono e sono state causate dalla spinta proveniente da altri universi nel 2005.

    Dopo aver studiato i dati provenienti da Planck, la dottoressa Mersini-Houghton crede che la sua ipotesi è stata dimostrata.

    I suoi risultati implicano che ci potrebbe essere un numero infinito di universi al di fuori del nostro.

    Mersini-Houghton dice: “queste anomalie sono state causate dall’attrazione di altri universi sul nostro universo, come quando si formò durante il Big Bang. E’ la prima prova concreta dell’esistenza di altri universi che abbiamo mai visto“.

    Anche se alcuni scienziati rimangono scettici circa la teoria di altri universi, questi risultati possono essere un passo verso il cambiamento di vedute sulla fisica.

    L’Agenzia Spaziale Europea, che gestisce il telescopio Planck costato 515 milioni di sterline, afferma: “considerato che la precisione della mappa Planck è così alta, ci ha permesso di rilevare alcune caratteristiche peculiari inspiegabili che potrebbero richiedere una nuova fisica per essere comprese“.

    Malcolm Perry, professore di fisica teorica a Cambridge, ha dichiarato al Sunday Times che i risultati potrebbero essere la prova reale dell’esistenza di altri universi.

    Mentre George Efstathiou, professore di astrofisica presso la stessa università, ha affermato allo stesso quotidiano: “adesso queste idee possono sembrare strambe, proprio come successe tre generazioni fa con la teoria del Big Bang. Ma poi abbiamo avuto la prova e ora è cambiato tutto il modo di pensare l’universo“.
  • Sheenky ffz
    00 29/05/2013 11:52
    LA TRANSCOMUNICAZIONE STRUMENTALE

    Fonte: www.victorzammit.com/book/italian/cap04italian.html

    Questo capitolo è dedicato a delle informazioni che trascendono la "soglia di esitazione". Sospendete per un attimo le vostre attuali convinzioni e non rifiutate le informazioni solo perché non siete cresciuti con esse. La comunicazione tecnologica con l'Aldilà è una realtà. Non è un fenomeno molto conosciuto, ma si stanno facendo rapidi progressi in tutto il mondo - e nessuno può fermarli - che i cinici lo accettino o no. Più o meno a partire dal 1980, i ricercatori del paranormale hanno sostenuto che si erano avuti contatti con i morti, sia pur non troppo chiari, via radio, mediante telefono, con la televisione, tramite segreterie telefoniche, fax e computer.

    Questa recentissima modalità di contatto è chiamata Transcomunicazione Strumentale (ITC), ITC Estesa o anche Comunicazione Transdimensionale. Ci sono molte prove che il contatto è ripetibile, si verifica nei laboratori di tutto il mondo, ed è soggetto a rigido esame scientifico.

    L'indagine americana

    Secondo Mark Macy, Promotore della Fondazione Americana per la Ricerca sulla Continuità della Vita:

    "I laboratori d'indagine in Europa quasi quotidianamente dànno informazioni sulla intensa comunicazione bidirezionale con spiriti di colleghi, e ricevono corpose informazioni mediante segreterie telefoniche, radio e stampanti di computer.

    Sui televisori ricevono immagini video che mostrano persone e luoghi nel mondo dello spirito. Come risultato, per la prima volta nella storia, ci viene mostrata una prova fisica diretta di com'è veramente la vita dopo che lasciamo il corpo fisico" (Ricerca sulla Continuità della Vita, Contact Volume 1 #96/01).

    Una telefonata di 13 minuti

    Nel 1994, sperimentatori di transcomunicazione strumentale in Lussemburgo, Germania, Brasile, Svezia, Cina e Giappone ricevettero telefonate paranormali dal Dott. Konstantin Raudive che era morto nel 1976 (Kubris e Macy 1995: 14). Queste chiamate vennero registrate e analizzate da esperti di voci.

    Da allora le comunicazioni bidirezionali sono proseguite e nel 1996 una conversazione tra il Dott. Konstantin Raudive e Mark Macy durò 13 minuti (video della Ricerca sulla Continuità della Vita - ITC Today 1997 ).

    Secondo il sito web di Mark Macy World ITC, gli scienziati che lavorano per la Rete Internazionale della Transcomunicazione Strumentale (INIT) hanno ricevuto comunicazioni dall'Aldilà.

    Le prove raccolte da questo gruppo, ormai vasto, di testimoni attendibili - compresi scienziati di fama, fisici, ingegneri, tecnici elettronici, dottori, professori, amministratori, membri del clero, uomini d'affari di successo - sono innegabilmente convincenti anche per coloro che indagano sulla metafonia e sulla transcomunicazione strumentale. La consistenza delle prove, provenienti da diverse parti del mondo, è incontrovertibile.

    Il gruppo brasiliano

    In questo campo, uno dei ricercatori di punta è oggi Sonia Rinaldi, la quale dirige in Brasile la più grande Associazione di Transcomunicazione Strumentale, che conta quasi 700 membri. Recentemente ha annunciato nuovi contatti avvenuti via computer, segreteria telefonica, telefono e videocamera. Nel corso di incontri pubblici in Brasile e negli Stati Uniti, un gran numero di membri e visitatori ha avuto la possibilità di ricevere risposte dirette dai propri cari che vivono nel mondo dello spirito.

    Informazioni aggiornate sulla sua ricerca sono reperibili in inglese e portoghese sul suo sito web ANT Associação Nacional de Transcomunicadores. Tutto il suo lavoro è sottoposto a controllo scientifico e il suo sito contiene dichiarazioni di carattere scientifico rilasciate dalla più prestigiosa Università del Brasile, la USP - Universidade de São Paulo.

    Recentemente, l'Institute of Noetic Sciences, un'organizzazione fondata dall'astronauta Ed Mitchell per colmare la spaccatura tra scienza e religione, ha annunciato che lavorerà con Sonia ad un progetto volto ad esaminare le affermazioni delle Transcomunicazioni strumentali.

    Mitchell ha deciso di costituire il gruppo a seguito di un'esperienza spirituale vissuta 25 anni fa durante una passeggiata sulla Luna. Oggi l'Institute of Noetic Sciences, con sede in California, è presieduto da Winston Franklin ed è composto da circa 50.000 persone in tutto il mondo, compresi alcuni dei maggiori scienziati del pianeta. L'IONS progetta e finanzia diversi progetti di ricerca scientifica avanzata.

    Gli albori della Transcomunicazione Strumentale

    In America, i pionieri di questa attività furono George Meek e William O'Neil, i quali lavorarono allo Spiricom, un sistema di comunicazione bidirezionale più sofisticato della ricerca metafonica. O'Neil era un medium di talento in grado di vedere e comunicare con due scienziati che lavoravano nell'Aldilà. Servendosi di una radio a canali modificata, le voci degli scienziati "morti" vennero catturate su nastro in conversazioni intelligenti e coerenti.

    Per sapere di più sul lavoro di George Meek, consiglio al lettore di fare riferimento al libro scritto nel 1981 da John G. Fuller e intitolato The Ghost of 29 Megacycles (Il fantasma di 29 megacicli). Questo libro di 351 pagine descrive in modo dettagliato l'attendibilissima ricerca di George Meek e le prove che essa ha prodotto, per dimostrare che la vita continua dopo che moriamo. Lo raccomando vivamente al ricercatore serio.

    Gli esperimenti di Radio Lussemburgo

    Nella Germania Occidentale Hans-Otto Koenig, un esperto di elettronica e di acustica, sviluppò un sofisticato aggeggio elettronico utilizzando oscillatori a frequenza estremamente bassa, luci ultraviolette e agli infrarossi. Il 15 gennaio del 1983 egli fu invitato presso la più importante radio d'Europa, Radio Lussemburgo, che aveva un pubblico stimato di milioni di persone in tutto il continente europeo. A Koenig venne chiesto di dare in diretta radio una dimostrazione della sua nuova tecnica agli ultrasuoni per conversare in maniera bidirezionale con coloro che erano "morti".

    Koenig installò il suo apparecchio sotto lo sguardo attento degli ingegneri della radio e del presentatore del programma, Herr Rainer Holbe. Un componente dello staff della radio chiese se fosse possibile che una voce accorresse in risposta alle sue richieste. Quasi immediatamente una voce rispose:

    "Sentiamo la tua voce" e "Otto Koenig ha realizzato una comunicazione senza fili con i morti" (Fuller 1981: 339).

    Furono fatte altre domande. Ma a quel punto il presentatore Holbe, scosso da quello che lui e tutti gli altri avevano udito, affermò:

    Vi dico, cari ascoltatori di Radio Lussemburgo, e lo giuro sulla vita dei miei figli, che non c'è stata nessuna manipolazione. Non ci sono trucchi. È una voce, e noi non sappiamo da dove viene (Fuller 1981: 339).

    Successivamente la stazione rilasciò un comunicato ufficiale e ogni passo del programma fu sottoposto ad accurato esame. Il personale e gli ingegneri erano convinti che le voci fossero paranormali (Fuller 1981: 339).

    Ovviamente, Koenig diede molte altre dimostrazioni pubbliche. Con altrettanto successo, si condussero altri esperimenti su Radio Lussemburgo (Fuller 1981: 339). Una voce, in particolare, si presentò, affermando "Sono Raudive". L'importanza di ciò sta nel fatto che quando il Dott. Raudive era vivo, aveva scritto il libro Breakthrough nel quale aveva fornito i dettagli dei suoi esperimenti sulla metafonia - erano state registrate più di 72.000 voci di persone che erano "morte".

    Immagini televisive in bianco e nero

    Negli anni '80 del XX secolo, i ricercatori di vari Paesi furono in grado di ricevere immagini dei loro cari "defunti" sugli schermi televisivi. Nel 1985 Klaus Schreiber, nella Germania Occidentale, iniziò a ricevere, su televisori a tubo catodico, immagini di persone che erano morte. I televisori utilizzavano un "sistema di feedback ottico-elettronico". In molti casi ci furono riscontri positivi accompagnati da comunicazione audio. Il lavoro di Schreiber fu oggetto di un film per la televisione e di un libro scritto dall'ex-scettico Rainer Holbe di Radio Lussemburgo.

    Durante gli anni '80 del Novecento, i ricercatori del paranormale vennero a conoscenza del fatto che diverse persone sostenevano di avere ricevuto telefonate dai loro cari dopo che questi erano morti. Le telefonate erano solitamente di breve durata e, a seguito di indagini, non venivano registrate sui normali tabulati della bolletta telefonica. Alcune chiamate pervennero perfino a telefoni che non erano connessi alla rete. Scott Rogo nel 1979 scrisse in materia un classico intitolato Telephone calls from the Dead (Telefonate dai Morti).

    Tra il 1985 e il 1988, una coppia di coniugi che lavorava in Lussemburgo con il supporto di aiutanti dall'Aldilà, sviluppò due sistemi elettronici che divennero significativamente più affidabili e ripetibili rispetto ai sistemi ideati precedentemente. Nel 1987 Jules e Maggie Harsch-Fishbach stabilirono un contatto via computer che consentì di porre domande tecniche ad esseri dell'Aldilà, con stampa ad alta velocità delle risposte considerate importanti. Sempre nel 1987, essi ricevettero sequenze di immagini televisive di buona qualità (vedi Psychic News del 25 febbraio 1995).

    Nel 1993, il gruppo di ricerca dell'Aldilà fu in grado di accedere agli hard-disk dei computer e lasciò dettagliate immagini scannerizzate e diverse pagine di testi. Le immagini scannerizzate al computer erano molto più dettagliate e meno soggette a distorsione delle immagini video. I ricercatori sulla Terra riuscirono a fare domande alle loro controparti dell'Aldilà e ricevettero risposte via telefono, radio, TV, computer o fax (Kubris e Macy 1995: 14).

    La prima immagine televisiva a colori di un'entità spirituale fu registrata nell'ottobre del 1995 in associazione con un contatto via computer, quando un ricercatore tedesco si svegliò con l'impulso impellente di provare un esperimento con il suo televisore a colori. Abituato a ricevere immagini video paranormali sul suo televisore in bianco e nero, il ricercatore, dietro suggerimento telefonico dei suoi colleghi spirituali, questa volta accese il suo televisore a colori e orientò una telecamera verso lo schermo. Istantaneamente, un'immagine del pioniere svedese della Transcomunicazione strumentale Friedrich Jürgenson, morto nel 1987, apparve sullo schermo e rimase lì per 24 secondi.

    Avendo udito un forte rumore provenire dalla stanza accanto, il ricercatore andò a vedere cos'era successo. Entrando nella stanza, si accorse che il suo computer era stato acceso in maniera inspiegabile e sullo schermo trovò un messaggio indirizzato a lui e firmato da Jürgenson, uno dei primi sperimentatori nel campo della metafonia.

    Progressi inattesi in Inghilterra

    Judith Chisholm, fondatrice della EVP & Transcommunication Society for the UK and Ireland (Società per la Transcomunicazione e la Metafonia per il Regno Unito e l'Irlanda), sostiene di avere registrato notevolissimi progressi grazie all'acquisto di un registratore digitale che, per sua natura, non può registrare interferenze. La Chisholm sostiene di essere in grado, adesso, di registrare a piacere conversazioni bidirezionali con tutte le persone "decedute", compresi suo figlio e un suo amico e collega "morto" nel 1986. Il suo libro di prossima uscita spiega come, quando lei non riesce a trovare il tempo di registrare, gli spiriti la cercano tramite la sua segreteria telefonica digitale.

    Chiunque può entrare in contatto tramite la Transcomunicazione strumentale?

    Sebbene ci siano letteralmente decine di migliaia di sperimentatori in grado di entrare in contatto mediante la metafonia, solo un pugno di sperimentatori è in grado di entrare in contatto tramite la Transcomunicazione strumentale.

    Secondo gli esperti del settore, questo succede perché la Transcomunicazione strumentale può funzionare solo grazie alla cooperazione tra due gruppi di scienziati, uno sulla Terra e l'altro nell'Aldilà. Sonia Rinaldi scrive sul suo sito web che il suo gruppo per tre anni ha lavorato invano, finché non è riuscito ad attrarre le energie di un gruppo di scienziati del mondo spirituale guidato dal Dott. Roberto Landell de Moura, uno dei pionieri della radio. Il gruppo europeo lavora in collaborazione con una stazione emittente dell'Aldilà altamente organizzata chiamata Timestream (Flusso del Tempo).

    Tutti gli sperimentatori che lavorano nel campo della Transcomunicazione strumentale attestano l'importanza dell'armonia, dell'unità, dell'assenza di egoismo e di motivazioni altruistiche, come pure di un profondo desiderio di contatto e di un costante ricordo piacevole della persona deceduta con cui si ha un forte legame emotivo.

    Mark Macy è stato una figura chiave nel mondo della Transcomunicazione strumentale, grazie alla sua documentazione dei risultati conseguiti dai ricevitori più prolifici di contatti avvenuti tramite Transcomunicazione strumentale, all'organizzazione di seminari di ricerca annuali su entrambe le sponde dell'Atlantico, e al conseguimento negli Stati uniti dei primi contatti significativi avvenuti tramite Transcomunicazione strumentale.

    Attualmente, nell'anno 2001, egli sostiene di sperimentare miracoli nel suo laboratorio, comprese immagini a colori degli esseri spirituali e notevoli miglioramenti nei contatti radio con dialoghi chiari e forti. Il suo libro Miracles in the Storm (Miracoli nella Tempesta), fornisce ulteriori dettagli sul suo lavoro.
  • Regulus83
    00 29/05/2013 15:11
    Ecco, questa è un argomento che mi piace: il mondo del paranormale, associato alla tecnologia, anche se non credo a queste cose.
    Però mi affascina... [SM=g10034]
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    darkman66
    Post: 679
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    Sesso: Maschile
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    Utente Esperto
    00 29/05/2013 18:08
    Interazione di entità spirituali sulla materia ,tutto quello che rimane dopo il trapasso,il ricordo.......
  • Sheenky ffz
    00 30/05/2013 18:23
    CERCHIO FIRENZE 77: GLI EVENTI STORICI E I CONTENUTI PIU' SIGNIFICATIVI NELLE PAROLE DI UN TESTIMONE

    Fonte: www.cerchiofirenze77.org/Articoli/01articolo%20Renato.htm

    Ho conosciuto il Cerchio Firenze 77 parecchi anni fa, nel 1982. E’ stata e rimane un’esperienza straordinariamente significativa, che mi ha toccato in profondità, dando un nuovo orientamento alla mia riflessione esistenziale e alla mia vita.
    Dapprima ho avuto l’occasione di incontrare alcune persone che frequentavano la casa di Roberto Setti, il medium. Mi sono sembrate persone semplici ma vere, persone autentiche, calorose ma non fanatiche, entusiaste ma non interessate ad alcun tipo di proselitismo. Le ho sentite concrete, con i piedi per terra, persino sanamente laiche nella loro impostazione esistenziale.
    Ho conosciuto poi il medium Roberto Setti. Quando l’ho conosciuto era sui cinquant’anni ed era già infermo agli arti inferiori per la malattia che l’aveva colpito (sclerosi amiotrofica). Ricordo di lui lo sguardo sereno e mite, un’espressione timida e pensosa. Mi sembrava anche di avvertire una nota di tristezza e di disagio, dovuta certamente al fatto di doversi presentare agli altri su una sedia a rotelle.
    Fisicamente era un bell’uomo, con un fisico proporzionato e asciutto, con un volto luminoso e onesto. Vestiva senza enfasi, in modo classico e curato, esprimendo nell’aspetto e nella persona una grande, serena dignità. L’eloquio era lento, pacato, senza grande vivacità, con toni smorzati. Riceveva le persone a casa sua, un appartamento al secondo piano di un condominio, nella prima periferia di Firenze, dove viveva in affitto. Lì si svolgevano le sedute, almeno negli ultimi anni.
    Il disagio di cui ho parlato sopra era dovuto anche, soprattutto negli ultimi anni, al fatto di essere oggetto di tanta attenzione. Si sentiva che non gli era congeniale il ruolo di intrattenitore di ospiti e infatti, finiti i convenevoli, ai quali non si sottraeva mai, era felice di riprendere il ruolo, a lui ben più gradito, di ascoltatore attento e silenzioso di quanto gli altri andavano dicendo. Non gli piaceva questo esporsi continuamente agli sguardi e alle domande di tante persone. Aveva separato tenacemente, per trent’anni, la sua vita privata e l’attività medianica dal suo ruolo pubblico di impiegato presso il Comune di Firenze. A Palazzo Vecchio, dove andava ogni mattina a lavorare, lo conoscevano solo come l’impiegato Roberto Setti, un uomo serio, attento, ligio al proprio dovere, scrupoloso e attivo. E fu così fino alla fine della sua vita, fino a quel 29 febbraio del 1984 quando ci lasciò serenamente nel sonno.
    Dopo aver incontrato gli amici del gruppo, dopo aver conosciuto Roberto Setti, finalmente giunse anche per me l’occasione di partecipare ad una seduta e di ascoltare direttamente loro, le "Voci". Queste Voci uscivano dalla bocca di Roberto. A parlare, apparentemente, era sempre lui, anche se in uno stato particolare che definiamo convenzionalmente trance medianica, ma chi le ascoltava (e i testimoni sono oltre un centinaio) ne ricavava la netta sensazione di parlare con qualcun altro, con delle personalità precise e ben definite che però sembravano esprimersi da un’altra dimensione: una dimensione diversa dalla nostra, più alta, più sottile, più universale.
    Queste voci, e lo dico a distanza di tanti anni, mi hanno coinvolto emotivamente e mi hanno affascinato intellettualmente. Erano Voci pacate, ma autorevoli. Voci lucide, razionali, che non parlavano in modo fanatico, che non imponevano la loro visione della vita. Questo soprattutto mi ha colpito: c’era sincero affetto e amicizia nelle loro parole, ma nessuna enfasi emotiva, nessuna retorica pia, nessuna esortazione paternalistica in nome di qualche valore religioso, come usano i predicatori di ieri e di oggi. Non si preoccupavano di parlare di se stessi, di chi erano stati nel passato, di quando e come avevano acquisito quella loro saggezza. Anche il nome che si attribuivano aveva tutta l’aria di essere un nome convenzionale che doveva servire per identificarli e nulla più: Dali, Kempis, Claudio, Teresa, Fratello Orientale, Veneziano... Non parlavano neanche di noi (quanto l’avremmo voluto!) dei nostri piccoli e grandi dolori, dei nostri dubbi o tormenti. Ma sentivamo, e a volte ce ne davano la prova, che dolori e tormenti erano da loro pienamente conosciuti. Semplicemente ci offrivano una visione diversa della realtà per la quale quei dolori, quei dubbi, il passato e il presente della nostra esistenza, si inserivano finalmente in un disegno più ampio in cui tutto acquistava senso, diventava ragionevole, in cui nulla avveniva per caso, nemmeno l’incontro con loro. Prendete, dicevano, solo quello che vi convince di quanto noi diciamo, analizzatelo tra voi e se desiderate farci delle domande in proposito fatelo pure, noi risponderemo. Dicevano ancora: Non preoccupatevi di correre a comunicare queste cose agli altri, magari con la scusa di far loro del bene. Siate invece pronti a rispondere a chi chiede, a chi sta cercando, a chi non è soddisfatto delle risposte che ha trovato finora. Noi, dicevano, non siamo qui per convertire, non siamo qui per fondare una Religione, una Setta, né tantomeno incarichiamo voi di farlo. Siamo qui per proporre risposte a chi cerca sinceramente e non trova.
    E non ci stupivano solo con la loro saggezza, ci offrivano, di quando in quando, anche dei veri e propri prodigi, di quelli che la parapsicologia chiama fenomeni paranormali. Quasi ad ogni incontro donavano ad uno dei presenti (di solito a chi era arrivato per la prima volta) un piccolo oggetto, producendolo dal nulla durante la seduta.
    Ho visto anch’io, come tanti altri amici, le mani di Roberto divenire luminescenti e lavorare rapidamente una piccola massa luminosa ed informe che poi veniva consegnata ancora morbida, non stabilizzata, nelle mani di uno dei presenti e che, divenuta, dopo alcuni minuti, completamente solida, si rivelava un anello, una spilla, un cammeo, una crocetta, un oggetto antico. Ho sentito anch’io il profumo che si diffondeva per la stanza quando veniva una certa Entità. L’Entità Dali, per esempio, era sempre accompagnata da un profumo di violetta. Ho avvertito anch’io il corpo di Roberto sollevarsi in aria e restare per alcuni minuti in levitazione quando veniva l’entità Teresa. Ho saputo dagli amici presenti di una pioggia di foglie d’ulivo cadute dal soffitto in un giorno di primavera, di un bicchiere di vino e di un pane comparsi sul tavolo all’improvviso mentre una Voce diceva parole ispirate. Ho visto, essiccata ma ancora intatta, la rosa che un giorno un’amica si ritrovò in grembo durante una seduta.
    Loro sorridevano di queste cose. Si tratta, dicevano, di fenomeni che produciamo usando le vostre leggi fisiche. Sono semplicemente leggi che l’Umanità non conosce ancora. E spiegavano che quegli oggetti esistevano in qualche altro luogo e venivano da loro smaterializzati e rimaterializzati durante la seduta. Questa, aggiungevano, è solo grancassa, serve per attirare l’attenzione degli uomini sulle nostre parole, sui contenuti.
    Forse è bene spiegare subito che la loro presenza non è stata un fenomeno estemporaneo, non si è realizzata per pochi intimi tre o quattro volte. Tutt’altro. Essi hanno parlato per ben 37 anni, portando avanti un insegnamento filosofico sapienziale molto articolato e complesso, che per fortuna è ora accessibile a chiunque essendo stato in larga parte pubblicato.
    Per essere corretto ed obiettivo dovrei limitarmi a quanto ho visto negli ultimi anni, essendo io solo un testimone dell’ultima ora, ma mi sembra utile e opportuno inquadrare storicamente gli eventi basandomi su quanto mi hanno detto, in anni di assidua frequentazione, gli amici che prima di me sono stati testimoni diretti.

    Un po' di storia
    Tutto comincia un lontano giorno del 1946, il 28 di maggio. Roberto era un ragazzo di 16 anni e studiava per divenire geometra. Con stupore suo e dei suoi familiari si rese conto di essere un medium. All’inizio le Entità che parlavano attraverso di lui erano dei familiari: il fratello defunto, un parente, un amico di famiglia. Ben presto però si presentarono le Entità-Guida e iniziarono un vero e proprio insegnamento.
    A poco a poco gli incontri, le sedute, acquistarono una modalità standard, come delle vere e proprie lezioni. Quella che descriverò è una seduta tipo, come avveniva negli ultimi anni, quando anch’io ho potuto essere presente. Le date degli incontri venivano stabilite dalle Entità. Di solito ogni quindici giorni, di sabato sera. Nel salotto di Roberto si riunivano una dozzina di amici o poco più, quanti in realtà la stanza ne poteva contenere. Dopo i saluti e i convenevoli venivano abbassate le luci. Roberto, seduto sulla poltrona, si concentrava qualche istante e si assopiva, almeno apparentemente. Dopo qualche minuto cominciava a parlare. Ma la voce non era più propriamente la sua. E anche i pensieri, i concetti non sembravano più i suoi. Erano concetti diversi, più impegnativi, più complessi. Del resto alla fine della seduta, quando si risvegliava, Roberto non aveva ricordo di nulla e per sapere cosa aveva detto doveva ascoltare il nastro registrato. Non è poi che cambiasse voce una sola volta, ma tante volte quante erano le Entità che venivano a parlare. Ciascuna aveva la propria voce e ciascuna aveva, soprattutto, uno stile e delle caratteristiche psicologiche proprie e diverse. Ci furono Entità maschili, la maggioranza, ma anche Entità femminili. E non vennero solo Entità sconosciute, ma anche persone ben note ai presenti: una madre poté parlare con la figlia diciottenne morta per un incidente di motorino, due amici, fratello e sorella, poterono parlare con il loro padre morto qualche anno prima. Si presentò persino uno dei membri del Cerchio che nel frattempo era deceduto.
    In questi casi i presenti vivevano momenti di altissima e gioiosa commozione. Tutte le Entità indistintamente infatti insistevano sul fatto che non si sentivano morte ma più vive che mai e che la morte non è un’esperienza traumatica come si pensa osservandola dall’al di qua. Ci furono anche Voci che si attribuivano un nome importante e famoso: Paracelso, Caravaggio, Leopardi, Enrico Mattei. Di solito però si limitavano a dare un breve saluto e poco più.
    Ci fu invece un gruppo di Voci che divennero il riferimento costante e familiare per i presenti: le Entità Guida del Cerchio. Si trattava di un nucleo di 7/8 Entità che dai primi anni fino alla morte del medium si erano, con chiara evidenza assunte il compito di portare avanti il dialogo e l’insegnamento. Poiché fin dall’inizio fu chiaro che queste Entità intendevano offrire un insegnamento e non solo delle conversazioni occasionali con i presenti. Come fu anche chiaro che quell’insegnamento non era stato pensato solo per i presenti. Questi erano il pretesto per parlare in realtà all’Umanità di oggi e di domani. E lo conferma il fatto che ad un certo punto, verso l’anno 1974, essi stessi suggerirono di pubblicare le comunicazioni. Allora gli amici del gruppo misero in ordine i fogli con le trascrizioni delle sedute e prepararono le bozze, ma la decisione finale su quali argomenti pubblicare fu presa dalle Guide. Loro stessi rividero e modificarono qua e là le bozze. I libri uscirono presso le Edizioni Mediterranee e al posto dell’autore fu usata la dicitura: Cerchio Firenze 77.
    Veniamo allora, finalmente, al contenuto di questi libri, al contenuto del loro insegnamento.

    I contenuti di questo insegnamento.
    Si tratta di un insegnamento etico-filosofico che si è dipanato negli anni in modo coerente, caratterizzandosi come una filosofia globale della Realtà che intende prendere in esame i temi fondamentali del pensiero umano: il rapporto tra l’uomo e Dio, la struttura del Cosmo, la composizione fisico-psichica degli esseri umani, il senso della morte e dell’al di là, una rilettura originale dei concetti di male e di bene, di libertà, di destino. Le Guide ad ogni incontro svolgevano un argomento, ma rispondevano anche alle domande e alle obiezioni dei presenti. A volte, su richiesta, davano anche dei consigli concreti su problemi di salute o di vita, ma ricordando sempre che non erano venuti per favorire qualcuno invece di qualcun altro e che ciascuno dei presenti doveva vivere fino in fondo il proprio destino, cioè le conseguenze positive o negative di quanto aveva fatto nelle vite precedenti. Hanno parlato per 37 anni, dal 1946 al 1984, anno della morte di Roberto. La loro è una visione che vuole fondere insieme le grandi intuizioni della saggezza orientale con la logica e la razionalità del pensiero occidentale.
    Non ogni cosa è nuova e originale. Molte cose fanno già parte del patrimonio dell’umanità e del nucleo essenziale delle grandi Religioni, ma nuovo è il loro argomentare: lucido, chiaro, serenamente laico pur essendo profondamente spiritualista. Se di Religione si vuole parlare la loro è una Religione trasversale che assume il nucleo originario delle grandi Religioni senza però assumerne i contenuti dogmatici e culturali. Questa loro laicità soprattutto ha affascinato molti di noi. Nessuna richiesta di riti o di devozionismo, nessuna pratica spirituale veniva da loro imposta e nemmeno suggerita. Solo l’invito a non accontentarsi delle approssimazioni, ad andare a fondo nelle cose, solo l’invito all’autenticità, alla verità, ad uno sforzo costante per rompere le cristallizzazioni che bloccano l’evoluzione spirituale e psicologica di ciascuno e che interrompono l’unica cosa che ogni essere umano è chiamato a realizzare: la propria continua evoluzione verso una maggiore saggezza, un maggiore equilibrio, una maggiore armonizzazione con il Tutto.
    Il concetto fondamentale infatti è il concetto di evoluzione. C’è un legame evolutivo tra mondo minerale, mondo vegetale e mondo animale. Ma soprattutto c’è evoluzione all’interno del mondo umano. Non si vive una sola vita, ma tante. Esiste cioè la Reincarnazione e proprio reincarnandosi più volte ciascun essere umano è in grado di raggiungere la maturità e la saggezza a cui tutti sono destinati. Essi hanno così ribadito che la morte è un fenomeno solo apparente. Alla morte noi deponiamo semplicemente il "vestito di scena" che ci è servito per recitare una certa parte in quel teatro drammatico e comico che è la vita. Si depone il corpo fisico e dopo un periodo di riposo si riflette lungamente e seriamente sulla vita che si è appena conclusa. Se ne analizzano i comportamenti: debolezze, cattiverie, pigrizie, ma anche slanci coraggiosi e magari eroici. Non è Dio che interviene a premiare o a castigare, è il nostro Spirito che ne può ricavare una sensazione di rimorso, di angoscia o viceversa di serenità. E proprio queste esperienze interiori, vissute insieme da tanti esseri umani, nel linguaggio semplificato delle Religioni sono state codificate e reificate con i nomi di Inferno, Purgatorio e Paradiso. Dopo un periodo di sosta più o meno lungo, a seconda dei problemi individuali, ciascuno si reincarna.
    Naturalmente ciò che si reincarna è il nucleo centrale dell’essere, quella parte di noi che non muore mai e che riceve e trascrive il succo delle esperienze acquisite nelle varie incarnazioni.
    La vita si qualifica pertanto come la preziosa palestra dove costruire a poco a poco la nostra vera maturità di esseri umani adulti e completi. Mediante le reincarnazioni ciascuno di noi vive ed esplora tante diverse personalità in modo da fare tutte le esperienze tipiche e fondamentali della vita umana: povertà. ricchezza, potere, sottomissione, femminilità, mascolinità ecc.
    Naturalmente tutto questo non dura all’infinito. Un giorno, quando il processo di crescita sarà giunto alla sua maturazione, ciascuno di noi potrà finalmente uscire da quella che gli orientali, con felice espressione, chiamano la "ruota delle nascite e delle morti". A quel punto l’evoluzione continua, ma non più sul piano della materia fisica, bensì su altri piani spirituali e l’essere umano si trasformerà in qualcos’altro che, sempre gli orientali, chiamano con nomi affascinanti: l’Illuminato, il Maestro, il Risvegliato, il Budda.
    Come si può immaginare, in 37 anni di insegnamento queste Voci, questi Maestri, come mi sembra giusto chiamarli, non hanno detto solo questo. Essi hanno approfondito i molti aspetti teorici di tipo filosofico e teologico che scaturiscono da questa visione complessiva. Hanno approfondito il concetto di Dio o di Assoluto, come essi preferiscono chiamarlo, hanno discusso e contestato filosoficamente i concetti di creazione e di emanazione affermando che il cosmo non è stato né creato né emanato da Dio, ma che tutto esiste da sempre in Lui. Poiché ovviamente la nostra esperienza ci fornisce invece un’immagine diversa, in cui nulla permane, ma tutto nasce, si consuma e muore, hanno fornito un’interpretazione gnoseologica e metafisica di come è possibile conciliare l’apparente divenire di tutto con l’affermata immobilità dell’essere che è implicita nel concetto di Dio.
    Questa conciliazione filosofica tra il divenire e l’essere costituisce, a mio parere, una delle parti più originali e innovative del loro pensiero e meriterebbe da sola una giusta collocazione all’interno della Storia della Filosofia. Non è questa la sede adatta per esporre le argomentazioni, vaste e complesse, con cui si articola il loro pensiero. Vorrei tuttavia provarmi ad esporre alcuni aspetti di questa visione complessiva che trovo particolarmente affascinanti e carichi di implicazioni per l’umanità di oggi e di ieri. Naturalmente non si tratta di affermazioni tutte dimostrabili a tavolino. Essi non pretendono certo di dimostrare con la ragione l’esistenza di Dio, ma a chi accetta come ragionevole l’ipotesi dell’esistenza di Dio propongono una serie di deduzioni che formano una visione complessiva la quale risulta rigorosamente coerente, lucida e razionale.
    Il mondo quale ci appare non ha carattere oggettivo. Esso è il frutto della percezione ed è quindi creazione dei nostri strumenti percettivi che, essendo analoghi per ogni uomo, ci danno una sensazione di stabilità e di uniformità. Esso in realtà è costituito da ciò che essi chiamano "sostanza divina indifferenziata" la quale, solo per effetto della nostra creazione-percezione, assume un’apparente identità oggettiva. Non esiste quindi contrapposizione reale tra materia e spirito, tutto è in Dio e parte di Dio.
    Quando una creatura muore, in realtà cambia soltanto piano di esistenza. Essa cessa di osservare la realtà con gli strumenti percettivi del corpo fisico e comincia invece ad usare le percezioni di un corpo più sottile, il corpo astrale e poi il corpo mentale. Essa dunque continua ad esistere ma come entità disincarnata. Non avendo il corpo non ha più potere sul piano fisico, ma può osservarne le dinamiche, capire il senso della vita trascorsa sua e degli altri, imparare le lezioni della storia individuale e collettiva. Teoricamente, se il disegno generale lo permette, può usare un medium o un sensitivo per comunicare con i viventi. In questo caso però non si deve credere che esprima una saggezza superiore. Essa non parla affatto a nome di Dio, perché non basta morire per incontrarsi con Dio, essa esprime solo la saggezza a cui è pervenuta con la propria crescita evolutiva. Ci sono dunque entità disincarnate molto evolute che possono esprimere una grande saggezza ed entità che magari sono di bassa o bassissima evoluzione e dicono cose assurde o magari si prendono gioco, anche pesantemente, di chi le ha evocate. E già questa considerazione illumina di una luce ben diversa le tante presunte possessioni o infestazioni diaboliche di cui si parla a vanvera da molti secoli.

    Il significato della vita e il rapporto con Dio
    Come già abbiamo detto la vita non si configura come una prova in cui chi sgarra dalla Legge riceve una condanna eterna, la vita invece è una scuola, una palestra dove a poco a poco, vita dopo vita, l’essere umano si arricchisce e raggiunge livelli di coscienza sempre più ampi.
    Uno degli aspetti più originali e più sconcertanti di questo insegnamento è che quando i livelli di coscienza risultano del tutto identici essi si fondono tra loro e si unificano. Questo significa che noi e gli altri esseri umani non siamo solo occasionali compagni di strada, ma siamo destinati a fonderci fino a diventare una cosa sola. E questa è l’argomentazione che giustifica razionalmente l’evangelico "ama il prossimo tuo come te stesso". Non si tratta di una pia esortazione, fatta propria del resto da tutte le Religioni, ma di una realtà metafisica. La nostra personalità psicologica umana è destinata a scomparire, la nostra saggezza invece andrà a fondersi con la saggezza di tanti altri e insieme costituirà uno stato di coscienza più ampio, più completo che a sua volta confluirà in stati di coscienza sempre più vasti fino a raggiungere lo stato di coscienza chiamato Dio.
    Dio infatti, per questo insegnamento, non è una persona, ma uno stato di coscienza, precisamente lo stato di coscienza che li comprende tutti e che pertanto si configura come Unità nella molteplicità, come Immutabilità nell’apparente divenire, come Eternità nell’apparente nascere e morire di tutto ciò che in lui è contenuto.
    Può sembrare freddo e riduttivo, osservano le Guide, dire che Dio non è una persona la quale amorevolmente ci guarda dall’alto, ma se si riflette attentamente ci si rende conto che è ben più coinvolgente affermare che Egli ci ha in sé, come uno degli stati di coscienza di cui è costituito, che la nostra esistenza come individui separati e distinti vale solo nell’apparenza illusoria creata dai sensi, ma che nella realtà metafisica esiste solo lui e che noi siamo in lui, divisi da lui per una distinzione che è solo virtuale e non reale.
    Sono concetti affascinanti e sconvolgenti. Anche perché applicati alla realtà di tutti i giorni comportano delle conseguenze rivoluzionarie.
    Eccone una: il tempo e lo spazio esistono solo per noi che essendo limitati non possiamo vedere la realtà tutta distesa e presente com’è, ma la vediamo scorrere davanti ai nostri occhi un po' alla volta. Per afferrare questo concetto si pensi ad una persona seduta sulla sponda di un fiume che vede l’acqua passare e trascinare con sé gli oggetti più vari. Si pensi ora che la stessa persona dall’alto di una cima possa vedere con un solo sguardo tutto il fiume dalla sorgente alla foce con tutti gli oggetti contemporaneamente presenti. Questo esempio, limitato come ogni esempio, ci può aiutare a capire in che senso chi è senza limiti, come Dio, vive in uno stato di eterno presente mentre chi ha una percezione limitata, come noi, crea la realtà apparente del tempo e dello spazio.
    I Maestri del Cerchio hanno usato un esempio ancora più significativo per spiegare un altro concetto essenziale. Per spiegare che nulla può realmente divenire, che il divenire è solo apparente hanno usato l’esempio dei fotogrammi. Si tenga presente che, se davvero esistesse il divenire Dio non sarebbe più l’Assoluto perché muterebbe, cambierebbe di stato, avrebbe domani qualcosa in più che non aveva ieri. Bisogna dunque che quanto a noi appare come divenire, come futuro, come probabilità che non è realizzata ma che si realizzerà, esista già. Immaginiamo dicono i Maestri la pellicola di un film. In essa tutto il film esiste già. Quando però il film scorre sullo schermo le persone che lo guardano vedono invece lo svolgersi di una storia, vedono ad esempio il protagonista che è bambino, cresce, si sposa, fa dei figli, muore ecc. Questo è ciò che sembra accadere nell’esperienza umana. Noi vediamo che tutto scorre e diviene, ma in realtà, dicono i Maestri, tutto è presente e il cosmo intero è come una pellicola che noi percorriamo di fotogramma in fotogramma ma che contiene sia l’inizio, sia lo svolgimento, sia la conclusione del cosmo stesso. Il cosmo è come un grande schedario, come un dossier che contiene tutte le schede relative alle civiltà, ai popoli, fino ai minimi particolari della vita dei singoli individui umani e non umani.
    Naturalmente la prima obiezione che chiunque farebbe a questo discorso è quella sulla libertà: esiste allora la libertà umana oppure esiste soltanto un ferreo determinismo?
    La loro risposta è che esiste una libertà per gli esseri umani ma che non è una libertà totale, è solo parziale. Vi è, essi affermano, una storia generale che sostanzialmente è già tutta scritta, esiste cioè il cosiddetto destino e questo spiega perché qualche sensitivo, che abbia genuine facoltà paranormali, riesce in qualche caso a predire avvenimenti futuri. All’interno però di una storia generale che è già predeterminata, perché conseguenza delle cause mosse in vite precedenti, esiste un ampio spazio di libertà per i singoli esseri umani. La libertà per gli esseri umani è garantita dalle varianti. Sono previste infatti delle varianti, cioè delle storie alternative e parallele, tutte le volte che un essere umano si trova di fronte ad una scelta importante e decisiva.
    Ma perché queste varianti non contraddicano l’affermazione che in Dio tutto esiste già presente e dispiegato bisogna concepire queste varianti come realmente esistenti entrambe cioè non solo quella che l’uomo sceglierà, ma anche quella che non viene vissuta. Quindi, per continuare l’esempio della pellicola, tutte le volte che un essere umano si trova di fronte ad una scelta importante e decisiva esistono due spezzoni di pellicola diversi ed egli decide se vivere l’uno oppure l’altro. Può così accadere che la storia generale segua un suo corso e che il singolo invece viva una variante in cui egli sperimenta una storia diversa e magari opposta.
    Ma veniamo ora ad illustrare altre conseguenze significative della loro visione sulla nostra realtà di tutti i giorni.
    Intanto colpisce il fatto che la vita, come loro la descrivono, risulta invece che incomprensibile ed irrazionale, come tutti più o meno siamo tentati di pensare, profondamente giusta e razionale. Viene in mente il noto esempio del tappeto. Se noi guardiamo il rovescio di un tappeto vediamo solo un intrico incomprensibile e sgradevole di fili colorati, ma non appena giriamo il tappeto dal verso giusto tutto acquista senso e nulla più risulta casuale. Questo è un po' quello che ci dicono della nostra vita anche se ben pochi di noi troveranno l’esempio credibile e calzante. Tuttavia è impressionante riflettere come il concetto di Reincarnazione da loro esposto implichi in effetti un grosso contenuto di giustizia. Nel senso intanto che ognuno ha la certezza di arrivare alla meta, nessuno si perde, e questo non per una romantica concezione di Dio, ma per il semplice fatto che Dio non può mancare di una parte, non può rimanere privo di qualcosa che si collocherebbe come esterna ed estranea a lui. Nel senso poi che il percorso reincarnativo per gli esseri umani diventa non tanto una prova, una punizione, una fatica, quanto invece una nascita spirituale con cui, faticosamente ma gloriosamente, il bruco diviene farfalla. Si pensi poi come diventa affascinante, da un punto di vista psicologico, l’idea che ciascuno di noi abbia la possibilità di sperimentare direttamente le più varie situazioni umane per comprenderle dal di dentro vivendole in tutta la loro ricchezza e drammaticità. Si pensi soltanto alla sconvolgente possibilità di vivere alternativamente la mascolinità e la femminilità. Questa sì, e solo questa si rivelerebbe la soluzione radicale dell’evidente sperequazione storica tra potere maschile e femminile. Perché esiste naturalmente una legge detta di causa ed effetto che costituisce una forma di compensazione per cui ad esempio un uomo che si comporta in modo arrogante e persecutorio nei confronti delle donne, se non arriva a correggere da solo il proprio atteggiamento potrebbe ritrovarsi, in una vita seguente, a sperimentare su di sé, come donna, l’effetto devastante di una prevaricazione maschile (e viceversa eventualmente).
    E questa osservazione ci introduce al problema del dolore. Il dolore, dicono questi maestri, è l’ultimo strumento che usa l’evoluzione per farci proseguire nella crescita quando ci rifiutiamo di capire, quando ci cristallizziamo e rifiutiamo di uscire dal nostro narcisismo e dal nostro egoismo. Il dolore ci costringe ad affrontare un problema esistenziale, un aspetto della nostra personalità, che magari per molte vite abbiamo cercato di evitare, di ignorare, spesso barando e manipolando altri esseri umani per riuscire nello scopo. Di per sé è possibile evolvere e maturare anche senza dolore, ma in pratica in tutti noi c’è una tendenza fortissima a cristallizzarci nelle abitudini, a rifiutare il nuovo, l’estraneo, a rifiutare in sostanza di crescere, di diventare realmente adulti.
    Il dolore che ci cade addosso dunque non ci colpisce mai per semplice casualità, la quale semplicemente non esiste e nemmeno perché un altro essere umano arbitrariamente possa scaricare su noi la sua aggressività e modificare così il nostro destino. Al contrario è il destino, il Karma, che si serve eventualmente di un essere umano immaturo o inevoluto per fare arrivare su noi le conseguenze di cause che noi stessi abbiamo mosso in questa vita o in vite precedenti.
    E qui mi si permetta un’osservazione ad uso degli psicologi. In questa visione l’inconscio esiste ed è smisuratamente più vasto di come l’ha concepito Freud perché nascosti in esso vi sono tutti gli eventi della lunga evoluzione dell’essere umano e le mille esperienze fatte in tante vite, prima nel regno minerale, vegetale, animale, poi in quello umano. Si pensi allora quale complessità verrebbe a raggiungere l’analisi psicanalitica di un essere umano i cui problemi non trovano più origine nei primi anni di vita o nel trauma della nascita, ma possono anche radicarsi in traumi antichi di secoli, accaduti in una delle vite precedenti. In questa visione, comunque, tutto ciò che è inconscio è destinato a sparire e a diventare pienamente consapevole. Possiamo dire quindi che si tratta di un’analisi terminabile e non interminabile.
    Anzi, aggiungiamo un ulteriore elemento di grande fascino. Il fatto che la storia del passato non è più qualcosa di estraneo, che studiamo dall’esterno per farci una cultura, ma diventa la nostra storia personale, diventa il nostro passato, diventa carne e sangue di ciascuno di noi. In questa visione gli Egizi, i Sumeri, i Greci, i Romani ci riguardano pienamente perché tutti noi abbiamo certamente vissuto qualche vita in quelle civiltà e forse oggi tante problematiche sociali e individuali si ricollegano ad eventi e circostanze di allora. Tra l’altro questo spiegherebbe le simpatie istintive che molti provano per certi periodi storici o certi luoghi e naturalmente anche le antipatie istintive e viscerali. Se poi accettiamo l’idea espressa con l’immagine dei fotogrammi allora possiamo affermare che tutte queste civiltà del passato non sono scomparse, dato che nulla trascorre o sparisce ma ogni cosa rimane per l’eternità nei fotogrammi che la riguardano e può essere quindi ripercorsa nei minimi particolari. Questo naturalmente vale anche per ogni singola azione individuale, per ogni singolo gesto che risulta fissato per sempre.
    Mi rendo conto che quanto ho detto risulterà per molti assurdo e pazzesco, ma mi auguro che i cenni riassuntivi da me esposti spingano qualcuno a verificare di persona i contenuti di questo insegnamento dipanatosi per ben 37 anni. Per fortuna il pensiero dei Maestri del Cerchio Firenze 77 non è geloso patrimonio di alcuno ed è pienamente disponibile a chiunque voglia conoscerlo poiché è stato pubblicato in una decina di libri che hanno già raggiunto una ragguardevole tiratura in Italia e che saranno presto tradotti in altre lingue. A questi libri rimando per quanto qui è stato troppo sinteticamente esposto o troppo maldestramente riassunto.

    I membri del Cerchio Firenze 77
    Forse è giusto che io parli un momento di coloro che portano avanti, con la loro convinzione e la loro testimonianza, le idee del Cerchio Firenze 77. In realtà il termine ha solo un significato ideale. Sta ad indicare quelli che condividono la visione della Realtà illustrata da queste Entità nel corso degli anni attraverso la medianità di Roberto Setti. Non vi è dunque una struttura organizzata, né tanto meno una istituzione con aderenti, tessere e legali rappresentanti. Nulla di tutto questo. Come più volte ammonirono le Entità, nessuno si attribuisce l’eredità del loro pensiero o l’interpretazione legittima di esso. Chiunque può leggere e farsi le proprie idee in proposito. Va detto comunque che il gruppo di amici che hanno ricevuto queste comunicazioni e gli altri che si uniscono a loro dopo aver letto i libri, costituiscono ormai un numero considerevole di persone sparse in tutta Italia. Nei loro incontri informali essi ci tengono a dire che l’unico scopo delle riunioni è quello di continuare a riflettere e ad approfondire questa visione della Realtà che è talmente vasta e complessa da richiedere riflessioni e approfondimenti anche in relazione alle scoperte e agli stimoli offerti dalla scienza attuale, in particolare dalla nuova Fisica che sembra, singolarmente, avvicinarsi sempre di più ad alcune interpretazioni suggerite dai Maestri.
    Avendoli conosciuti a lungo e frequentandoli posso dire che nulla queste persone hanno in comune con Sette, Massonerie, e nemmeno con gruppi di studio parapsicologici o con gruppi di sperimentazione medianica. Infatti, benché sollecitati, non ritengono utile nemmeno ricercare o sperimentare nuovi possibili medium in quanto ritengono che quanto è avvenuto con Roberto Setti sia stato in qualche modo voluto e provocato dall’altra dimensione e non ottenuto dal basso sfruttando le doti speciali di un medium particolarmente dotato. Convinti di questo preferiscono lasciare all’altra dimensione l’eventuale decisione di riprendere in qualche altro luogo e con qualche altra persona le comunicazioni, ritenendo che sarebbe quasi ridicolo pretendere di indurre dal basso queste stesse comunicazioni.
    In questo mi sembra ci sia una precisa diversità anche con lo spiritismo tradizionale che cercava in qualche modo di lanciare un ponte con l’al di là, selezionando e sperimentando i Medium più adatti e "chiamando" in qualche modo gli "Spiriti" per stabilire con essi una comunicazione.
    E’ bene aggiungere che queste stesse persone, pur essendo pronte a testimoniare con serena obiettività la verità di quanto accaduto nelle sedute medianiche di Roberto Setti e quindi, oltre alle comunicazioni, i vari fenomeni paranormali quali apporti, levitazioni, precognizioni ecc. non intendono minimamente con questo avvallare tutto quanto avviene, o si dice avvenire, nel caotico mondo che viene definito mondo del paranormale o mondo dell’occulto. Si tratta infatti di un insieme confuso di realtà diverse dove per un fenomeno genuino ve ne sono decine che lasciano perplessi quando non francamente sdegnati e irritati. Specialmente allorché interviene il denaro e i fenomeni sono prodotti a pagamento. Su questo Roberto Setti è stato esemplare: pur avendo sacrificato la sua vita e larga parte del suo tempo per dedicarsi a questa vera e propria missione di far da ponte, da microfono, per le voci delle Entità, mai ha accettato che girasse denaro su quanto faceva e su quanto avveniva. Su questa via gli amici che si riconoscono idealmente nel Cerchio Firenze 77 sembrano decisi a proseguire con identica determinazione.
  • Sheenky ffz
    00 31/05/2013 10:54
    TEORIA QUANTISTICA DELLA COSCIENZA

    Articolo di Henry P. Stapp
    Fonte: www.altrogiornale.org/news.php?extend.8591

    La meccanica quantistica è fondamentalmente una teoria della connessione mente-cervello. In questo discorso spiegherò perché le cose stanno così, e in che modo funziona questa connessione. La mia presentazione tratterà, nell’ordine, i seguenti punti:

    1. Materialismo Speranzoso: *

    È l’idea – attualmente sostenuta dalla maggior parte dei neuroscienziati – che l’adesione tenace ai principi della Meccanica Classica porterà, alla fine, alla comprensione della coscienza.

    2. Meccanica Quantistica (MQ) di Copenhagen:

    È la versione originale della MQ. Per essa le esperienze coscienti sono gli elementi base della teoria. Ciò nonostante, non riesce a fornire una comprensione logicamente coerente della realtà.

    3. MQ ortodossa di Von Neumann:

    Si tratta di una riformulazione della MQ di Copenaghen, che traduce la versione originale in una teoria razionalmente coerente della coscienza e della sua connessione al mondo fisicamente descritto.

    4. L ‘effetto Zenone quantistico:

    È una struttura matematica della meccanica quantistica ortodossa che spiega come le intenzioni coscienti influenzino le azioni corporee.

    5. La natura non materiale della Natura:

    Le apparenze ingannano! Il mondo fisicamente descritto non può essere fatto di “roba materiale”.

    6. Effetti retro-causali:

    Esperimenti recenti rivelano – direttamente a livello macroscopico – effetti retro-causali che sono totalmente incompatibili con la meccanica classica materialistica. Ciò mina alla base il Materialismo Speranzoso. Concluderò sostenendo che è importante per noi, come individui e collettivamente, correggere la nozione attualmente diffusa che la scienza dimostri che siamo automi meccanici. Quest’ultima idea si basa sulla meccanica classica, ormai empiricamente invalidata. Il suo successore, la MQ empiricamente valida, ci rappresenta come esseri psico-fisici le cui intenzioni coscienti non sono determinate dagli aspetti fisici della Natura, ma che tuttavia influenzano causalmente il corso degli eventi fisici.



    La domanda che ci si pone immediatamente davanti è questa: “Qual è la connessione tra le nostre esperienze coscienti e il mondo fisicamente descritto?” Le teorie fisiche classiche prevalenti nella scienza durante i secoli XVIII e XIX affermavano che ogni proprietà fisica è pre-determinata soltanto da proprietà fisiche precedenti, senza alcun “input” aggiunto dalla coscienza. Questa affermazione, se fosse vera, implicherebbe che le nostre vite sono senza senso: ridurrebbe ciascuno di noi a un automa meccanico sostanzialmente privo di mente, che non è in grado di influenzare il corso degli eventi fisici futuri – né a proprio beneficio, né a beneficio di chiunque altro.

    Oggi si sa che le teorie fisiche classiche sono fondamentalmente false. Esse sono stati sostituite dalla MQ. In questa nuova teoria, le nostre “libere scelte” coscienti svolgono un ruolo dinamico essenziale nel determinare il futuro. Tali scelte sono dette “libere”, perché non sono vincolate da alcuna altra caratteristica della teoria, statistica o di altro tipo. Gli effetti fisici diretti di queste libere scelte mentali stanno nella loro influenza sul cervello.

    MATERIALISMO SPERANZOSO

    Sir Karl Popper è generalmente considerato uno dei più grandi filosofi della scienza del XX secolo. Egli definiva “Materialismo Speranzoso” la teoria della connessione mente-cervello attualmente sostenuta dalla corrente principale delle neuroscienze. La “speranza” implicita in tale espressione è che l’adesione tenace ai principi della meccanica classica alla fine porterà alla comprensione della coscienza. La sfida scoraggiante per il Materialismo Speranzoso è stata efficacemente descritta dal grande fisico del XIX secolo, John Tyndall: “Siamo in grado di tracciare lo sviluppo di un sistema nervoso e correlarlo ai fenomeni paralleli di sensazione e pensiero. Vediamo con certezza priva di dubbi che essi vanno di pari passo. Ma è come salire nel vuoto nel momento in cui tentiamo di comprendere la connessione tra loro … L’uomo come oggetto è separato da un abisso invalicabile dall’uomo come soggetto. Non esiste nell’intelletto un’energia motrice in grado di trasportarlo da uno all’altro senza fratture logiche.”[1] {The Belfast Address, 1874}

    L’”abisso invalicabile” di Tyndall è stato invece colmato dal grande logico del Novecento, John von Neumann. Ma tale risultato si è basato sulla sostituzione dei principi della fisica classica con quelli della MQ.

    MECCANICA QUANTISTICA DI COPENAGHEN

    Agli inizi del XX secolo, una serie di risultati teorici e sperimentali hanno dimostrato che i principi classici, che funzionano tanto bene per i grandi oggetti astronomici e terrestri, smettono di valere per i componenti atomici di tali oggetti. A questo punto, si è scoperto un nuovo insieme di leggi che valgono a livello atomico. Queste leggi si applicano, in linea di principio, non soltanto ai singoli atomi, ma anche a sistemi costituiti da un numero arbitrariamente grande di atomi. Se però cerchiamo di applicare tali leggi a un sistema composto sia dai costituenti atomici di una persona che osserva, sia da quelli del sistema che essa sta osservando, spesso ci si accorge che ciò che l’osservatore esperimenta è molto diverso da quanto predice la teoria. In virtù delle leggi atomiche, il cervello dell’osservatore evolve in una miscela di molti stati differenti, ognuno dei quali corrisponde ad una percezione diversa; tuttavia, solo una di queste percezioni si verifica in ogni data istanza empirica reale. Di conseguenza la teoria, intesa nell’ordinario modo tradizionale, non riesce ad accordarsi con l’esperienza.

    I fondatori della MQ risolsero questo conflitto tra teoria ed esperienza abbandonando la struttura concettuale che Isaac Newton aveva creato nel XVII secolo. Quel modo “classico” di pensare era stato accettato dagli scienziati, per più di due secoli, come il fondamento appropriato della scienza. Ma esso escludeva, in linea di principio, ogni partecipazione causale delle nostre esperienze coscienti al dispiegarsi del futuro fisicamente descritto.

    La teoria quantistica abolisce tale esclusione. Essa eleva le nostre esperienze coscienti dal ruolo di testimoni passivi a quello di partecipanti attivi nella creazione del nostro futuro fisico comune.

    Per comprendere questo profondo cambiamento nella concezione scientifica di noi esseri umani e della Natura di cui facciamo parte, è utile esaminare come è avvenuta questa revisione radicale. Per far fronte alle sconcertanti scoperte del XX secolo, i padri fondatori della teoria quantistica sottolinearono che la scienza deve essere ancorata a ciò che conosciamo. Ma tutto ciò che sappiamo risiede nelle nostre esperienze. I fondatori perciò abbandonarono l’idea che lo scopo della scienza fosse quello di comprendere la realtà che sta dietro le nostre esperienze. Si concentrarono invece sulla struttura di quelle stesse esperienze. Nelle parole di Niels Bohr: “Nella nostra descrizione della natura, lo scopo non è quello di rivelare la vera essenza dei fenomeni, ma solo di rintracciare il più possibile le relazioni tra i multiformi aspetti della nostra esperienza.” {“La teoria atomica e la descrizione della natura”, p.18}

    La teoria quantistica è stata quindi proposta originariamente non come una teoria della “realtà”, definita in qualche astratto senso classico, ma è stata presentata come uno strumento pratico per fare previsioni circa le esperienze future, sulla base delle informazioni derivate dalle esperienze passate. Le nostre esperienze umane divennero pertanto le realtà di base della teoria. Noi osservatori fummo così concepiti – in conformità con la comprensione intuitiva che abbiamo di noi stessi – come esseri psico-fisici che possono formarsi delle intenzioni valoriali su come agire meglio, e poi agire di conseguenza a tali intenzioni, scelte mentalmente.

    Questo cambiamento è intrinsecamente ragionevole, ma viola una idea centrale della meccanica classica: inserisce di prepotenza nel funzionamento della natura certe scelte umane consapevoli che, nel quadro quantistico, non sono controllate dagli aspetti meccanici della teoria, né da qualsiasi altra cosa la teoria descriva. Queste “libere scelte” vengono introdotte nella teoria (una teoria utile nella pratica) come le scelte dello sperimentatore su quali azioni sperimentali di misura andrà a svolgere. Le libere scelte non vengono incluse al fine di soddisfare le nostre intuizioni su noi stessi. Esse giocano un ruolo tecnico essenziale: ogni scelta individua, in un modo non determinato da nulla nella teoria, una qualche esperienza possibile “discreta” all’interno di un insieme continuo e distribuito di esperienze possibili.

    Qui è necessaria una pausa! Abbiamo compiuto un enorme salto concettuale, da cui derivano conseguenze importanti. Un minimo di riflessione seria è d’obbligo.

    La meccanica classica è nata dalle nostre osservazioni dei grandi corpi celesti e terrestri. In tali casi, la nostra scelta di cosa occuparsi ha poco o nessun effetto sul sistema sotto osservazione. Ma è ragionevole concludere da questi casi che le nostre scelte mentali di studiare una data azione materiale riguardante una persona abbiano poco o nessun effetto sulle nostre azioni materiali? La risposta è chiaramente no! Il fatto che i moti percepiti dei pianeti non dipendano da quale domanda scegliamo di porci su quei movimenti non deve necessariamente trasferirsi alle domande che scegliamo di fare sui movimenti percepiti del nostro corpo. E in MQ l’estrapolazione dall’astronomia alle neuroscienze sbaglia in un modo ben preciso.

    La MQ è tecnicamente molto più adatta di quella classica nel trattare gli effetti causali che la nostra mente indagatrice ha su ciò che sta indagando. Essa spiega la grande differenza tra le nostre percezioni dei pianeti e le nostre percezioni di noi stessi. La forma logica generale della procedura quantistica di misura è la seguente: l’osservatore sceglie, e poi esegue un’azione tale che, se la risposta esperienziale scelta per quell’azione di sondaggio si verifica effettivamente, allora il sistema sotto osservazione acquisisce una proprietà fisica associata. La “natura” risponde alla domanda dell’osservatore facendo sì che l’esperienza scelta si verifichi oppure non si verifichi, secondo una regola statistica quantistica.

    Una caratteristica assolutamente fondamentale di tale processo di misura è che questa proprietà “osservata” è qualcosa di cui il sistema esaminato entra in possesso dopo che il processo è stato completato, ma potrebbe non aver posseduto prima che il processo fosse avviato. Ad esempio, lo stato di un sistema osservato prima dell’osservazione potrebbe essere rappresentato da uno stato fisico diffuso su una grande regione spaziale, mentre dopo la risposta positiva, lo stato potrebbe essere confinato a una regione minuscola. Tale “collasso dello stato quantico” rappresenta una soluzione al problema del dualismo onda-corpuscolo.

    MECCANICA QUANTISTICA ORTODOSSA DI VON NEUMANN

    L’idea di “collasso” risolveva – per decreto ufficiale – il problema del dualismo onda-corpuscolo. Ma sollevava molti altri enigmi. I fondatori li schivarono affermando di aver fornito solo uno strumento pratico che funzionava. Ma l’insigne logico John von Neumann affrontò gli enigmi di petto. L’originale metodo di “Copenaghen” per spiegare il processo di collasso dipendeva da una cosa misteriosa definita “taglio di Heisenberg“. Si supponeva che tutto ciò che giace “al di sotto” di questo taglio dovesse essere descritto nel linguaggio matematico della MQ, mentre tutto ciò che giace “al di sopra” del taglio venisse esposto o nel linguaggio della fisica classica oppure in termini psicologici o mentali. L’idea era che un resoconto pratico deve contenere le nostre intenzioni e libere scelte mentali, e anche – nelle parole di Bohr – le nostre descrizioni “di quello che abbiamo fatto e di ciò che abbiamo imparato”. Queste cose erano illustrate in termini mentali e classici, mentre le loro basi atomiche erano definite in termini di matematica quantistica.

    Il taglio di Heisenberg era “mobile”: la sua collocazione dipendeva da quale uso pratico si doveva fare della teoria. Ma quella “mobilità” significava che lo stesso oggetto fisico poteva essere descritto in due modi logicamente incompatibili – classicamente o quantisticamente – a seconda dell’applicazione pratica. Tale incoerenza potrebbe anche andar bene per una teoria puramente pratica, ma non è accettabile per una teoria che aspira ad essere una rappresentazione della realtà stessa. Una mossa fondamentale fatta da von Neumann fu quella di dimostrare che la seconda delle descrizioni fisiche problematiche presenti nella formulazione di Copenaghen – precisamente la “descrizione classica” – può essere rimossa senza alterare le previsioni della teoria. Le esperienze mentalmente descritte venivano mantenute fisse, mentre il taglio di Heisenberg era spostato in alto, un passo alla volta, fino a che tutti gli oggetti fisicamente descritti venivano a giacere sotto il taglio – e quindi potevano essere rappresentati nel linguaggio matematico della MQ. Le “seconde” descrizioni fisiche in termini di concetti della falsa meccanica classica erano perciò eliminate.

    D’altra parte, gli aspetti mentali dell’osservatore sono preservati durante lo spostamento del taglio, ma alla fine vengono spinti completamente fuori dall’universo fisicamente descritto. Questi aspetti mentali preservati furono chiamati “ego astratti” da von Neumann. Hanno carattere mentale, e sono separati dal mondo fisico. Eppure, ciascuno di tali ego mantiene un legame quantistico dinamico con un cervello fisico associato. Dunque l’”abisso invalicabile” di Tyndall, fra uomo come oggetto e uomo come soggetto, è stato colmato dalla rigorosa matematica quantistica. Von Neumann trasformò quanto era stato originariamente proposto come un semplice “strumento pratico che funziona” in una possibile descrizione razionalmente coerente di una realtà psico-fisica dinamicamente coesa. La formulazione di von Neumann, con l’eliminazione della problematica “descrizione classica”, elimina anche l’idea che la mera “grandezza” possa in qualche modo causare il collasso. Dopo tutto, quanto grande è “grande”? La formulazione di von Neumann lega il collasso non a un concetto nebuloso come “grande”, ma a qualcosa che, secondo la teoria, è separato dal mondo fisico – vale a dire la coscienza! E la sua teoria specifica il luogo in cui la coscienza agisce – precisamente nel cervello dell’osservatore.

    L’EFFETTO DI ZENONE QUANTISTICO

    Ora, potrebbe sembrare che la mera capacità di porre domande e registrare risposte lasci il nostro ego altrettanto inerme e impotente di prima. Ma il processo quantomeccanico del porre domande e ricevere risposte non è simile al processo meccanico classico, in cui l’osservatore è semplicemente un testimone passivo. Nella MQ, la libera scelta dell’osservatore di quale domanda porre svolge un ruolo critico nel determinare quali proprietà si manifesteranno. In MQ, l’osservatore pone alla Natura una domanda del tipo “Sì / No” sullo stato del sistema. Se la risposta della Natura è “Sì”, allora dopo questa risposta il sistema avrà sicuramente la proprietà che l’osservatore aveva liberamente scelto.

    In generale, questa dipendenza delle proprietà del sistema sotto esame dalla scelta della domanda dell’osservatore non dà a quest’ultimo un effettivo controllo del sistema osservato. Questo perché la risposta della Natura potrebbe anche essere “No”. Tuttavia, esiste una situazione importante nella quale, secondo le regole quantistiche, le risposte “No” saranno fortemente soppresse. In tal caso, le libere scelte effettuate dall’osservatore possono esercitare un controllo efficace del sistema misurato – il quale, nella teoria di von Neumann, è il cervello stesso dell’osservatore. È possibile prevedere la soppressione delle risposte “No” se un’iniziale risposta “Sì” è seguita da una sequenza sufficientemente rapida di riproposizioni della stessa domanda. In questo caso l’osservatore acquisisce, mediante le sue proprie libere scelte, il potere di mantenere stabilmente in atto un processo cerebrale selezionato che di norma svanirebbe rapidamente.

    Questo effetto è il celebre “Effetto di Zenone Quantistico”, che venne associato da Sudarshan e Misra al paradosso della freccia in volo formulato dal filosofo greco Zenone di Elea.

    Questo importante cambiamento dinamico nel ruolo di noi osservatori è stato più volte sottolineato da Bohr e dagli altri fondatori della MQ, in affermazioni come questa: “Nel grande dramma dell’esistenza umana siamo sia attori che spettatori.” Si tratta di un’innovazione che rende giustizia all’impegno di William James alla razionalità: “È a mio avviso del tutto inconcepibile che la coscienza non debba avere nulla a che fare con un’attività alla quale partecipa tanto fedelmente.” {Principi di psicologia, volume 1, p.136}.

    LA NATURA NON MATERIALE DELLA NATURA

    Viene da chiedersi perché la maggior parte dei neuroscienziati interessati alla connessione mente‑cervello scelga di ignorare una teoria proposta dalla fisica contemporanea. Un motivo, naturalmente, è il potere dell’inerzia e dell’autorità. Un altro è la matematica non familiare. Ancora più importante è il fatto che i libri di testo di fisica seguano l’approccio pragmatico di Copenaghen, in cui si immagina che il collasso quantico si verifichi nei dispositivi di misurazione esterni, piuttosto che nel cervello. Ma probabilmente l’inibitore più influente di tutti è il fatto che la teoria ortodossa implica che l’apparente validità delle idee classiche a livello delle proprietà visibili è illusoria: secondo la meccanica quantistica ortodossa “le apparenze ingannano!”. E, di fatto, ingannano profondamente!

    Nella teoria ortodossa il mondo fisicamente descritto è considerato completamente quantistico. Ciò significa che, nonostante la sua apparenza classica, il mondo fisico macroscopico è un intreccio di potenzialità che riguardano ciò che apparirà agli osservatori se qualcuno in effetti guarda. Le proprietà percepibili sono definite solo nella misura in cui le percezioni effettive le hanno fissate. L’aspetto “classico”, normalmente osservato, del mondo visibile è creato – secondo la teoria ortodossa – da tutte le osservazioni che sono state effettuate nel corso della storia dell’universo. Tali condizioni sono molto restrittive. Ma esse lasciano ancora un bel po’ di margine all’incertezza quantistica per quanto riguarda gli eventi che, pur essendo di dimensioni percepibili, non vengono effettivamente percepiti.

    Il nostro cervello, per esempio, è un oggetto altamente quanto-meccanico. Grandi dosi di incertezza quantistica sono prodotte dal passaggio di ioni attraverso i canali ionici. I piccoli diametri spaziali di questi canali comportano grandi incertezze nelle velocità degli ioni emessi. Il cervello di una persona vivente è quindi un generatore di enormi quantità di incertezza quantistica. Questa incertezza può filtrare fino al livello macroscopico senza essere percepito, né dalla persona stessa, né da chiunque altro. Il cervello deve perciò essere trattato in maniera quanto-meccanica, permettendo così che il comportamento di una persona possa essere influenzato significativamente dalle libere scelte fatte dalla sua mente cosciente.

    Per quanto strana questa caratteristica possa sembrare a scienziati intrisi di fisica newtoniana, è ad essa che la MQ conduce razionalmente. È totalmente concorde con l’intero campo dell’esperienza umana, inclusa la comprensione di noi stessi, che è basata sull’esperienza; ed è in linea con una certa idea di parsimonia, che non avrebbe permesso alla Natura di gravare se stessa con una consapevolezza cosciente tanto enormemente sviluppata, ma che non fosse in grado di fare alcuna differenza rispetto a ciò che accade nella realtà concreta.

    Il carattere essenzialmente immateriale del mondo della MQ su scala macroscopica è implicito in quella che Einstein definiva “una spettrale azione a distanza”. Questo tratto fondamentale della MQ comporta inevitabilmente il trasferimento di informazioni a velocità maggiori di quella della luce. Einstein credeva che questa caratteristica quantistica fosse, in un certo senso, solo un aspetto del formalismo matematico, e che perciò non potesse essere una proprietà basilare della realtà stessa. Eppure, è stato rigorosamente provato – mediante un ragionamento che non fa in alcun modo riferimento a qualsivoglia proprietà microscopica – che la MQ possiede una proprietà “più-veloce-della-luce” che è puramente macroscopica, ma che è incompatibile con la proprietà “mai-più-veloce-della-luce” implicita nei principi della fisica classica (relativistica). {Stapp; Appendice 1 di “On the Nature of Things: Human Presence in a World of Atoms”}

    EFFETTI RETRO-CAUSALI

    A prescindere dalle dimostrazioni logiche del fallimento del materialismo basato sulla fisica classica, esistono anche fenomeni direttamente osservabili che coinvolgono l’”apparizione” di azioni che procedono all’indietro nel tempo. Il collasso quantico produce un certo tipo di effetto quasi-retro-causale. Non solo il collasso sceglie ciò che effettivamente accade all’interno di un insieme di potenzialità relative a ciò che potrebbe accadere; esso cancella anche la memoria di ogni traccia delle proprietà da cui sono derivate le possibilità successivamente eliminate dalla scelta della natura. Le registrazioni superstiti dei processi fisici che hanno condotto all’evento di collasso mostrano solo quelle parti del passato da cui è conseguito ciò che è accaduto in concreto: il resto scompare senza lasciare traccia. Come Stephen Hawking e Leonard Mlodinow hanno succintamente notato nel loro recente libro “The Grand Design” [pubblicato in Italia col titolo "Il Grande Disegno"]: “Siamo noi a creare la storia mediante le nostre osservazioni, non è la storia che crea noi.” (P.140)

    Un gran numero di esperimenti ha evidenziato l’esistenza di varie retro-azioni direttamente al macro-livello degli effetti di dimensione percepibile. Un esempio è costituito da un cambiamento nelle dimensioni della pupilla di soggetti umani appena prima che scatti un lampo di luce, temporizzato casualmente! Un altro esempio è l’improvviso aumento della conduttanza della pelle prima che uno stimolo visivo scioccante venga mostrato a dei soggetti umani. Questi retro-effetti sono incompatibili con un mondo materiale governato dai principi della fisica classica. I precetti del “Materialismo Speranzoso” sono pertanto – proprio a livello dei fenomeni visibili, e senza riferimento alla teoria dei quanti – inconciliabili con l’evidenza scientifica.

    CONCLUSIONE

    Il fallimento della meccanica classica a livello atomico ha portato alla sua sostituzione con la MQ, ma tale cambiamento implica l’alterazione del comportamento di tutti i sistemi composti da atomi. Ciò include il nostro cervello, che – secondo le leggi atomiche – diventa in generale una miscela di stati corrispondenti alle diverse percezioni. La disparità mente-cervello indusse i padri fondatori della MQ a inglobare nella teoria le nostre esperienze coscienti come variabili indipendenti e non come semplici riaffermazioni o riformulazioni delle proprietà fisiche.

    Il problema centrale nella fisica diventa allora la connessione tra la mente e il cervello.
  • Sheenky ffz
    00 31/05/2013 12:45
    IL TEMPO NON ESISTE: È UN'ILLUSIONE

    Articolo di Adam Frank
    Questo è un estratto dal libro di Adam Frank About Time: Cosmology and Culture at the Twilight of the Big Bang, disponibile in versione cartacea, tratto dal capitolo intitolato “The End of Begininnings and the End of Time”, che tratta delle alternative radicali al Big Bang.
    Fonte: noiegliextraterrestri.blogspot.it/2013/05/il-tempo-non-esiste-e-una-illusione...

    In che modo la percezione che abbiamo dell’Universo e del tempo cosmico influenza la vita di ogni giorno? E se il tempo fosse solo un’illusione?

    I ‘ribelli’ che si oppongono alla teoria del Big Bang hanno come obbiettivo quello di affrontare il concetto di tempo; sono filosofi tanto quanto cosmologi, insoddisfatti dalla teoria del Big Bang, indifferenti alla teoria delle stringhe e non convinti dal multiverso. Julian Barbour, fisico britannico, autore e maggior esponente dell’idea della fisica senza tempo, è uno di questi ribelli – ed è così profondamente convinto della sua ipotesi da aver ripudiato l’intero mondo accademico. La soluzione di Julian Barbour al problema del tempo applicato alla fisica e alla cosmologia è tanto chiaro quanto radicale: afferma, infatti, che il tempo, semplicemente, non esiste.



    ‘Se provate a tenere il tempo in una mano, vi scivolerà sempre tra le dita’, afferma Barbour. ‘Le persone sono convinte che il tempo sia lì, ma non lo si può afferrare e penso che non sia possibile trattenerlo semplicemente perché non c’è’. Barbour parla con un disarmante fascino inglese, rivelando una ferrea risolutezza ed una profonda fiducia nella propria teoria; la sua prospettiva estrema deriva da anni ed anni di studi approfonditi sia nel campo della fisica classica che quantistica.

    Isaac Newton pensava al tempo come ad un fiume che scorre ovunque con la stessa portata; Einstein cambiò questa visione unificando spazio e tempo in un’unica entità in quattro dimensioni, ma anch’egli fallì nel tentativo di contrastare la visione del tempo come unità di misura delle trasformazioni del mondo che ci circonda. Secondo quanto dichiarato da Barbour la questione deve essere affrontata da una prospettiva completamente diversa; è, cioè, necessario pensare che siano i cambiamenti a creare l’illusione dello scorrere del tempo e non viceversa. Rievocando il fantasma di Parmenide, Barbour percepisce ogni singolo attimo nel suo insieme, come entità a se stante, reale e completa. Chiama questi momenti gli ‘Adesso’.

    ‘Mentre viviamo ci muoviamo in una successione di Adesso’, afferma Barbour, e la domanda da porsi è: ‘cosa sono queste entità?’ Secondo lo studioso ogni Adesso è una combinazione di tutti gli elementi dell’Universo. ‘Abbiamo la forte impressione che ogni cosa abbia una posizione definita in relazione con qualcos’altro e il mio scopo è quello di riuscire a prescindere da tutto ciò che non possiamo vedere (direttamente o indirettamente) e accettare semplicemente l’idea che esistano molte situazioni coesistenti nello stesso momento. Ci sono semplicemente gli Adesso, niente di più e niente di meno’.

    Questi Adesso si possono immaginare come pagine di un libro, strappate dalla copertina e gettate alla rinfusa sul pavimento; in questo caso ogni foglio è di fatto un entità a se stante che esiste separatamente dal tempo. Ponendo poi le pagine in un ordine specifico, e osservandole nella loro progressione, si avrà una narrazione lineare; ma non ha importanza quanto accuratamente vengano riordinate, perché ognuna si manterrà comunque completa e indipendente. Come afferma Barbour, ‘Il gatto che salta non è lo stesso gatto che atterra’. La fisica della realtà è, secondo lo scienziato, lo studio di questi Adesso, considerati nel loro insieme. Non esiste un momento passato che scorre verso uno futuro, ma, al contrario, tutte le possibili configurazioni dell’Universo, ogni possibile ubicazione di ogni singolo atomo nell’intero creato, esistono simultaneamente. Gli ‘Adesso’ di Barbour si trovano tutti in un vasto reame platonico assolutamente e completamente privo di tempo.

    ‘Ciò che davvero mi intriga’, dice Barbour, ‘è il fatto che la totalità di tutti gli Adesso possibili possiede una struttura molto particolare. Si può prendere come esempio il paesaggio di uno stato. Ogni punto di questo territorio è un Adesso; io chiamo questa terra Platonia, in quanto è senza tempo ed è stata creata seguendo regole matematiche’. Il problema del ‘prima’ del Big Bang non si pone per Barbour, in quanto la sua cosmologia non ha tempo. Tutto esiste in uno scenario di configurazioni, il paesaggio degli Adesso. ‘Platonia è la reale arena dell’Universo’, dichiara ‘e la sua struttura influenza tutto ciò che è legato alla fisica, classica o quantistica, ed ha un ruolo al suo interno’. Secondo Barbour, il Big Bang non è un’esplosione avvenuta in un passato remoto, ma solamente un posto particolare all’interno di Platonia, il suo territorio occupato da Adesso indipendenti.

    A proposito del tempo: L’illusione del passato emerge perché ogni Adesso in Platonia contiene elementi che appaiono come ‘ricordi’, per esprimersi nel linguaggio di Barbour. ‘L’unica prova che si ha dell’esistenza della scorsa settimana sono i ricordi ad essa legati. Ma la memoria deriva da una struttura stabile di neuroni che agisce nella mente in questo istante. Le uniche prove certe che abbiamo del passato della Terra sono le rocce e i fossili, che però sono strutture solide formate da composizioni di minerali che noi esaminiamo nel presente. Voglio dire che tutto ciò che abbiamo sono questi ricordi e si possono avere solo in questo Adesso’. La teoria di Barbour spiega l’esistenza di queste memorie attraverso relazioni tra gli Adesso all’interno di Platonia; alcune di queste entità sono legate ad altre nel paesaggio anche se non esistono simultaneamente.

    Questi collegamenti danno l’apparenza di ricordi allineati in una sequenza che va dal passato al futuro, ma, nonostante questa apparenza, l’attuale corso del tempo da un Adesso verso un altro non esiste. ‘Pensate ai numeri interi’, spiega, ‘ogni numero intero esiste simultaneamente, ma alcuni sono legati in strutture, come le serie di numeri primi o quelli della serie di Fibonacci’. Il numero 3 non era in passato il numero 5, così come l’Adesso del gatto che salta dal tavolo non appartiene al passato rispetto all’Adesso del gatto che atterra sul pavimento. Passato e futuro, inizio e fine, sono semplicemente scomparsi all’interno della fisica di Barbour e non si facciano errori, in quanto egli sta effettivamente esponendo teorie fisiche. ‘So che l’idea è sconvolgente’, dice, ‘ma possiamo usarla per fare previsioni e descrivere il mondo’. Con il suo collaboratore ha pubblicato una serie di saggi che dimostrano come la relatività e la meccanica quantistica emergono naturalmente dalla fisica di Platonia. La perfetta disposizione senza tempo degli Adesso nello scenario di Platonia è la più radicale delle soluzioni all’enigma del Prima, ma la sua audacia rivela una strada alternativa rispetto a quella seguita dalla storia della scienza. In un’epoca in cui la ricerca della gravità quantistica ha moltiplicato le dimensioni e la scoperta dell’energia oscura ha costretto i cosmologi alle loro lavagne, tutti i fondamentali sembrano a portata di mano.

    Barbour vuole fare un passo indietro e offrire la risposta ‘senza tempo’ ad una domanda basilare: ‘Che cos’è il tempo?’
  • Sheenky ffz
    00 01/06/2013 09:53
    GLI ESPERIMENTI DI SCOLE PROVANO L'ESISTENZA DELL'ALDILA'

    Fonte: www.victorzammit.com/book/italian/cap05italian.html

    Scole è un villaggio della Contea di Norfolk in Inghilterra. Utilizzandolo come base, i medium Robin e Sandra Foy, Alan e Diana Bennett e altri sperimentatori produssero prove lampanti dell'esistenza dell'Aldilà mediante esperimenti condotti in Inghilterra, negli Stati Uniti, in Irlanda e in Spagna. Altri gruppi di tutto il mondo stanno ripetendo i loro risultati che non mancheranno di convincere anche i più ostinati scettici dalla mentalità aperta.



    Come si procedette all'autenticazione dei fenomeni

    Tra gli scienziati e gli investigatori più esperti che presero parte agli esperimenti di Scole non possiamo non ricordare il Prof. David Fontana, il Prof. Arthur Ellison e Montague Keen. Naturalmente, durante quei quattro anni ci furono molti altri che parteciparono agli esperimenti in qualità di esperti o di ospiti: il Dott. Hans Schaer, un avvocato, il Dott. Ernst Senkowski, Piers Eggett, Keith Mcquin Roberts, il Dott. Rupert Sheldrake, il Prof. Ivor Grattan-Guiness - tutti con esperienza scientifica o di altro genere, ma comunque di alto livello - e un gruppo di altri testimoni altamente attendibili, che avevano avuto anni d'esperienza in materia di fenomeni paranormali.

    Il coinvolgimento degli scienziati della NASA

    Negli Stati Uniti, agli esperimenti prese parte anche un gran numero di scienziati. C'erano anche scienziati esperti dell'agenzia spaziale NASA e altri dell'Institute of Noetic Sciences, la cui sede è vicino a San Francisco, come pure rappresentanti della Stanford University. Grant e Jane Solomon riferiscono che circa quindici scienziati del gruppo della NASA successivamente costituirono il loro gruppo di ricerca sul paranormale per comunicare con le entità dell'Aldilà.

    Al lettore chiedo di considerare una cosa di fondamentale importanza: durante gli esperimenti il "gruppo spirituale" che lavorava dall'Aldilà affermò espressamente che erano loro a dar vita ai fenomeni paranormali testimoniati. Tutto ciò allo scopo di escludere dal novero delle possibili spiegazioni degli effetti degli esperimenti di Scole fenomeni di "Percezione Extrasensoriale" e altre congetture teoriche e astratte. Il "gruppo spirituale" si identificò: c'erano John Paxton – uno spirito evoluto; Manu – descritto come una guida spirituale estremamente potente; Patrick McHenna - descritto come "un'anima piacevole" di origine irlandese; Raji – un cordiale personaggio indiano; e la Signora Emily Bradshaw – una "aiutante spirituale gradevole e precisa". Edward Matthews era una "meravigliosa anima sensibile". Gli "scienziati spirituali" si identificarono come William, Albert, Joseph ed Edwin. Saltuariamente erano ospiti osservatori spirituali, come la medium di talento Helen Duncan.

    La Relazione di Scole

    È disponibile una relazione scientifica preparata per la Society for Physical Research (Società per la Ricerca sul Paranormale). Sul suo sito web è possibile trovare una relazione riassuntiva di 300 pagine che convalida i fenomeni. Secondo Montague Keen, che parla per conto di tre investigatori che scrissero la Relazione, "Nessuno dei nostri critici è stato in grado di individuare un solo caso di frode o inganno". (Keen ed Ellison 1999).

    Il gruppo iniziò con due medium che consegnavano messaggi da un gruppo non fisico. Molti di questi messaggi contenevano informazioni personali di cui nessun altro era a conoscenza. Presto i messaggi si presentarono nella forma di voci che chiunque nella stanza poteva ascoltare. Poi fu il momento della effettiva materializzazione di persone e oggetti dal lato non fisico. Molti degli sperimentatori provarono il tocco fisico e si verificò la levitazione di un tavolo.

    Materializzazioni e fotografie di spiriti

    Si materializzarono più di cinquanta oggetti di piccole dimensioni, compresi una collana d'argento, una moneta con l'effige di Churchill, una piccola sfera di cristallo di quarzo rosa, un penny inglese del 1940, una moneta da un franco del 1928, un ciondolo d'argento del "Gream Reaper", una copia originale del Daily Mail del 1° aprile del 1944, una copia originale del Daily Express del 28 maggio 1945, e molti altri.

    Con la fotografia furono condotti interessanti esperimenti. Vennero impresse immagini su rullini sigillati posti in una scatola chiusa a chiave. Queste immagini comprendevano foto reali di persone e luoghi, a volte del passato, e vari versi oscuri e disegni che richiesero sforzo per essere identificati. C'erano anche immagini di altre dimensioni e degli esseri che le abitano. Alla fine, alcune videocamere furono in grado di registrare immagini di disincarnati.

    Luci metafisiche

    Uno dei fenomeni più spettacolari degli esperimenti di Scole furono le luci metafisiche che si materializzarono e volteggiarono nella stanza dando vita a varie coreografie. Occasionalmente, queste luci emettevano raggi e attraversavano oggetti solidi. Quando toccavano le persone, c'era una sensazione percepibile, e quando entravano nel corpo di una persona, si verificava una guarigione. La velocità, le diverse configurazioni e altri fenomeni legati alle luci erano sbalorditivi - a maggior ragione per il fatto che tutti i testimoni affermarono che era impossibile che le luci potessero essere state in alcun modo manipolate fisicamente in maniera fraudolenta. Tutti questi fenomeni furono accompagnati da improvvisi e intensi crolli della temperatura.

    Ecco come Piers Eggett, uno dei testimoni oculari, descrisse le luci:

    "Era una piccola sfera di luce bianca che si muoveva nella stanza in tutte le direzioni, a volte a grande velocità, lasciando una scia, come un fuoco d'artificio, per la persistenza della visione... A volte la luce si librava a mezz'aria, e poi toccava alcuni dei presenti, provocando loro una piccola scossa elettrica".

    Secondo gli altri testimoni oculari, il punto di luce, normalmente singolo:

    • Si lanciava a grande velocità e si esibiva in elaborate piroette ... compresi cerchi perfetti, eseguiti ad alta velocità e con una precisione che pareva incompatibile con la manipolazione fisica.

    • Si posizionava sulle mani tese e saltava da una ad un'altra.

    • Entrava in un cristallo e rimaneva sotto forma di un puntino di luce che si muoveva all'interno del cristallo ...

    • Colpiva la superficie del tavolo con un urto acuto, o colpiva il vetro della cupola o un piatto con un tintinnio appropriato, e lo faceva ripetutamente rimanendo visibile come un puntino di luce ben definito.

    • Rispondeva a richieste, come illuminare e irradiare parti del corpo dei testimoni.

    • Si muoveva al ritmo della musica registrata sul nastro.

    • Produceva "lampi di luce" nell'area di una grande stanza, ad una distanza di 3-3,5 metri dal gruppo che sedeva intorno ad un tavolo (in Spagna).

    • Spesso si lanciava "in picchiata" sulla superficie del tavolo, colpendola in maniera ben visibile e udibile, e dando l'impressione di riemergere da un'area posta immediatamente sotto il tavolo (Los Angeles, Stati Uniti).

    • Cambiava forma, passando da un puntino di luce a una radiazione generalizzata.

    • Si muoveva ad altissima velocità, descrivendo, a tratti, perfette figure geometriche a una distanza di circa mezzo metro dal volto dei visitatori, ma senza emettere alcun suono e senza creare alcun movimento percepibile dell'aria.

    Testimonianza di un mago esperto

    Gli scettici potrebbero sostenere che questi effetti potrebbero essere prodotti da prestigiatori sui palcoscenici utilizzando grossi cavi di fibra di vetro che proiettano luci al laser.

    Questa possibilità, naturalmente, venne presa in considerazione da James Webster, mago professionista e membro di vecchia data del Circolo dei Maghi, il quale ha alle spalle oltre cinquant'anni di indagini sul paranormale. In tre occasioni assistette agli esperimenti del gruppo di Scole e pubblicò le sue relazioni. La sua conclusione è stata recentemente pubblicata sulla rivista inglese Psychic World (giugno 2001):

    Non ho scoperto nessun segno di frode e, a mio parere, tali frodi non sarebbero state possibili, sia per il tipo di fenomeni osservati, sia per le condizioni in cui si sono prodotti ...

    Kingsley Fairbridge

    Ci furono parecchie rivelazioni sorprendenti durante gli anni degli esperimenti di Scole - ma una che ho trovato particolarmente interessante riguardava un componente del gruppo spirituale, il cui nome sulla Terra era Kingsley Fairbridge

    Le informazioni del gruppo spirituale attestavano che Kingsley Fairbridge era nato in Sud Africa, aveva frequentato le scuole ad Oxford e si era trasferito in Australia. Là Kingsley aveva fondato le Fairbridge Farm Schools, per insegnare un mestiere ai bambini svantaggiati. Purtroppo Kingsley non godeva di buona salute e morì piuttosto giovane. Nessuno sembrava sapere nulla di lui, ma il gruppo di Scole si sforzò di indagare in dettaglio. Sul nuovo Bollettino di Scole venne pubblicato un avviso con una richiesta d'aiuto.

    Uno degli abbonati al Bollettino, un pilota della California, riferì le informazioni a dei conoscenti in Australia. E, sorpresa, un amico del pilota conosceva la figlia di Kingsley Fairbridge che viveva ancora in Australia! La figlia contattò il gruppo di Scole che le inviò una copia della fotografia materializzatasi dall'Aldilà. La figlia di Kingsley Fairbridge confermò l'accuratezza delle informazioni, tutti i dettagli che le furono comunicati e anche la foto di suo padre che le venne inviata

    Molto di quello che si verificò durante gli esperimenti di Scole non è nuovo alla ricerca sul paranormale. Nel passato, i sensitivi riferivano di luci danzanti, di materializzazioni, di contatti verbali con le entità dell'Aldilà. Per ulteriori informazioni si consiglia di fare riferimento all'Enciclopedia delle Scienze Metafisiche di Fodor del 1934, alla voce ANDREWS, Mrs. MARY, di Moravia, presso Auburn negli U.S.A., una delle primissime medium esperte nella materializzazione.
  • Miro.72
    00 01/06/2013 10:19
    Qui trovate alcune immagini ottenute a Scole,dettagli degli esperimenti e molto altro. [SM=g8320]
    www.thescoleexperiment.com/s_files_01.htm
    [Modificato da Miro.72 01/06/2013 10:33]
  • Sheenky ffz
    00 01/06/2013 10:25
    Grazie Miro!
    [SM=g8320]
  • Sheenky ffz
    00 02/06/2013 11:34
    GLI APPORTI: TESTIMONI DEL CERCHIO FIRENZE 77

    Fonte: www.cerchiofirenze77.org/Articoli/05%20Enrico%20Gli%20app...

    Il fenomeno per eccellenza e stato l'apporto, ovvero la materializzazione tra le mani del medium o nel luogo dove avviene la seduta, di un qualcosa, generalmente un oggetto, che non era presente prima nella stanza e che può essere "prelevato"mediante una smaterializzazione in uno spazio-tempo diverso da quello della seduta e quindi rimaterializzato all'interno della cerchia, o può essere invece costruito appositamente per l'occasione.
    Nel caso di Roberto Setti, a presiedere ai vari fenomeni era generalmente la Guida fisica del Cerchio, ovvero Michel, il quale accompagnava le varie materializzazioni con pochi cenni esplicativi, talvolta semplicemente chiamando a se colui al quale era destinato in dono l'apporto, altre volte rivelando succintamente le meccaniche del fenomeno e introducendo elementi di chiarezza sulla formazione atomica e subatomica della materia, con questo anticipando di molti anni le successive scoperte della moderna fisica di quark, particelle, corpuscoli, quanti, etc..







    Michel spiega cosi come la materia condotta allo stato di energia possa essere ricombinata quale era utiiizzando una sorta di intelaiatura astrale che ogni oggetto possiede e che permane anche dopo la sua smaterializzazione, sulla quale intelaiatura vanno poi riamalgamate le particelle atomiche e subatomiche, fino a modellarle di nuovo nella forma che l'oggetto aveva; oppure in quella forma che si desidera ottenere e per la quale va predisposta una apposita intelaiatura.
    Da una relazione del fisico dott. Alfredo Ferraro, più volte intervenuto alle sedute del Cerchio Firenze 77:

    "...rivolsi la seguente domanda mentale alla Guida fisica: "Ammesso che nelle manifestozioni implicanti smaterializzazione e rimaterializzazione, la materia divenga energia, dove viene immagazzinata l'informazione della forma.?... Se si fonde una moneta, essa non si puo piu riottenere se non se ne e conservato lo stampo. E mai possibile che la materia divenga energia e poi ancora materia, senza un "quid" che la riconformi quale era...." Ecco il riscontro della Guida fisica alla mia domanda solo pensata: "... possiamo dire a livello atomico, un... come chiamarlo... un'armatura... una intessitura... ecco, quando noi apportiamo un oggetto, dobbiamo su questa intessitura riportare la materia che prima abbiamo smaterializzato. Adesso questo oggetto ha la sua armatura... ".

    La produzione di apporti durante le sedute del Cerchio fiorentino e stata per molti anni a dir poco frequente nella cadenza degli incontri, ma negli ultimi dieci anni di vita di Roberto Setti era diventata addirittura una consuetudine che scandiva con regolarità lo svolgersi delle riunioni; ed anzi, con la vorticosa accelerazione dell'Insegnamento negli ultimi anni, parve accrescersi anche l'importanza delle materializzazioni; ad esempio, se nei primi anni, pure occasionalmente in presenza di apporti di un certo rilievo e valore, gli oggetti materializzati erano perlopiù significativi affettivamente per colui al quale erano destinati (e si poteva trattare di un vecchio orologio regalato al figlio prima che questi partisse per la guerra del '15-'18 e smarrito nella zona di Caporetto 50 anni prima; oppure del bottone di un'alta uniforme militare del padre trapassato, gia ufficiale dei Carabinieri; o ancora di una medaglietta commemorativa acquistata anni prima in una occasione particolare insieme alla fidanzata, poi prematuramente scomparsa, e cosi via...), in quell'ultimo lungo periodo gli apporti avevano, oltre che la consueta significanza affettiva, anche per un intrinseco valore non solo per i materiali di cui erano composti, ma soprattutto per la rarità dell'oggetto, o per la sua antichità, o per la sua raffinata lavorazione.





    Si poteva trattare di un frammento di codice miniato, di una coppetta cinese in porcellana della dinastia Tang, di un ex-voto d'argento bulinato, di una spilla in oro o in madreperla, di una reliquia in filigrana e pietre, di un raffinato cammeo, di una miniatura incorniciata in filigrana d'argento, di un pendaglio in oro e pietre, di un cucchiaino d'argento con rose a sbalzo sul manico, in preziosi delle piu varie forme e grandezze, spesso realizzati in epoche storiche e aree geografiche lontane.
    Queste materializzazioni potevano avvenire tramite un processo lento di manipolazione di una sostanza luminescente, tale da poter essere largamente constatato dai presenti, tra i quali vi era spesso un osservatore studioso di fenomeni parapsicologici, o un fisico, o un ricercatore scientifico; in alcuni casi l'oggetto veniva consegnato non del tutto formato all'interessato, il quale ne sentiva completare la formazione tra le proprie mani; in altri casi l'oggetto poteva completarsi nei giorni successivi con l'aggiunta di intere parti.
    Dalla relazione di una seduta redatta dall'ing. Silvio Viezzoli: "... pur essendo la stanza al buio, le mani del medium emanavano la luce necessaria per vedere materializzarsi l'oggetto a poco a poco... una materia fluida gli si dipanava tra le dita, fuoriuscendo in lingue luminescenti ed emananti odore di ozono... Ia sostanza fluida si faceva sempre piu consistente, mentre la Guida spiegava:

    "Sto rivestendo di materia l'intelaiatura fissa astrale che ogni oggetto possiede: adesso e trasparente, vedete?".

    Infatti l'oggetto, simile a un piccolo sasso, appariva come di onice luminescente, di colore tra il verde e l’azzurro pallido…l’apporto prendeva corpo e si delineava, delimitato da una linea nera tra la massa luminescente che componeva l’oggetto e le luminosità emananti dalle mani del medium. Le fasi della materializzazione sono durate più di dieci minuti. Quando l'apporto e stato consegnato era ancora luminoso e la persona che l'ha ricevuto tra le mani ne ha percepito il "pulsare". E' una graziosa scatola rotondeggiante a forma d conchiglia, in porcellana bianca con trasparenze azzurrine. Porta la data 1785 e la scritta "Vive le Roi"; vi è disegnato il giglio di Francia, una corona gentilizia ed alcune volute di ornamento. E’ chiusa con una delicata cerniera metallica un po'annerita...".

    Gli oggetti pervenuti con questo tipo di materializzazione, mantenevano sempre per circa mezz'ora un nucleo luminoso nel centro. Un'altra modalità con la quale potevano avvenire gli apporti era l'improvvisa materializzazione dell’oggetto in un punto qualsiasi della stanza o con la sua caduta dall'alto.





    In questo caso avveniva talvolta che, cadendo nel buio, l'oggetto trascinasse una scia luminosa nell'aria visibile ai presenti; inoltre, nell'urto sul pavimento, di cui tutti avvertivano il rumore, gli oggetti, per pesanti o delicati che fossero, non riportavano alcun danno; sempre con caduta dell'oggetto, materializzato nella parte alta della stanza, vi sono stati apporti realizzati a luce accesa come nel caso descritto dall'ing. Viezzoli: 

    Mentre sulle mani del medium sono ben visibili le luminescenze, per ordine della Guida fisica, viene accesa la luce al centro della stanza: il medium è seduto sulla poltrona, il busto piegato in avanti, ginocchia e piedi uniti, i gomiti appoggiati alle ginocchia e le mani, protese in avanti, ci vengono mostrate aperte con le dita leggermente divaricate. Dove un attimo prima, col buio, era visibile la luminescenza, ora, alla luce, non riesco a scorgere niente. Poi le mani, senza serrarsi, lasciano trasparire uno stato di tensione, come se stessero per afferrare saldamente qualcosa... 
    Il fatto di essere seduto lontano dal medium, mi consente di avere un'ampia visuale, così da abbracciare quasi per intero il gruppo dei partecipanti e l'ambiente. Improvvisamente odo un leggero sfrigolio in alto: subito sotto la calotta di vetro del lampadario scorgo una breve scia verticale della lunghezza di circa dieci centimetri: potrebbe essere polvere di alluminio se la sua caduta non fosse così rapida: un attimo dopo il silenzio è rotto dal suono metallico come di una monetina che cade a terra {altri partecipanti hanno addirittura osservato l'oggetto in formazione al di sopra del lampadario). Più tardi vedrò che l'apporto è costituito da una barretta piegata a forma di cuore di metallo bianco con una sottile striscia di smalto verde; nel punto più largo misura circa due centimetri e mezzo...".

    Nell'identico modo fu prodotto l'apporto di una moneta della dinastia provenzale dei conti Thibault, della contea di Provins, coniata intorno al 1100. La moneta, detta "denaro", e nella lega conosciuta in Francia come "lega Billon". Altro apporto a luce accesa con tutti i componenti del cerchio seduti intorno al medium e tutti con le mani in catena, fu un dono per i presenti: si trattava di un lavoro a sbalzo del 1600, costituito di una placca di bronzo dorato, di forma ovale, della dimensione di ben diciassette centimetri per tredici: la lavorazione in rilievo raffigura dei corpi umani in mezzo alle fiamme che si protendono a ricevere l'acqua versata da un calice sorretto da un angelo che si libra sopra di loro.
    In più occasioni, per dare prova della formazione dell’oggetto in un punto della stanza, veniva fatta accendere a più riprese la luce e gli astanti potevano verificare le varie fasi di formazione dell'oggetto, prima mancante di qualche sua parte e poi via via sempre più completo. Quindi, più e più modalità per il medesimo fenomeno adattandosi alle esigenze del caso o dei presenti, così che sempre gli apporti fossero significativi per chi li riceveva in dono e al contempo, in presenza di veri ricercatori scevri da pregiudizi e disposti con animo franco all'osservazione del fenomeno, risultassero ampiamente soddisfacenti e totalmente credibili e convincenti.
    Testimoniare qui tutti gli apporti avvenuti per il tramite di Roberto Setti occuperebbe pagine intere, se si considera la quasi regolarità dell'apporto per ogni seduta e la quantità delle sedute, anche volendo prendere in considerazione solo quelle avvenute nel corso degli ultimi dieci anni, dal '73 ai primi dell'84; ma ci preme ricordare che per tanti doni e tanta meraviglia, di gran lunga enormemente superiore al già cospicuo valore materiale delle decine e decine di apporti regalati a tanti amici (come pure a molti sconosciuti, magari intervenuti per un'unica volta alle sedute del Cerchio Firenze 77) mai e stato chiesto denaro! Mai sono circolati soldi ed anzi sono state decisamente respinte tutte le offerte pervenute, talora molto generose, e scaturite sempre da un moto di amore e di gratitudine per i doni e per le emozioni vissute; mai sono state fatte richieste di alcun genere a chi interveniva o poste condizioni se non quell'unica di predisporsi con animo sereno e intenti limpidi alla straordinaria esperienza che gli veniva offerta.
  • Sheenky ffz
    00 03/06/2013 12:19
    LA FORMULA DI EINSTEIN E LA MATERIALIZZAZIONE

    Fonte: www.victorzammit.com/book/italian/cap06italian.html

    Nel corso della storia umana ci sono stati migliaia di casi, molti menzionati nella Bibbia e anche anteriormente ad essa, in cui una persona, come Gesù, è apparsa e scomparsa di fronte ad una moltitudine di gente.

    Gli investigatori chiamano l'apparizione e la sparizione di persone e cose "materializzazione" e "smaterializzazione".

    Esistono prove sostanziali della materializzazione non solo in Inghilterra e negli Stati Uniti, ma anche in altri Paesi, come il Brasile, in cui si sono verificate materializzazioni in pieno giorno e in presenza di centinaia di scettici irriducibili (vedi Capitolo 10).

    Il libro di David Ash e Peter Hewitt, The Vortex (Il Vortice,1994), fornisce, tra l'altro, una spiegazione scientifica della materializzazione. Gli autori sostengono che la formula di Einstein E=mc2 - l'energia è uguale alla massa per la velocità della luce al quadrato - dimostra che la massa "m" è equivalente all'energia "E".

    Questo spiega come avvengono la materializzazione e la smaterializzazione, con la materia che viene trasformata in energia. Quando si cerca di argomentare che questa equazione è puramente teorica e che non può essere dimostrata, si dovrebbe ricordare che bastarono meno di 30 grammi di materia per produrre l'energia che distrusse Hiroshima.

    Il vortice è l'effettivo ruotare di atomi e molecole. Ash e Hewitt sostengono, sulla base dell'equazione di Einstein, che, dal momento che la materia e la luce condividono un movimento comune, l'effettiva velocità di rotazione del vortice deve essere la velocità della luce. Essi affermano che questo è l'unico significato che si può attribuire all'equazione di Einstein, in quanto, è grazie al fatto che il vortice ruota alla velocità della luce che è possibile leggere questa pagina o vedere con occhi fisici una persona, gli alberi, il cielo e qualsiasi altra cosa.

    Solido come me e te

    Ash e Hewitt si domandano: per quale ragione la velocità di rotazione del vortice dovrebbe essere limitata alla velocità della luce? Essi sostengono che, ogni qual volta il movimento del vortice eccede la velocità della luce, una persona entra in una nuova dimensione, in un nuovo mondo, quello della superenergia. Ma in quella nuova dimensione, la persona e la cosa sono solide come noi lo siamo in questa dimensione. L'unica cosa è che i vortici ruotano ad una velocità più elevata rispetto a quella della dimensione terrena.

    Nella dimensione terrena, l'occhio umano (a meno che non sia quello di un chiaroveggente realmente dotato) non è in grado di vedere nulla della nuova dimensione, perché i nostri occhi sono in grado di distinguere una persona o una cosa solo quando il vortice di quella persona o di quella cosa ruota, in questa dimensione, alla velocità della luce. Ne consegue che la persona o la cosa che, in questa dimensione, si trova in uno stato di superenergia, è in grado di penetrare un solido muro di mattoni. Ciò è possibile in quanto gli atomi e le molecole del muro di mattoni ruotano più lentamente, alla velocità della luce.

    Aumentando e diminuendo le vibrazioni

    Una possibile spiegazione scientifica della materializzazione è che i vortici degli atomi dello spirito ruotano ad una velocità superiore a quella della luce e non possono essere visti dai nostri occhi fisici. Ma certe energie fanno in modo che i vortici degli atomi del corpo spirituale ruotino ad una velocità inferiore, quella della luce. Quando ciò si verifica, lo spirito diventa visibile ai nostri occhi fisici. Per converso, ogni qual volta lo spirito intende smaterializzarsi, i vortici degli atomi spirituali aumentano la loro velocità di rotazione, ed esso non è più visibile con i nostri occhi fisici: sparisce in una dimensione diversa. Ash e Hewitt chiamano questa materializzazione "transustanziazione" per riflettere il cambiamento nella sostanza ma non nella forma del vortice. La transustanziazione non muterebbe la struttura atomica o molecolare di un corpo.

    Per mezzo della transustanziazione un'intelligenza, un essere eterico, uno spirito dell'Aldilà o un oggetto possono materializzarsi o smaterializzarsi. Ma, come giustamente sottolineano Ash e Hewitt, quella smaterializzazione non è una dissoluzione. Sono l'accelerazione e la decelerazione della velocità dei vortici degli atomi che spiegano le storiche apparizioni dal nulla e le sparizioni di persone che si verificano sotto ai nostri occhi.

    Ash e Hewitt forniscono diversi esempi di materializzazioni e smaterializzazioni ben documentate. La materializzazione è coerente con la tesi secondo la quale la vita continua dopo la morte fisica. Vedi la fenomenologia del medium Mirabelli, la cui materializzazione si verificò in Brasile in pieno giorno e in presenza di scienziati e di centinaia di altre persone.
  • Sheenky ffz
    00 03/06/2013 12:43
    DISPERSO IN UNA REALTÀ ALTERNATIVA?

    Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/disperso-in-una-realta-alte...

    Tre ragazzi, all’epoca dell’episodio diciottenni, di nome Mikhail Babkin, Nikolay Leontyev e Vitaliy Kravchenko, si trovavano in una stanza di una struttura sportiva locale chiamata “Oktyabryonok“. Stavano festeggiano il passaggio dal vecchio anno a quello nuovo con bicchieri di champagne e godersi bagni di vapore in sauna e nuotate in piscina, mangiando e mescolando il tutto, anche, con un pò di vodka. Alle ore 6 del mattino (ora locale), il guardiano del posto consigliò ai giovani di recarsi a casa, accompagnandoli verso l’uscita posteriore del palazzo, attraverso un lungo corridoio con pareti di cemento senza finestre. Il corridoio era situato nel seminterrato vicino alle pareti della piscina. Stavano camminando lungo il corridoio nel seguente ordine, il guardiano che camminava davanti, seguito da Leontyev, poi Babkin seguito da Kravchenko. Il corridoio era molto stretto.

    Improvvisamente Babkin sembrò inciampare, nonostante il corridoio stretto e senza alcun motivo evidente. Il pavimento di cemento liscio non aveva buche. La gamba sinistra di Babkin inciampò…in una sorta di “buco“. Urlò e Leontyev si voltò stupito.

    Non riusciva a credere ai suoi occhi quando vide la spalla di Babkin penetrare il muro di cemento e in un attimo tutto il corpo di Babkin svanì nel muro. Scomparve, a quanto pare, dissolvendosi nel muro (!). Gli attoniti testimoni cominciarono ad esaminare il muro con le mani alla ricerca di eventuali porte o crepacci, ma le loro mani toccarono solo cemento. Babkin disse poi ai suoi amici che lui era improvvisamente entrato in una piccola e buia stanza. Alla sua sinistra vide un oggetto, che somigliava a una sedia da visita medica. Di fronte a lui vide una porta leggermente aperta. C’era una stretta finestra sulla parete destra della stanza. Poteva vedere cime degli alberi completamente coperti, in modo folto, di foglie verdi, che si muovevano in un forte vento. Babkin era stupito, si trovava in pieno inverno, ma fuori da questa “finestra” sembrava essere estate e con ampia luce solare. Fino a pochi secondi prima stava camminando in un corridoio sotterraneo e qui guardava un fiabesco ambiente. Babkin si mosse come se fosse in uno stato di trance, verso una porta leggermente aperta e la aprì. Poi entrò in un’altra stanza, anch’essa avvolta nel buio. C’era una piattaforma rotonda che emanava una debole luce e non c’erano finestre nella stanza.

    Un qualcosa simile ad “una sedia medica” si trovava vicino al muro. Si sentiva molto stordito e si muoveva come un robot, camminò avanti e aprì un’altra porta entrando in una stanza ancora più strana. Era completamente buia, con alcune zone luminose visibili nel buio come inchiostro. Le luci sembravano influenzare ipnoticamente Babkin. Divenne insensibile e incapace di distogliere lo sguardo dalle luci.

    Improvvisamente notò alcune figure umanoidi, di colore nero, che apparivano di fronte a lui, debolmente illuminate da macchie di luce pulsante. Le loro teste apparivano di forma rettangolare. Cinque di esse si fermarono immobili di fronte a lui. Uno degli umanoidi, in piedi nella parte anteriore, era leggermente chinato e sembrava essere al lavoro in una sorta di dispositivo che emanava luce. Il dispositivo non era grande, simile ad una “pannocchia“, con una estremità a punta, che era puntato direttamente verso Babkin. L’oggetto emanava una luce molto brillante, ma stranamente non illuminava la zona circostante. Poi Babkin udì una voce maschile dentro la sua testa, che diceva: “Questo?” Un’altra voce, sempre nella testa di Babkin, rispose, “No, non lui“. Poi la prima voce disse subito, “è necessaria la cancellazione della memoria“.

    Questa frase spaventò Babkin terribilmente. Si rese conto con fragorosa chiarezza che la memoria da cancellare era la sua. Babkin, inorridito, sembrò uscire di scatto da quello stato di confusione, corse fuori dalla porta e, improvvisamente, saltò di nuovo nel corridoio del complesso sportivo, urlando commenti balbettando. Sentì una porta chiudersi, con un forte sbattere, dietro di lui. Quando si voltò, la porta non c’era più. I suoi amici lo avevano cercato per circa un’ora, attraversando la struttura in completa disperazione. Ma secondo Babkin aveva trascorso solo cinque minuti in quest’altro strano mondo parallelo.

    Lo strano episodio sarebbe accaduto il 14 gennaio 1978, a Rostov-on-Don (Russia), alle ore 06:00 a.m. (ora locale)



    Nota a margine di Antonio De Comite: leggendo questa storia si potrebbe pensare ad uno scherzo, ad una esternazione “inquinata” da litri di vodka, ad un racconto di fantascienza. Può essere per davvero che non ci sia nulla di concreto, ma non ci scordiamo che il concetto di realtà è dibattito di accesa discussione nell’ambito della complessa fisica quantistica, e non solo tra i filosofi. Esistono “realtà altre“? Se la storia di sopra fosse reale, chi erano quegli strani esseri, dalle caratteristiche che oggi – molti ufologi – definirebbero “extraterrestri” e con lo stesso “modus operandi” dei presunti alieni “colpevoli” di supposti rapimenti e fenomeni di “missing times“? Qui siamo nella “fiera dell’assurdo” tanto cara a Jacques Vallée o John Keel. E non solo a loro…

  • Sheenky ffz
    00 04/06/2013 10:14
    CERCHIO FIRENZE 77: LE LUMINESCENZE

    Fonte: www.cerchiofirenze77.org/Articoli/06%20Enrico%20Luminesce...

    "Le mani di Roberto erano avvolte da una sorta di fluido luminescente, leggermente azzurro; non un alone immobile, ma qualcosa di guizzante e mutevole, imprevedibilmente e continuamente variabile, come fiamme su un ceppo ardente. Questa luce aveva una strana corposità e densità e seguiva le mani che si muovevano continuamente e lentamente, morbidamente come se fossero state immerse nell'acqua; si aveva la sensazione che per esse la gravità non esistesse. Durante questi movimenti, l'alone luminescente, o meglio il fluido luminoso, seguiva il movimento delle dita, di ciascun dito, ora componendosi in un’unica massa dai bordi fluttuanti, ora scomponendosi in singole parti, quasi prolungamento delle dita stesse, quando più intenso e più densamente colorato, quando più evanescente e labile. Da esso salivano spirali opache che si allargavano verso l'alto, così come fossero sbuffi di fumo, ma di una densità rarefatta, come stracci di veli grigi sospinti in alto da una qualche corrente, che scomparivano poco al di sopra delle nostre teste... Durante la manifestazione ha chiesto che fosse, per un momento, accesa la luce, ed ha mostrato le sue mani vuote facendo vedere dorsi e palme...".

    Con queste parole, tratte dalla sua testimonianza, Giorgio Agostini ci introduce al fenomeno delle luminescenze che è forse il più frequente negli ultimi quindici anni della medianità di Roberto Setti e, per taluni, anche il più affascinante tra i vari fenomeni. Le luminescenze accompagnavano quasi regolarmente la formazione di un apporto, ma potevano verificarsi a prescindere da questo, e talvolta prendevano il poco rassicurante aspetto di un falò attorno a uno dei partecipanti, ma senza mai produrre danno alcuno, in quanto non sviluppavano calore né altre alterazioni termiche, come testimonia la dott.ssa Carmen Bogliolo Zammarano:

    "... luce che dalle mani offerte del medium prende vita e sale in spirali sempre più alte, azzurrine. La Voce mi chiama,mi avvicino. Le mani di luce mi toccano, ma non sento il tatto. La fiamma che non brucia, ma ama, esce ora anche dai miei vestiti: vedo tutta la stanza illuminata, i volti dei presenti, sembro avvolta da fiamme azzurre. Un amico mi racconta, dopo, di avere avuto quasi paura per me. Io vivo uno dei momenti più belli di tutta la mia vita...".

    In rari casi, queste luci, avevano la capacità di permettere la visione in trasparenza del corpo, così che in una occasione, agli attoniti presenti, fu mostrata la struttura ossea della scatola toracica del medium. Il contatto con le luminescenze non lasciava, a seduta terminata, alcuna traccia sull'epidermide sia di Roberto Setti che di chiunque le avesse toccate, se si escludono delle minuscole stelline di luce intermittente che perduravano, anche a luce accesa, alcuni minuti. Queste luminescenze parevano sprigionarsi da una sostanza che sembrava affiorare dalle dita di Roberto Setti, mentre era in stato di profonda trance e attraverso di lui parlava Michel, la Guida fisica della cerchia, come racconta Loretana Angelucci:

    "... mi alzo e, guidata dalla luminosità delle mani del medium, mi avvicino a lui e mi piego sulle gambe, così da essergli non solo vicina, ma in modo da trovarmi alla sua stessa altezza. Le mani di Roberto offrono uno spettacolo affascinante:

    resto a guardarle incantata... Dalle dita di Roberto si staccano tante luci a forma quasi di gocce, tutte uguali, che palpitano continuamente e si muovono come immerse in un campo magnetico che si estende fino a due centimetri di distanza dalle dita del medium... mi chiede di porgergli le mie mani, io obbedisco e le sue dita scorrono dolcemente sulle mie. Il fenomeno luminoso e la sensazione tattile mi permettono di dichiarare che non avverto la presenza di nessun oggetto...".

    In più occasioni, a scopo dimostrativo, Michel, durante il fenomeno delle luminescenze, invitava gli astanti ad accendere la luce, e regolarmente tutti potevano constatare che sulle mani di Roberto, dalle quali l'istante prima si sprigionavano spirali di fumi biancastri e luci verdi, e sulla cui epidermide pareva muoversi una sostanza luminosa e viva, non vi era la pur minima traccia di alcunché.

    Cercando la frode... senza trovarla

    Il fascino che questo fenomeno suscitava, e l'emozione che provocava, ha mosso in molti la curiosità per un avvenimento inspiegabile dalla odierna scienza, e ha spinto taluni a compiere addirittura indagini di laboratorio. Riportiamo qui di seguito la sintesi di una conferenza del dott. Ferraro:

    "... Un fenomeno concomitante con l'apporto è quello per cui l'oggetto si forma nelle mani del medium che diventano luminescenti ed emettono un vapore biancastro. Lo scopo che ci siamo prefissi è stato quello di vedere se è possibile, in via sperimentale, realizzare questo fenomeno con il trucco e lo abbiamo fatto a Genova, a livello universitario. Ci siamo accorti che mescolando due soluzioni (segue descrizione in termini tecnici - ndr.J con acqua ossigenata, nitrato di sodio e di metilsalato, si riesce ad avere una luminescenza simile a quella che si caratterizza in queste manifestazioni medianiche. Però cosa succede? Io devo preparare due soluzioni piuttosto complesse e piuttosto difficili da trovare per quanto riguarda i componenti, mescolarle: improvvisamente questa miscela delle due soluzioni diventa luminosa, una luminescenza che dura circa cinque ore e che non può essere interrotta in nessun modo. Nel corso di questi fenomeni invece (una seduta dura in media circa un'ora - ndr.) la luminescenza inizia lentamente sulla punta delle dita del medium, si estende lungo le falangi, raggiunge il palmo della mano e in questa massa luminosa si forma l'oggetto dell'apporto.

    Io ho potuto seguire l'estrinsecarsi di questi fenomeni molto da vicino, perchè mi è stato concesso di sedere sempre accanto al medium (...) Ora questa manifestazione riprodotta in laboratorio è assolutamente impossibile da ottenere per quanto riguarda l'inizio e la fine del fenomeno (la luminescenza cessa subito dopo la fine della seduta), ma anche per la concomitanza di emissioni di vapori che si potrebbe ottenere solo con delle sostanze altamente corrosive che poi devono essere rimosse dalle mani con un lavaggio prolungato, in quanto lascerebbero dei residui considerevoli. Mentre quando noi accendiamo la luce, le mani del medium sono perfettamente pulite e asciutte, e non gli è stato certo possibile rimuovere quelle sostanze con un lavaggio. Inoltre i fumi emessi sarebbero estremamente tossici, quindi se si volesse fare con il trucco un fenomeno simile, non sarebbe assolutamente possibile farlo in un salotto.

    Questo fenomeno della luminescenza ha anche un altro aspetto: delle punte luminose come delle piccole lucciole che rimangono, anche a luce accesa, non solo nelle mani del medium, ma anche nelle mani di coloro che sono venuti a contatto con lui nel corso del fenomeno. Io stesso ho esperimentato e sono rimasti nelle mie mani dei piccoli punti luminosi che si accendevano e si spegnevano. Così, con il prof. Guanti, si è concluso che non è assolutamente possibile con i mezzi correnti di laboratorio ottenere queste manifestazioni; egli si è poi consultato con alcuni colleghi specialisti in chimica organica durante un congresso negli Stati Uniti e gli è stata confermata la
    sua deduzione...".
  • Sheenky ffz
    00 05/06/2013 10:52
    ALTRI ESPERIMENTI DI LABORATORIO NEL CAMPO DELLA METAFISICA

    Fonte: www.victorzammit.com/book/italian/cap07italian.html

    Per oltre cento anni sono stati condotti esperimenti di laboratorio sui fenomeni metafisici, e la massa voluminosa di prove oggettive dell'esistenza dell'Aldilà continua a crescere. Risultati molto significativi e convincenti sono stati ottenuti mediante esperimenti controllati nei quali si è avuta la massima cooperazione tra intelligenze di questa dimensione e intelligenze dell'Aldilà. Ci si ripropone, in questa sede, di fornire dettagli solo riguardo ad alcuni esperimenti.

    Il primo di una lunga serie di esimi scienziati

    Uno fra i primi nella lunga serie di eminenti scienziati che hanno condotto indagini di questo genere è stato Sir William Crookes il quale, fra l'altro, investigò sulle abilità medianiche di Daniel D. Home.

    Sir William Crookes fu uno dei più grandi scienziati che siano mai vissuti. Fu sommerso di onori in molti Paesi - dall'Inghilterra agli Stati Uniti, dalla Scozia alla Germania, dalla Francia all'Italia e ancora in Sud Africa, Olanda, Messico e Svezia. Il suo contributo alla scienza non ha eguali in nessun singolo individuo dei suoi tempi o dell'era moderna.

    Sir William era uno scettico prima di essere scelto espressamente dagli scettici inglesi per indagare sui fenomeni metafisici con l'intenzione di screditarli (Crookes 1871). Ma Crookes era anche un uomo di altissima integrità, dotato di un'intelligenza molto acuta, e di un'irremovibile indipendenza intellettuale. Aveva sostenuto che non avrebbe mai consentito a nessun gruppo di potere di impedirgli di dire la verità, tutta la verità.

    Di conseguenza, egli indagò approfonditamente sui fenomeni metafisici e, pur avendo ottenuto prove schiaccianti riguardo all'esistenza si forze sconosciute, per la maggior parte della sua vita rimase prudentemente scettico riguardo all'Aldilà. Fu solo quando sua moglie si materializzò attraverso un medium che egli si convinse della sopravvivenza al di là di ogni dubbio.

    Proprio per la sua indipendenza intellettuale, per la sua forza di carattere e per il fatto che non si sarebbe mai asservito agli scienziati scettici dalla mentalità chiusa, Sir William venne scorrettamente attaccato da coloro che lo avevano incaricato di indagare sui fenomeni paranormali.

    Vile campagna di basso livello per screditarlo

    Uno degli attacchi più sgradevoli fu l'affermazione di Walter Mann secondo cui le indagini di Sir William Crookes sulle materializzazioni furono condotte in maniera fraudolenta perché egli aveva una relazione con una delle medium - allora quindicenne - su cui investigava. Naturalmente, la persona che fece queste affermazioni non ebbe il coraggio, la forza e la convinzione di farle mentre Crookes era in vita. Questo vile scettico inglese attese la morte di Sir William Crookes prima di trovare il coraggio di muovere le sue vili accuse nei confronti di Sir William.

    Ad oggi, questo sfortunato incidente, provocato da una persona insignificante enormemente gelosa e invidiosa, è rimasto uno degli esempi più meschini di condotta scorretta nella storia inglese dell'indagine sui fenomeni metafisici. Coloro che, per ragioni materiali, sono divenuti strumento nelle mani dei loro maestri materialisti, e ripetono la deliberata mistificazione di Walter Mann nei confronti di Sir William, un giorno ritratteranno la loro campagna denigratoria scurrile e di basso livello.

    Sir William Crookes condusse una gran mole di indagini sul paranormale insieme a Daniel Dunglas Home. In uno dei loro esperimenti, Home, con la collaborazione dei suoi compagni invisibili, dimostrò, in presenza di Crooke, la capacità di influenzare il peso degli oggetti. Decine di testimoni altamente affidabili diedero autonomamente testimonianza dell'abilità di Home di far levitare mobili pesanti. Crookes dimostrò, in condizioni di laboratorio, che Home poteva influenzare il peso di una tavola posta su una bilancia, semplicemente immergendo le sue dita in un bicchiere d'acqua poggiato ad un'estremità della tavola.

    La forza psichica

    Crookes giunse alla conclusione che aveva scoperto una "nuova forza" a cui diede il nome di "Psichica". Notò che questa forza o potere era estremamente variabile e a volte era completamente assente; essa richiedeva un'indagine paziente e coscienziosa. Si guardò bene dallo speculare sulla natura di questa nuova forza e invitò i suoi colleghi scienziati a farsi avanti e ad assisterlo nelle sue indagini (Crookes 1874: 17).

    In un altro esperimento preparato con cura, uno strumento musicale, una fisarmonica acquistata da Crookes, si mise a suonare da sé in presenza di Home. In questi esperimenti le mani e i piedi di Home erano legati e la fisarmonica era posta all'interno di una gabbia di filo elettrico attraverso cui passava corrente. Crookes e due degli altri testimoni presenti affermarono che videro distintamente la fisarmonica "volteggiare all'interno della gabbia senza alcun supporto visibile" (Crookes 1874: 14).

    La moglie di Sir William, Lady Crookes, era più propensa a parlare apertamente delle sue osservazioni. Ecco un esempio classico in cui un'intelligenza dall'Aldilà fu in grado di farsi vedere a metà. Secondo ciò che lei vide, la fisarmonica venne presa dalle mani di Home da:

    un'apparizione nuvolosa che presto sembrò condensarsi in una forma umana distinta, vestita di indumenti vaporosi ... Era semitrasparente, e per tutto il tempo fui in grado di vedere gli altri partecipanti attraverso di essa. Il Signor Home rimase vicino alle porte scorrevoli. Quando la figura si avvicinò sentii un freddo intenso, tanto più acuto quanto più la figura era vicina, e, quando mi diede la fisarmonica, non potei fare a meno di strillare. La figura sembrò sprofondare nel pavimento fino ai fianchi, lasciando visibili solo la testa e le spalle, e continuando a suonare la fisarmonica che a quel punto era a circa 30 centimetri dal pavimento (citazione di Stemman 1975: 129).

    Senza dubbio, Sir William Crookes rimarrà uno dei più grandi investigatori nel campo dei fenomeni metafisici, il quale innegabilmente fornì la prova oggettiva assoluta dell'esistenza dell'Aldilà.

    Altri esperimenti di laboratorio

    Il Dott. Hereward Carrington è uno degli scienziati e degli autori più noti, attendibili e rispettati ed è stato Direttore dell'American Psychical Institute. In molte occasioni indagò personalmente sui fenomeni metafisici. La sua opera più significativa, The World of Psychic Research (Il Mondo della Ricerca Metafisica) del 1973, mette in evidenza una gran quantità di esperimenti di laboratorio di carattere metafisico che dimostrano chiaramente e in termini assoluti come le intelligenze dall'Aldilà siano in grado di far sentire la loro presenza e la loro partecipazione.

    Gli esperimenti fisici del Dott. Osty e del medium Rudi Schneider.

    Il Dott. Eugene Osty, presidente dell'Istituto di Metafisica di Parigi, dimostrò, in condizioni di laboratorio, che il giovane medium Rudi Schneider era in grado di produrre autentici fenomeni fisici senza alcuna frode. Ecco come Carrington descrisse l'esperimento:

    Il Dott. Osty collocò su un tavolino gli oggetti da spostare. Sulla superficie del tavolo fece passare un fascio di raggi infrarossi. Naturalmente essi erano invisibili agli occhi dei presenti, ma il marchingegno era ideato in maniera tale che, se un qualsiasi oggetto solido avesse incrociato la traiettoria dei raggi, impedendo il passaggio di oltre il 30% di essi, si sarebbe attivata una batteria di macchine fotografiche, sarebbero scattati i flash, e immediatamente sarebbe stata fatta una fotografia della superficie del tavolo. Ciò sarebbe successo se una qualsiasi cosa materiale - ad esempio, una mano umana - avesse cercato di muovere gli oggetti. Una serie di fotografie avrebbe all'istante svelato la frode.

    Nelle sedute che seguirono gli oggetti vennero mossi in numerose occasioni, i flash si attivarono e le foto vennero sviluppate. Ma cosa mostrarono? Nulla - ossia nulla di anormale. Mostrarono soltanto la superficie del tavolo. Ma qualcosa si era mosso sul tavolo, perché il fascio di raggi infrarossi aveva interferito con esso e gli oggetti erano stati spostati (Carrington 1973: 54).

    La prima fase dell'esperimento ebbe pieno successo grazie alla cooperazione offerta al medium da un'intelligenza dell'Aldilà, la quale spostò gli oggetti cosicché la sua presenza venne rivelata dalla batteria di macchine fotografiche che si attivò nel momento in cui l'intelligenza mosse gli oggetti posti sul tavolo.

    La seconda fase consistette nell'individuare e nell'identificare la presenza dell'intelligenza. Per fare ciò lo sperimentatore si servì di un macchinario, un galvanometro, grazie al quale sarebbe stato possibile registrare l'oscillazione o il ritmo vibratorio dell'intelligenza una volta che l'esperimento fosse iniziato. Non appena iniziò l'esperimento, l'intelligenza cominciò a spostare gli oggetti, indicando che era presente; a questo punto successe qualcosa di spettacolare - il galvanometro iniziò a registrare la "pulsazione" dell'intelligenza invisibile. Con le parole di Carrington:

    Era un po' come tastare il polso ad un essere invisibile che si trovava nello spazio di fronte a loro! ( Carrington 1973: 54).

    Prove confermative

    Per secoli i chiaroveggenti hanno sostenuto che ogni cosa vivente possiede un corpo invisibile - un corpo astrale o eterico - che è il duplicato del nostro corpo fisico e che contiene la nostra "mente" reale, distinta dal cervello fisico. Interessantissime prove confermative di questa affermazione sono state fornite da Sheila Ostrander e Lyn Schroeder nel loro libro rivoluzionario PSI Psychic Discoveries Behind the Iron Curtain (PSI Scoperte Metafisiche Dietro la Cortina di Ferro, 1973).

    Questi autori sostengono che alcuni esperimenti condotti in Russia mediante l'utilizzo di sensibili macchinari elettronici evidenziano che tutti gli esseri viventi - piante, animali ed esseri umani - oltre ad un corpo fisico costituito di atomi e molecole, hanno anche un corrispondente corpo energetico che i Russi sono in grado di fotografare e chiamano "il corpo di plasma biologico". È interessante notare che i Russi hanno confermato l'affermazione dei chiaroveggenti secondo cui, se un essere umano perde un dito, un braccio o una gamba, la controparte corrispondente rimane al suo posto - una sorta di "fantasma" della parte anatomica mancante (Ostrander e Schroeder 1973: 223).

    La misura della temperatura metafisica

    Un altro esperimento sbalorditivo incluso nel libro di Carrington (1973) fu la sfida per fornire prove oggettive e scientifiche delle molte affermazioni fatte dai medium, secondo cui si verifica una "corrente d'aria fredda" ogni qual volta essi percepiscono delle intelligenze nelle vicinanze e ogni qual volta essi entrano in trance. Per molto tempo, l'affermazione dei medium dovette essere accettata soggettivamente, finché non ci si servì della scienza per dimostrare che il cambiamento di temperatura poteva essere misurato oggettivamente:

    Un termometro ... venne rinchiuso in una gabbia di filo elettrico, e questa venne fissata sul muro ad una trave mediante delle viti. Si diede inizio alla misurazione poco prima che iniziasse la seduta, e, naturalmente il termometro iniziò a registrare la temperatura all'interno della stanza. Nella seduta che seguì, si notò una gran quantità di fenomeni fisici, fra i quali completi sollevamenti o levitazioni del tavolo. In coincidenza con questi fenomeni, il termometro mostrò dei crolli istantanei della temperatura di cinque, dieci e perfino quindici gradi centigradi. Ci vollero soltanto uno o due secondi perché avvenissero queste diminuzioni, ed esse coincisero esattamente con il verificarsi dei fenomeni metafisici in un punto qualsiasi all'interno della stanza. Quindi, la scienza è riuscita a misurare un altro notevole effetto (Carrington 1973: 57).

    Carrington riferisce:

    L'obiettivo dell'esperimento era dimostrare in maniera inconfutabile, e in condizioni tali da non consentire alcuna frode o alcun inganno, che veniva impiegata una nuova forza sconosciuta alla scienza (1973: 57).

    I test psicologici

    In un'altra serie di esperimenti di laboratorio, gli sperimentatori si spostarono dai test fisici a quelli psicologici. Questo richiese la partecipazione di uno dei più efficaci medium americani di tutti i tempi, la Signora Garrett, la quale, secondo Carrington, si sottopose ad ogni genere di indagini scientifiche. Fu esaminata da prestigiose università e da gruppi scientifici europei e americani.

    La Garrett, da medium, affermò che era sotto il controllo regolare di uno spirito o di un'intelligenza di nome Urvani, il quale parlava attraverso di lei mentre si trovava in trance. Gli sperimentatori decisero di utilizzare un test di associazione verbale ideato dal Dott. Carl Jung di Zurigo per attestare se Urvani fosse realmente un'entità separata dalla Signora Garrett. Si decise di sottoporre la Garrett al test mentre NON era in trance, e di sottoporre il suo controllo, Urvani, ad un test di associazione verbale mentre la Garrett ERA in trance.

    Psicologi e psichiatri professionisti sostengono che un soggetto non può riuscire a imbrogliare se viene sottoposto ad un test di associazione verbale di 100 parole nel quale il tempo di risposta ad una parola è misurato in decimi di secondo. Ogni incongruenza ed esitazione verrebbe immediatamente notata. Di conseguenza, si fece in modo che Urvani si sottoponesse al test e portasse altre sette intelligenze dell'Aldilà affinché anch'esse si sottoponessero al test.

    I risultati mostrarono in maniera incontrovertibile che le associazioni verbali della Garrett, quando non era in trance, e quelle di Urvani e delle altre sette entità, erano tutte radicalmente differenti e che NON era possibile che le informazioni trasmesse potessero provenire da una sola persona, da una sola mente (Carrington 1973: 59). Questi risultati sono concordi con le prove secondo le quali sopravviviamo alla morte fisica e secondo cui la nostra personalità, la nostra mente e il nostro carattere sopravvivono insieme a noi.

    L'analisi vocale strumentale

    L'indipendenza delle entità che parlano attraverso un medium è stata attestata anche da un'indagine scientifica totalmente indipendente condotta sulla medium australiana di maggior talento, Shirley Bray. Le voci di tre intelligenze che si manifestano regolarmente attraverso di lei vennero registrate su nastro. Queste voci vennero, quindi, esaminate attraverso un macchinario altamente tecnologico per il riconoscimento vocale, lo stesso che venne usato dalla polizia britannica durante le indagini su un serial killer, lo Squartatore dello Yorkshire. Il macchinario è in grado di misurare variabili come la cadenza, il ritmo, l'accento, ecc. Esso mostrò che tutte le voci registrate dalla medium Shirley Bray appartenevano a individui completamente diversi. Gli scienziati affermarono in maniera inequivocabile che, visto che la macchina registra il tracciato della respirazione mentre si parla, non sarebbe stato possibile che una sola persona avesse prodotto le tre voci registrate sul nastro. Ciò in quanto lo schema vibratorio della voce di ciascun individuo è un po' come un'impronta digitale - diverso da persona a persona (Bray 1990: 15).

    L'analisi Elettroencefalografica

    Il Professore americano Charles H. Hapgood riferisce nel suo interessantissimo libro, Voices of Spirit (Voci dello Spirito) del1975, di avere testato il medium Elwood Babbitt per vedere se il suo elettroencefalogramma, quando non era in trance, era diverso da quello registrato quando questi sosteneva che la sua mente era controllata da intelligenze dell'Aldilà. Hapgood registrò gli Elettroencefalogrammi di Babbitt mentre tre diverse intelligenze avevano il presunto controllo del medium: gli elettroencefalogrammi dei tre risultarono completamente diversi l'uno dall'altro e da quello di Babbitt non in trance. Un esperto di Elettroencefalogrammi, il Dott. Bridge, ha rilevato che gli Elettroencefalogrammi erano caratteristici di persone di età fisiche differenti e non potevano appartenere a una sola persona. Hapgood ha riprodotto gli elettroencefalogrammi nel suo libro (1975: 224-227).

    Questi sono solo alcuni dei numerosissimi esperimenti che, nel loro complesso, forniscono un corpo probatorio sostanziale.
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