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UFO - Il caso Diaz - Astronavi di Luce (7 video)

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    +maranatha+
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    00 12/11/2007 15:18
    Ritengo sia un Documento importantissimo visto che il video (diviso in sette pezzi) fa parte della collana Vhs che veniva allegato alla nota rivista
    UFO - La visita extraterrestre [SM=g27811]



    Carlos Diaz da oltre ventanni è testimone di avvenimenti ufologici come forse ness'unaltro al mondo. Riconosciuto a livello internazionale quale il più esperto ed attendibile contattista - anche se lui non ama essere definito in questo modo - è considerato il maggiore studioso e analista del fenomeno ufologico grazie alla quantità e alla qualità di documentazione raccolta (immagini, foto, filmati, testimonianze, ecc). Il materiale in possesso di Carlos Diaz è stato analizzato da dieci scienziati i quali ne hanno autenticato la veridicità e l'attendibilità.
    Tra questi: Bob Shell, collaboratore della Nasa; Robert Natan della Marina degli Stati Uniti; il professor Malanga dell'Università di Pisa; il colonnello Philip Corso che ha rivestito alti e importanti incarichi nel governo degli Stati Uniti nell'ambito delle attività segrete di studio dei fenomeni Ufo.
    Gli scienziati che sono stati con Carlos Diaz a Tepoztlan e a Morelos, in Messico, hanno confermato, grazie alle loro esperienze dirette, supportate da ulteriori fotografie e riprese filmate, la presenza degli oggetti più volte segnalati da Diaz.

    UFO - Il caso Diaz - Astronavi di Luce (parte 1 di 7)



    UFO - Il caso Diaz - Astronavi di Luce (parte 2 di 7)



    UFO - Il caso Diaz - Astronavi di Luce (parte 3 di 7)



    UFO - Il caso Diaz - Astronavi di Luce (parte 4 di 7)



    UFO - Il caso Diaz - Astronavi di Luce (parte 5 di 7)



    UFO - Il caso Diaz - Astronavi di Luce (parte 6 di 7)



    UFO - Il caso Diaz - Astronavi di Luce (parte 7 di 7)

    [Modificato da +maranatha+ 12/11/2007 15:18]
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    (richard)
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    Utente Master
    00 12/11/2007 16:04
    Ufo -Il caso Diaz Astronavi di luce


    Personalmente considero Carlos Diaz il contattista piu' attendibile e

    veritiero fra quelli piu' famosi.

    In ogni suo atteggiamento come in quello dei suoi familiari traspare

    semplicita', tranquillita', pacatezza ,che confermano cio' che di

    interessante e straordinario rivelano i suoi filmati e le sue

    fotografie .

    Finora nonostante molti studiosi abbiano sottoposto i suoi video

    alle piu' sofisticate attrezzature nessuno è riuscito a smontare

    le sue prove.

    Tutto il suo materiale è da tenere in altissima considerazione in

    campo ufologico.
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    Felisianos
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    Utente Illuminato
    [IMG]http://oi59.tinypic.com/2e0kcux.jpg[/IMG]
    00 12/11/2007 22:05
    Ottimo materiale Maranatha, grazie [SM=g27811]
  • _INSIDER_
    00 27/07/2011 11:53
    Caro richard, dalla documentazione reperibile in rete Carlos Diaz è invece considerato un "simpatico" imbroglione sostenuto dai soliti inaffidabili dell'ufologia... Che voi sappiate ha mai fatto analizzare uno dei suoi filmati e/o foto da qualche esperto "indipendente"? Che io sappia, no.

    E' stato spesso intervistato, e in molte circostanze si è contraddetto lasciandosi alle spalle molti sospetti sulla genuinità del suo materiale. Senza entrare nel merito, e se avrete la pazienza di leggere e tradurre l'inglese, vi segnalo un interessante articolo che pone molti dubbi su quanto Diaz ha sempre sostenuto:

    www.rense.com/general6/hoax.htm

    Vi è anche questo interessante video:
    video.google.com/videoplay?docid=1220173991774955246&hl=en#

    Guardate inoltre una parte dell'ufo di Carlos Diaz. Non vi sembra che il globo luminoso sia agganciato ad un "cavo tremolante" che lo cala giù a scatti?


    Se "eone nero", quando ci leggerà, vorrà integrare queste info, in un senso o nell'altro, potremmo magari giungere ad una ragionevole conclusione su questo sedicente contattista...
    [Modificato da _INSIDER_ 27/07/2011 11:55]
  • Sheenky
    00 27/07/2011 12:07
    Diaz non mi ha mai convinto, sebbene ha dalla sua anche alcuni avvistamenti con altre persone (ad esempio Pinotti quando una volta andò ad intervistarlo essendo di la per passaggio). Specialmente le foto e video, sempre bene a fuoco, ma che in realtà non mostrano niente di identificabie.
  • Sheenky
    00 27/07/2011 12:22
    Comunque, questo è ciò che ho.
    Interessante l'analisi dell'utente "Deckard" di ufoforum.it che trovate alla fine della trafila di cose che posto qua di seguito [SM=g8884]

    CARLOS DIAZ
    DATA: CONTATTI PROLUNGATI




    Sono sempre venuti qui
    E’ una calda giornata – il che è comprensibile, data la latitudine – della prima decade del dicembre 1995. Dopo averlo conosciuto con sua moglie al Congresso “Dialogo con l’Universo” organizzato a fine ottobre a Düsseldorf/Kaarst da Michael Hesemann, da Città del Messico – dove abbiamo a lungo dibattuto gli sviluppi più recenti del fenomeno UFO in Messico con Jaime Maussan – telefoniamo a Carlos Diaz Martinez. Come eravamo rimasti d’accordo, Diaz è ben lieto di riceverci nella sua casa di Tepoztlan e ci chiede anzi di raggiungerlo al più presto. Pertanto, su un’auto a noleggio guidata da Daniel Munoz, collega di Maussan, con l’amico Guido Ferrari e una troupe leggera della TSI (Televisione della Svizzera Italiana) di Lugano, composta da un cameraman e da un fonico, ci mettiamo in viaggio. Nel giro di poche ore, attraversata l’inquinatissima capitale, ci troviamo in un paesaggio in stridente contrasto con quello che ci siamo lasciati dietro.
    La vallata di Tepoztlan è un’oasi di verde di vegetazione lussureggiante, è l’ideale anche per vedere il volto di un Messico rurale e di provincia che non tutti i turisti possono cogliere. La zona si è trovata al centro di un “caso” del tutto particolare: quello appunto di Carlos Diaz, il quale da 1981 avrebbe stabilito una serie di contatti con gli occupanti degli UFO. Questa vicenda di “contattismo” però presenta ben altre caratteristiche che non le semplici dichiarazioni dell’interessato. Fotografo, Diaz ha realizzato infatti diverse istantanee di questi oggetti volanti e perfino dei brevi filmati con una videocamera. Sono “naves de luz”, navi di luce, pilotate, egli dice, da “seres de luz”, esseri di luce originari di altri mondi. Nel 1993 anche l’attrice Shirley McLaine, notoriamente appassionata di Ufologia, è venuta a Tepoztlan sconvolgendo il paese, sconcertato dalla presenza di una star di Hollywood, e si è detta molto colpita dalla personalità di Carlos.

    Percorsi preferenziali
    Il giorno prima della nostra visita a Tepoztlan, nella capitale, ci eravamo incontrati con un tecnico ed un esperto di analisi al computer: l’Ing. Victor Quezada, responsabile informatico dell’Università “Grupo Sol” di Città del Messico. Quezada, cui Jaime Maussan ha fatto analizzare sia le fotografie che i filmati (realizzati di notte) prodotti da Diaz, ha eseguito diverse analisi computerizzate di tale materiale, senza rilevare in esso contraddizioni o apparenti falsificazioni. E ce lo aveva confermato senza mezze misure, mostrandoci sul terminale dell’Aula di informatica momenti e aspetti della sua ricerca.
    Comprensibilmente intrigati, siamo dunque giunti a Tepoztlan senza preconcetti o intendimenti diversi dal desiderio di ricavare direttamente in loco una serie di dati e impressioni in termini quanto più obiettivi.
    Usciti dal casello autostradale in direzione di Tepoztlan con un certo anticipo, decidiamo di fare benzina all’imbocco del casello, dove, come d’accordo, Carlos Diaz ci verrà incontro in macchina. Un distributore di carburante come tanti, forse più modesto di altri: qui, mentre facciamo il pieno, conversiamo col benzinaio, un giovanotto dal volto calcinato dal sole ed estremamente disponibile. E il nostro fonico, abbastanza scettico sul personaggio che intervisteremo a Tepoztlan, non si trattiene più; ne scaturisce una breve ma interessante conversazione sugli UFO, nel corso della quale, in uno spagnolo per noi più che chiaro anche senza traduttore, “el hombre de la gasolina” ci dice che gli UFO, a tepoztlan, li hanno visti spesso in tanti, anche lui. Di Diaz non ci dice gran che: si, lui dice di aver incontrato gli extraterrestri che li piloterebbero, ma è affar suo. Gli avvistamenti che interessano la zona, invece, sono qualcosa a cui la gente del posto si è abituata. Tant’è.
    La conversazione è interrotta dall’arrivo di Carlos Diaz, con la moglie e i due bambini. Una bella coppia e una bella famiglia, non c’è che dire. Dopo i saluti, Diaz ci apre la strada verso il paese, dove la prima tappa è l’Hotel Tepoztlan, il miglior albergo del posto, dalla cui terrazza si domina l’intera vallata a 360 gradi. Un punto di osservazione prezioso per le riprese televisive della troupe di Ferrari, che coinvolge il direttore, Jaime Sanchez. Cortesissimo, costui non si sottrae alle nostre domande. Apprendiamo così che gli UFO li ha visti anche lui, sono davvero di casa in zona. Che addirittura sembrano seguire nei loro spostamenti dei percorsi preferenziali, e che la gente si è abituata a queste presenze. Presenze, osserva, che oggi definiamo “tecnologicamente” UFO, ma che in realtà sono ricorrenti nel passato del luogo, e nelle sue radici precolombiane. Nella vallata c’è chi – come in passato – collega tali apparizioni alle visite degli dei, “los dioses” mai del tutto cancellati e dimenticati dal Cattolicesimo sincretista messicano, tanto influenzato dalla matrice Azteca del popolo. Su una delle alture vicine si scorgono tuttora le rovine di una piccola piramide a gradoni, e la stessa toponomastica locale, riferita a siti specifici, è in tale ottica di grande suggestione: il “Monte della Luce”, il “Monte del Tesoro”, il “Monte della Vita”, cui si aggiunge la “Porta del Mistero”, un lastrone litico da cui e in cui, precisa Sanchez, misteriose sfere luminose fuoriescono di tanto in tanto.

    Uno di loro era qui fra noi
    Eseguite intervista e riprese e consumato un rapido pasto in un ristorantino non lontano, con Carlos Diaz passeggiamo poi per Tepztlan, “un luogo dove ho radici”, dice l’interessato, “e da cui non conviene muoversi perché a misura d’uomo. Città del Messico? Un crogiuolo che non fa per me. I visitatori mi hanno insegnato il valore della qualità della vita”. Ma chi sono i “visitatori?”, chiediamo. “A vederli sembrano uomini e donne come noi: media statura, capelli castani – afferma Diaz. – E che ci crediate o no nel ristorante dove abbiamo mangiato c’era uno di loro”. Ci guardiamo increduli e senza parole, ricordando il suo fugace cenno di saluto ad una donna nel locale. “Vengono da altri mondi – precisa Carlos – Sono sempre venuti qui”.
    Perché? Chiediamo. L’espressione di Diaz è serena e distesa.
    “La Terra è una perla di rara bellezza nell’infinità dell’Universo; nulla di strano perciò che in molti la visitino; mescolandosi talvolta in mezzo a noi” aggiunge con un sorriso. Gli chiediamo di approfondire le sue parole, a questo punto. “Dal primo incontro con loro nel 1981 ho imparato a conoscerli. Sono esseri di grande sapienza e intelligenza, e anche se questa non corrisponde alla loro natura originaria, sono esseri in grado di assumere forma umana, operando così fra noi. Sono esseri di Luce; io conosco solo loro anche se mi hanno detto che il nostro pianeta è spesso visitato anche da altri”.

    UFO come organismi vitali
    Chi sono gli altri? Chiediamo. Diaz sorride. “Non posso parlarvi di ciò che non conosco, ma solo di loro e delle loro Navi di Luce, ambienti naturali pulsanti di vita come un organismo, con cui loro si spostano nel Cosmo. Io ci sono stato dentro per breve tempo ed entrare nella luce è un’esperienza esaltante.



    Però questo non mi ha cambiato; semmai, invece di farmi considerare un eletto – che non sono – mi ha confermato che occorre essere e rimanere umili. Il loro incontro con me è stato quasi certamente casuale, e improntato a sentimenti di rispetto e amicizia. Avrebbero tanto da insegnarci, se volessimo apprendere.
    Ma i tempi non sono maturi. Noi, non siamo maturi. Sono molto preoccupati dalla crisi ecologica che la Terra si trova oggi a dover affrontare. Ma è un nostro problema. Non il loro”.
    Chiediamo a Diaz se ha un messaggio da diffondere: “Si e no. In pratica la mia esperienza mi ha dato un messaggio da trasmettere agli altri. Ma farlo o meno è un mio problema. Loro non me l’hanno chiesto, e io non sono tenuto a farlo. In ogni caso si tratta di insegnamenti che esulano del tutto dalla sfera mistica, del tutto fuori luogo. Il problema UFO è estremamente oggettivo, e non va proiettato in dimensioni che non gli competono”.
    E i vari “contattisti” di tono misticheggiante finora venuti alla ribalta? Lo incalziamo. “Non è un problema che mi riguarda – sottolinea Carlos – ognuno interpreta i fatti che vive a modo suo. Magari stravolgendoli in funzione di una sua visione aprioristica della realtà. Non è il mio caso”.
    Ci tratteniamo nella zona del campo di calcio di Tepoztlan, di fronte al “cerro de la vida”, dove Diaz ha avuto molti dei suoi “contatti” con loro. Da dove vengono? Gli chiediamo. “Potete essere scettici, ma non me l’hanno mai detto. Hanno detto che non ha grande importanza. E forse hanno ragione, in effetti”.
    Ma perché Tepoztlan? “Tepoztlan non è unica. Certi luoghi sulla Terra sono apparentemente “preferiti” dagli UFO. Ma solo perché ci sono venuti tanto tempo fa. E oggi ci ritornano”, risponde Carlos. Poi ci lasciamo, con l’impegno di rivedersi in serata a casa sua. Il primo incontro ci ha tutti impressionati positivamente. Diaz è franco, aperto, semplice, immediato. “E’ un bel soggetto” commenta Ferrari. “Se simula, vuol dire che non so più valutare il mio prossimo, in barba ad una vita di esperienze in tutto il mondo e in qualsiasi ambiente”.
    A sera, in macchina, ci dirigiamo nel buio (la periferia del paese non è illuminata) verso l’abitato periferico di Tepoztlan. La casa di Carlos è un’umile costruzione, parte della quale ancora non ultimata. Scesi dall’auto ci avviamo verso la facciata, con Ferrari che ci guida. Il cielo è terso e stellato. Ad un certo momento un’esclamazione lacera il buio. E’ la mia.

    E la telecamera non è pronta
    “Cosa è quella roba?” chiedo, indicando un punto di luce che si muove sul tetto della casa di Diaz.
    “Le telecamere!” urla Ferrari alla sua troupe, che si precipita verso il nostro mezzo poco lontano. Intanto l’oggetto puntiforme luminoso continua ad evoluire sulla casa zig-zagando. Poi scompare.



    Naturalmente non è stato possibile riprenderlo in tempo. Un classico. Quasi una beffa. Quando, fattici accomodare, Diaz ci chiede il perché della nostra agitazione e gli raccontiamo l’accaduto, la sua reazione è di estremo distacco. “Qui molti vedono strane cose; e non solo qui. A quanto pare è accaduto anche a voi”, commenta. La serata prosegue e si chiude con una visita amichevole ad un uomo di grande umiltà e dignità. “Carlos ha vissuto e vive ancora qualcosa più grande di lui” sottolinea la moglie Margarita. “E lo fa con la purezza e l’ingenuità di un bimbo. Ecco perché io sono solita dire che ho tre figli: due sono i nostri bambini; il terzo è Carlos”.
    “Parlate dell’esperienza che ho vissuto, più che di me” si raccomanda Carlos Diaz sulla soglia, salutandoci. “La gente deve sapere; e capire”.
    Rientrando a Città del Messico, quella sera, nessuno ha fatto commenti. Non era facile.

    Contatto a Tepoztlan



    I computer non riescono a spiegare le straordinarie caratteristiche degli UFO fotografati da Diaz. I suoi incontri con “Esseri” identici agli umani e integrati nella nostra società – continuerebbero ancora.
    Daniel Munoz è un giornalista e regista messicano che da anni si occupa attivamente del problema UFO. Parla perfettamente cinque lingue (tra cui l’italiano e il giapponese) e collabora strettamente ocn il collega Jaime Maussan, noto in tutto il mondo per il suo “Programas de Investigacion” in onda su Televisa, il principale network televisivo del Messico. L’articolo che segue contiene pareri ed informazioni inerenti il caso di Carlos Diaz, il cui giudizio lasciamo completamente ai nostri lettori.
    Prima di affrontare il caso di Carlos Diaz, vorrei soffermarmi sul fatto che da tempo ci sono personaggi, soprattutto americani, che non hanno esitato ad esporsi pubblicamente. Parlo di Robert Dean, John Lear, Bob Lazar fra gli altri, che dicono di sapere cose tremende – ad esempio sull’Area 51 – che a tutt’oggi non è stato possibile verificare. Senza nulla togliere al valore delle loro asserzioni, accade loro quello che spesso è accaduto ad alcuni contattati / contattisti, cioè sconfinare nel non verificabile e quindi diventare discutibili. Prendiamo ad esempio un caso contatti stico emblematico, quello di Eduard “Billy” Meier: Egli cominciò ad inventare cose dopo aver perso il suo “contatto”, ne consegue che, a causa della fine di esperienze così importanti, l’individuo finisce col sopperire alla loro mancanza, il che è umano e comprensibile, creando con la propria fantasia un “continuum” che si sostituisce ai precedenti contatti.

    La paura di perdere il contatto
    Devo dire che dubbi nel caso di Carlos Diaz ne ho avuti anch’io. Questo è avvenuto alcuni anni fa, quando ebbi l’impressione che anche per Carlos momentaneamente o definitivamente i contatti si fossero interrotti. Lo esprimeva ripetendo spesso “io non sopporterei di perdere il contatto” e tirava fuori delle immagini dicendo “questo è un nuovo video”, mentre sapevo che lo aveva registrato anni prima. Costruiva delle fondamenta non vere di una situazione che egli voleva intensamente che continuasse. Subiva ovviamente svariate pressioni e, al di là della sua caratura morale (Carlos è persona semplice e sincera) ha contato molto sulla sua famiglia, tutt’oggi molto unita. Si sente molto, al suo fianco, la presenza della moglie, che è da tempo determinante nella gestione dell’immagine pubblica di Carlos, e dei due figli, uno di tredici anni, l’altro di nove: tutti hanno visto gli oggetti, non hanno però avuto le stesse esperienze di contatto di Carlos, non hanno cioè parlato con “loro”, è solo Carlos a parlare con loro. Quando si è reso conto di essere unico, e di non potere (e forse anche non volere) condividere con altri le sue esperienze, è entrato in crisi. All’epoca aveva già raccolto numerose foto ed alcuni filmati. Le foto erano state analizzate da Victor Quezada, dell’Universita Grupo Sol, poi da Mario Torres, un fisico matematico e da un altro ricercatore, che si trova a Nord di Monterrey, Ismael Rodriguez, super esperto di computers specializzato a livello di “stato dell’arte” su apparecchiature Silicon Graphics. Il loro responso è stato che il materiale di Carlos Diaz è completamente genuino. Ma hanno messo in chiaro un aspetto, che rientra nella logica: è il problema della luce. Questi oggetti non emettono luce, la luce entra dentro l’oggetto, sembra anzi essere assorbita dall’oggetto stesso. Gli scienziati non se lo spiegano. Il computer dice che si tratta di una situazione aberrante, perché l’oggetto non può generare luce e non emetterla verso l’esterno. Un alone esterno presente attorno all’oggetto librato in aria dovrebbe esserci, ma negli UFO ripresi da Diaz ciò non avviene e gli scienziati brancolano, per così dire, in questa luce irradiata solo internamente.

    Un modello di riferimento
    La risposta che cerchiamo forse è in un “pattern”, un modello di riferimento ancora da individuare. In Messico stiamo lavorando alla ricerca di questo “pattern”, ed è giusto farlo perché la ricerca ufologica secondo noi si è fermata di fronte all’ostacolo delle molteplici evidenze filmate. Prendiamo i diversi tipi di UFO filmati sulla Crimea, da Carlos Diaz, da Billy Meier, o quelli dell’eclisse di Città del Messico ed ecco ch e puoi esprimere valor come la luminosità, la densità della luce, la velocità, le caratteristiche meteorologiche, dati che puoi raccogliere in una tabella cui attribuire un valore “x” e confrontare con gli altri. Trattandosi di parametri reali, attraverso questi sappiamo se l’oggetto è reale. Per la scienza se il modello si riproduce, allora è vero. Se ne desume che i più qualificati ricercatori, Jim Dilettoso, Victor Quezada, Mario Torres, Corrado Malanga, progrediscono nei loro studi ma, per trovare un “pattern” distinguibile, i risultati devono essere collegati. Solo così si giungerà a creare modelli di “UFO-tipo” validi e riconosciuti, cioè delle unità di misura come il chilogrammo o il chilometro. Ma forse è un’illusione.

    All’alba su una montagna
    Ma torniamo al caso Diaz. Innanzitutto devo dire che al di là della bellezza dei suoi documenti foto e filmati, io stesso ho visto personalmente questi oggetti. Erano circa le 23 di una sera dei primi di settembre del 1994 e mi trovavo, in compagnia di un’altra persona, nei pressi dell’abitazione di Diaz a Tepoztlan. Abbiamo potuto vedere un oggetto molto grande di colore giallo e rosso, che poi è stato come “assorbito” dalla stessa montagna diventando un fascio di luce, un bagliore strano, contenuto dentro i limiti della stessa figura, che non emetteva luce verso l’esterno. Era assolutamente identico ad uno degli UFO fotografati da Carlos. Questo mi ha dato una conferma interiore. Io credevo nel suo caso, ma a livello tecnico ho potuto avere la certezza che era reale, che l’oggetto era vero.
    I contatti di Diaz, cominciarono 14 – 15 anni fa, a Città del Messico, dove lui risiedeva con i suoi genitori, a Cohacan, un quartiere a sud della capitale. Sappiamo che da tempo Carlos credeva nella realtà del fenomeno UFO e che aveva avvistato delle piccole luci dalla sua finestra, ma una volta poté vedere un oggetto più grande, stazionario, che sembrava posasse per lui. Carlos aveva la passione per la fotografia, prese quindi la sua macchina e riuscì a scattare un paio, forse tre foto: ne abbiamo vista una, è veramente straordinaria, mostra un UFO pressoché identico a una delle sue foto più famose. Passò un certo periodo e fino ai primi anni ‘80 Carlos ha vissuto una vita normale, diventando sempre più bravo come fotografo. Un giorno gli fu richiesto di fotografare l’alba su una montagna che si chiama Cerro del Acusco. Aveva fermato la macchina in una piazzola dell’autostrada e stava aspettando il sorgere del sole e invece spuntò improvvisamente un oggetto molto grande, che all’inizio Carlos confuse col sole ma poi, visto che l’oggetto era fermo a non oltre cento metri da lui, si convinse che non era il sole e febbrilmente iniziò a fotografare. Carlos era già un professionista, prova ne sia che un suo libro di foto di antiche mappe del Messico era stato pubblicato dall’Istituto di Antropologia del Messico, ma in quel momento non disponeva dell’attrezzatura idonea per realizzare trucchi o fotomontaggi, a causa di seri problemi economici. Fu quindi preso di sorpresa da quella strana cosa, che si era alzata e si era fermata, sospesa nell’aria. Carlos aveva la macchina ritardata su 40 Ohm per riprendere il sole e allora scattò un paio di foto in cui si vede l’astronave raddoppiata a causa della sovrimpressione, poi regolò la macchina e scattò due foto dell’oggetto, una di lato, una di sotto. Poi i suoi contatti sono continuati diretti invece, con gli esseri, sono venuti quattro o cinque anni dopo, quando già abitava a Tepoztlan.

    Esseri identici a noi
    Da 500 anni questi oggetti appaiono su Tepoztlan, e in questa cittadina di 20.000 persone, 18.000 li hanno visti e per la gente gli avvistamenti sono un fatto normale, ma non vengono interpretati come UFO.
    Dicono molto poeticamente, che quelle luci sono il modo in cui le montagne comunicano fra loro. Tepoztlan si trova in una piccola valle circondata da montagne che anticamente erano considerate sacre nella cultura Tllauica, di derivazione Azteca. Erano visti come “segni del cielo”, la cui presenza era collegata a fenomeni che dovevano succedere, come terremoti, eclissi solari ecc. In un convento francescano di Tepoztlan, i frati, curiosamente, hanno dipinto le cupole con dei fiori simili alla forma di un’astronave, un fiore che peraltro non cresceva in quella regione. Carlos ha avuto dunque la possibilità di fotografare, ma poi è arrivato il giorno in cui, per la prima vola, ha visto le entità, che apparivano (e lo sono ancora oggi) identici agli esseri umani. Niente grandi teste, antenne, ma esseri – questo ce lo ha spiegato Diaz – che si erano inseriti e perfettamente integrati nella società, con i loro figli che studiavano alle stesse scuole dei bambini di Tepoztlan, persone che mangiavano come noi e che avevano modificato la loro genetica per adattarsi al nostro eco-sistema terrestre e che da tempo, da molto tempo abitavano sulla Terra. In merito alla loro provenienza, Diaz ha sempre ribadito che essa non è importante, che quello che conta è che sono già sulla Terra. Condivido la sua opinione. Si ritiene comunque che vengano dalla costellazione delle Pleiadi e che fra di loro ci siano individui di diverse razze. C’è quindi un accostamento, anzi, una possibile continuazione del caso Meier. Sappiamo a livello non ufficiale, che lo stesso Meier ha scritto a Carlos e che in una lettera lo ha messo in guardia contro i pericoli che esistono con i ricercatori senza scrupoli come gli Elders, Welch ecc. C’è quindi un pericolo di inquinamento, ma siamo del tutto certi che, almeno fino a questo punto, Diaz è pulito e sano. Non crediamo peraltro che diffonderà altro materiale per 2 ragioni: perché non lo ha o perché preferisce tenerlo celato. Oltre alle foto e ai filmati trasmessi dalla televisione messicana, Diaz si è già mostrato in pubblico nel 1993, nel “Programas de Investigacion” di Jaime Maussan. Esistono però dei filmati di Diaz pressoché inediti; in uno si vede l’astronave che ondeggia lievemente e poi emette un raggio di luce che raggiunge il suolo e, in un altro, un oggetto di colore verde, ripreso tra le montagne di Tepoztlan.

    Molti altri hanno visto
    Conosco altre persone che, grazie ad un appostamento, hanno filmato proprio questo stesso oggetto sull’Hotel Tepoztlan, nei pressi della casa di Diaz. Sarebbe, secondo quello che mi hanno descritto, lo stesso che io ho avuto modo di vedere ma non la fortuna di registrare.
    La mia è stata un’esperienza incredibile, durata solo 25 secondi. Avevo già visto degli UFO, ma non come quello e a distanza così ravvicinata. Ho provato una grande emozione, combinata con la voglia di non perdere il minimo dettaglio di quello che stavo osservando e poi un’ansia molto forte e il desiderio anche di vedere gli “esseri”. Ero con una mia assistente, anche lei ha visto e poi abbiamo visto delle luci, sul campo di calcio di Tepoztlan. Altri, moltissimi testimoni hanno potuto seguire questo oggetto, e contemporaneamente, registrare strani problemi di corrente elettrica che va via esattamente nel movimento in cui compaiono questi oggetti in cielo. Ogni 8 settembre l’oggetto puntualmente ricompare, per Tepoztlan è diventato un appuntamento turistico e la gente arriva da tutte le parti con le videocamere, per filmare le sue evoluzioni. Ma è certo che l’altro aspetto del problema, quello della “presenza” di questi esser tra noi, è più rilevante.

    A bordo delle astronavi
    Resta difficile pensare che degli “alieni” si siano insediati nel nostro paese, eppure è così. Essi non si manifestano ai ricercatori UFO, bensì alla gente semplice. Non c’è una collaborazione con gli esperti, scelgono invece le persone a loro piacimento, il contatto – ad esempio con Carlos – avviene in modo molto sporadico, a volte una o due volte al mese, a volte ogni sei mesi, non c’è una continuità. Anche per questo Carlos non può essere considerato un contattista che ha un messaggio da diffondere, ma è un contattista comunque perché ha contatti continui, vissuti da lui come un’offerta di alternativa alla vita pericolosa che stiamo vivendo sulla Terra, perché ha potuto estrarre, dai concetti da loro comunicati, il succo; vale a dire la salvezza con l’ecologia, e formule precise. Carlos si è per esempio interessato, attraverso l’aiuto di persone con sostanziose possibilità economiche, alla costruzione di una casa totalmente autosufficiente a livello energetico. La casa esiste, è pratica e funzionale. Diaz dice di essere stato invitato a salire sull’astronave 3 o 4 volte (come premio per essersi guadagnato la loro fiducia). Vi si accede attraverso le sezioni rosse, che sono meno calde delle gialle. Entrando egli si sentiva come trasformati in luce stessa, non sentiva più il suo corpo. Carlos racconta di come a volte si sia coperto gli occhi con le mani per controllare se riusciva più o meno a vedere la luce e non la sua mano. Ha capito quindi di essere diventato lui stesso di luce, la stessa luce dell’astronave, non è però riuscito a spiegarsi se il corpo resta fuori, se cioè avvenga uno sdoppiamento e solo l’anima ha accesso, oppure se tutto il corpo diviene luce. Una volta “integrato” nel corpo dell’astronave (Carlos la intende con un’entità biologica, viva), egli avrebbe dunque avuto la possibilità di viaggiare con loro e di sorvolare la regione dei Chiapas, dove i Pleiadiani avrebbero una loro base e su un altro posto della Repubblica Messicana, Tsacatecas. Carlos dice che questi Pleiadiani sono “esseri di luce” che hanno la possibilità di crearsi un corpo quando lo desiderano e di contattare liberamente le persone prescelte. Sicuramente deve esserci un programma specifico dietro questa metodologia di scelta: Carlos non è certo che possano aver contattato altre persone, ma ritiene che si siano insediati, oltre che a Tepoztlan, anche a Città del Messico e che, sul piano ipotetico, egli può “volere” degli incontri, ma che tutto dipende da loro. E’ un programma di sensibilizzazione per un piano futuro, per farsi conoscere, mano a mano, nel tempo. Sembra che questa razza stabilitasi a Tepoztlan abbia relazioni con altre specie aliene, come i “Grigi”; lo si deduce dal fatto che Carlos ha fotografato altri tipi di UFO, di aspetto metallico e non di luce, e sembra anche che i Pleiadiani gli abbiano detto che questi altri esseri piccoli, i “Grigi” siano a loro servizio, quindi c’è già un collegamento.
    Apparentemente, il tipo di “entità umane superiori”, o meglio entità che possono “umanizzarsi” sono benevole, mentre gli altri non sembrano benevoli. Ma questo, al mio rientro in Messico, sarà oggetto di ulteriori approfondimenti, perché il problema dei rapimenti, pur non essendosi mai verificato alcun caso specifico a noi noto, dovrà essere affrontato anche nel nostro Paese.


















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    INTERVISTA A CARLOS DIAZ

    Personaggio fra i più famosi e controversi in ufologia, Carlos Diaz balzò agli onori delle cronache sul finire degli anni Ottanta, quando rese di dominio pubblico le sue esperienze, suffragate da sensazionali foto di UFO, dividendo i ricercatori tra sostenitori e detrattori. Fra il suo caso e quello di famosi contattisti - Adamski e Meier soprattutto - sussistano similitudini. Come Adamski, Diaz afferma che gli alieni interagiscono tranquillamente con la vita quotidiana di Tepotzlan, la cittadina nella quale da sempre risiede con la sua famiglia: "addensati" in forma umana, lavorano, vanno a fare spesa, pagano le tasse, mangiano pizza e tacos e quando è possibile, nottetempo si alzano in volo con le loro sfere di luce, in grado di registrare eventi e dati del nostro habitat sociale e naturale.
    Diaz avrebbe avuto modo di entrare nelle gallerie sotterranee che a Teotihuacàn collegano la piramide del Sole e quella della Luna. Nelle caverne, non aperte al pubblico, Diaz ha scoperto bassorilievi precolombiani effigianti antiche divinità che scendevano dal cielo su mezzi volanti.
    Dichiarazioni tutte da dimostrare, quasi surreali, che però rendono quest’uomo - sincero e vibrante come pochi altri, noncurante delle reazioni di chi, attonito, lo stia ad ascoltare - un disarmante testimone del Contatto. C’è qualcosa in Carlos che lo rende totalmente diverso dai contattisti, da chi, per incontrare gli alieni, intoni mantra di gruppo o ricerchi una connessione telepatica, o costruisca cattedrali nel deserto… il sistema di Diaz è più semplice ed efficace. "Quando voglio organizzare un incontro li chiamo al cellulare" racconta candidamente e, dato l’assunto di una presenza ET fra noi, nel loro rivelarsi solo ad alcune persone selezionate, a suo avviso un contatto telefonico è del tutto plausibile e pratico. Dopo, puntualmente, si verificano gli appuntamenti prestabiliti, di fronte a decine di testimoni muniti di videocamere e macchine fotografiche.
    Diaz gira il mondo con una serie nutrita di videocassette contenenti immagini di UFO ed interviste ad autorevoli esperti che hanno studiato il suo caso. Fra questi, il fisico Victor Quesada che, davanti alle telecamere della TV di stato messicana, non ha esitato a raccontare la sua esperienza. Dopo 700 ore di analisi condotte sulle foto e i video di Carlos, convintosi della loro autenticità, Quesada si fece coraggio e gli chiese di intercedere perché gli alieni gli accordassero un incontro. Pochi giorni dopo, di fronte a otto testimoni, nel luogo e all’ora prefissati, un oggetto luminoso si manifestò stazionando sopra un impietrito Quesada ed investendolo con un raggio di luce che iniziò a sollevarlo da terra. Quesada, terrorizzato, prese a tremare e a divincolarsi a tal punto che venne rilasciato al suolo, con somma delusione degli astanti che lo stavano incitando a lasciarsi andare. Sarà bizzarro - forse per il loro background culturale (l’ignoto in Messico è di casa) - ma i residenti di Tepoztlàn non sono intimoriti dagli UFO, che si fanno vedere pressoché ogni giorno. Ma Quesada, uomo di scienza, invece ebbe paura.

    Allora, i tuoi primi incontri con questi alieni risalgono al 1981…

    Non alieni, li definerei piuttosto forme di vita intelligenti "aliene" a questo pianeta.

    Perché sono qui?

    Sono mossi dalla stessa curiosità che spinge noi uomini a studiare la vita nelle foreste pluviali, nei fondali marini, sulla cima dei monti o ad andare sulla Luna. È la sete di conoscenza, la voglia di scoprire in quali e quante maniere si è sviluppata la vita.

    Non ti hanno mai detto da dove vengono, da quale stella o pianeta?

    Per più di dieci anni non mi sono posto la questione, pensavo solo a quello che avevano da insegnarmi. Poi, su pressione di alcuni ricercatori UFO, una sera mentre mi trovavo a Tepoztlan in un campo illuminato dalla luna piena in compagnia di uno di "loro", gli chiesi da dove provenissero. Mi diede una pacca sulla spalla e mi disse: "Carlos, potrei dirti il nome di qualsiasi stella o costellazione o galassia, ma il solo posto dove voi siete arrivati è la Luna. L’unica cosa veramente importante è che ora siamo qui, sul vostro pianeta".

    Stando a diversi contattati, i visitatori sottolineano spesso l’importanza di salvaguardare l’ambiente e promuovere l’ecologia. Perché?

    È una delle ragioni principali che mi spinge a divulgare la mia storia. Non mi interessa convincere nessuno dell’esistenza degli UFO o della veridicità delle mie esperienze, ma far capire ciò che questa esperienza mi ha lasciato dentro: è importantissimo comprendere quello che l’uomo fa con la vita stessa. Stiamo uccidendo la vita del nostro pianeta. Siamo la specie dominante in questo momento e disgraziatamente ci stiamo rendendo responsabili dell’estinzione di una specie animale o vegetale ogni 20 minuti. Questo vuol dire 70 specie al giorno, molte delle quali non ancora classificate dai botanici o dagli zoologi. Quando se ne prende coscienza, si capisce che, come membri attivi di questo pianeta, è necessario fare qualcosa. Presupponiamo di essere una razza intelligente, e invece il 70% della creatività umana è impiegata nello sviluppo di mezzi di morte. Per 175 milioni di anni dinosauri dominarono il pianeta, ma questo non bastò a garantire loro la sopravvivenza. Siamo sull’orlo del precipizio, vicini alla catastrofe ecologica. Abbiamo messo il denaro al di sopra del valore della vita.

    Cosa pensi di Meier e Adamski? Vedi paralleli tra la tua vicenda e la loro?

    Non mi piace molto il termine "contattato", molti si sono fregiati di questa definizione e alla fine la loro storie si sono dimostrate infondate. Nel filmato che vi ho appena mostrato c’erano quarante persone assieme a me a filmare e fotografare l’astronave. C’è una bella differenza. Inoltre io posso programmare in anticipo gli incontri, non credo che Meier o Adamski potessero farlo.

    Carlos, come funziona? La gente ti chiede di vedere un’ astronave, e poi?

    Victor Quesada ha chiesto di incontrarli e poi, al dunque, ha avuto paura, non si è lasciato andare, si sentiva "dissolvere" perché la sua densità fisica stava cambiando a un livello di vibrazioni più sottile e temeva di morire. Quando qualcuno ha paura non lo prendono, non vogliono creare traumi.

    Ma come fai tu a contattarli? Telepaticamente?

    Assolutamente no. Abitano qui tra di noi. Io mi posso recare presso la loro abitazione, o il loro ufficio, oppure li contatto telefonicamente e gli dico "Vorrei organizzare un incontro". Stanno cercando di vivere la stessa vita degli esseri umani per capire meglio la nostra psicologia, i motivi che ci spingono ad agire in un certo modo.

    Si sono reincarnati come esseri umani o sono mimetizzati in qualche maniera?

    No, niente del genere. Hanno adottato la nostra fisionomia in un altro modo. Il loro stato naturale è quello di esseri di luce. Abbassano la frequenza delle loro vibrazioni fino a solidificarsi in forma fisica e allora diventano indistinguibili da noi.

    C’è mai stata una love story tra un alieno e una terrestre, o viceversa?

    No, hanno compreso che è meglio non creare "incroci" di sorta. Rispettano le nostre peculiarità, ci ammirano persino, dato che l’evoluzione sul nostro pianeta è stata molto più rapida rispetto al loro. Credono che sia questo il motivo per il quale l’umanità non si rende conto di quello che sta facendo al pianeta.

    È possibile che in futuro anche l’essere umano si evolva fino a diventare un essere di luce?

    Dipende se l’uomo imparerà a rispettare, difendere e proteggere la vita, proprio come saggiamente faceva Jack Cousteau. Se ci riusciremo, otterremo la possibilità di scoprire cose incredibili e meravigliose, molto più grandi di qualsiasi macchinario creato dall’uomo. Dobbiamo concederci l’opportunità di investigare e comprendere più a fondo noi stessi, prima di tutto. Esplorare in maniera intelligente e responsabile ciò che ci circonda. Oggi non viviamo davvero. Siamo troppo occupati a sopravvivere giorno per giorno per comprendere quale meravigliosa forma di vita siamo davvero.

    Su Stargate affrontiamo argomenti di frontiera, come la meditazione, la pranoterapia e le guarigioni alternative. Cosa ne pensi?

    Tutto è energia. Anche se ci vediamo fatti di materia, i nostri atomi sono composti da diverse cariche energetiche che si attraggono e respingono. In fondo siamo pura energia che vibra a frequenze differenti. Se impareremo a controllare e variare la nostra frequenza vibratoria, potremo diventare anche noi esseri di luce.

    Hai mai fatto delle analisi medico/cliniche, per riscontrare la presenza di impianti o altre anomalie?

    Sì, mi hanno sottoposto a numerose analisi: del sangue, delle urine, encefalogramma, elettrocardiogramma, TAC e anche psicologiche. Quest’ultime le ha condotte John Mack (psichiatra di Harvard, n.d.a.) che nel suo ultimo libro "Passaporto per il Cosmo" ha dedicato ben 19 pagine al mio caso. Per me è un onore. Dagli esami risulta che sono una persona normalissima e in piena salute mentale. Sono contento della mia normalità, anzi, colgo l’occasione per sottolineare che non mi ritengo assolutamente un "eletto", né un illuminato, né un messaggero, non voglio formare gruppi o sette, anzi. L’umanità è già fin troppo divisa, sezionata. Noi siamo una sola specie. L’inquinamento o le radiazioni non si fermano alle frontiere, non fanno distinzioni. Nella sua follia l’uomo ha creato un male che è più imparziale di lui, che non guarda in faccia a nessuno.

    Nelle tradizioni precolombiane si accenna spesso alle attività di antichi visitatori venuti dal cielo. In particolare, nel Popol Vuh, di come gli déi crearono l’uomo. Ritieni che queste leggende si riferiscano a manipolazioni genetiche condotte in passato sull’umanità?

    No, credo che qui sia importante distinguere la realtà dal mito. Sono convinto che nel passato ci fu un vero contatto tra gli esseri di luce e i Maya, gli Aztechi e gli Incas. Intendo un contatto aperto e pubblico con questa civiltà che viene dal cosmo. Putroppo furono male interpretati molti scritti e codici antichi. La razza umana è frutto della naturale evoluzione del pianeta Terra. Mai essi hanno apportato modifiche nelle informazioni genetiche di nessuna specie.

    Alcuni pensano che gli Angeli dell’Antico Testamento possano essere stati in realtà "esseri di luce"...

    Sinceramente non lo so.

    Come vivi le tue idee religiose, dati i tuoi contatti?

    La nostra è una cultura particolare: sin dall'infanzia ci fanno credere di avere un peccato originale addosso, ma se siamo il frutto di un atto d’amore, come può questo amore essere peccato? Ho un profondo rispetto per le religioni, ma rispetto di più la vita, perché la vita ha di per sé una connaturazione divina.

    Tua moglie o i tuoi figli ti hanno mai raccontato di aver avuto esperienze particolari, sogni o altro, che facciano presagire un contatto?

    No, loro non sono coinvolti. Fortunatamente abbiamo una vita molto normale e tranquilla. Ne sono molto felice.

    In Brasile, nel caso Varginha, i militari hanno esercitato forti pressioni sui testimoni per tacitarli. Com’è la situazione in Messico, hai mai ricevuto visite di agenti governativi?

    No. Devo concederlo al mio Governo, nessuno mi ha mai fatto pressioni o minacciato. Al contrario, talvolta mi hanno fatto visita dei personaggi politici desiderosi di saperne di più. Alcuni, molto interessati alla mia storia, perché anche a loro è capitato di vedere degli UFO, mi chiedono spiegazioni. Ma solo a titolo personale.

    In Messico verrà mai organizzato dal Governo un gruppo di studio del fenomeno, sulla falsariga del francese Cometa?

    Il mio paese vive un momento molto delicato e tutta l’attenzione dei dirigenti politici è incentrata su problemi economici e sociali, non certo sugli UFO.

    Carlos, cosa ti fa più paura?

    La "paura", dopo le mie esperienze, è scomparsa completamente dalla mia vita. Tutto ciò che viviamo alla fine ci lascia un insegnamento positivo, anche le esperienze peggiori. Chi vive nella paura non si lascia la possibilità di sentirsi vivo.

    Ricolleghiamoci per un attimo all'idea di religione e a cosa c'è dopo, alla vita dopo la morte?

    Al dopo non penso proprio. Una volta mio figlio mi chiese se credevo al paradiso o all’inferno, o alla reincarnazione. Gli risposi che non potevo saperlo, perché non l’ho vissuto. Quello che so è che ora sono vivo e che voglio vivere intensamente ogni minuto della mia vita. Quando un giorno morirò, saprò se nell’aldilà c’è qualcosa, ma non perdo tempo a pensarci adesso.

    Sembra che molte persone in contatto con gli alieni considerino le stelle o altri pianeti come la loro vera casa. Senti di condividere questo sentimento?

    Tutti noi facciamo parte del cosmo, di un ordine universale. Se sento qualcosa di forte dentro di me è l’amore per il nostro pianeta e tutto quello che in esso vive. Questa Terra è la mia casa, che si affaccia poi su infiniti altri mondi. Ci terrei particolarmente che lo diceste ai lettori di Stargate: invito la gente a tener conto della meravigliosa fase che stiamo vivendo, è un momento storico. Se riusciremo a capire cosa stiamo facendo, vedremo che c’è la necessità di correggere il nostro cammino. Sarebbe ingiusto lasciare in eredità alle generazioni future gli errori che stiamo commettendo come specie. Se gli uomini del futuro, i nostri figli, potessero tornare indietro nel tempo e far udire oggi la loro voce, ci chiederebbero l’opportunità di vivere in un pianeta pulito, tranquillamente e pienamente. Se non smettiamo di concentrarci su strumenti di morte, in futuro i nostri discendenti erediteranno un pianeta in agonia. Questo non mi sembra giusto, né per le generazioni a venire né per quelle razze animali e vegetali che non sopravviverebbero. Lavoriamo con sensibilità e intelligenza in favore della vita.




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    DOCUMENTARIO - IL CASO DIAZ - ASTRONAVI DI LUCE
















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    RIPORTO ANCHE UNA BREVE ANALISI DELL'UTENTE DECKARD

    Come dicevo l'argomento è stato sviscerato un po da tutti nel vecchio forum. Le mie analisi le feci sulla base della mia personale esperienza come grafico e fotografo professionista (appassionato anche di animazione + grafica 2 e 3d, effetti visuali e tecniche cinematografiche in genere), senza ostentare altisonanti titoli (che sembra dovrebbero essere dipersè prova di autenticità...) o referti di fantomatici software specializzati , ma usando il comune, indeferibile, buon senso.
    Gli "spots" sulla "fusoliera" cui mi riferisco sono questi:





    La natura "plasmatica", cioè non solida, dell'oggetto è indirettamente confermata dagli stessi racconti di Diaz. Ciò non toglie che la fantasia possa suggerire mille altre interpretazioni per quei cerchietti così ben delineati in una "nebbia di luce": tipo sonde superficiali, oblò energetici di comunicazione con l'esterno, citofoni... per me sono "paricolari" sfuggiti al controllo, blandamente giustificati ("cerchi di luce") dallo stesso autore.
    Uno degli unici filmati che non mettano l'ufo in un contesto che non sia la pura ed unica tenebra è qui, a 7:50:



    ...Ma la tenebra circonda l'oggetto anche qui, permettendomi di immaginare ch'esso sia semplicemente appeso sopra o poco oltre l'abitazione. In tutti i filmati il nero 0,0,0 circonda l'oggetto, condizione ideale per non dare riferimenti. Continuano a rimanere poi le impressioni sul sonoro, molto anomalo per la situazione, la mobilità e l'apparizione stile switch on/off.
    Emblematico questo filmato, che suggerisce diverse perplessità sulla sua autenticità (2:00):

    www.megaupload.com/?d=7WMLDRXG

    - L'ufo si sposta in verticale senza cambiare assolutamente prospettiva! Per quanto Diaz possa avere usato un tele-obiettivo (l'unica ottica in grado di schiacciare la profondità, per ottenere un effetto simile si possono verificare solo 2 condizioni contemporanee: l'"ufo" si trova a KM su KM di distanza; Diaz sta montando non un teleobiettivo, ma un tele..scopio! ...il che è praticamente impossibile per l'ottica (anche con aggiuntivo 1.4x o 2x etc...) di un camcorder Betamax/VHS degli anni che furono..

    - La sagoma scura del rametto che trema, anzi, fibrilla davanti all'oggetto, ha ben poco a che fare con la ripresa diurna dell'ondeggiare elegante e maestoso delle larghe fronde dell'albero citato come contesto.
    Praticamente + di una prova-confronto, un autogol!
    Tralascio i commenti sullo scattoso, rimbalzante, ubriaco movimento dell'oggetto, che a dire dal testimone, e 2ndo le stime sull'ottica, dovrebbe essere spaventosamente grande. Il tutto fa pensare ad un piccolo set con uso di fondini trasparenti retroilluminati/miniature etc, etc, etc... l'effetto si può ottenere in diverse maniere: spostando l'"ufo" rispetto la situazione, o viceversa. E' caratteristico anche delle tecniche di animazione tradizionali (live o stop-motion) dove, per muovere in economia un'oggetto o un fondale, si evita di disegnare 1000iaia di fotogrammi e si trasla uno dei piani trasparenti dell'inquadratura dove è riposto l'acetato (si parla di layers nell'animazione 2d su computer). Il tutto si può fare anche in maniera artigianalissima!

    Sempre in questo filmato:

    www.megaupload.com/?d=7WMLDRXG

    ... a 7:10 circa, vari esempi ripetuti dell'oscillazione riconducibile facilmente ad un punto o perno di riferimento, caratteristica tipica di un modellino (o un mezzo intermedio come un vetro o uno specchio)appeso ad un sostegno nascosto e perturbato da vento e/o vibrazioni involontarie. Qui sì che cambia la prospettiva! Chissà come mai...
    Carlos Diaz è stato veramente avveduto: nella maggior parte dei casi ha evitato i veri e propri fotomontaggi, video e/o fotografici, perchè + difficili da realizzare e + facilmente smascherabili. Ha lasciato il + delle volte il non riproducibile (il cielo, un riferimento a qualcosa di reale) blando (e solo in qualche foto) o assente. La ripresa è sempre live e in the dark, con la combinazione dei (pochi) elementi puramente ottica (così il materiale rimane "genuino"). I movimenti e le apparizioni/sparizioni (troppo complessi da ricreare) sono assolutamente statici.
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    IRONMAN.75
    Post: 5.557
    Registrato il: 20/10/2010
    Sesso: Maschile
    [IMG]http://oi65.tinypic.com/2hq8bb5.jpg[/IMG]
    Utente Master
    00 27/07/2011 18:14
    Siamo sempre lì...credere o non credere?

    Ricordiamo che è abbastanza vecchiotta come vicenda questa.
    E tutti i video sono registrati da nastro VHS, non sono recenti quindi non possono essere stati manipolati con il computer(secondo me).
    Comunque hai fatto bene a catalogare l'episodio grande +maranatha+!
  • _INSIDER_
    00 27/07/2011 18:31
    IRONMAN.75, 27/07/2011 18.14:

    tutti i video sono registrati da nastro VHS, non sono recenti quindi non possono essere stati manipolati con il computer (secondo me).


    Infatti Iron, qui si tratta di ben altra tecnica fotografica utilizzata da Diaz.
    Mi sento di condividere l'analisi dell'utente Deckard segnalata da Sheenky.


  • cazz@ro6502
    00 29/09/2011 17:31
    Valutando le foto ed i filmati Diaz, a me fanno subito pensare ad un fotomontaggio su un tramonto, specie nel filmato, fatti nei primi anni 80 in cui ancora l'elettronica di consumo non aveva editing a/v e photoshop tali da far buone patacche a casa. Il movimento e' a scatti e non e' per niente fluido e la sensazione e' di un oggetto fisso che si muove rispetto allo sfondo. Come se si fossero accostate 2 frame di foto al sole in tramonto con una differenza tra di loro di vari minuti







    a me fanno pensare ad un fotomontaggio su una base di un tramonto


  • _INSIDER_
    00 29/09/2011 18:01
    Caro Cazzaro, perdonami, ma qui il tramonto c'entra davvero poco...
  • cazz@ro6502
    00 29/09/2011 19:17
    Re:
    _INSIDER_, 29/09/2011 18.01:

    Caro Cazzaro, perdonami, ma qui il tramonto c'entra davvero poco...



    Sono daccordo sulla lunga analisi di Sheenky, foto di Diaz (modellino) il filmato pure, si vede che sta filmando un oggetto fermo. Anche in camera oscura, mettendo in primo piano un rametto o cespuglio per farlo apparire albero. Poi l'oggetto e' fermo ossia dentro ad una foto, sono daccordo con quanto detto da Sheenky

    Secondo me l'oggetto fermo e' la foto del sole ad un tramonto, ovalizzato da una lente speciale apposta sull'obiettivo oppure un banale taglia ed incolla a mano su catoncino nero, filmando tutto in camera oscura. Il cielo la notte non e' mai nero e comunque le stelle di prima grandezza di dovrebbero vedere



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    Restanon pero' i dati delle tracce radar e delle testimonianze dei campesignos del luogo e pure le testimonianze di altri soggetti, che pero' parlano di luci anomale che zigzagano si fermano e poi volano via, ossia fenomenologia foo fighters