Chi segue Zagami sulla sua pagina Facebook saprà certamente che ha intenzione dal 10 gennaio di bruciare le sedi del PD e di Equitalia, per poi il giorno 18 marciare su Roma e dare il via al golpe militare, che lui stesso afferma guiderà personalmente. Doveva esserci il golpe già il 25 dicembre, ma è stato rimandando per ragioni non ben chiarite. Zagami afferma di avere il supporto anche del Papa. Per meglio comprendere che non sia tutta una colossale sciocchezza, invito a leggere due articoli riportati dal giornalista Marco Gregoretti.
Leo Zagami non si arrende: incita al golpe parlando da un numero “coperto”. Per conto di chi lavora?
Stanno destabilizzando usando ogni occasione e vecchi sistemi? Il dubbio mi viene. Oggi si è rifatto sotto Leo Zagami, il personaggio che mi aveva telefonato dicendomi che stava organizzando un golpe che avrebbe lui stesso annunciato all’Italia intera da Piazza San Pietro, a Roma, il 25 dicembre scorso (vedere articoli in questa sezione del sito). Alle 20,28 di oggi, 29 dicembre 2013, ha fatto una telefonata a Gaetano Saya, operatore di intellignce, noto per la vicenda conosciuta come “indagine sulla polizia parallela” che lo porto’ nel 2005 agli arresti domiciliari, ma poi prosciolto per non aver commesso il fatto. Questo in sintesi il testo della telefonata. Leo Zagami: “Buongiorno, sono Leo Zagami, lavoro per conto dei servizi segreti di Putin e stiamo organizzando un colpo di Stato insieme ai Forconi e a Berlusconi. Lei vuole partecipare?” Gaetano Saya: “Mi scusi, ma lei da chi ha avuto il mio numero di telefono?” Leo Zagami: “Da Gilberto Di Benedetto (Fisoterapista, psicologo, insegnante di educazione fisica, organizzatore di dibattiti, pittore. In realtà molto vicino a una parte dei servizi segreti. Anche lui coinvolto nella vicenda della polizia parallela perché ritenuto dalla Digos di Genova uno degli ispiratori, senza, pero’, subirne conseguenze restrittive ndr). E’ lui che mi ha detto di chiamarla” Gaetano Saya: “Guardi, a me questo cose non interessano. Napolitano è il mio Presidente della Repubblica e Letta è il mio Presidente del Consiglio. Io lavoro per il mantenimento della Repubblica democratica” Leo Zagami”Ma io sono un generale” Gaetano Saya “Sono contento per lei” Leo Zagami: “Abbiamo già parlato con Forza Nuova e con Casa Pound. Lei è titolare unico del simbolo del Movimento sociale…”. “Senta, guardi, o capisce che non mi interessa e che io sono contro queste cose o glielo faccio capire… Non mi interessano Berlusconi, i Forconi, il generale Pappalardo (Generale dei carabinieri in congedo, battagliero capo del Cocer, il sindacato dell’Arma, ndr), Putin… E poi lei mi sta comunicando notizie di reato. Informo subito i Carabinieri. La saluto”. Dopo aver riagganciato, tra l’incredulo e l’alterato, Saya ha chiamato Di Benedetto: “Scusa, ma perché tu dai il mio numero in giro?” Gilberto Di Benedetto “Io?” Saya: “Si’, tu. Un certo Zagami mi ha telefonato dicendo di farlo a nome tuo… Mi ha parlato di colpi di Stato, di Berlusconi, di Putin. I colpi di Stato sono contro la legge. Io vado a informare i Carabinieri” Di Benedetto: “No, non ti preoccupare, non andare dai Carabinieri, metto tutto a posto io”. Insomma cari miei io sono sempre più’ convinto che tra annunci farlocchi o appositamente farlocchi, depistaggi, ventilati incontri con il Papa, qualche mano stia operando per destabilizzare facendo circolare notizie inquietanti, false, e, a volte, oscure. Perché? Mi chiedo, ma se è vero che Zagami agisce per conto di Di Benedetto, per conto di chi agisce Di Benedetto? E fin dove porta questa catena? Una prima risposta, davvero curiosa, arriverebbe proprio da una verifica fatta dallo stesso Saya. Da un accertamento risulterebbe,infatti, che il numero di cellulare 331… da cui lo ha chiamato Leo Zagami sarebbe intestato al Ministero degli Interni. In altri termini: un numero coperto in uso ai servizi segreti. Perché è in dotazione a Leo Zagami?
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Una strana telefonata: “Il 25 dicembre ci sarà il colpo di Stato” Provocazione?
Ho ricevuto una strana telefonata. Da Leo Zagami, “scrittore esoterico”, teorico del complotto mondiale e del Nuovo ordine, che si è autodefinito e autonominato “ideologo dei Forconi”. Si tratta di una persona che io ho già avuto occasione di incontrare a Roma, in una particolare “location” a due passi dall’Ambasciata americana. Il lungo racconto che mi ha fatto per telefono, come se volesse essere ascoltato da intercettatori fuori onda, è una specie di fiume in piena e contiene elementi credibili (come quello che lavora per gli apparati, per i servizi segreti) mescolati a totali assurdità da mitomane (usiamo tecnologie aliene, devo consegnare a Putin la valigetta con i codici di Snowden). Una tattica spesso usata dagli esperti in intossicazione e in depistaggi che le malelingue definiscono “provocatori”. Io tendo a dare credibilità a Zagami perché è assai evidente che si è costruito (o gli hanno costruito) un personaggio tendente all’inquietante e al paranormale che, a volte, puo’ essere utilizzato per delegittimare le cose che lui stesso dice. Per esempio: non è detto che associare il suo nome ai Forconi, sia produttivo per i Forconi. In effetti questi ultimi ne hanno parzialmente preso le distanze. Come spesso succede nell’intelligence non è escluso che il suo compito sia proprio quello di danneggiare l’immagine del movimento di protesta a cui dice di appartenere. Oppure no. Partendo dal suo annuncio: il 25 dicembre ci sarà il colpo di Stato. Il giorno in cui, stando a quanto lui mi ha detto per telefono, andrà con i Forconi dal Papa, ci sarà un colpo di Stato. Sarà di tipo informatico e (ed ecco un polpettina avvelenata) portato avanti con tecnologie aliene. Lei, Gregoretti, è un giornalista non asservito (si, pero’ neanche pirla) e quindi cercherà di raccontare i fatti veri, perché la stampa di regime e prezzolata non scrive nulla di quello che sta davvero succedendo (e questo è verissimo). Questa è la tecnica: dire una cosa vera e subito dopo un’altra che delegittima quella vera. Ho fatto una verifica: si’ lui il 25 dicembre sarà in piazza San Pietro e probabilmente i Forconi andranno dal Papa. Quasi quasi andro’ a vedere. “Venga, venga, sa io cambio continuamente numero, pero’ cerchero’ di comunicarle luogo e ora dove poterci incontrare…Lei va in profondità. Ma lo sa che cosa è successo il 18 a Roma, in piazza del Popolo? Sono stato seguito e accoltellato da due tizi. Forse erano dei servizi inglesi. Uno l’ho sgozzato. Io sono stato ferito. Poi sono stato accerchiato da quattro black block. Grandi eroi quelli della Digos: mi hanno salvato. Gli aggressori avevano scoperto che lavoro per i servizi di Putin. Quelli contro di me li ha mandati Renzi…”. La telefonata è andata ancora avanti con la conferma che ci sarà un golpe. E che questo golpe sarà appoggiato dal presidente russo ( e se dici Putin, dici?…..) e che sarebbe anche amico dei Forconi. Prima di decidere che siano delle semplici farneticazioni bisogna leggere tra le righe e capire se questa telefonata a “un giornalista libero e non prezzolato” sia un tassello di un mosaico disegnato proprio dagli apparati per tentare di arginare i Forconi o se, al contrario, sia il preannuncio di qualche cosa che comunque prima o poi dovrà accadere. O, anche, se sia il tentativo di usarmi o di servire a me una polpetta avvelenata da parte di quei signori che ogni tanto mi mandano un simpatico avvertimento. Decidete voi. Dopo aver sfrondato il lungo annuncio dalle scemate che contiene.
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[Modificato da Ale-95 06/01/2014 15:01]