Sessant'anni della 2CV, mito intramontabile

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AURORA PILOT
00venerdì 9 maggio 2008 02:56
PARIGI - E' la storia di un'auto utilitaria, non proprio bella, ma rivoluzionaria, che è diventata un mito a quattro ruote alla stregua delle - di qualche anno più giovani -DS e, naturalmente, 500. La 2 CV compie 60 anni eppure resta più attuale che mai, in un momento in cui spopola il vintage e si ripensa con nostalgia persino al frastuono delirante del suo motore e all'indelebile odore d'olio e caucciù.

Questa storia la racconta (fino a novembre) una mostra della Cité des sciences et de l'industrie della Villette, a Parigi, realizzata in collaborazione con Citroen, che festeggia già con qualche mese di anticipo un compleanno che cadrà precisamente il prossimo ottobre.

Era infatti l'ottobre del 1948 quando la casa automobilistica, diretta da Pierre Michelin dal 1934, presentò ufficialmente il nuovo modello al Salone dell'automobile di Parigi. Superato lo shock iniziale dei visitatori e la freddezza della stampa, l'idea di fondo si rivelò poi vincente: era nata l'auto popolare, ovvero economica, polivalente e a basso consumo. Più di 5 milioni di 2 CV sono state fabbricate nel mondo fino al 1990: l'ultima è uscita alle 16 del 27 luglio di quell'anno dallo stabilimento di Manguade, in Portogallo. Era la fine di un'epoca, ma anche l'inizio di un mito al quale i francesi restano tuttora affezionati. In mostra a Parigi sfilano su una passerella scorrevole alcuni modelli, dai più vecchi ai più recenti: la Charleston, la Dolly, la Spot, la Cross, la Sahara.

Altri modelli 'classici' sono appesi al soffitto, hanno tutti i colori eclettici e la forma arrotondata e più audace dell'austera 2 CV A grigia che apre la mostra, la cui fabbricazione era stata lanciata nel '39 e interrotta poco dopo con la parentesi della guerra. Nel '48 dunque i francesi avevano di nuovo bisogno di sorridere e di sognare.

La 2 CV era allora diventata la complice delle loro gite in campagna e dei loro amori liberi. Per loro era - ed è ancora - la cara vecchia 'deudeuche', termine affettuoso e intraducibile. Vero e proprio oggetto di culto, l'auto vede nascere nel '52 il suo primo fans club e poi nel '75 il primo incontro mondiale degli amici della 2 CV, in Finlandia. A soli 65 km/h orari tutto sembrava possibile a bordo di una di queste vetture dalle mille facce, capace di trasformarsi in limousine, break, auto dei pompieri e persino in velivolo o motoscafo (alcuni documenti d'epoca lo provano).

La consacrazione arriva anche dal cinema e dalla pubblicità. Louis Malle l'ha scelta nel '51 per Les Amants, Francois Truffault nel '64 per La peau douce. Una foto del '51 l'ha immortalata accanto al maresciallo Tito, una del '61 alle spalle di Jacques Brel nel quartiere di Montmartre. Nell' '81 diventa persino una Bond's car: Roger Moore-007 in Solo per i tuoi occhi l'ha preferita gialla limone alla sua tradizionale Aston Martin.

Fonte: ansa.it

Io ho avuto occasione di guidarla l'estate scorsa e mi sono divertito un casino! Il modello non me lo ricordo, ma era del 1978 ed era cabrio! Il cambio è la cosa che mi piace di più, la tenuta di strada invece è da paura, nel vero senso della parola [SM=g27825] .
Sicuramente una delle macchine più utili e intramontabili mai costruite! [SM=x708800]



AURORA PILOT
(richard)
00domenica 11 maggio 2008 00:10
Se ben ricordo l'originale stemma della Citroen che tuttora rappresenta questo prestigioso marchio francese si ispiro' alla raffigurazione di un ingranaggio.
AURORA PILOT
00domenica 11 maggio 2008 02:27
Grande (Richard) non lo sapevo.
Ecco qua qualche curiosità:
Il simbolo Citroen raffigura l'ingranaggio che rese ricco il Signor Citroen; lo utilizzavano in un'industria russa, lui lo "acquistò", lo brevettò e lo rivendette a tutti...Pure ai russi a cui lo aveva comprato!

Furrrbino...

AURORA PILOT
(richard)
00domenica 11 maggio 2008 19:54
Un grande senso degli affari innato per Mr.Citroen, che non tutti possiedono!Tanti imperi economici sono nati dal nulla o poco piu'.
Se non sbaglio il grande Aristotele Onassis, all'eta' di 17 anni emigrato in Argentina, faceva l'importatore di tabacco orientale.
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