Se il biodiesel sostituisce la foresta

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(richard)
00sabato 9 febbraio 2008 20:37

Distruggere gli ecosistemi per produrre biocarburanti non solo provoca danni irreversibili all'ambiente ,ma produce molta piu' anidride carbonica di quella che fanno risparmiare con una percentuale centinaia di volte superiore.

Convertire un ecosistema a canna da zucchero o palma da olio
ricavando etanolo e biodiesel produrrebbe da 17 a 420 volte
piu' gas serra di quello che si avrebbe bruciando combustibili fossili.

Da : La nuova ecologia.it [SM=g27811]
Yoko Dark
00domenica 10 febbraio 2008 03:04
i biocombustibili sono più una chimera che una vera speranza...l'unico biocombustibile che è realmente una speranza è una specie di alga che deve essere appositamente coltivata in un impianto adatto...(questo l'ho letto in un articolo del national geographic)...se ne volete sapere di più provo a ricercare l'articolo...
(richard)
00domenica 10 febbraio 2008 11:25
Sarebbe interessante saperne di piu',grazie.
Yoko Dark
00domenica 10 febbraio 2008 14:02
maledizioneeeeee....ho passato un ora a scrivere tutto, ho cliccato rispondi e si è cancellato tutto...appena mi tornerà voglia e avrò tempo riscrivo tutto...promesso...scusate
(richard)
00domenica 10 febbraio 2008 19:33
Devi sapere che quando dai una risposta in un post se usi la "risposta veloce" non puoi dilungarti piu' di tanto perche'la disponibilita' di tempo è limitata,quindi è preferibile usare"rispondi"per avere piu' tempo a disposizione.Questo scherzo l'ha fatto pure a me piu' volte ed ho avuto la tentazione di prendere a pugni la tastiera piu' le varie imprecazioni e vaffa. [SM=x708813]
Yoko Dark
00lunedì 11 febbraio 2008 00:41
ah saperlo prima...domani posto tutto...notte
Yoko Dark
00martedì 12 febbraio 2008 00:36
ok...scusate per il ritardo.
Faccio un breve sunto, perchè l'articolo comparso sul national geographic italiano di ottobre 2007 è un pò lunghetto.

Praticamente i biocombustibili sono dei prodotti ricavati da materie prime naturali che una volta trasformate(e per farlo bisogna ricorrere ai combustibili fossili per far funzionare le centrali di trasformazione), hanno un potere energetico come benzina e diesel. Principalmente si ricava etanolo (poco potente rispetto alla rivale benzina) e biodiesel (quasi potenzialmente simile al diesel vero e proprio)da vari prodotti...i quali hanno valori di ricavo energetici (con questo intendo un operazione del tipo: energia guadagnata - energia spesa per la lavorazione= energia ricavata) più o meno variabili a seconda del prodotto e del metodo di lavorazione.
I più diffusi sono i biocombustibili da mais (negli USA)e da canna da zucchero(in Brasile). Produzione di etanolo: Il peggiore è quello da mais, offre poco ricavo energetico e poco risparmio di gas serra...la canna da zucchero rispetto al mais offre un guadagno energetico 8 volte superiore ed un discreto risparmio di gas serra. Il migliore produttore di etanolo lo si ricava dai prodotti a base di cellulosa come legno piante ecc...infatti a livello sperimentale e top secret ci sono delle coltivazioni industriali di alghe che producono un infinità di etanolo con un enorme risparmio di gas serra...ma tutto è ancora molto sperimentale e teorico.

In conclusione: a parte queste ultime alghe, tutte le altre possibilità rappresentano false speranze e spesso si portano dietro degli effetti collaterali pesanti...basti pensare che in america il mercato economico del mais è a costi eccesssivi, perchè tutti producono mais per le centrali, inoltre intere distese di campi sono coltivate solo a mais per km e km (xchè altrimenti nn ne varrebbe la pena) e tutto ciò, garantisce una minima parte di combustibile pulito...inoltre questi biocombustibili costano meno della benzina, ma x aver lo stesso potere energetico ne serve di più, finendo per spendere più per questi che x la solita benzina

ammetto che tutto è un pò incasinato,ma se nn avete capito sono qui x chiarire tutto

(richard)
00martedì 12 febbraio 2008 14:53
Ti sei spiegato benissimo ,diciamo che in conclusione l'unico biocombustibile che varrebbe veramente la pena di coltivare a carattere intensivo sono le alghe tuttora in via di sperimentazione,mentri i restanti altri alla fine dei conti costo-ricavo sono poco o per nulla convenienti anche sotto il profilo
dell'inquinamento.
Yoko Dark
00martedì 12 febbraio 2008 16:55
esatto rich!!...ma queste alghe oltre che sperimentali sono pure tenute sotto strettissima sorveglianza, in quanto riescono a nutrirsi degli scarichi di una centrale elettrica che si trova a fianco dell'impianto.
Però, nn immaginarti dei campi di queste alghe, queste alghe vengono nutrite in delle sacche in appositi apparati incubatori...Se nn mi credete andate a procurarvi la rivista o alla pagina www.ngm.com/0710
(richard)
00martedì 12 febbraio 2008 18:16
Che siano state ricavate con ingegneria genetica modificandone il DNA,gli americani possono tutto in questo campo piu' di chiunque altro.
Yoko Dark
00martedì 12 febbraio 2008 19:27
questo nn l'ho capito se siano esistenti in natura o prodotte dalle modificazioni genetiche...perchè nn dice nulla nell'articolo...
(richard)
00martedì 12 febbraio 2008 23:02
Certamente le alghe saranno state prelevate dall'ambiente naturale dell'Oceano,poi se sono state modificate od hanno subito qualche genere di trattamento particolare questo lo sanno solamente loro.
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