Scoperto un nuovo superammasso di galassie

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_Thomas88_
00giovedì 23 settembre 2010 10:45
Superammasso di galassie scoperto da satellite europeo Planck.
Con dimensioni che possono arrivare alle centinaia di milioni di anni luce, queste strutture sono le più grandi dell'universo.

Il satellite Planck dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha scoperto un gigantesco superammasso di galassie, una delle strutture più grandi dell'universo. La struttura è composta da moltissime galassie avvolte da un bozzolo di gas incandescente, grazie al quale è stata scoperta. Infatti la radiazione cosmica a microonde emessa nell'universo primordiale, che ha attraversato il superammasso prima di arrivare fino a noi, ha acquistato energia dagli elettroni del gas incandescente (il fenomeno è chiamato "effetto Sunyaev-Zeldovich", o SZ, dal nome dei due astrofisici russi che lo hanno previsto fin dagli anni settanta).
Il satellite Planck, dotato di sensibilissimi sensori a microonde, ha evidenziato che questi fotoni avevano un po' più di energia di quelli provenienti dalle regioni circostanti. A questo punto un altro satellite dell'ESA (Newton XMM) è stato puntato verso quella stessa direzione, scoprendo l'emissione a raggi X del gas incandescente del superammasso.
Il gruppo di cosmologia osservativa G31 presso il dipartimento di fisica dell'Università "Sapienza" di Roma ha contribuito alla costruzione dell'esperimento HFI (High Frequency Instrument) di Planck, che ha eseguito le misure del superammasso. Ha realizzato tutti i preamplificatori criogenici dello strumento e collabora all'analisi e all'interpretazione dei dati scientifici che Planck sta producendo. Inoltre da molti anni, con propri esperimenti, esegue misure di ammassi di galassie tramite l'effetto SZ, nella convinzione che questa misura sia una pietra miliare in questo campo di ricerca, e ne confermi l'attualità e le potenzialità.
Afferma Paolo de Bernardis, coordinatore delle attività italiane per HFI: "E' grazie alla fantastica sensibilità di Planck, ottenibile solo con un esperimento spaziale e criogenico, che si è potuto eseguire una osservazione così precisa, e quindi scoprire nelle microonde un oggetto così enorme, quando non era stato mai notato prima, né nel visibile, né in raggi X. Ma si può fare e si farà molto di più sia con Planck che con altri nostri esperimenti."
"Osservando il segnale proveniente dall'ammasso in ben nove lunghezze d'onda molto diverse, misurate simultaneamente da Planck, è stato possibile separarlo in modo inequivocabile dai segnali locali", aggiunge Francesco Piacentini, che lavora all'analisi dei dati di Planck insieme ad Alessandro Melchiorri, che osserva: "Gli ammassi di galassie osservati da Planck e dai prossimi esperimenti possono essere usati come potenti sonde cosmologiche, grazie al fatto che il segnale SZ non diminuisce all'aumentare la distanza degli ammassi".
"Il nostro gruppo ha sviluppato l'osservatorio MITO, a 3480 metri di quota presso la stazione di ricerca della Testa Grigia dell'IFSI-INAF, vicino a Cervinia, proprio per osservare ammassi e superammassi di galassie usando la tecnica dell'effetto SZ", dice Marco De Petris, che coordina il progetto, e continua: "Recentemente abbiamo osservato proprio tramite MITO l'effetto SZ nel superammasso di Corona Borealis, mostrando come sia possibile rivelare materia barionica ancora non osservata, né nel visibile né nei raggi X".
"Proprio per sfruttare queste potenzialità di misura di ammassi di galassie, abbiamo sviluppato un grande telescopio da pallone stratosferico, OLIMPO, che, come MITO ha uno specchio primario di 2.6 metri di diametro, con una area di raccolta 3 volte maggiore di quella di Planck. Sarà lanciato l'anno prossimo dall'Agenzia Spaziale Italiana e produrrà immagini degli ammassi di galassie SZ ancora più nitide di quelle prodotte da Planck, permettendo di studiarne i dettagli morfologici e la composizione, anche analizzando la distribuzione in energia delle microonde provenienti dagli ammassi", conclude la responsabile dell'esperimento Silvia Masi.

Fonte: Le Scienze.
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