Schianto UFO in Giappone? - 16 luglio 2008

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Lachaise-L-N-
00martedì 12 maggio 2009 14:24
Incredibili dettagli sono emersi circa un misterioso evento che ha avuto luogo nella città di Tokushima sull'isola di Shidoku nella parte meridionale del Giappone. Il caso risale allo scorso anno ma solo ora emergono alcuni dettagli.

Nel tardo pomeriggio dell 16 Luglio 2008, un piccolo oggetto metallico, molto probabilmente tecnologico e' stato visto perdere il controllo e precipitare a terra. L'impatto con il terreno ha generato una forte esplosione. Fumo e fiamme sono state viste da numerosi testimoni. Secondo un'attendibile testimonianza il velivolo, prima di precipitare, e' stato visto passare vicino ad un ponte.

Il Ministero della Difesa ha confermato l'episodio, ed inizialmente non ha fornito nessuna spiegazione sull'accaduto. Poco dopo l'impatto intere squadre di soccorso sono intervenute nella zona. I locali hanno riferito di aver chiaramente visto aerei militari sorvolare la zona a bassa quota poco dopo l'evento.

La zona in cui l'oggetto e' stato visto precipitare e' un luogo abbastanza isolato e stranamente i media quasi non si sono occupati del caso oscurando la storia. E' molto difficile trovare articoli o report dell'accaduto, pare che tutte le informazioni siano state rimosse dal WEB. Solo alcuni forum a tema giapponesi pare ve ne sia traccia, ma la vicenda rimane poco chiara.

Alcuni ricercatori ed appassionati UFO sono convinti che un velivolo extraterrestre si sia schiantato al suolo e i militari che lo avrebbero recuperato avrebbero fatto di tutto per celare la cosa. A detta dei testimoni durante le operazioni di recupero ci sarebbero stati dei misteriosi black-out elettrici.

I curiosi si chiedono come mai tutta questa vicenda e' stata nascosta, ed in alcune azzardate ipotesi affermano che alcune entita' biologiche aliene siano state recuperate dal governo giapponese.

Fonte: Shidoku News - C.R.U.L.
bambino_69
00martedì 12 maggio 2009 22:12
un altro crash

sono troppi, c'è qualcosa che non va.

è anche difficile dire/ipotizzare che sia un depistaggio, l'immettere nei circuiti dei media la notizia di un ufo crah, per poi rimuoverle dai server
a che servirebbe ?


bambino_69
00martedì 12 maggio 2009 22:14
Re:
però se invece le notizie sui crah fossero quasi tutte vere, siamo di fronte ad un fatto inspiegabile

tecnologia aliena che, quasi di continuo, si schianta sul suolo terrestre. a me suona strana come cosa, non so voi


(Skill drain)
00martedì 12 maggio 2009 22:28
Re: Re:
bambino_69, 12/05/2009 22.14:

però se invece le notizie sui crah fossero quasi tutte vere, siamo di fronte ad un fatto inspiegabile

tecnologia aliena che, quasi di continuo, si schianta sul suolo terrestre. a me suona strana come cosa, non so voi






problemi kn i motori? [SM=g1420769] skerzi a parte...e se loro iniziano ad avere problemi a volare sul nostro cielo? un atra ipotesi sarebbe anke ke il jappone vuole sentirsi importante kome gli altri stati e quindi è una messinscena giusto x fare capire all'amerika ke nn è l'unica ke può contare su supporto alieno...boh sto impazzendo pure io a pensare a ste cose XD
Lachaise-L-N-
00martedì 12 maggio 2009 22:42
altro famoso crash giapponese..


L’U.F.O che si schiantò in Giappone

di Antonio Marcianò

Nella biblioteca giapponese Iwase Bunko è custodito un testo intitolato Hyouryuukishuu (Storie di naufragi), risalente al tardo periodo Edo (1603-1868).

Il testo racconta di un insolito naufragio sulle coste giapponesi. Si narra, infatti, di un vascello, largo 5,4 metri ed alto 3,3, che si arenò sulla spiaggia di Harashagahama. Il vascello sembrava di ferro e nello scafo si aprivano degli oblò che parevano di vetro. All'esterno ed all'interno del veicolo furono rinvenuti strani caratteri di un alfabeto sconosciuto. A bordo si trovava una giovane donna dalla pelle chiarissima con sopracciglia e capelli rossi. Coloro che la avvicinarono riferirono che la donna parlava una lingua ignota.

Un'illustrazione del documento mostra la figura muliebre, mentre tiene stretta tra le mani una scatola di legno che doveva rivestire per lei un'importanza vitale tanto che non permise a nessuno di avvicinarvisi.

Questo singolare racconto è riportato con alcune varianti anche in altri testi dello stesso periodo, come il libro Toen Shousetsu (1825) scritto da Kyokutei Bakin, o il romanzo Ume no Chiri (1844).

Si tratta di una testimonianza clipeologica di notevole interesse per molte ragioni: è il resoconto piuttosto preciso di un presunto incontro ravvicinato del terzo tipo; la figura femminile, proveniente da un altro pianeta presenta i tratti somatici di donne dello spazio protagoniste di qualche abboccamento con terrestri durante la seconda metà del XX secolo; la narrazione è corredata di illustrazioni inequivocabili. E', infatti, effigiato il classico U.F.O. con la parte inferiore contraddistinta da una raggiera, mentre nella calotta si notano delle probabili aperture quadrettate.

La visitatrice ha il volto di una giovane nipponica, evidentemente per una naturale inclinazione dell'illustratore a ricondurre fattezze aliene a qualcosa lui familiare. I capelli neri della visitatrice sono raccolti in una crocchia da cui scende una lunghissima coda. Ella indossa una sorta di giubba abbottonata e con colletto come rigonfio, pantaloni bicromi a zampa d'elefante ed allacciati in vita da una gala rosa. Ancora più del singolare abbigliamento, adatto più ad un uomo che ad una donna dell’epoca, colpisce la piccola arca che la donna tiene stretta a sé: è uno strumento per comunicare, ossia una sorta di traduttore? (1)

Il disegnatore curò anche di riportare diligentemente i geroglifici osservati sull'astronave. Sono un triangolo il cui lato sinistro è intersecato da un cerchio; un glifo simile al segno fenicio zayin, pugnale, ma con una barra orizzontale al centro; un circolo; un cerchio sormontato da una croce greca (2) ; un delta con due lati intersecati da cerchi.

Non è il caso di cimentarsi in lambiccati e, alla fine, inani tentativi di decifrazione di tali simboli, ma salta all'occhio che alcuni assomigliano in modo sbalorditivo a certi caratteri impressi sulle travi a doppio T del "filmato dei rottami" diffuso dal controverso Ray Santilli. In particolare è pressoché identico il segno con le due E speculari, simili sono i triangoli qui associati ad una barra parallela al lato sinistro ed il cerchio che, però, è attraversato da due linee parallele che conferiscono al segno la forma di una testa di vite. (3)

Che cosa può significare tale analogia? Forse qualche spezzone del filmato realizzato da Santilli è autentico o il regista britannico per confezionare il falso si ispirò al documento iconografico giapponese?

E', invece, soltanto una coincidenza?

(1) Circa le apparenti fattezze nipponiche, bisogna aggiungere che gli occhi a mandorla ed i capelli rossi sono tratti riscontrati in alcune visitatrici dello spazio.

(2) Siamo in presenza di un simbolo identico al glifo che, nell’astrologia, si riferisce al pianeta Venere, ma capovolto. In questa identificazione grafica del pianeta ciprigno qualcuno ha visto uno specchio, in cui la croce sarebbe l’impugnatura; altri il sole sulla linea delle acque; altri il sole che sovrasta la materia, rappresentata dalla croce. Il glifo è simile all’ankh egizia, definita la “chiave della vita”.

(3) Nel 1947, Jesse Marcel Jr. disegnò i glifi da lui osservati sui rottami mostratigli dal padre, prima che egli li consegnasse alla base della cittadina. Il disegno mostra vari disegni (un quadrifoglio, una croce bombata, degli otto etc.), ma anche nella parte superiore una barra a doppia T su cui pare siano effigiate le stesse "lettere". Sembra che questi caratteri siano diversi da quelle della sbarra che compare nel documento di Santilli: sono segni su cui si sono arrovellati numerosi studiosi. Suggestiva, ma del tutto oziosa, se - come sembra – il video è falso, l’interpretazione di Michael Hesemann che collega i glifi a lettere dell’alfabeto fenicio cui sono accostabili per qualche affinità formale. Numerosi e talora forzati altri tentativi di decodificazione.

Fonti:
A. Anzaldi, L. Bazzoli, Dizionario di astrologia, Milano, 1988
C. Berlitz, W. Moore, Accadde a Roswell, Milano, 1981 e 1996
I. Ceci, U.F.O. crash in Giappone, 2007
R. Malini, U.F.O. il dizionario enciclopedico, Firenze –Milano, 2003 s. v. Roswell, Santilli
A. Marcianò, Scritture e simboli alieni, 2008


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AURORA PILOT
00mercoledì 13 maggio 2009 09:07
Io opto per la perdita di un UAV in fase sperimentale da parte della Nippon Air Force, in questi anni molte nazioni stanno sperimentando i propri velivoli da ricognizione senza pilota e questo precipitato potrebbe essere benissimo uno di questi.

Secondo me molto fumo e niente arrosto...apparte milioni di euri dovuti al danno dell'apparecchio!
Lachaise-L-N-
00mercoledì 13 maggio 2009 13:36
Re:
Riguardo allo schianto recente concordo con te Federico... molto probabile che si sia trattato di un veivolo sperimentale.

..ma per il secondo caso nipponico che ho postato,risalente a piu' di 200 anni fa? ...lì la cosa si fa piu' complicata [SM=g27827]

AURORA PILOT
00mercoledì 13 maggio 2009 15:05
Concordo Nichole...il secondo è più difficile da risolvere!
(richard)
00mercoledì 13 maggio 2009 15:42
Noto con interesse che anche il Giappone è terra di crash ufo,e non meno intriganti i segni indecifrabili ma accostabili a tante ipotetiche culture aliene.
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