Robot e ausili intelligenti per semplificarci la vita

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(richard)
00domenica 3 agosto 2008 18:33
Ausili intelligenti per i disabili, agenti che sondano il web alla ricerca di pagine adatte ai gusti di un utente, robot operai delle catene di montaggio.

Ma anche sistemi capaci di calcolare dati e fornire un supporto effettivo ai ricercatori in campo medico, per gestire grandi quantità di informazioni biologiche, come quelle prodotte dai progetti di sequenziamento del genoma o dagli studi sulle interazioni geniche e sulle funzioni svolte dalle proteine nei processi regolatori del funzionamento cellulare e della differenziazione dei tessuti.

Saranno le scienze della vita il tema centrale del decimo convegno dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale (AI*IA 2008), in programma dall’11 al 13 settembre prossimi, nel Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storico-Artistiche dell’Università di Cagliari.

Un ambito dove la creazione di sistemi intelligenti ad hoc potrebbe semplificare l’analisi di sistemi complessi, suggerendo strategie di sperimentazione, ipotizzando funzionalità sulla base di conoscenze pregresse o evidenziando tra le possibili interazioni molecolari quelle più probabili.

Le scienze della vita possono essere, per gli esperti, un vero banco di prova per l’intelligenza artificiale, un laboratorio applicativo dei risultati teorici raggiunti dagli studiosi negli ultimi anni.

Un ambito applicativo può essere quello di aziende globalizzate, che hanno però anche interessi a recuperare dati provenienti da realtà locali. Si pensa, ad esempio, che analizzando i dati raccolti da popolazioni isolate di cui la Sardegna è ricca, attraverso l’analisi di algoritmi di intelligenza artificiale, si possano comprendere le malattie multifattoriali, ossia le malattie dipendenti da più geni.

Alla Cittadella dei Musei arriveranno i rappresentanti degli oltre trenta gruppi di ricerca italiani, che ogni anno creano e sperimentano nuovi prototipi.

L’obiettivo primario dell’intelligenza artificiale è stato per molto tempo creare macchine in grado di pensare e agire come gli esseri umani, in base al “credo” che un computer correttamente programmato possa essere dotato di una intelligenza pura.

Alla base dì questa teoria è il concetto del filosofo inglese Thomas Hobbes, per il quale "ragionare non è nient'altro che calcolare”. Nella sua accezione “debole”, invece, l'intelligenza artificiale sostiene che un computer non sarà mai in grado di essere equivalente a una mente umana ma potrà solo arrivare a simularne alcuni processi cognitivi.da:Quotidiano.net

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