Rapimento Alieno: Il caso Zanfretta su Rai Due

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BILTER
00martedì 14 ottobre 2008 09:37

Rapimento Alieno: Il caso Zanfretta su Rai Due


La straordinaria vicenda di Pier Fortunato Zanfretta
a “Ricomincio da Qui” con Alda D'Eusanio su Rai Due, mercoledì 15 e giovedì 16 Ottobre



Una lunga e appassionante intervista di Alda D'Eusanio, conduttrice del programma di Rai Due "Ricomincio da Qui", sarà il piatto forte delle due prossime puntate in onda mercoledì 15 e giovedì 16 Ottobre, con inizio alla 16.15. In studio, il protagonista della più famosa esperienza di alien abduction italiana, l'ex metronotte genovese Pier Fortunato Zanfretta, mentre i due esperti sono la psicologa Francesca Romana Tiberi e Maurizio Baiata, giornalista e ufologo. Fra i numerosi contributi RVM: Rino De Stefano, giornalista autore del libro “Il caso Zanfretta”.
Per meglio inquadrare la vicenda, ricostruita millimetricamente dalla Redazione e impeccabilmente proposta da Alda D'Eusanio al grande pubblico televisivo, proponiamo la Sinossi e la Storia realizzate dalla Produzione, in cui emergono particolari inediti della adolescenza di Zanfretta, risvolti mai sinora raccontati e quel profondo senso di disagio esistenziale che da 30 anni non abbandona quest'uomo nel difficile percorso quotidiano di una vita costellata da incontri che per alcuni sono solo fantasie.
Si ringrazia la Redazione di "Ricomincio da Qui" per la gentile concessione del materiale informativo che qui segue.


SINOSSI


Il signor Pierfortunato Zanfretta è protagonista e vittima allo stesso tempo di una storia che tanti hanno liquidato con sorrisi e compatimento, che alcuni hanno giudicato folle e che altri, pur senza arrivare a verdetti estremi e definitivi, catalogheranno impossibile. Il nostro protagonista è l’ex metronotte che, nel 1978, in una località delle montagne dell’entroterra di Genova, sostenne di essere stato rapito dagli alieni, dopo, a suo dire, un terrificante incontro ravvicinato del terzo tipo nel giardino di una villa che era andato a controllare. Dopo quell’episodio ne sarebbero, secondo il racconto del nostro protagonista, seguiti altri dieci. La dovizia di particolari con la quale il signor Zanfretta racconta la sua paradossale vicenda ha acceso già in passato l’interesse dei media. Non bisogna però dimenticare il lato umano che ha accompagnato l’intera vicenda. Che questa storia sia vera o meno poco conta, importante è capire che, almeno nella sua architettura generale, è un qualcosa di vissuto, capitato, se non altro perché c’è qualcuno che da così tanto tempo soffre. Dopo aver avuto l’esistenza ribaltata, con lavori persi e una moglie che ha scelto di separarsi portando con sé i 4 figli, Zanfretta ci dice: “Spero e desidero che tutto finisca presto, non ne posso più!”. Il suo è un dramma, il dramma di un uomo che ha perso tutto.

STORIA

Ci sono eventi che mutano profondamente il corso della vita delle persone. Giorni che non si possono dimenticare. È esattamente quello che è accaduto al protagonista della nostra storia, Pier Fortunato Zanfretta. Non dimenticherà mai la notte fra il 6 e il 7 dicembre del 1978. Dopo, nulla sarebbe stato più lo stesso. Il signor Zanfretta è nato a Novo Milanese il 28 dicembre del 1952. Figlio di artisti circensi, è l’ultimo nato, il numero 13, dopo 6 parti gemellari: “Da piccolo mia mamma mi chiamava Fortunin, ero l’ultimo di 13 figli e lei sosteneva che fossi speciale e avrei avuto fortuna nella vita, ma sinceramente mi sento una sfiga addosso…”. Ha poca memoria della sua infanzia; ha vaghi ricordi dei molti viaggi fatti con la compagnia circense della sua famiglia:
“Stavamo sempre in giro, 3 giorni da una parte, 4 da un’altra…dove c’erano sagre e feste, e si guadagnava qualche cosa. Papà faceva la ginnastica con gli anelli, le mie sorelle il trapezio. Andammo avanti fino alla morte di mio padre nel ’59. Un mal di cuore se lo portò via e mamma decise di interrompere quella vita da girovaghi. Feci la prima elementare a Busto Arsizio. Poi, ci trasferimmo definitivamente a Genova, nel 1962. A quei tempi avevamo bisogno di soldi e io mi dividevo fra la scuola, il mattino, e lavori saltuari che facevo il pomeriggio. Ho fatto il lattaio, ho lavorato in un mobilificio. Addirittura lo scaricatore di porto. Fino a quando ho trovato un posto in un bar. Ho fatto il banconista per 2, 3 anni; purtroppo ho interrotto definitivamente gli studi dopo la 5 elementare.”
La vita di Pier Fortunato prosegue normalmente. Nel 1972 assolve gli obblighi militari in marina. Nello stesso anno conosce l’amore della sua vita,la donna che sarebbe diventata sua moglie:
“La conobbi a Sabbia d’Arena, c’erano le comitive a quei tempi. Io ero praticamente un figlio dei fiori, era il periodo di Beatles. Ci sposammo nel 1973. Eravamo troppo giovani. Avevo 19 anni e lei 15. Avemmo qualche problema con le nostre famiglie, sicuramente legato alla nostra giovane età. Io comunque ero convintissimo di volerla. Mi viene da fare una battuta e dire che il matrimonio cominciò malissimo! Al fotografo, un nostro amico, capitò una partita di pellicole difettose. Non venne fuori neanche una foto della cerimonia. A volte l’amore non basta, per portare avanti una relazione. E’ stata la mia prima ragazza. Grande passione, ma la nostra vita di coppia è partita subito in salita. Ho fatto dei debiti, praticamente da subito. Soffrivo al pensiero di deludere mia moglie. Forse ero anche eccessivo, troppa premura nei sui confronti. E così, al primo segnale di insofferenza, cercavo di correre subito ai ripari, come quando mi accorsi che aveva piacere di cambiare i mobili di casa, che erano ormai vecchi e logori, e io non ci pensai due volte e chiesi un prestito cospicuo. Si, sono convinto che uno dei motivi che negli anni ci hanno allontanato sia questo. I debiti che ho contratto hanno sicuramente contribuito alla fine dalla nostra storia, molti anni dopo ( 2003 ndr.)
Nel 1974 nasce la loro prima figlia, (Margherita). Intanto Pier Fortunato continua a fare lavori saltuari, fino a quando, nel 1975, si arruola nella guardie giurate e comincia a fare il metronotte. Lavora duramente…12, 13, addirittura 15 ore al giorno. Fa i turni di notte per guadagnare gli straordinari. Nel 1977 sua moglie da alla luce il secondo figlio, (Fabio): “Quando sono nati i miei primi due figli non ho potuto assistere al parto. Avrei tanto voluto, ma a quei tempi non era possibile purtroppo. E’ una gioia che ho potuto assaporare con gli altri miei due figli, qualche anno dopo. Se dovessi dare un giudizio sul mio modo di essere genitore, mi promuoverei. Credo di essere stato un buon padre, paziente. Certo, l’esperienza liminare che ho avuto mi ha reso intrattabile per lunghi periodi, nervoso, assente a tratti. Ma il bilancio è comunque positivo. La mia prima figlia (Margherita), da piccolina, era affezionatissima a suo papà. Quando ero in casa non mi lasciava un secondo, e se uscivo per qualche commissione faceva il diavolo a quattro per seguirmi. Anche oggi ho un buon rapporto con i miei figli, tutti. Mi cercano moltissimo e, nonostante oramai ognuno faccia la propria vita, troviamo il modo di vederci abbastanza, abitando tutti dalle parti di Genova. Anche con la mia ex moglie i rapporti sono cordiali. Ci siamo lasciati con grande civiltà, e forse non ho mai smesso di amarla. La vita di Zanfretta scorre normalmente fino al 1978: “Era agosto. Stavo lavorando e, mentre facevo la vigilanza, vidi in cielo un oggetto a forma di sigaro con delle luci, a 200/300 metri di distanza. Presi la mia radio, chiamai la centrale operativa e segnalai l’oggetto che avevo avvistato. Tutti i miei colleghi ascoltarono la mia conversazione con la centrale, e mi dissero che avevo visto un UFO. Da quella dichiarazione venne poi scritto un rapporto che riportava la vicenda. Il giorno dopo, alle 7, il giornale locale uscì raccontando del mio avvistamento. Tutto ciò accadde circa 4 mesi prima dell’evento che avrebbe mutato profondamente la mia vita”.
Dopo l’esperienza di agosto, la vita di Zanfretta riprende regolarmente. Pier Fortunato continua a dividersi fra il lavoro e la famiglia. Fino a dicembre. Siamo alla svolta. La notte fra il 6 e il 7 dicembre il metronotte è impegnato nel classico giro di controllo: villette, banche, negozi. Come tutte le notti va in auto reparto, prende la macchina e comincia il solito giro: Monte Bruno, Troviglia, Marsano, Bragaglia, Prato e Genova. Andata e ritorno. Tutto normale, fino a Marsano. Lì accade qualche cosa di eccezionale. Il suo racconto lascia l’ascoltatore sbigottito e senza parole:” Erano le 23.45. Quella sera, diversamente dal solito, mi fermai prima a Marsano. Posteggiai la macchina con il motore e gli abbaglianti accesi perché non si vedeva niente. Stavo facendo un sopralluogo nella prima villa che dovevo controllare. Ero in giardino quando l’occhio mi cadde nella villa accanto e vidi 4 luci che si muovevano. Pensai ai ladri. Scesi di corsa, andai in macchina e chiamai i colleghi per farmi mandare dei rinforzi. In quel momento tutte le luci della vallata si spensero e così anche la radio e il motore della macchina. Presi la torcia e mi diressi nuovamente nel giardino della villa, impugnando la pistola. Avevo paura, faceva freddo, era inverno, ma sudavo copiosamente. All’improvviso le luci che avevo davanti si spostarono dietro l’abitazione, sul retro. Andai dalla parte opposta, rasente al muro, pistola abbassata, e spensi la torcia in attesa che i ladri mi si facessero davanti. D’un tratto, una grossa spinta mi fece caracollare per terra. Persi la pistola. Cominciai a cercarla a gattoni, al buio. Accesi la torcia e, quasi subito ritrovai il mio ferro, d’istinto gridai: fermo lì!Non ti muovere! Illuminai la sagoma che avevo di fronte e vidi, con grande stupore, un essere alto più di tre metri, una sorta di grande lucertolone. Arrivava fino alla grondaia. Aveva la pelle verde, squamata. Svenni. Quando tornai in me mi accorsi di non avere più pistola, mentre la torcia era a qualche metro da me. La presi nuovamente e illuminai verso il punto nel quale avevo visto l’essere che mi aveva spaventato. Non c’era più. Spaventato presi a correre verso la macchina e intanto realizzavo cosa mi era accaduto. Guardando l’orologio, mi resi anche conto che erano passate più di 2 ore. D’un tratto si accesero di nuovo le luci della vallata, e anche il motore della macchina e la radio. Cercavano di contattarmi…mi chiamavano…io risposi, afferrando il microfono e urlai: non sono esseri umani, aiuto! Aiuto! In quel preciso istante, da dietro la casa si alzò un oggetto luminoso, una cosa enorme con una luce impressionante che svanì subito nel nulla. Dopo mezz’ora arrivarono sul posto tre auto con i miei colleghi. Mi spaventarono, ero sotto shock. Puntai contro di loro la pistola e dovettero, prima disarmarmi, poi schiaffeggiarmi per farmi calmare. Nelle ore successive raccontai quello che avevo visto ai colleghi. Mi presi dell’ubriacone(sono astemio), del pazzo visionario. Poi, scendemmo in città, in sala operativa e venne fatto un rapporto nel quale si scrisse che avevo avuto incontri ravvicinati del terzo tipo. A quel punto la direzione mi mandò a chiamare e dovetti raccontare anche a loro, per filo e per segno, tutta la vicenda. Così iniziò la mia odissea.”.
Pier Fortunato Zanfretta si ritrova, suo malgrado, catapultato in una situazione paradossale. A quel primo incontro, ne seguiranno, ufficialmente altri 5, nell’arco di tre anni, fino al 1981 (più 4 incontri che , a quei tempi, lui non rese noti). Il metronotte di Genova diventa, di punto in bianco, personaggio conosciuto. La società per quale lavora ne sfrutta la fama improvvisa per farsi pubblicità e lui viene fagocitato dai media. Viene invitato da Enzo Tortora nel suo “Portobello”. Si sottopone a perizie psichiatriche per dimostrare a se stesso e agli altri che non sta mentendo. Viene più volte sottoposto a ipnosi regressiva per ricostruire i particolari degli incontri. Gli viene addirittura somministrato il siero della verità: “Mi convinsero a sottopormi ad ipnosi regressiva, il principale e anche i colleghi. Dissero che se lo avessi fatto l’opinione pubblica mi avrebbe creduto di certo. Addirittura mi somministrarono il siero della verità facendomi firmare un documento nel quale mi assumevo la piena responsabilità di ciò che facevo (era una pratica pericolosa che poteva creare seri problemi, come per esempio scatenare un ictus). Non ho mai riascoltato le registrazioni delle ipnosi, non me la sono mai sentita. Mi hanno raccontato però che furono esperienze sconvolgenti, nelle quali, oltre a confermare quello che dicevo da sveglio riguardo ai miei incontri, mi lasciavo andare a una grande quantità di particolari molto precisi. In una delle sedute ipnotiche, che ho ripetuto praticamente dopo ogni incontro fatto, addirittura parlai in una lingua a me sconosciuta(che alcuni glottologi e linguisti hanno studiato, non riuscendo tuttavia a decifrarla ndr.), dicendo di essere una di quelle creature, confermando che, tutto questo non era uno scherzo! Ho sempre sostenuto che, se avessi voluto mentire, sarei stato smascherato. Una persona che ha voglia di prendersi gioco della società in questo modo, sarebbe caduta presto in contraddizione e non avrebbe di certo avuto la forza di portare avanti questa sciarada per più di 30 anni! E poi non sono pazzo…la conferma di ciò l’ho avuta al mio terzo incontro con gli alieni. Fu a un distributore di benzina…Il solito, enorme, essere spuntò dal buio, era notte. Stavo facendo benzina e lo vidi comparire nello spiazzo poco illuminato dietro il distributore…non ero solo però. Un uomo, prima di me, stava riempiendo il serbatoio della sua macchina. Sfrecciò via in automobile. Qualche anno dopo ricevetti una telefonata anonima. La persona all’altro capo della cornetta mi disse: so quello che hai visto…c’ero anche io quella volta, al distributore…vidi anche io quell’essere enorme e spaventoso. Ma voglio rimanere nell’anonimato, non voglio vedere, come te, la mia vita distrutta ”. Il caso Zanfretta stimola nella gente un grandissimo interesse e il giornalista Rino De Stefano confeziona un libro che ricostruisce in maniera puntuale e precisa la ”storia” dei suoi incontri ravvicinati del terzo tipo.
“Fu un periodo molto duro. Lavoravo tutto il giorno e, come staccavo, mi comunicavano che dovevo fare un’intervista o presenziare in una trasmissione. Ero letteralmente assediato da giornalisti e curiosi. Tra le altre cose, questi esseri continuavano a manifestarsi. Il secondo incontro avvenne a soli 20 giorni dal primo. Ero in macchina, in servizio. Stavo facendo la solita strada; imboccai una galleria. Vidi delle luci gialle, molto forti e, d’un tratto, una gran quantità di fumo bianco che mi investì. Il primo istinto fu quello di frenare e avvicinarmi al guardrail, ma i freni non funzionavano. Ricordo che la macchina fece un testa coda…poi più nulla. Rammento solo di essermi trovato su un monte, il monte fascia, nelle vicinanze di Genova, dietro la galleria, e questi due esseri che mi prelevarono e mi portarono via, nella loro “casa” volante!”
Zanfretta è sempre prodigo di particolari quando si riferisce ai contatti con gli alieni. Dalla modalità di comunicazione ( mi parlavano con la mente, in una lingua che mi stupivo di comprendere, tra l’altro, qualche anno fa, l’amico Rino De Stefano mi ha portato da un suo amico neurologo, uno specialista, perché io lamentavo sempre fortissimi mal di testa, e questo medico ha rilevato che, all’altezza del cervelletto, risulta un ispessimento del cranio. Successivamente, dopo un esame più approfondito, ci si è accorti della presenza, nel mio cranio di un oggetto piccolissimo di metallo. Gli esperti si stupiscono di come, quest’oggetto possa essere inserito nella mia testa senza segni evidenti di operazioni chirurgiche. Volevano anche operarmi per capire meglio, ma mi sono sempre rifiutato! ), ai luoghi nei quali veniva portato (ricordo di essere stato condotto su questa astronave più volte. Da sotto mi sembrava piccolissima mentre, quando arrivai a bordo, mi trovai di fronte un luogo immenso, una città, e tanti di loro, piccoli e grandi. Vivevano in piccole celle, a contatto l’uno con l’altro).
Interessante è il passaggio in cui il nostro protagonista spiega il motivo secondo il quale, a suo dire, sarebbe stato scelto, la missione che doveva e deve, oramai da 30 anni, compiere: “Mi diedero una scatola da conservare. Dissero che avrei dovuto consegnarla a un certo professore americano(mi misi in contatto con lui, gli scrissi, ma non fece in tempo a vedere la scatola, nel 1984 morì di tumore al cervello). Non ho mai capito a cosa potesse servire questa scatola. Una sfera piena fino a metà di liquido blu, nel quale galleggia una piramide, veramente strana; fatto sta che da più di 30 anni mi reco 2 volte al mese(vengo spinto telepaticamente a farlo da loro) nel luogo dove conservo il cofanetto, a circa 40 chilometri da Genova, lo apro posando su di esso la mia mano, e questo si accende, nel senso che la piramide comincia a ruotare velocemente su se stessa, stimolando impulsi elettrici. Rimango così, a guardarla, come attonito, per più di un ora. Poi. Me ne torno a casa, molto stanco. Mi hanno anche detto che verranno di nuovo da me, torneranno. Mi sono spesso chiesto perché mi hanno scelto. Provai anche a chiederlo a questi esseri, durante uno degli incontri che ho avuto con loro. Non ho mai avuto modo di capire. Oggi, dopo molte riflessioni, mi rispondo che, probabilmente la resistenza emotiva che dimostravo quando mi imbattevo negli alieni, ha fatto la differenza. Sapevano che non sarei morto di crepacuore vedendoli. Sfido chiunque a non avere un infarto nel momento in cui si trova davanti un lucertolone di tre metri. Questo è, a mio parere, l’unico motivo che fa di me un predestinato. Non ho particolari abilità, ne conoscenze specifiche in materia di ufologia”.
La vita di Zanfretta è profondamente cambiata dal 1978, indubbiamente. Difficile per lui è stato coniugare quello che gli è accaduto con la famiglia:
“Ricordo che la mattina del 7 dicembre tornai a casa e dissi a mia moglie quello che mi era accaduto. Ricordo perfettamente che svegliai tutti e li riunii in soggiorno; in quel periodo c’era anche mio cognato. Lo ospitavamo da noi. Mia moglie, mentre raccontavo la mia esperienza, mi fissava. Andavo avanti nel racconto e lei era sempre più perplessa. Diceva: Ma cosa dici, non è possibile! Trovava tutto completamente folle. Comunque, alle fine mi credette. Una moglie crede sempre al suo uomo se lui è in buona fede. Quindi sulle prime la prese bene. Però le pressioni successive incrinarono il nostro rapporto; la mia famiglia mi ha goduto ben poco in quel periodo. Fra le interviste, le ospitate in televisione e il lavoro non ero mai in casa. Ero nervoso. Ero rigido anche con i ragazzi. Nirvana cominciò a dirmi: sei cambiato, questa esperienza ti ha cambiato! Ci siamo lasciati molti anni dopo (nel 2000 ndr.), ma sicuramente la mia vicenda ha contribuito a sfilacciare gli equilibri della famiglia. I miei figli hanno vissuto il mio periodo di fama forzata. Tutto sommato l’hanno presa bene. Sono andato al Bivio recentemente (trasmissione di Italia uno, ndr) e mio figlio (fabio) mi ha chiamato dicendomi che un suo amico lo aveva preso in giro. Ha detto: papà, ancora con questa storia! Basta! A volte dico loro di non dire che sono i miei figli, così da non essere bersagliati dalla stupidità e la grettezza della gente. Non lo fanno mai!”.
Nel 1988 nasce la terza figlia (Eleonora), e nel 1991 l’ultima, (Patrizia). Pier Fortunato intanto, fra alti e bassi continua a lavorare come metronotte, fino al 1994:
“Lasciai l’azienda, non ne potevo più. Ero praticamente diventato un fenomeno da baraccone. Mi sbattevano qua e là, in giro per le trasmissioni, cercando in tutti i modi di lucrare sulla mia eccezionale esperienza. Io però non mi sentivo un animale da circo, non era possibile per me continuare in quella maniera, avevo bisogno di allontanarmi, riprendermi me stesso. Per un lungo periodo feci lavori saltuari, qua e là. Nel 1998 mio cognato mi propose di lavorare in un impresa al Don Orione. Mi piacque l’ambiente e non mi sono più spostato da lì. Oggi faccio l’animatore e seguo queste persone splendide. Mi sveglio alle 5 del mattino e lavoro tutto il giorno a contatto con loro. Questa struttura, la purezza di queste persone mi ha salvato. Magari fossi entrato prima qui! Tornassi indietro non direi nulla della mia esperienza con gli UFO, me lo terrei per me cercando di non pensarci. Tutto questo clamore… Gente che mi incontrava e diceva: lei è Fortunato! Ho dei parenti che dicono che sono ricco perché vado nelle trasmissioni, ma io non ho mai preso nulla! Anzi, sapeste quante volte ho rifiutato dei soldi. Qualche volta mi chiamano e mi dicono: Zanfretta, lo sa chi siamo? Se le serve qualche cosa sa dove trovarci!
Lo stato? I servizi segreti?...mah…Comunque io non voglio nulla, vado per la mia strada”.
I fratelli e la mamma del protagonista hanno preso sostanzialmente bene tutta la storia. Non si sono sconvolti più di tanto, a suo tempo: “Mia madre non fece una piega, all’epoca del mio primo “incontro”. Non si preoccupava molto dell’accadimento in sé, della straordinarietà del mio racconto. Si limitò a ricordarmi quello che mi diceva sempre anche quando ero piccolino: ricorda che sei speciale, il tredicesimo figlio. Vai sempre avanti per la tua strada e rammenta che sei destinato a qualche cosa di importante. Ricordatelo sempre!
Era molto fiera di me, povera donna. Morì nel 1987 in maniera stupida. Aveva battuto la testa qualche giorno prima di morire ma non si era preoccupata di andare a controllarsi all’ospedale. E un ematoma al cervello se l’è portata via. I miei fratelli mi sono stati vicini, convenendo comunque che la storia che raccontavo era eccezionale e hanno sempre avuto qualche riserbo, però non mi hanno mai fatto mancare il loro appoggio (dei 12 fratelli, Zanfretta ne ha conosciuti solamente 4, gli altri sono morti da piccoli, erano anni diversi, e la sua era una famiglia di girovaghi…i bimbi nascevano nelle carovane, in condizioni proibitive ndr.)”.
Oggi Pier Fortunato Zanfretta è un uomo stanco. Confida all’intervistatore che vorrebbe svegliarsi un giorno e credere di aver fatto un brutto sogno. È stanco di doversi confrontare con i suoi veri o presunti fantasmi, con le sue paranoie e trova rifugio nella normalità del suo lavoro di animatore al Don Orione. Si considera una persona capace di intendere e volere che regala un po’ della sua “pazzia” ai diversamente abili dell’istituto dove praticamente vive ( occupa una camera nel dormitorio della struttura ed è lì che viene fatta l’intervista ndr.): “Vorrei tornare a godere di un tramonto…emozionarmi per le piccole cose senza dovermi preoccupare di cose più grandi di me!”. Accanto al metronotte divenuto famoso nel 1978 scopriamo un uomo semplice, provato nell’animo, che ha visto d’un tratto la sua vita mutare completamente. Un ragazzo normale divenuto “straordinario”, suo malgrado, a soli 26 anni:
“Devo confessare che oggi mi sento molto solo, davvero. Se potessi, vorrei tornare indietro per riparare ai danni del passato, e mi riferisco soprattutto alla separazione nel 2003 da mia moglie…e poi, come ho già detto, vorrei non essere mai stato “scelto” dagli alieni per essere il loro tramite con il nostro mondo. I momenti più duri per me oggi sono legati alle feste comandate. Della mia quotidianità ho detto, la maggior parte del mio tempo è assorbita dall’impegno da me profuso al Don Orione. Il problema si crea quando arriva il Natale, la Pasqua. Sento molto la malinconia della mia famiglia, di ciò che è stato e non può più essere. I miei figli mi invitano sempre a passare le feste con loro, ma io declino l’invito. Me ne sto da solo, con il mio vuoto dentro. Mi è capitato più di una volta di piangere in questi momenti. Da quel maledetto 1978 è stato un crescendo di problemi. Quanto vorrei tornare ad essere normale, sereno. Ritrovare gesti e meccanismi legati alla semplicità della vita”.
Zanfretta Vuole ricominciare, sperando che non sia troppo tardi, che le ferite possano ancora rimarginarsi. Viene da noi senza la pretesa di essere creduto a ogni costo, ma con la speranza di non essere giudicato, confidando nella possibilità di essere ascoltato con attenzione. La vicenda lo impone e, accanto ad astronavi, esseri verdi, apparizioni improvvise e scatole prodigiose, ci accorgiamo che c’è anche e più banalmente il dramma di un uomo che vorrebbe trovare la serenità perduta e lasciarsi il passato dietro le spalle.

Fonte: www.dnamagazine.it/zanfretta-raidue.html

Takenspace
00martedì 14 ottobre 2008 09:56
Lo guarderò con piacere, dopo il Bivio si torna sul luogo del delitto !
AURORA PILOT
00martedì 14 ottobre 2008 10:48
Lo gurderò anch'io, ma spero che non il caso non venga ridicolizzato come sempre dai media!
Speriamo bene!
UniversalMan
00martedì 14 ottobre 2008 11:16
Se è come Il Bivio meglio perdere la puntata [SM=g27814]
E poi Alda d'Eusanioooo? quella che farlocca le storie come diceva striscia... [SM=x708822] ammazza una conduttrice affidabile sulle storie inventate, ottima per l'ufologia [SM=g27829]
(richard)
00martedì 14 ottobre 2008 13:40
Troppi fatti e circostanze sono emersi negli anni dal caso Zanfretta; seguiro' anche questa trasmissione con la speranza di una maggiore serieta' da parte di tutti,questo è il mio augurio! [SM=x708804]
(Spiritello)
00martedì 14 ottobre 2008 14:05
Alda d'Eusanio no vi prego [SM=x708823]
BILTER
00martedì 14 ottobre 2008 15:20

Il fatto positivo è che dedicheranno al caso Zanfretta ben due puntate della trasmissione...



Piccolopopolo
00mercoledì 15 ottobre 2008 16:04
Bene ora mi vedrò questo spettacolo..pop corn e coca cola... speriamo di non addormentarmi...
AURORA PILOT
00mercoledì 15 ottobre 2008 16:19
io guarderò l'Italia...tanto è la solit presa in giro dei media.
ixay
00mercoledì 15 ottobre 2008 16:29
Bah io me ne sono tornato prima da Roma per vedere Zanfretta D'eusanio... non si sa chi tra i due racconta più cazzate ? :P
Piccolopopolo
00mercoledì 15 ottobre 2008 16:29
non ti stai perdendo niente...la d'eusanio di ufo non ci capisce nulla, è peggio del bivio...
ContactUfo
00mercoledì 15 ottobre 2008 16:31
Ragazzi eccomiiii lo sto guardando anche io, lui parla a rate, si sa che la cultura non è il suo forte [SM=g27828] Per ora non mi sembra così male, in fondo è una storia a suo modo commovente [SM=g27819]
Piccolopopolo
00mercoledì 15 ottobre 2008 16:39
Quando cominciano a parlare di Ufo e la smettono di parlare di fesserie [SM=g27815]
cla73@
00mercoledì 15 ottobre 2008 17:06
devo dire che mi piace come sta andando il programma non ho mai sentito raccontare la storia di zanfretta in modo così esaustivo...cmq in questo programma non credo si parlerà di ufo ma solo della sua storia...non è mica un programma scientifico o di dossier, cmq per adesso va...e poi ho sentito parlare così tante volte in tv zanfretta che ormai mi viene da credergli...
pipino88
00mercoledì 15 ottobre 2008 17:14
bha ma stasera ne parleranno anche su voyage,troppe volte in un giorno mai capitato ,se condo me c'è qualcosa di strano che non mi convince!.
Felisianos
00mercoledì 15 ottobre 2008 17:18
Cla ha detto bene, il programma parla della vita di un uomo che ha visto gli alieni ma anche del suo modo di vivere la cosa e di non piegarsi. Nonostante le intimidazioni, la perdita del lavoro, degli affetti, le umiliazioni subite, lui non ha mai rinnegato quello che ha visto e oggi su raidue emerge il profilo di una persona umile che ha avuto la vita segnata. Non so se quelli che ha visto erano veramente alieni, so che lui è in buona fede, si vede da come si propone è una persona genuina, e la d'eusanio non mi sembra così male, anzi è stata carina, non potete pretendere che sia uno scienziato non è il suo mestiere.
pipino88
00mercoledì 15 ottobre 2008 17:21
che farenno vedere domani? non ho capito bene hihi va be nell'attesta stasera guarderemo giacobbo cosa butterà fuori
Felisianos
00mercoledì 15 ottobre 2008 17:23
Pipino penso che faranno vedere le opinioni degli esperti...la psicologa e Baita l'ufologo.
Stasera voyager... una scorpacciata di ufo oggi eh...
pipino88
00mercoledì 15 ottobre 2008 17:30
be almeno fanno qualche cosa di interessante buhauauhahaauhauha meglio dell'isola dei famosi
Spiderufo
00giovedì 16 ottobre 2008 04:48
Non ho visto la puntata purtroppo, sapere dove posso rintracciarla ? su you tube nada de nada..
+maranatha+
00giovedì 16 ottobre 2008 17:24
Ho perso la puntata sono arrivato tardi da lavoro...la trasmissione è "ricomincio da qui" appena è in rete la rendo visibile in questa discussione.
(richard)
00giovedì 16 ottobre 2008 19:19
Sarebbe una gran cosa poterla rivedere nel Forum perche' anch'io l'ho perduta per dimenticanza ieri.Grazie Davide. [SM=x708804]
Roswellino
00giovedì 16 ottobre 2008 20:56
Idem se me le trovate mi fate un piacere
Assurbanipal X
00mercoledì 17 dicembre 2008 13:52
Si sa più nulla di Zanfretta e del countdown? Siamo a dicembre, doveva accendersi l'ultima luce.
+maranatha+
00mercoledì 17 dicembre 2008 17:12
Assurbanipal X dalle ultime dichiarazioni che ho sentito non gli è permesso in questo tempo avvicinarsi alla scatola.
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