Progetto Genesi

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Lachaise-L-N-
00sabato 6 giugno 2009 02:20
PROGETTO GENESI

Nuovi elementi sul mistero del DNA

Cosa si nasconde dietro la nostra esistenza? Cosa ci fa vivere? Per quale motivo ci è stato fatto questo dono?

Domande apparentemente senza risposta ma con il passare del tempo forse dare una risposta non è cosi tanto impossibile.

Attraverso una serie di libri e partendo da quello di un ufologo che ormai reputo uno dei migliori nel campo non solo ufologico ma clipeologico, Alfredo Lissoni, sono riuscito ad elaborare un ipotesi sul mistero della vita e trovare delle risposte a quelle domande.

Per arrivare alla risposte dobbiamo iniziare dall’affermazione di Vladimir Sheherback, scienziato esperto di modelli matematici dell’università del Kazakistan.

Egli ha recentemente formulato un'ipotesi di quelle che lasciano senza fiato: l'informazione contenuta nel patrimonio genetico degli esseri viventi della Terra potrebbe contenere un messaggio proveniente da creature di altri mondi. Lo scienziato avrebbe individuato nei geni alcuni raggruppamenti di aminoacidi e, all'interno di questi gruppi, sequenze di formazioni simmetriche che ben difficilmente possono essere il risultato di un'origine naturale del nostro codice genetico: il DNA. Con questa sigla viene definito l'acido desossiribonucleico, che si trova all'interno del nucleo delle cellule umane ed è portatore dei caratteri ereditari. A tale acido, che costituisce la sostanza fondamentale del gene, è affidata la sintesi delle proteine. Sheherback ha parlato addirittura di un secondo livello di informazione inserito nel codice genetico, che potrebbe contenere messaggi inviati sulla Terra da parte di esseri pensanti esistenti in qualche punto dell'Universo. Si tratterebbe di un messaggio significativo inserito in una molecola artificiale di DNA. In effetti il nostro codice genetico è una sorta di registratore biologico, dove é scritto tutto: di quali malattie siamo portatori o di quali ci ammaleremo, e a quale età questo avverrà, quanto saremo alti, di quale colore avremo gli occhi, i capelli e persino, approssimativamente, la data della nostra morte, e se questa avverrà per infarto o per arresto cardiaco.

Un'altra sorprendente presa di posizione è quella dello scienziato Francis Crick, cioè proprio dello scopritore della struttura del DNA, il quale asserisce che la vita è troppo inauditamente complicata per potersi essere formata grazie al caso.

Ecco qui riportata l’affermazione di Sheherback in merito alle origini del nostro DNA:

“Ho studiato l’immagazzinamento delle informazioni genetiche nel nostro organismo e ho scoperto che il nostro DNA si combina in base ad una sequenza vecchia di tre miliardi e mezzo di anni e per questo anteriore alla comparsa della nostra vita sul pianeta. Dunque, la nostra struttura genetica viene da fuori. In altre parole, l’uomo è stato programmato nello spazio dagli extraterrestri.”

Appena ho letto tale affermazione, mi sono posto anch’io la domanda che compare nel titolo del libro di Lissoni:

Gli extraterrestri hanno creato l’uomo?

In base a degli elementi trovati durante le mie ricerche penso che la risposta “si” alla domanda in questione non sia una cosa che debba essere lasciata nel campo dell’impossibile ma tutt’altro.

Procedendo con ordine, dopo aver letto questa affermazione di Sheherback mi sono imbattuto in un'altra informazione contenuta nel libro del medico oculista Massimo Barbetta incentrato sull’ormai famoso mistero di Rennes le Chateau:

“La scienza moderna ha scoperto soltanto da pochi anni il meccanismo alla base dell’invecchiamento del DNA delle cellule nucleari. Si tratterebbe di una riduzione nell’attività di un enzima chiamato Telomerasi, che non riesce più a riparare le parti terminali dei telomeri dei cromosomi, che così iniziano a “sfilacciarsi” alle estremità e, perciò, ad invecchiare. Soltanto in un lontano futuro si può pensare di riuscire a reintegrare questa specifica attività enzimatica”.

E nel libro di Michael Hesemann “I Nuovi Cerchi nel Grano” ho trovato qualcosa che si riallaccia perfettamente all’affermazione sia di Sheherback che di Barbetta:

“È decisivo comunque che nel DNA degli alieni la doppia elica presenti un terzo giro e quindi si configuri coma una tripla elica. Il DNA somiglia al nostro e quindi questo potrebbe far pensare ad una variazione genetica o a una mutazione. Solo di recente la società Enzo Biochem di Farmingale, New York, ha comunicato di essere riuscita a mettere a punto un processo per modificare il DNA, una tecnica consistente nell’aggiungere un terzo giro alla doppia elica. Dustin Brund, nella sua analisi del messaggio di Chilbolton, arrivò alla conclusione che la conclusione del DNA degli alieni era una logica conseguenza del ruolo fondamentale svolto all’interno della catena della molecola tetraedrica silicio ossigeno, ruolo che nel nostro DNA era svolto dai fosfati”

E l’ultimo elemento sta nel libro di Giorgio Pastore “Dei del cielo dei della terra”:

“Alieni giunti in un remoto passato sul nostro pianeta avrebbero così deciso di effettuare un esperimento, unendosi geneticamente ai primi abitanti della terra. I due DNA (terrestre e extraterrestre) sarebbero stati fusi tra loro, dando vita al primo vero uomo ad immagine e somiglianza di Dio. Nacquero Adamo ed Eva, ovvero, uomini e donne muniti di intelletto, un dono divino. Probabilmente scuri di pelle, in quanto diretti discendenti degli ominidi terrestri”.

Partendo da questo fatto ipotetico è possibile collegarci all’elemento della tripla elica che andrebbe a costituire il DNA alieno. È possibile che nel creare noi e quindi fondendo i due DNA la terza elica sia scomparsa oppure sia stata tolta deliberatamente.

Supponendo che gli angeli e gli dèi del passato siano veramente gli alieni del presente, e supponendo che abbiano vita eterna a differenza di noi che moriamo dopo un certo periodo di tempo per varie cause, come sarebbe possibile tutto ciò?

Io credo che la risposta sia in quella terza elica la cui presenza rende sempre attivo l’enzima telomerasi in modo da prolungare la vita e farla diventare eterna. Ma dato che nel creare noi è scomparsa a differenza dei nostri creatori abbiamo una vita ridotta e quindi non eterna.

In questo modo le affermazioni dei vari ricercatori che io ho citato come elementi base della questione si collegano perfettamente fornendo una risposta alla seguente domanda:

Gli extraterrestri hanno creato l’uomo? Io credo che la questione non sia del tutto impossibile ma la strada verso la verità è ancora lunga.

David Lombardi

Fonti:

Dei del cielo dei della terra – Giorgio Pastore
UFO progetto genesi – Alfredo Lissoni
Rennes le Chateau porta dei misteri – Massimo Barbetta
I nuovi cerchi nel grano – Michael Hesemann
www.majuro.it/gesu_ufo.php
Legion1
00sabato 6 giugno 2009 08:43
Se nelle scuole si studiasse un po' più seriamente la chimica e la biologia invece della striminzita (se va bene) oretta settimanale, ci sarebbero molte persone in meno a credere a questi mitomani.

consiglio di lettura: www.geocities.com/biochimicaditutti/
Lachaise-L-N-
00sabato 6 giugno 2009 11:45
Re:
quello che è certo è che la struttura e le funzioni del nostro DNA sono ancora in gran parte avvolte nel mistero.
è quindi ovvio che si facciano congetture e si ipotizzino teorie.
benvengano.
(richard)
00giovedì 11 giugno 2009 13:31
.....sono molto interessanti le ipotesi dello studioso Sheherback
ma non capisco come faccia ad affermare che l’immagazzinamento delle informazioni genetiche nel nostro organismo e che il nostro DNA si combina in base ad una sequenza vecchia di tre miliardi e mezzo di anni e per questo anteriore alla comparsa della nostra vita sul pianeta. Dunque, la nostra struttura genetica viene da fuori. In altre parole, l’uomo è stato programmato nello spazio dagli extraterrestri.”
Con quale metodo di misurazione è giunto a questi risultati? [SM=x708804]

Trove95
00giovedì 11 giugno 2009 14:01
ragazzi... il dna nn si "sfilaccia"(!). L'ho studiato da poco (e anke molto poco, sostenendo legion1) e il solo momento nel quale si può dire che il dna si "sfilaccia" è quando si duplica per creare il nucleo ad una nuova cellula. Il dna nn contiene sl informazioni sul colore degli occhi, dei capelli, l'altezza... ma contiene anke gli obbiettivi di ogni cellula. possiamo dire che è una sorta di manuale diverso da ogni tipo di cellula. se il dna si sfilacciasse, a 60 anni nn vi pare che avremmo qualcosa del tipo 200-300 tumori?
é davvero poco credibile.

Credo che diventerà la mia frase personale: nn diciamo s*******e!
Lachaise-L-N-
00giovedì 11 giugno 2009 15:31
Re:
Trove95, 11/06/2009 14.01:

ragazzi... il dna nn si "sfilaccia"(!). L'ho studiato da poco (e anke molto poco, sostenendo legion1) e il solo momento nel quale si può dire che il dna si "sfilaccia" è quando si duplica per creare il nucleo ad una nuova cellula. Il dna nn contiene sl informazioni sul colore degli occhi, dei capelli, l'altezza... ma contiene anke gli obbiettivi di ogni cellula. possiamo dire che è una sorta di manuale diverso da ogni tipo di cellula. se il dna si sfilacciasse, a 60 anni nn vi pare che avremmo qualcosa del tipo 200-300 tumori?
é davvero poco credibile.

Credo che diventerà la mia frase personale: nn diciamo s*******e!



Elizabeth Blackburn, tra i primi ricercatori a scoprire i telomeri negli anni Settanta del secolo scorso, ha paragonato le strutture finali protettive e ricche di DNA dei nostri cromosomi ai «puntali dei lacci delle scarpe che impediscono che si sfilaccino». I telomeri contengono informazioni genetiche preziose e forniscono la stabilità che impedisce la fusione dei cromosomi, fattore che può determinare l'insorgenza di un tumore.

Quando le celle si dividono, i telomeri vengono distrutti per poi essere rigenerati da un enzima definito «telomerasi trascrittasi inversa». Questo enzima, tuttavia, non rigenera il telomero in tutta la sua lunghezza e la struttura si accorcia ogni volta che la cella si divide: una cellula normale viene distrutta nel momento in cui i telomeri spariscono completamente. Numerose neoplasie sono dovute proprio ad alcune «cellule immortali» in grado di sopravvivere alla perdita dei telomeri.

Gli studi svolti in passato hanno evidenziato che i pazienti affetti da tumori associati al fumo presentano telomeri più corti rispetto agli individui sani. Proprio questo punto ha portato a supporre che, su base percentuale, i telomeri più corti possano indicare una predisposizione ad alcuni tipi di tumori. Fino ad oggi sono mancate però le prove del legame esistente tra il tasso di accorciamento dei telomeri e l'insorgenza di tumori.

Contrariamente alla tesi secondo la quale la lunghezza dei telomeri a una certa età può indicare la durata della vita,è stato dimostrato che la regolazione della lunghezza dei telomeri nel corso della vita è più complessa di quanto finora ritenuto. Viene suggerito che «è altrettanto possibile prevenire una perdita eccessiva di telomeri seguendo uno stile di vita sano».

...è ovvio che lo "sfilacciarsi" era un modo di dire.
Si intendeva dire che i Telomeri a causa di tempo ed altri fattori, si accorciano. [SM=g27817]
Trove95
00giovedì 11 giugno 2009 17:52
devo fare 2 paroline con la mia prof...
(richard)
00giovedì 11 giugno 2009 17:58
Re: Re:
Lachaise-L-N-, 11/06/2009 15.31:



Elizabeth Blackburn, tra i primi ricercatori a scoprire i telomeri negli anni Settanta del secolo scorso, ha paragonato le strutture finali protettive e ricche di DNA dei nostri cromosomi ai «puntali dei lacci delle scarpe che impediscono che si sfilaccino». I telomeri contengono informazioni genetiche preziose e forniscono la stabilità che impedisce la fusione dei cromosomi, fattore che può determinare l'insorgenza di un tumore.

Quando le celle si dividono, i telomeri vengono distrutti per poi essere rigenerati da un enzima definito «telomerasi trascrittasi inversa». Questo enzima, tuttavia, non rigenera il telomero in tutta la sua lunghezza e la struttura si accorcia ogni volta che la cella si divide: una cellula normale viene distrutta nel momento in cui i telomeri spariscono completamente. Numerose neoplasie sono dovute proprio ad alcune «cellule immortali» in grado di sopravvivere alla perdita dei telomeri.

Gli studi svolti in passato hanno evidenziato che i pazienti affetti da tumori associati al fumo presentano telomeri più corti rispetto agli individui sani. Proprio questo punto ha portato a supporre che, su base percentuale, i telomeri più corti possano indicare una predisposizione ad alcuni tipi di tumori. Fino ad oggi sono mancate però le prove del legame esistente tra il tasso di accorciamento dei telomeri e l'insorgenza di tumori.

Contrariamente alla tesi secondo la quale la lunghezza dei telomeri a una certa età può indicare la durata della vita,è stato dimostrato che la regolazione della lunghezza dei telomeri nel corso della vita è più complessa di quanto finora ritenuto. Viene suggerito che «è altrettanto possibile prevenire una perdita eccessiva di telomeri seguendo uno stile di vita sano».

...è ovvio che lo "sfilacciarsi" era un modo di dire.
Si intendeva dire che i Telomeri a causa di tempo ed altri fattori, si accorciano. [SM=g27817]



....scusate se è poco! [SM=x708804]


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