Premio Nobel afferma: o si esce dall'euro oppure sarà la fine

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AlessandroCacciatore
00lunedì 16 aprile 2012 19:38
Anche il premio Nobel per l'economia, Paul Krugman afferma senza mezzi termini che: o si esce dall'euro oppure sarà la fine per l'Europa.

PAUL KRUGMAN: L'EUROPA SI STA SUICIDANDO

New York - L'Europa sta letteralmente commettendo un suicidio economico. Parola del premio Nobel per l'economia Paul Krugman, che esprime chiaramente la propria opinione in un articolo pubblicato sul New York Times.

Questi i punti cruciali che Krugman mette in evidenza: le economie dei paesi periferici, soprattutto la Spagna, sono a pezzi, ma nonostante questo si continua a chiedere loro di fare ulteriori sacrifici, dunque di peggiorare la loro situazione con le misure di austerity in corso, così come comandato dalla Germania e dalla Bce.

Non solo, afferma l'economista: l'economia sta peggiorando, e l'Europa in questo contesto non sta andando neanche nella direzione di migliorare i propri conti pubblici. I tassi sono ancora in rialzo e, come la Grecia ha mostrato, le misure di austerity non migliorano le dinamiche dei debiti..

Krugman commenta l'articolo pubblicato sul The Times, lo scorso sabato: "Suicide by economic crisis", ovvero "Suicidi provocati dalla crisi economica": un articolo che mette chiaramente in luce la tragedia di molti cittadini europei che, disperati per le tasse da pagare, consapevoli della povertà che si avvicina, incapaci di pagare il mutuo o di far fronte alle imcombenze più semplici della vita, decidono di porre fine alla loro vita.

"Fino a qualche mese fa, avevo ancora qualche speranza sull'Europa. Vi ricorderete come lo scorso autunno l'Europa appariva sull'orlo di un crollo finanziario - scrive Krugman - ma la Bce, la controparte europea della Fed, è intervenuta per salvare il Continente". Il riferimento è alla maxi iniezione di liquidità operata dall'istituto, sotto forma di cospicui prestiti alle banche.

L'"interrogativo, in quel momento, è se questa azione coraggiosa ed efficacia avrebbe siglato l'inizio di un ripensamento più ampio, se i leader europei avrebbero utilizzato lo spazio concesso dalla Bce per riconsiderare le loro politiche (...) Ma non l'hanno fatto". Krugman alza le mani e ritiene che a questo punto sarà difficile che l'Europa capisca davvero quello che dovrebbe e non dovrebbe fare.

L'esempio più indicativo degli sbagli commessi dall'Europa, e in particolar modo da Francoforte, è la Spagna. "La Spagna versa in una condizione di depressione piena, con un tasso di disoccupazione complessivo del 23,6%, pari a quello che l'America sperimentò durante gli anni della Grande Depressione, e con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 50%. Questa situazione non può andare avanti, e la consapevolezza del fatto che non potrà andare avanti è il fattore che sta portando i tassi sui bond spagnoli a schizzare verso l'alto".

Il punto, continua, è che la storia della Spagna non ha nulla a che vedere "con le favole sulla moralità che sono così popolari tra i funzionari europei, soprattutto in Germania. La Spagna infatti non era un paese che sperperava il proprio denaro pubblico. Alla vigilia della crisi, l'economia era caratterizzata infatti da un basso livello del debito e da un surplus di bilancio. Detto questo, "aveva anche un enorme bolla sul mercato immobiliare, bolla in parte resa possibile grazie agli enormi prestiti che le banche tedesche erogavano alle loro controparti. Quando la bolla esplose, l'economia spagnola si prosciugò. Ma è importante sottolinea che i problemi fiscali sono la conseguenza della depressione, non la sua causa.

"Nonostante ciò, la medicina che arriva da Berlino e Francoforte, pensate un po', quella di una austerity fiscale ancora più rigida". Parlando senza mezzi termini, questa situazione è semplicemente da pazzi.

Sconfortato dalla testardaggine europea e soprattutto tedesca, Krugman arriva ad d affermare che un'alternativa, a questo punto, dovrebbe essere l'uscita dall'euro, unita al ripristino delle valute nazionali. "Potreste dire che si tratta di una cosa inconcepibile, e che l'effetto sarebbe enormemente distruttivo sia economicamente che politicamente. Ma continuare su questa strada, imporre misure di austerity su paesi che stanno soffrendo già tassi di disoccupazione da Depressione, è questo che è davvero inconcepibile".

Se davvero si vuole salvare l'Europa e l'euro, allora che i leader accettino che "il continente necessita di politiche monetarie ulteriormente espansive, dunque esprimano la loro volontà con un annuncio su una Bce disposta ad accettare in qualche modo un tasso di inflazione più elevato; l'Europa ha bisogno anche di politiche fiscali più espansive". Certo sarà dura, ma ci sarà qualche speranza di ripresa.

Invece, "piuttosto che ammettere di aver sbagliato, i leader europei sembrano determinati a portare la loro economia - e la loro società- sull'orlo del baratro. E il mondo intero pagherà il prezzo".

Fonte: wallstreetitalia

www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-paul-krugman-l-europa-si-sta-suicidando-103520...
papero16
00lunedì 16 aprile 2012 20:17
Mi soffermerei sull' ultima frase.....del resto a loro che importa? fanno i soldi con la carriera politica e poi quel che è stato è stato, se ne vanno con i soldi in tasca..... [SM=g2806965]
è propio questo stato di menefreghismo che andrebbe cambiato [SM=g1950688]
AlessandroCacciatore
00lunedì 16 aprile 2012 20:33
Sì infatti, è proprio così. Questa è gente da mettere a vita in galera senza passare nemmeno al processo. E' pazzesco cosa stanno combinando all'Europa. Ad esempio la Spagna si trova in una situazione ancora peggiore della nostra, tanto da paragonare la crisi spagnola a quella della Grande depressione. Roba da libri di storia insomma. Verosimilmente la Spagna sarà il prossimo paese a crollare. L'Italia invece continua ad essere in bilico, ma rendiamoci conto che rispetto a qualche mese fa, le cose sono peggiorate assai, e piuttosto velocemente anche.
Ira Tenax
00lunedì 16 aprile 2012 20:53
Qualcuno, prima delle dimissioni forzate lo aveva detto... ma siam in Italia e l'accanimento mediatico purtoppo falsa la realtà!
AlessandroCacciatore
00lunedì 16 aprile 2012 20:58
I telegiornali non dicono nulla purtroppo. Censura a non finire.
papero16
00lunedì 16 aprile 2012 21:26
Re:
AlessandroCacciatore, 16/04/2012 20.58:

I telegiornali non dicono nulla purtroppo. Censura a non finire.




Ale non è che non vogliono dire, non POSSONO dire nulla.... [SM=g2201342]
rosental70
00lunedì 16 aprile 2012 21:38
In soli vent'anni hanno distrutto una nazione,non sono degli
inetti ma dei grandissimi ladri.
AlessandroCacciatore
00lunedì 16 aprile 2012 21:41
Re: Re:
papero16, 16/04/2012 21.26:




Ale non è che non vogliono dire, non POSSONO dire nulla.... [SM=g2201342]



Giusto.

Domani chi può, andasse a manifestare davanti al Senato con il movimento NO DEBITO, alle ore 16:00 Bisognerà decidere o no un'altra modifica anti-democratica, vale a dire quella dell'articolo 81.

Intanto ecco una news riguardo l'articolo 18

(ASCA) - Roma, 16 apr - ''I tecnici del Senato'', nella nota di lettura sul ddl di riforma del mercato del lavoro, ''hanno certificato quello che noi ripetiamo da sempre: la modifica all'articolo 18 prevista dalla riforma del lavoro mette a serio rischio le tutele dei lavoratori''. Lo afferma il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.

''Il ministro Fornero ha varato un provvedimento che e' uno specchietto per le allodole. E' solo una truffa ai danni dei lavoratori, in quanto il reintegro per i licenziamenti senza giusta causa e' stato trasformato da diritto acquisito a un miraggio irraggiungibile. Il testo esibito davanti la Bce come scalpo serve solo a nascondere l'incapacita' del governo ad affrontare in modo concreto i nodi cruciali della crisi. La riforma - prosegue Di Pietro - non fa niente per favorire i giovani e i precari, ne' per agevolare gli investimenti esteri in Italia. E' solo fumo negli occhi degli italiani''.

www.asca.it/news-Lavoro__Di_Pietro__con_art_18_tutele_a_rischio__Reintegro_e__miraggio-1144849-...

A questo punto è doveroso ricordare le affermazioni del grande professor Giacinto Auriti.



"La gente deve cominciare a capire che con l'avvento dell'euro, noi ci andiamo a indebitare senza contropartita nei confronti della Banca Centrale Europea, per tutto l'euro che sarà messo in circolazione"

Questo accadeva nel 2001.
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