Perche' siamo gelosi delle cose

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(richard)
00mercoledì 11 giugno 2008 22:13
Nel cervello il senso del possesso
Separarci dalle nostre cose è spesso difficile, per qualcuno addirittura impossibile anche se l'oggetto in questione è vecchiotto ed ha visto tempi migliori, o non è poi un granché.

Valore affettivo, certo, dettato però da un comportamento che ha un'origine ben precisa in alcune regioni del cervello. A fornire una spiegazione scientifica a questa "gelosia" di fondo è uno studio scientifico che svela i meccanismi neuropsicologici alla base della potenziale perdita di qualcosa che si possiede.

E' noto che in generale preferiamo quello che è nostro rispetto a qualcosa di assolutamente simile che però non ci appartiene, e tendiamo ad attribuirgli un valore maggiore: si chiama "effetto dotazione", una sorta di anomalia della teoria economica.

"E' così difficile separarsi dalle proprie cose che la gente arriva a chiedere anche il doppio, durante un processo di vendita, di ciò che sarebbe disposta a spendere per acquistare l'oggetto che già possiede", spiega il dottor Brian Knutson, della Stanford University, negli Stati Uniti, primo autore dello studio pubblicato su Neuron.

Knutson e colleghi hanno analizzato il ruolo di alcune aree cerebrali, attraverso la risonanza magnetica funzionale, mentre ad alcuni volontari che hanno partecipato allo studio era stato chiesto di comprare alcuni prodotti, di venderne altri che erano stati dati loro in precedenza, o ancora di scegliere fra altri prodotti o denaro.

L'idea di fondo era quella di scoprire se ci fosse un'area specifica che si attiva quando sta per entrare in azione la possessività dovuta all'"effetto dotazione". E c'è, hanno scoperto gli scienziati: si tratta dell'insula anteriore, area che risulta implicata anche nella previsione di una possibile perdita, che entra in gioco in modo massiccio nei soggetti maggiormente possessivi, più sensibili all'effetto dotazione.

Questi risultati, chiarisce Knutson, indicano che l'effetto dotazione è legato più alla paura della perdita di un oggetto caro che non ad una particolare attrazione per le proprie cose. Una scoperta che aiuta a comprendere meglio, con l'aiuto delle neuroscienze, "importanti fenomeni che, alla luce delle teorie economiche tradizionali, risultano incomprensibili", conclude lo scienziato.
La repubblica.it
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