paranormale o semplice patologia?
Glossolalia è la parola di origine greca che indica un comportamento diffuso in alcuni ambienti religiosi: il "parlare in altre lingue".
Più precisamente la glossolalia consiste nel pronunciare semplici sillabe senza senso che possono sembrare una lingua sconosciuta (xenoglossia) o un linguaggio mistico.
Sia nella tradizione cristiana che in altri gruppi religiosi la glossolalia è considerata un dono di dio e comunque una forma di possessione mentale da parte di un’entità soprannaturale.
Dagli atei e dagli scettici è stata spesso ritenuta una forma di malattia mentale.
Recentemente una ricerca neuroscientifica ha provato a “guardare" dentro al cervello dei glossolalici, scoprendo cose molto interessanti.
E’ stata condotta da ricercatori dell’ Università della Pennsylvania su cinque donne, usando tecniche di imaging che evidenziano il flusso sanguigno del cervello.
Le donne sono state sottoposte allo scan in due condizioni: quando cantavano una canzone gospel e quando “parlavano le lingue”.
I risultati hanno evidenziato che, quando era in atto il comportamento glossolalico, i loro lobi frontali, la parte pensante e volontaria del cervello, attraverso la quale le persone controllano quello che fanno, era relativamente silente, così come i centri del linguaggio, inoltre le regioni coinvolte nel mantenimento dell’autoconsapevolezza erano attive (le donne non erano in trance) e non era chiaro quali regioni guidassero il comportamento.
Questi risultati da un lato confortano sulla buona fede dei soggetti, in quanto non esistono evidenze di simulazione volontaria, dall’altro supportano, almeno da un punto di vista cognitivo, l’interpretazione che essi stessi danno del fenomeno, la maniera con cui lo descrivono e la convinzione che sia “dio” a parlare attraverso di loro.
Effettivamente se non è Dio, di sicuro non sono “loro” nel senso neurale del termine.
Una delle donne ha espresso con parole perfette il pattern di attivazione del suo cervello affermando di sentirsi: consapevole di ciò che c’è intorno, di non perdere completamente il controllo, ma di non avere l’intenzione di effettuare il comportamento, come se si sentisse “scorrere”, avvolta in una sensazione fantastica di tranquillità e pace.
Lo scan ha evidenziato l’attività di una regione cerebrale chiamata caudato sinistro. Il caudato è solitamente attivo quando si sperimentano emozioni piacevoli e positive, ma è implicato anche nel controllo motorio.
Sembrerebbe che i glossolalici, pur restando consapevoli e coscienti di sè stessi, “cedano” ad altre aree cerebrali qualche controllo sui loro corpi e sulle loro emozioni.
Gli scienziati hanno comunque ammesso che la faccenda è alquanto complicata.
Contrariamente a quanto comunemente si pensi lo studio ha anche confermato che le persone glossolaliche soffrono molto raramente di problemi mentali.
Articolo originale | The measurement of regional cerebral blood flow during glossolalia: A preliminary SPECT study
Fonte | NyTimes