Un articolo che vi consiglio di leggere, il pensiero del direttore della specole vatinana: tanti exopianeti? Un solo Gesù
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Riposizionamento tattico in vista
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Traduzione da the independent
Gli scienziati sono più vicini che mai a scoprire la verità sulla vita oltre la Terra. Proprio il mese scorso, la NASA discuteva animatamente del potenziale di un eso-pianeta- Keplero 452b - che sembra essere il pianeta più simile alla Terra mai apparso al di fuori del sistema solare. Anche il Vaticano è eccitato alla prospettiva di trovare vita aliena. Ma prima ha un paio di cose da dire in merito. Il solido programma astronomico del Vaticano, diretto dal gesuita argentino Padre José Gabriel Funes, è parte integrante di questa ricerca. L'Osservatorio del Vaticano ha sede in Italia a Castel Gandolfo, dove il Papa ha la sua residenza estiva. Ma gestisce anche un telescopio al Mount Graham International Observatory all'Università dell'Arizona.
L'Agenzia France Press ha chiesto a Funes di commentare il recente annuncio della NASA, che ha definito una "grande notizia". «È probabile che ci sia vita e forse una forma di vita intelligente», ha dichiarato Funes. Ma ha aggiunto: «Non penso che incontreremo mai un signor Spock». Funes sostiene da anni che non c'è conflitto tra la possibilità di vita aliena - anche vita intelligente- e gli insegnamenti della Chiesa Cattolica. «Così come esiste una molteplicità di creature sulla Terra, ci possono essere altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio», ha affermato Funes nel 2008. «Questo non è in contrasto con la nostra fede perché non possiamo mettere limiti alla libertà creativa di Dio. Per dirla come San Francesco [di Assisi], se consideriamo alcune creature terrestri come "fratelli" e "sorelle", perché non potremmo parlare anche di un "fratello extraterrestre"? Anche lui apparterrebbe alla creazione».
Funes ha anche parlato a France Press di ciò che significherebbe la scoperta di vita aliena per la visione globale della chiesa sull'alleanza di Dio con gli esseri umani. «La scoperta di vita intelligente non significa che c'è un altro Gesù», ha affermato. «L'incarnazione del figlio di Dio è un evento unico nella storia dell'umanità, dell'universo». E ha aggiunto: «Se ci fosse vita intelligente (su un altro pianeta), non la vedo una cosa in contraddizione con la fede cristiana». Qesta idea teologica - che se Dio ha creato alieni da qualche parte nell'universo, allora il Vaticano non è nella posizione di dire che Gesù non fosse uno di loro - è perfettamente in linea con i commenti fatti dal papa stesso sulla vita aliena. Lo scorso anno, Francesco ha detto che se un essere alieno si fosso rivolto a lui chiedendo di essere battezzato, lo avrebbe fatto. «Se, per esempio, domani arrivasse una spedizione di Marziani, e alcuni venissero da noi, qui. Marziani, vero? Verdi, con il naso lungo e le orecchie grandi, proprio come li disegnano i bambini. E uno dicesse: "Voglio essere battezzato!", che cosa accadrebbe? Quando il Signore ci indica la via, chi siamo noi per dire "No, Signore, non è prudente! No, facciamo in un altro modo." Chi siamo noi per chiudere le porte? Nella Chiesa delle origini, e ancora oggi, c'è il ministero dell'ostiario [colui che apre le porte]. E che cosa ha fatto l'ostiario? Ha aperto la porta, accolto le persone, consentito loro di passare. Ma non è mai stato il ministero della porta chiusa, mai».
Quando il Vaticano parla di questo, allude spesso al battesimo dei Gentili nella Chiesa Cristiana delle origini, che all'inizio consisteva in gran parte di Ebrei convertiti. In Atti 11:17, Pietro dice: «Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che a noi per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?». Nel 2010 l'astronomo vaticano Guy Consolmagno ha affermato anche che la Chiesa deve battezzare gli alieni che lo richiedono, perché «qualsiasi entità - a prescindere da quanti tentacoli abbia - ha un'anima». Per ora, tuttavia, gli astronomi del Vaticano continueranno ad osservare le stelle. C'è un'enorme distanza tra la Terra e alcuni dei pianeti più simili alla terra presenti nella nostra galassia, cosa che rende la possibilità di conoscere che tipo di vita ci sia là fuori - per non parlare di un alieno che si presenta alle porte del Vaticano chiedendo il battesimo - piuttosto remota. È certamente fuori dalla portata della più avanzata tecnologia umana esistente oggi. Funes aveva anche cose interessanti da dire su dove si debbano rivolgere i fedeli per capire la scienza alla base della ricerca della vita, dichiarando a France Press: «La Bibbia non è un testo scientifico. Se cerchiamo nella Bibbia risposte scientifiche alle nostre domande, commettiamo un errore. Perché essa risponde a grandi domande, come "qual è il nostro ruolo nell'Universo?"». E la ricerca scientifica della conoscenza della vita oltre la Terra ci può inoltre «aiutare a capire noi stessi, capire il nostro potenziale, ma anche i nostri limiti».
Abby Ohlheiser, The Independent
Traduzione di Flavia Vendittelli
fonte inglese
fonte italiana