Obama Presidente

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jole88
00mercoledì 5 novembre 2008 11:20
E' il presidente di tutti

Primo discorso (tradotto):


[SM=g27811]



[SM=g27811]

AURORA PILOT
00mercoledì 5 novembre 2008 11:28
Era già scritto che avrebbe vinto lui...speriamo porti quel cambiamento di cui tutto il mondo ha bisogno!
jole88
00mercoledì 5 novembre 2008 11:47
E speriamo che rimanga in vita abbastanza!
(richard)
00mercoledì 5 novembre 2008 16:25
Il mondo ha un estremo bisogno di pace e Mc Cain ex militare, non sarebbe certo stato un grande fautore della distenzione negli infuocati scenari di guerra che sono attivi in varie parti del pianeta. [SM=x708804]
Legion1
00mercoledì 5 novembre 2008 17:33
Onestamente non mi illudo: ho sempre pensanto che non esistono presidenti USA democratici o repubblicani, ma solo presidenti USA.
Basta guardare a quello che hanno fatto i suoi predecessori indipendentemente dalla loro appartenenza politica.

Da quello che è trapelato dallo staff del neo presidente
e dai discorsi in campagna elettorale ci si potrebbero fare alcune ipotesi: appoggio totale ad Israele contro Amas e il non riconoscimento dello stato palestinese (da un discorso in israele di quelche mese fa)
stabilizzazione delle aree conquistate in iraq e aumento dell'attività militare in afganistan e pakistan. Nessuna intenzione di dialogo con la Russia.

Quindi almeno in politica estera non cambierà molto.
(richard)
00mercoledì 5 novembre 2008 18:50
Pensavo avrebbe apportato qualche novita' di rilievo alla politica estera USA,ma da quello che leggo..... i latini dicevano:-Talis pater talis filius-. [SM=x708804]
Demirel81
00mercoledì 5 novembre 2008 21:50
Sarà un grande presidente, meglio di Bush, senza dubbio. L'origine umile saprà evitare di farlo diventare megalomane e onnipotente.
Good Lucky America [SM=g27822]
Assurbanipal X
00giovedì 6 novembre 2008 00:21
Come al solito, il nostro Presidente chiama ancora in causa il Nuovo Ordine Mondiale. Messaggio massonico? Avvertimento? Casualità? Cosa?


16:30 Napolitano: "Spirito unitario che può insegnarci qualcosa"

"Credo che sia stata una prova straordinaria di vitalità democratica quella che ha offerto l'America. E' da sottolinearsi sia la partecipazione senza precedenti già alla campagna elettorale e poi al voto, sia la larghissima adesione al programma di Obama che era un programma ricco di idealità e di impegni di rinnovamento". Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita a Padova, ha commentato con i giornalisti l'elezione di Barack Obama a presidente degli Stati Uniti d'America, secondo quanto riporta il sito web del Quirinale. "E' un momento importante per noi, come per tutto il mondo; un momento di grande speranza e di rinnovata fiducia per la causa della libertà, della pace e di un nuovo più giusto e più sicuro ordine mondiale", dice ancora Napolitano.
jole88
00giovedì 6 novembre 2008 07:58
penso si riferisse semplicemente a una stabilità politica internazionale, da tempo ormai mancante, nulla di più..
Gli appelli ad una politica di pace e dialogo, mi sembra infatti, siano stati diversi da parte di Obama..speriamo bene dai..

(Spiritello)
00giovedì 6 novembre 2008 14:55
Non capisco perchè questa eccitazione per la democrazia americana e la partecipazione al voto. Noi siamo la nazione del mondo dove la partecipazione al voto è più alta, sempre oltre l'80%.
In America il tasso di criminalità, povertà, segregazione raziale è ai massimi storici. Non basta un presidente Nero per cambiare il volto di una nazione [SM=g27815]
(richard)
00giovedì 6 novembre 2008 15:20
Ma si puo' cominciare da un presidente migliore e questo Obama sembra lo sia,sicuramente migliore del guerrafondaio e megalomane Bush.
jole88
00giovedì 6 novembre 2008 15:23
Con Obama gli usa si scoprono verdi

ll neopresidente arriva alla Casa Bianca con un programma d'avanguardia
Taglio dell'80% della CO2 nel 2050 e fine della dipendenza dal greggio entro 10 ann
i


Clima, rinnovabili e meno petrolio [SM=g27811]


Barack promette di 5 milioni di posti di lavoro nell'energia pulita
Silvestrini: "Ora risulta ancora più imbarazzante e penoso il balbettio italiano"
di VALERIO GUALERZI


Manifesto ambientalista per ObamaROMA - C'è una rivoluzione nella rivoluzione con l'arrivo di Barack Obama alla Casa Bianca. Il prossimo presidente degli Stati Uniti è nero, il prossimo presidente degli Stati Uniti ha appena 47 anni, ma il prossimo presidente degli Stati Uniti ha anche un programma energetico e ambientale assolutamente innovativo che fa del "business verde" un tassello fondamentale della rinascita americana e di un riscoperto multilateralismo.

Centralità che il senatore dell'Illinois non ha mancato di ribadire anche nel primo discorso pronunciato appena avuta la certezza di aver sconfitto John McCain. "Anche se stanotte festeggiamo, sappiamo che le sfide che ci porterà il domani sono le più grandi della nostra vita: due guerre, un pianeta in pericolo, la peggiore crisi finanziaria del secolo", ha avvisato Obama, aggiungendo però che "ci sono nuove energie da imbrigliare e nuovi lavori da creare".

Una speranza offerta innanzitutto a un Paese a terra dopo l'uragano partito con lo scandalo dei mutui subprime, ma che non potrà non avere profonde ripercussioni globali. "Obama ritiene importante che gli Stati Uniti si impegnino nella lotta ai cambiamenti climatici e propone un rientro del paese nelle negoziazioni internazionali sul clima, senza attendere che Cina e India facciano altrettanto, evitando così una paralisi del processo decisionale", spiega Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club ed ex consulente del ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani.

"Come strumento d'azione - ricorda ancora Silvestrini - il futuro presidente propone uno schema analogo a quello dell'emissions trading europeo, ma con un pagamento delle quote da parte delle industrie e la destinazione dei proventi (15 miliardi di dollari all'anno) per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica. Questo meccanismo penalizzerà evidentemente la produzione di energia da carbone".

Il programma del candidato democratico non si discosta molto infatti dal pacchetto 20-20-20 elaborato da Bruxelles, ma è tarato sulla cifra 10: mettere fine entro 10 anni alla dipendenza dal petrolio, 10% di rinnovabili entro 4 anni, ridurre in 10 anni del 15% i consumi di elettricità. Per questo il successo di Obama rafforzerà inevitabilmente la determinazione europea ad andare avanti, rendendo ancora più debole e isolato il tentativo italiano di bloccare tutto. Qualche settimana fa, Berlusconi, attaccando la direttiva Ue, aveva sentenziato: "I maggiori produttori di C02, che sono Stati Uniti e Cina, sono assolutamente negativi sul fatto di aderire alla nostra azione".

Vero, ma solo nel senso che Washington ora intende fare ancora più di Bruxelles, riconquistando la leadership tecnologica della rivoluzione verde. Se a Roma si insiste nel denunciare i presunti costi delle politiche ambientali, la promessa elettorale di Obama è stata invece quella di creare nel giro di dieci anni 5 milioni di posti di lavoro nel settore dell'energia pulita e di arrivare a un taglio delle emissioni di C02 dell'80% entro il 2050.

Obama parla agli ambientalisti
Un piano d'azione che dopo qualche iniziale incomprensione legata al ruolo dei biocarburanti e del "carbone pulito" ha conquistato la stragrande maggioranza degli ambientalisti americani. "La travolgente vittoria di Obama e dei tanti candidati filo ambientalisti in giro per il Paese - esulta il presidente di Friends of Earth Brent Blackwelder - segnala un forte rigetto delle fallimentari politiche energetiche degli ultimi otto anni e un mandato storico per una trasformazione su vasta scala".

Trasformazione, per dirla ancora con le parole di Silvestrini, che "rappresenta il ritorno degli Usa sulla scena mondiale per la lotta contro i cambiamenti climatici e un forte rilancio dell'industria delle fonti rinnovabili" rendendo "alla luce delle novità in arrivo ancora più imbarazzante e penoso il balbettio italiano per sottrarsi agli impegni contro il riscaldamento del Pianeta".

Analisi che al nostro ministero dell'Ambiente sottoscrivono solo a metà. Il direttore generale Corrado Clini, snodo italiano di tutti gli ultimi negoziati per protrarre il Protocollo di Kyoto oltre il 2012, distingue infatti tra la politica ambientale di Obama e la volontà/possibiltà di sottoscrivere impegni vincolanti in sede internazionale. "Ho incontrato il suo staff nel settembre scorso - racconta Clini - e mi hanno confermato l'intenzione di dare una spinta poderosa alle rinnovabili e all'efficienza energetica, obiettivi resi credibili dal fatto di avere alle spalle settori importanti della finanza e dell'industria americana. Un percorso che innescherebbe un circolo virtuoso molto positivo, con ricadute anche in Cina".

"Cosa diversa - aggiunge il direttore generale del ministero - è ritenere però che Obama possa pensare di accettare limitazioni alla sovranità statunitense attraverso un accordo come il Kyoto bis. Il Senato non lo accetterebbe mai, come è già accaduto con la bocciatura da parte di una maggioranza democratica della prima ratifica voluta da Clinton". "Pensare che la posizione europea esca rinfrancata dalla vittoria di Obama e di conseguenza che le obiezioni italiane siano più deboli - conclude Clini - mi sembra infondato, anzi, ora che esiste un obiettivo comune si aprirà un confronto sulle modalità per raggiungerlo. Di certo esce definitivamente sconfitto il partito di chi sostiene che per il clima non occorre fare nulla". Resta però il dubbio che il governo Berlusconi, dopo aver definito "una follia" la politica europea del 20-20-20, faccia parte proprio di questo partito.
[SM=g27811]
[SM=x708809]

fonte: Repubblica.it
(richard)
00giovedì 6 novembre 2008 18:19
Gran bei proponimenti,che porteranno se attuati con determinazione a grandi vantaggi per l'ecosistema mondiale attraverso le energie rinnovabili entro temi ancor piu' brevi rispetto al protocollo di Kyoto liberandoci pian piano dall'inquinamento dell'oro nero. [SM=x708804]
Piccolopopolo
00giovedì 6 novembre 2008 18:58
Solo perchè è nero tutto questo casino, questo è razzismo al contrario. Sembra il messia, invece è un giovanotto di 47 anni parecchio antipatico.
AURORA PILOT
00giovedì 6 novembre 2008 19:15
Sicuramente con Obama l'ecosistema globale ne risentirà in meglio...

(richard)
00giovedì 6 novembre 2008 20:13
Re:
Piccolopopolo, 06/11/2008 18.58:

Solo perchè è nero tutto questo casino, questo è razzismo al contrario. Sembra il messia, invece è un giovanotto di 47 anni parecchio antipatico.



Non puo' essere simpatico a tutti.....


UniversalMan
00giovedì 6 novembre 2008 21:30
Scusate ma non mi reggo...avete sentito berlusconi ? [SM=x708822]
Gli ha dato dell'abbronzato ...è successo un casino..la notizia ha fatto il giro del mondo [SM=g1420771]

Che cosa assurda [SM=x708819]


Ecco il video?
tv.repubblica.it/copertina/berlusconi-obama-abbronzato/260...
(richard)
00giovedì 6 novembre 2008 22:51
Ognuno la interpreta a proprio modo,per me pur volendo fare una battuta scherzosa ha avuto una caduta di stile,se stile ne ha mai avuto!
AURORA PILOT
00venerdì 7 novembre 2008 10:42
Berlusconi gli ha dato dell'alto, bello ed abbronzato...non capisco tutto il putiferio scoppiato..ora non ci si può fare nemmeno i complimenti tra presidenti...mi consenta...hahaha
Apophis99942
00venerdì 7 novembre 2008 14:00
Stendiamo un velo pietoso sulla battuta [SM=g27829]
Su Obama invece spero che sia in grado di dare un nuovo slancio per portare di nuovo nel mondo il sogno americano, che è quella cosa per cui un immigrato figlio dell'Africa possa andare ad abitare nella casa che da schiavi hanno costruito i suoi antenati nel 1800.
jakDarkLight
00venerdì 7 novembre 2008 17:10



ahahaha xD
(richard)
00venerdì 7 novembre 2008 18:37
Rimanendo nello scherzo, sarebbe una battutina che forse si meriterebbe il Berlusca,ma Mr. Obama è troppo signore per farla!
Legion1
00sabato 8 novembre 2008 10:17
Certo che ora vedere la combriccola dei leghisti di governo che dovrà adoperarsi per "leccare" un uomo di colore sarà uno spasso [SM=g27828]

(richard)
00sabato 8 novembre 2008 11:37
Re:
Legion1, 08/11/2008 10.17:

Certo che ora vedere la combriccola dei leghisti di governo che dovrà adoperarsi per "leccare" un uomo di colore sarà uno spasso [SM=g27828]



Vero, non c'avevo pensato,mi sembra che hanno gia' dato qualche segno d'insofferenza!


UniversalMan
00sabato 8 novembre 2008 13:28
ora manca solo un presidente "culattone"...perchè nero si..ma frocio proprio no...
Quello per la lega sarebbe proprio il massimo [SM=g27828]
Pensa se si dovessero inchinare davanti al presidente [SM=x708822]
jole88
00sabato 8 novembre 2008 17:42
ah ahah!!!! :):):) fortissima la vignetta!!
(richard)
00sabato 8 novembre 2008 18:46
Re:
UniversalMan, 08/11/2008 13.28:

ora manca solo un presidente "culattone"...perchè nero si..ma frocio proprio no...
Quello per la lega sarebbe proprio il massimo [SM=g27828]
Pensa se si dovessero inchinare davanti al presidente [SM=x708822]



Ma non ci si inchina solo davanti al Papa? [SM=g27816]


robyonekenobi83
00domenica 9 novembre 2008 11:46
A me da fastidio una certa sinistra che critica Berlusconi per questa battuta (che comunque poteva risparmiarsi...), mentre ride di gusto offendendo Berlusconi e Brunetta per la loro altezza, chiamandoli mezzo-ministro, psico-nano, ...
Spero che Obama porti veramente un cambiamento.I propositi sono buoni, speriamo li metta in pratica.
Demirel81
00domenica 9 novembre 2008 12:26
Roby anche io non sono mai tenero con la sinistra però quella di Berlusconi resta una gaffe assurda. Mentre si fa la storia lui non trova niente di meglio che ironizzare sul colore della pelle. Non era a una gita scolastica, rappresenta l'italia, una nazione del g8, deve dare un certo esempio. Esistono luoghi per tutto, non siamo a Zelig, è il MIo primo ministro e deve rappresentarmi con dignità. Esistono delle responsabilità quando si è a capo di una nazione, e le barzellette le lascerei al Bar. Questo non è un giudizio politico bada bene, conosco bene la storia della sinistra fatta sempre di molti no, è un giudizio su un comportamento di Berlusconi che questa volta anche io ho trovato inadeguato. [SM=g27823]
Legion1
00venerdì 14 novembre 2008 11:54
Non si esprimono in quartine come Nostradamus. Non leggono il futuro in una palla di vetro o nelle viscere degli uccelli. Ma la sicurezza di linguaggio con cui vaticinano gravissimi eventi a funestare l'inizio dell'era Obama è quella dei veggenti. Una sicurezza inquietante, visto che stiamo parlando di un ex segretario di Stato, di un vicepresidente in pectore e di un presidente uscente.
Ora che i riflettori si sono spenti sul trionfo elettorale di Barack Obama, e tutti attendono il suo insediamento alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio, tornano alla mente recenti dichiarazioni fatte da importanti politici americani che gettano un'ombra allarmante sull'avvio di questo storico mandato presidenziale.

Colin PowellColin Powell. Lo scorso 19 ottobre, l'ex capo di Stato Maggiore e ministro degli Esteri, Coiln Powell, ospite del programma televisivo 'Meet The Press' annunciava il suo sostegno a Obama e, parlando dei problemi che si troverebbe ad affrontare in caso di elezione, pronunciava la seguente frase sibillina: "Ci sarà una crisi intorno al 21 e 22 gennaio (subito dopo l'insediamento di Obama, ndr) di cui ancora non sappiamo nulla". (vedi video)
Che tipo di crisi? Non lo spiega. Il conduttore non coglie e l'intervista continua come nulla fosse.

Joe BidenJoe Biden. Il giorno dopo, 20 ottobre, il candidato democratico alla vicepresidenza, Joe Biden, parlando a un meeting per la raccolta fondi a Seattle, rilanciava la funesta previsione con minore precisione temporale ma con maggiori dettagli. "Segnatevi le mie parole. Entro sei mesi il mondo metterà alla prova Barack come fecero con John Kennedy. Ricordatevi quello che vi sto dicendo. Avremo una crisi internazionale, una crisi provocata per testare di che pasta è fatto il ragazzo (Obama, ndr). E lui dovrà fare qualcosa di molto duro. Vi garantisco che succederà". Cosa? Questa volta sembra chiaro: una guerra. "Dovrà decidere senza esitazioni per non ripetere gli stessi errori commessi in Somalia, in Bosnia, in Kosovo e in Iraq. Quindi dovrà prendere decisioni dure. I problemi potranno venire dal Medio Oriente (Iran, ndr), dal Subcontinente (Pakistan, ndr) o magari dalla risorgente Russia".

George W. BushGeorge W. Bush. Un nuovo intervento militare Usa, quindi, ma molto più ‘duro' di quelli che abbiamo visto finora. Ma scatenato da cosa? La risposta a questa domanda potrebbe stare nelle parole pronunciate dal presidente uscente George W. Bush, che in un messaggio radio alla nazione trasmesso quattro giorni dopo l'elezione di Obama, l'8 novembre, ha detto: "Questa per l'America sarà la prima transizione presidenziale in tempo di guerra degli ultimi quarant'anni. Stiamo combattendo contro violenti estremisti che sono decisi ad attaccarci e che non desiderano altro che sfruttare questo periodo di cambiamento per colpire il popolo americano". Insomma, un nuovo 11 Settembre.

Indovini in doppiopetto? Uccelli del malaugurio? O - ipotesi più angosciante di tutte - persone che hanno accesso a informazioni classificate?
La risposta arriverà tra poche settimane.
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