Nuove centrali nucleari in Italia

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(richard)
00giovedì 22 maggio 2008 19:44
Il governo Berlusconi ha votato per la costruzione di nuove centrali nucleari da insediare sul suolo nazionale entro i prossimi cinque anni.
Come la vedete la cosa,siete favorevoli o no? [SM=x708811]
AURORA PILOT
00giovedì 22 maggio 2008 20:07
Favorevole!
Finalmente non dovremo dipendere da tanti altri paesi per l'energia elettrica.
La sicurezza ora è all'avanguardia in questo settore del nucleare!

AURORA PILOT
jole88
00venerdì 23 maggio 2008 01:41
Sfavorevole!
Probabilmente, si parla di 15 centrali nucleari in tutta italia.

Nonostante i progressi fatti, le centrali nucleari non sono ancora sicure.

Le scorie oggi le sappiamo smaltire ma in minima parte, e rappresentano un grosso problema.

Per costruire una centrale ci vogliono enormi finanziamenti da parte dello Stato e per completare una centrale nucleare all'avanguardia in media ci vogliono tra gli otto e i dieci anni.

Fra trent'anni la materia prima per il nucleare sarà già finita in quanto, pur producendo immense quantità di energia, si trova sul nostro pianeta in piccolissime quantità.

Se dunque bisogna spendere soldi per 20 di energia non sicura e in ogni caso nociva dico solo apriamo gli occhi,svegliamoci e cominciamo una volta tanto come paese ad essere davvero all'avanguardia. Sosteniamo la ricerca per lo sfruttamento di fonti piu sicure e magari rinnovabili.

Yoko Dark
00venerdì 23 maggio 2008 01:52
sono d'accordo, se serve come transito e nn come approdo. L'energia nucleare è legata all'uranio che da che so anch'io, sta finendo, ma sarebbe senzadubbio utile per liberarci dal monopolio del petrolio almeno peri prossimi due o tre decenni...Il problema delle scorie nn è da poco, ma tanto smaltiamo quelle straniere, sarebbe meglio smaltire le nostre no? ed il fatto che siano più o meno sicure è molto relativo...sarebbe giusto parlarne se nn ci trovassimo con i confini strapieni delle centrali svizzere e francesi
(richard)
00venerdì 23 maggio 2008 13:28
Re:
Yoko Dark, 23/05/2008 1.52:

sono d'accordo, se serve come transito e nn come approdo. L'energia nucleare è legata all'uranio che da che so anch'io, sta finendo, ma sarebbe senzadubbio utile per liberarci dal monopolio del petrolio almeno peri prossimi due o tre decenni...Il problema delle scorie nn è da poco, ma tanto smaltiamo quelle straniere, sarebbe meglio smaltire le nostre no? ed il fatto che siano più o meno sicure è molto relativo...sarebbe giusto parlarne se nn ci trovassimo con i confini strapieni delle centrali svizzere e francesi



Sono pienamente d'accordo,le abbiamo dietro la porta di casa,tanto vale farne uso anche noi,temporaneamente. [SM=g27811]


AURORA PILOT
00venerdì 23 maggio 2008 20:09
Poi le altre alternative quali sarebbero?
Centrali ad energia solare? Centrali eoliche?Potrebbe essere, ma i costi e la manutenzione sono elevatissimi.

Poi i Francesi "fubbini" hanno costruito le loro centrali sul confine, tanto il vento spira sempre verso Sud, quindi verso di noi, e se ci fosse qualche problema ( mi auguro non ci sia mai) di nube tossica loro sono al sicuro!

AURORA PILOT
(richard)
00venerdì 23 maggio 2008 22:15
Si, sembrerebbero al sicuro,ma non piu' di tanto,il vento non ha strade ne corridoi, è libero come il ....vento,appunto!
Yoko Dark
00venerdì 23 maggio 2008 23:12
il problema dell'opinione pubblica è che pensa di risolvere i problemi energetici come nel passato con il petrolio, ovvero, il petrolio è uno dei combustibili migliori che ci sia, per quantità e potenziale, ma siccome sta finendo, ora come ora è inpensabile trovare UN qualcosa che lo sostituisca...bensi dobbiamo pensare in modo ampio, quindi sfruttare tutte le possibilità e nn cercarne una sola...quindi dovremmo incrementare l'eolico, il solare, idroelettrico, gli inceneritori con combustione che si può sfruttare, nucleare e via dicendo...nn dobbiamo più pensare con una concezione mono-energetica come fanno in molti
Legion1
00sabato 24 maggio 2008 09:57
Come ho gia scritto qualche tempo fa su questo sito, l'energia nucleare viene prodotta con l'uso di materiali a base di Uranio o un suo derivato che si chiama plutonio. Entrambi fortemente radioattivi. Si parla della vita media di un materiale radioattivo. La radioattività consiste nell'emissione, da parte di questi materiali, di particelle (raggi beta con carica elettrica negativa, raggi alfa con carica elettrica positiva, neutroni senza carica) oppure di onde elettromagnetiche più potenti dei raggi X: Tutte queste emissioni interferiscono pesantemente con le cellule degli esseri viventi (sistema immunitario) e persino con il materiale genetico (DNA, cromosomi ecc.).

Gli effetti sono molto spesso mortali e non si limitano ai soggetti colpiti. L'alterazione del corredo genetico, infatti porta ad alterazioni anche delle future generazioni. La vita media di un materiale radioattivo è il tempo occorrente alla riduzione dell'intensità radioattiva al 50% di quella iniziale.

Per chiarire il concetto facciamo l'esempio dello iodio radioattivo che si usa per le misure di scintigrafia alla tiroide. Ha una vita media di 30 minuti. Questo significa che occorrono 30 minuti perché le radiazioni emesse si riducano alla metà, ed altri 30 minuti a un quarto, ed ancora 30 minuti ad un ottavo e così via. Gli Italiani che hanno frequentato il liceo classico faranno bene a ricordare il paradosso di Achille e la tartaruga per capire che in teoria la radioattività dura in eterno anche se nel caso dello iodio radioattivo, basta un giorno per eliminare il pericolo per la salute. Purtroppo i materiali già detti che si usano nelle centrali nucleari hanno una vita media dell'ordine di 5.000 anni. Il che significa (ai fini pratici) che gli effetti delle emissioni investono un numero smodato di generazioni future, basta solo pensare che in un secolo ci sono circa 5 generazioni mentre occorrono 5.000 anni (1000 generazioni) per dimezzare le radiazioni iniziali ed altri 5.000 anni (altre 1000 generazioni) per ridurle ad un quarto e così via.
Il cosiddetto smaltimento delle scorie significa solo seppellimento delle medesime con materiali che non si lasciano attraversare dalle radiazioni ad esempio piombo, oppure la dispersione estrema del materiale radioattivo in uno spazio assai esteso. In definitiva quella dell'energia nucleare è una scommessa dove la posta è il futuro della vita su questo pianeta. Il bello è che gli stessi che chiedono la moratoria dell'aborto , non hanno niente da opporre alla ripresa delle costruzioni delle centrali nucleari. Se l'aborto è un omicidio si può dire che gli omicidi all'ingrosso impressionano molto di meno di quelli al minuto.

Senza contare il fatto che occorrono circa 20 anni per costruire una centrale (salvo le lunghe pause per mancanza di fondi o per infiltrazioni mafiose che in italia sono all'ordine del giorno).
La vita operativa di una centrale nucleare è in genere stata stimata di 25-30 anni. Al termine di questo periodo l'impianto va smantellato, il terreno bonificato e le scorie stoccate adeguatamente.

Ad agosto 2007 vi erano 439 centrali nucleari operative nel mondo, in 31 diversi stati,che attualmente producono solo il 17% dell'energia elettrica mondiale.
Sarebbe impensabile voler produrre tutta l' energia di cui abbiamo bisogno utilizzando prevalentemente l'energia nucleare.

In ultimo le centrali nucleari utilizzano l'uranio che è un minerale e quindi una fonte non rinnovabile.
E stato calcolato che se oggi si sostituissero le attuali centrali a combustibile fossile o ad energia rinnovabile con centrali nucleari, le miniere di uranio oggi conosciute andrebbero esaurite in meno di 20 anni.

In ultimo il signor Berlusconi (signore si fa per dire) parla di centrali di 4a generazione e quindi secondo lui piu sicure, ma non dice mai che tali centrali oggi sono solo in fase di studio e che se tutto andra bene se ne parlerà tra qualche decina d'anni prima di iniziarne a pensare di costruirne una e soprattutto che 4a generazione
non significa sicurezza.
Con il pericolo del terrorismo in cui viviamo, disseminare l'italia di centrali nucleari sarebbe da pazzi.
Yoko Dark
00sabato 24 maggio 2008 10:46
Tu hai perfettamente ragione, la tua descrizione è verissima, ma il punto è: che senso ha privarsi di questa possibilità x motivi di salute publica o per i motivi delle scorie, quando siamo poi noi stessi che ci preoccupiamo di smaltire quelle straniere o che nel caso del terrorismo e via dicendo noi saremmo cmq fregati, visto che abbiamo queste bombe atomiche sull'ingresso di casa?...ecco io penso che una sostanziale differenza ci sia...e soprattutto un paradosso bello e buono esiste!!!Ma sarà mai logico che una nazione protesti contro il nucleare quando poi gli basta uscire di qualche Km da casa per ritrovarsele in bocca?...Nell'86 Chernobyl ha rappresentato un rischio per tutta l'europa, ed era a migliaia di Km da noi...nn voglio immaginare osa accadrebbe se succedesse un errore in Svizzera o Francia...
(richard)
00sabato 24 maggio 2008 10:52
Bella disamima,purtroppo sembra che il mondo intero sia disseminato di pazzi,quindi non c'è speranza per il futuro delle prossime generazioni.Amen.
Legion1
00sabato 24 maggio 2008 11:05
Il fatto di avere centrali nucleari a pochi chilometri dal confine
non giustifica affatto la loro costruzione anche sul nostro territorio.
Tieni presente che oggi le centrali in europa non sono molte, ma se incoraggiamo la loro costruzione, ci ritrovermo un giorno non solo circondati da enormi sarcofagi di cemento in stile cernobil ma soprattutto da tonnellate di scorie radioattive che non sapremo dove ficcarle.

Per favore non prendiamo queste decisioni a cuor leggero perché non è in gioco solo la nostra salute, ma è in gioco la salute dei nostri figli
La proliferazione di queste centrali è un'ipoteca sulla testa dei nostri figli e di tutte le generazioni future.
+maranatha+
00sabato 24 maggio 2008 12:08
Sono favorevole come ho già espresso in un altro post.
Ragazzi o oggi o fra 30 anni...Meglio Oggi!
Demirel81
00sabato 24 maggio 2008 14:04
Favorevole per una serie di ragioni importanti. Negli anno 60 l'italia era il terzo produttore mondiale di energia nucleare. Poi come al solito noi italiani abbiamo distrutto quello che di buono avevamo creato sull'ondata emotiva di Chernobyl. Abbiamo le centrali nucleari nel confine francere a pochi km in linea d'aria e paghiamo ai galletti un sacco di soldi per l'energia. E' ora che questo paese si muova... basta con l'ambientalismo bigotto. Quindi favorevole.
+maranatha+
00sabato 24 maggio 2008 17:01
concordo anche con quanto detto da Demirel.

(richard)
00sabato 24 maggio 2008 19:48
Intanto adeguiamoci agli altri paesi confinanti e nello stesso tempo sviluppiamo risorse alternative che ci permetteranno col passar degli anni di dismettere le centrali atomiche.
AURORA PILOT
00sabato 24 maggio 2008 20:17
Il si al nucleare sostenuto dai più grandi scienziati italiani! [SM=g27811]

Entro questa legislatura porremo la prima pietra per la costruzione nel nostro paese di un gruppo di centrali nucleari di nuova generazione”.
Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, intervenendo all’assemblea di Confindustria.

A tal proposito ecco cosa scrivevano del ritorno al nucleare i più grandi scienziati italiani due anni fa

Illustre Signor Presidente,

noi sottoscritti, fondatori dell’Associazione Galileo 2001, per la libertà e dignità della Scienza, sentiamo il dovere di sottoporre alla Sua attenzione la difficile situazione energetica che penalizza il nostro Paese; una situazione figlia di alcune scelte irresponsabili e di lunghi anni di scarso interesse politico e di disinformazione mass-mediatica.
Circostanza ancora più grave è il fatto che si prospettano oggi ai cittadini soluzioni immaginifiche e in aperto contrasto con le conoscenze economiche, scientifiche e tecnologiche, allontanando così le scelte dotate di prospettive concrete.

Non crediamo di fare retorica nel sostenere che l’energia è il nutrimento della civiltà e che senza energia e senza un suo impiego oculato una civiltà può solo scomparire: più precisamente, non la produzione d’energia, ma la disponibilità di energia, abbondante, economica, sicura e amministrata con competenza, è una condizione essenziale per il benessere e lo sviluppo di un Paese, ed è ciò che genera competitività e occupazione e, conseguentemente, progresso civile.

A causa dell’elevata dipendenza energetica (importa oltre l’80% dell’energia primaria che consuma) e del conseguente elevato costo dell’energia (quella elettrica, al netto delle imposte, costa agli italiani quasi il 40% in più rispetto alla media europea), l’Italia sta perdendo terreno nel confronto economico con i partners europei, assieme ai quali dovrebbe invece perseguire una più armonica strategia energetica comune:


1. Oggi, il cittadino spagnolo usufruisce del 10% in più d’energia primaria rispetto al cittadino italiano, l’inglese del 25% in più, il francese del 40% in più e il tedesco arriva al 65% in più. Simili percentuali valgono anche per la sola energia elettrica: rispetto al cittadino italiano, si va dal 10% in più utilizzati dal cittadino spagnolo al 55% in più utilizzati dal tedesco.

2. L’Italia è il Paese europeo con la maggiore produzione d’energia elettrica da gas naturale e petrolio - fonti costose e inquinanti - e con la maggiore importazione diretta d’energia elettrica (51 miliardi di chilowattora nel 2003, contro i 2 miliardi di kWh che importò il Regno Unito, 1 miliardo di kWh che importò la Spagna, e i 10 e 66 miliardi di kWh che esportarono, rispettivamente, la Germania e la Francia); circostanza, questa, che crea anche rischi alla sicurezza dell’approvvigionamento, come i black-out del recente passato hanno evidenziato.

3. La totalità dell’energia elettrica importata in Italia proviene dalle centrali nucleari d’Oltralpe. Mentre - giova ricordare - nel 2003, Francia, Germania, Regno Unito e Spagna produssero, rispettivamente, 420, 157, 85 e 60 miliardi di KWh elettrici dagli oltre 100 reattori nucleari in esercizio in quei Paesi.

A fronte di questa situazione oggettiva e dell’urgenza di un’azione, vi sono responsabili politici e organi d’informazione che vanno diffondendo l’illusione che sia seriamente possibile affrontare il dissesto energetico facendo ricorso alle varie nuove forme di sfruttamento dell’energia solare rinnovabile: l’eolica, la solare termica o fotovoltaica, e i biocombustibili (che sono, tutte, forme dirette o indirette d’energia dal sole). Oppure, facendo ricorso a tecnologie futuribili, oggi prive di prospettive di concreta realizzabilità sia nel breve che nel medio termine.

Noi riteniamo che i cittadini debbano ricevere piena informazione, fornita con onestà e senza pregiudizi ideologici: essi devono conoscere le conseguenze, per sé e per i propri figli, delle scelte adottate in tema di politica energetica e, soprattutto, non devono essere illusi con promesse che la scienza più accreditata e la tecnologia più avanzata non possono contribuire a sostenere.

Ferma restando la sua capitale importanza in tutti i processi vitali, per i bisogni energetici dell’umanità l’energia solare rinnovabile, in tutte le sue varie forme, non è certamente l’energia del presente: essa ha soddisfatto il 100% del fabbisogno umano dalla notte dei tempi fino a un paio di secoli fa, mentre oggi il contributo energetico dal sole, se si esclude la fonte idroelettrica, è – in Italia come nel mondo - inferiore all’1%. Né si vedono ragioni per ritenere che nel futuro l’energia solare possa dare contributi sostanziali: in particolare, è improbabile, se non illusorio, che le forme d’energia solare diverse da quella idroelettrica possano offrire contributi veramente significativi al fabbisogno energetico del nostro Paese. La fonte eolica lo ha già dimostrato nel Paese - la Germania - che più d’ogni altro v’ha investito: assai modesto è infatti il contributo elettrico che proviene dalle più di 15.000 turbine eoliche ivi installate: circa 3% dall’eolico contro il 30% da nucleare (la cui potenza installata è, in Germania, quasi uguale a quella eolica). Il solare termico produce solo aria o acqua calda, e a questo scopo il mondo usa meno del 10% dell’energia che consuma, di cui la porzione maggiore è consumata dalle zone che meno possono servirsi del solare termico; e, infatti, esso contribuisce nel mondo per meno dello 0,001%, anche perché è molto più conveniente utilizzare l’energia dalla rete del gas o elettrica cui ogni edificio deve comunque essere connesso. Quanto al solare fotovoltaico, per produrre con questa tecnologia meno dell’1% dell’energia elettrica consumata dagli italiani, i soli pannelli fotovoltaici (senza installazione, trasformatori, ed eventuali accumulatori) costerebbero la proibitiva cifra di più di 10 miliardi di euro, e vi sono valide ragioni tecniche per dubitare che questi costi possano significativamente abbattersi. Il Paese va anche chiaramente informato sulle reali prospettive dei biocombustibili: quando si tenga conto dell’energia necessaria nei processi agricolo e industriale per produrli, l’energia netta da essi ottenuta è di modesto rilievo. In ogni caso, assumendo le più favorevoli condizioni, per risparmiare meno del 5% del solo petrolio che consumiamo, bisognerebbe coltivare a biomassa l’intera superficie della pianura padana (oltre 45.000 kmq).

Il mondo produce oggi da tutte le nuove fonti rinnovabili messe insieme - geotermia, rifiuti, biomassa, eolico, e solare termoelettrico e fotovoltaico - meno del 2% dell’energia elettrica che consuma. Quanto a produzione da queste fonti, l’Italia è già al terzo posto in Europa con 11 miliardi di kWh prodotti nel 2003 (il 10% dell’intera produzione europea da queste fonti); nonostante ciò, l’energia elettrica così prodotta copre meno del 4% dell’energia elettrica consumata dal Paese.

La fusione nucleare e l’idrogeno, spesso citate come tecnologie a portata di mano, sono ancora allo stato potenziale. La prima è tuttora limitata allo stadio di ricerca con prospettive a lungo termine. Quanto all’idrogeno - che non è una fonte d’energia perché esso non esiste sulla Terra nella forma utilizzabile come combustibile - la sua produzione richiede una quantità d’energia molto superiore a quella da esso ricavabile, e per questa ragione il suo utilizzo su larga scala è vincolato anche alla disponibilità di energia abbondante, economica e sicura.

Oggi, quella disponibilità alternativa alle fonti fossili - inquinanti e sempre più costose - è offerta solo dalla tecnologia nucleare da fissione. Una tecnologia ormai ben collaudata, che trova largo e sicuro impiego nella maggior parte del mondo industrializzato, e che non può pertanto continuare ad essere esclusa dalle strategie energetiche del nostro Paese.

Teniamo a precisare che con questa nostra critica noi non proponiamo di sospendere, fermare o rallentare le ricerche sulle energie rinnovabili; ricerche che potrebbero portare, in un futuro pur lontano, alla scoperta, che nessuno può naturalmente escludere, di nuovi metodi d’impiego di queste forme d’energia. Questa nostra critica invita solo a non alimentare speranze, vicine o illusorie, sulla soluzione di quel grande problema che è la situazione energetica del Paese e che ha bisogno di essere responsabilmente affrontato.

Le chiediamo pertanto, Signor Presidente, di farsi promotore - nei modi che vorrà considerare più adeguati - di azioni che consentano la diffusione di quella informazione franca e trasparente che è condizione necessaria perché un Paese possa dirsi veramente democratico.

Certi della Sua considerazione, porgiamo i nostri più cordiali saluti e, con l’occasione, anche i migliori auguri per le imminenti festività e il nuovo anno.

Renato Angelo RICCI, Presidente

Giorgio SALVINI, Presidente Onorario
Umberto VERONESI, Presidente Onorario

Franco BATTAGLIA, Vice Presidente Vicario
Carlo BERNARDINI, Vice Presidente
Tullio REGGE, Vice Presidente
Umberto TIRELLI, Vice Presidente

Angela ROSATI, Segretario Generale

Silvio GARATTINI, Direttore Istituto Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”
Gian Tommaso SCARASCIA MUGNOZZA, Professore Emerito di Genetica Agraria, Comitato Nazionale Biotecnologie
Giorgio TRENTA, Presidente Associazione Italiana di Radioprotezione Medica
Paolo VECCHIA, Presidente ICNIRP

Stefano AGOSTEO, Ordinario di Strumentazioni nucleari, Politecnico di Milano
Alessandro BAILINI, Ingegnere Nucleare, Politecnico di Milano
Claudia BALDINI, Vice Presidente Associazione Bioetica di Ravenna
Lanfranco BELLONI, Ricercatore di Fisica, Università di Milano
Argeo BENCO, Fisico, già Presidente Associazione Italiana di Radioprotezione
Alessandro BETTINI, Ordinario di Fisica Generale, Università di Padova
Giuseppe BLASI, Architetto, Presidente Associazione ProgettAmbiente
Mirko BRESSANELLI, Ingegneria Nucleare, Politecnico di Milano
Tullio BRESSANI, Ordinario di Fisica Sperimentale, Università di Torino
Giovanni CARBONI, Ordinario di Fisica Generale, Università di Roma-Tor Vergata
Diego CATTANEO, Ingegnere Elettronico, Politecnico di Milano
Arrigo CIGNA, già ricercatore ENEA
Leopoldo CONTE, Ordinario di Fisica Medica, già Presidente Associazione Italiana di Fisica Medica
Leone CORRADI DELL’ACQUA, Ordinario di Scienza delle Costruzioni, Politecnico di Milano
Guido FANO, già Ordinario di Metodi Matematici della Fisica, Università di Bologna
Rodolfo FEDERICO, Ordinario di Fisiologia Vegetale, Università di Roma-Tre
Gianni FOCHI, Professore di Chimica, Scuola Normale Superiore di Pisa
Paolo FORNACIARI, Ingegnere, Presidente Comitato Italiano Rilancio del Nucleare
Renato GIUSSANI, Ingegnere, Direttore MIND
Roberto HABEL, Comitato di Presidenza, Società Italiana di Fisica
Alberto LANZAVECCHIA, Economista, Università di Parma
Carlo LOMBARDI, Membro del Comitato Scientifico ENEA
Lelio LUZZI, Ricercatore Impianti Nucleari, Politecnico di Milano
Giorgio MOLINARI, Ordinario di Elettrotecnica, Università di Genova
Stefano MONTI, Ingegnere nucleare, ENEA
Giovanni V. PALLOTTINO, Ordinario di Elettronica, Università di Roma-La Sapienza
Matteo PASSONI, Ingegnere Nucleare, Politecnico di Milano
Ernesto PEDROCCHI, Ordinario di Energetica, Politecnico di Milano
Carlo PELANDA, Docente di Politica ed Economia Internazionale, University of Georgia, Athens GA, USA
Aulo PERINI, Medico Radioprotezionista
Guido PIZZELLA, Ordinario di Fisica, Università di Roma-Tor Vergata
Norberto POGNA, Dirigente di ricerca, CRA-Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura
Francesca QUERCIA, Geologo, Agenzia per la Protezione dell’Ambiente
Niccolò RIGHETTI, Ingegnere Nucleare
Alceste RILLI, Ingegnere nucleare, AIN
Roberto ROSA, Fisico Nucleare
Valeria RUSSO, Ingegnere Nucleare, Politecnico di Milano
Francesco SALA, Ordinario di Botanica e Direttore Orti Botanici, Università di Milano
Sandro SANDRI, Fisico
Alberto SILVESTRI, Ingegnere nucleare, ENEA
Giorgio SIMEOLI, CNR
Elena SOETJE BALDINI, Segretario Associazione Bioetica di Ravenna
Ugo SPEZIA, Ingegnere nucleare, Segretario Generale AIN
Carlo STAGNARO, Direttore Ecologia di Mercato, Istituto “Bruno Leoni”
Francesco TROIANI, Fisico, ENEA
Roberto VACCA, Ingegnere, Scrittore
Giulio VALLI, Ingegnere nucleare, ENEA
Vincenzo VAROLI, Ordinario di Elettronica Industriale, Politecnico di Milano
Franco VELONÀ, Ingegnere nucleare, Politecnico di Bari

Gran bella lettera all'ex presidente del consiglio Prodi, che secondo me non l'ha nemmeno letta... [SM=g27820]

AURORA PILOT
(richard)
00sabato 24 maggio 2008 23:35
L'unico punto oscuro sulla vicenda delle centrali nucleari di quarta generazione è che sono ancora allo studio e neanche in via sperimentale,per cui sembra che non possano essere realizzate non prima del 2025/2030.
Quindi sotto sotto c'è l'inganno del governo a voler far credere che dette centrali ultra moderne siano realizzabili a breve termine,col secondo scopo di edificarne altre di terza generazione sicuramente meno efficenti e sicure.
Yoko Dark
00domenica 25 maggio 2008 19:40
sentite, fosse per me il nucleare nn lo vorrei per nulla al mondo, ma quando sei con l'acqua alla gola certe cose possono essere sacrificate, ma il bello della faccenda è che qui nn stiamo sacrificando nulla se nn dei soldi, la salute dei cittadini è cmq a rischio, sia che noi facciamo o meno queste centrali...a questo punto bisogna solo vedere se ne vale la pena in termini economici, perchè come dice richard, sembra quasi più una manovra politica. Vuoi sapere Legion realmente cosa nn giustifica? pagare tanti più soldi per una cosa che ci siamo imposti di nn avere, e fin qui VA BENISSIMO, ma NN VA BENE affatto che il nucleare viene cmq portato in italia, sottoforma di scorie dai nostri governati senza chiedere nulla...qui,senza mezzi termini ci prendiamo la bastonata e pure la fregatura
(richard)
00domenica 25 maggio 2008 20:17
Purtroppo noi cittadini non possiamo nulla singolarmente contro tali decisioni governative,bisognava tutti pensarci prima quando si è dato il voto a chi sappiamo.Ora loro hanno il consenso e la forza per farlo rispettare,e noi non possiamo far altro che prendere schiaffi nella migliore delle ipotesi se contestiamo piu' di tanto!
jole88
00domenica 25 maggio 2008 21:03
concordo in qualche punto con Yoko Dark, mentreconcordo totalmente con Legion.

Se tutti o paesi vanno dentro al "fosso" non capisco perchè ci dobbiamo andare anche noi. Mettetevi in testa che il nucleare potrà andar avanti ancora per un massimo di 30 anni poi basta. I nostri soldi verranno buttati via, ci troveremo sommersi, non piu solo dalle scorie degli altri paesi ma anche delle nostre. Poi ricordo che, come l'esperienza amministrativa italiana insegna, le grandi opere pubbliche difficilmente dopo un tot di anni mantengono il loro "essere a norma" e quindi, poiche( metto una mano sul fuoco ) le centrali continueranno ad essre utilizzate anche quando non lo dovrebbero essere, il potenziale rischio che vi siano altre cernobil sarà molto elevato.
Poi non vedo proprionessun nesso logico sul fatto che abbiamo le centrali nucleari ai confini e quindi tanto vale farle pure noi.
Cari amici noi tutti. italiani americani svizzeri francesi etc etc siamo sulla stessa barca e se alcuni di noi seguono la strada sbagliata non dobbiamo seguirli, semmai mostrargli quella giusta.

I costi di mantenimento(caro aurora) di una centrale nucleare sono assai piu elevati di una solare. I costi poi di un possibile rischio anomalia sono inimmaginabili.

La sulozione ai problemi energetici a mio avviso sta nel primo post che ho messo in questa discussione, del quale non avete confutato tutte le affermazioni.

rimango quindi dell'opinione che il nucleare è una stupidata per lo più ormai superata. Diverse sono le centrali nucleari degli stati uniti che in questi anni vengono chiuse con la conversione della produzione di en nucleare in forme alternative di energie. L'italia si attesterebbe ancora una volta come l'ultima ruota del carro in fatto di innovazzione.

vi riporto un articolo pubblicato su Repubblica.it in cui è intervistato il nostro premio nobel Rubbia:


Rubbia e la centrale di Archimede "Così catturerò l'energia del sole"
È la terza via delle rinnovabili. Una fonte pulita
perfettamente competitiva, abbondante e sicura


Il premio Nobel
Carlo Rubbia

di ANTONIO CIANCIULLO
ROMA - "Il nuovo solare termodinamico ad alta temperatura, l'energia catturata dagli specchi parabolici e immagazzinata da un fluido salino, è la terza via delle rinnovabili. Una fonte pulita, perfettamente competitiva, abbondante e sicura. Basta un quadrato di tre chilometri di lato, la lunghezza di una pista di aeroporto, per ottenere la stessa energia di una centrale nucleare. E per giunta è tecnologia italiana: una ricchezza che possiamo utilizzare direttamente ed esportare". E' un Carlo Rubbia in grande forma quello che si accinge a battezzare la fase uno del suo sogno. A meno di quattro anni dall'ideazione del progetto Archimede, il premio Nobel che guida l'Enea festeggerà oggi l'inaugurazione della nuova centrale elettrica di Priolo, in provincia di Siracusa, l'impianto Enel ristrutturato per far posto al sole. Si tratta della prima dimostrazione della realizzabilità del programma solare dell'Enea, un primo passo concreto che potrebbe aprire la strada a una filiera energetica made in Italy.

Eppure, dopo Archimede che l'aveva usata per altri scopi, questa forma di energia solare ha avuto poco successo. E l'esperienza della centrale siciliana a specchi di Adrano, che ha inghiottito molti fondi e prodotto poca energia, aveva indotto al pessimismo. Cosa è cambiato?
"Lasciando da parte Archimede, troviamo che il primo brevetto per gli specchi solari risale al 1860. Da allora è stato un succedersi di prove ed errori. Per esempio vent'anni fa, in California, avevano costruito centrali ibride che usavano il solare e il gas naturale, ma bastava una nuvoletta per bloccare il solare e far partire l'impianto a gas: il rendimento era scarso. E poi come fluido per accumulare il calore si usava un olio minerale poco sicuro e ad alto impatto ambientale. Oggi parliamo di una tecnologia completamente diversa".


Molto più affidabile?
"Non c'è paragone. Noi usiamo specchi di nuova progettazione che si muovono lungo l'arco della giornata seguendo il sole e quindi riescono a catturare più luce. Al posto del vecchio olio infiammabile abbiamo una miscela di sali fusi che non causa problemi e consente di accumulare l'energia in moda da renderla disponibile in ogni momento, anche quando non c'è il sole, in modo da ottenere la flessibilità richiesta dal mercato. E infine c'è il fattore temperatura che è fondamentale perché lo scopo finale è produrre vapore per far girare le turbine: la vecchia tecnologia solare non arrivava a superare i 350 gradi; ora raggiungiamo i 550 gradi, la stessa temperatura che si usa negli impianti a combustibili fossili".

Siamo comunque ancora alla fase di sperimentazione.
"Come esperimento pilota i 20 megawatt aggiunti dalle tecnologie solari alla centrale di Priolo non sono da buttar via: bastano a una città di 20 mila abitanti, consentono di risparmiare 12.500 tonnellate equivalenti di petrolio l'anno ed evitano l'emissione di 40 mila tonnellate l'anno di anidride carbonica. E il bello è che questo tipo di energia è conveniente: ai prezzi attuali l'impianto si ripaga in 6 anni e ne dura 30. Oltretutto, una volta avviata la produzione di massa, i prezzi di costruzione tenderanno al dimezzamento".

Quanto costa oggi un metro quadrato di specchi?
"Oggi, cioè in fase preindustriale, il costo complessivo dell'impianto oscilla tra i 100 e i 150 euro a metro quadrato. E da un metro quadrato si ricava ogni anno un'energia equivalente a quella di un barile di petrolio. Il che vuol dire che utilizzando un'area desertica o semidesertica di dieci chilometri quadrati si ottengono mille megawatt: la stessa energia che si ricava da un impianto nucleare o a combustibili fossili, ma con costi inferiori e con una lunga serie di problemi in meno".

Per esempio?
"Non si producono rifiuti né emissioni. L'energia è abbondante e rinnovabile. Non bisogna costruire sistemi di trasporto per i combustibili perché il sole arriva da solo. Gli investimenti e i costi sono più bassi rispetto alle centrali convenzionali. Il sistema è estremamente flessibile e si presta ad essere usato con impianti di piccola taglia in località isolate. I tempi di costruzione sono brevi, circa tre anni".

Ritiene che questa tecnologia cambi il ruolo delle rinnovabili?
"Secondo le previsioni dell'Iaea le rinnovabili di nuovo tipo, escludendo dunque l'idroelettrico e la biomassa tradizionale, non supereranno il 3,5 per cento del totale energetico nel 2030. Per andare oltre occorrono due condizioni. La prima è che i costi siano competitivi. La seconda è che il sistema sia flessibile: non a caso l'unica rinnovabile che ha mercato è l'idroelettrico perché le dighe consentono di usare l'acqua quando ce n'è bisogno. La tecnologia che si sperimenta a Priolo soddisfa entrambe queste condizioni".

Quanta energia si può produrre con questo tipo di centrali?
"In prospettiva, arrivando a un'applicazione industriale su larga scala, si può pensare che in regioni con una buona insolazione come il Sud dell'Italia si ricavi energia sufficiente a sostituire carbone, petrolio e metano".

Ma se la tecnologia è così semplice e i costi così bassi, perché il sistema non si è già imposto?
"Perché è un'idea nuova, e come tutte le idee nuove fatica ad essere assimilata. Noi stiamo aprendo un mercato dalle potenzialità enormi in un momento in cui c'è un disperato bisogno di un'energia non inquinante. Decidere tempi e modi spetta ai politici. Certo dal punto di vista scientifico una cosa va detta: o si lavora seriamente alla costruzione di un sistema energetico diverso da quello attuale, più pulito e in grado di ottenere più consenso, oppure si va avanti continuando a immettere gas serra nell'atmosfera e ci si assume il rischio dell'instabilità climatica legata a questo processo".


(19 maggio 2004)
Demirel81
00lunedì 26 maggio 2008 13:50
Rubbia tra l'altro fa questo cose in spagna. ROba da matti, abbiamo un genio in casa e lo lasciamo ai nemici con il sombrero.
Il nucleare è certamente rischioso, ma non meno di altre fonti di energia e sicuramente più redditizio del carbone. E' chiaro che esiste il problema dello sfruttamento delle scorie nucleari ma noi abbiamo problemi pure con la spazzatura... quindi come vedete non c'è molta differenza.
ContactUfo
00lunedì 26 maggio 2008 15:25
Ma se in campania si fa un casino per un termovalorizzatore...e voi pensate al nucleare..lasciamo alle nazioni con un certo livello culturale e di benessere [SM=g27829]
Klivert
00lunedì 26 maggio 2008 16:26
Sono favorevole, almeno servisse a pagare di meno l'energia, costa un pacco di soldi.
(richard)
00lunedì 26 maggio 2008 19:45
Re:
ContactUfo, 26/05/2008 15.25:

Ma se in campania si fa un casino per un termovalorizzatore...e voi pensate al nucleare..lasciamo alle nazioni con un certo livello culturale e di benessere [SM=g27829]


Vero,verissimo! Effettivamente se facciamo tanto casino per l'apertura di una discarica od un impianto termovalorizzatore,a chi starebbe bene avere nelle vicinanze qualche bel fumaiolo di cemento con i suoi pennacchi bianchi di vapore? [SM=g1420770]


UniversalMan
00lunedì 26 maggio 2008 22:03
Re:
ContactUfo, 26/05/2008 15.25:

Ma se in campania si fa un casino per un termovalorizzatore...e voi pensate al nucleare..lasciamo alle nazioni con un certo livello culturale e di benessere [SM=g27829]




Stavo per dire la stessa cosa mi hai tolto le parole di bocca [SM=g27828]
AURORA PILOT
00lunedì 26 maggio 2008 22:04
Con i termovalorizzatori si risoverebbero molti problemi!
E mi pare che sia provato che non inquinino e non arrecano danno alla salute...o sbaglio?

AURORA PILOT
( Stingary Smith)
00lunedì 26 maggio 2008 22:51
basta che non succedano problemi non vorrei un altro Chernobyl
ciao
Felisianos
00lunedì 26 maggio 2008 23:07
Re:
( Stingary Smith), 26/05/2008 22.51:

basta che non succedano problemi non vorrei un altro Chernobyl
ciao




Chernobyl è stata la conseguenza di un'imperizia forte da parte del personale ce controllava il reattore. Oggi è più facile che venga un uragano che distrugga roma piuttosto che un reattore nucleare crei dei seri danni. Ci sono impianti di IV generazione che sono iper sicuri, solo una scelta ideologia potrebbe impedire il ritorno delle centrali nucleari. Non per niente i verdi hanno preso meno della soglia di sbarramento alle elezioni politiche.
jole88
00martedì 27 maggio 2008 00:06
Re:
Demirel81, 26/05/2008 13.50:

Rubbia tra l'altro fa questo cose in spagna. ROba da matti, abbiamo un genio in casa e lo lasciamo ai nemici con il sombrero.
Il nucleare è certamente rischioso, ma non meno di altre fonti di energia e sicuramente più redditizio del carbone. E' chiaro che esiste il problema dello sfruttamento delle scorie nucleari ma noi abbiamo problemi pure con la spazzatura... quindi come vedete non c'è molta differenza.




ricordo poi che Carlo Rubbia era tra uno degli scienziati favorevoli al nucleare fin a qualche anno fa, ma ora si è ricreduto e ha rivalutato le nuove vie che il progresso nel campo dell'energia ci offre..Concordo con te demirel..la ricerca scientifica sembra una chicca superflua per il nostro paese, purtroppo..ciao a tutti!
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