Nei prossimi 30 anni i robot potrebbero divenire entità antropomorfe più simili all'uomo e lo scenario alla "Blade Runner", per intenderci, potrebbe non essere più così fantascientifico.
A rivelarlo, in sede del Festival della Scienza di Genova, sono stati Antonio Bicchi, professore Ordinario di Automatica e Robotica dell'Università di Pisa e Darwin Caldwell, uno dei direttori dell'istituto Italiano di Tecnologia di Genova.Secondo questi due illustri personaggi, i robot del futuro, quelli almeno che saranno destinati a lavorare a contatto con l'uomo, saranno costruiti con materiali flessibili e leggeri, per assomigliare di più agli umani.
L'intelligenza e la capacità di compiere determinate prestazioni, secondo gli studi più recenti, sembrano infatti dipendere sempre di più dal tipo di struttura fisica di cui vengono dotati gli automi.
Perciò, proprio come accade per gli esseri umani, in cui la mente è un tutt'uno con il corpo, i sensi e i muscoli, i nuovi robot saranno costruiti a partire dallo studio delle strutture e dei meccanismi sensoriali e neuromuscolari degli esseri umani.
Scordatevi insomma programmi esterni che suggeriscono all'automa cosa fare; nei prossimi 30 anni, vedremo robot sempre più autonomi, le cui capacità saranno incorporate direttamente nella struttura fisica per permettere performance cognitive e fisiche di alto livello.