Mystere: il fantasma di Lenin

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cla73@
00mercoledì 6 agosto 2008 00:00
Il fantasma di Vladimir Lenin, capo della rivoluzione proletaria, venne visto per la prima volta nella notte tra il 18 e il 19 ottobre 1923, che si aggirava per il Cremlino, circa tre mesi prima del giorno della sua effettiva morte. Ovviamente si dedusse che si trattava del suo fantasma, in quanto egli morì il 21 gennaio del 1924, ma nei tre mesi precedenti si trovava ricoverato nella città di Gorkij, in quanto gravemente malato e quindi impossibilitato a recarsi al Cremlino. Però lo scrittore russo Aleksandr Gorbovskij, basandosi sul racconto di un allora fattorino del Cremlino, racconta che nella notte tra il 18 e il 19 ottobre 1923 il fattorino, dopo avere svolto il suo incarico, è
entrato nel corpo di guardia per riscaldarsi ed ha assistito ad una strana conversazione su Lenin. Il comandante della guardia del Cremlino infatti, chiese per telefono a qualcuno come mai Lenin fosse giunto al Cremlino senza guardie del corpo, riconfermando ulteriormente che era solo perché egli aveva controllato personalmente. E dopo un istante ricevette un’altra telefonata che riferiva che Lenin quella notte non era andato da nessuna parte e che si trovava ricoverato ancora a Gorkij. Questo insolito caso suscito' un forte stato di perplessita' tra le persone che circondavano Lenin, dal momento che secondo la dottrina marxista-leninista i fantasmi non esistono per niente. Ma poiche' il fantasma di Lenin fu visto da una moltitudine di persone, le quali non sospettavano minimamente del fatto che Lenin si trovasse a Gorkij, si fu allora costretti ad inventare una versione di comodo in modo da far credere a tutti che Lenin fosse effettivamente giunto a Mosca. Lo scrittore russo Aleksandr Gorbovskij, sostenne di essere assolutamente sicuro del fatto che quella notte fu effettivamente visto il fantasma di Vladimir Lenin, in quanto sarebbero troppe le contraddizioni tra i ricordi di Nadezhda Krupskaja, la compagna di Lenin ed il capo delle sue guardie del corpo, Aleksandr Belmaz, che in quel periodo erano permanentemente a contatto con Vladimir Lenin. La prima sosteneva che Lenin avesse pernottato al Cremlino e che fosse tornato a Gorkij solo la mattinata del 19 ottobre, mentre il secondo raccontava che secondo lui, Lenin avrebbe passato l'intera giornata del 19 ottobre in giro per Mosca. Innanzitutto perchè Lenin, secondo la versione della compagna, avrebbe dovuto intraprendere un viaggio completamente inutile a Mosca? Solo per attraversare silenziosamente i locali del Cremlino, farsi un sonnellino di un paio d'ore e tornare in macchina a Gorkij? E anche la versione fornita da Belmaz non sta in piedi, dal momento che tutti si sono sorpresi del fatto che Lenin non fosse accompagnato dalle guardie del corpo, cosa che non accadeva mai. In poche parole, un viaggio completamente inutile, cosa che non rientrava di certo nelle abitudini di Lenin. Continua poi lo scrittore Aleksandr Grabovskij, che a seguito dell'ictus che colpì Lenin a marzo, cosa che rafforzo' la paralisi dei suoi arti di sinistra, egli si sentiva particolarmente male e solo dopo il corso di riabilitazione riuscì ad alzarsi in piedi, costretto pero' a camminare grazie all'ausilio di un bastone. E cosi' nella cronaca biografica personale di Lenin, sta scritto che nella notte tra il 18 e il 19 ottobre 1923, egli sale nel suo appartamento, fa un salto nel suo studio, torna nella sala dove si tenevano le riunioni del Consiglio dei commissari del popolo, per poi uscire in cortile a fare due passi. Quì Lenin viene salutato da un gruppo di cadetti impegnati nell'ora di educazione fisica, senza che però nessuno faccia riferimento al bastone senza il quale Lenin non avrebbe potuto fisicamente fare un solo passo. Un collega dello scrittore russo Aleksandr Gorbovskij, il dottore di scienze storiche Serghej Kuleshov, racconta inoltre che anni prima stava lavorando con alcuni documenti tratti dall'archivio del Presidente della Federazione Russa presso il Cremlino, e dopo essere entrato nella mensa per la cena, ha notato un suo conoscente in compagnia di un uomo in eta' avanzata e dai capelli completamente brizzolati. Quest'uomo era un colonnello del KGB, uno dei direttori delle guardie dell’ appartamento di Lenin al Cremlino. E a tavola parlavano di cose mistiche, dal momento che il colonnello diceva che sia lui che i suoi colleghi piu' di una volta nel corso della notte avevano sentito strani passi e rumori di mobili spostati provenire direttamente dallo studio di Lenin che dopo la sua morte era stato accuratamente sigillato. Gli stessi strani rumori sentiti dal capo dell'amministrazione di Elstin a distanza di molti anni. Il tutto era successo nell'estate del 1993. Lo studio del capo della rivoluzione d'ottobre all'epoca si trovava al secondo piano della residenza presidenziale, mentre al terzo c'era il suo appartamento-museo. Ecco ciò che riferisce: “una volta, prima della mezzanotte, ero impegnato nello studio di alcuni documenti, quando d'improvviso ho iniziato a sentire nettamente dei passi come se qualcuno andasse su e giu' per la stanza. Quella volta non diedi troppa importanza al fatto, ma alcuni giorni dopo la cosa si ripete' al che io chiamai il capo delle guardie dicendogli: "Vada a controllare chi e' che va in giro a quest'ora di notte di sopra". Al che il capo delle guardie mi rispose: "Ma Serghej Aleksandrovic, non ci puo' essere nessuno! L'appartamento-museo di Lenin l'abbiamo sigillato noi stessi". "Controllate lo stesso; non dimenticate che qui a due passi c'e' lo studio di Eltsin". Le guardie perlustrarono l'appartamento in lungo ed in largo senza pero' vedere anima viva. Io mi sono tranquillizzato ma in ogni caso dopo quel fatto ho smesso di lavorare nel mio studio sino alla mezzanotte". Si dice che i personaggi storici famosi scomparsi riappaiano sotto forma di fantasmi nei giorni piu' funesti, come ad esempio il caso di Napoleone Bonaparte, visto piu' volte a Parigi nel 1848 alla vigilia della Rivoluzione francese. Per cui, per cio' che riguarda la Russia, c'e' solo da sperare che Vladimir Lenin faccia la propria comparsa dall'altro mondo unicamente per rendersi conto di come i russi possano vivere anche senza il consumismo.
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