Andrea.ufoonline, 11/12/2011 14.46:
- il mammuth clonato nascerà "già vecchio", inquanto i telomeri saranno ridotti rispetto a quelli che dovrebbero essere in un organismo giovane. (I telomeri sono molto lunghi alla nascita, ma col tempo si riducono determinando invecchiamento e tumori).
A questo aspetto non avevo pensato. Tuttavia non sembra necessariamente vero quello che dici:
"Ma, questa è la domanda, l'organismo che nasce potrebbe avere in qualche modo memoria dell'età adulta del nucleo cellulare da cui si è sviluppato e, quindi, nascere già vecchio o, comunque, un pochino più vecchio.
Il tipo di risposta che ammette questa domanda può modificare
profondamente il destino sia della clonazione riproduttiva
(eticamente ammessa per gli animali, ma aborrita per l'uomo) sia
della clonazione terapeutica (controversa ma non totalmente aborrita
per l'uomo). Il guaio è che una risposta a questa domanda ancora non
c'è. Anzi, esistono alcuni indizi contraddittori. Il primo riguarda
i telomeri della stessa Dolly. Sono più corti che nelle pecore nate
col metodo canonico. I telomeri altro non sono che la forma assunta
nello spazio dai cromosomi. In genere la lunghezza dei telomeri è
associata all'età. Più l'età è avanzata, più i telomeri tendono ad
accorciarsi. Quando Wilmut, quattro anni fa, annunciò di aver
analizzato i telomeri di Dolly, mostrò che essi erano corti come
quelli di una pecora adulta. Qual era il significato di quella
morfologia? L'età genetica di Dolly era forse più avanzata della sua
età anagrafica? La pecora era nata già vecchia? Motti ritennero di
sì. Anche perché la mortalità alla nascita dei mammiferi clonati
risulta molto più elevata che per i mammiferi generati col metodo
classico.
E questo lascia presumere che non sempre le cose funzionino nella
riprogrammazione del nucleo. Tuttavia l'agnellino delle highlands
scozzesi non mostrava allora e non ha mostrato fino a ieri alcun
segno macroscopico di invecchiamento precoce. Il tempo, per Dolly,
sembrava passare come per ogni altra pecorella. Molti, allora,
guardarono ai suoi telomeri come a una mera curiosità.
Quest'idea si è andata rafforzando nel tempo. Soprattutto dopo che
nell'aprile del 2000, l'americano Robert Lanza ha mostrato che una
serie di vitellini clonati presso il suo istituto, nel
Massachusetts, al contrario di Dolly avevano i telomeri più lunghi
dei loro coetanei nati con la classica via sessuata. Dovevano essere
considerati forse più giovani della loro età anagrafica? Un
risultato analogo veniva ottenuto da Peter Lansdorp a Vancouver, in
Canada. La clonazione, al contrario di quanto aveva fatto intendere
Dolly, poteva dunque rappresentare un bagno di gioventù?
I biologi più prudenti consigliarono, per l'appunto, prudenza. La
vicenda dei telomeri dimostrava tutt'al più che la correlazione tra
la forma dei cromosomi e l'età di un individuo non è così lineare
come si pensava. Mentre restava del tutto inevasa la domanda: qual
è il rapporto tra clonazione per trasferimento di nucleo e
invecchiamento di un individuo?"
fonte:http://www.fondazionebassetti.org/0due/docs/biotech/greco-dolly.htm
Andrea.ufoonline, 11/12/2011 14.46:
- ovviamente il Dna di mammuth prelevato non è perfetto, ma il tempo e il ghiaccio in qualche misura lo hanno sicuramente alterato. Quindi è probabile che il mammuth che nascerà avrà defetti genetici, sarà malato, vivrà poco e anche soffrendo.
Questo probabilmente è vero. Appunto si vuole provare per riuscire arrivare un giorno a ricreare un esemplare perfetto. Se non permetti il tentativo a priori allora la scienza non avrebbe più ragione di esistere e la conoscenza umana verrebbe arrestata.
Se però non hai il cuore per permettere la nascita di un mammut malato e sofferente, allora è un altro discorso. A questo punto però la questione si sposta su un piano etico. Personalmente, eticamente parlando, rimango favorevole alla clonazione del mammut.
Andrea.ufoonline, 11/12/2011 14.46:
- la cellula uovo sarà di elefante, quindi i mitocondri e i geni strutturali dell'oocita non saranno di mammuth.
[/POSTQUOTE
Qui non mi trovo d'accordo. Forse sarò in torto io.
Nell'articolo si parla di embrione creato in laboratorio, che poi successivamente viene impiantato nell'utero dell'elefante. Quindi non credo che la cosa avvenga alla classica maniera che un gamete femminile e uno maschile si uniscono. Non credo quindi che nell'ovulo di un'elefantessa verrà inserito metà del DNA "fossile", dando così origine ad un esemplare metà elefante e metà mammut.
In sostanza attraverso il DNA "fossile" e le biotecnologie, credo che i ricercatori riusciranno a ricreare una sorta di zigote di mammut. Lo zigote verrà fatto crescere in laboratorio fino a che diverrà un embrione e poi verrà posto nell'utero di un'elefantessa.
Come lo zigote venga ottenuto non lo so. Magari partiranno da uno di elefante a cui sostituiranno il nucleo originale, con quello ottenuto attraverso il DNA "fossile". A questo punto quando lo zigote inizia a dividersi, non verrà più duplicato DNA di elefante, ma DNA di mammut e quindi le cellule avranno le informazioni per diventare cellule di mammut. Quasi sicuramente in quest'ultima parte ho detto una marea di porcate
Quello che mi preme dire è che sì forse all'inizio non faranno un gran lavoro, ma alla fine non verrà fuori una porcata.
Ovviamente sono contrario anche io ad un mammut domestico, ma non ad un paio finalizzati alla ricerca.
Poi chi ti dice a priori che non possa scaturirne anche una scoperta inaspettata, che possa portare ad un risvolto tecnologico che favorisca la qualità della vita umana. Se non erro la scienza pullula di questi casi.
Il tutto però senza tirare in ballo discorsi di carattere etico.