(richard)
00giovedì 18 settembre 2008 18:55
Sgominata la "banda" dei semafori truccati.
Dopo un anno di indagini la Guardia di Finanza di Milano ha arrestato quattro "imprenditori" attivi nel "business semaforico" (uno in carcere e tre ai domiciliari) e ha denunciato altre 17 persone a piede libero. Grave l'accusa: associazione per delinquere e turbativa di commesse pubbliche.
In carcere è finito Raul Cairoli, 38 anni, amministratore unico della Ci.Ti.Esse di Rovellasca (Como), mentre agli arresti domiciliari si trovano Giuseppe Astorri, 51 anni, direttore commerciale della Scae di Segrate (Milano), Simone Zari, 43 anni, socio e amministratore di fatto della Centro Servizi di Larciano (Pistoia), e Antonino Tysserand, 50 anni, amministratore unico della Tecnotraffico di Grotte di Castro (Viterbo) e titolare della ditta individuale Tecnologie per il traffico.
Secondo il pubblico ministero di Milano, Alfredo Robledo, la "banda dei quattro", su iniziativa di Cairoli, aveva creato un "cartello" che con la complicità di funzionari comunali o di comandanti della Polizia municipale "promuoveva, organizzava e coordinava l'attività" di noleggio di apparecchiature per il controllo degli incroci semaforici e della velocità in modo da "favorire l'acquisizione di contratti con enti pubblici" tramite gare a trattativa privata alle quali venivano "invitate" sempre le solite quattro società, oppure grazie a bandi di gara costruiti su misura per le caratteristiche delle apparecchiature fornite solo dalle stesse ditte in modo da escludere automaticamente la "concorrenza".
I 17 denunciati sono pubblici ufficiali dei comuni di Paullo (Milano), Spino d'Adda (Cremona), Invorio (Novara), Albese con Cassano e Vertemate (Como), Lendinara (Rovigo), Portoferraio (Livorno), Vetralla (Viterbo), Tora e Piccilli (Caserta), Gazzada Schianno (Varese), Redondesco (Mantova), Castellina Marittima (Pisa), Vignola (Modena) e Campolongo Maggiore (Venezia), Certaldo (Firenze), Cologna ai Colli (Verona) e Larciano e Lari (Pistoia). Complessivamente i finanzieri hanno riscontrato irregolarità in 29 comuni sui 130 controllati. In 16 hanno anche sequestrato apparecchiature (T-Red per i semafori e Autovelox per la velocità) e installazioni (Autobox, lo "scatolotto" che contiene gli Autovelox fissi).
Nel mirino degli inquirenti, oltre agli appalti, c'è anche la gestione delle apparecchiature. Sarebbero state le stesse ditte, infatti, a tarare "opportunamente", scrive la Procura, gli strumenti e a intervenire sulla durata del rosso e del giallo dei semafori e sull'istante in cui il T-Red si dovrebbe attivare, almeno un secondo dopo l'istante in cui scatta il rosso.
Insomma, un sistema ben congegnato che consentiva a queste ditte, pagate in proporzione alle multe con percentuali che potevano arrivare al 30% di ogni sanzione incassata, di incamerare in pochissimo tempo cifre rilevantissime. Basti pensare che a Segrate, solo per fare un esempio, dove la Scae incassava il 25,1% di ogni multa (143 euro più spese di accertamento e notifica), nei primi mesi di "attività" le multe fatte da cinque T-Red sono state, in media, 330 al giorno… insomma, un ricavo potenziale di circa 12.000 mila euro al giorno.
Alle spalle degli ignari automobilisti "intrappolati" nei semafori "truccati" e alle spalle delle amministrazioni comunali, private così di ingenti somme che invece, per legge, avrebbero dovuto essere destinate alla sicurezza stradale. Un T-Red acquistato dalla società che lo produce, la Kria di Desio (Milano), costa appena, si fa per dire, 30-40 mila euro… perché tanti comuni italiani hanno preferito (e preferiscono) "girare" migliaia di euro al giorno ai privati che glielo noleggiano? Quattroruote.it