La Rivelazione Delle Piramidi

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Ale-95
00sabato 28 giugno 2014 13:43
Questo è stato uno dei migliori documentari sull'argomento che abbia mai visto e volevo condividerlo con voi

Io l'ho visto in inglese ma son riuscito a trovarlo anche con i sub ita.


chip65C02
00sabato 28 giugno 2014 15:54
Si e' un documentario che avevo gia' visto. [SM=g2806961]
E' interessante [SM=g3943211] specialmente la prima parte numerico, ingegneristica che pone l'accento sui materiali e forme di costruzione delle piramidi, con blocchi persino da 70TONS.

[SM=g6794] La parte dei numeri aurei... mi convince poco anzi direi proprio per niente [SM=g2201348]
[SM=g8334] E' la logica che sta sotto al documentario che il filmato usa per dimostrare che le piramidi sono artefatti alieni, che trovo poco razionale. [SM=g3061180] Invece di guardare il contesto storico ed i segni di una influenza socioculturale aliena, elaborando un metodo logico per retrodatare Gizah in base alla sua produttivita' interna espressa dall'opera, [SM=g6794] il documentario gioca con i numeri.

1.Intanto gli egiziani non usavano base 10 che io sappia e non conoscevano lo zero.

3.Gli egizi non erano dei luminari in matematica, tantomeno in astronomia per quanto conoscessero la regola aurea del triangolo magico che ingloba praticamente il teorema di pitagora.

3.I maya usavano base 20 che e' piu' vicina a base 16 di quanto lo sia base 10.

4.gli incas non sapevano ne leggere ne scrivere, tantomeno conoscevano lo zero.

5.nemmeno gli hopi avevano nozioni avanzate di matematica.

6. Nessuno sulla terra ha mai usato base 2 sino all'avvento dei microprocessori. E nel documentario non ci si pone di osservare la piramide dal punto di vista di base 2.

7.Se prendo le misure del mio case del computer ed imposto un sistema di equazioni, sono sicuro che posso estrarre un sacco di correlazioni numeriche con centomila altre cose, basta sapere all'inizio cosa cercare.

8.Soprattutto a me le correlazioni numeriche a me non piacciono sono proprio ostile a queste cose, e' una sensazione a pelle, mi si rizzano i capelli dall'orrore quando sente queste correlazioni numeriche di numeri strani.

Le uniche correlazioni matematiche che accetto sono:

1/2 alias la meta di qualcosa (mediana) e' un concetto intuitivo quasi naturale. Il fatto che Gizah sia proprio alla meta' perfetta del pianeta e' IMHO indicativo.

1/3 alias la classificazione in terzili perche' 3 era un numero magico in passato e perche' e' un numero sacro cristiano.

1/4 alias la classificazione in quartili perche' e' definibile come meta' della meta' di un qualcosa. E' quindi un concetto intuitivo.

Indubbiamente importanti sono i numeri primi che hanno un potente messaggio matematico. [SM=g3061205] Ma le dimensioni dovrebbero essere palesemente espresse in numeri primi per avere un significato profondamente matematico. Ad esempio come i crateri alias cupole triangolari su marte, con rotazioni e traslazioni ed isomorfismi

Altre correlazioni numeriche non le considero,e non le accetto come prova di evidenza aliena [SM=g6794] mi sembrano correlazioni spuria ossia irrazionale, roba da campi antanici [SM=j3734440]

[SM=g3784263] Per dire, la stessa classificazione in 1/10 in decili non la accetto come possibile correlazione matematica perche' dipende dalla base numerica ossia base 10. Noi oggi usamo base 10 ed un sistema metrico decimale ma in Gran Bretagna hanno altre misure senza una particolare logica, Inoltre altrettanto valida potrebbe essere la classificazione in 1/16 in base 16 oppure 1/20 in base 20 ad esempio che dipende dalla base numerica presa come unita' di conteggio la quale dipende da scelte culturali che non sempre hanno un chiaro retaggio.

-Base 10 e' intuitiva perche' 10 sono il numero dei diti nelle mani.
-Base 20 e' vicina a base 16 ma 20 e' anche il totale di diti e mani dei piedi.
-Base 16 non si e' mai trovata nell'antichita' e non si e' mai visto un uomo con 16=dita+mani.
-Base 2 e' stata introdotta solo con i microprocessori prima non era contemplata, non esiste nelle matematica antica.


Ale-95
00sabato 28 giugno 2014 21:13
La prima parte è quella che preferisco anche io, l'analisi della struttura della piramide di Cheope è fatta benissimo, non manca nulla. Le varie tesi sulla sua possibile costruzione da parte degli egizi come si è visto, è ancora molto dubbia e piena di ombre. In effetti io li mi fermerei francamente, almeno per ora, prima di andare avanti e ipotizzare a cosa servano e cosa significhino le piramidi. Certo è che ho sempre trovato curioso di come nessuna piramide dopo quelle della III ma soprattutto IV dinastia siano come queste ultime. Infatti le successive saranno tutte di gran lunga più modeste, costruite con capacità ingegneristica di molto più lacunosa, e chiunque le abbia fatte, e quindi gli egiziani, non hanno in alcun modo dimostrato di essere dei geni della costruzione come gli altri ipotetici egizi della IV dinastia. Curioso e paradossale poi che le tre famose piramidi di Giza, che sono le più antiche, sono anche quelle più sofisticate e gigantesche, e ad oggi, risultano in condizioni del tutto eccellenti. Ovviamente c'è poi il fatto che Cheope non mostra alcuna iscrizione, né la "firma" del suo reale costruttore. Fino a prova contraria Cheope non ha mai ospitato un faraone e non è mai stata concepita come tomba. Solamente le successive saranno piene zeppe di iscrizioni, ovvero quelle più piccoline e oggi in pessime condizioni. Gli egizi, quantomeno della V dinastia in poi, al massimo avranno messo mano a Cheope facendo delle piccole ristrutturazioni e mettendoci del loro, ma IMHO non c'entrano nulla con Cheope, Micerino e Chefren.


blocchi persino da 70TONS.



Blocchi di peso tra le 70 e le 80 tonnellate sono infatti serviti per la camera del Re, e come sappiamo si trova in un punto molto alto. Questo è assai notevole. Oggi per alzare carichi così pesanti e così in alto c'è bisogno di gru enormi, poiché quelle più comuni non riuscirebbero a sollevare più di 20 tonnellate.


3.Gli egizi non erano dei luminari in matematica, tantomeno in astronomia per quanto conoscessero la regola aurea del triangolo magico che ingloba praticamente il teorema di pitagora.



Appunto, il che ci porta a dubitare che il popolo egizio abbia costruito le tre famose piramidi, Cheope su tutte, con un livello di conoscenza matematica, ingegneristica e direi anche astronomica, così povera, se non altro perché gli egittologi classificano ufficialmente la nascita delle tre piramidi proprio agli albori della stessa civiltà egizia, il che rende tutto ancor più sorprendente. Seguendo un ragionamento invece molto più convenzionale, le cose sarebbero dovute andare in un altro modo. Gli egizi per circa un secolo costruiscono le prime piramide, tutte molto rozze, e crolleranno nel giro di poco, o comunque dopo secoli risulteranno di molto mal messe, appunto perché bisogna affinare la tecnica di costruzione-trasporto-lavorazione-organizzazione. Una volta che gli egizi hanno perfezionato la loro tecnica, iniziano una nuova fase, quella che vedrà piramidi sempre più
grosse, sofisticate e longeve nel tempo. Questo doveva accadere, come di solito accade per ogni evoluzione convenzionale in un popolo. Non è quello che è accaduto con le tre piramidi di Giza, dove furono le più vecchie e anche le più sofisticate sotto ogni punto di vista, quelle costruite per prima.
Aarn Munro
00sabato 28 giugno 2014 23:19
...complicato...una spiegazione più semplice un c'è..?
chip65C02
00sabato 28 giugno 2014 23:30
[SM=g3061180] la piramide di Djoser
it.wikipedia.org/wiki/Piramide_di_Djoser

tinyurl.com/m7w4voq
tinyurl.com/ldxyvb5

e' una piramide di pietra calcarea, con sassi sbozzati ed accatastati in una forma a gradoni.

Il calcare non e' una pietra dura, la forma dei sassi non e' comparabile con quella di gizah e per altro non e' messa nemmeno troppo bene in termini di stabilita' interna.

Quanto e' grande un "blocco medio di calcare di Djoser" rispetto ad un uomo?

tinyurl.com/nnv7c4e

sono massi molto piccoli, molto piu' piccoli di quelli di Gizah lo si vede comparando gli operai sul ponte sui massi che sporgono.



A naso direi che in 10 persone con delle funi di corda, oppure con un paio di mucche e facendo rotolare un singolo masso appoggiato su dei tronchi oppure sopra una slitta di legno, e' possibile smuovere un masso.

Il numero totale delle restanti pietre non mi e' noto. Per quanto esista sempre il trade off con la manodopera nei campi, c'e' da dire che la pietra calcarea non e' granito o diorite come e' ampiamente presente in Gizah, i massi sono molto piu' piccoli rispetto ai 2,5TONS medi oppure ai 70TONS, quindi allungando il periodo di costruzione, con rampe e mucche, lavorando ad isole con lunghi periodi di pausa, l'opera non presenta elementi impossibili per il tempo. Insomma la piramide di Djoser non e' comparabile come materiali e complessita' ingegneristica e pulizia stilistica con le 3 piramidi di Gizah, la sfinge ed il tempio megalitico annesso.

[SM=g3061180] Stessa tecnica costruttiva appare la piramide Maidum
it.wikipedia.org/wiki/Piramide_di_Meidum

tinyurl.com/lvu55vn

piu' che sassi accatastati, sembra che i sassi siano stati accatastati sopra una collina di roccia (cosa che ne riduce il volume interno) le pareti interne non sembrano identiche a quelle della camera di Gizah con i blocchi ma sembra roccia viva scavata



la camera del re riprende lo stile della piramide di keope, per quanto molto piu' rozzo essendo i blocchi appena sbozzati. Secondo me nel tempo in cui hanno costruito questa, ancora gli egizi non avevano APERTO la piramide di keope, infatti la camera funeraria del re riprende lo stile del corridoio di keope ma non le camere funerarie!!.



Secondo me la piramide Maidum e' stata costruita sopra una collina, hanno fatto un buco per la camera del re ed il corridoio poi hanno ammassato blocchi di calcare a forma di vaso quadrato [SM=g6794] con la stessa tecnica gia' vista ed espressa nella piramide a gradoni di djoser e l'interno ossia l'enorme volume che ne e' risultato di un vaso a gradoni capovolto, lo hanno riempito di detriti usando rocce e sassi e sabbia piu' piccoli di quelli espressi per fare i muri perimetrali. [SM=g6794] Opera impegnativa ma anche qui, il tipo di roccia e la complessita' stilistica nei materiali impiegati non rende l'opera impossibile per quanto difficile.

it.wikipedia.org/wiki/Piramide_romboidale

In termini di volumi e' un colosso, persino piu' grande di Keope.
Riempire questi volumi e' stato sicuramente un problema non da poco



i blocchi incominciano ad essere grandi, pero' c'e' da dire che e' la piramide piu' dissestata e pericolosa, e' in condizioni peggiori, non e' aperta al pubblico, c'e' rischio di crolli ovunque.

Il perche' risiede nel peso del riempimento



secondo me hanno fatto anche qui una specie di fascia di blocchi di pietra piu' pesanti e dentro ci hanno messo materiale piu' piccolo per riempire i volumi. Il risultato e' che il peso ha fatto collassare la struttura e si sono accorti che sarebbe scoppiata ai lati strabuzzando per il peso ed il carico, inoltre i crolli interni del materiale di riempimento ha raggiunto i punti di rottura della pietra, determinando crolli di sassi e sabbia piu' piccoli = materiale di riempimento.

Il risultato [SM=g6794] e' quello che vediamo.

Non c'e' granito, non c'e' diorite, i blocchi sembrano leggermente piu' grandi di quelli espressi in Djoser ed in Meidum, ma dentro c'e' del materiale di riempimento piu' piccolo. Per cui la vera complessita' dell'opera e' il taglio ed accatastamento di una doppia o tripla fascia di massi che determina la forma ma il dentro della piramide e' composto da materiale e sassi piccoli e sabbia di riporto. Opera complessa ma non e' comparabile con Gizah ne per materiali ne per pulizia stilistica ed orientamento e precisione di assemblaggio.

[SM=g3061180] en.wikipedia.org/wiki/Red_Pyramid

Arriviamo alla piramide rossa, [SM=g1420770] 104mt di altezza per 220metri di lato.

Ecco anche questa non e' proprio uno scherzo, [SM=g2806961] come piramide ha qualche punto oscuro dal punto di vista tecnologico, in termini di impresa sostenibile. Tuttavia i suoi punti oscuri imho sono minori rispetto alla mole ed immensita' espressa in Gizah che e' su valori stratosferici, con materiali calcare, granito e diorite a profusione. [SM=g3061178] Per cui il fermatempo di Gizah, poi aiuta a comprendere come gli egizi abbiano tirato su la piramide rossa.

V= 220*220*104*0,333=1677866mcubi < 230,36*230,36*146,6*0,333
1677866mcubi < 2590552mcubi
la piramide rossa e' piu' piccola del 35% ripetto a Keope

1677866mcubi < 215,28*215,28*136,4*0,333
1677866mcubi < 2105067
la piramide rossa e' piu' piccola del 20% rispetto a Kefrem

1677866mcubi>103,4*103,4*65,5*0,333
1677866mcubi>700297mcubi
la piramide rossa e' piu' grande del 239% micerino.

Cioe' il lavoro della piramide rossa e' pari a 2,3 volte micerino, circa.

[IMG]http://i59.tinypic.com/2ecpzs6.jpg[/IMG]

Tuttavia i blocchi della piramide rossa sembrano molto piu' piccoli di keope e chefrem e micerino



la dimensione media dei blocchi sembra simile a quella di Djoser e della piramide romboidale ossia massi sostanzialmente molto piu' piccoli rispetto a Gizah.

Micerino l'hanno mezzo smontato e poi rimontato in 60 anni circa con 230000 blocchi. Ad occhio e croce, la piramide rossa potrebbero averla tirata su in un 60*2,3=138 anni, forse circa 150 anni (giusto per far conto pari)



Riducendo sensibilmente il peso dei blocchi, si riducono anche il numero dei morti e dei feriti perche' la complessita' dell'opera diminuisce e quindi gradualmente scompare la difficolta' costruttiva. Diluendo il periodo di lavoro nel lungo periodo si diluisce il peso dell'opera perche' la complessita media se pur ragguardevole in termini di volume, ha pietre sensibilmente piu' piccole, con in calcare all'interno e fuori in granito rosso. Il granito e' molto duro ed e' difficile da tagliare ma i blocchi esterni sono appena sbozzati ed a quanto ho capito la piramide rossa non e' fatta interamente in granito rosso ma tutto in calcare e fuori granito rosso.

Di certo gli egizi avevano per le mani qualche tecnologia che permetteva loro di tagliare la pietra in modo molto efficiente.

-Seghe di qualche genere alimentate dal Nilo e probabilmente carrucole e leve e capre (ci sono tracce di ruote dentate e carrucole nei musei egizi, scambiati dagli egittologi per roba religiosa) con cui hanno potuto ridurre almeno una parte della fatica.

-Artefatti terrestri, prodotti dal dono del know how alieno = degli dei (che appunto Orus racconta, che voleva migliorare il tenore di vita degli umani, ma Seth si era interposto per non modificare in modo troppo significativo l'evoluzione umana, scassando l'oggetto di studio).

Basta ricordare gli aeratori di Dendera e le lampade di Dendera!. Manufatti terrestri, costruiti con il know how alieno e detenuti in modo segretissimo dai sacerdoti, che ripetevano a macchineta riti (in realta' procedure) di tali apparati ma senza comprendere la fisica e la chimica di tali meccanismi.

Th:
La piramide rossa, nel suo complesso e' indizio della presenza di artefatti egizi costruiti con la tecnologia degli dei. Ossia tanto quanto le tombe modello garage e mega bunker come la KV5 indicano in modo indiretto la presenza di OOPART fuori dal tempo che non compaiono nelle cronache egizie ma si deduce la loro esistenza dalla produttivita' e dalle strutture costruite.

Tuttavia [SM=g3061178] la complessita' dell'opera di Gizah in termini di volumi di costruzione delle 3 piramidi, la sfinge, il tempio megalitico annesso e' spropositata. Inoltre i blocchi medi da 2,5tons con picchi tutt'altro che radi di massi da 30TONS e 70TONS, con largo uso di calcare, granito e diorite, rendono l'opera enormemente complessa.

Volumi e pesi in Gizah che rendono lo sforzo produttivo non tecnologicamente possibile per l'epoca, specie in una societa' pre-industriale senza innovazioni di prodotto e di processo. Impossibile da muovere un masso da 70tons oppure anche solo sostenere un flusso per 150 anni lavorando H24 ad isole, un totale di 5milioni di blocchi con diorite, granito e calcare. Non e' una impresa possibile sia nel breve periodo quanto nel lungo periodo in 150 anni.





Ale-95
00domenica 29 giugno 2014 02:13
E pensare che gli egittologi affermano che Cheope sia stata costruita in soli 20 anni. Non dico tanto, ma almeno rivedessero i calcoli.

Chip - analizzando l'ipotesi ufficiale - che ne pensi delle navi utilizzate dagli egizi per trasportare tutta quella enormità di blocchi pesantissimi? Come sai la cava era lontana più di 800km dal sito di costruzione, quindi una distanza assai notevole. Discorso organizzazione a parte, bisogna domandarsi come abbiano portato i blocchi sopra la nave, e dopo, una volta essere arrivati in zona, calarli dalla nave e trasportarli fino al sito di costruzione. Pensi che le navi egizie dell'epoca, erano in grado di trasportare ad esempio un blocco da 70 tonnellate?
chip65C02
00domenica 29 giugno 2014 10:21
Re:
Ale-95, 29/06/2014 02:13:

E pensare che gli egittologi affermano che Cheope sia stata costruita in soli 20 anni. Non dico tanto, ma almeno rivedessero i calcoli.

Chip - analizzando l'ipotesi ufficiale - che ne pensi delle navi utilizzate dagli egizi per trasportare tutta quella enormità di blocchi pesantissimi? Come sai la cava era lontana più di 800km dal sito di costruzione, quindi una distanza assai notevole. Discorso organizzazione a parte, bisogna domandarsi come abbiano portato i blocchi sopra la nave, e dopo, una volta essere arrivati in zona, calarli dalla nave e trasportarli fino al sito di costruzione. Pensi che le navi egizie dell'epoca, erano in grado di trasportare ad esempio un blocco da 70 tonnellate?



non lo so [SM=g6794] quello che ti posso dire e' quello che io sono venuto a capo di questo, sistematizzando il concetto storico del paleocontatto alieno tra 6000ac-4100ac.

La sequenza di costruzione delle piramidi egizie:

6000ac-4100ac keopem kefrem,micerino,sfinge, tempio sfinge

poi successivamente

djoser
meidum
piramide romboidale a doppia inclinazione
piramide rossa

Non contesto la datazione di queste opere.
Dico solo che:

1-secondo me come ho esposto sopra, il riempimento di tali volumi e' diverso da quello di Gizah. Gizah e' pieno di pietre, le altre hanno materiali da riporto, sassi piccoli e sabbia (tutta roba che e' passabile con ceste in una catena di passa mano)

2-ove si e' usato molto calcare, non e' da escludere che il calcare presente nelle piramidi di djoser, meidum, piramide romboidale, e piramide rossa, non sia proprio calcare ma cemento egizio. Gradualmente tale percentuale di pietre sintetiche in cemento egizio e' andata calando rispetto alla percentuale di vera roccia calcarea, perche':

a)I sacerdoti si sono tramandati il segreto ma era segreto e vietato divulgarlo,

In realta' per i metodi di lavorazione ad isole, il segreto del cemento egizio sarebbe stato un "segreto di pulcinella" dato che

b)gli operai quel segreto lo conoscevano benissimo, applicandolo per la costruzione delle piramidi, ma e' logico ritenere che si fossero rifiutati di applicarlo ad opere diverse dalla costruzione delle piramidi, perche' gli era stato proibito dai sacerdoti. Questo spiega perche' siano i mattoni di terra cotta a dominare le costruzioni egizie della popolazione e non il cemento egizio, che avrebbe potuto essere usato anche per moltissimo altro.

E una ipotesi, ma e' plausibile [SM=g6794] ed e' verosimile con la realta' ed il fermatempo alieno (una volta evidenziato) aiuta moltissimo a comprendere la realta' egizia e la sua dinamica costruttiva tombarola

-Non tutte le cave erano distanti 800km alcune erano molto vicine.
-Il granito e la diorite proveniva da lontano, non il calcare.

Ora operativamente ci sono delle dimensioni dei massi che oltre un certo limite, se non hai una Dimensione Ottima Minima, semplicemente non li puoi gestire e la barriera fisica non la superi. Per esempio:

-siamo andati sulla luna solo nel 1969 ma i razzi c'erano gia' da quando e' stata introdotta la polvere da sparo. Perche' siamo andati sulla luna nel 1969 e non prima? perche' serviva know how per superare una soglia dimensionale minima che ha fatto da barriera sino al 1969

-Michelangelo ha scolpito la pieta' ha fatto tutto da solo, era un artista un genio ma era uno scalpellino ed aveva scalpello di acciaio ed un martello di acciaio. Prima dell'acciaio la lavorazione delle pietre e' sempre stata rozza (egiziani a parte) Gli egizi non conoscevano l'acciaio, ma solo rame e bronzo e sassi di diorite.

-Quello che voglio dire e' che in una societa' pre-industriale non avendo motori a scoppio, vapore, anche se hai carrucole e gru e capre, ma hai solo energia umana e con le risorse che avevano in egitto, gli egizi avrebbero dovuto comunque pagare un costo opportunita' che rende la produttivita' dell'opera calante. Mentre in una societa' industriale la produttivita' diventa crescente (anche perche' le opere pubbliche non sono sterili come le piramidi ma rilasciano utilita' per tutta la collettivita, potenziando altri settori economici), per cui il costo opportunita' e' minimo ed i lavori si trasformano in un volano per tutta l'economia.

Ora alcuni blocchi di pietra megalitici non sono spostabili per la civilta' in cui sono stati datati questi blocchi perche' c'e' una barriera tecnologica che impedisce questo.

Sotto i 2,5TONS una pietra la puoi spostare, [SM=g6794] fai molta fatica, ma usando delle mucche ed una slitta il lavoro e' terribilmente faticoso, diventa molto complesso ma e' fattibile. Ma 5milioni di pietre da 2,5TONS non sono 1 pietra oppure 10 pietre, semplicemente 5milioni di pietre da 2,5tons lavorando H24 ad isole per 150 anni non le puoi spostare.

Una pietra da 70TONS la puoi far rotolare in discesa, [SM=g6794] trascinarla per 800km e' un delirio. Certo che la puoi trascinare, ma poi per vari anni non fai altro che quello ed i lavori alle piramidi si fermano, perche' e' un castello complesso. [SM=g8334] Non e' pensabile che siano esistite delle chiatte di legno capaci di reggere 70 tons, pietre da 30TONS, 70TONS anche 80TONS che si trovano in Giza che non sono nemmeno una, ma messe assieme sono un volume enorme impossibile da spostare. Poi certo, ci saranno state chiatte con cedri del libano per trasportare pietre, ma siamo su livelli di produzione di 70 blocchi a settimana (con rateo calante) e blocchi piccoli.

Insomma per spostare oppure creare quel cluster di pietre pesantissime in Gizah servono conoscenze tecnologiche fuori contesto storico che spiegano come avrebbero potuto creare 5milioni blocchi da 2,5TONS se avessero lavorato ad isole H24 per 150 anni e senza pagare alcun costo opportunita' nel trade-off "lavorazione delle pietre vs agricoltura e difesa del paese".

La mia teoria, e' scientifica, [SM=g3061180] spiega tutto questo, calza con la realta', tutto nell'antico Egitto diventa limpido introducendo il concetto storico di un [SM=g3061178] paleocontatto alieno tra il 6000ac ed il 4100ac.



Ale-95
00domenica 29 giugno 2014 12:30
Riporto un articolo molto interessante che fa non poco riflettere...

La costruzione della Grande Piramide: tre riflessioni

Grande Piramide e Colosseo a confronto

Un’opera “colossale” come L’Anphytheatrum Flavium, il nome originale del Colosseo, fu realizzata in circa 8 anni (72 d.C – 80 d.C.) con tecnologie di oltre 2500 anni più avanzate di quella Egizia all’epoca della costruzione della grande piramide (i Romani conoscevano la ruota, la carrucola, il ferro ed altri leveraggi combinati) e con il massimo sforzo dell’ingegneria Romana, per realizzarla nel più breve tempo possibile.

Mettendo a confronto le dimensioni delle due opere, in pratica la grande piramide potrebbe quasi inglobare al suo interno l’intero Colosseo. Infatti con la sua altezza di circa 57m, il Colosseo è solo ad 1/3 dell’altezza della Piramide di Cheope. Col suo lato più lungo di 188m è ben lontano dai 230m di Cheope.

Impressionante è il confronto sul peso: 7 milioni di tonnellate per la piramide, contro 0,25 milioni di tonnellate del Colosseo (considerando un peso specifico di 2,5 tonnellate a m3 per il travertino). I Romani si guardarono bene dal sollevare in quota blocchi dal peso di 2, 3, 10 fino a 70 tonnellate. Piuttosto si limitarono ad applicare il sistema “arco” alla perfezione movimentando in quota blocchi sempre al di sotto della tonnellata.

Il confronto sul volume di roccia impiegata è altrettanto impressionante: 0,1 milioni di m3 per il Colosseo, contro i 2,3 milioni di m3 della Piramide: ovvero la piramide ha un volume costruito di circa 23 volte superiore al Colosseo. Anche per il fattore tempo, il confronto è interessante, considerando che il faraone Cheope avrebbe regnato dal 2620-2597 a.C., ovvero circa 23 anni per alcune fonti, mentre dal 2589-2566 a.C. per altre fonti, comunque circa 23 anni in tutto e che la costruzione della piramide sia avvenuta in circa 20 anni.

Riassumiamo:

1) Hcolosseo = 57m; Hpiramide = 150m

2) Lcolosseo = 188m; Lpiramide = 230m

3) Pcolosseo = 0,25*106 ton; Ppiramide = 7*106 ton; (Ppiramide/Pcolosseo)=28

4) Vcolosseo = 0,1*106 m3; Vpiramide = 2,3*106 m3; (Vpiramide /Vcolosseo)=23

5) Tcolosseo = 8 anni; Tpiramide = 20 anni; (Tpiramide/Tcolosseo)=2,5

Quindi la Piramide rispetto al Colosseo ha un peso circa 28 volte maggiore, ed ha un volume circa 23 volte maggiore, ma è stata costruita i soli 20 anni, quindi impiegando solo 2,5 volte il tempo che i Romani impiegarono per costruire il Colosseo 2500 anni dopo, utilizzando tecnologie sconosciute agli Egizi all’epoca della costruzione della piramide, quali la ruota, la carrucola e le travi in ferro.

La differenza è di circa un ordine di grandezza tra Peso-Volume e Tempo, elemento questo che deve indurre a riflettere poiché nell’analisi scientifica uno scarto simile è indice di un errore nella teoria o nell’esperimento: in questo caso essendo certo il metodo ed il tempo impiegato dai Romani per costruire il Colosseo, è immediato pensare ad una rivalutazione della teoria sulla costruzione della grande piramide.

Volendo forzare un confronto, se consideriamo un fattore di proporzione medio tra i rapporti Peso e Volume, abbiamo un valore di 25 volte: applicandolo al fattore tempo, significa che se i Romani avessero voluto realizzare un Colosseo a “grandezza piramide di Cheope”, avrebbero dovuto impiegare circa 200 anni (25×8=200).

O, viceversa, se i Romani avessero avuto le stessa bravura degli Egizi, avrebbero dovuto realizzare il Colosseo in meno di 4 mesi (8×12/25=3,84).


Due foto satellitari nelle giuste proporzioni di scala, che mettono a confronto il Colosseo con la Grande Piramide. Da notare il perfetto allineamento della piramide con i 4 punti cardinali

Quale superiorità viene attribuita oggi alla civiltà Egizia del 2500 a.C. per credere che abbia realizzato un’opera immensa in soli 20 anni, ridicolizzando lo sforzo ingegneristico della civiltà Romana che oltre 2500 anni dopo avrebbe impiegato 200 anni per realizzare un’opera paragonabile? Questi semplici confronti, senza alcuna pretesa di precisione scientifica da laboratorio, riescono indubbiamente a dare indicazioni importanti sugli ordini di grandezza in gioco: i dati su peso,volume e tempo possono non essere precisi, ma il loro ordine di grandezza è inconfutabile.

Ed il confronto sugli ordini di grandezza mostra che stiamo attribuendo agli Egizi una capacità ingegneristica, tecnica e costruttiva di gran lunga superiore a quella Romana, sebbene quest’ultima padroneggiasse mezzi e tecnologie più avanzate. È logico, razionale e scientificamente corretto continuare a percorrere questa strada?


Due disegni (sezioni mezzeria) per confrontare l’altezza: in pratica la Grande Piramide potrebbe quasi inglobare al suo interno l’intero Colosseo

Come furono spostati i blocchi di roccia?

Nel 2570 a.C. (data in cui si ritiene costruita la piramide) è dimostrato che gli Egizi non conoscessero la ruota, né di conseguenza la carrucola. Non conoscevano inoltre nemmeno il ferro, ma solo il rame.

Oggi, nel 2013, è tecnicamente impossibile movimentare blocchi di granito da 70 tonnellate senza l’ausilio di mezzi meccanici-idraulici speciali.

Ipotizziamo che la cava dalla quale furono estratti i blocchi di roccia calcarea si trovasse su una collina posta a circa 1 km dalla Grande Piramide (dott. Diego Baratono, 2007): estrarre, lavorare, ruotare, capovolgere, spostare sulle slitte, trasportare verso la piramide, poi affrontare la rampa inclinata, arrivare alla quota prevista, posizionare con precisione millimetrica blocchi dal peso dai 1 tonnellata fino a 4 tonnellate, il tutto senza l’ausilio nemmeno della più rudimentale carrucola, questo è quello che avrebbero fatto gli Egizi.

Avessero almeno avuto la gru romana, avremmo potuto farci un’idea di come avvenissero le operazioni suddette, ma è dimostrato che al massimo gli Egizi hanno usato leve in legno o rame.

Se poi passiamo ai blocchi da 40 fino a 70 tonnellate della “camera del re” allora le suddette operazioni appaiono ai limiti delle spiegazioni fisiche.
Proviamo ad illustrare brevemente la difficoltà di movimentazione di un blocco monolitico da 50 tonnellate appena estratto: per ruotare o ribaltare il blocco, oggi si usano macchinari in acciaio ed enormi gru per spostarli, ma i macchinari suddetti (Eurosollevatori Pellegrini, modello Derrek) hanno comunque una capacità massima di carico limitata a 50 tonnellate e non sarebbero adatti per la movimentazione e la lavorazione dei monoliti da 70 tonnellate che sono presenti all’interno della “camera del re”.

Per dare idea del peso di cui si sta trattando, consideriamo un autobus a 3 assi, a pieno carico (quindi 55 persone + bagagli + pieno di carburante) che pesa circa 25 tonnellate: sovrapponiamone 3, ed otteniamo circa il peso del blocco di granito da movimentare per chilometri ed infine trascinare lungo la rampa inclinata per portarlo alla quota di 50m dove è posizionato (ovviamente senza ruote!).

Quando si fanno ipotesi sulla movimentazione di blocchi di questa portata, si dovrebbero avere ben presenti queste valutazioni per capire di che ordine di grandezza stiamo parlando.

Senza quindi i macchinari sopra descritti, come hanno fatto gli Egizi a:

1) squadrare i blocchi di granito senza ruotarli o ribaltarli (o se li hanno ruotati e ribaltati, con quali leve)
2) posizionarli sulle slitte per il trasporto verso le imbarcazioni poste sul Nilo;

3) affrontare curve, salite e discese con la slitta carica di 70 tonnellate;

4) arrivati sul Nilo, spostare l blocchi dalla slitta all’imbarcazione;

5) arrivati alla piana di Giza, spostare i blocchi dall’imbarcazione alla slitta;

6) arrivati ai piedi della Piramide, sposare i blocchi sulle rampe a spirale (interne o esterne che siano);

7) arrivati alla quota prevista, posizionare il blocco con precisione millimetrica

Affrontiamo ora proprio il problema del posizionamento in quota del bei blocchi da 70 tonnellate: siccome i blocchi si trovano a circa 50m di altezza ed a una distanza di circa 115m dai lati della piramide, oggi è tecnicamente impossibile posizionare tale blocco con una gru mobile, bisogna costruirne una dedicata per il cantiere.


Un disegno di una gru di epoca romana, sconosciuta agli Egizi e comunque inadeguata al sollevamento in quota dei blocchi di granito da 70 tonnellate della cosiddetta “camera del re”. Era trainata da buoi per mezzo dei due grossi cilindri, i quali fungevano da ruote durante il trasporto e da propulsore durante il sollevamento. I cilindri erano sufficientemente grandi da poter ospitare un certo numero di persone che, camminando all’interno di essi, imprimevano la rotazione al perno principale: qui era fissata la fune di sollevamento, sostituita all’occorrenza da quella necessaria al movimento del braccio

Il diagramma di carico di una auto-gru da 500 tonnellate mostra chiaramente che la portata massima di 500 t è possibile solo per uno sbraccio minore di 3m, mentre alla distanza massima di 74metri la gru riesce a sollevare solo 2,9 t per un’altezza di circa 20m. Per soddisfare le nostre esigenze serve poter sollevare 70 tonnellate fino a 50m di quota con uno sbraccio di 115m: avremmo bisogno di gru da porto.

È ovvio che gli Egizi non sollevassero i blocchi ma li trascinassero, ma teniamo presente che quando parliamo della “Camera del Re” ci riferiamo a blocchi di 70 tonnellate e che le macchine per la movimentazione di tali blocchi sono imponenti e non sono sostituibili da funi e buoi e braccia umane in numero indefinito.

Ci sono delle operazioni tecniche che non possono essere realizzate senza le attrezzature giuste: è un problema fisico che non può essere risolto aumentando il numero di operai e le ore lavorative dedicate all’operazione.

Con questo stratagemma, l’archeologia usa una leva fragile per sostenere la tesi sulla costruzione della grande piramide, anche se di fronte a semplici considerazioni come quelle sopra esposte, la ragione sarebbe pronta a spezzare tale leva.

Ultima riflessione sull’argomento: mentre per il “Colosseo” potremmo oggi provare a ricostruire l’opera utilizzando le tecniche costruttive e le tecnologie a disposizione degli ingegneri romani, magari impiegandoci molti più anni, ma con ogni probabilità riusciremmo nell’impresa, per quanto riguarda la grande piramide, non potremmo fare a meno di utilizzare delle strutture “megametalliche” come quelle sopra illustrate se vogliamo raggiungere lo scopo.


Gli attuali macchinari in acciaio per ruotare o ribaltare (sopra) e gru per spostare (sotto) i blocchi di pietra: la loro portata massima di carico è di 50 tonnellate

Il confronto con il trasloco del tempio di Abu Simbel

Il trasloco del tempio di Abu Simbel nel 1965: il tempio è stato smontato pezzo per pezzo e ricostruito 180 metri più nell’entroterra dopo aver innalzato il terreno di 65 metri rispetto al livello precedente. I lavori richiesero cinque anni, oltre duemila uomini, tonnellate di materiali e uno sforzo tecnologico senza precedenti nella storia dell’archeologia. I blocchi numerati (oltre 1000 blocchi) per ridar loro l’esatta posizione, furono riassemblati, e l’intero tempio fu ricostruito mantenendo persino l’originario orientamento rispetto agli astri e al nuovo corso del Nilo determinato dallo sbarramento di Assuan.

Questa operazione fu di livello internazionale con la partecipazione delle massime competenze del ventesimo secolo: per spostare circa 1000 blocchi di roccia (peso massimo del blocco spostato di 20 tonnellate) dove si lavorava 24h su 24h (quindi anche di notte) con gru, camion, seghe a filo, trapani, putrelle d’acciaio, mezzi meccanici pesanti, sollevatori idraulici, etc. in una lotta contro il tempo per evitare che lo sbarramento della diga provocasse l’inondamento del sito archeologico.

È interessante notare che l’umanità dopo circa 4500 anni dalla costruzione della grande piramide, abbia unito gli sforzi ed utilizzato il top della tecnologia per riuscire a spostare 1000 blocchi in circa 5 anni. Inoltre c’è da aggiungere che gli Egizi non potevano lavorare di notte, mentre nel 1965 si è lavorato 24h su 24h grazie all’impiego di enormi lampade ad arco, quindi se avessero lavorato solo di giorno, avrebbero verosimilmente impiegato il doppio del tempo, ovvero circa 10 anni.

Il confronto tra le due opere è scientificamente improponibile per ovvi motivi, ma è importante per avere indicazioni sull’ordine di grandezza:

1) 1000 blocchi in 10 anni per il tempio di Abu-Simbel;

2) 2.300.000 blocchi in 20 anni per la Grande Piramide.

Il rapporto tra le due operazioni è quindi sbalorditivo: gli Egizi hanno posizionato 2.299.000 blocchi in più.
Volendo forzare una rapporto a parità di tempo, avremo che in 10 anni gli Egizi avrebbero posizionato 1.150.000 blocchi: ovvero 1.149.000 blocchi in più.

Significa che per ogni blocco tagliato, trasportato e posizionato nel nuovo tempio da parte della civiltà contemporanea, la civiltà Egizia riusciva a posizionarne 1500.

Il rapporto è 1500 a 1 a favore degli Egizi.

È quindi logico, razionale e scientificamente corretto continuare a ritenere che la civiltà Egizia del 2500 a.C. sarebbe capace ancora oggi di ridicolizzare gli sforzi tecnici ed ingegneristici dell’intera umanità dopo 4500 anni?
Le tre considerazione sopra riportate, non hanno alcuna valenza di prova, ma sono indicazioni importanti verso una riflessione possibile: la grande piramide potrebbe non essere stata costruita dagli Egizi all’epoca del Faraone Cheope perché non vi erano le condizioni tecniche e tecnologiche per costruire un’opera colossale di quel tipo in soli 20 anni.

Come il sistema geocentrico e la concezione Tolemaica del cosmo hanno bloccato le scoperte astronomiche per 2000 anni, potremmo oggi essere vittime dello stesso “tappo cognitivo” sullo studio delle opere Megalitiche che riempiono la Terra e delle quali la Grande Piramide è l’esempio più significativo.


Il trasloco del tempio di Abu Simbel nel 1965: il tempio è stato smontato pezzo per pezzo e ricostruito 180 metri più nell’entroterra dopo aver innalzato il terreno di 65 metri rispetto al livello precedente. I lavori richiesero cinque anni, oltre duemila uomini, tonnellate di materiali e uno sforzo tecnologico senza precedenti nella storia dell’archeologia

www.acam.it/la-costruzione-della-grande-piramide-tre-rifl...
chip65C02
00domenica 29 giugno 2014 13:23


Impressionante è il confronto sul peso: 7 milioni di tonnellate per la piramide, contro 0,25 milioni di tonnellate del Colosseo (considerando un peso specifico di 2,5 tonnellate a m3 per il travertino). I Romani si guardarono bene dal sollevare in quota blocchi dal peso di 2, 3, 10 fino a 70 tonnellate. Piuttosto si limitarono ad applicare il sistema “arco” alla perfezione movimentando in quota blocchi sempre al di sotto della tonnellata.


Interessante articolo [SM=g3943211]

Le differenze tra Colosseo e Gizah non sono poche:
- intanto i volumi, quelli romani sono vuoti, quelli di Gizah sono pieni.
- i materiali da costruzione: mattoni e calce contro calcare, granito e diorite.
- allineamenti e precisione: piu' alto l'errore romano, quasi nullo l'errore egizio.

Il confronto diventa ancora piu' interessante da fare in termini di Rateo di produzione cioe' il colosseo lo hanno tirato su in 8 anni, ma l'articolo non ci dice Quanto pesano i mattoni e le pietre del colosseo?
Quanto tempo ci avrebbero messo gli operai romani lavorando al ritmo di produzione del Colosseo per ergere i volumi pieni di Gizah? Ecco questi confronti sarebbero utili...

0,1milioni di mcubi per il colosseo * 1600kg/mcubo

pesospecifico.altervista.org/site/peso-muratura-di-matton...

totale peso Colosseo= 160000000 kg = 160mila tons di mattoni in 8 anni

Il rateo di produzione appare pero' sottostimato, manca il dato delle fondazioni che per altro si tratterebbe di scavare un buco nella terra ossia un'attivita' molto meno complicata del taglio, levigatura, spostamento e collocazione in sito delle pietre.


1) senza fondazioni, rateo di produzione = 160mila / 8 = 20000tons all'anno di mattoni.

stimando a spanna un 50% di lavoro in piu' per le fondazioni
2) rateo di produzione annuo= 160mila *1,5 / 8 = 30000tons

Quanto tempo ci avrebbero messo gli operai romani che hanno costruito con i mattoni il colosseo a costruire Gizah?

5milioni di blocchi * 2,5t *13,69 / 20000= 8556 anni
5milioni di blocchi * 2,5t *13,69 / 30000= 5704 anni

La differenza e' notevole in termini di anni da retrodatare con il criterio di confronto del Colosseo.

[SM=g3061180] Vedi pag.30 "Discontinuita' (architettonica egizia) di III specie in H1"

E (5704+1150+2500+1000) = 2588 circa 2600 anni da retrodatare Gizah

Sapendo che
2570 AC (data di completamento della piramide di Cheope)
2583 AC (data presunta di nascita di Cheope)

ossia Gizah (e senza considerare il volume dei lavori necessari per intagliare per estrazione la sfinge) dovrebbe essere collocata tra il 5170Ac ed il 5183AC.

Date allineate con il [SM=g3061180] 5000 con il punto di minimo del lago Ciad!

Tutte date che stanno [SM=g3943211] dentro l'intervallo 6000AC-4100ac

Ho sempre saputo di aver ragione io [SM=g6794]


Ale-95
00domenica 29 giugno 2014 13:31
Molto interessante. Quindi possiamo dire - come ho sempre pensato - che gli egizi si ritrovarono già costruite le piramidi, le trovarono li, e il loro merito fu di scoprirle, per poi, nelle dinastie successive, provare a copiarle.
Ulisse-77
00domenica 29 giugno 2014 13:41
Mi inserisco per due cose al volo...

Perchè non considerate minimamente la ricerca del 29 aprile pubblicata sul Physical Review Letters che spiega come sono state costruire le piramidi e non vi basate su quella [SM=g3061192]

www.artribune.com/2014/05/il-mistero-delle-piramidi-ricercatori-olandesi-svelano-il-segreto-che-consentiva-agli-egizi-di-spostare-le-enormi-pietre-necessarie-alla-cost...

Nel primo video si enfatizza molto il triangolo che viene fuori durante le costruzioni di diverse installazioni del passato se consideriamo dove sono installate. Ma la storia del triangolo che si forma dai diversi siti di costruzione è come la faccenda delle lanterne cinesi in cielo, tre oggetti distanti fra loro formano un triangolo a prescindere.

chip65C02
00domenica 29 giugno 2014 15:03
Re:
Ale-95, 29/06/2014 13:31:

Molto interessante. Quindi possiamo dire - come ho sempre pensato - che gli egizi si ritrovarono già costruite le piramidi, le trovarono li, e il loro merito fu di scoprirle, per poi, nelle dinastie successive, provare a copiarle.




oopsss forse ho sbagliato [SM=g6794] ho letto troppo in fretta [SM=g3061179] il colosseo non e' interamente in mattoni, le fondamenta lo sono ma c'e' anche tanto travertino.

0,25 milioni di tons di travertino ma il volume delle opere murarie delle fondamenta in mattoni quanto e'?

chip65C02
00domenica 29 giugno 2014 15:04
Re:
Ulisse-77, 29/06/2014 13:41:

Mi inserisco per due cose al volo...

Perchè non considerate minimamente la ricerca del 29 aprile pubblicata sul Physical Review Letters che spiega come sono state costruire le piramidi e non vi basate su quella [SM=g3061192]

www.artribune.com/2014/05/il-mistero-delle-piramidi-ricercatori-olandesi-svelano-il-segreto-che-consentiva-agli-egizi-di-spostare-le-enormi-pietre-necessarie-alla-cost...

Nel primo video si enfatizza molto il triangolo che viene fuori durante le costruzioni di diverse installazioni del passato se consideriamo dove sono installate. Ma la storia del triangolo che si forma dai diversi siti di costruzione è come la faccenda delle lanterne cinesi in cielo, tre oggetti distanti fra loro formano un triangolo a prescindere.




www.cheops-pyramide.ch/khufu-pyramid/pyramid-workers.html

entrambi esempi di false ricerche scientifiche per intortare gli stupidi e fare cover up sul fermatempo.

[SM=g6794]


Ale-95
00domenica 29 giugno 2014 16:37
Si però come lavoravano i blocchi? E come venivano caricati sulle navi e poi scaricati? E l'organizzazione degli operai nell'ipotetico cantiere? E come portavano a 50 metri blocchi di svariate tonnellate?
Ale-95
00domenica 29 giugno 2014 16:44
Ah peraltro non ricordo bene ogni quanti minuti, ma mi pare che gli egizi fossero in grado di mettere un blocco in meno di 7-10 minuti. Pazzesco.
chip65C02
00domenica 29 giugno 2014 18:08
Re:
Ale-95, 29/06/2014 16:37:

Si però come lavoravano i blocchi? E come venivano caricati sulle navi e poi scaricati? E l'organizzazione degli operai nell'ipotetico cantiere? E come portavano a 50 metri blocchi di svariate tonnellate?



le pietre di calcare non e' calcare e' cemento prodotto con il know how degli dei, ossia pietre sintetiche. Passa mano di ceste ed acqua e natron e poco altro AFAIR

Granito e diorite invece... devi avere macchine speciali perche' in 150 anni non vai da nessuna parte, figuriamoci in 20.


chip65C02
00domenica 29 giugno 2014 18:17
Re: Re:
chip65C02, 29/06/2014 15:03:




oopsss forse ho sbagliato [SM=g6794] ho letto troppo in fretta [SM=g3061179] il colosseo non e' interamente in mattoni, le fondamenta lo sono ma c'e' anche tanto travertino.

0,25 milioni di tons di travertino ma il volume delle opere murarie delle fondamenta in mattoni quanto e'?




Abu Simbel
-Nel 1969 tempo 5 anni per tagliare e spostare e rimettere in sede i 1000 blocchi di Abu Simbel, dal peso massimo di 20 tons ciascuno.

Rateo di produzione di circa 20 tons * 1000 / 5 = 4000 tons di lavori per anno.

Produttivita' pro-capite 20*1000/2000 operai=10 tons a testa per 5 anni.

Gli operai di Abu Simbel avrebbero costruito micerino, chefrem, cheope in:
5'000'000 blocchi * 2,5tons / 4000 tons = 3125 anni

I dati portati sui lavori di Abu Simbel sono corretti, anche i lavori di Abu Simbel ci dicono che il tempo di costruzione delle tre piramidi di Gizah, la sfinge ed il tempio megalitico annesso non possono essere i 20 anni proposti dagli egittologi epiciclici.

I dati proposti dal tuo post hanno qualche problema... [SM=g2806961] Guarda io per trovare qualcosa sul Colosseo come numero di lavoratori impiegati e dati sulle pietre impegate, ho penato mesi, senza pero' trovare una cippa in internet!!.



[SM=g3061179] -Il colosseo


Impressionante è il confronto sul peso: 7 milioni di tonnellate per la piramide, contro 0,25 milioni di tonnellate del Colosseo (considerando un peso specifico di 2,5 tonnellate a m3 per il travertino). I Romani si guardarono bene dal sollevare in quota blocchi dal peso di 2, 3, 10 fino a 70 tonnellate. Piuttosto si limitarono ad applicare il sistema “arco” alla perfezione movimentando in quota blocchi sempre al di sotto della tonnellata.


Il colosseo e' fatto di mattoni e travertino, praticamente:

. prima hanno scavato per le fondamenta,
. poi ci hanno messo i mattoni per la struttura mezza vuota e ci hanno fatto gli spalti
. poi ci hanno messo il travertino all'esterno per coprire i mattoni

Il volume del cilindro (che poi sarebbe un ovale) del colosseo non puo' essere moltiplicato per il peso specifico del travertino, perche' il travertino ricopre solo la fascia esterna, all'interno gli spalti e le colonne e le fondamenta sono di mattoni pieni. Integrare il volume del cilindro di diametro di 188mt per 57mt di altezza con il peso specifico del travertino sarebbe errato, in quanto il colosseo e' essenzialmente vuoto. Inoltre non tieni conto delle fondamenta, che sono in mattoni ma anche qui le fondamenta sono prevalentemente vuote perche' ci sono camere, magazzini e quant'altro sotto il colosseo.



Il confronto sul volume di roccia impiegata è altrettanto impressionante: 0,1 milioni di m3 per il Colosseo


non ho capito da dove esce fuori questo dato degli 0,1 milioni di metri cubi.

Considerando le fondazioni come un cilindro di 1/3 dell'altezza dei 57mt per un raggio di 94mt=188/2 il volume stimato delle fondazioni di terra da smuovere sarebbero un cilindro di

(94*94*3,14)*(0,333*57)= 526'628 metri cubi i quali sarebbero potuti essere di terra asciutta, argillosa e ghiaiosa depositata

it.wikipedia.org/wiki/Peso_specifico

per cui:

526628 metricubi * 1420kg / metrocubo = 747811760 kg di terra da estrarre per costruire un cilindro profondo 10mt e di raggio 94mt rappresentante le fondamenta.

questo spazio di 526628 metricubi sarebbe stato prevalentemente vuoto con colonne di mattoni per sostenere il soffitto di legno su cui i gladiatori combattevano. I margini esterni invece avrebbero contenuto sia le colonne di mattoni che sostengono gli spalti, nonche' avrebbero contenuto le colonne di travertino che sono il rivestimento esterno.

diciamo che il 70% del cilindro di 94mt di raggio alto 10mt sarebbe stato vuoto, usato per camere, corridoi, magazzini, prigioni, gabbie ecc... Quindi solo il 30% del volume delle fondamenta sarebbe stato utilizzato per:

le fondamenta di travertino della fascia esterna non superano il metro di larghezza quindi

(94*94*3,14)*57 volume del colosseo
-(93*93*3,14)*57 volume del colosseo ridotto di un 1 mt
=(1*1*3,14)*57 volume della cinta esterna di travertino sopra le fondamenta larga 1mt
+(1*1*3,14)*10 volume della cinta esterna di travertino sotto le fondamenta larga 1mt e sotto il suolo per 10mt

178,98 metri cubi, volume travertino cinta esterna sopra le fondamenta
31,4 metri cubi, volume del travertino sotto le fondamenta.

ora lo spazio delle fondamenta dell'enorme cilindro sarebbe stato utilizzato al 30% * 526628 =157988,4

di questi 157988,4
31,4 sarebbero in travertino
157956 sarebbero in mattoni

lavoro per fondamenta e fascia esterna in travertino:
(178,98+31,4)*2400kg/mcubo = 504912kg di lavoro in travertino
pesospecifico.altervista.org/site/peso-travertino/

lavoro per fondamenta di 10mt in mattoni sotto il livello del suolo
157956 * 1600kg/mcubo = 252729600 kg di lavoro in mattoni
pesospecifico.altervista.org/site/peso-muratura-di-matton...

C'e' da costruire gli spalti, tutti in mattoni.

Il volume del cilindro di raggio 94mt alto 57mt e' in realta' tutto vuoto sopra il livello del suolo, ci sono solo gli spalti che scendono in diagonale occupando solo un piccolo spazio.

[SM=g3061179] Quale sara' la percentuale del volume del colosseo (sopra il suolo) che e' occupata dagli spalti (escludendo il volume della fascia esterna di travertino, gia' conteggiata) ?

[SM=g2806961] Obbiettivamente io non lo so, non ho le misure, ma provasndo a dare i numeri, [SM=g1950693] non credo che il volume degli spalti occupi piu' del 10% del volume dell'intero cilindro di raggio di 94mt ed alto 58mt.

Quindi 0,1* (94*94*3,14)*58 = 160921metri cubi interamente in mattoni
Quindi 160921 * 1600kg/mcubo = 257473600 kg di mattoni

Ok abbiamo finito il colosseo [SM=g1950684] vediamo quanto lavoro c'e' con questa stima.

costruzione degli spalti sopra la superficie del suolo
257473600 kg di mattoni

costruzione delle fondamenta in mattoni 252729600 kg

costruzione della fascia esterna di travertino larga 1mt ed alta 58mt + 10mt di fondamenta di travertino larghi 1mt
504912kg di lavoro in travertino

747811760 kg di terra da estrarre per costruire un cilindro profondo 10mt e di raggio 94mt rappresentante le fondamenta.

se non ho sbagliato niente, [SM=g1950691] con errori di ribattitura, forse e' qualcosa vicino a TOTALE=1258519872kg
ossia 1'258'519 tons fatti in 8 anni cioe' 157314tons all'anno.

Quindi gli operai romani per costruire le piramidi di keope, kefrem e micerino (escludendo il tempio megalitico annesso e la sfinge) assemblate con mattoni e con una piccola parte di travertino, a naso ci avrebbero messo circa 5000000*2,5t/157314=79 anni.

Il che in questa stima un po' a pippero sui volumi degli spalti del colosseo, [SM=g6794] nonostante tutto mi pare ragionevole.

-I romani conoscevano l'acciaio,
-avevano delle gru,
-i mattoni erano cotti in fornaci ad alta temperatura e non cotti al sole con mattoni di fango.

Sopratutto l'opera ipotizzata PIRAMIDI ROMANE con mattoni romane, non sarebbe stata di blocchi calcare da 2,5tons l'uno e non avrebbe mai contenuti mega blocchi da 30, 60m 80 tons, [SM=g1420770] generando clusters di blocchi impossibili da muovere!!.

Tutti materiali presenti in Gizah sono materiali che i romani non hanno mai lavorato nelle dimensioni espresse dagli egizi. Il dato di 79 anni [SM=g2806961] e' allineato con le opere egizie in epoca mattonara cotti al sole che difatti si scioglievano come gelati al sole.


chip65C02
00domenica 29 giugno 2014 19:42
Per avere una piramide romana di mattoni con elementi in travertino di pari peso (ma non di pari volume e non di pari mole) rispetto a keope, kefrem, micerino, sarebbero occorsi 79 anni di lavoro con tecnologia romana. Non ci sarebbero stato calcare e granito e diorite, non ci sarebbe stato nessun blocco da 2,5 tons, non ci sarebbe stato nessun elemento da 9tons, 30 tons, 80tons.

Potenzialmente qualcosa che avrebbe potuto essere molto simile alle piramidi megalitiche mesoamericane.

[SM=g3784263] pari peso [SM=g2806961] non vuol dire pare mole o cubatura [SM=g8284]

Per avere una piramide romana di mattoni con elementi in travertino di pari volume e pari mole alle piramidi egizie di keope, kefrem, micerino

volume keope b*h/3 = 146,6mt * 230,36*230,36 *1/3=2593145metri cubi
it.wikipedia.org/wiki/Piramide_di_Cheope

volume kefrem= 143,5mt * 215,25*215,25 * 1/3=2216241metri cubi
it.wikipedia.org/wiki/Piramide_di_Chefren

volume micernino=65,5mt * 103,4*103,4 *1/3= 233432 metri cubi
it.wikipedia.org/wiki/Piramide_di_Micerino

totale metri cubi=5042818 * 1600kg/mc= 8068508800 kg = 8068508 tons
pesospecifico.altervista.org/site/peso-muratura-di-matton...

I mattoni cotti nei forni dei romani, non hanno lo stesso punto di rottura del granito, oppure del calcare, non e' possibile costruire con dei mattoni cotti al forno delle costruzioni troppo alte e troppo pesanti, altrimenti i mattoni si rompono facendo collassare la struttura Cmq con i ritmi di lavoro stimati nel Colosseo, e nonostante l'impossibilita' tecnica di costruire piramidi di pari volume che sarebbero collassate sotto il proprio peso, gli operai romani molto prima dei 51 avrebbero assistito all'implosione della struttura e quindi non avrebbero potuto costruire niente per quanto 8068508tons/157314tons=51 anni > 20

totale metri cubi=5042818 * 2400kg/mc= 12102763200 kg = 12102763 tons
pesospecifico.altervista.org/site/peso-travertino/
Il travertino e' un calcare [SM=g2806961] forse reggerebbe il peso, e potrebbe essere usato al pari del calcare di Gizah, [SM=g8356] gli operai romani ci avrebbero impiegato
12102763 tons / 157314tons= 76 anni > 20

quello che mi pare rilevante sottolineare da queste ipotetiche simulazioni e comparazioni e' che:

[x] tutti i dati stimati (sul volume di lavoro del colosseo, il quale non e' detto che sia corretto) hanno valori > 20

[x] inoltre si riferiscono a tecniche costruttive romane in cui era noto l'acciaio, nonche' c'erano gru, carrucole, catene, scalpelli ecc...

[x] ci si riferisce all'uso di mattoni oppure di piccoli blocchi di travertino con dimensioni "romane" ossia molto piu' piccole dei blocchi da 2,5tons medi egizi oppure dei non rari mastodontici blocchi di 70tons che si trovano a Gizah.

[x] I romani MAI hanno lavorato blocchi megalitici di pietra delle dimensioni egizie da 70tons!

[x] I romani MAI si sono avventurati nella lavorazione della diorite! e nonostante avessero l'acciaio.

[x] Raramente i romani si sono avventurati nella lavorazione del granito e nonostante avessero l'acciaio.

[x] piramidi di mattoni del volume di quelle di Gizah non se ne potrebbero costruire, usando solo i piccoli mattoni cotti nei forni.


Piu' si confronta Gizah con altre costruzioni passate e moderne e piu' si capisce che la datazione delle 3 piramidi all'interno della IV dinastia e' totalmente errata!


_Seven
00lunedì 30 giugno 2014 10:23
Vi metto questo documento sulla lavorazione del granito, basalto e marmo nell'antichita.

Dovremmo chiederci se sia giunto il momento di prestare più attenzione al nostro passato per cercare di comprendere appieno tutte quelle “arti di costruzione” adottate dai popoli antichi. Templi, abbazie, chiese, castelli, monumenti: tutte costruzioni che dopo 5, 10, 20 millenni sono ancora sotto i nostri occhi e ci guardano dall’alto dei secoli.
Alla luce degli ultimi avvenimenti, soprattutto dopo i disastrosi eventi sismici degli ultimi anni, pare che tutto ciò che scaturisce dalla moderna tecnologia altro non sia che un mondo di carta, che al primo soffio di vento o al primo tremolio, cade rovinosamente a terra senza lasciare traccia di sé.

Di fatto sembra siano state dimenticate tutte le nozioni di base per costruire un qualche cosa di solido e duraturo nel tempo.
Eppure abbiamo moltissimi esempi intorno a noi, lasciti di antichi popoli, che come fieri giganti di pietra ancora si ergono al di sopra delle nostre teste.
Come cita l’ormai famosa Wikipedia, la costruzione edilizia è rappresentata dall’assemblaggio di materiali diversi, che dalla loro unione generano un nuovo oggetto, che va a realizzare unito ad altri l’ambiente costruito.

Un tempo venivano adoperati blocchi di pietra di vari tipi e provenienze: granito, basalto, marmo, che hanno garantito lunga durata e stabilità, alle costruzioni, pur considerando che la loro lavorazione ha comportato un maggior dispendio di energie e mezzi. “Pietre” che hanno suscitato molti quesiti, ancora non del tutto risolti, circa il loro taglio, la loro lavorazione, il trasporto e la messa in opera con quella perfezione che affascina tuttora il mondo intero.
Sono giunti a noi molti esempi di “pietre problematiche”, le quali generano ipotesi, ma non certezze riguardo la tecnica utilizzata per ottenerle.



Tra questi sicuramente “Il Tempio delle tre Finestre” a Machu Picchu, situato in una magnifica posizione panoramica sulla catena montuosa, con tre aperture trapezoidali sul lato orientale in blocchi di andesite bianca, di esecuzione molto ricercata. Questo tempio è costruito soprattutto con blocchi molto grandi, e una delle pareti appare caratterizzata da una pietra che presenta addirittura 32 angoli nelle superfici visibili: un lavoro di estrema difficoltà.
Anche nel “Tempio della Sfinge” si può osservare una pietra curva ad angolo, anche se in modo meno netto.

Nel 1979 lo scienziato e chimico francese Joseph Davidovits ha proposto al "secondo congresso internazionale di egittologia", organizzato dal CNRS a Grenoble, una controversa ma innovativa ipotesi sulla costruzione delle piramidi basata sull'idea che gli antichi egizi fossero in grado di sintetizzare dei geopolimeri utilizzando calcare, calcio, natron e argilla gettati all'interno di casserature costruite man mano sulla piramide. La teoria, la cui validità ancora oggi è oggetto di dibattito, ha il pregio di spiegare aspetti lasciati irrisolti da altre teorie precedenti (ad esempio come fosse possibile ottenere in cava blocchi dal peso di svariate tonnellate e perfettamente combacianti quando messi in opera, o come fosse possibile nutrire la manodopera, che secondo Davidovits sarebbe stata di 1500 unità anziché numeri molto più grandi secondo le precedenti teorie).



La “leggenda” narra che in uno dei suoi viaggi in Egitto, Davidovits, esaminando i blocchi di pietra della Grande Piramide, trovò un capello. Da q ui dedusse che non poteva trattarsi di una pietra naturale, bensì del prodotto di una lavorazione simile al calcestruzzo. A sostenere questa sua ipotesi fu anche la decifrazione di una stele rinvenuta nel 1889 nell’isola di Sehel vicino l’isola Elefantina, a nord di Assuan, venne rinvenuta da C.E. Wilbour una incisione su di una stele di roccia. Successivamente, il minuzioso lavoro di traduzione compiuto da Brugsch (1891), Pleyte (1891), Morgan (1894), Sethe (1901) e Barguet (1953) ha permesso di riportare alla luce forse uno dei più intriganti manufatti dell’antichità. Questa stele è oggi conosciuta con il nome di “Stele della Carestia” e sembrerebbe custodire al suo interno un importantissimo segreto, che potrebbe rivoluzionare le conoscenze sull’antica tecnologia egizia. Il testo venne studiato ed esaminato per diversi decenni conducendo gli studiosi a proporre differenti traduzioni, e quindi interpretazioni, per i suoi contenuti.


Ciò che incuriosì maggiormente alcuni egittologi si trova nella terza parte della stele, la parte che, concordemente in tutte le traduzioni, tratta della costruzione di edifici e monumenti. In questa parte della stele vengono chiamate in causa tre delle più importanti figure che caratterizzarono l’antico Egitto, il faraone Zoser (costruttore dell’omonima piramide), l’architetto Imhotep (custode dell’antica sapienza egiziana) e il dio Khnum. L’aspetto più controverso di questo reperto risiede proprio in questi passi che secondo alcuni egittologi potrebbero introdurre nuovi concetti tecnologici mai rinvenuti prima nella storiografia egiziana.


Uno degli aspetti più controversi, ed attualmente dibattuti, che possiamo evincere dal testo risiede nella totale mancanza di riferimenti a materiali per la costruzione comunemente utilizzati nell’antico Egitto. Le istruzioni date ad Imhotep dal dio Knuhm per la costruzione di templi ed edifici infatti non menzionano neanche una volta l’utilizzo di blocchi di granito, sabbia o fango. L’iscrizione ci presenta inoltre un sogno (colonna 19) che Zoser ebbe grazie all’intervento del dio, in cui al posto delle pietre, per la costruzione vengono dati riferimenti precisi per l’utilizzo di “minerali (1) per la costruzione in loco di pietre”.

“Dai tempi antichi nessuno li ha più utilizzati per costruire i templi degli dei…”, così il dio Knuhm si riferisce al giovane faraone dandogli inoltre riferimenti quantomeno curiosi per la costruzione di edifici e della propria sepoltura. Nel sogno, Zoser riceve infatti una lista di minerali che molte traduzioni non avevano precedentemente interpretato dal geroglifico per la grande difficoltà nell’identificarle. Secondo ricercatori come Joseph Davidovits risiederebbe proprio in questi passi la chiave fondamentale per poter acquisire una nuova conoscenza delle tecniche di costruzione anticamente utilizzate in Egitto. Grazie al fondamentale aiuto di un team di ricercatori, traduttore ed egittologo Davidovits ha iniziato a studiare gli antichi termini geroglifici contenuti nel testo ottenendo dei “riferimenti chiave” (sic) che con estrema difficoltà hanno permesso di ottenere un testo coerente e soprattutto “funzionale”.



La nuova interpretazione della Stele della Carestia effettuata da Davidovits ha cercato di spiegare come il faraone Zoser, che costruì la prima piramide conosciuta dell’Egitto nel 2.750 a.C., fosse stato “istruito” per la “costruzione di pietre” (ARI-KAT, in egiziano) attraverso un procedimento che oggi potremmo definire di tipo chimico. Quando risultati di queste ricerche furono disponibili al grande pubblico di studiosi e di appassionati, si ebbe modo di assistere ad una vera e propria rivolta del mondo accademico nei confronti di un ricercatore che non era un né egittologo né uno studioso del settore ma “semplicemente” un chimico con una specializzazione in geopolimeri.

Davidovits, dal canto suo, suggerì attraverso studi di alto valore scientifico la possibilità che le pietre di granito con cui furono costruite le piramidi non fossero state, nella loro totalità, estratte dalle cave di Assuan (distanti centinaia di chilometri), ma fossero per la maggior parte state “ri-costruite” in loco attraverso una tecnica particolare da lui ri-scoperta all’interno della Stele della Carestia. Se realmente le piramidi furono costruite con questo ingegnoso sistema, sarebbero stati utilizzati meno uomini di quanti se ne fossero ipotizzati prima, e dati a riscontro di tale ipotesi vengono oggi forniti dal responsabile per la piana di Giza il Prof. Zahi Hawass, con le scoperte effettuate negli ultimi anni nel “Villaggio dei Costruttori”.
Alcune colonne della stele contenenti termini forse interpretabili al di là delle traduzioni convenzionali.

La domanda che da sempre gli studiosi e gli appassionati dell’antico Egitto si sono posti è come abbiamo potuto migliaia di uomini erigere delle strutture che ancora oggi sembrano sfidare qualsiasi tecnologia. La domanda si ripresenta se pensiamo che recenti esperimenti compiuti in Giappone e ancora in Egitto ci hanno dimostrato l’attuale impossibilità di poter ricostruire tali monumenti se non utilizzando tecnologie appena oggi ipotizzate o progettate. È da ridimensionare inoltre il mito dell’utilizzo di una quantità di uomini illimitata per la costruzione delle piramidi. Le scoperte effettuate dal Prof. Hawass dimostrano che i costruttori delle piramidi sarebbero stati all’incirca 30.000 e non 100.000 ed oltre come suggerito nel passato.


L’utilizzo di strumenti semplici (rame, pietre, legno, corde etc.) rende ancora più difficile immaginare come siano stati posizionati poco meno di 2.300.000 blocchi di granito, con un peso medio dalle 2 alle 15 tonnellate (ed in alcuni casi anche oltre).
Le investigazioni compiute da Davidovits in oltre due decenni di studi hanno fornito nuovi elementi che sembrerebbero proporre nuove ipotesi di lavoro, se non quantomeno spiegare, le possibili tecniche utilizzate per erigere questi colossali monumenti. Come studioso di geopolimeri la sua via preferenziale è stata quella di cercare di capire se i dati contenuti nella Stele della Carestia potessero essere validi per la messa a punto di un composto che potesse risultare simile al granito.

Può risultare difficile pensare che una tecnica così progredita e raffinata potesse essere utilizzata oltre tremila anni fa. Davidovits ha posto ai suoi detrattori però un’obiezione ricordando come forme altamente tecnologiche, e anacronistiche, siano state possedute e rinvenute in tante civiltà del nostro passato. Basti ricordare le ormai famose pile di Baghdad che costituiscono un vero e proprio anacronismo storico-archeologico, l’elettricità viene infatti scoperta verso la metà del XIX secolo ovvero circa quattromila anni dopo la costruzione di queste pile rudimentali.
La casta sacerdotale egiziana deteneva un potere pari forse a quello del faraone stesso, ma era soprattutto depositaria delle conoscenze scientifiche, oltre che religiose, del tempo. Questo ha fatto suggerire a diversi autori che antichi residuati di “civiltà precedenti” o il frutto stesso di scoperte effettuate prima della loro “scoperta” ufficiale potessero essere parte del patrimonio scientifico-religioso della casta sacerdotale egizia. Con tale spiegazioni forse potremmo comprendere meglio questa dicotomia tecnologia del nostro passato.

Denominata “Stele della Carestia”, questo blocco di pietra venne scolpito in epoca relativamente recente, durante le dinastie Tolemaiche (~200 a.C.), ma certi indizi indicano che possa essere in parte la ritrascrizione di documenti molto più remoti risalenti all’Antico Regno (2.750 a.C.). Incapaci di porre rimedio ad una vasta carestia che imperversava nel regno gli scribi tolemaici avrebbero ricercato responsi in antichi documenti trovando una risposta nella grande libreria di Ermopoli. Durante il regno del Re Zoser (2.500 anni prima) si era verificata una carestia simile la cui soluzione era stata data dal dio Khnum. Ciò portò probabilmente alla ritrascrizione di antichi documenti sulla Stele della Carestia.

Secondo l’egittologia ufficiale l’utilizzo di pietre prima del regno del faraone Zoser non era molto comune, i corpi dei grandi dignitari veniva inumati in sepolcri conosciuti con il nome di Mastabe. Con l’avvento di Zoser assistiamo però ad un vero e proprio sconvolgimento, non solo con la costruzione delle prime piramidi ma anche con l’edificazione di una quantità impressionante di templi e strutture civili.
Davidovits da tali assunti ha cercato di comprendere se le nozioni inserite all’intero della stele potessero essere alla base della costruzione geopolimerica (con il termine “geopolimerizzazione” si intende un processo chimico di aggregazione di minerali il cui risultato riproduce fedelmente e chimicamente una roccia partendo dai suoi costituenti base) delle rocce calcaree della piramide.
Dal punto di vista geochimico il 90% delle rocce presenti nella Grande Piramide è costituito da materiale di tipo calcareo mentre il restante 10% è costituito dal materiale “cementante” delle roccia.

Secondo Davidovits ci possiamo trovare davanti ad “ottime imitazioni di rocce” costruite con una tecnologia di non difficile reperibilità per gli antichi egiziani. Davidovits è riuscito a riprodurre fedelmente rocce calcaree partendo dai loro costituenti base. Osservando le proprietà disgreganti di acidi presenti anche presso le antiche dinastie egiziane Davidovits ha proposto un modello chimico che, anche se estremamente avversato, ha ottenuto ampio successo nel mondo della ricerca e della chimica. L’acido formico, l’acido ossalacetico, l’acido acetico, l’acido idrocloridrico sono in grado di “disciogliere” letteralmente una pietra fino a farla diventare una sostanza simile al fango.

Quasi come se sottoposta ad un rito magico, questa sostanza, se riarricchita con polvere di granito, insieme ad alcuni estratti vegetali, riassume, solidificandosi, l’aspetto e la composizione di un blocco di granito naturale (per una spiegazione dettagliata e completa del procedimento rimandiamo il lettore agli attenti ma specialistici “papers” inseriti dal Prof. Davidovits all’interno del suo sito Internet: www.geopolymer.org). Migliorando e collaudando questo procedimento Davidovits, nel corso degli anni, è riuscito a riprodurre fedelmente blocchi di granito anche di diverse tonnellate in tutto e per tutto uguali a quelli utilizzati per la costruzione delle piramidi o di templi egiziani.



Se questo metodo sembrerebbe, in prima analisi, poterci spiegare come le piramidi sarebbero state costruite, dobbiamo altresì essere molto attenti e rigorosi per quanto il passato ci ha preservato fino ad oggi. Sembra infatti fuori discussione che debba essere trovata una via “super partes” tra gli studi condotti dal Prof. Davidovits e quanto l’egittologia ufficiale ci presenta. La geopolimerizzazione ci permette di capire come le pietre potrebbero essere state “assemblate” negli strati alti della piramide, per esempio, ma le testimonianze e gli antichi documenti ci indicano senza ombra di dubbio come non oltre 30.000 uomini fossero gli artefici reali della Grande Piramide.
Forse le assunzioni di Davidovits sono state troppo totalitarie e generalizzate, non prendendo in considerazione alcuni dati sicuri che ci vengono dall’egittologia, ma riteniamo non si debba negare o avversare a priori questo nuovo approccio poiché sarebbe in grado di spiegare molte più anomalie di quante ne possiamo immaginare.

Uno scenario in cui al normale iter costruttivo si può affiancare questo sistema di costruzione ci permetterebbe di capire, e comprendere appieno, come questi monumenti siano stati eretti nella loro maestosità. Forse è oggi troppo semplice, con i progressi quasi giornalieri della scienza, teorizzare e connotare determinate scoperte nel passato, ma nulla vieta di ritenere, che come nel caso delle pile di Baghdad (che sicuramente ebbero un utilizzo limitato all’ambito sacerdotale) una forma particolare di costruzione magico-religiosa di pietre ex-novo possa aver costituito la base per la costruzione o l’ultimazione degli antichi monumenti lasciati dal popolo egiziano. Nulla lo vieta e non poche prove sembrerebbero dimostrarcelo.
La teoria di Davidovits è stata presa in seria considerazione dal prof. Hobbs del MIT di Boston che ha provato, con l' aiuto di alcuni collaboratori, a ricostruire una piramide secondo i dati in possesso dal chimico francese.

Concludendo, gli Egizi avrebbero usato questo calcestruzzo. In questo modo sarebbero stati ricavati i giganteschi blocchi di pietra calcarea e ciò spiegherebbe anche come potessero essere lavorati, lisciati e posti in file con estrema precisione senza neanche "un'esile sbavatura agli angoli".
A questo punto sorge spontanea una domanda: come mai questo “antico cemento” ancora resiste mentre quello da noi prodotto ha una vita così limitata ?
Senza andare così indietro nel tempo, possiamo notare che altre costruzioni/monumenti relativamente recenti sono ancora quasi totalmente integri.

Basti pensare al Colosseo per esempio o al Duomo di Milano o a San Pietro a Roma, ma anche a tutte quelle chiese/cattedrali gotiche sparse in tutta Europa che furono erette nel periodo compreso fra la metà del XII secolo e, in alcune aree europee, fino ai primi decenni del XVI secolo.



Siamo forse “regrediti” tecnologicamente parlando tanto da non riuscire a compiere simili imprese ? O forse è colpa delle tempistiche per la realizzazioni di quest’ultime, o per il materiale utilizzato particolarmente scadente ? O per il costo eccessivo ?

Nel caso delle cattedrali gotiche sicuramente per il costo eccessivo e per il fatto che alla fine il guadagno risulta essere irrisorio paragonato alla fatica nel realizzarle.
Costosissime ma anche avveniristiche: la novità più originale dell'architettura gotica è la scomparsa delle spesse masse murarie tipiche del romanico. Il peso della struttura non veniva più assorbito dalle pareti, ma distribuito su pilastri e una serie di strutture secondarie poste all'esterno degli edifici.
Le cattedrali sono altissime. Chartres possiede una navata di 100 metri e la volta si trova a 37 metri di altezza; quella di un palazzo di dodici piani. Centocinquantamila blocchi tenuti assieme da pietre poste ai vertici delle volte, chiamate "chiavi di volta". Una pietra di 250/300 chilogrammi, con un diametro di circa 120 centimetri che s'incastra con gli altri elementi della costruzione e scarica il peso sorretto dalla volta stessa sui pilastri laterali sostenendo l'intera costruzione.

La cattedrale di Amiens ha la volta a 42 metri, l'80% delle pareti sono formate da finestre con ampie vetrate e rosoni di vetro, comuni ad ogni cattedrale, capaci di catturare la luce in modo invidiabile. Altra caratteristica di tali costruzioni. Rosoni anche di mezza tonnellata, formati da vetro e metallo, in grado di resistere alla spinta del vento. Cattedrali che somigliano a foreste di pietra, con le loro massicce e alte colonne, raccolte in fasci, al cui interno si scarica tutto il peso della costruzione, tanto che i pilastri dove tale peso scende risuonano se percossi.

Per deviare tale peso, in basso sono state erette due navate laterali e un corridoio sopra di esse chiamato "matroneo", a sostegno della navata centrale, ammortizzando la spinta laterale. Una pressione neutralizzata anche dalle ali del transetto. A chiusura un'imponente ed elaborata facciata, provvista di ampi monumentali accessi che blocca il tutto.
Per frenare la spinta laterale, a causa dell'imponenza della cattedrale, si sono puntellate le mura all'esterno con enormi travi in muratura note come "archi di spinta". Archi che raccolgono le spinte laterali e le dirigono verso il basso e possono essere raddoppiati e allungati fino a quando non si deviano le forze e la pressione laterale verso terra.
A volte per timore di crolli si è provveduto a circondare la navata con "catene" di ferro, ossia lunghe e grosse sbarre del miglior metallo di Toledo; benché il ferro corra in tutte le cattedrali, da colonna a colonna e al loro interno nei punti in cui si congiungono, nelle vetrate e sui i tetti.

Nel procedere in tali costruzioni è stato risolto anche lo smaltimento delle acque piovane con una rete di canalette di scolo e grondaie che corrono ovunque fino alle bocche dei doccioni, trasformando anche gli archi di spinta in un acquedotto autopulente grazie alle loro curve.
( it.wikipedia.org/wiki/Tecniche_costruttive_dell%27architettur... )

Con tale sistema sono sorte in Europa ben 80 cattedrali in soli due secoli.
Se calcoliamo che solo pochi decenni prima, intorno all’anno 1000, nessun uomo nell’Europa Medievale avrebbe potuto costruire un edificio così impressionante. Si potrebbe essere indotti a pensare che i costruttori delle cattedrali gotiche traessero la propria conoscenza da un mondo da tempo dimenticato. Colpisce anche il fatto che la maggior parte degli architetti di questi edifici una volta considerati sacri siano rimasti invece sconosciuti. Da dove venivano questi geni, intagliatori di pietra, la cui conoscenza e il cui numero servivano giusto per erigere queste divine cattedrali di cotanta grandezza ? E dove sparirono ?

Senza contare l’altro enigma di queste costruzioni che ruota intorno alle misteriose sculture in pietra, ai motivi scultorei che potrebbero essere presi come modello per un film di fantascienza, alle forme architettoniche che si sviluppavano su base esagonale e ottagonale, ai labirinti, ai chiaroscuri e principi astronomici delle figure stellari seguiti nella costruzione, a sogni di culti sotterranei e sopraterreni, ecc.

Antiche e segrete tecniche di costruzione riportate dai templari dalla Terra Santa?

Nonostante gli edifici venissero eretti per la Chiesa cattolico romana, esistono molte incongruenze circa le innumerevoli sculture e il loro significato simbolico che esprimono magia, generano impressioni frutto di alchimie proprie addirittura dell’era precristiana.
E gli architetti di questi capolavori erano forse devoti a divinità diverse dal Dio della Chiesa cattolico romana ? Se così fosse, quelli erano queste divinità e quale il loro credo ?

I tagliatori o i committenti hanno lasciato tracce visibili di un credo diverso da quello della Chiesa di Roma negli edifici sacri cristiani ? Segreti custoditi dagli eredi di Hiram Abif ?
Sembra essere chiaro comunque che l’improvvisa costruzione di questi grandiosi edifici fu frutto di volontà. Fu voluta da persone che possedevano la conoscenza necessaria e che poterono avvalersi di scultori e architetti le cui conoscenze nei campi dell’astronomia, della matematica e dell’architettura superavano di gran lunga quelle tradizionali che si potevano trovare in Europa Occidentale.
Inoltre i committenti di queste costruzioni dovevano avere la disponibilità di grandi risorse economiche con le quali poterono pagare in maniera cospicua questi geniali architetti e scultori.

Forse non siamo più capaci di ricavare, lavorare, spostare, erigere e porre in opera pietre gigantesche come hanno fatto a suo tempo i nostri predecessori che, peraltro, usavano solo martelli di pietra, di rame, o di ferro.
Eppure questi monumenti sono ancora qui di fronte a noi.
Se alcuni di essi non sono giunti intatti è per causa dei frequenti conflitti bellici, perché depredati per costruire e ricostruire palazzi, regge e ville. Le piramidi ne sono l'esempio; la loro copertura di calcare non esiste più, è servita a suo tempo per ricostruire parte del Cairo.
Ricordiamo le proprietà del granito, del quarzo in esso contenuto, ben conosciute nell'antichità. Un materiale naturale, classificato come roccia sovrassatura, ossia con contenuti di quarzo compresi tra il 20 e il 60%, in grado di vibrare con il suolo assecondandone i movimenti, garantendo la compattezza e l'equilibrio delle costruzioni.
Gli obelischi di Karnak sono in grado di produrre vibrazioni; al Museo del Cairo l'obelisco di Hatshepsut, prima che venisse ancorato al suolo, produceva per molti secondi una risonanza, quando la guida lo percuoteva.
Stessa proprietà riscontrata nel sarcofago della Grande Piramide.

Questo perché il quarzo contenuto nel granito è capace di vibrare ed entrare in risonanza "per simpatia" permettendo agli egizi, secondo Christopher Dunn, ingegnere americano espertissimo in tecnologie avanzate delle lavorazioni meccaniche con la passione per l'Egitto, di forare la dura pietra con trapani diamantati a ultrasuoni.
La risonanza di un corpo o di una costruzione è determinata dalla sua dimensione, dalla massa, dalla simmetria, dai componenti del materiale che possono influire sulla vibrazione per simpatia. La risonanza acustica è il fenomeno di amplificazione delle onde sonore che caratterizza i risuonatori: tale amplificazione è indotta da un impulso esterno trasmesso al risuonatore attraverso vincoli meccanici oppure attraverso l'aria, ed è tanto maggiore quanto la frequenza dello stimolo è vicina alla frequenza di risonanza naturale del risuonatore.

La risonanza acustica è, di fatto, un caso particolare di risonanza meccanica, ed è un principio su cui si basa il funzionamento di quasi tutti gli strumenti musicali. Ogni sistema fisico che sia caratterizzato da frequenze proprie di oscillazione (si comporta cioè come un oscillatore armonico o come una sovrapposizione di più oscillatori armonici) può risuonare con una sorgente esterna. Dal punto di vista fisico l'onda sonora viene assorbita dal risuonatore: ad alcune frequenze caratteristiche (che dipendono dal tipo e dalla conformazione del risuonatore, cioè essenzialmente dalla sua massa, rigidità ed elasticità) l'energia non viene esaurita, ma si accumula ad ogni impulso, causando l'aumento di intensità sonora.
La risonanza acustica è un fenomeno sfruttato per praticare fori nel quarzo, utilizzando trapani ad ultrasuoni. Vi sono minerali che non rispondono perfettamente agli ultrasuoni e diventano difficili da lavorare.

La camera del Re della Grande Piramide è stata costruita basandosi sulle regole di Pitagora, che servono ad ottenere proporzioni armoniche in grado di produrre note musicali. Nel caso specifico sembra che le note musicali in questione siano il "Do" derivante dalla combinazione del "Re", "Sol" e "Mi".



I manufatti Egizi che presentano perforazioni tubolari sono infatti la più chiara, stupefacente e conclusiva prova finora esibita per identificare il livello di cultura e di tecnologia esistenti in quel periodo. Gli antichi costruttori di piramidi utilizzavano, per praticare dei fori, una tecnica nota come "trapanazione". Questa tecnica lascia all' interno del foro un nucleo centrale ed è un efficiente metodo di perforazione. Nel caso di fori che non dovevano attraversare tutto lo spessore del materiale, gli operai raggiungevano la profondità desiderata poi rompevano il nucleo togliendo lo da Questo metodo risulta evidente dai fori e dai nuclei gettati via dai muratori che avevano praticato la trapanazione. C’è da premettere ora che durante la “trapazione” la punta del trapano avanza nella roccia con un moto elicoidale (a spirale) somma di due moti.

Il primo un rotazione pura e l’altro un’ approfondimento nella roccia. A parità di trapano se voglio perforare due rocce di diversa composizione, osservando il foro posso notare che i solchi lasciati a forma di spirale sono diversi. Nel caso di roccia tenera l’avanzamento è maggiore; nel caso di roccia dura sia avanza con difficoltà.
Quindi ci si aspetta delle spirali più allungate per i materiali “morbidi” e più schiacciate per quelli “duri”. Considerando ora una sola pietra il solco a spirale cambierà al variare del trapano (più o meno potente e veloce) e della forza applicata sul trapano stesso. Quindi osservando la forma della spirale si possono dedurre velocità di rotazione forza applicata. Degli studiosi hanno analizzato questi fori ricavando risultati a dir poco stupefacenti: tali strumenti egizi hanno lasciato una scanalatura a forma di spirale del taglio che affonda di 25 millimetri nella circonferenza che è di 15 centimetri circa, ovvero con un rapporto di 1 a 60 con una velocità di penetrazione nel quarzo e nel feldspato che è assolutamente stupefacente. Si tratta di una velocità di avanzamento davvero incredibile per la perforazione di qualunque materiale, figurarsi per il granito.

Oggi, quando si perfora il granito (con le trivelle a punta di diamante che ruotano ad una velocità di 900 rotazioni al minuto), penetrano di 2,50 centimetri ogni 5 minuti. Ovvero di pochi millesimi di millimetro ad ogni rotazione. Ciò significa che gli antichi Egizi riuscivano a tagliare il loro granito con una velocità di avanzamento che era di 500 volte superiore alla nostra! Ma anche ammesso che avessero trapani a quelle velocità ad essi doveva essere applicata un forza di 2 tonnellate (un blocco di pietra calcarea).



Altri indizi che sono stati ricavati dallo studio dei vari solchi di lavorazione ci inducono a pensare che nessun metodo meccanico di trivellazione poteva lasciare quelle tracce. Infatti si nota un assottigliamento conico alle estremità sia del foro che del nucleo. Un solco simmetrico elicoidale che segue questi assottigliamenti e che dimostra come il trapano penetrasse nel granito con una velocità di avanzamento di circa 25 millimetri ad ogni rotazione del trapano. Lo sconcertante fatto sta che il solco a spirale si incide più profondamente nel quarzo piuttosto che nel più morbido feldspato. Nella lavorazione meccanica convenzionale dovrebbe accadere il contrario. Il granito è infatti costituito da una matrice di feldspato (più morbido) con annegati dei “pezzi” duri di quarzo.

Perchè allora il quarzo si è tagliato meglio del feldaspato?
Di che genere di materiale erano fatti i loro strumenti da taglio?

Nella lavorazione meccanica tradizionale l'utensile dovrebbe essere sufficientemente duro da tagliare uno dei più duri materiali esistenti e tuttavia abbastanza resistente da non rompersi sotto la pressione di 2 tonnellate.
E se non avessero usato mezzi meccanici? Ma il metodo ad ultrasuoni?
Quando Petrie studiò e catalogò i vari manufatti da lui recuperati il metodo ultrasonico non era ancora conosciuto.

L'applicazione di macchine ultrasoniche è il solo metodo che soddisfa completamente la logica di una tecnica e spiega tutti i noti fenomeni. L'oscillazione del movimento di uno strumento che scheggia il materiale molto più velocemente vibrando da 19.000 a 25.000 cicli per secondo (hertz) ha trovato applicazione nella macchine di precisione usate per formare fori nel materiale duro, quale acciai induriti, carburi, ceramica, semiconduttori. I residui abrasivi e la colla sono usati per accelerare l'azione del taglio. Anche l’antico popolo per accelerare l' azione di taglio utilizzava probabilmente un impasto abrasivo (tra l’altro di materiale abrasivo ne avevano in quantità…. la sabbia del deserto).

Nella produzione di suoni ultrasonici sono impiegati i cristalli al quarzo responsabili della vibrazione nelle gamme ultrasoniche, perché il quarzo può essere indotto a vibrare ad alte frequenze e permette di praticare fori più velocemente.

La teoria di macchine ultrasoniche risolve la questione dove le altre teorie hanno fallito dal momento che molti manufatti provano, senza ombra di dubbio, che sono stati usati, dai costruttori delle piramidi, strumenti altamente avanzati e metodi specializzati.
Dunn è rimasto impressionato da manufatti trovati nel tempio Serapeum di Saqqara, che oggi, pur usando metodi di lavorazione moderni, necessitano di essere tracciati e controllati. Occorre infatti un interferometro al laser con superficie piana al controllo delle capacità, un calibro ultrasonico per controllare lo spessore, un piano ottico con fonte di luce monocromatica.

Scrive ancora Dunn: insieme a Eric Leither, della Tru Stone Corp., abbiamo esaminato i giganteschi contenitori di granito del tempio di Serapeum. Eric Leither afferma che nella sua azienda non possiede l'equipaggiamento o la capacità di produrre contenitori in quel modo. La sua compagnia può creare le scatole in cinque pezzi che potranno essere assemblate successivamente sul luogo d'arrivo. Molti dei manufatti che vengono prodotti adesso sarebbero impossibili da produrre usando il semplice lavoro manuale. La precisione di questi manufatti è indiscutibile.
Perché era necessaria questa precisione nella costruzione?
Dove sono adesso le macchine usate per la costruzione?

Più di 80 piramidi sono state scoperte e gli utensili serviti a costruirle e a costruire i vari manufatti rinvenuti all’interno di esse non sono mai stati trovati. I pochi strumenti di rame che sono stati scoperti non rappresentano ne il numero ne il genere di utensili che potrebbero essere stati usati da ogni lavoratore che ha lavorato alle piramidi.

Siamo arrivati ad una unica soluzione possibile logicamente ma impossibile.

Forse tutto ciò farà sorridere molti di voi ma credo che dovremmo farci un piccolo esame di coscienza cercando di riflettere sulle antiche tecniche di costruzione e riappropriarci dei loro “segreti” o quanto meno cercare di concepire agglomerati edilizi più longevi.
Forse sarebbe opportuno smettere di cercare il lucro giocando con la vita e l’esistenza altrui, ma si sa, il dio denaro è molto più potente di quanto si possa credere.


Fonti:
www.ilportaledelmistero.net/articolo0368.html
M.Gout – Il simbolismo delle cattedrali medievali – edizioni Arkeios
Christopher Dunn - Lost Technologies of Ancient Egypt: Advanced Engineering in the Temples of the Pharaohs – Edizioni Paperback
Christopher Dunn – Lost knowledge of the Ancients: a Graham Hancock Reader – Edizioni Paperback
chip65C02
00lunedì 30 giugno 2014 13:07


Davidovits, dal canto suo, suggerì attraverso studi di alto valore scientifico la possibilità che le pietre di granito con cui furono costruite le piramidi non fossero state, nella loro totalità, estratte dalle cave di Assuan (distanti centinaia di chilometri), ma fossero per la maggior parte state “ri-costruite” in loco attraverso una tecnica particolare da lui ri-scoperta all’interno della Stele della Carestia. Se realmente le piramidi furono costruite con questo ingegnoso sistema, sarebbero stati utilizzati meno uomini di quanti se ne fossero ipotizzati prima, e dati a riscontro di tale ipotesi vengono oggi forniti dal responsabile per la piana di Giza il Prof. Zahi Hawass, con le scoperte effettuate negli ultimi anni nel “Villaggio dei Costruttori”.


E' vero, ha ragione!!.
Io penso che la gran parte del calcare usato dagli egizi non sia vero calcare ma cemento egizio sintetizzato con il know how degli alieni. La percentuale di cemento alieno nella storia dell'architettura egizia e' andata gradualmente scemando (immaginarsi un ramo di iperbole per avere una vaga idea) finendo per usare il calcare gia' prodotto oppure estratto ex novo, sino a perdere l'uso del cemento.

La piramide a gradoni di Dioser e' IMHO strapiena di cemento egizio, e l'interno della piramide a gradoni penso sia farcito con materiali di riporto (sabbia, sassi piccoli) piuttosto che essere interamente composta da cemento egizio alias calcare.

La piramide a gradoni di Meidum costruita forse sopra una collina, e' IMHO strapiena di cemento egizio come un vaso rovesciato, pure quella IMHO e' strapiena all'interno di materiale da riporto (sassi piccoli, sabbia...) piuttosto che essere interamente composta da cemento egizio alias calcare.

La piramide romboidale pure quella prodotta con cemento egizio e' quella che imho e' la piu' farcita con materiali da riporto, al punto da collassare su se stessa, per cui gli egizi hanno dovuto cambiare l'angolazione e ridurre il materiale da riporto rispetto al cemento egizio.

La piramide rossa e' probabilmenete la migliore approssimazione a Gizah, con varie pietre, sospetto non abbia nessun riempimento di materiali da riporto, ma interamente composta da blocchi di calcare sintetici.

keope, kefrem, micerino (smontato e rimontato in 60 anni per apprendere le tecniche delle piramidi), sono di calcare (alias cemento degli alieni), granito e diorite. Costruite con il know how degli alieni e poca manodopera locale dei proto-egizi che hanno aiutato a costruire il fermatempo alieno.

Poscia l'uso del cemento degli alieni si e' ridotto nel tempo, gli egiziani rimaneggioni hanno riusato le pietre che erano gia' disponibili nell'oceano di monumenti che avevano attorno, finendo per smontare e rimontare le pietre per altre opere, eventualmente integrando il materiale da costruzione con vero granito e vera diorite e vero calcare (estratto in loco, ma non piu' sintetizzato dalla ricetta del cemento degli alieni). Poi gli egizi si sono rotti le balle di lavorare per le piramidi (che erano opere pubbliche sterili) per cui i sacerdoti hanno cavato fuori lampade di dendera ed aeratori di dendera per avviare la fase delle tombe modello garage e mega-parcheggio nella valle dei re. Tali opere sublimavano il concetto di piramide, essendo la montagna gia' pronta e non da assemblare. Poi l'hardware terrestre di dendera si e' scassato, nessuno lo sapeva riparare, la roba e' stata riciclata e quindi gli egizi sono tornati a costruire le piramidi di mattoni di fango e robetta, talche' si spiega perche' le ultime piramidi egizie si sciolgono come gelati al sole.

Ecco cosa penso io, e cosa se ne ricava introducendo il concetto storico di paleocontatto alieno tra il 6000ac-4100ac, tutta la storia egizia diventa trasparente.



La nuova interpretazione della Stele della Carestia effettuata da Davidovits ha cercato di spiegare come il faraone Zoser, che costruì la prima piramide conosciuta dell’Egitto nel 2.750 a.C., fosse stato “istruito” per la “costruzione di pietre” (ARI-KAT, in egiziano) attraverso un procedimento che oggi potremmo definire di tipo chimico. Quando risultati di queste ricerche furono disponibili al grande pubblico di studiosi e di appassionati, si ebbe modo di assistere ad una vera e propria rivolta del mondo accademico nei confronti di un ricercatore che non era un né egittologo né uno studioso del settore ma “semplicemente” un chimico con una specializzazione in geopolimeri.


La comunita' degli archeologi e' IMHO composta da gente ottusa e stupida, che non conosce il pensiero scientifico e sono paragonabili in tutto e per tutto IMHO agli stupidi idioti epiciclici che Galileo derise nel suo primo libro sulla tesi copernicana.

Riguardo ai trapani ultrasonici degli alieni... [SM=g3061179] non lo so [SM=g6794] non mi pronuncio. Perche' nelle moltissime carote estratte dai buchi e nei buchi stessi, ci sono segni visibili circolari di materiali piu' duri del granito che hanno lavorato.
Ale-95
00domenica 13 luglio 2014 16:20
Chip, conosci qualche buon libro sulle piramidi? Non necessariamente uno che analizza le piramidi e costruzione, ma che tratti di paleastronautica esclusivamente nell'antico egitto.
chip65C02
00domenica 13 luglio 2014 16:28
Re:
Ale-95, 13/07/2014 16:20:

Chip, conosci qualche buon libro sulle piramidi? Non necessariamente uno che analizza le piramidi e costruzione, ma che tratti di paleastronautica esclusivamente nell'antico egitto.



A parte "Discontinuita' (architettonica egizia) di III specie in H1" [SM=g6794] non conosco altri libri di paleoufologia. Sitchin e Von Daniken gli ho fruiti e debunkerati, solo in sintesi.

Sulle piramidi, maya, incas, fine del neolitico ti posso segnalare un vecchio libro che pero' a)non considera mai l'ipotesi paleoufologica b)glissa completamente sul come furono costruite le piramidi.


Ale-95
00domenica 13 luglio 2014 16:46
In realtà avevo intenzione di ordinare La grande Piramide e lo Zed di Mario Pincherle.
Ale-95
00domenica 13 luglio 2014 16:55
Come non detto, ordinerò Impronte degli Dei di Hancock, un bel mattone XD
Ale-95
00lunedì 4 agosto 2014 16:27
Sto leggendo Custode della Genesi. Bellissimo e illuminante libro. Ho trovato dei dati davvero interessanti, che posterò appena posso.
kinaido
00sabato 24 gennaio 2015 13:07
Io sono sempre stato scettico sull'argomento, ma vedendo questa rielaborazione computerizzata dell'aspetto di Tutankhamon, mi viene da chiedermi: siamo davvero sicuri che gli alieni non c'entrano nulla con gli egizi e le piramidi? [SM=g1950690] [SM=g1420771]

[IMG]http://oi61.tinypic.com/317drah.jpg[/IMG]

Questo si che è inumano [SM=g1420771]
_Thomas88_
00sabato 24 gennaio 2015 17:22
Re:
kinaido, 24/01/2015 13:07:

Io sono sempre stato scettico sull'argomento, ma vedendo questa rielaborazione computerizzata dell'aspetto di Tutankhamon, mi viene da chiedermi: siamo davvero sicuri che gli alieni non c'entrano nulla con gli egizi e le piramidi? [SM=g1950690] [SM=g1420771]

Questo si che è inumano [SM=g1420771]




Perchè diavolo era messo così male [SM=g3061179]

Porca vacca, è tutto storto.
Qualcuno sa la causa dei suoi problemi [SM=g3061179]

Non voglio andare Off Topic, ma oramai mi sono incuriosito.
Delta.Force
00sabato 24 gennaio 2015 19:05
Re: Re:
_Thomas88_, 24/01/2015 17:22:




Perchè diavolo era messo così male [SM=g3061179]

Porca vacca, è tutto storto.
Qualcuno sa la causa dei suoi problemi [SM=g3061179]

Non voglio andare Off Topic, ma oramai mi sono incuriosito.



Perché figlio di genitori incestuosi, a loro volta figli di genitori incestuosi ecc. ecc. Nelle famiglie reali egizie si cercava di mantenere intatta la " purezza" del sangue tramite matrimoni tra consanguinei, nella fattispecie tra fratello e sorella. E alla fine questi sono i risultati.

kinaido
00sabato 24 gennaio 2015 19:30
@Thomas88
@Delta.Force


Esatto, è per quello che dice Delta.Force [SM=g8320]

Qui spiega abbastanza bene
scienze.fanpage.it/ecco-quale-fu-il-volto-di-tutankhamon/
Quasar9621
00domenica 25 gennaio 2015 00:18
I cosiddetti Egittologi tradizionali possono sbattere la testa dove vogliono [SM=g2201336] tanto i conti non tornano [SM=x2976642]
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