La Bibbia era politeista: Dio e gli dèi - JHWH - Elohim

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Ale-95
00domenica 22 dicembre 2013 23:14
Dio e gli dèi - JHWH - Elohim
Due manipolazioni brevemente argomentate


La Bibbia è stata politeista sino al V secolo a.C. con Jahvè il sommo degli dèi.

Jahvè è il nome personale di Dio, analogo a Pasquale o Michele. In ebraico il nome individuale di Dio
è l'incrocio di quattro consonanti (JHWH tetragramma) e vocalizzato in Jahvè, Jahweh o Yahweh.

La conferma che Dio possiede un nome è nel Salmo 83,19: Sappiamo che tu hai nome «Jahweh»...
Ma ancor più esplicito è il Salmo 8,2: O Jahweh, nostro Signore, quanto è glorioso il tuo Nome...
[I Salmi, G. Ravasi, Rizzoli 1986]. Nel primo Comandamento c'è l'autopresentazione personale di Dio "Io sono YHWH, tuo Dio" modificato nelle traduzioni "Io sono il Signore, tuo Dio".
Nella Bibbia ebraica il nome Jahvè è presente più di cinquemila volte, mentre nella Bibbia CEI non compare mai. In verità, il tetragramma JHWH è assente anche nelle precedenti Bibbie cattoliche e non c'è neppure nei manoscritti del Nuovo Testamento. Per quale motivo?

PARTIAMO DAL DIFETTO CONGENITO
Un Dio trascendentale, ma con un nome e una personalità individuale, contraddice
il principio di Assoluto. In verità, l'impronta umana di Jahvè è presente in tante sue manifestazioni: ira, vendetta, gelosia... e nelle sacre Scritture c'è persino la simbologia del suo organismo.
In sostanza, la stessa critica antropica rivolta agli dèi ellenici la ritroviamo nella biografia biblica di Jahvé. Motivo per cui, l'abrogazione del nome personale di Dio
[- JHWH] era un atto "teologicamente dovuto" per decontestualizzare il Soprannaturale. Come eliminare, allora, tale errore commesso proprio da Dio?
Dio: le caratteristiche umane del soprannaturale

LE DUE FORME ABROGATIVE
C'è stato un disegno comune tra gli esegeti della Bibbia ebraica e cristiana nel rimuovere il nome individuale di Dio.

L'artifizio ebraico: 4 lettere ineffabili
Le quattro consonanti [→ JHWH] non si potevano depennare dal testo biblico perché erano impresse nella tradizione. E così fu ideata la soppressione orale: il nome di Dio non va letto, né menzionato. C'è ma non si legge! E chi trascriveva la Bibbia ebraica, prima di comporre il nome di Dio [], doveva fare un'abluzione con l'acqua: un rituale per purificarsi [Esodo 30,20].

L'artifizio cristiano: il nome surrogato
Le Bibbie cristiane, senza farsi troppi scrupoli, hanno soppresso il nome individuale
di Dio sostituendolo con il generico "Signore" o "Dio". Come se Pasquale o Michele li chiamassimo "uomo".

QUANDO È AVVENUTO IL CAMBIAMENTO NELLA BIBBIA CRISTIANA?
Gli ebrei ellenizzati di Alessandria d'Egitto, quando tradussero la Bibbia in greco [La versione dei LXX], furono influenzati dai filosofi greci che avevano intrapreso una severa critica alle pseudo-divinità dell'Olimpo (Zeus, Venere...). E dalla critica agli dèi ellenici si passò alla critica del nome Jahvè sostituendolo con "Signore", "Dio" o "Altissimo". Questo cambiamento fu poi travasato nella Vulgata e successivamente nelle versioni in italiano, nonostante l'hebraica veritas.
La formazione religiosa di Cristo e degli Apostoli avvenne sulla Bibbia dei LXX. Tant'è vero che la maggior parte delle citazioni dell'Antico Testamento riprese dal Nuovo Testamento provengono dalla traduzione della Septuaginta: su 350 rimandi, 310 citazioni dalla LXX e 40 dal testo ebraico. Ragion per cui, Cristo e gli Apostoli si sono formati quando era già stato soppresso il nome di Dio. Ed ecco perché anche nel Nuovo Testamento non c'è scritto Jahvè. Non è azzardato ipotizzare che i fondatori del cristianesimo ignoravano il nome personale di Dio. Se invece lo conoscevano anch'essi l'hanno abrogato.

Gli dèi nella Bibbia

Nella Bibbia sono presenti vari personaggi divini e creanti, tra cui gli Elohim e Jahvè.

Elohim [] indica tutti gli dèi, sia maschili che femminili. È il plurale della parola "divinità".

Jahvè [] è il nome personale di un dio maschio, il personaggio principale della Bibbia.

Gli Elohim compaiono sin dalla prima frase della Bibbia [Gen 1,1]. È il terzo vocabolo in assoluto!

Jahvè compare dal secondo capitolo della Genesi [Gen 2,4].

Nella Bibbia viene prima la creazione degli dèi e poi quella di Jahvè

Compaiono prima gli dèi perché essi hanno plasmato i corpi inanimati [la terra, il Sole...] e solo successivamente il dio Jahvè che ha forgiato gli esseri viventi. Jahvè prende il sopravvento sugli altri dèi perché ha compiuto l'opera più importante: noi. Più esattamente, il maschio a sua immagine e somiglianza.

La prima frase della Bibbia ebraica [Genesi 1,1] Gli «dèi» nella terza parola


Testo ebraico, da destra a sinistra. La 3ª parola è Elohim = gli dèi

In primo luogo, vediamo la traduzione più fedele: «In principio gli dèi fecero il cielo e la terra».
Osserviamo, ora, cosa dice la nota della Bibbia Vulgata/Martini sulla parola "dèi".
Questa voce [Dio] è nel numero plurale, onde letteralmente si tradurrebbe: A principio gli dii crearono.
Ciò «parve argomento... delle pluralità delle persone che è in Dio».
C'è un'evidente forzatura per giustificare il plurale dii [gli dèi] con la Triade, nonostante Jahvé non ha mai avuto un figlio in tutto il periodo dell'Antico Testamento. Ma soprattutto c'è la conferma che tutte
le Bibbie ufficiali traducono in modo menzognero la prima frase della Bibbia.

Gli dèi nella nota nella Bibbia Martini



"Fecero" nella Vetus latina e nella Vulgata.



La soppressione degli «dèi»
Le stesse parole che hanno sostituito il nome personale di Dio [da Jahvè a Dio o Signore] sono state utilizzate dalle Bibbie cattoliche per cambiare «gli dèi»: da Elohim → a Dio o Signore.
Con questa manipolazione - dal plurale al singolare - è stato eclissato il conflitto tra politeismo e monoteismo biblico. Tuttavia, nonostante le centinaia di soppressioni, nella Bibbia sono ancora presenti alcuni brani con «gli dèi» lì dove gli Elohim sono una correlazione e non il soggetto.

La doppia matrice biblica

La concezione politeistica/elohista nacque nel regno settentrionale di Israele dall'influenza Babilonese, mentre quella monoteista/jahvista successivamente nel regno meridionale di Giuda dalla casta sacerdotale.

Nel libro della Genesi si intersecano le due concezioni e i due testi; sono ancora presenti le due matrici con significative differenze sulla creazione e sulla vita nel Paradiso.

Nei brani politeisti, in Paradiso si potevano consumare tutti i frutti (mela compresa), tranne quelli senza semi [Gen 1,29] poiché il seme è il simbolo del maschio. Inoltre Adamo ed Eva furono creati nello stesso momento [Gen 1,27].

Invece, nei brani monoteisti la mela del sapere non doveva essere mangiata per introdurre la cacciata dal paradiso e l'ipoteca del peccato originale [Gen 3,3]. Inoltre, Eva fu creata dopo l'uomo e dopo gli animali [Gen 2,20].

Il Nuovo Testamento ha scelto in tutto e per tutto la seconda matrice «Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva» [1-Tm 2,13].

La monolatria biblica
Jahvè è un membro della numerosa famiglia divina. Egli non nega l'esistenza dei colleghi dèi: pretende
la superiorità, ma sa di non avere l'esclusività. Tuttavia, il duello per la supremazia è stato lungo e travagliato: il dio Baal è stato il principale antagonista di Jahvè, tanto da essere menzionato decine e decine di volte nella Bibbia [da Giudici 2,13 sino alla Lettera ai Romani 11,4]. Il dio Baal intercede nella domanda materialista (pioggia e fertilità), mentre Jahvè riveste una funzione più finalistica.
In realtà, le due divinità rappresentano le due facce della domanda religiosa.

Il culto esclusivo del monoteismo si è affermato col trionfo di Jahvè solo dopo l’esilio babilonese (con Esdra, dal 539 a.C.). Di conseguenza, la Bibbia è stata politeista sino al V secolo avanti Cristo.
Perfino nel "puro monoteismo" di Allah ci sono residui di politeismo. E siamo nel 610 dopo Cristo.

Quando l'esegesi cattolica asserisce che la Bibbia è sempre stata monoteista, dichiara il falso! E così gli Ebrei, quando si proclamano il "popolo monoteista per eccellenza", mentono dimenticandosi il trascorso di Jahvè. Tra l'altro, è più corretto parlare di «Jahvismo» piuttosto che di «monoteismo».

Il politeismo cristiano
Con l'avvento del Cristianesimo si è passati a un politeismo triadico che l’esegesi ha truccato in "intrinseca unità". In realtà è sufficiente leggere i brani pertinenti per appurare che si tratta di una Trinità gerarchica e non consustanziale [tabella Trinità].
Per di più, la parola «trinità» o «trino» non esiste in tutta la Bibbia, anzi «il Signore è uno solo» Bibbia CEI, «è un Dio solo» Bibbia Martini, «Dominus unus est» Vulgata in Deuteronomio 6,4.

In ogni caso, c'è una circostanza che fa piazza pulita della Trinità. Nel libro Sapienza - l'ultimo dell'Antico Testamento ma scritto dopo la morte di Cristo - Dio è sempre nominato al singolare: tu. «Non v'è infatti altro Dio fuori di Te» [Sap 12,13 - Bibbia Ed. Paoline 1969]. L'ultimo testo biblico ispirato da Jahvè, oltre a disconoscere la Resurrezione, sconfessa il dogma della Trinità. Anche su questo argomento nessun biblista ne parla.

http://www.utopia.it/manipolazione8.htm#8ii67
Ale-95
00domenica 22 dicembre 2013 23:49
Jefte, comandante delle forze israelite, sta combattendo con Ammoniti, Moabiti, e nella controversia con il re di Ammon dice

Giudici 11:24-26

Non possiedi tu quello che Kemosh, tuo elohim, ti ha fatto possedere? Così anche noi possediamo tutto ciò che Yahweh, elohim nostro, ha dato in possesso a noi.
Ale-95
00lunedì 23 dicembre 2013 22:54
Consulenze Ebraiche non è riuscita a dare una spiegazione al passaggio qui sopra riportato, preferendo lo scherno e risposte comiche al limite della decenza...

consulenzaebraica.forumfree.it/?t=67379458

Molto interessante, del resto comprendo che sia difficile accettare che nella Bibbia ci siano evidenti richiami politeisti.

Shalom
Ale-95
00martedì 24 dicembre 2013 02:18
C'è un passaggio che fa giustamente notare Mauro Biglino. Cita
il passaggio Deuteronomio 32:7-8, ovvero

Quando l’Altissimo diede alle nazioni la loro eredità,
quando separò i figliuoli degli uomini, egli fissò i confini dei popoli, tenendo conto del
numero de’ figliuoli d’Israele.Poiché la parte dell’Eterno e il suo popolo, Giacobbe è
la porzione della sua eredità.

Per parafrasare Biglino

In questo passaggio si afferma che un soggetto che ha un potere di defnire i confini fa
poi delle divisioni, e all'interno di queste divisioni sceglie Israele, nessun'altro.
I masoreti hanno scritto "secondo il numero dei figli d'Israele". Nei testi più antichi non
c'è scritto questo. in tutti i codici più antichi vi era scritto: "secondo il numero dei
malachim". I malachim erano la gerarchia inferiore degli elohim.

Quindi in questa divisione qui, Yahweh ha avuto in affidamento il territorio d'Israele, per comando dei suoi capi, mentre
altri elohim il controllo di altri territori. Siccome a Yahweh il compito e il territorio misero che gli era stato assegnato
non gli piaceva, decise di organizzare delle guerre di conquista e colonizzazione contro i suoi stessi colleghi.

Questa è un ragionamento che fila.

Se ci basiamo invece su quello che vuole farci credere la teologia, dovremmo utilizzare una
logica del tutto differente. Dio, il Creatore, divide i popoli, e poi fondamentalmente
decide di non occuparsi di nessuno, se non diventare il Dio di un solo gruppo di popolazione. La cosa ancor più
illogica poi, sta nel fatto che la Bibbia non è altro che la storia di Yahweh che con il popolo d'Israele va alla conquista
militare, violenta, barbara, sanguinosa di quei territori e di quei popoli che lui stesso si era
precedentemente assegnato. Ricapitolando: Dio assegna i vari confini ai vari popoli, e in quanto Dio decide poi di fregarsene di
tutti, preferendo stare solo con il popolo d'Israele e con esso andare ad ammazzare e conquistare il territorio che lo stesso
Dio ha precedentemente assegnato a quei popoli che lui stesso aveva confinato in quei territori che verrano poi conquistati.

Un ragionamento contorto.

Altro passaggio interessante

Giosuè 24-2 in poi

Giosuè disse a tutto il popolo: «Dice il Signore, Dio d'Israele: I vostri padri, come Terach padre di Abramo e padre di
Nacor, abitarono dai tempi antichi oltre il fiume e servirono altri dèi. 3 Io presi il padre vostro Abramo da oltre
il fiume e gli feci percorrere tutto il paese di Canaan; moltiplicai la sua discendenza e gli diedi Isacco.

Poco più avanti si legge

Temete dunque il Signore e servitelo con integrità e fedeltà; eliminate gli dèi che i vostri padri servirono oltre il fiume e in Egitto e servite il Signore. 15 Se vi dispiace di servire il Signore, scegliete oggi chi volete servire: se gli dèi che i vostri padri servirono oltre il fiume oppure gli dèi degli Amorrei, nel paese dei quali abitate. Quanto a me e alla mia casa, vogliamo servire il Signore».
16 Allora il popolo rispose e disse: «Lungi da noi l'abbandonare il Signore per servire altri dèi! 17 Poiché il Signore nostro Dio ha fatto uscire noi e i padri nostri dal paese d'Egitto, dalla condizione servile, ha compiuto quei grandi miracoli dinanzi agli occhi nostri e ci ha protetti per tutto il viaggio che abbiamo fatto e in mezzo a tutti i popoli fra i quali siamo passati. 18 Il Signore ha scacciato dinanzi a noi tutti questi popoli e gli Amorrei che abitavano il paese. Perciò anche noi vogliamo servire il Signore, perché Egli è il nostro Dio».
19 Giosuè disse al popolo: «Voi non potrete servire il Signore, perché è un Dio santo, è un Dio geloso; Egli non perdonerà le vostre trasgressioni e i vostri peccati. 20 Se abbandonerete il Signore e servirete dèi stranieri, Egli vi si volterà contro e, dopo avervi fatto tanto bene, vi farà del male e vi consumerà».
21 Il popolo disse a Giosuè: «No! Noi serviremo il Signore».
22 Allora Giosuè disse al popolo: «Voi siete testimoni contro voi stessi, che vi siete scelto il Signore per servirlo!».
Risposero: «Siamo testimoni!».
23 Giosuè disse: «Eliminate gli dèi dello straniero, che sono in mezzo a voi, e rivolgete il cuore verso il Signore, Dio d'Israele!».
24 Il popolo rispose a Giosuè: «Noi serviremo il Signore nostro Dio e obbediremo alla sua voce!».
25 Giosuè in quel giorno concluse un'alleanza con il popolo e gli diede uno statuto e una legge a Sichem. 26 Poi Giosuè scrisse queste cose nel libro della legge di Dio; prese una grande pietra e la rizzò là, sotto il terebinto, che è nel santuario del Signore. 27 Giosuè disse a tutto il popolo: «Ecco questa pietra sarà una testimonianza per noi; perché essa ha udito tutte le parole che il Signore ci ha dette; essa servirà quindi da testimonio contro di voi, perché non rinneghiate il vostro Dio».
28 Poi Giosuè rimandò il popolo, ognuno al proprio territorio.

Eliminate gli elohim che i vostri padri servono in Egitto e oltre il fiume...Ci sono già tre elohim. Intanto si evince
perfettamente da questo passaggio che la libertà di scegliere per i popoli, il proprio elohim era totalmente libera, chiunque
infatti poteva andar via e mettersi al servizio degli altri elohim.

E ancora..

Deuteronomio 6

Temerai il Signore Dio tuo, lo servirai e giurerai per il suo nome.
14 Non seguirete altri dèi, divinità dei popoli che vi staranno attorno, 15 perché il Signore tuo Dio che sta in mezzo a te, è un Dio geloso; l'ira del Signore tuo Dio si accenderebbe contro di te e ti distruggerebbe dalla terra. 16 Non tenterete il Signore vostro Dio come lo tentaste a Massa. 17 Osserverete diligentemente i comandi del Signore vostro Dio, le istruzioni e le leggi che vi ha date. 18 Farai ciò che è giusto e buono agli occhi del Signore, perché tu sia felice ed entri in possesso della fertile terra che il Signore giurò ai tuoi padri di darti, 19 dopo che egli avrà scacciati tutti i tuoi nemici davanti a te, come il Signore ha promesso.


Anche qui ci sono un sacco di stranezze. Domanda: come si può essere un Dio, un elohim geloso se non c'è nessun Dio se non
uno solo?

Deuteronomio 32

Essi l'hanno mosso a gelosia con dèi stranieri, l'hanno provocato ad ira con abominazioni.
17 Hanno sacrificato a dèmoni che non sono Dio, a dèi che non avevano conosciuto, a dèi nuovi, apparsi di recente, che i vostri padri non avevano temuto.

Addirittura elohim nuovi, "venuti da poco".

Ancora..

Deuteronomio 13

Qualora il tuo fratello, figlio di tuo padre o figlio di tua madre, o il figlio o la figlia o la moglie che riposa sul tuo petto o l'amico che è come te stesso, t'istighi in segreto, dicendo: Andiamo, serviamo altri dèi, dèi che né tu né i tuoi padri avete conosciuti, 8 divinità dei popoli che vi circondano, vicini a te o da te lontani da una estremità all'altra della terra, 9 tu non dargli retta, non ascoltarlo; il tuo occhio non lo compianga; non risparmiarlo, non coprire la sua colpa. 10 Anzi devi ucciderlo: la tua mano sia la prima contro di lui per metterlo a morte; poi la mano di tutto il popolo; 11 lapidalo e muoia, perché ha cercato di trascinarti lontano dal Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile. 12 Tutto Israele lo verrà a sapere, ne avrà timore e non commetterà in mezzo a te una tale azione malvagia.


Qualora tu senta dire di una delle tue città che il Signore tuo Dio ti dà per abitare, 14 che uomini iniqui sono usciti in mezzo a te e hanno sedotto gli abitanti della loro città dicendo: Andiamo, serviamo altri dèi, che voi non avete mai conosciuti, 15 tu farai le indagini, investigherai, interrogherai con cura; se troverai che la cosa è vera, che il fatto sussiste e che un tale abominio è stato realmente commesso in mezzo a te, 16 allora dovrai passare a fil di spada gli abitanti di quella città, la voterai allo sterminio, con quanto contiene e passerai a fil di spada anche il suo bestiame.


Di nuovo, Yahweh fondamentalmente sa benissimo di non essere l'unico elohim sulla Terra, e lo dice anche.
Ale-95
00martedì 24 dicembre 2013 14:42
Chi c'è sopra l'elohim Yahweh?

La gerarchia pare essere formata in questo modo:

Elyon
Elohim
Malachim

Si vuol far credere che Elyon sia sinonimo di Elohim e quindi far ricadere il tutto su un unico personaggio, ovvero Yahweh.

Da Wikipedia

This passage appears to identify ʿElyōn with Elohim, but not necessarily with Yahweh. It can be read to mean that ʿElyōn separated mankind into 70 nations according to his 70 sons (the 70 sons of Ēl being mentioned in the Ugaritic texts), each of these sons to be the tutelary god over one of the 70 nations, one of them being the god of Israel, Yahweh. Alternatively, it may mean that ʿElyōn, having given the other nations to his sons, now takes Israel for himself under his name of God. Both interpretations have supporters.
In Isaiah 14.13–14 ʿElyōn is used in a very mystical context in the passage providing the basis for later speculation on the fall of Satan where the rebellious prince of Babylon is pictured as boasting:

I shall be enthroned in the mount of the council in the farthest north [or farthest Zaphon]
I will ascend about the heights of the clouds;
I will be like the Most High.


en.wikipedia.org/wiki/Elyon
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