L'Italia non era pronta per entrare nell'euro, ma tutti fecero finta di niente

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AlessandroCacciatore
00venerdì 11 maggio 2012 18:59
L'Italia non era pronta per entrare nell'euro, ma tutti fecero finta di niente

E’ la schoccante rivelazione del quotidiano tedesco “Der Spiegel” (proprio quello che definí il nostro un popolo di “Schettino”) che dopo aver studiato attentamente centinaia di documenti del governo tedesco relativi al periodo 1997-1998 é giunto alla conclusione che i conti italiani erano stati truccati per entrare nella moneta unica e che l’allora cancelliere tedesco Helmut Kohl lo sapeva bene ma "ignorò gli avvertimenti sul rischio Italia" perché era convinto che la moneta unica fosse "il destino dell'Europa".

“Operazione autoinganno” titola Der Spiegel il suo servizio di 5 pagine di ieri, che svela tutti i retroscena dei rapporti dell’ambasciata tedesca a Roma, delle note interne dell’esecutivo e dei colloqui di Kohl, alla vigilia dell’entrata italiana nell’euro, aggiungendo che il canceliere “era perfettamente informato della situazione di bilancio italiana e consapevole che l'Italia non aveva i conti in regola per entrare nell'euro", ma per motivi politici non volle intervenire. "In questo modo – denuncia il quotidiano – si creò il precedente per una decisione sbagliata ancora maggiore presa due anni dopo, l'ingresso nell'euro della Grecia". Il Times di Londra, sulla stessa scia, aggiunge che gli allora esponenti governativi tedeschi lanciarono numerosi allarmi avvertendo che l'Italia non era pronta a entrare nell'euro sopratutto a causa del rifiuto di diminuire il suo enorme debito pubblico, che invece sulle carte truccate appariva in calo: per il Times, Kohl fu avvisato di cio’ ma, si sussurra, rispose che ció non era importante, che l’Italia doveva entrare subito nell’eurozona che lui sentiva "il peso della storia" sulle sue spalle. E infatti, aggiunge il Times, sottolineando che "L'Italia non avrebbe mai dovuto essere accettata nell'eurozona”, poche settimane prima del lancio della moneta unica l’attaché finanziario dell'ambasciata tedesca a Roma Stephan Freiherr von Stenglin mando un messaggio allarmante "Sorge la domanda se un paese con un rapporto di indebitamento estremamente alto non rischi di mettere a rischio il successo dei suoi sforzi di consolidamento, danneggiando di conseguenza non solo se stesso, ma anche l'unione monetaria". Un altro avvertimento inascoltato da parte del cancelliere tedesco, cosí come quelli successivi, risalenti al 1997, di alcuni allora esponenti del ministero delle Finanze tedesco che, carte alla mano, avvertirono che l’Italia “per considerazioni di consenso sociale” stava omettendo importanti misure strutturali di risparmio dei costi. L’anno dopo, nel 1998, il negoziatore capo sull'euro, e futuro presidente della Germania Horst Koehler, pose all’attenzione del cancelliere un suo studio che dimostrava come l'Italia non aveva rispettato le condizioni per una riduzione permanente e sostenibile del deficit e del debito, ma ancora una volta Kohl ignoró gli avvertimenti e replicó a replicò che Koehler di essere “fiducioso che tutti i governi avrebbero fatto le necessarie riforme strutturali nei prossimi anni".

Ma perché tutto questo interesse all’ingresso nell’eurozona di una paese economicamente debole, privo di grosse prospettive di crescita e per di piú che apertamente falsificava cifre e doumenti? Perché, come ha affermato ieri l’ ex consulente di politica estera di Kohl Joachim Bitterlich, "Non senza gli italiani, per favore. Era questa la parola d'ordine politica"?

Perché in realtà alla Germania interessava che la Francia entrasse nell’eurozona: senza la Francia, infatti, l’economia della nascente Europa avrebbe avuto ben poche speranze di vita. Ma l’Eliseo aveva già avvertito Kohl che si sarebbe ritirata se l’Italia fosse stata esclusa dall’euro.

E questa e’ la strana storia del nostro ingresso in Europa..

www.you-ng.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=1485%3Alitalia-non-era-pronta-per-entrare-nelleuro-ma-tutti-fecero-finta-di-niente&I...
Delta.Force
00venerdì 11 maggio 2012 19:12
Esatto,io ho presente i dibattiti dell'epoca sull'ingresso dell'Italia nell'euro insieme ai primi della classe(Francia,Germania ecc.).Fu la Francia di Chirac a volere a tutti i costi l'Italia subito nell'euro.Questo perchè ci voleva bene? No,semplicemente perchè la Francia temeva che un'Italia fuori dall'euro avrebbe potuto fare leva sulle svalutazioni competitive della lira per favorire le sue esportazioni,danneggiando le imprese francesi.
AlessandroCacciatore
00venerdì 11 maggio 2012 19:22
Re:
Delta.Force, 11/05/2012 19.12:

Esatto,io ho presente i dibattiti dell'epoca sull'ingresso dell'Italia nell'euro insieme ai primi della classe(Francia,Germania ecc.).Fu la Francia di Chirac a volere a tutti i costi l'Italia subito nell'euro.Questo perchè ci voleva bene? No,semplicemente perchè la Francia temeva che un'Italia fuori dall'euro avrebbe potuto fare leva sulle svalutazioni competitive della lira per favorire le sue esportazioni,danneggiando le imprese francesi.



Esattamente. Ora ne vediamo i risultati. Come ho già detto mesi fa: sarebbe bastato non entrare in UE, alla faccia di chi è ancora scettico. Poveri scemi [SM=g1420769]
Ira Tenax
00sabato 12 maggio 2012 19:16
Andatelo a dire a Prodi
AlessandroCacciatore
00sabato 12 maggio 2012 19:52
O a Ciampi...
fabik
00domenica 13 maggio 2012 10:49
Ma qualcuno ha mai pensato alla quantità di maggiori tasse che lo Stato Italiano ha avuto con l'aumento indiscriminato dei prezzi e delle tariffe?
Ira Tenax
00domenica 13 maggio 2012 14:57
Esatto!
E per restar in Europa oggi ci tocca pagar nuovamente delle Eurotax (una volta era quella per entrare in EU) mascherate da manovre per i soli conti pubblici italiani, ma il tutto al fine di non uscire da sto baraccone maledetto!
Paghiamo il canone europeo! [SM=g2854186]
papero16
00domenica 13 maggio 2012 15:18
Il problema è sempre all' origine..... ma il cancelliere Kolth sperava in un miracolo? [SM=g2854186] Se i conti intaliani erano in rosso all' ora, lo sono oggi ancora di più [SM=g1950688]
Ira Tenax
00domenica 13 maggio 2012 15:28
anche qui un articolo

affaritaliani.libero.it/politica/crisi-conti-euro-spiegel130...

Crisi/ Così Prodi e Ciampi truccarono i conti per entrare nell'euro
Domenica, 13 maggio 2012 - 11:45:00


Conti truccati/ Borghezio ad Affaritaliani.it: "Implicato anche Draghi"

LO SPECIALE DI AFFARI: Trema la casta, anche l'economia ha i suoi Grillo per la testa

Commento/ Prodi e Ciampi giocolieri? Serve una commissione d'inchiesta



E' bufera in Europa dopo che il settimanale tedesco Der Spiegel ha rivelato, carte alla mano, che l'Italia non aveva i conti in regola per entrare nell'euro e che l'allora cancelliere tedesco Helmut Kohl ne era consapevole, ma per motivi di opportunita' politica non si mise di traverso.

E ora le carte cui ha avuto accesso il settimanale tedesco, centinaia di pagine di documenti del governo Kohl sull'introduzione dell'euro tra il 1994 ed il 1998, sono state pubblicate anche in italiano dal Fatto Quotidiano.

Si tratta di rapporti dell'ambasciata tedesca a Roma, di note interne dell'esecutivo e di verbali manoscritti di colloqui avuti dal cancelliere della riunificazione. "I documenti dimostrano cio' che finora si supponeva: l'Italia non avrebbe mai dovuto essere accolta nell'euro", scrive lo Spiegel, aggiungendo che a decidere sull'ingresso dell'Italia "non furono i criteri economici, ma le considerazioni politiche".

"In questo modo", denuncia il settimanale di Amburgo, "si creo' il precedente per una decisione sbagliata ancora maggiore presa due anni dopo: l'ingresso nell'euro della Grecia". Per lo Spiegel il governo Kohl non puo' sostenere di essere stato all'oscuro della reale situazione italiana dell'epoca, poiche' "era perfettamente informato sulla situazione di bilancio". "Molte misure di risparmio erano solo cosmetiche, si basavano su trucchi contabili o vennero subito ritirale non appena venne meno la pressione politica", scrive il settimanale.

"Fino al 1997 avanzato, al ministero delle Finanze non credevamo che l'Italia riuscisse a rispettare i criteri di convergenza", ha dichiarato al settimanale Klaus Regling, attuale responsabile del fondo salvastati Efsf ed all'epoca capo dipartimento del ministero delle Finanze tedesco. Il 3 febbraio 1997 lo stesso ministero constatava che a Roma "importanti misure strutturali di risparmio sono venute quasi del tutto meno per garantire il consenso sociale".

Il 22 aprile dello stesso anno in una nota per Kohl era scritto che "non ci sono quasi chance che l'Italia rispetti i criteri". Il 5 giugno il dipartimento di Economia della cancelleria comunicava che le previsioni di crescita dell'Italia apparivano "modeste" ed i progressi nel consolidamento delle finanze pubbliche "sopravvalutati". In preparazione di un vertice con una delegazione governativa italiana del 22 gennaio 1998 l'allora sottosegretario alle Finanze, Juergen Stark, constatava che in Italia "la durevolezza di solide finanze pubbliche non e' ancora garantita". A meta' marzo 1998 era Horst Koehler, allora presidente dell'Associazione delle Casse di Risparmio tedesche, a scrivere una lettera a Kohl, accompagnata da uno studio dell'Archivio dell'Economia mondiale di Amburgo, in cui era scritto che l'Italia non aveva rispettato le condizioni "per una durevole riduzione del deficit" e che pertanto costituiva "un rischio particolare" per l'euro.

Lo Spiegel scrive che "Kohl rispose picche ai suoi consiglieri di allora", anche perche', come afferma Joachim Bitterlich, allora consulente di Kohl per la politica estera, al vertice Ue di maggio 1998 "la parola d'ordine politica era: per favore non senza gli italiani". Il settimanale di Amburgo rileva che i documenti visionati "fanno sorgere il sospetto che sul problema Italia il governo Kohl abbia ingannato non solo l'opinione pubblica, ma anche il Bundesverfassungsgericht (la Corte Costituzionale di Karlsruhe, ndr)".
ProdiRomano Prodi



Secondo lo storico Hans Woller, al momento di entrare nell'euro l'Italia era "sull'orlo della bancarotta finanziaria", mentre dai documenti visionati dallo 'Spiegel' risulta che nel corso del 1997 l'Italia propose per due volte di rinviare la partenza dell'euro, ma la Germania rifiuto'.

Bitterlich spiega che questa data era diventata "un tabu'" e che tutte le speranze tedesche erano riposte in Carlo Azeglio Ciampi, allora ministro del Tesoro nel governo Prodi. "Per tutti era come un garante dell'Italia, lui ce l'avrebbe fatta!", spiega Bitterlich, ma lo Spiegel scrive che "alla fine con una combinazione di trucchi e di circostanze fortunate gli italiani riuscirono sul piano formale a rispettare i criteri di Maastricht. Il Paese trasse vantaggio da tassi di interesse storicamente bassi, inoltre Ciampi si dimostro' un creativo giocoliere finanziario".

Il settimanale cita in proposito l'introduzione della "tassa per l'Europa", la vendita delle riserve auree alla banca centrale e le tasse sugli utili, con il risultato che "il deficit di bilancio scese in misura corrispondente, anche se gli esperti statistici dell'Ue in seguito non accettarono questi trucchi". Ai primi del 1998 rappresentanti del governo olandese chiesero a Kohl un "colloquio confidenziale" alla Cancelleria, durante il quale chiesero di fare maggiori pressioni su Roma, poiche' "senza ulteriori misure dell'Italia a conferma del durevole consolidamento, un ingresso dell'Italia nell'euro non e' accettabile". Kohl respinse la proposta olandese, anche perche' il governo francese gli aveva fatto sapere che senza l'ingresso nell'euro dell'Italia, neanche la Francia sarebbe entrata, con il risultato che, come scrive lo 'Spiegel', "i tedeschi erano in una posizione di trattativa debole".

La conclusione del lungo articolo e' che riguardo all'Italia "molti sapevano che i numeri erano truccati e che un'autentica riduzione del debito era fuori discussione. Nessuno pero' oso' trarne le conseguenze e Kohl si fido' delle melodiose dichiarazioni di Ciampi, che assicurava un 'cammino virtuoso', con il governo di Roma che prevedeva al piu' tardi per il 2010 la riduzione al 60% del debito pubblico. E' andata diversamente".
°Fangio°
00domenica 13 maggio 2012 19:30
I tedeschi sono il popolo che ha provocato due guerre mondiali.
L'Italia specie 10 anni fa era una potenza tranquillamente assimilabile alla Francia.
Noi siamo ed eravamo in grado non solo di entrare nell'Euro ma anche battere la Germania su ogni singolo aspetto della vita sociale ed economica.
I tedeschi crepano prima, vivono peggio, hanno un indice di sviluppo umano più basso.
Teutonico delirio razzista quello della carta igienica tedesca.
fabik
00lunedì 14 maggio 2012 08:57
Fangio, risparmiati interventi di tono razista, sia pure espresso in modo velato. Bada che non verranno tollerati ancora toni del genere.

Per il resto:

Non eravamo in grado di entrare nell'EURO in quanto la nostra industria si reggeva sulla svalutazione competitiva, con lei quindi tutta l'economia girava grazie alla svalutazione della lira ed all'inflazione galoppante che ne conseguiva.
Negli anno '80 c'era la scala mobile e la gente non se ne accorgeva, si faceva debito pubblico, poi anche quella cuccagna è finita.

Il nostro essere la decima potenza economica dipendeva semplicemente dall'endemica povertà del resto del monto, in effetti qualcuno disse che l'Italia è il primo dei paesi del terzo mondo e non l'ultimo del primo.

Che i Tedeschi crepino prima dipende da molti fattori e non per una presunta inferiorità da te citata con sano razzismo, che vivano peggio è una tua illazione sulla base di tue convinzioni personali e che abbiano uno sviluppo umano inferiore idem.

Tralascio l'ultima frase che è meglio.

Come tu stesso dici l'ignoranza non è giustificata, è una colpa, non esistono tuttologi e nemmeno tu lo sei quindi impara a rapportarti con il prossimo sulla base del reciproco rispetto, che è molto meglio.
°Fangio°
00lunedì 14 maggio 2012 09:26
Re:
fabik, 14/05/2012 08.57:



Il nostro essere la decima potenza economica dipendeva semplicemente dall'endemica povertà del resto del monto, in effetti qualcuno disse che l'Italia è il primo dei paesi del terzo mondo e non l'ultimo del primo.

Che i Tedeschi crepino prima dipende da molti fattori e non per una presunta inferiorità da te citata con sano razzismo, che vivano peggio è una tua illazione sulla base di tue convinzioni personali e che abbiano uno sviluppo umano inferiore idem.

Tralascio l'ultima frase che è meglio.

Come tu stesso dici l'ignoranza non è giustificata, è una colpa, non esistono tuttologi e nemmeno tu lo sei quindi impara a rapportarti con il prossimo sulla base del reciproco rispetto, che è molto meglio.




Razzista? [SM=g2201354] sei leggermente in difetto, crepano prima si riferiva alla speranza di vita che è data dallo stile di vita, dal tipo di abitudini alimentari, livello di purezza dell'aria, validità del sistema sanitario nazionale ecc. Bene gli italiani vivono più a lungo e meglio.
Non capisco dove vedi razzismo in questa discussione...
Quindi eviterei di dare del razzista a qualcuno, così per partito preso.
Dire che poi l'Italia sia il primo dei paesi del terzo mondo è talmente autolesionistico come concetto...se ti piace pensarlo...
Io vivo a Milano e mi sento molto evoluto, non sono per niente terzomondista.
Non c'è futuro per un popolo così poco ambizioso.
fabik
00lunedì 14 maggio 2012 09:35
L'Italia è sempre stato l'ultima potenza economica del primo mondo e nello stesso tempo anche il paese socialmente più sottosviluppato dello stesso gruppo.
Che ti piaccia o no è un dato di fatto.
E' per questo è un famoso politico di casa nostra coniò questa frase, non è questione di autolesionismo, dipende solo da dove tiri la tua riga caro Fangio.

Tu vivi a Milano ed io a Varese, ma ho vissuto per 18 anni in Clabria e per 5 a Roma e so per certo che l'Italia non è Milano e nemmeno la Lombardia, questa regione insieme al veneto è una felice anomalia nel nostro paese.

Rimane il fatto che le considerazione che hai fatto relativamente al nostro essere potenza economica ed alla nostra velleità di essere nei "Primi" dell'euro sono affermazioni prive di concetto.

Io avverto toni razzisti invece, non sono intervenuto come moderatore ma a titolo personale come avrai notato.
Certi toni a me non piacciono, fino a che rimarranno su questi livelli me ne lamenterò come utente libero di esprimere le mie opinioni.
filovirus59
00lunedì 14 maggio 2012 09:54
Re:
Ira Tenax, 12/05/2012 19.16:

Andatelo a dire a Prodi




esatto, che per farci entrare ha svalutato la lire di oltre 400 lire al cambio per farla arrivare a 1940 circa. per il resto i trucchi contabili erano noti, ci fu un articolo del sole 24ore che illustrò dove presero i soldi tra cui quelli dell'anas....
Takenspace
00lunedì 14 maggio 2012 10:23
Re: Re:
filovirus59, 14/05/2012 09.54:




esatto, che per farci entrare ha svalutato la lire di oltre 400 lire al cambio per farla arrivare a 1940 circa. per il resto i trucchi contabili erano noti, ci fu un articolo del sole 24ore che illustrò dove presero i soldi tra cui quelli dell'anas....




Il cambio vero è stato 1000lire un euro.
Stipendi greci e prezzi tedeschi.

Prima con due milioni di lire uno non dico che era benestante ma si viveva bene. Oggi con 1000 euro al netto dell'inflazione, ti compri da mangiare e ti paghi le bollette. Fine...
AlessandroCacciatore
00lunedì 14 maggio 2012 15:36
Quando c'era la lira la mia famiglia era benestante, e si viaggiava molto. Ora con l'euro, purtroppo, le cose sono un pò cambiate. Dalle stelle alle stalle, ma è così per tutti. Tuttavia per carità, c'è chi sta davvero male, io non posso lamentarmi.
Luca DT
00lunedì 14 maggio 2012 16:17
Re:
AlessandroCacciatore, 14/05/2012 15.36:

... Tuttavia per carità, c'è chi sta davvero male, io non posso lamentarmi.



Giustissimo finale di discorso. Viviamo in una fascia di benessere alla quale solo il 10% della popolazione umana può accedere. Siamo seduti sulla morbida bambagia consumistica,e ne traiamo frutto tutti i giorni.

Noi non dovremmo VERAMENTE avere di che lamentarci.


Qualsiasi cosa ci abbisogni,solitamente la troviamo nei dintorni di casa.

Altrove,solo per procurare l'acqua giornaliera,persone d'ogni età,camminano per chilometri,sotto una canicola da 40 gradi all'ombra. Curve e malate,con una speranza di vita che raramente supera i 50 anni.


Qui,abbiamo di che lavorare quasi tutti,o almeno 1 per famiglia,e già solo questo esclude comunque il 50% della popolazione mondiale.

Altrove,per avere un lavoro,tocca abbandonare la propria terra. Per tutta la vita. Solo per avere "la speranza" di poter vivere. Non di vivere meglio. Solo,almeno...miseramente vivere.


Abbiamo una sanità che non funziona benissimo,ma ce l'abbiamo.

Altrove,l'ospedale più vicino è a centinaia di chilometri. Ammesso che ci sia. E,spesso,non è altro che un manipolo di eroici volontari,e qualche tenda da campo.


Abbiamo un sistema pensionistico,che,se non altro,ci garantisce un minimo di sopravvivenza x la vecchiaia.


Altrove,non hanno nemmeno...la vecchiaia.
O sono pochissimi quelli che,arrivandoci, "se la possono permettere".

Una soglia di vita già di soli 65 anni(12/13 anni meno della media europea)è cosa dura da poter mantenere,in molti luoghi della Terra. La soglia dei 65 anni. Cosa che in Congo,nel Darfur,o nelle favelas di Sao Paulo,pochissimi "si possono permettere" d'avere.Così come a Yangoon,a Timor est,in Guatemala.

Sfiga nascere in quei posti.
O in buona parte del sub-continente indiano.
O in buona parte della Cina.
In Laos.
In Iraq.
In Siria.

In quasi tutto il vastissimo continente africano.
In buona parte del Sudamerica.
E in altri mille "dove".

Il nostro "dove",checchè ce ne si possa lamentare,è il paradiso italico.
Un posto DOVE,se non altro,ci rimane sempre da comprarci almeno un paio di capi firmati all'anno,qualche giorno di ferie,e acqua e pastasciutta a volontà.

Sarebbe solo bello,se "quest'appiattimento" dell'economia mondiale,fosse dovuto alla galoppante equiparazione sociale delle genti.

Purtroppo è figlio di tutt'altro.

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