John Mack

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Narrastorie
00sabato 12 novembre 2011 12:37
Visto che l'idea di aprire una discussione su John Mack è stata lanciata (http://ufoonline.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10001587&p=2), ma ancora nessuno l'ha fatto...provvedo io! [SM=g2201354]
Faccio più post perchè se no non mi lascia inserire tutto perchè mi dice che il testo è troppo lungo (se possibile questa sarebbe una cosa da eliminare a mio parere).


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John Edward Mack
New York, 10 aprile 1929 – Londra, 27 settembre 2004



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IL FENOMENO ALIEN ABDUCTION

Fonte: Traduzione della pagina originale pubblicata in www.ufoevidence.org a cura di rapimentialieni

Sebbene in questi ultimi 25 anni migliaia di individui in tutti gli Stati Uniti e in altri paesi hanno riferito esperienze di abduction sia ai ricercatori sugli UFO sia a professionisti della salute mentale, il fenomeno sembra essere più esteso di quanto ci si potesse aspettare. Un sondaggio ad opera della organizzazione Roper incentrato su "strani eventi" condotta tra il luglio e il settembre del 1991 indica che centinaia di migliaia, se non milioni, di individui negli Stati Uniti possono aver sperimentato esperienze di abductions o correlabili alle abductions. Il fatto che un fenomeno difetta di una spiegazione convenzionale o che perfino sfida la nostra accettata nozione di realtà non ci consente per questo di negare la sua esistenza o ci impedisce di esplorare la sua dimensione e il suo significato. Almeno i clinici che si occupano della salute mentale dovrebbero familiarizzare con una condizione che determina una così grande angoscia tra i suoi potenziali pazienti o clienti. Inoltre la reale estensione del fenomeno e i suoi inusuali aspetti psicologici e fisici indicano che il problema potrebbe avere una considerevole importanza socio-culturale scientifica e filosofica. In questo articolo descriverò gli aspetti fondamentali di un'esperienza di UFO abduction, l'impatto che queste esperienze hanno sugli addotti e le implicazioni del fenomeno sulla nostra professione e sulla nostra società.
Esistono anche altri ricercatori che hanno anche una più lunga esperienza con gli addotti della mia ma, a causa della insolita e controversa natura di questa materia, io mi baserò dove possibile sui risultati del mio lavoro personale così che io possa assumermi la mia personale responsabilità sulle osservazioni e sulle esperienze riferite. Alla luce dell'incerto stato ontologico o di "realtà" di quello che gli addotti riferiscono essere loro "successo" esiste il problema di quello che potrebbe essere denominato l'atteggiamento del narratore o il suo "punto di vista." Piuttosto che usare le virgolette per indicare qualcosa che un addotto crede sia lui accaduto ho riportato i racconti degli addotti " nudi e crudi " senza mettere il virgolettato se per colui che ha avuto l'esperienza quello che racconta è veramente accaduto. Questo non significa che si tratta del mio punto di vista riguardo lo stato reale dell'evento ma si ammette soltanto che l'addotto è sincero e che per lui o per lei quello che é raccontato è veramente accaduto.
Quando una psicologa mia amica e collega alla fine del 1989 mi propose di presentarmi a Budd Hopkins (il cui nome e attività non conoscevo) descrivendomelo come un artista che prendeva seriamente quello che raccontavano gli addotti, rifiutai la proposta ritenendo che sia lui che i suoi clienti dovessero condividere un qualche tipo di allucinazione o di disturbo mentale di altro genere. Quando spinto dalla curiosità ebbi modo di far visita ad Hopkins il 10 gennaio 1990, una di quelle date che tendono ad essere ricordate, fui impressionato dalla sua sincerità, dalla profonda conoscenza e dalla grande preoccupazione che lui aveva che gli addotti, spesso non correttamente diagnosticati e non appropriatamente trattati da professionisti della salute mentale. Ma quello che mi colpì anche di più fu l'intrinseca coerenza dei racconti particolareggiati fatti da individui diversi provenienti da diverse parti del paese che non avevano avuto alcun modo di comunicare fra loro e le cui storie erano emerse spesso con grande difficoltà accompagnate da un grande stress emotivo.
Presto dopo questo primo incontro iniziale ebbi modo di incontrare parecchi addotti a casa di Hopkins e ancora una volta fui molto impressionato dalla coerenza dei racconti e anche dall'assenza di qualsiasi chiara malattia mentale o di disturbo della sfera emotiva oltre alle sequenze traumatiche susseguenti alle stesse abductions. Non appariva esserci alcuna lampante spiegazione che potesse in qualche modo giustificare i racconti di abduction come del resto non ne é emersa alcuna anche nei successivi due anni. Mi resi conto che questo gruppo di persone aveva bisogno di capire, di comprensione e di aiuto e che erano lo specchio di un mistero che andava oltre il puro interesse clinico. Decisi perciò di lavorare con persone che avevano queste esperienze per conto mio.
A partire dal giugno 1992 ho visitato più di 56 possibili addotti. Di questi 41 soddisfacevano a tutti gli effetti i criteri di base delle esperienze di abduction: ricordi, con o senza ipnosi, di essere presi e portati contro la volontà del soggetto in un qualche tipo di anomalo luogo chiuso da parte di piccole creature umanoidi dove venivano effettuate su di loro procedure simil-mediche e chirurgiche. Sebbene io offra consulenza e supporto agli addotti il mio ruolo è stato nello stesso tempo tanto quello di co-investigatore quanto quello di terapista. A partire dall'ottobre del 1990 ho iniziato ad effettuare incontri mensili di gruppi di supporto a casa mia che sono stati frequentati da 15-30 individui. I primi casi mi sono stati indirizzati da Budd Hopkins. Più tardi sono giunte persone provenienti dalla rete degli individui interessati agli UFO o al fenomeno abduction, altre persone mi chiamavano di propria iniziativa essendo venute a conoscenza del mio interesse nella materia con il passa parola o perché mi avevano visto in programmi televisivi riguardanti gli UFO e le abductions. Delle 41 persone che io definisco addotte 4 erano donne e 17 uomini. Due di questi sono bambini sotto gli otto anni. Ho eseguito da una a cinque sessioni di regressione ipnotica con 20 dei 41 soggetti e sono stato presente durante sessioni ipnotiche eseguite da altri terapisti con tre di loro. L'età degli adulti varia dai 19 ai 57 anni.

Chi sono gli addotti? Psicopatologia e personalità
In questo momento è possibile fare poche generalizzazioni riguardo a questa importante domanda a causa della scarsità di dati e della insolita natura del fenomeno. Nessuno degli addotti con i quali ho lavorato si é dimostrato essere affetto da una franca psicopatologia come per esempio una psicosi schizofrenica, una grave depressione o altre malattie mentali psichiatriche maggiori. Al contrario quello che mi ha colpito maggiormente è stata la "ordinarietà" di queste persone che comprendono nel mio gruppo per esempio il proprietario di un ristorante, una segretaria, una guardia carceraria, uno studente di college e parecchie casalinghe. Parecchie si mostravano risentite, lievemente sospettose, con un senso di vittimizzazione ed altra sintomatologia post-traumatica. La maggior parte sembrava portare il peso nelle loro vite delle loro esperienze di abduction. Alcuni, sebbene non tutti, degli addotti che ho visto riferiscono travagliate relazioni nell'infanzia con uno o con entrambi i genitori, alcolismo nella famiglia, e abusi nell'infanzia o nell'adolescenza. Parecchi riferiscono una condizione di isolamento personale, travagliate relazioni da adulti e problemi correlati al concepimento e alla crescita dei bambini. Ma in altri casi questi disturbi non sono affatto presenti. In alcuni casi l'atteggiamento verso la sessualità, la decisione di avere o non avere bambini sembrava essere stata influenzata dalla storia di abduction.

Sintomi di allarme, segni e ricordi
Esiste un certo numero di sintomi, segni e ricordi che ho ritrovato nei miei casi e che sono riferiti anche da Hopkins, David Jacobs, e da altri 11 ricercatori nel campo delle ufo abduction, compresi i 6 psichiatri che ho consultato nella preparazione di questa relazione, che fanno supporre un caso o un episodio di abduction. I probabili addotti raccontano di aver visto "piccoli uomini" o altre creature o di avvertire una "presenza" nella loro stanza da bambini. Hanno spesso avuto la sensazione di essere "diversi" o di aver condotto "una doppia vita." Possono aver avuto avvistamenti ravvicinati di strani oggetti nel cielo durante il giorno o la notte o di aver visto inspiegabili intense e strane luci brillare nei loro soggiorni o nella loro camera da letto. In concomitanza con l'avvistamento UFO, e a volte indipendentemente da esso, loro riferiscono inspiegabili vuoti temporali di un ora, due o più e si sono poi ritrovati spostati in un posto a centinaia di yarde o anche miglia di distanza da casa senza riuscire a spiegare come ci erano arrivati. Gli addotti possono non essersi mai interessati agli UFO ma qualcuno è stato stranamente spinto a leggere libri correlati alle abductions reagendo con terrore al loro contenuto, specialmente alle figure degli alieni ("vidi quella faccia e sono quasi svenuto" mi raccontò un addotto) non riescono a terminarlo e in conseguenza di ciò cercano un aiuto.
Possono ricordare di svegliarsi durante la notte in preda al terrore, "intorpidito" o paralizzato con la sensazione di una presenza fisica, o anche vedendo piccole creature dai grandi occhi neri, nella propria stanza. Altri sintomi comprendono un forte senso di vulnerabilità, un'ansia generalizzata, paura degli ospedali, di volare, degli ascensori, degli animali e degli insetti e del contatto sessuale. Suoni, odori, immagini che sono per loro inquietanti senza alcun apparente motivo e che si può provare più tardi che sono associati con esperienze di abduction. Sono comuni l'insonnia, la paura del buio e di rimanere soli da notte, il coprire le finestre per proteggersi dalle intrusioni, dormire con la luce accesa (da adulto), avere sogni inquietanti e incubi, specialmente associati con apparecchi volanti o con "navi aliene" che portano via la persona. Strane eruzioni cutanee, segni, tagli o cicatrici possono apparire durante la notte come pure inspiegabili sanguinamenti dal naso, dall'orecchio o dal retto, segni che da presi da soli non meriterebbero una particolare attenzione ma che acquistano un loro preciso significato se vengono associati con gli altri fenomeni. Altri sintomi includono disturbi uro-ginecologici, comprese inspiegabili interruzioni di gravidanza, e persistenti disturbi all'apparato gastrointestinale.

Aspetti fisici
Gli aspetti fisici che accompagnano gli avvistamenti e gli atterraggi di Ufo e, per quanto riguarda questa relazione le ufo abductions, rappresentano i più interessanti e stimolanti aspetti del fenomeno. Questi forniscono un'apparente oggettiva conferma dei racconti che sono altrimenti così bizzarri da sfidare la nostra capacità di comprensione. Con o senza le manifestazioni fisiche di contorno, io in quanto psichiatra, considero come validi dati psicologici quelli che gli addotti forniscono se trovo che loro sono affidabili come informatori e non sofferenti di una qualche evidente malattia mentale, o di altri traumi documentati o di motivi di distorsione che possono spiegare quello che loro dicono che è loro successo anche se questo mi lascia altrettanto confuso come quello che in realtà è veramente avvenuto. Tuttavia è chiaro che una simile evidenza, se provata, solleverebbe gli addotti dal fardello di persuadere loro stessi e gli altri della realtà degli eventi, che sono così "pieni di realtà" e tuttavia sfidano la comune nozione di realtà, e focalizzerebbero attenzione e risorse sui bisogni degli addotti e sul significato del fenomeno abduction.
Le manifestazioni fisiche a volte spaventano gli addotti che non vogliono credere che le loro esperienze sono reali e allo stesso tempo rappresentano per loro una riassicurazione per quanto riguarda la loro sanità mentale. Per la popolazione addotta le manifestazioni fisiche sono sfuggenti e contraddittorie. Alcune prese in se stesse non sono patognomoniche di una abduction ma acquistano significato apparendo in contemporanea o immediatamente dopo una abduction.
Gli addotti possono raccontare la loro sorpresa di svegliarsi sopra le coperte o ai piedi del letto, in un'altra stanza della casa piuttosto che nella loro camera da letto o qualche volta fuori dalla casa. I loro vestiti possono essere rimossi, piegati vicino al letto o addirittura essere introvabili. Gli addotti descrivono la loro confusione e l'incredulità che li coglie quando si rendono conto di ritrovarsi a guidare all'improvviso molte miglia lontano dal posto dove si trovavano solo qualche istante prima, qualche volta trovandosi più vicini alla loro destinazione finale e altre volte completamente fuori dal percorso che intendevano compiere.
Gli addotti qualche volta presentano sanguinamenti dal naso o ferite, al risveglio o al ritorno da un episodio di missing time che è in seguito riconducibile ad una interazione aliena. Molti addotti mostrano di avere cicatrici che possano essere ricondotte a due tipi caratteristici: una linea diritta come da fatta da un bisturi o una depressione sulla pelle a cucchiaio. I meccanismi riproduttivi e sessuali umani sembrano essere al centro del fenomeno abduction. Uomini e donne riferiscono un ampio ventaglio di esperienze, correlate alla riproduzione e all'aspetto sessuale, che includono esami ginecologici, rimozione e reimpianto di ovociti, rimozione e scomparsa di feti, raccolta forzata di campioni di sperma, incubazione extra-uterina di embrioni sulle navi spaziali, cura la parte di umani di feti ibridi con osservazione da parte degli alieni, rapporti sessuali umano-alieni e "legami" nei rapporti tra umani osservati dagli alieni fuori e dentro le astronavi.

Sequele dolorose, disturbanti e traumatiche
Qualunque alla fine sia riconosciuta essere la sua origine per gli addotti le loro esperienze sono profonde, permanenti e inevitabili. Gli addotti possono imparare, con o senza aiuto, a convivere e persino a trasformare le proprie esperienze. Ma loro hanno sofferto e qualche volta continuano a soffrire dei residui o delle sequenze delle loro inquietanti e traumatiche esperienze. Psicologicamente si sentono "diversi." Incubi ed altri sogni inquietanti sono di regola conseguenza delle abductions. Gli addotti soffrono di una ampia gamma di dolori fisici e di paure che sembrano corrispondere anatomicamente e fisiologicamente ai punti delle procedure invasive sperimentate durante le abductions. Oltre alle sequele sessuali-ginecologiche altri sintomi comprendono il mal di testa, dolori ai seni paranasali, dolori alla schiena, dolori e disturbi gastrointestinali, una grande paura degli aghi e frequentemente dei dottori e degli ospedali. Gli addotti soffrono di un complesso quadro traumatico. Non sarebbe corretto chiamarlo "post-traumatico" in quanto la minaccia non diventa mai un fatto del passato. Esistono quattro dimensioni del trauma:

- 1) l' esperienza traumatizzante in se stessa:
- 2) l' isolamento personale che nasce dalla difficoltà di raccontare agli altri le proprie esperienze;
- 3) la contraddizione tra queste esperienze e la realtà condivisa che gli addotti conoscono e
- 4) il fatto che le esperienze possono ricapitare ancora in qualsiasi momento a loro e ai loro bambini.

Altri aspetti del trauma devono essere sottolineati. Spesso si sviluppa una presa di distanza quando l'addotto racconta ai suoi genitori o ad altri quello che ha visto o che ha provato. Viene loro frequentemente detto che hanno sognato, che hanno avuto degli incubi o che "dicono bugie" che sono "troppo fantasiosi" che "si inventano le cose" o, come affermato una donna "cercano di assecondarmi solo per essere gentili" ma per loro le esperienze sono reali e chiaramente distinguibili dal sogno. Loro imparano a non parlare con i loro genitori o amici (alcuni dei quali non vogliono nemmeno sentire queste storie nonostante o perché sono essi stessi degli addotti) di queste esperienze cosa che fa nascere in loro un forte senso di isolamento e di alienazione che si continua nella vita adulta.
I bambini possono anche provare rabbia e sentirsi non sostenuti dai loro genitori quando questi non riescono a proteggerli dall'esperienza di abduction. A questo si aggiunge che i genitori adulti sono profondamente preoccupati quando i bambini sono coinvolti, angosciati dal fatto che non sono assolutamente in grado di proteggerli.
Sebbene possano arrivare ad accettare che le loro esperienze sono reali gli addotti sono intensamente tormentati da quello che questo significa per le loro vite. Il problema per loro non è soltanto la minaccia ontologica e la confusione. Ciò significa anche che loro sono incapaci di dimenticare le loro esperienze così facilmente come farebbero con un sogno o con una fantasia.
Infine gli addotti devono convivere con il fatto che la loro esperienza, qualunque ne sia l'origine, può ripetersi in qualsiasi momento, anche dopo anni e senza "attività."

Crescita personale e trasformazione
Ma nell'esperienza di abduction oltre al trauma alle conseguenze patologiche e alla vittimizzazione c'è qualcosa di più, specialmente quando chi sperimenta queste esperienze si investiga sull'esperienza stessa sforzandosi di comprendere ciò che questa significa per sé e per il suo mondo cercando di venire a patti con essa. Confrontarsi col loro terrore e con la loro sensazione di non poter essere aiutati é stato un importante aspetto della crescita personale che loro hanno sperimentato.
Molti addotti sembrano diventare più intuitivi o "psichici" e sviluppano interessi filosofici che loro ritengono essere una conseguenza del fenomeno abduction. Uno dei più sorprendenti risultati dell'esperienza di abduction per molti addotti, specialmente per quelli che lavorano attivamente per integrare loro esperienze, è una forte sensibilità alle problematiche dell'inquinamento ambientale che qualche volta li porta a varie forme di attivismo ecologico. Sulle navi agli addotti sono frequentemente mostrate visioni di distruzione nucleare e specialmente disastri ecologici. Qualche volta su una specie di schermo televisivo. Qualche volta gli addotti hanno la sensazione che gli sono state date delle speciali missioni da compiere come per esempio di spingere qualcuno ad impegnarsi con responsabilità ambientaliste.
Alcuni addotti hanno la sensazione che anche il fenomeno "ibridizzazione" potrebbe avere una funzione di preservazione della vita.
Se la crescita spirituale e l'impegno ecologico che ho osservato tra gli addotti che io ho studiato é una conseguenza della loro esperienza, cioé l'espansione della consapevolezza che segue l'ampliamento della coscienza che può seguire a qualsiasi esperienza molto traumatica e dolorosa, o rappresenti un più intrinseco aspetto dell'intero processo è un'domanda che richiede ulteriori ricerche. Un addotto crede che gli alieni "sono stati mandati come ingegneri per compiere un lavoro di riparazione, venuti a mostrare che la nostra coscienza si è mossa in una direzione sbagliata... Sono come farfalle che sono tornate indietro per fermare il bulldozer che sta distruggendo il cespuglio con il cibo."

Fenomeni che necessitano di essere spiegati
Qualsiasi teoria sulle abduction aliene deve tener conto di un ampio ventaglio di sconcertanti fenomeni che includono:

1) Coerenza narrativa. Le storie che gli addotti raccontano i variano nei dettagli ma hanno un forte grado di coerenza narrativa. È qualche volta sostenuto che gli addotti si influenzano l'uno con l'altro e che loro "prendono" le loro esperienze da quello che dicono gli altri, i media televisivi o con le letture. La mia impressione tuttavia è che molto più spesso succede che quando gli addotti comunicano tra di loro circa le loro abduction o guardano alla televisione le versioni cinematografiche delle abduction loro si aiutano l'uno con l'altro e guadagnano nei dettagli di quello che loro hanno già sperimentato o stanno cercando di chiarire. "Le moderne comunicazioni" come il folklorista Thomas Bull ha scritto certamente diffondono il folklore ampiamente e a grande velocità ma non sono gli agenti di omogeneizzazione di cui una volta i folkloristi avevano paura. I media rappresentano una voce in più nella trasmissione del folklore.

2) Assenza di diagnosi di malattia mentale. La maggioranza degli addotti non appare essere allucinata, confabulante, bugiarda o sofferente di una chiara malattia mentale. Questo non significa che gli addotti non possono essere psicotici. Io ho incontrato, sebbene non abbia lavorato direttamente con lui, almeno un probabile addotto che era chiaramente scompensato dal punto di vista psicotico.

3) Associazione con gli UFO. Anche sé molte abduction sembrano avvenire indipendentemente degli avvistamenti UFO da parte degli addotti o di altri testimoni è stata costantemente osservata una stretta correlazione tra avvistamenti UFO e le abductions.

4) Bizzarri effetti fisici. Quanto anche possa provare essere lo stato ontologico di simili racconti una teoria convincente deve spiegare i più insoliti e difficili da credere effetti fisici descritti sopra.

5) I racconti dei bambini piccoli. I genitori possono naturalmente influenzare l'esperienza dei loro bambini. Ciononostante perché la teoria del fenomeno abduction sia completa noi dobbiamo trovare una spiegazione delle emotivamente intense e apparentemente autentiche, dettagliate esperienze anche di bambini molto piccoli la cui esposizione a fonti esterne di informazione è necessariamente limitata.

Che cosa sta avvenendo? Teorie correnti
Le teorie attuali includono cause psichiatriche, psico-socio-culturali, spiegazione extraterrestre e quella che potrebbe essere chiamata l'ipotesi di "altre dimensioni della coscienza."

- Psichiatriche: non è emersa alcun chiaro aspetto di malattia mentale, sebbene disturbi psichiatrici possono esistere tra gli addotti, correlati o non correlati alla storia di abduction. Sono stato colpito da quanta poca malattia mentale si manifesti tra gli addotti, considerando che spesso il fenomeno abduction dura per tutta la vita con la sua intensa capacità disturbante. Molti addotti soffrono dei sintomi della sindrome da stress post-traumatico ma non è chiaro, al di là di quello che gli addotti riforniscono, quale debba essere l'evento traumatico. È difficile da concepire un quadro clinico post-traumatico che nasca interamente all'interno della psiche. L'abuso infantile, incluso l'abuso sessuale, è stato considerato come una possibile causa ma non sembra poter spiegare la sintomatologia in alcuno dei casi trattati da me o da altri ricercatori.

- Psico-socio-culturali: confrontarsi con storie di abduction da parte di creature aliene fa nascere nella mente di molti ascoltatori l'idea che si tratta di una forma di isteria di massa o di pazzia collettiva. Contro queste idee tuttavia depone il fatto che gli addotti sono raramente in comunicazione l'uno con l'altro prima che si incontrano nei gruppi di supporto o si trovano in qualche modo l'uno con l'altro a causa delle loro comuni esperienze. È stato anche suggerito che gli addotti prendano i dettagli delle loro esperienze dai mass media. Questa è una possibilità seducente ma non regge ad un attento esame. Il fenomeno UFO è stato diffuso dai mass media a partire dal 1947 e le abduction entrano sulla scena da quando è stato ampiamente riportato nel 1966 il caso di Barney e Betty Hill. Ma la maggior parte delle descrizioni da parte dei media come "Incontri Ravvicinati del IV tipo" ed "ET" sono in genere poco precise, superficiali e grossolane e non forniscono il complicato e coerente dettaglio che è rintracciabile in così tanti racconti di abduction. Anche il documentario del 1975 sul caso Hill, "Interrupted Journey," manca del livello di dettaglio della maggior parte dei casi che io ho visto. Alcuni documentari più recenti sono stati più aderenti alla realtà delle esperienze di abduction ma i racconti di abduction li hanno preceduti e questi films sono del tutto generici e mancano della ricchezza di 'informazione che forniscono gli addotti. Altri hanno chiamato in causa l'idea di Jung dell'inconscio collettivo o del fenomeno "Psicoide" per le esperienze condivise degli addotti.

Jaques Vallè collega le moderne ufo abductions ai racconti storici e mitici delle visite fatte da piccole creature, contatti con oggetti volanti e rapimenti su veicoli spaziali. Come Bullard ha scritto "la ricerca di parallelismi è cara al cuore dei folkloristi. Si tratta di una questione complessa, che ci conduce nel profondo della natura della realtà come é percepita da particolari culture."
In una discussione sul mio lavoro avuta con Thomas Khun, storico delle scienze, e con sua moglie Jehane lei mi chiese: "come può un florido stereotipo coagularsi da un brodo frammentato in immagini emotivamente cariche senza essere avvenuto direttamente?" Questa domanda ci costringe ad avviare o riformulare le nostre nozioni di inconscio collettivo. Lei mi ha posto la stessa domanda fondamentale che il filosofo W.V. Quine mi pose ad Harvard pochi giorni dopo quando io presentai questo materiale, cioè, come potrebbe un complesso, dettagliato e traumatico complesso di idee e di eventi, alcuni dei quali ricadono al di fuori della nostra nozione di realtà, che sono sperimentati da altrimenti sane persone come realmente vissute, nascere spontaneamente in migliaia di menti di creature umane geograficamente separate e, per quanto si può dire, non in contatto tra loro? Una spiegazione basata su una simile espressione dell'inconscio collettivo sicuramente amplia le nostre nozioni della psiche e di come la mente umana lavora. Ancora, gli stessi fenomeni fisici associati con gli UFO e le esperienze di bambini piccoli non sono giustificabili con una simile spiegazione.
La ricerca sulle abductions ha veramente in chiunque un impatto dirompente sulla visione della natura e del cosmo. Nello sforzo di spiegare il fenomeno alcuni si sono rivolti a spiegazioni alternative della natura e del cosmo più familiari alle religioni orientali e alla filosofia che dipingono l'universo e le sue realtà come un vasto gioco di coscienze con manifestazioni fisiche. Noi occidentali ci siamo, per ragioni forse tanto misteriose quanto il fenomeno abduction stesso, tagliati fuori quasi totalmente dalla consapevolezza di qualsiasi altra forma di intelligenza superiore.

- L'ipotesi extraterrestre: quasi grazie a un processo di successiva eliminazione molti ricercatori, almeno negli Stati Uniti, sono giunti alla conclusione che gli UFO sono navi spaziali guidate da extraterrestri e che queste creature esistono nella nostra realtà materiale ed effettuano i rapimenti. Come ha scritto Bullard questa ipotesi quadra con le esperienze condivise meglio che con le fantasie personali o con le nozioni culturali... Non importa il perché e il come ma la spiegazione extraterrestre funziona. Essa soddisfa chi ci crede con una sistematica, intimamente razionale spiegazione del fenomeno abduction a patto che venga fatta una sola premessa: origini aliene. Jacobs sembra aver ragione quando afferma: "non è arrivato su questo argomento nessun significativo corpo di pensiero che presenti forti evidenze che qualcos'altro stia accadendo oltre a quello che gli addotti dichiarano". Tuttavia anche l'ipotesi extraterrestre presenta dei problemi, specialmente come é stata formulata in letteratura. Il professore di scienze naturali Michael Swords esplora qualcosa del genere nel suo articolo "UFO come viaggiatori del tempo". Per esempio perché non abbiamo visto migliori fotografie di UFO che atterrano in aree popolate e nessuna di queste creature stesse? Perché a parte la possibile eccezione del controverso incidente di Roswell non abbiamo alcun manufatto che confermi una presenza aliena? (Una possibile risposta a queste domande "Ufo cover up")

- Penetrazione di altre dimensioni: ogni teoria deve quindi far fronte a contraddizioni virtualmente inconciliabili. Se il fenomeno abduction viene considerato dal punto di vista della psiche allora ci dobbiamo confrontare con materiale estremamente bizzarro riferito in tutta sincerità da individui altrimenti sani e non possiamo in questo modo dare alcuna giustificazione alle manifestazioni fisiche che lo accompagnano. D'altro canto una ipotesi extraterrestre amplierebbe la nostra nozione dell'universo fisico e delle sue proprietà verso e oltre i limiti convenzionalmente accettati della realtà. Confrontandosi con questo dilemma alcuni ufologi e specialmente Jaques Vallee e Karl Brunstein stanno scrivendo della penetrazione nella nostra realtà di mondi paralleli, persino di altri universi. Vallee per esempio afferma "io credo che il fenomeno UFO rappresenti la prova dell'esistenza di altre dimensioni oltre lo spazio tempo; gli UFO non possono provenire dallo spazio ordinario ma da un multiverso che si trova intorno a noi..." . È interessante notare che gli addotti stessi, che sono spesso scientificamente poco preparati e ampiamente poco familiari con questi scritti, parlano anche sotto ipnosi, dell'impressione che loro hanno della penetrazione nella loro coscienza di altre dimensioni oltre al nostro familiare concetto di spazio-tempo. Molti degli addotti che io ho incontrato hanno la sensazione che siano all'opera alcune altre intelligenze oltre la nostra, che loro sentono essere responsabili dell'incrocio di nuove forme di vita, che cambiano la loro propria coscienza e toccano le fondamentali nozioni umane di realtà. Un uomo per esempio dice "quando noi vediamo il loro arrivo è come vedere da dietro un telo (un pezzo di materiale usato nel teatro per creare l'illusione di un muro solido o di uno sfondo) o una specie di schermo cinematografico. Quando loro arrivano tu guardi alla realtà ordinaria come se avessi uno schermo cinematografico nel nervo ottico. Quando loro arrivano é come se qualcuno illuminasse con una luce brillante dietro lo schermo per nascondere la scena. Quello che noi percepiamo come uno schermo cinematografico, quello che noi chiamiamo realtà, loro distorcono, provandoci che si tratta solo di una costruzione, di una versione della realtà."

Sommario e conclusioni
Il fenomeno abduction ci fa confrontare con un autentico ed inquietante mistero. Ma forse come ha scritto Edmund Bolles: "è importante confessarlo quando sia ha a che fare con qualcosa di misterioso". Per questo io credo che non esiste un modo per dare un senso o una convincente spiegazione a questo fenomeno all'interno della struttura della nostra attuale visione di quello che é reale o possibile. Le nostre teorie psicologiche non comprendono il modo di spiegare la simultanea occorrenza tra migliaia di persone sconosciute l'una all'altra, compresi i bambini piccoli, di complesse, elaborate e qualche volta estremamente potenti esperienze che coincidono l'una con l'altra nei dettagli più minuti accompagnate da una varietà di peculiari fenomeni fisici. Allo stesso modo la nostra comprensione della realtà fisica non può spiegare la tecnologia attraverso la quale una popolazione di creature in qualche altro reale spazio temporale può entrare nel nostro mondo con una così limitata capacità di rilevazione da parte nostra e agire indisturbata su così tante persone.
Tuttavia può essere proprio attraverso questi fenomeni che non si inseriscono nelle nostre categorie scientifiche, come le esperienze vicino alla morte, dalle quale noi possiamo imparare molto anche se ci costringono a cambiare la nostra visione della realtà.
Questi individui, gli addotti stessi, sono profondamente toccati dalle loro esperienze che possono essere emotivamente e fisicamente disturbanti e traumatiche. Loro hanno bisogno di interventi diagnostici intelligenti, empatici e terapeutici da parte di individui che hanno familiarità con i dettagli del fenomeno e volontà di sospendere il proprio giudizio circa la sua origine o le sue possibili cause. Infatti un piccolo aiuto spesso porta lontano in questi casi. Perché questi sono generalmente individui non gravemente disturbati e che non necessitano di intensa psicoterapia. Quando loro incontrano qualcuno che li ascolta, che prende i loro racconti seriamente e che non cerca, come è loro accaduto spesso nel passato, di inserire i loro racconti in categorie diagnostiche note, si ottiene in genere un grande sollievo e un miglioramento del loro stato mentale sebbene loro siano inizialmente preoccupati di doversi confrontare con la realtà di esperienze che avrebbero preferito negare come fantasie, sogni o persino allucinazioni. Alcuni addotti desiderano esplorare più nel profondo attraverso l'ipnosi o altri mezzi i ricordi seppelliti nella mente delle loro abduction. Un più intenso lavoro di questo genere richiede lo sviluppo di standard terapeutici che alcuni ricercatori di questo fenomeno, specialmente l'internista David Gotlib sta cercando di definire a Toronto. Si sono dimostrati di grande aiuto per questa popolazione i gruppi di supporto guidati da qualcuno che faccia trattamento e ricerca sulle abduction attraverso i quali gli addotti possono incontrarsi l'un con l'altro e condividere storie ed esperienze. Perché come è stato già notato gli addotti vivono in una specie di isolamento auto-imposto, temendo, a ragione, che incontreranno come nel passato non soltanto discredito ma ridicolizzazione o la negazione come "pazzia" se parlano di questi aspetti delle loro vite.
Per concludere il fenomeno abduction presenta un considerevole interesse clinico e scientifico. Attualmente non esiste alcuna convincente spiegazione che possa giustificare i racconti degli addotti. Abbiamo la possibilità di imparare attraverso le future ricerche molto circa la natura della psiche umana e ampliare le nostre nozioni della realtà fisica e psicologica. Il fenomeno può consegnarci una specie di quarto colpo al nostro egoismo collettivo dopo quello di Copernico, di Darwin e di Freud. Perché siamo costretti a renderci conto che non soltanto non siamo al centro dell'Universo ma che non siamo nemmeno la preminente o dominante intelligenza nel Cosmo in grado di controllare la nostra esistenza psicologica e fisica. Sembra che possiamo essere "invasi" o rapiti da altre creature, o almeno da alcune altre forme di esseri o coscienze che sembrano capaci di fare con noi quello che vogliono per uno scopo che non siamo ancora capaci di scoprire.

Prof. John E. Mack
Narrastorie
00sabato 12 novembre 2011 12:38
JOHN MACK - LE ABDUCTION E L'ESPERIENZA DI TRASFORMAZIONE

Chi, meglio di Hopkins, poteva dirci tutto dell’indimenticabile professore che ha sfidato Harvard, per aiutare tante persone a superare una realtà così dolorosamente straordinaria?
di Budd Hopkins - New York, Febbraio 2006

In un recente intervento, Will Bueche del PEER (Program for Extraordinary Experience Research) ha sollevato alcune domande riguardo la mia visione della natura trasformativa delle esperienze di UFO abduction. Quanto sto per esporre è una spiegazione esaustiva della mia posizione, come anche un’opportunità per aggiungere alcune riflessioni personali sul mio amico e collega, il compianto John Mack. È risaputo nella comunità ufologica che il Dr. Mack, fondatore del PEER, aveva una visione alquanto diversa del fenomeno abduction rispetto alla mia. In parole povere, sono sempre stato del parere che gli occupanti degli UFO - gli abductors - stiano portando avanti un piano egoistico che ho illustrato in varie pubblicazioni, e che il loro comportamento non sembri né deliberatamente malevolo né benevolo. Nelle nostre molte conversazioni nel corso degli anni, era chiaro che John Mack preferisse credere che ci fosse un lato benevolo nel programma alieno. In una meno astratta differenza tra noi, io interpretavo la trasformazione positiva nelle vite degli addotti che entrambi conoscevamo e con cui lavoravamo, come unicamente dovuta a fattori umani, piuttosto che a qualche tipo di trasmissione spirituale da parte degli alieni. Mi sembra ovvio che, presi assieme, le risorse personali degli individui, l’amore e il sostegno delle loro famiglie ed amici, la sensibilità e abilità del terapeuta/ricercatore con cui lavoravano, siano gli agenti che provocano tali positive trasformazioni.

Esplorando le esperienze
Nella visione di John Mack, comunque, gli alieni avrebbero appositamente trasmesso a molti addotti un senso di profondo amore trans-personale, come anche un forte desiderio di impegnarsi per il miglioramento del nostro ecosistema minacciato. Se ciò fosse vero, sarebbe un esito felice a bilanciamento dell’inevitabile trauma delle abduction, ma sfortunatamente le prove indicano decisamente il contrario. Il primo e più negativo elemento è dato dai modelli di abduction rilevati in tanto tempo, che mostrano chiaramente che tali incontri hanno inizio nell’infanzia e continuano a intervalli irregolari nel corso dei decenni, per quanto non vi sia di fatto alcuna prova che gli addotti, durante la vita, siano più consapevoli da un punto di vista ambientale rispetto ai non-addotti. (Infatti, nei primi gruppi che coadiuvavo, restavo sempre deluso da quanti partecipanti fossero grandi fumatori o mostrassero segni di abuso di altre, insalubri sostanze). I fattori che sembravano, in seguito, suscitare sensibilità ecologica erano la completa esplorazione da parte dell’individuo delle esperienze di rapimento, spesso con l’utilizzo dell’ipnosi e, sfortunatamente, l’input ideologico del terapeuta/investigatore.
Ad esempio, anni fa, John Mack mi informò di aver lavorato con tre addotti che si erano rivolti a lui in stato di infelicità, depressione e svolgevano lavori privi d’interesse. Aggiunse che, dopo tre mesi di aiuto nell’esplorazione delle loro esperienze di abduction, tutti e tre si erano convinti che gli alieni volessero sensibilizzarli ai temi ambientali. Con grande entusiasmo mi raccontò che tutti e tre avevano lasciato il loro lavoro e avevano trovato un nuovo impiego in ambiti importanti dal punto di vista ambientale. «Ma John – risposi - se gli alieni li hanno presi per venti o trent’anni e tutti e tre erano depressi e mantenevano i loro lavori senza prospettive, e tu li hai avuti per tre o quattro mesi e le loro vite sono cambiate in meglio, di chi è il merito?»

Aggrapparsi a invisibili fattori esterni
Il mio punto di vista riguardo la differenza fondamentale tra la visione di John di queste trasformazioni, in parole povere è la seguente: la sua era una visione alquanto mistica - alcuni potrebbero definirla addirittura “religiosa”, nel senso lato del termine - mentre la mia era la più tradizionalmente umanistica. Penso che le trasformazioni negli addotti che vorremmo constatare, scaturiscano da meccanismi puramente umani, senza benevoli interventi esterni da parte dei rapitori. Per arrivare al punto, propongo una semplice analogia. Supponiamo vi siano due negozi di hardware (ferramenta, N.d.R.) in concorrenza, nella stessa cittadina, quello di maggior successo di proprietà di un cristiano fondamentalista e quello di minor successo di proprietà di un onesto lavoratore buddista. Il cristiano è convinto che il suo negozio vada meglio perché il Dio Cristiano risponde alle sue preghiere e lo aiuta, mentre il Buddista è del tutto consapevole che il negozio del suo concorrente va meglio per tre ragioni molto terrene: gode di una posizione più centrale, di un più ampio parcheggio e di un migliore carico e scarico merci.
È lapalissiano, spesso scegliamo di attribuire la cattiva e la buona sorte a “invisibili” fattori esterni, mentre dovrebbe essere ovvio che stiamo aggrappandoci ai nostri sistemi di pensiero, alla religione, o ad altro. Di conseguenza, se ci atteniamo all’esempio da me proposto, John Mack preferì ascrivere il successo del suo stesso lavoro e la crescita spirituale del suoi pazienti in gran parte all’intervento alieno esterno, a un “dono da altrove”, mentre avrebbe dovuto considerare una combinazione fra le sue innegabili capacità terapeutiche e le personalità, le risorse spirituali e le opportunità degli addotti con cui lavorava.

L’inganno degli alieni
Un altro elemento inficia ulteriormente l’idea che gli alieni abbiano il merito di queste trasformazioni. Questo fattore straordinariamente importante non è altro che l’onnipresenza dell’inganno alieno: il metodico blocco delle memorie degli addotti, la creazione di screen memories (memorie schermo) - false immagini inculcate a forza negli innocenti soggetti in modo da occultare aspetti inquietanti delle abduction - e forse, peggio di tutti, ripetute affermazioni da parte degli alieni che «siamo i tuoi veri genitori, vieni dalle stelle, appartieni a noi», e via dicendo. Tutto questo dovrebbe mettere in guardia ognuno di noi dal credere automaticamente alle promesse degli alieni, dai proclami di “profondo amore spirituale”, o persino dalla semplice rassicurazione «non preoccuparti, non farà male». Ciononostante ci sono addotti che scelgono di fidarsi di queste lusinghe, una tendenza probabilmente imputabile alla nostra necessità umana di credere al meglio, oltre che all’efficace manipolare le emozioni umane dimostrato dagli alieni.
Detto questo, ritengo che una tale serie di drammatici incontri personali, come le abduction, che a intermittenza accompagnano il soggetto per tutta la vita, ricordate consciamente o meno, causino inevitabilmente genuine trasformazioni nel procedere di qualsiasi esistenza, e a questo riguardo ho scritto ampiamente. Chiunque lavori con addotti - a partire da John Mack - è diventato anche consapevole di questo lato negativo delle esperienze: disordini post traumatici, depressione, scarsa autostima, elevati livelli di diffidenza, e altro ancora. In oltre trent’anni di esperienza lavorativa con molte centinaia di addotti, sono venuto a conoscenza di diversi tentativi di suicidio - alcuni riusciti - e di una serie di esaurimenti nervosi e ricoveri, nulla di tutto ciò rappresenta un fatto straordinario.
Ma, come detto prima, una volta che gli addotti hanno cominciato a esplorare le proprie esperienze con terapeuti/ricercatori obiettivi e a interagire con altri addotti attraverso amicizia e partecipazione a gruppi di sostegno, spesso viene alla luce un lato positivo dei loro incontri. Molti sentono che, accanto ai traumi sofferti, le loro vite si sono in qualche modo ampliate, il loro senso di connessione con tutte le forme di vita si è acuito, e il loro rispetto per il nostro splendido e fragile pianeta si è risvegliato.
Ancora una volta, però, la domanda fondamentale è se questi risultati positivi siano un deliberato dono degli alieni o semplicemente un aspetto dell’innata generosità e capacità di recupero dello spirito umano di fronte a esperienze straordinarie.

Addotti e astronauti
Mi sembra ovvio che per chiunque si trovasse temporaneamente trasportato dalla familiare sicurezza del proprio pianeta in un ambiente non terrestre, l’esperienza sarebbe necessariamente trasformativa da un punto di vista emotivo. Fortunatamente, abbiamo registrato una serie di reazioni a tali esperienze, in cui soggetti, nel tornare al proprio pianeta, esprimevano i loro sentimenti verso la bellezza della Terra e la sua situazione in pericolo e rinnovavano il proprio impegno verso i temi ambientalisti. Alcuni hanno eloquentemente descritto i cambiamenti spirituali e intellettuali ad ampio raggio che le proprie esperienze non terrestri hanno prodotto. Non sto parlando di addotti dagli UFO, mi riferisco agli astronauti della NASA, a uomini e donne che hanno volontariamente lasciato la prossimità della Terra, temporaneamente, rinunciando alla loro consueta autonomia per guardare indietro con tristezza e preoccupazione al nostro povero pianeta. Questi “addotti NASA” forniscono quello che uno scienziato sperimentale descriverebbe come un controllo, un modo di misurare le innate reazioni delle persone che si spingono lontano dalla familiarità della loro casa terrestre.
Possono essere paragonati, in qualche modo, alle reazioni di coloro che sono stati sequestrati contro la propria volontà e temporaneamente portati via dagli occupanti degli UFO. Quindi, se qualcuno dovesse chiedere «Cosa potrebbe pensare l’essere umano medio dopo una simile esperienza», l’astronauta della NASA fornisce, almeno, una risposta parziale: un simile viaggiatore spaziale tornerà probabilmente più attento verso i temi ambientali e lo stato di salute in pericolo del pianeta, non a causa della trasmissione emotiva degli alieni, ma grazie alle insite speranze e preoccupazioni dell’essere umano.
Alla luce di tutte queste motivazioni, mi sembra che la visione di John Mack degli alieni come benevoli rappresentanti di un arricchimento spirituale e di preoccupazioni ecologiste, per gli addotti costituisca essenzialmente materia di fede mistica, senza alcuna prova convincente a sostegno. Peggio, fornisce una sorta di rassicurante alibi per il prelievo da parte degli alieni di uomini, donne e bambini innocenti da sottoporre a una serie di fredde procedure traumatizzanti che apparentemente vanno a beneficio degli alieni, ma inevitabilmente causano profonde cicatrici emotive negli umani.

Le assurdità dei debunkers
Infine - la cosa forse più demoralizzante - questa “benevola” visione degli alieni manipolatori attribuisce loro risorse spirituali che di tutto diritto appartengono, in realtà, ai traumatizzati, persino eroici addotti. Ricordo una discussione che ebbi alcuni anni fa con la moglie di un addotto con cui John lavorava molto. Suo marito, spiegò, era letteralmente incantato dalla sua “famiglia aliena”, al punto da farla sentire scoraggiata e un po’ emarginata. Le chiesi se pensasse che la profonda relazione affettiva che suo marito affermava di avere con i suoi rapitori, la crescita spirituale e la sensibilizzazione ambientale che secondo lui essi avessero stimolato, fossero “doni” degli alieni, o se invece suo marito, di per sé, ne fosse la fonte. Con una scrollata di spalle disse di credere che tutto derivava dalla natura spirituale e fiduciosa del marito e che gli alieni, in realtà, non gli avevano dato niente. Anzi, pensava che lo stessero freddamente usando per i loro propositi.
Da un’altra prospettiva, ai debunker piace affermare che alcuni o persino tutti gli addotti siano “felici” di avere queste esperienze, perché questa idea rappresenta un baluardo dell’idea scettica secondo la quale il fenomeno abduction non è niente più che un culto della New Age. Teorizzano che molte persone temono che “Dio sia morto”, così i debunker descrivono gli addotti semplicemente come un altro gruppo che ha dovuto inventare nuovi dèi - gli occupanti degli UFO - per dare un senso alle loro vite. Questo assurdo concetto ignora non solo le prove fisiche del fenomeno, ma anche l’enorme numero di addotti che, avendo sofferto traumi emotivi e fisici, nutre un profondo risentimento verso i rapitori. Sorprendentemente però, molti di questi stessi addotti traumatizzati sostengono, come ho accennato, che la loro consapevolezza spirituale è stata aumentata, oltre la sfera di consapevolezza dei non addotti e che non potrebbero immaginare di vivere senza queste esperienze di incontri alieni. Una breve riflessione ne spiega il perché. Sostituiamo, per un momento, l’esperienza della guerra a quella di abduction da UFO durante il corso di una vita. E immaginiamo anche due giovani amici cresciuti insieme, uno dei quali ha combattuto durante l’occupazione dell’Iraq e l’altro che lavora in un fast food a New York. Passa un anno, il reduce dall’Iraq torna a casa e riprende a frequentare il vecchio amico. Durante il servizio oltremare ha vissuto esperienze indicibili, ha visto eroismo e coraggio, morte e distruzione, intenso cameratismo e codardia, paura e sacrificio personale, mentre il suo amico lavorava da McDonald’s. C’è qualche dubbio su chi dei due sia cresciuto emotivamente e spiritualmente? Quale dei due sia davvero cambiato? Il veterano di guerra può sentirsi più vicino al suo vecchio amico di quanto si senta vicino agli uomini della sua compagnia, alcuni dei quali hanno rischiato la propria vita per salvarsi a vicenda?
Gli addotti dagli UFO hanno conosciuto un mondo sconosciuto al resto di noi nei suoi orrori e nella sua magia, la sua grandiosità di espansione e il suo impotente dolore. Come gli astronauti della NASA, gli addotti si sono avventurati (involontariamente) fuori dal mondo conosciuto verso la vasta estraneità dell’Universo. Hanno incontrato e interagito con un’intelligenza aliena assolutamente sconosciuta, che ha il controllo di una tecnologia straordinariamente nuova. Come il reduce di guerra, gli addotti hanno dovuto affrontare una varietà immensa di emozioni, questioni emotive e spirituali, tanto trasformative nell’animo e indimenticabili che né il soldato di fanteria né l’addotto possono immaginare la propria vita senza.

La paura del futuro
Alla fine, si arriva a un punto: se si chiede a qualcuno dei sopravvissuti da una violenta battaglia in Iraq se vorrebbero che i loro figli vivessero le stesse esperienze, pochi, forse nessuno, risponderebbero di sì. E nel mio lavoro decennale con gli addotti, non ho mai incontrato nessuno che mi abbia detto che avrebbe desiderato che i propri figli vivessero le medesime esperienze di abduction. Infatti, temono l’idea che i loro discendenti possano un giorno diventare addotti e soffrire come hanno sofferto loro.
A mio avviso questo rappresenta un giudizio finale, non solo sulla “gloria” della “guerra”, ma anche sulla cosiddetta “natura benevola” delle abduction.
La nostra amicizia cominciò nel 1990, e nel giro di poche settimane era diventata intima e immensamente gratificante per entrambi. Sebbene John vivesse nell’area di Boston e io a New York, ci tenevamo in stretto contatto, tramite lettere, telefonate e visite. Era uno degli uomini più carismatici che io abbia mai conosciuto, ed era impossibile resistere al suo fascino di persona positiva e ottimista. Per quanto fosse un bell’uomo, alto, slanciato ed elegante, camminava a piccoli passi, veloci e strascicati e con una postura lievemente curva, come se le preoccupazioni per i suoi pazienti addotti lo appesantissero inconsciamente. Pur trovando tali questioni sconvolgenti, non sembrava però disposto a lasciare che queste disturbassero il suo atteggiamento ottimistico e, infatti, il contagioso calore del suo sorriso è rimasto sempre uno dei suoi tratti più affascinanti.
Tuttavia, chiunque lavori con gli addotti - John incluso - ha dovuto inventarsi dei modi per mantenere alto il proprio umore, perché il nostro lavoro ci fa assistere a molto dolore psichico. Per superare la giornata, il mio caro amico David Jacobs ricorre al creativo insegnamento della Soria Americana, al suo meraviglioso senso dell’umorismo e all’autoironia. Io trovo sollievo nella mia arte e facendo visita al Metropolitan Museum quasi settimanalmente, per bearmi tra i Cezanne e i Van Gogh. Diversamente da David e me, che siamo talvolta incapaci di rimuginare in compagnia, John è sempre stato determinatamente ottimista, dietro un sorriso quasi evasivo, anche se le sue spalle erano inarcate e la sua schiena dolorosamente curva. E mai, in mia presenza, mi è sembrato giù di morale, o non fiducioso sulle intenzioni degli alieni. La voce di John era meravigliosamente profonda e risonante, e sapeva usarla efficacemente nelle sue frequenti conferenze. Una voce calma e intelligente che aiutava a rendere le sue complesse presentazioni eloquenti e deduttive. Come inevitabili tic nervosi, ognuno di noi ha le sue parole ed espressioni preferite, e la sua era “ontologico”. Potevi essere certo che l’avrebbe pronunciata durante uno dei suoi discorsi, un indice di un certo livello di astrattismo nel suo modo di parlare.

Le due facce della medaglia
Sorseggiando un caffè o un drink, John e io spesso discutevamo sul fatto che sebbene fossimo entrambi laureati all’Oberlin College (a distanza di due anni), i nostri anni college erano stati radicalmente diversi e lo stesso poi è accaduto nel nostro coinvolgimento con il fenomeno UFO. Diversamente da me, John, originario di New York, era cresciuto in un ambiente intellettualmente privilegiato in cui, spiegò, ateismo e freddo razionalismo scientifico prevalevano. Aveva frequentato la facoltà di Medicina, era diventato psichiatra, con una spiccata predilezione per gli insegnamenti di Freud. A Medicina, John, aveva ovviamente seguito diversi corsi scientifici, anche se, per un ortodosso come l’astronomo Carl Sagan, la psichiatria non fosse da qualificare tra le branche della scienza. Una volta, conversando con Sagan, accennai al fatto che diversi psichiatri di mia conoscenza si erano interessati al fenomeno abduction e avevano dovuto ammettere di non avere spiegazioni adeguate per i dettagliati e straordinariamente simili racconti degli addotti. Sagan rispose, con la sua voce alta, leggermente stridula e nasale, «Beh, uno scienziato direbbe…» a cui fece seguito una meccanica denigrazione dei metodi e degli standard di chi appartiene al campo della psicologia. Quindi, con una condiscendente ostentazione verbale, il famoso astronomo sembrò non solo aver scomunicato John Mack e tutti i suoi colleghi dalle aule della scienza, ma aver reso anche le loro opinioni sulle abduction prive di qualunque spessore.
Nei primi anni, discutendo con John, cercai di fargli capire come la mia vita avesse preso una direzione praticamente opposta alla sua. A differenza dell’ambiente iper razionalista nel quale era cresciuto lui, la mia famiglia, molto borghese, repubblicana della middle-class, prestava ancora un po’ di attenzione alla fede protestante. Non una famiglia di gente pia, comunque, prova ne sia che in chiesa, da piccolo, ci andavo di tanto in tanto. Fino al college, crebbi sulla base di acritici princìpi conservatori, non solo sul piano politico, poi mi immersi sempre più avidamente nella lettura, per giungere a un mio livello di maturità etica e intellettuale. L’arte, non la scienza, è sempre stata il mio campo. Cominciai a dipingere, mi trasferii a New York nel 1953 e presi a lavorare e ad esporre. Spiegai a John che, come tutti i pittori astratti, vivevo la mia vita in un territorio magico dove tessuti e pigmenti, segni e tratti personali venivano trasformati in pura emozione, in un processo creativo che ha in sé più di un tratto mistico. E con lo svilupparsi della vita, John, gradualmente si allontanò dalle sue convenzionali radici scientifiche, iniziando a esplorare quelle che si potrebbero descrivere come più arcane, persino mistiche realtà. Diventò un seguace di Werner Erhard e del suo sistema di studi parapsicologici EST (Erhard Seminar Training) e sperimentò presto diversi metodi di espansione della coscienza, attraverso droghe allucinogene e le tecniche di respirazione profonda di Stanislof Grof. In seguito, nel 1990, quando ci incontrammo, lo introdussi alla complessità e la confusione del fenomeno abduction e la sua vita prese un’ulteriore, nuova direzione.

«La mia nuova arte»
Dal mio canto, dopo aver avuto un avvistamento UFO nel 1964 e aver cominciato a leggere a riguardo, mi resi conto che avevo bisogno di integrare un tipo di curiosità più scientifica alla mia normale... vita artistica. Poi, nel 1975, trovandomi a indagare su un caso di atterraggio UFO con occupanti, mi resi conto di essere divenuto, ipso facto, un inquirente part-time, che lavorava un po’ come un detective di polizia, sebbene il mio lavoro quotidiano fosse ancora immerso nella più eccitante atmosfera della creatività artistica. Poco tempo dopo, quando scoprii una quantità di resoconti di abduction e cominciai a esplorarli, dovetti completamente inventarmi una nuova serie di tecniche di indagine e di interviste.
Qualche anno dopo essere stato introdotto all’argomento, John Mack cominciò a vedere meno il fenomeno abduction attraverso la fredda luce del giorno - come aveva fatto all’inizio - e più secondo le più confortanti lenti di un nuovo sistema di espansione spirituale. Mentre io, l’artista, raccoglievo foto di cicatrici e marchi a cucchiaio sugli addotti, e raccoglievo campioni di terreno per le analisi, John, lo scienziato, stava diventando sempre più interessato alle implicazioni filosofiche della realtà aliena e a una considerazione quasi mistica per le testimonianze. Dunque, in qualche modo sembrava che io e lui ci stessimo gradualmente scambiando l’un l’altro le originarie forme di pensiero.
A quanto ne so, John non hai mai scattato una sola foto alle cicatrici degli addotti, né ha mai sottoposto un soggetto ad analisi scientifiche, considerando inutili, come ebbe a dichiarare, simili riscontri. Da parte mia, non ho mai interpellato una facoltà universitaria sulle implicazioni filosofiche dell’esistenza aliena o speculato ampiamente su ciò che questo possa significare per noi terrestri. Posso immaginare perché John non abbia mai voluto fare delle fotografie ai segni fisici sugli addotti: non gli piaceva che gli si ricordassero le ferite subite dagli addotti. Io, nel contempo, ero cosciente di non avere l’istruzione necessaria per ricorrere con cognizione alle complesse questioni ontologiche di cui John era solito parlare nelle maggiori università.
Senza dubbio, comunque, una delle sue qualità più accattivanti era un tipo speciale di innocenza, una caratteristica che non si trova abitualmente tra i professori universitari ed esperti psichiatri. Accanto a John mi sentivo un po’ cinico, nel senso che la mia visione sull’innata affidabilità dei miei simili era sempre di qualche grado inferiore alla sua. E fu proprio la sua innocenza, sfruttata da una donna nel suo gruppo di sostegno, a causargli enormi difficoltà con le autorità di Harvard, restando vittima di uno spietato raggiro. Ma John aveva un’incrollabile fiducia e, dopo la crisi ad Harvard, accettò un invito per un incontro con lo CSICOP, il gruppo degli scettici di professione. A quanto pare, vi andò con l’ingenua idea di poter cambiare qualche mente ottusa, solo per scoprire che i trogloditi CSICOppini avevano portato con loro la stessa donna infida per lanciare un vile attacco contro di lui. Nei quasi quindici anni di nostra amicizia John non sembrò mai perdere né la sua innata, fiduciosa innocenza, né la sua ottimistica, cronicamente speranzosa forma mentale. Queste qualità, insieme, lo rendevano irresistibile, ed era adorato da moltissime persone. Un addotto che aveva lavorato sia con me che con John, una volta ammise di andare da John per sentirsi sollevato e ispirato, e da me per scoprire ciò che succedeva realmente durante le sue esperienze di abduction. A malincuore, mi sono reso conto che, sebbene possa fornire verità e accuratezza, non potrò mai offrire abbastanza sollievo o speranza per riuscire a soddisfare completamente questo bisogno dell’uomo.

«Aiutatemi!»
Un ultimo esempio per chiarire le nostre diverse visioni sul fenomeno abduction. Nei primi anni ’90 mi trovavo a Boston e presi parte a uno dei gruppi di sostegno di John. Dal momento che il gruppo non poteva autogestirsi, alla riunione vi erano diversi membri del PEER. Proprio all’inizio, un’infelice donna di mezza età cominciò a parlare. Quello era il secondo gruppo di sostegno del PEER a cui partecipava, spiegò, e sperava che sarebbe stato migliore del primo. Aveva frequentato l’incontro con un senso di disperazione, come «una persona che annega mentre nuota verso una zattera», disse. Era venuta con molti problemi per i quali aveva bisogno di aiuto, ma invece di ricevere aiuto, ci disse, «tutto quello di cui tutti volevano discutere a quell’incontro erano le belle cose che gli alieni avevano fatto per loro» durante le prime settimane. «Gli alieni non hanno fatto niente di buono per me» affermò con una certa veemenza. «Per tutta la vita non mi hanno causato altro che un sacco di problemi». Ancor peggio, si era sentita disprezzata dagli altri durante il primo incontro e ne era uscita sconfortata, con tutti i suoi problemi ancora irrisolti. Ora voleva solo essere aiutata davvero. Ci raccontò che per lei era quasi impossibile andare dal medico per controlli di routine, perché aveva una terribile fobia dei tavoli da esame e gli ambienti medici sterili. Era sicura che queste paure fossero legate alle sue esperienze di abduction.
Per via del suo palpabile senso di disperazione, suggerii di cominciare a fare il giro, affinché ognuno, a turno, potesse parlare delle proprie esperienze con medici, dentisti, ginecologi e così via. In questo modo, forse, qualcuno poteva avere qualcosa di utile e concreto da consigliarle, per affrontare le sue paure. Sorprendentemente, tutti tranne uno riferirono simili problemi di fobie mediche, ma nessuno aveva mai collegato quei rovinosi problemi di vita reale alle proprie esperienze di abduction. L’unica eccezione era una donna che disse, senza la minima ironia, di non aver mai avuto problemi con i dottori perché non ne aveva mai visto uno per più di vent’anni! Non aveva fiducia in loro e da tempo si era affidata ai guaritori alternativi, con i quali si sentiva a suo agio. Fu una serata per me edificante e si rivelò enormemente utile per ogni partecipante, in particolare per la signora che aveva dato inizio al tutto. (Fatto interessante, una volta condussi un gruppo di sostegno a Rio de Janeiro sullo stesso argomento e ottenni gli stessi risultati). Ma il punto a cui vorrei arrivare è che dedicare una seduta di un gruppo di sostegno a simili questioni “mondane”, quali le fobie mediche, non è né confortante né d’ispirazione - né filosoficamente rilevante - ma è, indiscutibilmente, efficace da un punto di vista terapeutico. Agli addotti dei miei gruppi di sostegno ho sempre cercato di evitare interminabili discussioni filosofiche e girotondi verbali, mentre mi sono concentrato sulle questioni più immediatamente psicologiche. E dunque, John Mack e io, amici e colleghi negli ultimi quindici anni della sua vita, abbiamo percorso sentieri separati, in un certo senso divergenti. Il suo era il più metafisico e fiducioso mentre il mio, credo, il più terreno e realistico. A ogni modo, nonostante le nostre opposte visioni del fenomeno UFO, sento terribilmente la sua mancanza, e trovo quasi impossibile credere che non lo rivedrò mai più… che qualcuno così reale, vivido, se ne sia andato. Le nostre opinioni discordanti, una volta tanto critiche, ora sembrano vicine, perché la vita, la vita umana, è molto più importante dell’interpretazione di intrusioni aliene che, comunque, non siamo in grado di impedire.
Narrastorie
00sabato 12 novembre 2011 12:39
L'OPERA DI JOHN MACK

Compendio a cura di Clayton O. Montez, Atlantic University
Fonte: DNA magazine


“Le abductions sono reali”, dichiara il vincitore del Premio Pulitzer, Psichiatra dell’Università di Harvard, John E.Mack. Dopo aver udito decine di storie da tutto il mondo, di creature extraterrestri che prelevano uomini, donne e bambini, contro la loro volontà e le trasportano su raggi di luce attraverso i muri e le finestre a bordo di strani velivoli, il Dr.Mack propone un’illuminante ipotesi: “Gli alieni stanno conducendo un programma intergalattico di genetica, combinato ad un fraterno avvertimento del tremendo incombente nostro destino, se la Terra non abbandona la strada della guerra, e quella del disastro ambientale”.
In “Abduction: Human Encounters with Aliens (Scribners), il Dr. Mack presenta tredici casi studiati, che riflettono il suo lavoro con oltre cento persone di varie età e condizione sociale, dai bambini di tre anni a figure politiche di spicco. La maggioranza di queste persone non ha storia di disagi mentali, né alcolismo, o abuso di sostanze che possano compromettere i loro racconti.
La singolare natura delle loro esperienze condusse Mack all’inquietante conclusione che gli incontri con gli alieni accadevano in una realtà differente, al di fuori della nostra consapevolezza umana. E’ questo peculiare territorio, il regno degli incontri, che rende così difficile per l’osservatore esterno accettare la realtà dei resoconti di rapimento. E’ questa stessa peculiarità che conferisce a tali storie un potere mitico che cambia la nostra visione del mondo.
Non c’è alcuna prova che spieghi gli innumerevoli ricordi di episodi traumatici come rapimenti, operazioni mediche, vuoti temporali, ed incontri sessuali. In ogni caso, queste esperienze di contatto alieno hanno un impatto più potente, rispetto al mondo fisico a noi familiare. Gli addotti sono definitivamente lasciati con sentimenti profondamente turbati, che alterano radicalmente la percezione del loro essere, del mondo, e della posizione che essi vi occupano.
Molti soggetti, incapaci di trovare sollievo nella psicoterapia convenzionale, hanno provato il nuovo trattamento proposto dal Dr.Mack. Egli li aiuta a far fronte alle loro esperienze attraverso una sintesi di “pratica respiratoria olotropica” una forma di respirazione logica che il Dr. Stanislaus Grof ha sviluppato in un sostituto della terapia psichedelica e dell’ipnosi, combinato con l’applicazione di tecniche di regressione. Questi metodi vengono impiegati comunemente su individui esposti ad un’ampia varietà di manifestazioni paranormali, incluse le esperienze di pre-morte ed altri fenomeni psichici, mistici o spirituali. Sospettando che il fenomeno delle abductions si adatti alle categorie citate, il Dr.Mack introduce uno stile di terapia per stimolare ciò che egli chiama una “comprensione co-creativa fra il terapista ed il paziente”. Egli entra nello spazio psichico dell’addotto per aiutare la persona a comprendere e metabolizzare (a)gli eventi che le sono accaduti.
L’informazione ottenuta in queste sessioni indica che i rapimenti hanno avuto luogo in un’altra dimensione della realtà che è inaccessibile ad un processo puramente cognitivo. Se gli incontri tra alieni ed umani avvengono in uno stato alterato di coscienza, sostiene il Dr.Mack, non è credibile che il racconto del testimone rifletta semplicemente il ricordo di un elemento della sua coscienza.
Il Dr.Mack sostiene che l’interazione di sentimenti e di intuizioni tra il paziente e l’investigatore produce una migliore comprensione verso la connessione aliena e che, per valutare l’esperienza, le emozioni sono essenziali per creare una “percezione evoluta”.
Attraverso il disinteressato supporto del Dr.Mack, alcuni pazienti trovano beneficio nello scoprire l’ineffabile potere e bellezza di una realtà espansa, non spiegata dai concetti umani di spazio e tempo. Altri sono devastati, quando devono accettare i ricordi di queste esperienze come veri accadimenti.
Secondo le recenti polemiche sui falsi ricordi indotti dai terapisti, la procedura interattiva del Dr.Mack rende i bizzarri racconti di rapimento alieno un facile obiettivo per gli scettici, se non suscettibili persino di ridicolo. Secondo i suoi detrattori, Mack abusa delle tecniche di ipnosi, plasmando i ricordi dei suoi soggetti per associarli alla propria visione di un futuro intergalattico.
L’idea di Mack secondo la quale il fenomeno UFO riflette una più vasta che supera la spiegazione scientifica “razionale”, lascia intendere che egli voglia abusare della credulità dei suoi clienti.
All’occorrenza, il Dr.Mack è stato accusato di dire ad un paziente, “se tu pensi che gli alieni siano malvagi, smetti di pensarlo, fin quando non capirai che sono benevoli ”. L’esperto in ipnosi e psichiatra Richard Ofshe dell’Università Californiana di Berkeley, ammonisce: “Se tu convinci qualcuno che è stato brutalizzato e rapito, e lo incoraggi a sperimentare appieno le emozioni appropriate all’evento, ma l’evento in realtà non è mai accaduto, avrai condotto questa persona in un’esperienza dolorosa totalmente gratuita”.
Replicando ai detrattori di Mack, I suoi sostenitori ricordano che un sondaggio Roper del 1991 riscontrò che quattro milioni di persone avevano avuto almeno qualche esperienza collegata alle abductions. “Fino alla entrata in scena di John (Mack) – afferma la ricercatrice Caroline McLeod – il tema non ha avuto sufficiente credibilità tale da giustificare indagini metodologiche”. I clienti del Dr.Mack ammettono che i suoi metodi non rivelano accadimenti estranei al mondo fisico, ma colpisce la ricchezza di similitudini fra i ricordi riportati delle esperienze che vengono condivise, suggerendo che esiste un altro mondo, al di là del mondo fisico che influenza le vite umane.
“Abbiamo perduto le facoltà di conoscere altre realtà,” dice il Dr.Mack, “il fenomeno abduction viola il credo centrale della nostra cultura, in cui c’è una totale separazione tra lo spirito ed il mondo fisico”. Gli extraterrestri esistono verosimilmente in entrambi i mondi, in dimensioni che gli umani sono incapaci di percepire senza un aiuto. Il mistero permane, perché molti protagonisti di abduction rimangono nell’ansietà, con incubi, lesioni fisiche, dolori di testa e altri malanni, inspiegabili se non attraverso lo studio delle vicende di incontro alieno, come emergono dall’ipnosi.
In un storico caso, l’aver scoperto mediante l’ipnosi un nucleo di memorie represse relative ad un trauma da abduction, consentì ad una donna di ristabilire un’intima relazione nel suo matrimonio in crisi. La seduta rivelò che la donna era stata effettivamente sottoposta a procedure intrusive di riproduzione a bordo di un velivolo alieno. L’incidente, simile ad un rapimento, era stato sepolto profondamente nella sua psiche, e aveva ostruito il contatto fisico con suo marito, fin quando il Dr. Mack la aiutò nel tracciare la distinzione tra gli aspetti fisici dell’intimità umana e la sessualità indotta dal trauma alieno. Il Dr.Mack ha prodotto anche prove che indicano come questi incontri siano stati all’origine di guarigioni da problemi fisici, dalla cura della leucemia al recupero dalla paralisi. Altri pazienti ricordarono esistenze passate ed osservarono una continuità nella crescita personale con l’assistenza di creature aliene nel corso delle varie esistenze.
Le esperienze di abduction, dice il Dr.Mack, a volte appaiono crudeli, ma sono assolutamente attive sul piano della trasformazione spirituale. La maggioranza degli individui che hanno sofferto di rapimento alieno ne sono usciti terrorizzati dal sentirsi indifesi di fronte all’invasiva procedura inflitta sui loro corpi.
Lo stress susseguente a tali episodi da incubo, crea isolamento nella famiglia e con gli amici. L’addotto teme che le esperienze possano accadere ai propri amici e ai propri figli.

“Non ci è stato di alcun sollievo vivere nel nostro inesorabile melodramma di un altro mondo”
Malgrado tutto, contro pur schiaccianti probabilità sfavorevoli, molti addotti sentono che queste crisi si traducono in un processo di cambiamento della vita che ha profondi valori e grande importanza. Basandosi sulle testimonianze dei suoi pazienti, il Dr.Mack considera l’addotto UFO come un modello alternativo per lo sviluppo evolutivo della coscienza.
Mack ritiene che un fenomeno così potente e destabilizzante come le abductions, provochi una frattura nelle barriere concettuali della presunzione umana, nelle difese psicologiche, o nei punti di vista inamovibili, rendendo il soggetto capace di trascendere la sua limitata percezione della vita.
Come pionieri in un viaggio eroico, gli addotti sopportano il loro terrore di distruzione dell’ego ed espandono la loro consapevolezza verso dimensioni sconosciute del cosmo e della psiche umana. “Con
Il dischiudersi della coscienza a nuovi domini dell’essere - scrive il Dr.Mack - gli addotti incontrano modelli e progetti di vita che li portano verso un profondo senso di interconnessione nel futuro.”
Questo può ricompensarli delle sofferenze che patiscono, come involontari profeti della rivelazione di questo nuovo millennio.
Narrastorie
00sabato 12 novembre 2011 12:39
CONCETTI ALIENI: INTERVISTA CON IL DR. JOHN MACK

Fonte: Articolo di Andrew Lawler (è il corrispondente da Boston per il magazine Science)

La ricerca di John Mack sulle abductions aliene lo ha spinto lontano dal mondo accademico, ma lo Psichiatra di Harvard e il suo Program for Extraordinary Experience Research costruiscono la "scienza del sacro".
"Area di Virginia - emozionante", John Mack scrisse in una nota del 1964. Si riferiva ad una possibilità per sviluppare nuovi metodi per la cura mentale all'ospedale del Massachusetts. Però questo entusiasmo e questo spirito per il rischio è un riassunto pulito della lunga e controversa carriera dello psichiatra di Harvard, come scienziato e attivista.
Mack non ha mai evitato l'esplorazione di frontiera. Mentre molti dei suoi colleghi lavoravano tranquilli nella torre d'avorio di Harvard, Mack protestava contro i test nucleari nel Nevada, volava verso le guerre in Libano per dare aiuto alla diplomazia in Medio Oriente e collaborava con i colleghi Sovietici durante la Mosca della guerra fredda. Fatto più famoso, ascoltava le persone che gli raccontavano storie di visite aliene e di abductions e credeva in loro.
Il suo comportamento, inusuale per un accademico di alto livello, lo ha trasformato in una figura divertente di 71 anni per il mondo ufficiale, un moderno Don Chisciotte per quelli di orientamento progressista e un cavaliere sul cavallo bianco per quelli che credono che gli alieni siano fra noi. Persino quegli amici e colleghi contrari alle teorie sulle abductions di Mack, riconoscono il suo profondo impegno nell'affrontare i problemi a tutti i livelli personali, sociali e spirituali.
"La sua visione davvero importante è che le persone possono cambiare, possono aprirsi", dice un amico accademico.
Un altro amico dice che nel cuore di Mack c'è la passione del comprendere e alleggerire la sofferenza umana. Ironicamente, l'insolito viaggio di Mack nel reame alieno gli ha portato la sua quota di sofferenza, dai danni alla sua credibilità professionale, alla perdita di vecchi amici e alla rottura di un lungo matrimonio.
Mack stesso sembra faticare a spiegare il perchè è quello che è, data la mancanza passata sia nell'attivismo sociale che nelle materie spirituali. Un bambino introspettivo come si descrive, nato in una famiglia di accademici Ebrei Tedeschi a New York. Suo padre legge la Bibbia, ma solo come letteratura in questa famiglia atea.
Però la sofferenza non è stata un concetto astratto nella sua giovane vita. La madre biologica di Mack è morta per appendicite quando lui aveva solo 8 mesi. La sorella di sua madre si sposò più tardi con un sopravvissuto all'Olocausto, un uomo che divenne un esperto nel processo di gruppo e nella psicoterapia. Un altro zio era malato di mente e venne lobotomizzato. "Questo fu un grande fattore nella mia scelta di entrare in psichiatria", dice. Il manicomio che vedeva durante i viaggi verso il paese lo catturò. Per l'età di 12 anni, stava divorando libri di psicologia nella libreria della sua scuola.
Dopo aver finito la scuola di medicina e sposato Sally Stahl nel 1959, partirono per un'esperienza di due anni in cui Mack servì come psichiatra dell'Air Force in Giappone, dove il primo dei loro tre figli nacque. Lo shock culturale fu intenso. La vita in quel posto, ricordò più tardi, gli insegnò quanto "fantasticamente etnocentrici ed ecologicamente distruttivi possiamo essere noi Americani". La famiglia tornò negli Stati Uniti e Mack entrò in psichiatria ad Harvard negli anni '60, quando le idee sulla salute mentale erano state revisionate. Lui giocò un ruolo chiave nel creare una nuova clinica psichiatrica sia per pazienti esterni che interni nel vecchio ospedale di Cambridge di cui Harvard aveva preso il controllo.
La passione di Mack per T.E.Lawrence lo portò a scrivere una approfondita biografia dell'enigmatico uomo che giocò un ruolo chiave nella politica del Medio Oriente e nel 1977, lo sforzo lo portò al Premio Pulitzer. Lawrence visse una visione creativa del cambiare il mondo, cosa che fece appassionare, uno dei suoi amici dice ossessionare, Mack.
Per i primi anni '80, quando entrò in quella che per molti professori sarebbe la confortevole mezza età, Mack, sotto la spinta dei suoi figli, venne attirato in due altri territori vergini, il regno dei quesiti spirituali e il mondo dell'attivismo politico. Sperimentò la respirazione olotropica e le droghe psichedeliche. Venne attirato nella politica del Medio Oriente, incontrandosi con Yassir Arafat a Beirut per discutere prospettive di pace. In seguito si lanciò in un crescente sforzo antinucleare durante gli anni di Reagan, esplorando gli aspetti psicosociali della minaccia di guerra nucleare e testimoniò davanti al Congresso un problema come gli incubi infantili di un olocausto nucleare. Infine si spinse in un ruolo più attivo; la sua intera famiglia venne arrestata nel 1986 nel Sito di Test governativo del Nevada per aver protestato sulle detonazioni nucleari sotterranee.
Il suo lavoro respiratorio in particolare, impostò le basi per il suo interesse sugli alieni. "Ero aperto alla possibilità che esistesse un mondo oltre quello che possiamo vedere", ricorda. Mack iniziò a vedere pazienti che descrivevano una varietà di incontri alieni e creò il Programma per la Ricerca sulle Esperienze Straordinarie (PEER) nel Centro di Harvard per il Cambiamento Psicologico & Sociale. (Correntemente il Centro e il PEER non sono affiliati con Harvard.) Il suo libro del 1994 sul soggetto ( Abduction), che si concentra su interviste che descrivono le esperienze di un gruppo di 70 persone che affermarono di essere state addotte, provocarono la ridicolizzazione e l'indignazione nei media ufficiali e una investigazione di Harvard nei suoi metodi scientifici.
Imperterrito, Mack rimase fermo, raccogliendo altri dati e intervistando persone da tutto il mondo, pubblicando Passport to the Cosmos: Human Transformation and Alien Encounters nel 1999, che si concentrava su miti relativi agli alieni ed esperienze nelle culture native, dall'Amazzonia all'Africa del Sud.
Di persona, Mack ha i tratti cauti di uno studioso, la combattività di una figura attaccata dai media e l'entusiasmo innocente di un giovane studente di college che scopre sè stesso. Durante una lunga intervista nei centri del PEER, Mack ha parlato con New Age sulla sua ultima frontiera. Quello che segue è un riassunto dell' intervista.

Domanda: Qual'è stato il primo incontro con il fenomeno alieno?

Risposta: Ho letto un articolo che trattava il fenomeno come emergenza spirituale e un collega nel mio corso di respirazione, mi portò a vedere Budd Hopkins (autore di diversi libri sugli alieni) nel Gennaio 1990. All'inizio io non credevo che fosse possibile incontrare esseri esterni alla Terra, ma divenne chiaro che non avevo altro modo per spiegare cosa stesse accadendo: se diverse persone che non sono connesse hanno le stesse dettagliate esperienze, allora non hai a che fare con un effetto generato internamente. Quindi divenni curioso.

D: Come verifichi l'attendibilità di queste affermazioni?

R: Faccio una valutazione psicologica accurata dei loro stati mentali, prendo la loro storia psicologica, gli esami clinici standard e, in alcuni dei primi casi, batterie di test psicologici. Valuterò se abbelliscono la verità. C'è altro, con cui ancora combatto. La sensazione che una persona stia parlando come se sia stata lì, questa viene dal linguaggio del corpo, lo sguardo nei loro occhi, dal non avere altri piani. Sto lavorando per definire meglio questi punti.

D: Quindi vedi quello che stai facendo come scienza?

R: Devo essere aperto al fatto che ci sono reami di dimensioni della realtà che non conosco. La conoscenza non è la stessa quando non puoi creare un esperimento controllato, ma rimangono ancora vie affidabili per conoscere. Non posso creare un esperimento che raccoglie un gruppo di UFO. Però credo che esista una qualità d'apertura di mente e rigore che possiamo applicare. Possiamo sviluppare degli standard di autenticità, attendibilità, molteplicità di testimonianze. Questa può essere considerata una scienza del sacro o dell'esperienza umana.

D: Quali tipi di standard visualizzi per tale scienza?

R: Abbiamo un progetto sulle esperienze anomale al PEER, che deriva da un workshop del 1999 sull'argomento che ha incluso teologi, antropologi, astrofisici e filosofi. Non guardiamo solo il fenomeno delle abduction, ma le esperienze di pre- morte e altri fenomeni simili che non cadono in una singola disciplina. Noi vogliamo esplorare le tradizioni dove esistono, se non standard, tradizioni sulla testimonianza oculare e sulla verità, metodi sul come decidere chi prendere seriamente. Le tradizioni Buddiste e Cattoliche affrontano questo in dettaglio, per esempio nel determinare cosa sia miracolo e cosa no.
Padre Corrado Balducci, un gentiluomo vicino al Vaticano, una volta mi colpì dicendo che la Chiesa prende molto seriamente questi rapporti sugli UFO e sulle abductions, perchè sembrano esserci molte testimonianze attendibili. Ho iniziato a pensare a questa nozione del testimone sacro o del testimone del sacro. Non vogliamo prendere, per esempio, gli standard Cattolici o Buddisti, ma possono essere delle guide.

D: Quindi questi standard possono essere applicati ad ogni sorta di esperienza anomala?

R: Il mondo New Age è pieno di persone che lavorano su tutto dalle esperienze aliene al channeling, ma non ci sono criteri reali per dire cosa prendere seriamente. Abbiamo molte critiche appropriate sul lavoro new age. Solo perchè qualcuno dice che può canalizzare qualcosa, non significa che sia vero. Il metodo scientifico ha mezzi per decidere sull'attendibilità di evidenze fisiche. Però se non ci sono evidenze fisiche, segni fisici sul corpo per esempio, ci devono essere modi per raccogliere dati e determinare la validità.

D: Stai cercando con forza di portare la scienza in un'area che è dominio della religione?

R: Barbara McClintock, vincitrice del Premio Nobel in genetica, ha descritto il suo modo di conoscere come altamente soggettivo. Lei potrebbe cadere in amore con spighe di grano; si è fusa con quello su cui lavorava. Chiaramente, dopo aver appreso in questo modo interconnesso e soggettivo, allora puoi usare la tua mente razionale per trovarne un senso. Però il tuo strumento di conoscenza è il tuo intero sè, il tuo sè intuitivo, la tua piena coscienza. Quello che i bravi scienziati e quelli che ci portano "oltre il velo" hanno in comune, è il pieno impegno con questo altro sè.

D: Dici che il lavoro respiratorio ti ha aperto ad altre visioni del mondo. Come si è rivelato questo?

R: Ho realizzato che non ero bloccato nella mia torre accademica e psicoanalitica, mi sono espanso oltre il guscio. Ho avuto questo senso di connessione con tutte queste persone, che era inspiegabile per me. Questo senso per cui ognuno di noi è in qualche modo una persona aperta e che ama e che eravamo una sola cosa in un certo modo, che in condizioni naturali possiamo connetterci in un modo molto differente dal solito isolamento competitivo in cui viviamo.

D: Come si relaziona questo con gli alieni?

R: Siamo esseri spirituali connessi con altre forme di vita e col cosmo in modo profondo e lo stesso cosmo contiene una intelligenza. Non è solo materia morta ed energia.

D: Le tue idee sulle abductions, sono più accettate ora nelle vie ufficiali, rispetto al 1994?

R: No, al contrario. Ci sono coloro che hanno paura di quello che vedono come il pericolo del ritorno dell'irrazionale. Però agli estremi c'è una crescente eccitazione e un interesse nel comprendere una realtà non conosciuta tramite il metodo scientifico tradizionale. Quindi c'è come un riscaldamento, non per una guerra di paradigma, ma un discorso non molto amichevole tra visioni in contrasto.

D: Gli "sperimentatori" del contatto alieno, vengono considerati pazzi nel mondo ufficiale. Li vedi come una minoranza oppressa?

R: La ridicolizzazione di questi individui e la negazione delle loro storie ha profonde implicazioni morali. Una società non può sopravvivere a lungo se chi racconta la verità viene respinto. Io credo che questi testimoni dicano la verità, nonostante il fatto che quello di cui parlano non può essere vero secondo la visione materialista dominante nel mondo. Il fatto che vengano respinti non li rende una minoranza soppressa. Ho iniziato a vedere che l'errato respingimento delle testimonianze di attendibili testimoni era dovuto al fatto che ciò che riportavano non combaciava con la visione dominante del mondo.

D: Come reagisci alle strane varietà di alieni descritti dagli addotti?

R: L'intero discorso della demografia aliena è piuttosto ironica in un certo modo, alcuni biondi, altri rettiliani, altri come insetti, altri come mantidi religiose e chiaramente i grigi. L'intero discorso in un certo modo è comico. Quindi arrivi sulla loro provenienza stellare. Sembra uno scherzo cosmico. Quando una cultura diviene sterile e limitata nella sua visione, arriva qualcosa che strappa l'intero sistema.

D: Quindi credi personalmente in questo fenomeno?

R: Non serve sforzo. Non si può spiegare in modi puramente interpsichici. Molte persone hanno queste esperienze nel mondo, spontaneamente. Deve arrivare da qualche luogo, quella che James William ha chiamato "provocazione dall'esterno". Lo vedo nel contesto della crisi ecologica globale. La Terra è una fonte di creazione e vita e per ignoranza, avidità e aggressione, la stiamo distruggendo. Vedo un risveglio delle coscienze in questo, una riconnessione spirituale col sacro, col divino.

D: Il pedaggio personale e professionale per aver scavato nel fenomeno abductions, è stato troppo alto?

R: Non ho rimpianti. Nonostante le critiche e gli attacchi, ho incontrato così tante incredibili persone aperte alla conoscenza. Ho probabilmente guadagnato più colleghi e amici da quando ho iniziato questo lavoro, rispetto a quelli che avevo nel periodo precedente, sono semplicemente differenti. Non risuono allo stesso modo con un numero di altre persone. E' stata come un'espansione dei miei orizzonti e un'apertura a connessioni e possibilità eccitanti, più che una sofferenza. Quello che mi ha portato a sentirmi bene è che le persone hanno iniziato a cercare in anomalie di altro tipo. Ci sono stati molti altri pionieri prima di me.

D: Vuoi avere un'esperienza di abduction?

R: Non penso. Una ragione è che spesso è spaventoso, ma penso che potrei gestirla. Secondo, la mia attendibilità e il mio ruolo come testimone dei testimoni, dipende sul mio essere pulito in questo punto. Ho visto esempi in cui investigatori che hanno avuto esperienze o hanno riconosciuto le loro esperienze, hanno perso credibilità come investigatori. Sento di avere un ruolo diverso. Non mi permetto di pensare troppo a questo.
Narrastorie
00sabato 12 novembre 2011 12:40
INTERVISTA A JOHN MACK

Fonte: www.edicolaweb.net/ufos138.htm

Si tratta di una intervista ad una persona davvero eccezionale, che delinea in essa il suo approccio alle indagini sul fenomeno dei "rapimenti alieni" e chiarisce i problemi creatigli in sede universitaria. Problemi poi superati a dispetto dell'azione di disturbo del Giurì accademico dell'Università di Harvard, dal confronto con il quale Mack è notoriamente uscito a testa alta dopo le verifiche del suo corretto "modus operandi". Se mi si chiedesse con chi mi sento più in sintonia fra i tanti ricercatori in ufologia del momento, indicherei senza dubbi proprio lui. E In effetti la sua filosofia dice tutto.

P. H.: Dr. Mack, grazie per essere qui. Ci può raccontare un po' della Sua vita?

John Mack: Per prima cosa mi piacerebbe darvi una panoramica sul cosiddetto fenomeno delle "abductions", quindi affrontare il problema rappresentato dai metodi a nostra disposizione per riconoscere quando ci si trovi veramente di fronte a tale strano fenomeno e, infine, vorrei discutere le implicazioni che tale fenomeno e fenomeni consimili implicano per il mondo. Per prima cosa voglio darvi qualche notizia sulla mia formazione e su come sono venuto a contatto con una materia tanto inusuale.
Sono della città di New York , lavoro alla Harvard University a Boston. Sono psichiatra e psicanalista e sono particolarmente interessato alle esperienze fuori dall'ordinario.
Malgrado ciò quando iniziai a sentir parlare di questi casi in cui la gente sosteneva di essere stata portata da strani esseri all'interno di UFO pensai di trovarmi di fronte ad una nuova forma di demenza... Però, dopo aver esaminato una cinquantina di soggetti che, secondo me, erano portatori di una esperienza genuina, mi resi conto che questa questione non aveva nulla a che fare con le malattie mentali. Nel 1994, sicuro di trovarmi su un "terreno solido", pubblicai il mio primo libro "Abductions" (in ed. italiana, "Rapiti", Mondadori, anche in edizione Oscar con prefazione d Roberto Pinotti). Ciò ebbe una grande risonanza sui mass media e venni invitato a diversi talk-shows tra cui Larry King e Oprah Winfrey. Ingenuamente pensavo che tale interesse fosse dovuto all'argomento che riguardava il grande problema degli UFO, invece non mi ero accorto che a loro interessava solo vedere un professore di Harvard che si rendeva ridicolo.
Ero così esaltato dalla scoperta che siamo veramente contattati da strani esseri che pensai che anche i miei colleghi della Scuola di Medicina di Harvard avrebbero condiviso tale entusiasmo.
Purtroppo fui molto ingenuo perché la reazione delle autorità della Scuola di Medicina fu tutt'altro che entusiasta.

P. H.: Come ha saputo che potevano esserci dei problemi?

John Mack: Cominciai a preoccuparmi e pensai che sarebbe stato meglio parlarne personalmente al Decano, visto che appariva chiaro che essi non approvavano il mio lavoro. Invece di ottenere un appuntamento da lui ricevetti una lettera che mi informava che era stata nominata una commissione, di tre persone: questa commissione aveva il compito di determinare dove e quando avessi sbagliato. Si trattava di un passo senza precedenti per una Università che si era sempre vantata di difendere a tutti i costi la libertà accademica. A questo punto vorrei dire a cosa è servita la commissione che è venuta a seguire il mio lavoro per quattordici mesi: il risultato della investigazione condotta nei miei confronti fu una specie di tregua in cui non vinse nessuno e nessuna azione venne intrapresa contro di me ma, semplicemente, fui incoraggiato a proseguire mio lavoro solo se avessi rispettato le regole della Scuola di Medicina, regole che non mi sono mai state comunicate. Voglio porre in risalto ciò che questa investigazione mi ha insegnato e di cosa si è trattato in realtà: per quale motivo il mio lavoro destava tanta preoccupazione nell'Università? Per rispondere a questa domanda dobbiamo dare un'occhiata generale alla fenomenologia riguardante l'esperienza di contatto con gli UFO e quindi addentrarci in ulteriori campi di ricerca.

P. H.: Quanti casi ha esaminato?

John Mack: Ho esaminato tre-quattrocento persone che hanno avuto questa esperienza sia negli Stati Uniti che in altri paesi e culture. Esiste un fenomeno di base che conosciamo tutti e che consiste nel fatto che una persona viene "contattata": a letto, in casa, in macchina, su un campo da gioco eccetera.
Non sempre viene visto l'UFO, ma sempre viene vista una luce. Posso aggiungere che la questione della luce e dell'energia in essa contenuta, ricorrente in questa fenomenologia, è di estrema :importanza e richiederebbe uno studio a sé.
La persona viene "prelevata" (e qui sorge un problema di linguaggio), anche attraverso un muro o una finestra, per giungere in un luogo chiuso dove hanno luogo certi procedimenti simili a quelli che avete sentito descrivere da un Travis Walton. Per molto tempo, molti anni, soprattutto grazie alla pionieristica ricerca di Budd Hopkins, abbiamo ritenuto che lo scopo principale di ciò fosse la creazione di una nuova razza ibrida, visto che era ricorrente il racconto di prelievi di ovuli nelle donne, di sperma negli uomini e di strani feti ibridi allevati sulle astronavi aliene. Oggi ho la sensazione che il fenomeno stia cambiando rispetto a quel tipo di esperienze originarie e che l'esame fisico dia luogo ad esperienze più complesse. Una delle cose che dovuto fare per lavorare in questo campo è stato mettere da parte le mie nozioni sul funzionamento dell'Universo.
Per gli uomini è naturale cercare di collegare le nuove fenomenologie con ciò che già si conosce. Per esempio, se gli alieni vogliono effettuare sperimentazioni sui nostri corpi, per quale motivo prelevano tante persone? Questo è un tipico modo di proiettare su di un fenomeno sconosciuto e nuovo ciò che noi già sappiamo sugli esami medici.

P. H.: Quali sono i problemi più gravi sorti circa la spiegazione del fenomeno?

John Mack: C'è un incrocio culturale alla base del fenomeno. Vorrei soffermarmi sul problema del linguaggio e su come noi percepiamo le cose che ci sembrano strane. Per esempio, parole come "abduction" o "alieno" già condizionano il discorso in una certa direzione. La parola "abduction" o "rapimento" non va bene per due motivi: primo, perché implica che le persone che hanno avuto questi contatti vengano prelevate contro la loro volontà, come quando i rapitori sono uomini, e ciò non è sempre vero; secondo, implica che la persona sia portata fisicamente, con tutto il corpo, all'interno di una nave spaziale, e ciò non è sempre vero.
Un altro aspetto del contatto è quello che riguarda il trasferimento di informazioni agli esseri umani mediante telepatia o mostrando al contattato particolari immagini. La maggior parte di queste informazioni riguardano le azioni distruttive della nostra specie nei confronti del nostro pianeta. È come se stessimo creando, con i nostri comportamenti ecologici planetari, dei problemi ben più grandi a livello galattico.
Coloro che vivono l'"esperienza" ricevono capacità e talenti che non sono compatibili con le loro conoscenze. Ad esempio possono scoprire di possedere un grande talento artistico scaturito da questa esperienza oppure viene loro data una conoscenza scientifica ben al di là della loro formazione scolastica oppure, ancora, dicono di aver immagazzinato formule matematiche e nozioni scientifiche che, sottoposte a verifica, costringono gli scienziati a riconoscere la loro veridicità. Personalmente ho potuto studiare diversi di questi casi.

P. H.: Le va di parlare di tali prove? Come si sa se uno dice la verità?

John Mack: Vorrei proprio parlare del problema rappresentato dalle prove. Come possiamo essere sicuri che le esperienze riportate da questi soggetti siano vere? Come valutiamo questi resoconti e come ne determiniamo l'autenticità?
Per esempio, quando compio le mie valutazioni, mi è chiaro che non ha senso che persone sane di mente inventino tali storie. Non possono averle apprese dai mezzi di comunicazione perché spesso sanno ben più di quanto tali mezzi non sappiano.
Comunque manca sempre qualcosa quando si decide di stabilire se, raccontando storie cosi bizzarre, le persone stiano dicendo la verità e se sia il caso di prendere sul serio i loro racconti. Al momento non disponiamo ancora di un tale criterio di valutazione e io sto lavorando proprio a questo, cercando di delineare una nuova Scienza dell'Esperienza.
Nella scienza tradizionale, quando osserviamo un certo fenomeno, cerchiamo di oggettivare il più possibile ciò che stiamo studiando, ma quando si cerca di comprendere qualcosa che è tanto importante e profondo per un soggetto non possiamo tenerci in disparte e dobbiamo "entrare" nella coscienza di quella persona. Cosi facendo susciteremo le ire dei critici che diranno: "Ciò che stai apprendendo è troppo soggettivo!" Ma il problema è proprio questo: quando si giunge a conoscenze così profonde l'analista deve vivere "soggettivamente" l'esperienza del soggetto.

P. H.: Ma come si sa cos'è questa esperienza?

John Mack: Resta il problema della veridicità. Se io dico che "sembra proprio che stiano dicendo la verità" ciò non è sufficiente. Dobbiamo iniziare ad avere una nuova visione olistica della conoscenza. Ciò si avvicina a quello che definiamo "conoscenza intuitiva", una specie di conoscenza col cuore e con lo spirito che ha fatto parte delle culture tradizionali per secoli e millenni ma che si è poi persa in occidente.
Su questa materia mi è stato dato un certo aiuto da Monsignor Corrado Balducci che ha affermato: "nella Chiesa noi prendiamo molto sul serio il fenomeno degli incontri con gli UFO, soprattutto perché ci sono così tanti testimoni affidabili. Nella Chiesa ci troviamo da secoli nella condizione di dover esaminare i resoconti sui miracoli e quindi abbiamo dovuto sviluppare un criterio di valutazione attendibile che si può riassumere col concetto di 'testimone affidabile'."
Così anch'io ho iniziato ad applicare ai miei casi quest'idea di "testimone affidabile". Come facciamo a riconoscere un testimone affidabile? Per me queste persone sono testimoni affidabili quando la forza della loro comunicazione, letteralmente, mi attraversa. Ho potuto sperimentare una sorta di potente vibrazione quando queste persone rivivevano le loro esperienze. Mi trovavo in presenza di qualcosa che incuteva timore per la sua intensità. Anche i soggetti esprimevano a parole questa sensazione e dicevano che era come se ogni cellula del loro corpo stesse vibrando.
Quando ci si trova in presenza di una cosa simile la si percepisce con tutto il proprio essere.
Faccio un esempio: uno dei miei primi casi è stata una psichiatra che lavorava nel sociale, sulla quarantina, molto precisa nella comunicazione, molto autocritica e controllata. Alla sua seduta invitai anche un altro psichiatra che era stato il suo terapeuta e che la conosceva molto bene. Lei, mentre riviveva le sue esperienze le chiamava "sogni elettrici"; non si trattava assolutamente di sogni ma quella definizione la aiutava a descrivere la sensazione di elettricità nel corpo. Quando rivisse con me uno di questi "sogni" di esperienza con gli extraterrestri e descrisse il suo essere presa e portata nel veicolo ed il suo trovarsi di fronte agli esseri divenne estremamente emotiva, sudava, tremava e urlava. Quando la seduta fu terminata l'altro psichiatra scosse la testa e disse che a quella donna doveva essere successo veramente qualcosa di grave, che la conosceva da troppi anni ed era certo che non stesse mentendo. Gli chiesi di testimoniare a mio favore per l'investigazione di Harvard, visto che era l'unico psichiatra di Boston di mia conoscenza che avesse avuto esperienza di casi simili. Egli mi rispose che non aveva mai creduto alla realtà di queste cose ma, dopo aver visto la sua paziente in quello stato, era giunto alla conclusione che alcuni di questi casi erano sicuramente veri. La commissione non gradì la sua testimonianza e nel rapporto che emise non fece il minimo accenno ad essa. La prova della veridicità del soggetto ha a che fare con la risonanza che si crea tra la persona che racconta l'esperienza ed il terapeuta che investiga. Potrebbe essere definita un "conoscenza diretta". Accade quando sai con tutto il tuo essere che quella persona sta dicendo la verità. Si possono trovare esempi di questa "conoscenza diretta" negli atti del tribunale che ascoltò i resoconti dei testimoni sulle torture in Bosnia. Il giudice, dopo aver ascoltato la testimonianza di una donna, disse: "non ho bisogno di altre testimonianze, posso solo dire che non è possibile che lei stia mentendo, per me questo è sufficiente." Adesso tutti sappiamo che la tortura esiste; questa cosa è stata ammessa, ma ancora non si ammette che anche gli incontri con gli alieni esistono.

P. H.: Ha ragione sul fatto che tutto questo costituisce un vero mistero da spiegare. Ma che tipo di prove ci sono in proposito?

John Mack: A questo punto dovete sapere che in questa fenomenologia abbiamo le prove di modelli ricorrenti e simili evidenziatisi in centinaia se non migliaia di casi. Ciò sta aiutando a creare un nuovo atteggiamento nei confronti dei testimoni. Quando un testimone parla tutti si accorgono che egli ha veramente sperimentato un altro tipo di realtà. La sincerità, la verità e la forza d'animo sono misurabili proprio come le distanze e i pesi, ma in un modo diverso.
Nella nostra cultura esperienze come quelle dei rapimenti alieni, degli UFO e dei Crop Circles vengono definite "anomale", ma ciò non accade in tutte le culture. Molte delle nostre esperienze rientrano nel rango delle anomalie e quando ho parlato di esse con dei Nativi americani loro hanno semplicemente risposto che non sono anomalie e che al contrario loro le conoscono perché come fatti che rientrano nelle esperienze umane. Adesso voglio parlarvi dell'attuale visione del mondo e di come essa agisce. Ci si è sempre riferiti ad essa come ad un paradigma e la si è associata al pensiero scientifico, ma io preferisco chiamarla "visione del mondo" (i filosofi tedeschi la definivano con termine "weltanschauung") perché riguarda qualcosa di ben più grande della sola scienza.
La visione del mondo è il modo in cui organizziamo la realtà; corrisponde al modo in cui pensiamo che le cose funzionino e per noi è come una bussola, uno strumento di navigazione che ci permette di tenere insieme la nostra psiche.
Quando mi affibbiarono la commissione d'inchiesta compresi che stavo mettendo in pericolo la visione del mondo su cui i miei colleghi si basavano. "Quando minacci l'imperatore allora lui ti colpisce".

P. H.: Si tratta dunque di cambiare paradigma o "worldview": ovvero la nostra "visione del mondo"?

John Mack: Sì, la visione del mondo dominante nella nostra società potrebbe essere definita "umanesimo antropocentrico newtoniano-cartesiano". È una visione che colloca l'essere umano al vertice di una gerarchia cosmica di intelligenze. Il modo più semplice per definirla è Materialismo Scientifico. In questa visione del mondo la materia è energia, è la realtà primaria e nel Cosmo non esiste alcuna intelligenza superiore. Il suo metodo di studio è basato sulla realtà oggettiva e sulla separazione tra l'investigatore ed il fenomeno investigato. Bene, questa visione del mondo che ha dominato la nostra società è in errore. È in errore in ogni importante elemento che la costituisce. Prima di tutto sappiamo che esiste tutta una serie di fenomeni che non riusciamo a spiegare e che questo metodo scientifico non riesce neanche a trattare. Molte delle cose che oggi abbiamo scoperto in tal modo non possono nemmeno essere studiate. La visione del mondo dominante è terribilmente distruttiva perché tratta l'intero pianeta come se fosse un semplice ammasso di risorse pronte per essere sfruttate, per le quali vale la pena combattere qualsiasi guerra e che saranno conquistate dal più forte.
Da questa visione non può scaturire alcuna vera gioia per l'umanità perché le uniche gratificazioni possibili sono sempre e soltanto di tipo materiale. Ma ora una nuova visione del mondo sta emergendo ed essa dà spazio anche a chi crede che esistano intelligenze superiori nell'universo.
Quello che accade ai miei clienti è una dimostrazione dell'esistenza di tali intelligenze; i Cerchi nel Grano provano che tali intelligenze stanno cercando di comunicare con noi. In questa nuova visione del mondo è compreso un modello dell'Universo in cui tutto comunica con il Tutto e ciò trova conferme anche nella fisica d'avanguardia. Per tale nuova visione del mondo sono necessarie nuove ondate di conoscenza insieme ad un risveglio spirituale.
Questo cambiamento che avviene intorno a noi incontra ostilità e resistenze molto forti perché il mantenimento del vecchio sistema di pensiero ha richiesto enormi investimenti economici, politici e psicologici. Ma ormai vediamo ovunque persone che si aprono a questa nuova visione del mondo. Quanto sarebbe diverso il mondo se questa nuova visione diventasse quella dominante?

P. H.: Sì, sembra che i giovani siano i più disponibili. Può illustrarci i vantaggi di pensare in base a tale nuova "worldview"?

John Mack: Diverremmo capaci di condividere le nostre esperienze con tutti gli esseri viventi e tratteremmo finalmente la natura con rispetto e senza violentarla. Saremmo in grado di identificarci con altri popoli, religioni e con gli animali senza più considerarli mercati da sfruttare e prodotti da vendere e consumare e, soprattutto, ci renderemmo conto di essere connessi col Divino, con un Principio Creativo immensamente più appagante di qualunque bene materiale. Si avrebbe allora un globale risveglio dei cuori. Tutto ciò io l'ho appreso occupandomi dell'esperienza dei rapimenti alieni perché i contattati riferivano di aver saputo dagli esseri da loro incontrati che noi rappresentiamo una minaccia non solo per la Terra ma anche per la Galassia.
Spero che sapremo trasformarci da nemici della Galassia in suoi cittadini.

P. H.: Sono perfettamente d'accordo con Lei. È stato un vero onore conoscerLa. Grazie.
Narrastorie
00sabato 12 novembre 2011 12:41
JOHN MACK IN ITALIA - DIMOSTRAZIONE DI UNA NUOVA SCIENZA DELL'ESPERIENZA UMANA

Fonte: Altrogiornale.org

Grazie al Gruppo Academico Scandicci GAUS e a Paola Harris per avermi invitato a Firenze per questa Conferenza. Per prima cosa mi piacerebbe darvi una panoramica sul cosiddetto fenomeno delle "abductions", quindi affrontare il problema rappresentato dai metodi a nostra disposizione per riconoscere quando ci si trovi veramente di fronte a tale strano fenomeno e, infine, vorrei discutere le implicazioni che tale fenomeno e fenomeni consimili implicano per il mondo. Per prima cosa voglio darvi qualche notizia sulla mia formazione e su come sono venuto a contatto con una materia tanto inusuale. Sono della città di New York (non so se ciò possa significare qualcosa), sono psichiatra e psicanalista e sono particolarmente interessato alle esperienze fuori dall'ordinario.
Malgrado ciò quando iniziai a sentir parlare di questi casi in cui la gente sosteneva di essere stata portata da strani esseri all'interno di Ufo pensai di trovarmi di fronte ad una nuova forma di demenza... Però, dopo aver esaminato una cinquantina di soggetti che, secondo me, erano portatori di una esperienza genuina, mi resi conto che questa questione non aveva nulla a che fare con la malattia mentale.
Nel 1994, sicuro di trovarmi su un "terreno solido", pubblicai il mio primo libro "Abductions". Ciò ebbe una grande risonanza sui mass media e venni invitato a diversi talk-shows tra cui Larry King e Oprah Winfrey . Ingenuamente pensavo che tale interesse fosse dovuto all'argomento che riguardava il grande problema degli UFO, invece non mi ero accorto che a loro interessava solo vedere un professore di Harvard che si rendeva ridicolo. Ero così esaltato dalla scoperta che siamo veramente contattati da strani esseri che pensai che anche i miei colleghi della Scuola di Medicina di Harvard avrebbero condiviso tale entusiasmo.
Purtroppo fui molto ingenuo perché la reazione delle autorità della Scuola di Medicina fu tutt'altro che entusiasta. Cominciai a preoccuparmi e pensai che sarebbe stato meglio parlarne personalmente al Decano, visto che appariva chiaro che essi non apprezzavano il mio lavoro. Invece di ottenere un appuntamento da lui ricevetti una lettera che mi informava che era stata nominata una commissione di tre persone: questa commissione aveva il compito di determinare dove e quando avessi sbagliato. Si trattava di un passo senza precedenti per una Università che si era sempre vantata di difendere a tutti i costi la libertà accademica.
A questo punto vorrei dire a cosa è servita la commissione che è venuta a seguire il mio lavoro per quattordici mesi: il risultato della investigazione condotta nei miei confronti fu una specie di tregua in cui non vinse nessuno e nessuna azione venne intrapresa contro di me ma, semplicemente, fui incoraggiato a proseguire il mio lavoro solo se avessi rispettato le regole della Scuola di Medicina, regole che non mi sono mai state comunicate. Voglio porre in risalto ciò che questa investigazione mi ha insegnato e di cosa si è trattato in realtà: per quale motivo il mio lavoro destava tanta preoccupazione nell'Università?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo dare un'occhiata generale alla fenomenologia riguardante l'esperienza di contatto con gli Ufo e quindi addentrarci in ulteriori campi di ricerca.. Ho esaminato tre-quattrocento persone che hanno avuto questa esperienza sia negli Stati Uniti che in altri paesi e culture. Esiste un fenomeno di base che conosciamo tutti e che consiste nel fatto che una persona viene contattata a letto, in casa, in macchina, su un campo da gioco eccetera. Non sempre viene visto l' Ufo ma viene sempre vista una luce. Posso aggiungere che la questione della luce e dell'energia in essa contenuta, ricorrente in questa fenomenologia, è di estrema importanza e richiederebbe uno studio a sé. La persona viene prelevata (qui sorge un problema di linguaggio), anche attraverso un muro od una finestra, per giungere in un luogo chiuso dove hanno luogo certi procedimenti simili a quelli che avete sentito descrivere da Travis Walton.
Per molto tempo, molti anni, soprattutto grazie alla pionieristica ricerca di Budd Hopkins, abbiamo ritenuto che lo scopo principale di ciò fosse la creazione di una nuova razza ibrida, visto che ricorreva il racconto di prelievi di ovuli nelle donne, di sperma negli uomini e di strani feti ibridi allevati sulle astronavi. Oggi ho la sensazione che il fenomeno stia cambiando rispetto a quel tipo di esperienze originarie e che l'esame fisico dia luogo ad esperienze più complesse. Una delle cose che ho dovuto fare per lavorare in questo campo è stato mettere da parte le mie nozioni sul funzionamento dell'Universo. Per gli uomini è naturale cercare di collegare le nuove fenomenologie con ciò che già si conosce. Per esempio, se gli Alieni vogliono sperimentare sui nostri corpi, per quale motivo prelevano tante persone? Questo è un tipico modo di proiettare su di un fenomeno sconosciuto e nuovo ciò che noi sappiamo sugli esami medici. C'è un incrocio culturale alla base del fenomeno.
Vorrei soffermarmi sul problema del linguaggio e su come noi percepiamo le cose che ci sembrano strane. Per esempio, parole come " abduction" o "alieno" già condizionano il discorso in una certa direzione. La parola " abduction" o "rapimento" non va bene per due motivi: primo, perché implica che le persone che hanno avuto questi contatti vengano prelevate contro la loro volontà, come quando i rapitori sono uomini, e ciò non è sempre vero; secondo, implica che la persona sia portata fisicamente, con tutto il corpo, all'interno di una nave spaziale, e ciò non è sempre vero. Un altro aspetto del contatto è quello che riguarda il trasferimento di informazioni agli esseri umani mediante telepatia o mostrando al contattato particolari immagini. La maggior parte di queste informazioni riguardano le azioni distruttive della nostra specie nei confronti del nostro pianeta.
E' come se stessimo creando, con i nostri comportamenti ecologici planetari, dei problemi ben più grandi a livello galattico. Coloro che vivono l'"esperienza" ricevono capacità e talenti che non sono compatibili con le loro conoscenze. Ad esempio possono scoprire di possedere un grande talento artistico scaturito da questa esperienza oppure viene loro data una conoscenza scientifica ben al di là della loro formazione scolastica oppure, ancora, dicono di aver immagazzinato formule matematiche e nozioni scientifiche che, sottoposte a verifica, costringono gli scienziati a riconoscere la loro veridicità. Personalmente ho potuto studiare diversi di questi casi. A questo punto vorrei parlare del problema rappresentato dalle prove. Come possiamo essere sicuri che le esperienze riportate da questi soggetti siano vere? Come valutiamo questi resoconti e come ne determiniamo l'autenticità?
Per esempio, quando compio le mie valutazioni, mi è chiaro che non ha senso che persone sane di mente inventino tali storie. Non possono averle apprese dai mezzi di comunicazione perché spesso sanno ben più di quanto tali mezzi sappiano. Comunque manca sempre qualcosa quando si decide di stabilire se, raccontando storie così bizzarre , le persone stiano dicendo la verità e se sia il caso di prendere sul serio i loro racconti. Al momento non disponiamo ancora di un tale criterio di valutazione e io sto lavorando proprio a questo, cercando di delineare una nuova Scienza dell' Esperienza.
Nella scienza tradizionale, quando osserviamo un certo fenomeno, cerchiamo di oggettivare il più possibile ciò che stiamo studiando, ma quando si cerca di comprendere qualcosa che è tanto importante e profondo per un soggetto non possiamo tenerci in disparte e dobbiamo 'entrare' nella coscienza di quella persona. Così facendo susciteremo le ire dei critici che diranno:"Ciò che stai apprendendo è troppo soggettivo!" ma il problema è proprio questo: quando si giunge a conoscenze così profonde l'analista deve vivere "soggettivamente" l'esperienza del soggetto.
E così resta il problema della veridicità. Se io dico che "sembra proprio che stiano dicendo la verità" ciò non è sufficiente. Dobbiamo iniziare ad avere una nuova visione olistica della conoscenza. Ciò si avvicina a quello che definiamo "conoscenza intuitiva", una specie di conoscenza col cuore e con lo spirito che ha fatto parte delle culture tradizionali per secoli e millenni ma che si è perso in occidente. Su questa materia mi è stato dato un certo aiuto da Monsignor Balducci che ha affermato: "nella Chiesa noi prendiamo molto sul serio il fenomeno degli incontri con gli Ufo, soprattutto perché ci sono così tanti testimoni affidabili.
Nella Chiesa ci troviamo da secoli nella condizione di dover esaminare i resoconti sui miracoli e quindi abbiamo dovuto sviluppare un criterio di valutazione attendibile che si può riassumere col concetto di "testimone affidabile". Così anch'io ho iniziato ad applicare ai miei casi quest'idea di "testimone affidabile". Come facciamo a riconoscere un testimone affidabile? Per me queste persone sono testimoni affidabili quando la forza della loro comunicazione, letteralmente, mi attraversa. Ho potuto sperimentare una sorta di potente vibrazione quando queste persone rivivevano le loro esperienze.
Mi trovavo in presenza di qualcosa che incuteva timore per la sua intensità. Anche i soggetti esprimevano a parole questa sensazione e dicevano che era come se ogni cellula del loro corpo stesse vibrando. Quando ci si trova in presenza di una cosa simile la si percepisce con tutto il proprio essere. Faccio un esempio: uno dei miei primi casi è stata una psichiatra che lavorava nel sociale, sulla quarantina, molto precisa nella comunicazione, molto autocritica e controllata. Alla sua seduta invitai anche un altro psichiatra che era stato il suo terapeuta e che la conosceva molto bene.
Lei, mentre riviveva le sue esperienze le chiamava "sogni elettrici"; non si trattava assolutamente di sogni ma quella definizione la aiutava a descrivere la sensazione di elettricità nel corpo. Quando rivisse con me uno di questi "sogni" di esperienza con gli extraterrestri e descrisse il suo essere presa e portata nel veicolo ed il suo trovarsi di fronte agli esseri divenne estremamente emotiva, sudava, tremava e urlava. Quando la seduta fu terminata l'altro psichiatra scosse la testa e disse che a quella donna doveva essere successo veramente qualcosa di grave, la conosceva da troppi anni ed era certo che non stesse mentendo.
Gli chiesi di testimoniare a mio favore per l'investigazione di Harvard, visto che era l'unico psichiatra di Boston di mia conoscenza che avesse avuto esperienza di casi simili. Egli mi rispose che non aveva mai creduto alla realtà di queste cose ma, dopo aver visto la sua paziente in quello stato, era giunto alla conclusione che alcuni di questi casi erano sicuramente veri. La commissione non gradì la sua testimonianza e nel rapporto che emise non fece il minimo accenno ad essa. (La prova della veridicità del soggetto) ha a che fare con la risonanza che si crea tra la persona che racconta l'esperienza ed il terapeuta che investiga.
Potrebbe essere definita un "conoscenza diretta". Accade quando sai con tutto il tuo essere che quella persona sta dicendo la verità. Si possono trovare esempi di questa "conoscenza diretta" negli atti del tribunale che ascoltò i resoconti dei testimoni sulle torture in Bosnia. Il giudice, dopo aver ascoltato la testimonianza di una donna, disse: non ho bisogno di altre testimonianze, posso solo dire che non è possibile che lei stia mentendo, per me questo è sufficiente." Adesso tutti sappiamo che la tortura esiste; questa cosa è stata ammessa, ma ancora non si ammette che anche gli incontri con gli alieni esistono.
A questo punto dovete sapere che in questa fenomenologia abbiamo le prove di modelli ricorrenti e simili evidenziatisi in centinaia se non migliaia di casi.. Ciò sta aiutando a creare un nuovo atteggiamento nei confronti dei testimoni. Quando un testimone parla tutti si accorgono che egli ha veramente sperimentato un altro tipo di realtà. La sincerità, la verità e la forza d'animo sono misurabili proprio come le distanze e i pesi, ma in un modo diverso. Nella nostra cultura esperienze come quelle dei rapimenti alieni, degli Ufo e dei Crop Circles vengono definite "anomale", ma ciò non accade in tutte le culture. Molte delle nostre esperienze rientrano nel rango delle anomalie e quando ho parlato di esse con dei Nativi americani loro hanno semplicemente risposto che non sono anomalie e che noi lo sappiamo perché sono fatti che rientrano nelle esperienze umane. Negli ultimi minuti voglio parlarvi della attuale visione del mondo e di come essa agisce.
Ci si è sempre riferiti ad essa come ad un paradigma e la si è associata al pensiero scientifico, ma io preferisco chiamarla "visione del mondo" perché riguarda qualcosa di ben più grande della sola scienza. La visione del mondo è il modo in cui organizziamo la realtà; corrisponde al modo in cui pensiamo che le cose funzionino e per noi è come una bussola, uno strumento di navigazione e ci permette di tenere insieme la nostra psiche. Quando mi affibbiarono la commissione d'inchiesta compresi che stavo mettendo in pericolo la visione del mondo su cui i miei colleghi si basavano.
Quando minacci l'imperatore lui ti colpisce. La visione del mondo dominante nella nostra società potrebbe essere definita "umanesimo antropocentrico newtoniano-cartesiano". E' una visione che colloca l'essere umano al vertice di una gerarchia cosmica di intelligenze. Il modo più semplice per definirla è Materialismo Scientifico. In questa visione del mondo la materia è energia, è la realtà primaria e nel Cosmo non esiste alcuna intelligenza superiore. Il suo metodo di studio è basato sulla realtà oggettiva e sulla separazione tra l'investigatore ed il fenomeno investigato. Bene, questa visione del mondo che ha dominato la nostra società è in errore. E' in errore in ogni importante elemento che la costituisce.
Prima di tutto sappiamo che esiste tutta una serie di fenomeni che non riusciamo a spiegare e che questo metodo scientifico non riesce neanche a trattare. Molte delle cose che oggi abbiamo scoperto non possono nemmeno essere studiate. La visione del mondo dominante è terribilmente distruttiva perché tratta l'intero pianeta come se fosse un semplice ammasso di risorse pronte per essere sfruttate, per le quali vale la pena combattere qualsiasi guerra e che saranno conquistate dal più forte. Da questa visione non può scaturire alcuna vera gioia per l'umanità perché le uniche gratificazioni possibili sono sempre e soltanto di tipo materiale. Ma ora una nuova visione del mondo sta emergendo ed essa dà spazio anche a chi crede che esistano intelligenze superiori nell'universo. Quello che accade ai miei clienti è una dimostrazione dell'esistenza di tali intelligenze; i Cerchi nel Grano provano che tali intelligenze stanno cercando di comunicare con noi.
In questa nuova visione del mondo è compreso un modello dell'Universo in cui tutto comunica con il Tutto e ciò trova conferme anche nella fisica d'avanguardia. Per tale nuova visione del mondo sono necessarie nuove ondate di conoscenza insieme ad un risveglio spirituale. Questo cambiamento che avviene intorno a noi incontra ostilità e resistenze molto forti perché il mantenimento del vecchio sistema di pensiero ha richiesto enormi investimenti economici, politici e psicologici. Ma ormai vediamo ovunque persone che si aprono a questa nuova visione del mondo e gruppi come il Gaus lo dimostrano.
Quanto sarebbe diverso il mondo se questa nuova visione diventasse quella dominante? Diverremmo capaci di condividere le nostre esperienze con tutti gli esseri viventi e tratteremmo finalmente la natura con rispetto senza violentarla. Saremmo in grado di identificarci con altri popoli, religioni e con gli animali senza più considerarli mercati da sfruttare e prodotti da vendere e consumare e, soprattutto, ci renderemmo conto di essere connessi col Divino, con un Principio Creativo immensamente più appagante di qualunque bene materiale. Si avrebbe un globale risveglio dei cuori. Tutto ciò io l'ho appreso occupandomi dell'esperienza dei rapimenti alieni perché i contattati riferivano di aver saputo dagli Esseri che noi rappresentiamo una minaccia non solo per la Terra ma anche per la Galassia. Spero che sapremo trasformarci da nemici della Galassia in suoi cittadini.
Narrastorie
00sabato 12 novembre 2011 12:41
RESISTERE ALLA POLITICA DELLA PAURA

Fonte: Articolo scritto da John Mack

Unknowncountry.com non è un sito web politico e non pubblica opinioni politiche. Tuttavia, quanto qui appare è l'ultimo scritto lasciato dal Dr. John Mack, personaggio amato negli ambienti più interessati e partecipi alla ricerca sugli UFO e sulle esperienze di incontri ravvicinati. Come tali, pubblichiamo ciò in sua memoria. Il Dr. John Mack è stato tragicamente ucciso il 27 Settembre 2004.
Il Senatore John Edwards e molti altri Americani credono che il Vice Presidente Cheney abbia "passato il limite" quando disse che se avessimo scelto John Kerry, invece di George Bush, saremmo stati nuovamente sconfitti e in maniera devastante per la saldezza degli Stati Uniti. Ma io credo che il limite è stato superato molti mesi, fa quando il Presidente Bush e la sua amministrazione decisero di manipolare le menti della nostra gente, terrorizzandola ostantemente con lo spettro di attacchi terroristici. Il pericolo del terrorismo è reale, per questo è di grande importanza che la nostra capacità di valutazione del rischio che affrontiamo non sia distorta in nome di vantaggi politici.
Non c'è nulla di nuovo in questa strategia tesa ad ottenere e mantenere il potere.
Dallo storico greco Tucidide, al Barone di Montesquieu, sino ad Hermann Goering nel ventesimo secolo, abbiamo capito che che tutto ciò che i leader nazionali devono fare per mantenere il potere è focalizzarsi su una minaccia esterna, nel contempo tacciando di mancanza di patriottismo quanti non vogliono seguire i loro piani, esponendo così il paese ad un pericolo. Ma oggi, ciò che forse è da considerare senza precedenti è il modo sistematico, virtualmente scientifico, con cui l'attuale amministrazione ha usato la paura, per controllare il dissenso e misurare la quantità di paura che noi dovremmo provare.
Alla conferenza intitolata La Paura: i suoi usi ed abusi politici, sponsorizzata il Febbraio scorso dalla New School University di New York, gli organizzatori sottolinearono che Per la prima volta nella nostra storia, oggi non solo veniamo avvertiti che dobbiamo avere paura, ma ci viene detto persino quanto impauriti dobbiamo essere (allarme rosso, arancione e giallo) eppure, a prescindere dal tipo di timore che dovremmo provare, nessun consiglio ci viene elargito sul da farsi, eccetto forse il dover diffidare degli stranieri e il premunirsi con scorte di nastro isolante e acqua in bottiglia.
Il terrorismo è una minaccia terribilmente reale. Ma l'incessante ricorso alla retorica del terrore, della violenza e del pericolo, che ha accompagnato un numero crescente di falsi allarmi, paralizza le nostre menti e ci deruba del potere di distinguere la verità dalle menzogne e di discernere fra i pericoli reali e quelli che ci vengono sbandierati al solo scopo di meglio manovrare la politica interna.
Roboanti proclami e minacce si confondono con la forza, e stupidi discorsi macho sulla debolezza dell¹uomo, o il sistematico deridere la nostra eccessiva sensibilità, in realtà possono solo coprire ignoranza e debolezza. Una paura di questo tipo può condurre, come ha fatto nel passato, ad ingiustificati atti di aggressione compiuti in nostro nome.
Esistono altre dannose conseguenze della politica della paura. Essa viene usata strumentalmente per privarci della nostra libertà, mentre noi chiediamo libertà e democrazia per gli altri. Questo provoca una sorta di regressione psicologica nazionale, riducendo la nostra mente a primitive e scarnificate forme di pensiero, quello che il giornalista conservatore Charley Reese ha definito il comico libro mondiale degli eroi Americani e dei malvagi operatori stranieri.
Gli stessi leader si autoconvincono, alla fine, delle proprie proiezioni-minaccia e soccombono inevitabilmente all'atmosfera di paura che hanno contribuito a creare. Il loro discernimento si è indebolito e non si rivolge più ai reali pericoli, mentre gonfia, come nel caso dell¹Iraq, minacce alla nostra sicurezza nazionale che in effetti non esistono. Tale regressione colpisce coloro che hanno le chiavi del comando, può essere scioccante, ma non può più sorprendere che atrocità come quelle commesse nella prigione di Abu Ghraib vengano perpetrate, anche se solo in alcuni casi, da donne.
Il male peggiore è forse ciò che la politica della paura ha fatto ai nostri valori come popolo. Il poeta Michael Blumenthal, ritornando negli Stati Uniti il mese scorso dopo tre anni di permanenza in Europa, ha ritrovato una nazione spaventata e spaventosa, priva di generosità e umanità e decenza e carità una nazione che sembra incapace di trovare per il suo patriottismo una qualsiasi ragione più profonda di un'atmosfera manipolata cinicamente da ansietà e paura. Theodore Sorenson, il primo assistente del Presidente John F.Kennedy, in un suo discorso inaugurale tenuto lo scorso Maggio in Nebraska, ha messo in guardia sul colpo sferrato al grande cuore e all'anima di questo Paese, una nazione che si muove verso una mediocrità feroce, invece che verso un nobile fine.
Alcuni di noi si stanno accorgendo del pericolo della politica della paura. Voci si alzano dall'opposizione. Catharine Gamboa di Baltimora scrive all'editore: Io rifiuto di sottomettermi al terrore, rifiuto di essere impudentemente manipolata da questi sinistri battiti di tamburo, e Steve Mavros di Philadelphia dichiara di essere stufo di vivere nella paura e stanco degli allarmi che mi dicono se fare o meno una passeggiata (New York Times, 9 Settembre, p.A32). Kasey Hrehocik, studentessa della Poteet High School in Texas, ha scritto un documento che si oppone alla fabbrica della paura con cui ci dicono di convivere. Quando permettiamo alla paura di oltrepassare le difese sociali che tengono insieme i nostri ideali ed i nostri valori ha ammonito, permettiamo alla nostra casa, l'America, di diventare una palude ricoperta di immondizia riempita di manipolazioni ed inganni.
Ma le voci di queste coraggiose persone devono trovare unione, in una crescente onda di resistenza. Il pessimo uso della paura finalizzata al controllo delle nostre menti potrebbe rasformarsi in un nuovo cardine della nostra coscienza nazionale, e chi appartenga ad ogni livello del nostro sistema educativo deve poter riconoscere i segnali di tale velenosa strategia. Solo aprendo gli occhi, credo, saremo in grado di preservare i nostri valori nazionali e la nostra integrità, e riusciremo a compiere le scelte intelligenti, dalle quali dipendono la vera "sicurezza" ed il suo raggiungimento.
Questo editoriale, scritto per il Boston Globe, non era stato ancora pubblicato al momento della morte del Dr. Mack, avvenuta il 27 Settembre 2004, in un incidente di auto.
Narrastorie
00sabato 12 novembre 2011 12:42
IL FENOMENO DELLE ABDUCTION: COSA SIGNIFICA PER LA COSCIENZA UMANA?

Articolo di John Mack
Fonte: www.altrogiornale.org/news.php?extend.6255


L'autore descrive com'è entrato nello studio dell'esperienza della UFO abduction, un poco della storia del campo, la fenomenologia delle abductions UFO, chi sono gli addotti, il suo uso degli stati non ordinari di coscienza lavorando con loro, alcune evidenze fisiche relative, qual'effetto ha l'essere addotto per gli addotti e la sua interpretazione del significato dell'esperienza. Le UFO abductions non sono un fenomeno raro e si stima che siano accadute a tre milioni di Americani. Esiste una precisa corrispondenza nelle testimonianze. Gli addotti mostrano una psicopatologia relativamente piccola. L'autore usa una combinazione di ipnosi e tecnica di respirazione come trattamento per aiutare gli addotti a confrontarsi e muoversi attraverso memorie terrificanti delle esperienze. Gli eventi di abduction e le descrizioni di alieni sono relativamente uniformi. Esiste un'evidenza sia sottile che molto robusta in affiancamento di parte delle abductions.
Le conseguenze di questi eventi sono solitamente molto traumatiche. Però nell'elaborare questi terrori, gli addotti spesso sono in grado di trovare in tali eventi, una fonte di trasformazione, che li connette oltre loro stessi. Possono fornire un senso di proposito, spesso legato ad una consapevolezza ambientale e ad un senso di missione relativo alla nostra precaria situazione ecologica globale. Il loro valore per tutti noi può trovarsi in una sfida, in modo potente e significativo, contro l'arroganza di specie radicata nel nostro paradigma culturale Occidentale. Loro sfidano la nostra realtà di consenso per collassare i confini che abbiamo piazzato tra i domini fisici e spirituali. Considerando la crisi globale, possono persino rappresentare un'intervento o una correzione cosmica, che ci parla nell'unico linguaggio che siamo in grado di ascoltare, quello del fisico e dell'alta tecnologia.

L'apertura attraverso cui hanno volato gli UFO
Per il mio lavoro con Stanislav Grof e la respirazione olotropica e il modo in cui mi ha fatto avanzare e aprire la coscienza, a volte dico che gli UFO (Oggetti Volanti non Identificati) hanno volato nel foro della mia psiche aperto dal lavoro che ho fatto nell'area trasformante.
Ognuno di noi che lavora nell'area dell'evoluzione della coscienza, sembra avere i propri limiti. Alcune persone dicono, "Beh, questa roba della parapsicologia è OK, ma l'astrologia, non ci posso credere." Conosco un editore, che ha persino pubblicato i lavori di Grof, che mi ha detto questo. Oppure le persone possono dire, "Posso accettare l'astrologia e la parapsicologia, ma questa roba della UFO abduction è troppo fuori; non posso accettarla." Beh, questa fu anche la mia reazione, come spiegherò.
Una delle cose che si deve fare lavorando in questo campo è distaccarsi da alcune nostre parole. Il nostro linguaggio è per la creazione di categorie. Però le categorie che abbiamo non funzionano bene qua. Per esempio, le persone mi chiedono, "E' realmente vero?" oppure "Questo avviene letteralmente alle persone?" "E' reale?" chiedono. Bene, reale è il tipo di parola da rivedere da quest'altro punto di vista. O prendi le parole, dentro e fuori, è qualcosa nel mondo esterno o qualcosa nel mondo interno? Ancora, queste categorie sono esauste.
Quello che farò ora è collegare la mia esperienza del come sono entrato in quest'area; quindi spiegherò un poco della storia del campo, molto rapidamente, perchè questo è un soggetto enorme, un intero dominio di cui potrò appena toccare i punti più alti; infine descriverò qualcosa della fenomenologia. Sto per descrivere chi sono gli addotti, il mio uso degli stati non ordinari di coscienza nel lavorare con loro, qualcosa dell'evidenza fisica, quale effetto l'essere addotto ha sugli addotti e infine, come metto assieme il significato di questo fenomeno.
Vi rimando a quattro libri in cui esplorare tutto questo ulteriormente: Uno è di Kenneth Ring (1985), intitolato Heading Toward Omega. Un altro è di Keith Thompson (1991), chiamato Angels and Aliens. Il lavoro di Budd Hopkins (1987), intitolato Intruders, un classico in questo campo. Infine, il libro recentemente pubblicato di David Jacobs (1990), Secret Life: Firsthand Accounts of UFO Abductions.

La Mia Esperienza col Fenomeno UFO
La mia esperienza con questo fenomeno è piuttosto recente. Nel 1989 mi venne dato un documento, scritto da Keith Thompson che Stan Grof stava preparando per un libro. Conteneva una interpretazione Jungiana del fenomeno UFO. Continuavo a chiedermi al tempo, "Si, ma quali sono i dati? Cosa avviene davvero?" Non è accaduto molto finchè un amico, un altro membro del mio gruppo di apprendimento che lavorava con Stan Grof, mi chiese se volessi incontrare Budd Hopkins. Risposi, "Chi è Budd Hopkins?". Hopkins, chiaramente, è il classico pioniere in questo campo. Era il tardo 1989. Lo incontrai a Gennaio a New York. Era uno di quei momenti di cui ricordi in qualche modo la data esatta, 10 Gennaio, dove qualcosa cambia nella tua vita.
Quando Budd mi raccontò di questi casi, quello che mi colpì in modo potente fu la precisa corrispondenza delle esperienze riportate dalle persone, venute allo scoperto con grande riluttanza da ogni parte degli Stati Uniti e da tutte le parti del mondo. Quando, per esempio, se a un experiencer (ndt. termine usato dal Dr.Mack come sostituto di addotto, in italiano userò il termine "esperiente") venisse mostrata una immagine di alieni disegnata da un altro esperiente, lui o lei reagirebbero con orrore, perchè questo significa che altri hanno vissuto l'esperienza e la loro idea di poterla giustificare con un sogno, viene sconvolta.
Questa risposta mi colpì come qualcosa che poteva avvenire solo se qualcosa di reale e non immaginario, fosse accaduto a loro. I sogni non funzionano in questo modo. Le persone non rispondono ai sogni degli altri in questo modo. Quindi qualcosa in me disse che stava avvenendo qualcosa che io non comprendevo. Poco a poco sono stato catturato da questo e mi vennero indicati dei casi. Per l'inizio di Giugno di quello stesso anno, avevo lavorato con circa 55 individui, dei quali 41 soddisfavano strettamente i criteri di un caso di abduction, che includono l'essere preso da creature strane umanoidi in un luogo chiuso, un UFO, ed essere soggetti a varie procedure, di cui vi parlerò. I miei casi includono bambini fin dai due anni. La persona più anziana ha 57 anni.
Esiste un dibattito nella letteratura sugli UFO, sull'idea che questo fenomeno sia fondamentalmente diverso dalla storia di folclore sulle visite di piccole persone e fate e ci sono alcune similarità con questo fenomeno. Però ciò che è distintivo delle UFO abductions, almeno da quando il caso di Betty e Barney Hill diede inizio al corrente fenomeno dell' abduction nel 1961, è che questi casi sono stati sottoposti a studio empirico di prima mano e non sono stati trasmessi per tradizione orale. Come descrisse Eddie Bullard (1982), uno studioso di folclore che se ne è interessato e che ha molta esperienza, nei casi in ambito UFO, si trova un fenomeno centrale altamente articolato e dettagliato e quindi è diverso da altri racconti di folclore, che hanno una variabilità culturate molto ampia.
In questi due libri, Missing Time (1983) e Intruders (1987), Budd Hopkins ha descritto molte delle caratteristiche fondamentali del fenomeno di cui vi parlerò. Inoltre il libro di David Jacobs (1990), più recentemente, ha descritto per la prima volta gli elementi fondamentali dall'inizio dell' abduction, attraverso procedure che avvengono nella nave, fino alla fine dell'esperienza.

Una stima di tre milioni di americani addotti
Un sondaggio Roper (1991) basato su un campione di 6000 Americani e condotto da Luglio fino a Settembre del 1991, chiese alle persone se avessero provato un certo numero di fenomeni associati alle UFO abductions - es. l'esperienza dell'essere preso attraverso un muro, le inspiegabili creature strane e splendenti attorno al loro letto o l'avero visto davvero un UFO. Se le persone avevano vissuto quattro o cinque di tali esperienze, si poteva pensare ad una buona possibilità che fossero state addotte dagli UFO. In base alla stima di questo sondaggio, si potrebbe dedurre che circa tre milioni di Americani abbiano vissuto questa esperienza.
Quindi, vedete, non è un fenomeno raro. Mi colpisce che in molti dei miei nuovi casi ci siano persone conosciute alla comunità UFO, ma non si sono fatte avanti prima, lo fanno solo ora perchè a loro sembra che persone più "rispettabili" come me ne stiano prendendo nota. (Beh, forse sono più rispettabile, ma quanto a lungo prevarrà questa condizione è discutibile). Stanno dicendo, "Beh, se un professore di Harvard può prendere questo seriamente, allora posso farmi avanti, posso raccontare la mia esperienza".
Per esempio, una donna - di 30 anni, molto stabile, madre di tre bambini - visse un'esperienza in cui sette piccoli esseri l'hanno presa facendole attraversare i muri fino alla navicella spaziale. Lei direbbe che è stato terrificante.
Sua madre risponderebbe, "Oh, hai avuto un incubo".
Lei direbbe, "No, Madre, non era un incubo. Mi accadde davvero".
Questo ha continuato ad avvenirle. Ancora, per tutta la sua vita sua madre direbbe che si trattava di un incubo. Quindi lei sente parlare di me e pensa "Beh, se quest'uomo crede che sta avvenendo. Posso raccontargli la mia esperienza". Si sentì sollevata in un certo senso, ma abbattuta in un altro senso nello scoprire che sì, in effetti questa è un'esperienza vissuta da molte persone.

Chi sono gli Addotti?
Ora, chi sono gli addotti? Prima di tutto, mi colpisce quanto siano ordinarie queste persone. Mostrano una psicopatologia relativamente piccola, a parte quello che può essere considerato il risultato dell'impatto di questa esperienza molto disturbante. Conosco mogli, impiegati, guardie carcerarie, uno chef di un ristorante di Boston. Sono stati fatti numerosi studi psicologici su questi individui; non si è scoperta alcuna psicopatologia di grande livello da poter giustificare l'esperienza.
Kenneth Ring (1985) ha parlato della possibilità che possa esistere un tipo di personalità soggetta ad incontro. La personalità soggetta a fantasia - una tesi di Keith Basterville dall'Australia - non è stata provata. Una delle difficoltà inoltre è conoscere quale sia la causa e quale sia l'effetto, perchè il processo dell'essere addotto può iniziare fin da govanissima età. Sono avvenute abduction di infanti dagli asili, per esempio.
Inoltre, si è criticato l'uso dell'ipnosi, che è importante nell'investigare questi casi. Non abbiamo ancora evidenza che l'ipnosi abbia introdotto distorsione in questo fenomeno. Quello che tende a fare l'ipnosi è l'accedere a memorie che sono state schermate e non sono disponibili all'individuo per l'intensa natura traumatica del fenomeno. Esiste, in aggiunta, il fatto che gli esperienti sentono che gli alieni hanno ordinato loro di non ricordare, hanno spostato le loro coscienze e le hanno "spente" in modo che non dovrebbero ricordare. Lo stato non ordinario dell'ipnosi sembra invertire questa amnesia.

Il Mio Approccio nel Trattare gli Addotti
Il mio personale approccio nel trattare gli addotti, evolutosi investigando questo fenomeno, è l'uso del rilassamento ipnotico in combinazione con l'intensa concentrazione sulla respirazione. Non posso usare solo il lavoro respiratorio olotropico - benchè sarebbe interessante - perchè ho necessità di parlare con loro. Il lavoro di respirazione preclude la discussione, per la maggior parte. Ad ogni modo, prima stabilisco in una intervista, che dura almeno un'ora e mezza, che la persona abbia gli indicatori suggestivi dell' abduction - come piccoli esseri attorno al letto o periodi di missing time (ndt. tempo mancante). Comunque, a volte ricorderanno l'intera esperienza di abduction, persino dall'inizio.
Cosa interessante, le persone che hanno preso psichedelici a volte nelle loro vite, tendono a ricordare l'esperienza in questo modo. Non ho sufficienti statistiche su questo per essere certo che sia un fenomeno robusto, ma sembra esserci una tendenza, per questo tipo di persone, a ricordare le loro esperienze senza lo stato non ordinario di coscienza e di poter esplorare quello che avvenne senza l'ipnosi. Però generalmente, quando abbiamo usato l'ipnosi standard e il rilassamento per portare alcuni in uno stato non ordinario, in trance e quando hanno raggiunto un posto difficile dove arriva una intensa ansia o qualche sensazione disturbante nel corpo, allora le ho fatte concentrare sulla respirazione ed entrare in respirazione profonda. Questo riporta la persona in trance. Inoltre le aiuta a muoversi attraverso la paura e l'effetto stressante che hanno provato a quel tempo.
(Può essere utile riaffermare che gran parte del materiale riguardante le abductions viene ricordato senza l'uso di uno stato alterato di coscienza e che molti testimoni di abductions sembrano rivivere forti esperienze dopo un minimo esercizio di rilassamento, cosa che giustifica difficilmente la parola "ipnosi". L'esercizio di rilassamento è utile ad alleviare la necessità dell'esperiente di partecipare alle richieste sociali e ad altri stimoli di conversazione viso a viso e ad alleviare le energie coinvolte nella repressione delle memorie e delle emozioni.)
Una cosa che voglio enfatizzare, perchè penso che sia fondamentale distinguere questo fenomeno dalla fantasia o delusione o nella sua diagnosi, è l'intensa influenza stressante associata con il ricordo di queste esperienze. Ci sono individui che letteralmente si scuotono con paura nel confrontarsi con le memorie di come fossero paralizzati o nel rivedere ancora i piccoli alieni con i grandi occhi neri.
I loro corpi si scuotono e gridano letteralmente con terrore nel ricordare le procedure intrusive avvenute sulle navicelle. Questo è in contrasto con ricerche come quella di Lawson (1985,1987), che usa una simulazione. Tale ricerca domanda, "Beh, come immagineresti un incontro?" Le persone possono in qualche modo inventare come sarebbe una abduction, immaginando di viverne una. Però è il potere influente dell'esperienza di vera abduction che fornisce l'autenticità e mi dice come psichiatra che qualcosa di forte e disturbante è in effetti avvenuto alle persone.

Qual'è l'Esperienza dell' Abduction?
Quindi rimane il grande mistero: Cos'è? Cos'avviene in effetti? Questo è ciò su cui mi esprimerò ora.
La basilare esperienza di abduction avviene quasi dal nulla. La persona può avere qualche suggestione premonitoria. Saranno nel letto o in auto. Una donna era in un mezzo da neve. Possono sentire un suono cupo. Possono vedere un UFO da vicino. Quindi hanno una modifica di coscienza. Non perdono esattamente la coscienza; c'è un periodo che non possono descrivere. Passa e quindi sono confusi alla fine delle due o tre ore, quando realizzano che il tempo è passato. Occasionalmente ricorderanno cos'è accaduto.
Quello che sto per raccontare includerà l'informazione ottenuta dall'uso dello stato non ordinario attraverso la tecnica che ho descritto. Possono vedere una luce nella stanza da letto o un raggio di luce fuori. Quindi si trovano, contro la propria volontà, trasportati nella luce, attraverso un muro o la finestra, ovunque gli capita di essere. La loro prima reazione, quando ricordano inizialmente, è che questo non può essere reale. Non rientra in alcuna legge che conosciamo. Però sono stati visti come non presenti in quel periodo. Sono fisicamente altrove e le famiglie sono preoccupate. Le madri si preoccupano quando i propri bambini in effetti non ci sono. Una delle cose più difficili da accettare è che questo può veramente avere una base fattuale. Ancora, noi dobbiamo riconoscere che i fatti che non tornano devono ancora essere osservati.

Come Appaiono gli Alieni
Una delle cose più difficili per gli addotti è guardare gli esseri. Gli esseri generalmente sono descritti piuttosto costantemente, nonostante il fatto che fino ai recenti anni le descrizioni nei media non fossero comuni. Io stesso non conoscevo la descrizione di base fino a circa quattro anni e mezzo, cinque anni fa. Solitamente sono descritti come piccoli, con grandi teste e grandi occhi neri. I loro occhi sono la caratteristica più prominente. Hanno una specie di naso rudimentale, fori di narici, la fessura della bocca, non hanno orecchie e sono alti circa tre piedi, tre piedi e mezzo.
A volte c'è un dottore o un leader descritto come più alto, a volte con le rughe nella testa. Sembra essere la figura in carica nell' UFO, con braccia lunghe, tre o quattro dita, gambe sottili, un petto senza forme e non vengono visti genitali. Occasionalmente ci sono figure simili a umani più grandi che appaiono associate con i piccoli umanoidi. Tenete in mente che io sento me stesso dire queste parole e non riesco a credere che le sto dicendo. Probabilmente nemmeno voi. Però questo è il continuo racconto di persone altrimenti normali, sane di salute e di mente, che nemmeno ci credono. Loro si stanno solo confrontando la prima volta con la verità insieme a me o altri investigatori.

Avvenimenti dentro l'Astronave
Quindi viene descritta l'astronave. Gli addotti possono o meno vedere la nave dall'esterno. La cosa seguente che sanno è di essere dentro la nave e ha come delle mura curve, si sente del fresco all'interno. Sono nude e sono soggette ad una serie di procedure, che include la raccolta di campioni di pelle e gli inserimenti di sonde di vario tipo nel naso. Gli addotti che non si conoscono tra loro e non hanno avuto questa informazione nei media, costantemente forniscono descrizioni elaborate e molto dettagliate degli strumenti. I media non hanno i dettagli di queste testimonianze se non da molto recentemente e ne danno ancora qualche indizio, quindi è difficile giustificare così tale costanza nei rapporti.
L'aspetto più prominente dell'esperienza è il sondaggio urologico-ginecologico. Vengono inseriti degli strumenti nella vagina. Spesso, le madri affermano la rimozione di feti. Mentre non c'è un caso documentato fisicamente di rimozione di feto, l'esperienza è quella di essere state incinta e che il feto è stato rimosso. Agli uomini sono stati presi campioni di sperma contro la loro volontà. E' molto stressante. Questa è una delle parti più disturbanti dell'esperienza. Comunque, discuterò brevemente come questo in sè non sia il centro o l'aspetto più disturbante dell'esperienza nell'approfondire il fenomeno.
Avviene anche un intenso sondaggio della testa; a volte c'è l'esperienza dell'inserimento di impianti. Diversi di questi impianti, sono stati rimossi e sono sotto analisi. Finora, non ci sono prove per escludere che siano fatti di materiali reperibili sulla Terra. Molta ricerca è in corso sugli aspetti fisici di questo, cosa di cui parlerò fra un momento. L'esperienza finisce col ritorno degli addotti tramite un' inversione della procedura che ho descritto. Solitamente tornano al posto in cui stavano prima, ma qua avvengono cose divertenti. Le loro magliette possono essere rovesciate. Oppure possono finire in un posto diverso da quello di origine.

L'Evidenza Fisica
Ci sono dimensioni fisiche che accompagnano questo fenomeno. Queste da sole non costituiscono evidenza che soddisferebbe gli scienziati, ma nel contesto delle abductions l'evidenza fisica è molto importante. Gli addotti possono svegliarsi con tagli inspiegabili, segni di prelievo o nasi sanguinanti. Esiste un caso in cui quattro o cinque persone sono state addotte da un appartamento e si sono svegliate tutte con i nasi sanguinanti la mattina dopo. In associazione con questa esperienza, possono notare terra bruciata fuori dall'appartamento, dov'è atterrato l' UFO.
L'evidenza fisica è qualcosa di sottile. Una delle cose importanti in termini di coscienza e delle nostre nozioni della realtà, è che l'evidenza qua va presa come totalità. Contare sull'evidenza fisica da sola può non soddisfarci. Presa nel contesto dell'intera e molto robusta esperienza di questo fenomeno, allora crea uno schema. Una tale sottile informazione è qualcosa a cui stare attenti mentre allarghiamo le nostre epistemologie. Dall'altra parte, a volte l'evidenza fisica non è così sottile. C'è un caso esplorato a New York, di una ipnosi regressiva fatta da Budd Hopkins.
In questo caso, una donna ha attraversato una finestra di un appartamento in cui viveva, nell'East Side. Questo avvenne circa quattro anni fa. Da quel momento, si sono fatti avanti diversi testimoni che erano fuori dal palazzo e che hanno visto l' UFO, hanno visto gli esseri e hanno visto lei e i piccoli esseri entrare nell' UFO, quindi hanno visto l' UFO andare verso l'East River. Erano sul Ponte di Brooklyn o in un punto della strada; hanno descritto esattamente, fisicamente dall'esterno del palazzo, quello che ha scoperto Hopkins e descritto nell'esperienza di abduction raccontata dalla donna con l'ipnosi regressiva.

Le Conseguenze dell'Esperienza
Il fatto che queste esperienze possano accadere nelle famiglie, aggiunge una dimensione più profonda e in certi modi più problematica alla conseguenza del fenomeno abduction. Ovvero, diversi membri di una famiglia possono essere presi; le esperienze possono prolungarsi per diverse generazioni, inclusi genitori e nonni. Ancora, le famiglie hanno molta difficoltà a parlare tra loro di questo, perchè vìola la realtà consensuale. Ad ogni modo, le due conseguenze fondamentali sono la natura traumatica/post-traumatica del fenomeno - benchè non sia completamente post-traumatica, come spiegherò - e la sua dimensione trasformante/stimolante alla crescita.

La Conseguenza Traumatica
Prima la traumatica: Il trauma ha quattro aspetti. Il primo elemento è la stessa esperienza - essere paralizzati, essere presi contro la propria volontà, essere sottoposti a queste procedure intrusive, terrificanti. Il terrore è enorme e viene affossato e represso per le ragioni di cui ho parlato.
Il secondo aspetto è l'isolamento che sentono questi individui. Sono molto riluttanti a raccontarlo ai propri parenti. Viene detto loro che immaginano troppo e che stanno sognando. Come adulti, se il ragazzo addotto racconta cos'è accaduto, diciamo, in un bar, gli verrà detto che è pazzo. Quindi gli addotti hanno appreso, come uno di loro ha espresso, ad andare "sottoterra". Non raccontano le loro esperienze, quindi si sentono molto isolati. Loro sanno che qualcosa di profonda importanza è avvenuto nelle loro vite, qualcosa che ha grande significato; ma non osano parlarne.
Il terzo aspetto, quello che ha particolare rilevanza per la nostra discussione, è che frantuma la loro comprensione della realtà consensuale, come chiaramente fa per noi. Claire, una donna che era ad una conferenza del M.I.T sulle UFO abductions, raccontò di essere la seconda di quattro generazioni di persone che sono state addotte e di essere preoccupata per non poter proteggere la propria nipote. Descrisse che sua nipote disegnava come si chiudeva in una scatola in modo che Mu, il capo alieno, non la prendesse a volte. Claire disse anche - caratteristico di quello che gli addotti mi dicono - "Gradirei l'idea di essere pazza. Accettare questo come genuino mina tutto quello che ho accettato come realtà. Mi piacciono gli scettici; mi danno una fuga".
Molte persone sono venute da me, particolarmente di recente, facendosi avanti con tutta l'attenzione che sembra in qualche modo aver legittimato il fenomeno (benchè non realmente, sembra ancora molto materiale da "tabloid" più che ufficiale). Però queste persone verranno da me e le ascolterò. Alla fine posso vedere che sono stressate e solitamente dicono cose come, "Vengo qua per farmi dire da te che sono pazzo". Allora dirò, "Non lo capisco. E' un profondo mistero per me. Ho visto molte persone come te e non è espressione di pazzia."
Per loro questo è perdere, perchè strappa via la difesa della negazione che diceva loro che non può essere così. Il quarto aspetto del trauma risiede nel fatto che l'esperienza può ripetersi in ogni momento. Diversamente da molti altri traumi, non è finita, quando è finita.

La Conseguenza Trasformante
La seconda dimensione importante del fenomeno UFO abduction, che voglio sottolineare, è l'elemento della trasformazione. Quello che io e altri che hanno lavorato con questo trauma abbiamo scoperto, è che gli addotti iniziano a sentire che le loro esperienze hanno un proposito o un significato positivo per loro. Questo avviene quando il trauma è stato pienamente vissuto e processato intensamente nello stato non ordinario di coscienza, dopo più di una, due o tre o quattro mie sessioni di ipnosi, qualcosa inizia ad accadere negli addotti e nelle loro percezioni delle esperienze. Sentono che l'esperienza espande la loro coscienza, che si connettono con sè stessi, che si stanno aprendo ad una nuova prospettiva sull'universo.
Un uomo attraversò un terrore incredibile. Venne preso un campione del suo sperma contro la sua volontà e stava gridando sul letto mentre lavoravo con lui in ipnosi. Alla fine disse, "Sai, John, gli occhi degli alieni". Il contatto visivo, qualcosa a cui a volte si resiste fortemente, è materia potente e conferma per questi individui. Il terrore di questo riconoscimento è superiore, come disse quest'uomo, a quello della realtà fisica dell'essere sopraffatto e preso sulla nave. Ho visto questo schema caso dopo caso.
Altro importante aspetto trasformante riguarda l'intensa informazione che viene data agli addotti sulla nave in merito alla crisi globale. Per esempio, può venir loro mostrato un paesaggio devastato dopo una guerra nucleare o la distruzione ambientale. Possono vedere la Terra che muore, con l'atmosfera inquinata e fiumi orribili. In risposta a questo e quasi uniformemente, loro sviluppano una potente coscienza ambientale. Alcuni di loro arrivano a lasciare il lavoro che facevano.
Comunque, andrebbe notato che questa profonda trasformazione avviene solo quando hanno lavorato intensamente con le loro esperienze in uno stato non ordinario di coscienza. Queste trasformazioni non avvengono normalmente in modo spontaneo; gli addotti devono andare a fondo nella loro esperienza, sembra. Però quando lo fanno, molti scoprono che possono portare avanti l'esperienza nel lavoro che fanno nel mondo. Una donna iniziò a insegnare studi ambientali a scuola; una è divenuta una terapista del massaggio; un'altra è divenuta una agopunturista. Tendono verso lavori più colleganti, più transpersonali se volete.
Altra trasformazione che avviene è l'intenso legame che si crea con gli alieni dopo un periodo. Quello che in origine era un'esperienza intensamente traumatica, diviene una relazione straordinariamente significativa. Dalla paura del guardare negli occhi, arrivano a guardare a fondo in quegli occhi neri degli alieni. Una donna lo descrisse come 50 volte più potente di ogni altra esperienza che ha avuto connettendosi con un'altra persona sulla Terra. Quindi sentono questa relazione che li lega con qualcosa che va oltre loro stessi.
Recentemente ho affrontato casi che portano questo ancora oltre. In profonda trance un giovane uomo, per esempio, iniziò a parlare di un processo di accoppiamento inter-specie in corso. Disse che c'è una connessione in corso oltre la Terra, oltre noi stessi, che è ciò che sta accadendo con l'accoppiamento di queste due specie contro la nostra volontà. Io non penso che si possa capire questo tipo di cose senza un senso di disegno più grande, o di divinità o di una anima mundi. C'è questo senso di connessione inter-specie ad un livello molto potente. Ciò che quest'uomo mi disse è che questi esseri con le teste grandi hanno osservato troppo e non sentito abbastanza e quindi ci guardano per l'emozione. La creazione di piccoli ibridi, che avviene come risultato di questo processo di accoppiamento inter-specie, sembra un proposito importante delle abductions.
Gli alieni sono molto interessati nel vedere le madri che nutrono questi piccoli ibridi, le cui caratteristiche sono un mix tra gli esseri umani e gli alieni. Questo giovane uomo - Dane era il suo nome - affermò che apprese tramite connessione con gli alieni, che siamo divenuti troppo disconnessi dalle nostre sensazioni e che questo processo di accoppiamento è in qualche modo per "aprire la mente del cuore" - queste furono le sue parole. Abbiamo perso o ci serve sviluppare la mente del cuore. Il cuore ha una mente ed una agenda tutta sua, per portarci di nuovo a casa, tutti noi, con cui si riferiva a Dio o all'evoluzione di una coscienza da riportare al nostro Fondamento dell'Essere.

Il Significato delle Abductions
L'ultima parte che vorrei discutere è il come metto l'intero fenomeno assieme, quale significato ho potuto derivare dall'intera struttura. Questo è reso difficile dal fatto che gli alieni non necessariamente ti dicono cosa fanno finchè, come lo esprimono, non siamo pronti ad ascoltarlo. Inoltre, una teoria di questo fenomeno dovrebbe rispondere ad un vario numero di materie. Dovrebbe tenere conto del fatto che queste persone altrimenti sarebbero normali e sane. Dovrebbe tener conto degli avvistamenti di UFO che accompagnano alcune di loro, dei fenomeni fisici a volte associati e del fatto che avvengono a bambini fin dai tre anni.

Sfidare l'Arroganza della Nostra Specie
Prima di tutto, questo fenomeno ha sfidato il nostro senso della realtà in modo più potente di quasi qualsiasi altra cosa di cui sono a conoscenza. Un uomo ebbe un'esperienza dieci anni prima che potesse ricordarla senza ipnosi. In quel periodo e prima di ogni investigazione con me, affermò che l'esperienza lo aveva aperto. Come lui l'ha espresso "Quando mi aprii non potevo capire cosa stavamo facendo alla Terra. Questa apertura ha cambiato la mia intera prospettiva del nostro posto nell'universo."
Considerando questo, ho pensato che la crisi globale, la distruzione dell'ambiente, è il contesto in cui avvengono. Sono certo che non devo spiegarvi queste dimensioni. Questa crisi è alle radici un prodotto del paradigma dominante della mente Occidentale, in particolare il suo radicato dualismo e materialismo. Queste assunzioni filosofiche assieme rappresentano un tipo di arroganza di specie. Implicano che siamo l'unica intelligenza, gli unici col cervello evoluto abbastanza da produrre coscienza. Questo implica anche che siamo soli su questo pianeta con la nostra intelligenza, costruita a "mente singola", ma separata in un universo senza significato e altrimenti non conscio.
Ora, il fenomeno alieno colpisce quasi ogni aspetto di questo paradigma dominante e fondamentale della psicologia e della scienza Occidentale. Solo un esempio: Gli stessi UFO rendono ridicola la tecnologia di cui siamo tanto orgogliosi. Appaiono e scompaiono dallo schermo radar. Appaiono. Scompaiono. Nulla di militare è rilevante per loro, anche se per qualche quartiere militare appaiono per noi minacciosi. Forse avete sentito dello scherzo che Allen Hynek, un ufficiale dell'Air Force USA e un ex-debunker, che si è trasformato in un credente, usava raccontare. Cita un colonnello dell'Air Force che disse, "Perchè non ne abbattiamo uno e vediamo se sono amichevoli?"
Quindi vediamo al lavoro la Truffa: Loro esistono loro non esistono. Gli UFO appaiono nella nostra realtà fisica, quindi spariscono dalla nostra realtà fisica. Ci dicono che, qualsiasi illusione abbiamo avuto dell'essere a controllo del mondo, della natura, di noi stessi, sono tutte frantumate. Noi brutalmente non abbiamo controllo. Loro arrivano; ci prendono quando vogliono; ci portano nelle loro navi; fanno quello che vogliono con noi. Tutto quello che possiamo fare è arrenderci e cercare di essere aperti a questo.

Far Collassare le Mura tra Fisico e Spirituale
Gli addotti vivono anche il collasso dello spazio-tempo. Questi non sono generalmente persone filosoficamente sofisticate. Però a loro lo spazio e il tempo sembrano ripiegarsi e sparire. Questo frantuma la nozione di un universo spazio-temporale come unica dimensione possibile. Il nostro dualismo Occidentale viene anche scavalcato dal legame che si forma. La connessione che avviene con gli alieni ci dice che siamo in qualche modo collegati oltre l'universo per come lo conosciamo.
Se questo non fosse abbastanza, il fenomeno dell' abduction commette un altro peccato cardinale per la mente Occidentale. Se pensate alla demografia cognitiva, come descritta ad un gruppo di noi recentemente dal Dalai Lama in India, esistono tre dimensioni dell'essere conosciute alle tradizioni Orientali. Una è il fisico, i corpi manifesti che conosciamo. Quindi c'è il mondo spirituale - con gli angeli, Shiva, gli dei e le dee e così via. Infine, esiste il livello senza forma. Ogni tradizione possiede termini per questo livello - lo Spirito Santo per il Cristianesimo, l'anima mundi o il Grande Spirito per i Nativi Americani. Nell'Occidente abbiamo dipartimenti di religione, antropologia e filosofia per studiare il secondo e terzo dominio.
Però l'unico considerato reale è la prima dimensione - il fisico, il dominio del corpo, mentre in altre culture quelli sono domini reali. Chiaramente generalmente permettiamo a questi domini di esistere nelle menti delle persone. Però l'assoluto peccato cardinale per la mente Occidentale - e la cosa che fa impazzire i miei colleghi e che probabilmente mi porterà nei guai - è che può esserci traffico tra le barriere, è che il terzo mondo può entrare nel mondo fisico. Questo è però precisamente quello che questo fenomeno ci indica. In altre parole rompe questa barriera che dovrebbe stare nel terzo mondo, invece questo si mostra nel mondo fisico.

Un Intervento Cosmico
Il modo in cui lo comprendo - e sto allargando un poco dicendo che l'intelligenza superiore, o qualsiasi cosa sia al lavoro come "correttore cosmico", può parlarci solo nel linguaggio che conosciamo. Con questo intendo che molti addotti con cui lavoro, sono arrivati a capire che c'è uno sbilanciamento in noi che richiede un aggiustamento cosmico, un intervento esterno a noi. Però l'unico linguaggio che comprendiamo, particolarmente nella cultura Occidentale è il linguaggio del fisico, della creatura incarnata. Quindi se una intelligenza vuole raggiungerci, deve venire da noi in forma fisica. Questo è il perchè gli alieni entrano nel nostro mondo nel modo altamente tecnologico a noi famigliare.
Voglio concludere con due citazioni. Una è di Rainer Maria Rilke. Viene da una lettera, citata nella prefazione del libro di Peter Matthieson, The Snow Leopard. Rilke, potreste ricordare, era in una sua personale odissea, come Peter Mattlhieson. Rilke scrisse:
Questo è l'unico coraggio che ci viene chiesto. Avere coraggio per il più singolare e il più inspiegabile che possiamo incontrare. Che l'umanità in questo senso è stata codarda procurando danno senza fine alla vita. Le esperienze chiamate visioni, l'intero cosiddetto mondo spirituale, la morte e tutte queste cose così a noi vicine sono state così escluse dalla vita che i sensi con cui potremmo capirle si sono atrofizzati. Per non parlare di Dio.
L'ultima citazione è di un addotto. E' una giovane madre. E' stata addotta con suo figlio e, forse, suo marito. Le è stato detto dagli alieni che c'è un posto da cui vengono dove il tempo non esiste. Per lei, questo dominio è divenuto reale. "La Verità è Verità", ha detto. "Sarà ancora lì quando la scienza sarà pronta a vederla o equipaggiata per confermarla".

Domande e Risposte

Membro del Pubblico: Hanno detto altro sulla loro provenienza?

John Mack: Il problema qua è che c'è una sintonia fine che sembra in corso tra la coscienza degli addotti e quello che comunicano gli alieni. A volte sembrano un koan Zen. Chiaramente, questo viene riportato dai ricercatori sulle abduction, come insensato, come per dire, non è per tua conoscenza. Però viene detto più poeticamente. Quindi la persona cercherà di scoprire da quale pianeta vengano, quale stella e così via. Tutto questo è molto interessante ma non molto fruttuoso. E' come se dovessimo aprirci a qualche altra dimensione. Jacques Vallee (1990) parla di un universo multidimensionale o di una multipla realtà o di altre dimensioni che entrano nella nostra. Non abbiamo ancora molti geografi di un universo multidimensionale, quindi è difficile trovare un linguaggio per parlare di questo tipo di cose. Possono esserci alcuni scienziati esperti del multi-verso, come Fred Alan Wolf (es, 1987) e altri, ma per molti di noi questa domanda è difficile da affrontare.

AM: Il governo ha cercato di fermarti in questo lavoro?

JM: Non sono molto ferrato in quest'area della consapevolezza governativa o del coinvolgimento con gli UFO. E' un'area complicata completa di documenti. Comunque, il senso generale che ho avuto dalla posizione dei governi è che prendono la posizione che potrei prendere se fosse il mio lavoro quello di provvedere alla sicurezza nazionale. Praticamente hanno questo materiale, ma dicono che non c'è nulla da fare. Non esiste. Quindi nascondono. Questa è per me l'attitudine del governo. Però non sono venuti da me personalmente.
E' stato fatto un film su questo, intitolato "Intruders". Il personaggio principale, uno psichiatra, ha visto circa tre casi di abduction e ha fatto un discorso. Delle persone del governo di alto livello si sono confrontate con lui nello stile di Hollywood. Ero consulente per questo show, ma non ho accettato questa parte. Gli uomini del governo hanno cercato di corrompere lo psichiatra, sapendo di nascondere la verità dal pubblico e cercando di farlo giocare al cover-up. Lo psichiatra, chiaramente, ha una mente elevata e non sarà corrotto. Nel mondo reale, comunque, nessuno di noi - Budd Hopkins, Dave Jacobs o io stesso - è stato avvicinato dal governo. Non penso che saprebbero cosa fare con noi se lo facessero.

AM: Puoi dire altro sul significato dell'apparente durezza dell'esperienza e del perchè avvenga ora?

JM: Le persone sono venute al movimento transpersonale perchè non c'era posto dove potessero parlare delle loro esperienze mistiche e del loro potere. Ho parlato di altre dimensioni e degli universi. Terence McKenna (1991) ha scritto sugli universi paralleli. E' stato anche un sostenitore del fatto che la mente Occidentale è così incrostata, così tagliata fuori dalla divinità, che serve una dose molto pesante di qualcosa per aprirci nei cuori e nelle anime e che gli psichedelici sono un colpo davvero potente che può attraversare la corazza della mente Occidentale. Vedo questo fenomeno dell' abduction come un altro. E' come se ci colpisse dove viviamo, nel dominio fisico. Quindi è anche un tipo di processo di apertura molto potente, non solo per gli addotti, ma per tutti noi, attraverso il significato straordinario del fenomeno.

AM: Hai parlato di questo con David Bohm ed esiste un ramo della fisica che affronta il multiverso?

JM: Penso ci sia un interesse crescente nella fisica su questo argomento. Penso che la nuova fisica sia certamente molto compatibile alle possibilità verso le quali l'esperienza di abduction ci apre; è molto aperta a questo, infatti. Per quanto riguarda la scienza del multiverso come tale, non so.

AM: Come si sentono gli addotti verso i propri rapitori in base alla sindrome di Stoccolma, dove i terroristi rapiscono qualcuno e rapiti finiscono per sentire una relazione positiva con i propri rapitori dopo un periodo?

JM: Questa è stata l'interpretazione prevalente in realtà, nella ricerca sulle UFO abduction, in merito al fenomeno del legame. Penso che sia in parte ciò che avviene, ma che il legame che si forma sia molto più profondo di quello. Nel caso dei terroristi, credo che abbiano un interesse personale. Forse anche gli alieni; Non dico che non sia così. Ma sembra davvero parte di un processo cosmico più profondo, una connessione tra due specie. C'è una sensazione di inganno o truffa, ma non tendo verso l'interpretazione della sindrome di Stoccolma. C'è una parte di questo, ma nel complesso sento che avviene qualcosa di più significativo di questo.

AM: Durante le abductions, è semplicemente un senso soggettivo del tempo passato o i membri delle famiglie notano che sono andati?

JM: Entrambe le cose. Ci sono situazioni in cui qualcuno vive un'esperienza di abduction e ad altri sembra che siano ancora presenti fisicamente. Sembra più un'esperienza extracorporea e l'esperiente sente come se il proprio corpo l'abbia lasciato. Quindi ci sono molti altri casi - ne ho un certo numero e anche altri ricercatori - in cui il corpo della persona è veramente fuori dall'appartamento e può essere lontano per molte ore.
Travis Walton sparì per diversi giorni nel 1975 e quindi venne trovato mentre vagabondava nei boschi. Quindi non si sa da quanto era stato riportato. Però l'usuale esperienza comprende l'essere sparito da una a tre ore. Uno dei miei primi casi, una giovane donna, venne addotta con un amico da una stanza nella casa di suoi amici. Vennero riportati circa alle cinque o sei di mattina. Quando però non tornarono a casa e non vennero trovati dai due padri fino alle sei della mattina, i padri erano chiaramente preoccupati. Dissero, "Dove sei stato durante la notte?" Solo più tardi la donna ricordò la sua esperienza d' abduction, quindi al tempo loro semplicemente non si trovavano lì e non poterono spiegare dove fossero stati. Vennero anche fatte delle ricerche per trovarli.
Quello che caratterizza l'esperienza dell' abduction è che è fisicamente reale ed entra nel mondo fisico, ma è anche transpersonale e soggettiva. Attraversa la barriera tra il mondo fisico ben definito e il mondo spirituale/transpersonale.

RIFERIMENTI

- Bullard, Thomas Eddie. (1982). Mysteries in the Eye of the Beholder- UFOs and Their Correlates as a Folkloric Theme Past and Present. Ph.D. dissertation, Indiana University.

- Hopkins, Budd. (1983). Missing Time. New York: Berkley Books.

- Hopkins, Budd. (1987). Intruders. New York: Random House.

- Lawson, Alvin H. (1985). UFO abductions or birth memories? Fate, 38(3) March 1985, 68-80.

- Lawson, Alvin H. (1987). Perinatal imagery in UFO abduction reports. In T. Verny (ed.) Pre- and Perinatal Psychology: An Introduction. New York: Human Sciences Press.

- Mack, John E. (1994). Abduction: Human Encounters with Aliens. New York: Scribner's.

- McKenna, Terence. (1991). The Archaic Revival. Speculations on Psychedelic Mushrooms, the Amazon, Virtual Reality, UFOs, Evolution, Shamanism, the Rebirth of the Goddess, and the End of History. San Francisco: HarperSanFrancisco.

- Ring, Kenneth. (1985). Heading Toward Omega: In Search of the Meaning of the Near-Death Experience. New York: William Morrow.

- Thompson, Keith. (1991). Angels and Aliens: UFOs and the Mythic Imagination. New York: Fawcett Columbine.

- Vallee, Jacques. (1990). Confrontation: A Scientist's Search for Alien Contact. New York: Ballantine Books.

- Wolf, Fred Alan. (1987). The physics of dream consciousness: Is the lucid dream a parallel universe? Second Lucid Dreaming Symposium Proceedings/ Lucidity Letter 6, no. 2 [December 1987].
Narrastorie
00sabato 12 novembre 2011 12:43
WHITLEY STRIEBER INTERVISTA JOHN MACK

Fonte: www.altrogiornale.org/news.php?extend.3031

Parla Whitley Strieber, questo è Dreamland. Stanotte abbiamo un grande show. Abbiamo il privilegio di essere col Dr. John Mack, vincitore del Premio Pulitzer e autore di Abduction e del nuovo libro Passaporto per il Cosmo. Il Dr.Mack è un professore di psichiatria alla Harvard Medical School, fondatore e direttore del Programma per la Ricerca delle Esperienze Straordinarie e, per mia opinione, l'autorità mondiale nel campo della abductions aliene.
Scoprirete cose da lui e dal suo nuovo libro stanotte, che non avete mai sentito, che vi faranno capire che questo è un argomento che vale la pena di studiare molto a fondo.
Sapete, dopo aver scritto Communion, ho provato l'emozione di una ridicolizzazione nazionale. Sono stato al Larry King show, seduto a due piedi da Larry e prendendo in faccia le sue risate, potevo sentire il suo respiro, davanti a due milioni di ascoltatori o spettatori dovrei dire. E' stato orrendo, agonia.
Quindi il Dr. John Mack, M.D. professore di Harvard, Premio Pulitzer, ha fatto improvvisamente qualcosa di così straordinario e coraggioso, da cambiare la mia vita, la vita di Budd Hopkins e la vita di chiunque abbia mai avuto un'esperienza di incontro ravvicinato e che si è trovato agonizzante in un modo o nell'altro.
La derisione è finita. Le persone hanno cominciato a rivedere la cosa. Hanno iniziato a dire, "hey, può esserci qualcosa". John Mack è andato al muro per questo. Ha quasi perso la sua licenza, ha quasi perso il tenore, è quasi finito sulla strada senza carriera, senza lavoro. Solo per aver parlato del fatto che c'è qualcosa di straordinario nell'esperienza dell' abduction. Stanotte parleremo con un vero eroe. Un eroe della Scienza, un eroe Americano. Quando torneremo, il mio eroe, il Dr. John Mack. Parla Whitley Strieber, è Dreamland.

WS: Sono Whitley Strieber. Siamo tornati, il Dr. John Mack è con noi, John?

JM: Ciao, Whitley.

WS: John, sei appena tornato da un viaggio in India.

JM: Corretto.

WS: Ok. Vorremmo sapere un pò cosa è accaduto. Perchè sei stato in India?

JM: E' accaduto che un gruppo chiamato Synthesis ha creato una delegazione di circa 30 persone, con circa 70 membri a supporto della delegazione per l'invito del Dalai Lama per dare un'occhiata a cosa avverrà in futuro, cosa si può fare per alcuni conflitti nel mondo, per la sofferenza che portano.
Ogni campo è rappresentato: economia, politica, scienza, medicina, i media, l'educazione. Abbiamo passato molti giorni e Sua Santità è stata profondamente coinvolta e raramente ha molto tempo. Molti di noi eravamo ispirati dall'ottenere la saggezza che ogni volta riceviamo nell'incontrarlo, perchè lui da un lato, ha molto lavoro come guida sia spirituale che politica nel Tibet, in questi tempi di crisi. Allo stesso tempo è una semplice persona umana amorevole, senza l'attitudine alla vendetta e molto premurosa; molto ispirante.
Penso che abbiamo potuto afferrare che esistano persone in tutti i maggiori campi, che sono con lui nei valori e ideali e con il popolo Tibetano, E' stato un momento straordinario.

WS: Perchè sei stato invitato in particolare?

JM: Conoscevo gli organizzatori bene, perchè abbiamo lavorato assieme su una cosa chiamata Parlamento delle Religioni del Mondo nell'estate del 1993. Brian Muldoon e Barbara Bernstein erano capi organizzatori e particolarmente interessati alle persone che stavano conducendo un lavoro di confine, in un campo del genere. Mettendo in questione il sistema economico e l' economia e, nella mia situazione, mettendo in questione, una questione molto filosofica, la realtà, cosa sia la natura dell'universo. Intendo..

WS: Si.

JM: ...sono ben a conoscenza del lavoro che ho fatto con le persone che hanno avuto esperienze straordinarie e sentono che è un'area importante di possibile trasformazione e cambiamento.

WS: Il Dalai Lama era a conoscenza della natura del tuo lavoro?

JM: Si, perchè ci siamo incontrati nel 1992. Lui è interessato a questo argomento e lo vede come un'area che puà significare qualcosa in termini di coscienza Occidentale. Per il popolo tibetano o per la filosofia e religione Tibetana, l'universo è pieni di creature di tutti i tipi, alcune delle quali si manifestano nel mondo materiale, quindi non è così straordinario per loro.
Il fatto che questo stia prendendo attenzione in Occidente è materia straordinaria, quindi questo è ciò che più interessava a lui e il come questo possa aprire il pensiero Occidentale per apprezzare le diverse tipologie dell'universo.

WS: Sicuramente è straordinario per me, perchè come sai ho avuto un'esperienza con esseri che possono essere fisici e non fisici ed essendo di cultura Occidentale, sono rimasto molto sorpreso dallo scoprire che questo è reale.

JM: Vedi il problema che abbiamo nella nostra filosofia in Occidente, è che abbiamo una nozione vastamente sovrasemplificata della realtà. Sia di quella letteralmente fisica, come tutto quello che abbiamo attorno a noi che puoi toccare e sentire e annusare, che di quella del reame dell'immaginazione e della realtà non materiale.
Quello che non esiste in un certo senso fisicamente o viene da un'altra dimensione o che non sappiamo da dove provenga, ma che si manifesta nel mondo fisico, non sappiamo in che posto metterlo nella filosofia cresciuta negli ultimi secoli nell'Occidente. Questo non è tale nella cultura Tibetana o in molte altre filosofie e religioni in Oriente.

WS: Beh questo è vero, quindi loro sono più a proprio agio in queste cose. Tu, attraverso Passaporto per il Cosmo, come dirò spesso durante questo programma, ragazzi, c'è molto materiale da affrontare. Potete avere una copia firmata del libro, firmata da John Mack. Non dovete andare al negozio, non dovete farvela firmare, non dovete sperare che vi arrivi in città. Potete andare su , è peermack.org...

JM: Penso ci sia un tratto tra "PEER" e "MACK", ..

WS: Funziona anche senza trattino..

JM: Davvero?

WS: Si, ci sono ora, lo sto guardando ed è bello. Potete farlo col trattino se volete.

WS: Andate su PEER Purchases, clicckate su PEER Purchases e potete prendere il libro e il prezzo, per la copia firmata, è di soli venti dollari. Quattro dollari in meno della copia in negozio, per una copia firmata di Passaporto per il Cosmo. Lasciatemelo dire, ho letto il libro fino in fondo.
Sapete bene che non leggo ogni libro di cui parliamo, da copertina a copertina. Di questo ho letto ogni parola. E' fantastico. Non pensate che si tratti di un seguito di Abduction. E' ben oltre. John Mack ha fatto scoperte maggiori. Andiamo ora, parliamo un pò di queste scoperte.
Una delle cose così straordinarie di questo libro, è il modo in cu integri le idee dei popoli indigeni e le attitudini, su queste esperienze di abduction nel libro. Credo Mutwa, capo Africano sansumi (?) o uomo di medicina, le sue idee e le sue storie si trovano in tutto il libro e sono favolose.
Pensiamo che queste siano cose Americane o Occidentali. John Mack ha buttato questa idea nel water. Loro le stanno compiendo di continuo e meglio in altre parti del mondo. Quindi raccontaci qualcosa su questo uomo. Come lo hai incontrato e com'era e cosa gli è accaduto?

JM: Veramente non mi aspettavo di incontrarlo, quando sono stato col mio socio Dominique Callimanopulos in Sud Africa. Veramente eravamo diretti in Zimbabwe, perchè ci sono stati dei bambini in una scuola, fuori da Harare, che hanno avuto un avvistamento straordinario di UFO che sono atterrati nel cortile della scuola e hanno visto una o più "strane creature", come ha detto una delle ragazzine, uscire dalle astronavi.
Abbiamo ottenuto alcuni disegni da questi bambini per fax e chiamate telefoniche, quindi stavamo pianificando di andare in Africa, ma abbiamo cambiato i piani per assicurarci di andare in quella scuola. Abbiamo anche pianificato di andare in Sud Africa per una settimana e sono stato raggiunto all'aeroporto e siamo andati in una stazione televisiva e lì, tramite satellite. c'era Credo Mutwa, perchè aveva saputo che avrei parlato di queste esperienze con queste strane creature che lui chiama, anche il suo popolo le chiama, Mandindas.
Questo per loro descrive tali esseri, molto simili ai grigi di cui sentiamo molto qua. Per la prima volta ha chiesto quindi di parlare con me. Siamo stati ore con lui e in modo molto commovente, ha parlato del suo trauma, quando da giovane nella boscaglia ha vissuto un'esperienza molto simile alla tua, Whitley. A quel tempo, non avevo sentito parlare di Credo Mutwa e la per ore in Sud Africa, sono stato con questo straordinario medico, parlando di esperienze molto famigliari per me, grazie alle persone di questo paese.

WS: Cosa molto straordinaria. "Mi è stato mostrato che il mondo sta morendo. Queste creature stanno provando ad avvisarci del pericolo. Le cose in cui ricerchi sono reali, non è opera di immaginazione delle persone". Questo è stato parte del messaggio di Credo Mutwa e si relaziona certamente ai messaggi che ho ottenuto.
Il libro che ho scritto con Art, The Coming Global Superstorm, è una risposta diretta a questo messaggio. Cosa pensi significhi, John? Questo lo hai discusso nel libro, questo messaggio che sembra prendere attenzione. Se puoi descrivere il messaggio che si trova attorno alle abductions, attorno a questo contatto continuo, cosa pensi che sia?

JM: Devi iniziare con una certa mentalità, che pervade il pensiero occidentale, ma che è comune in tutto il mondo, ovvero che il pianeta è un patrimonio per noi e che possiamo dividerlo in paesi e che sia un mercatino per i beni e per tutti i tipi di risorse e che non abbiamo responsabilità per quello che prendiamo dalla Terra.
In altre parole agiamo come se la Terra fosse un posto per questa sola specie. Questo sta cambiando con l'aumentare della consapevolezza ambientale, ma abbiamo raggiunto il punto in cui le risorse stanno finendo, il pianeta sta divenendo sempre più inquinato, i mari, i pesci stanno sparendo e ci troviamo in una crisi planetaria, per la nostra incapacità di capire quello che capiscono tutti i nativi del mondo, ovvero che esiste una delicata rete di vita e questa rete viene distrutta da questa specie.
Ecco il background. Accade in queste esperienze, che il messaggio arriva alle persone che non hanno una particolare sensibilità ambientale o consapevolezza e il messaggio dice, "il vostro pianeta sta morendo, questo non è il vostro pianeta. Non è solo per una specie." Stanno mostrando immagini della vasta e squisita bellezza del pianeta in tutta la Terra e vengono mostrate a fianco di immagini di mari inquinati, alberi morenti, specie che spariscono e le persone reagiscono spesso con lo shock quando vedono e questo causa profonda tristezza, ma allo stesso tempo forte motivazione per la maggioranza delle esperienze, se riescono a superare il trauma iniziale delle esperienze, divengono molto motivati per fare qualcosa.
Vogliono parlarne pubblicamente, ma ancora, molti sono bloccati come hai detto all'inizio, hai parlato di derisione e ridicolo e questo è un grosso problema, perchè questo fenomeno è spaventoso per molti in Occidente, non tanto per quello che fanno o meno alle persone gli alieni, questo ne fa parte, ma per la profonda paura di cose che ci dicono su noi stessi e dell'universo, che sconvolgono la nostra visione del mondo.
In altre parole, ci dice che esistono esseri, creature o come vuoi chiamarle, intelligenze, che hanno poteri, intelligenza e tecnologie che noi semplicemente non abbiamo. Possono raggiungerci e fare di noi quello che vogliono. Intendo, quello che fanno non è distruttivo, ma il fatto che non ne abbiamo controllo, che ci siano altri esseri che arrivano a noi in questo modo, schiaccia l'arroganza che abbiamo pensando di essere soli nell'universo e che siamo le creature più intelligenti nel cosmo.
E' uno shock scoprire che quello che i popoli nativi nel mondo hanno sempre saputo e sanno e che anche noi sapevamo, che l'universo è pieni di creature, con intelligenze che non si manifestano necessariamente in forma materiale, anche se possono, questo apre le persone a questo tipo di consapevolezza. Il punto è che le persone hanno paura di parlarne, per la tendenza a deriderle o si sentono imbarazzate a parlare di quelle che sono profonde verità per loro.

WS: Si. Martedì 16 Novembre, accadrà qualcosa di straordinario alle 7 di sera. Sarà il momento in cui il Dr. John Mack, autore di Passaporto per il Cosmo, Premio Pulitzer, parlerà all'Accademia di Medicina di New York. Le porte di aprono alle 18. Ovunque siate nel Nordest, non perdetevelo. Volerei per questo.

JM: Con me ci sarà una delle persone con cui ho lavorato, li chiamiamo experiencers, non mi piace il termine addotti, perchè implica un tipo di violenza su persone prese contro la loro volontà e assieme ad un experiencer, ci sarà sul podio con me il nostro direttore di clinica, Roberta Colasanti, che parlerà e sarà molto interessante penso. Ci saranno alcuni experiencers tra il pubblico che parleranno, quindi sarà un bel programma, spero.

WS: E' una possibilità per approfondire una delle cose probabilmente più importanti nelle esperienze umane, in tutta la storia. Parla Whitley Strieber, questo è Dreamland, torneremo.

WS: Sono Whitley, sono tornato e stiamo parlando con John Mack, il Dr. John Mack, il professore di Harvard e psichiatra che ha portato legittimità alle esperienze di abduction. Il suo nuovo libro, Passaporto per il Cosmo, è un libro illuminante da Crown. Potete ottenere una copia firmata stanotte se andate su . Non per il prezzo di copertina di 24$, ma per soli 20$, una copia del libro di John Mack, Passaporto per il Cosmo, firmata dal Dr.Mack.
Quando torneremo, parleremo di un argomento per me tra i più difficoltoso di cui parlare. Leggendo il libro del Dr.Mack, sono rimasto colpito nel trovarmi citato, per alcune cose di cui ho parlato col Dr.Mack sul sesso. Ho pensato a lungo per decidere se parlarne o meno questa notte, la cosa mi intimidisce, ma penso sia molto importante parlarne e parlare della paura.
Se possiamo parlare col Dr.Mack di questo stanotte, penso che impareremo qualcosa di molto molto nuovo. Lui ha fatto scoperte in termini di comprensione su cosa stia accadendo in entrambe queste aree. L'esperienza di incontro ravvicinato per come è; John Mack è probabilmente più vicino alla verità di quanto lo siano mai stati altri. Sono Whitley Strieber, torneremo fra pochi minuti con John Mack.

WS: Sono Whitley Strieber, è Dreamland e siamo tornati con John Mack. So che stanno arrivando molte chiamate. L'intera terza ora sarà dedicata alle chiamate. Dopo la prima ora so molto di quello di cui vorrete parlare col Dr.Mack e avrete la vostra possibilità fra poco.
Vorrei citare dal tuo libro, John. "La parte sessuale della mia relazione con le creature è stata molto complessa e molto ricca e molto difficile allo stesso tempo, perchè sono un uomo sposato. Ho preso il voto di matrimonio in cui credo. Questa parte dell'esperienza non è stata sotto mio controllo. Se fosse stata sotto mio controllo, mi sarei sentito colpevole.
E' come avere una seconda moglie, con la quale vivere una relazione segreta. Mi sarei svegliato in stato di eccitazione sessuale. La dinamica fisica è diversa, nel senso che la sensazione dell'azione si muove in tutto il tuo corpo e ne resti catturato totalmente per più a lungo di quanto avvenga normalmente. E' come entrare ad un livello di sessualità in cui non mi trovo normalmente. E' molto, molto potente."
Chiaramente, questo, sto citando me stesso, come sai. Parliamo di questo lato dell'esperienza, perchè non puoi affrontare l'incontro ravvicinato senza affrontare il contenuto sessuale, non penso.

JM: Um, quello che abbiamo sentito, puoi sentirmi ok?

WS: Si.

JM: Quello che ho sentito, prima di approfondire, è che la parte sessuale era come un lavoro professionale da parte delle creature, prendendo lo sperma dall'uomo con lo strofinamento, tramite qualche attrezzatura e gli ovuli venivano presi dalle donne per creare specie ibride.
Molte persone hanno avuto queste esperienze. Comunque, penso che questo fosse più comune nei primi tempi in cui ho ricercato, rispetto ad ora, questo tipo di esperienza traumatica. Però man mano ho iniziato a scoprire che se lavori con le persone più intensamente e le fai passare nella paura, in questa specie di notte buia dell'anima, che noi a volte chiamiamo "iniziazione" in cui passano le persone, l'esperienza cambia e il terrore sparisce e le persone scoprono di essere profondamente connesse con queste creature.
E' ancora un mistero l'origine di questa connessione, di cosa si tratti, se sia il futuro della nostra specie che torna indietro per qualcosa o se sia una evocazione di qualche profonda verità della storia umana, davvero non lo so. Quello che emerge è, potrei dire, che sia qualcosa di speciale su di te, Whitley, ma non è..

WS: No, so che non lo è, ecco perche ne ho parlato.

JM: ...ho sentito questa storia da molte persone. Esiste una intera sezione nell'ultimo capitolo del libro, chiamata "Parentela dall' Altra Parte", in cui esiste di solito un'altra creatura con cui l'umano ha una forte connessione, una connessione molto profonda che può avere o meno una parte erotica, ma molto profonda, intima, vicina e spesso sessuale come esperienza, con una qualità molto diversa dalla sessualità (ndt: vedi libro: "Il mio amico AMI"). Quindi quando le persone dicono, "Beh, scrivi di sesso con alieni", sai, "ho ho ho", non si tratta di questo. E' qualcosa di più trascendente, spesso altamente spirituale e..

WS: Si.

JM: ...in un certo senso, una relazione molto strana, perchè non è basata su attrazione fisica, ma una relazione di intimità animica, molto più profonda, che si trova dall'altra parte di questo terrore in cui passano le persone. Non penso che abbiamo sufficienti informazioni per sapere se questo si trovi dall'altra parte del terrore per ogni individuo, ma sicuramente ci sono passato più volte, ora, più recentemente.

WS: Una delle cose che si solleva inevitabilmente quando parli di questa ibridazione, del fatto che nascano bambini da queste esperienze. Hai un senso, parliamo di qualcosa di reale o di metaforico? Per esempio, hai detto che il contenuto sessuale di questo, è in qualche modo relazionato allo spirito e io mi trovo daccordo totalmente.

E' quasi come se, se la tua anima potesse avere sensazioni. Quindi cosa dici degli ibiridi? Cosa significa per te?

JM: Penso che hai fatto una domanda che va fatta. Esiste un pericolo quando parli di questo fenomeno per rendere la cosa letterale. Parliamo di esseri, di relazioni erotiche come se avvenisse nello stesso senso materiale delle nostre vite. Non è così. Non sappiamo per esempio, sai che ci sono centinaia di persone che possono aver avuto questa esperienza per partecipare in qualche modo alla creazione di ibiridi, non sappiamo se questi ibridi esistano in modo fisico e letterale.
Per esempio se potessi andare nei cieli e guardare dentro un UFO, potrebbero esserci esseri ibridi creati, non abbiamo evidenze tangibili dell'esistenza di questi ibridi. Quindi dobbiamo essere cauti nel rendere questo argomento materiale e letterale. Abbiamo, fondamentalmente, le esperienze che hanno avuto le persone. Queste persone sono mentalmente sane, intendo che posso dirlo molto chiaramente.
Abbiamo fatto esami psicologici molto curati a questi individui, abbiamo fatto studi di confronto, studi di controllo e non ci sono indicazioni di spiegazioni psichiatriche in questo fenomeno. Nemmeno suggerimenti che le persone abbiano inventato tutto per aver visto troppa televisione o film con alieni. Al contrario, i produttori di film vanno dai ricercatori per avere materiale sul quale costruire i film.
Quindi in qualche modo è un'esperienza reale, ma il problema è che siamo così limitati filosoficamente in Occidente, che anche se è letterale, realmente fisico o immaginazione, non esiste. Ma cosa facciamo quando persone con mente lucida, hanno esperienze potenti che influenzano il loro corpo? Parleranno tutti di esperienze profondamente vibrazionali e noi ancora non possiamo provarlo in forma letterale, da un punto di vista fisico. Cosa facciamo con questo? Penso sia uno dei rompicapi con cui devono lavorare le persone in questo campo...

WS: Si.

JM: ...perchè non abbiamo quella che si può chiamare, "scienza dell'esperienza" o che Robert John, ricercatore di Princeton, chiama "scienza del soggettivo". Pensiamo alla scienza come dimostrazione del fisico, della realtà oggettiva di qualcosa e ci sono dimensioni fisiche all'esperienza dell' abduction, ma non solo fisiche. Sembrano venire da un posto che si trova "oltre il velo".

WS: E' un pò entrambe le cose. Ho avuto esperienze straordinariamente fisiche. Altre non lo erano. Alcune non fisiche, sono divenute fisiche. Penso che siamo tutti nella stessa barca. Noi, quelli di noi che stanno avendo queste esperienze, spesso non puoi dire se sia fisico o meno, ma così intenso e coinvolgente e potente. Sei lasciato in uno stato di glorioso shock. Non sai da dove viene. Viene da tutte le parti in una volta.

JM: Si. Ma la cosa con cui lotta la scienza in questo paese è che non sappiamo cosa fare con qualcosa che è una esperienza, molto potente e ha elementi fisici, può avere segni fisici (segni sul corpo, tagli, marchi) e ancora, l'elemento fisico non può essere dimostrato o provato coi metodi della scienza.
Quindi cosa fare con questo? Non possiamo negarlo o non dovremmo, perchè da un punto di vista umano è potente come null'altro che conosciamo. Non possiamo però inchiodarlo nel modo preferito dalla scienza. Quindi abbiamo questo tipo di crisi, una crisi del sapere.

WS: Una citazione nel libro mi ha colpito molto. Ora la leggerò.
"Non pubblicherei un documento scientifico su queste cose, perchè non posso fare esperimenti. Non posso far apparire procioni luminescenti. Non posso comprarli come equipaggiamento scientifico per studiarli. Non posso farmi sparire per diverse ore. Però non nego cosa sta accadendo. E' quello che la scienza chiama aneddoto, perchè accade solo in un modo che non puoi riprodurre. Ma accade." (1)
Ora, quello che mi ha così meravigliato in questo, quello che mi sembra, John ci racconterà una piccola storia, essere una descrizione di missing time e di incontro faccia a faccia con i grigi, è stato scritto da un Premio Nobel, Kary Mullis, su di una esperienza accaduta una notte nel 1985. Puoi dirci John, qualcosa su questo, finchè siamo nel processo di discussione sulla scienza che sembra incapace di studiare il fenomeno?

JM: Beh Mr.Mullis non ha scritto molto di questo nella sua autobiografia, ma apparentemente si trovava nel bosco una notte e c'erano questi strani procioni, molto reali per lui e lui, come ha scritto, ha perso diverse ore di tempo. Era così reale che tornò nel bosco per cercare queste creature o qualche traccia di loro e non ha potuto, ma sapeva cosa aveva vissuto.
Quindi lui è come molte persone che hanno avuto queste esperienze. Le persone dicono, "Beh, provalo", ma non possono farlo, lo sanno e basta, come Ellie Arroway nel film Contact, dove lei dice "Tutto quello che so di me, mi dice che è accaduto, che è reale".
Le persone che hanno vissuto questo, non si preoccupano di poterlo provare o meno. Per loro è vero, è potente per loro, sanno di essere lucidi mentalmente, qualcuno come me può verificarlo se lo sono e il significato e la potenza di questo fenomeno sono lì, che tu lo possa provare o meno in modo letterale e fisico, come ha detto il Dr.Mullis. Ora, altro punto da toccare, questi procioni, questi procioni luminosi, sono molto comuni...

WS: Si, li ho visti.

JM:...Le persone spesso riportano di aver visto delle specie di animali. Hanno visto un animale, un procione, un cervo, un volatile, un grande volatile, un gufo o altro. Ma quando entri a fondo nell'esperienza, si scopre che era un tipo di maschera. Un tipo di travestimento, che sono queste strane creature. Questo è interessante, perchè queste figure animali, ho scoperto da un uomo di medicina del Sud America di cui ho scritto nel libro, questi particolari animali sono i travestimenti usati da questi esseri per il loro significato spirituale nei confronti di ogni individuo.
Ora, i popoli indigeni, i nativi sanno quale sia il loro animale. Bernardo Peixoto, di cui scrivo nel libro, uno sciamano del Sud America o del Brasile, dice che possono sapere quali sono gli ikuyas, queste creature che si possono scambiare per animali, l'animale significativo per qualcuno, diciamo che si possono mostrare come gufi, possono sapere se siano veri gufi o meno.
Possono dire la differenza. Ma in qualche modo questo fenomeno guida la coscienza in un posto molto simile alla coscienza dei popoli nativi.

WS: Si. Sono pienamente daccordo. Tu, più vai a fondo e più si unisce alla tua vita, più soggezione e rispetto hai per la mentlità indigena e per il modo in cui sono riusciti a penetrare in altre dimensioni.
E' che loro sono davvero persone straordinarie.

JM: Ho avuto un'esperienza circa cinque anni fa, molto sconvolgente per me, perchè sono passato sotto una massa di critiche e non potrei provarle tutte, "Come sai che queste esperienze sono reali?", "Come decidi cos'è reale?", c'è stata una grande battaglia e sono stato messo sotto grande pressione...

WS: Si, ti ha quasi distrutto la vita.

JM: Non così tanto, ma..

WS: Sicuramente mi ha spaventato.

JM: Ma, un numero di nativi è venuto da me, mi ha chiamato, per aiutarmi. In altre parole si sono fatti avanti e hanno detto, "hey, guarda, lo sappiamo. Questo è comune nelle nostre vite". Sono Nativi Americani. "Sappiamo di questi esseri, abbiamo avuto queste esperienze".
E' venuto fuori che Sequoyah Trueblood, di cui ho scritto nel libro, un uomo di medicina Nativo Americano, gli ho chiesto, "Bene, Sequoyah, conosci un centinaio, 150 uomini di medicina o quasi, nella tua vita. Quanti di loro hanno avuto queste esperienze di incontro?". Rispose, "Tutti quanti".

WS: Wow. Tutti quanti.

JM: Questo l'ho trovato di supporto. Perchè sono venuti. Sai, non hanno parlato...non ne parlano pubblicamente. Penso sia abbastanza duro essere un Nativo Americano, non hai bisogno di essere etichettato...

WS: Si.

JM:...un addotto da UFO. Se lo tengono. E' anche spaventoso. Non ne parlano se non ne hanno ragione.

WS: Quando vivevo a New York, due uomini sono venuti a dirmi che erano Indiani Delaware e non avevo ragioni per dubitarne e mi hanno voluto mostrare qualcosa nei boschi, che avevo al tempo dietro casa. Mi hanno portato nei boschi e mi hanno mostrato un posto dove un certo numero di uomini di medicina Delaware, sono stati sepolti.
Come risultato, ho dovuto accettare il fatto che queste bare non potevano venire sollevate per questioni archeologiche. Volevano restare lì per sempre. Usavo uscire di notte e spesso in quest'area particolare si sono visti dei Grigi. Devo dire che non erano esperienze fisiche dirette, ma sicuramente avveniva qualcosa in quel posto.
Mi sentivo come, sai, come se queste persone, queste tombe erano antiche. Crescevano enormi alberi sopra di esse. Ho pensato, da quanto tempo queste persone vengono tenute nella memoria della loro tribù, la conoscenza di queste tombe?
Probabilmente da centinaia di anni o forse più. Questa cultura negli Stati Uniti, oppressa come quella dei Nativi, loro sono ancora molto attaccati alla terra e al loro passato. Esiste una qualche connessione tra loro e tutto questo.

JM: In qualche modo, questi esseri a volte sembrano essere i protettori della Terra. A volte agli experiencers vengono date informazioni da questi esseri, per cui loro sono messaggeri della Fonte o di Dio o del Divino, per proteggere la Terra.

WS: Ok, quando torniamo, le linee saranno aperte. West of the Rockies, 1-800...Questo è Whitley Strieber, è Dreamland.

WS: Questo è Whitley Strieber. Il Dr. John Mack, psichiatra di Harvard M.D., Premio Pulitzer. Autore del libro Abduction e ora, di Passaporto per il Cosmo, il libro che porterà alla vera comprensione di quello che accade. John Mack è in contatto. Sta dando senso al contatto; qualcosa che non avrei mai pensato potesse accadere nella mia vita. Quando torneremo, ascolteremo le vostre chiamate, la vostra possibilità di parlare al Dr. John Mack. Questo è Whitley Strieber, è Dreamland e torneremo.

WS: Ok, stiamo per prendere il telefono. Craig in Washington D.C.

Craig: Hello?

WS: Ciao Craig, sei on air. Avevi una domanda per il Dr.Mack?

Craig: Sono emozionato, amo lo show.

WS: Grazie.

Craig: Sono felice di parlare con voi. Vorrei fare un commento iniziale. Le notizie che dobbiamo sentire quando fate le pause, le odio, mi danno una percezione strana della realtà.

WS: E' divertente quello che dici!

(Il resto dell'intervista si occupa principalmente delle conversazioni telefoniche e non è stata trascritta)

[1] Vincitore del Premio Nobel, Kary Mullis (citato nel libro del Dr.Mack "Passaporto per il Cosmo"), racconta una sua storia sull'incontro con "procioni luminosi" nel suo libro Dancing Naked in the Mind Field, pubblicato dalla Pantheon Books nel 1998. Il capitolo, intitolato "No Aliens Allowed", è una descrizione di sette pagine del suo incontro e include un accenno al libro di Whitley Strieber "Communion". La sua esperienza è avvenuta in una fattoria vicina a Navarro River a Mendocino Country, CA.
Il suo libro è una lettura illuminante. Mullis, nato nel 1944, ha vinto il Premio Nobel in chimica nel 1993, per aver sviluppato la polymerase chain reaction, un metodo per amplificare il DNA, moltiplicare un singolo filamento per miliardi di volte in ore, in modo che i geni possano essere studiati per applicazioni mediche, forensi e altre.
Narrastorie
00sabato 12 novembre 2011 12:44
IL DR. MACK RISPONDE AD UN ARTICOLO DI "PSYCHOLOGY TODAY"

Fonte: esperienti.com/2003/06/il-dr-mack-risponde-ad-un-articolo-di-psycholog...

Cari Amici,
non posso commentare direttamente su quello che è stato detto nell’articolo di Psychology Today, come molte persone in questo campo e altri campi relativi, perchè le distorsioni delle posizioni e le errate citazioni sono così dilaganti nella maggioranza di articoli mainstream su questi soggetti che è impossibile “impostare chiaramente le cose”. Può non essere saggio rilasciare interviste, ma c’è sempre la speranza di fare qualcosa di utile, i giornalisti ti assicurano sempre la loro apertura (a volte può accadere; editori e dirigenti sono un’altra questione). Esiste anche il problema del “dannato se lo fai, dannato se non lo fai”: se rilasci una intervista facilmente verrà distorta o incorniciata in un contesto contorto; se non lo fai a volte diventano molto cattivi.
Riguardo alla mia posizione su UFO ed abductions e alle critiche per cui sarei molto confuso, posso dire solo questo.

Credo che gli UFO siano reali? Sì.

Credo che siano fisicamente reali? Sì, a volte.

Le abductions sono reali? Sì.

Sono fisicamente reali? Sì.

Però queste affermazioni devono essere qualificate secondo un’altra domanda:

Sono-solo-fisiche? No.

Cosa significa?
Ecco come mi avvicinerei a questa domanda. Al tempo dei miei 14 mesi di “prova” da parte del Comitato di Harvard, ricevetti molto sostegno dalla comunità UFO e da qualche scienziato e filosofo tradizionale, ai quali sarò eternamente grato. Alcuni di questi individui, specialmente Bruce Maccabbee e Stan Friedman, affrontarono nello specifico e con dettagli convincenti la materia delle evidenze fisiche, perchè il comitato riflettesse in molte occasioni quanto fosse poco informato su questo soggetto. Infatti, ho ricevuto una valanga di materiale solido che documentava la realtà fisica degli UFO e che venne incorporato nella relazione che con i miei avvocati ho preparato in risposta al rapporto del comitato. Inutile dire che questo non convinse i suoi membri, ma, credo, li ha resi più cauti e ha contribuito molto al risultato favorevole. Io ero e sono preparato a difendere quello che è stato detto nella nostra risposta alle asserzioni del poco informato comitato. Riguardo al commento di Stan che ho accettato, del “non si può arrivare qua da la”, questo semplicemente non è vero. Ovviamente non so abbastanza sull’ingegneria per commentare questo. Però gli esseri possono non appoggiarsi alle nostre tecnologie convenzionali. Che arrivino qua, qualsiasi mezzo usino, per me è incontrovertibile.

Negli anni in cui ho indagato il fenomeno degli incontri alieni, sono rimasto impressionato dalle tante ambiguità e dai tanti paradossi che contiene. A volte il contatto sembra fisicamente reale, ma non sempre. A volte ci sono evidenze fisiche, ma non sempre e spesso è piuttosto elusivo. Questo mi ha forzato — non sono solo in questo — a divenire più sofisticato in ciò che comprendiamo o pensiamo della realtà.
Per molti studiosi, inclusi psichiatri, filosofi e teologi, la realtà non cade nettamente in due categorie, fisica o mentale, esterna o interna. Ci sono altre dimensioni di realtà e fenomeni che cadono in tutte queste categorie. Molti scrivono di un terzo dominio, “che attinge sullo psicologico e il fisico, ma che non è riducibile ad uno dei due” (Professore di Filosofia, Michael Zimmerman).

Riguardo agli UFO, il famoso psichiatra transpresonale, Stanislav Grof, ha scritto al Comitato di Harvard:

“Gli approcci convenzionali in quest’area sono caratterizzati dal pensare in termini di dicotomia semplicistica: eventi reali e materiali che riguardano astronavi extraterrestri e visitatori alieni da un’altra parte dell’universo fisico contro allucinazioni di persone psicotiche.”

Grof quindi suggerisce che le scoperte della fisica contemporanea hanno

“cambiato drammaticamente la comprensione dell’universo fisico e la relazione tra la coscienza e la materia, ma ancora un modello sorpassato di realtà continua a dominare il pensiero in altre discipline, inclusa la psichiatria e la psicologia.”

La ricerca fatta per stabilire la realtà fisica degli UFO e delle abductions è di grande importanza, comunque, per mia opinione, non è sufficente per comprendere questi fenomeni. Richiedono — in aggiunta alla percezione diretta — una conoscenza più intuitiva, olistica o “del cuore”. Per i medici questo è sempre stato essenziale per apprendere le esperienze delle altre persone.
L’idea, un residuato del XIX° secolo, che possiamo apprendere cosa importi alle persone — gli incontri alieni sicuramente cadrebbero in questa categoria — semplicemente oggettivandole è sbagliata. Dobbiamo fare una connessione entrando nei loro mondi e apprendendo assieme. Questo processo di apprendimento co-creativo può dirci qualcosa degli eventi fisici della vita di una persona. Ma il come dare credito a rapporti di esperienze d’ abduction è una domanda complicata e scientificamente importante. E’ necessario stabilire criteri chiari per valutare l’accuratezza, la precisione, l’affidabilità e lo stato ontologico di tali rapporti. Persino senza tale certezza comunque, questi racconti ci dicono altro di importante — per esempio, sul significato degli eventi, lo stato o gli stati di coscienza in cui l’esperienza è avvenuta e la necessità di cercare d’afferrare il significato della visione espansa della realtà che queste esperienze rivelano. Queste sono domande enormi che necessitano di molta più attenzione.

Cordiali saluti, John.
IRONMAN.75
00sabato 12 novembre 2011 14:28
Quello che mi affascine del professore è che lo stesso era dubbioso sul fenomeno ...anzi non ci credeva per nulla.
Ma dopo numerose analisi che ebbe con i suoi pazienti incominciò a unire il mosaico e ad avere qualche perplessità, quasi tutte le sedute dei suoi pazienti che nè si conoscevano, anzi venivano da posti differenti; erano pressochè uguali.
Stessi esseri stesse visioni, per il professore diventò evidente che non si trattava di una questione mentale ma moto di più.
Delta.Force
00sabato 12 novembre 2011 15:06
Re:
IRONMAN.75, 12/11/2011 14.28:

Quello che mi affascine del professore è che lo stesso era dubbioso sul fenomeno ...anzi non ci credeva per nulla.
Ma dopo numerose analisi che ebbe con i suoi pazienti incominciò a unire il mosaico e ad avere qualche perplessità, quasi tutte le sedute dei suoi pazienti che nè si conoscevano, anzi venivano da posti differenti; erano pressochè uguali.
Stessi esseri stesse visioni, per il professore diventò evidente che non si trattava di una questione mentale ma moto di più.




è quello che dovrebbe fare ogni serio ricercatore:mettere da parte le proprie opinioni personali per evitare di esserne influenzati,ascoltare testimonianze,analizzare dati e alla fine trarre le dovute conclusioni.


eone nero
00sabato 12 novembre 2011 15:11
Re: Re:
Delta.Force, 12/11/2011 15.06:




è quello che dovrebbe fare ogni serio ricercatore:mettere da parte le proprie opinioni personali per evitare di esserne influenzati,ascoltare testimonianze,analizzare dati e alla fine trarre le dovute conclusioni.





Ho consumato 20 tastiere a furia di scriverlo, e non ho più voce a voglia di urlarlo nel reale.

Ma purtroppo la gente ragiona per fede e dogmi e integralismi oltre che male fedi e speculazioni.

Peccato che John Mack sia morto prematuramente, sicuramente avrebbe fatto altri passi avanti nella ricerca.




saturn_3
00domenica 13 novembre 2011 19:14
Re:
IRONMAN.75, 12/11/2011 14.28:

Quello che mi affascine del professore è che lo stesso era dubbioso sul fenomeno ...anzi non ci credeva per nulla.
Ma dopo numerose analisi che ebbe con i suoi pazienti incominciò a unire il mosaico e ad avere qualche perplessità, quasi tutte le sedute dei suoi pazienti che nè si conoscevano, anzi venivano da posti differenti; erano pressochè uguali.
Stessi esseri stesse visioni, per il professore diventò evidente che non si trattava di una questione mentale ma moto di più.



John Mack era molto amico di Budd Hopkins. Il primo, cresciuto in un ambiente ateo e razionale, ha frequentato la facoltà di Medicina diventando poi psichiatra. Il secondo, affermato artista e pittore, ha iniziato ad interessarsi agl'ufo dopo un avvistamento che ebbe nel 1964. Poi, a seguito di un indagine su un presunto atteraggio ufo, nel 1975, divenne a tutti gli effetti un investigatore su questo fenomeno. I due cominciarono a coltivare la loro amicizia dal 1990. Sebbene Mack inizialmente fosse molto razionale, cambiò direzione durante lo svolgimento delle indagini sui rapimenti alieni. La sua visione dei contatti/rapimenti alieni divenne così benevola. Era convinto che gli addotti, dopo l'esperienza di rapimento, si trasformassero spiritualmente, diventando così più sensibili all'ambiente, all'arte e ad una visione new age della vita.

Budd Hopkins, invece, fece il percorso inverso. Da artista creativo e fantasioso, cominciò a seguire gli addotti facendo foto alle cicatrici che essi postavano sul corpo, raccogliendo campioni di terreno per le analisi ecc. A quanto dice Hopkins, John Mack non fece mai una foto ad una cicatrice che gli addotti portavano sul corpo e non condusse mai una ricerca scientifica, ma era più interessato all'aspetto filosofico-spirituale della realtà aliena.

Tutti gli articoli postati da Narrastorie me le stamperò e le leggerò con calma. Grazie Narrastorie!
IvanPsy
00martedì 15 novembre 2011 00:06
WOW quanto materiale!!!

Grazie 1000 e…spero di riuscire a leggere tutto quanto prima: non vedo l'ora!!!
Narrastorie
00martedì 15 novembre 2011 12:20
Re: Re:
saturn_3, 13/11/2011 19.14:


Tutti gli articoli postati da Narrastorie me le stamperò e le leggerò con calma. Grazie Narrastorie!



IvanPsy, 15/11/2011 00.06:

WOW quanto materiale!!!
Grazie 1000 e…spero di riuscire a leggere tutto quanto prima: non vedo l'ora!!!



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