«L’arte è un’avventura dello spirito, del pensiero e dell’immaginazione». Così Dario Gambarin, avvocato di origine veronese e residente a Bologna, definisce la sua spinta creativa. Gambarin non ha nulla del pittore tradizionale. La sua tela è un’estensione di oltre 20.000 mq nei pressi di Castagnaro, tra Bologna e Imola. Il suo pennello è un trattore di 150 cavalli. In questi cambi Gambarin non fa cerchi nel grano. Ritrae invece Barack Obama e Nelson Mandela, ripropone l’Urlo di Munch e fa un omaggio al grande Steve Jobs. «L’idea – dice Gambarin – mi venne dieci anni fa, dopo aver visto in Germania delle fotografie di Land Art. Opere perfette ma tutte calcolate […] roba da ingegneri! La mia – continua l’artista- è una performance nel vero senso della parola. Se sbaglio a falciare è finita!».
Le sue sono azioni rapide e precise. La performance dura solo un paio di ore, 90 minuti per “Obama” e 150 per “Justice”, una bilancia dedicata a tutte quelle stragi che sono rimaste impunite. Gambarin ha in mente soprattutto la strage della stazione di Bologna e il volo Itavia. La grande bilancia sottolinea però come la giustizia alle vittime innocenti è un problema mondiale e di tutti.
Una gigantesca mela in un campo di oltre 27.000 mq. Questo l’omaggio di Dario Gambarin a Steve Jobs, «un uomo che ha saputo trasformare il futuro in presente». Accanto al macroscopico simbolo della Apple non può mancare la frase che Jobs pronuncia alla Stanford University “Stay hungry, stay foolish” (Siate affamati, siate folli). Un’esortazione quindi quella di Jobs ma che Gambarin fa propria. « L’arte – dice l’artista- comprende parzialmente la follia e la follia comprende la verità dell’arte, totalmente».
fonte:
www.wateronline.info/2012/04/17/jobs-e-obama-dipinti-tra-le-spighe-di-cas...