Indirizzi Ip a esaurimento Idea: farne un mercato

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00martedì 7 aprile 2009 13:58
Nel marzo 2011 saranno praticamente finiti. In attesa della nuova codifica Ipv6 a 128 bit, un professore di Harvard propone la possibilità di vendere quelli inutilizzati

di ALESSIO BALBI

Indirizzi Ip a esaurimento Idea: farne un mercato
ROMA - Lo spazio su internet sta per finire: non la capienza dei dischi, che anzi è sempre più abbondante. Ciò che inizia a scarseggiare è la possibilità di accogliere in rete nuovi computer, vista l'impossibilità di assegnare a ognuno il necessario codice identificativo. Su internet, infatti, ogni macchina è etichettata grazie a un numero, detto indirizzo Ip. E ora gli Ip stanno rapidamente esaurendosi.

Il problema non è inedito. Per una convenzione risalente agli albori della rete, ogni Ip è composto di 32 bit (ovvero una sequenza di trentadue "0" o "1"), per un totale di oltre 4 miliardi di combinazioni possibili. Un numero che sembrava praticamente infinito negli anni Sessanta, ma che oggi, grazie al successo della rete, si rivela drammaticamente limitato. Negli anni sono state proposte varie soluzioni, in particolare l'adozione di una nuova codifica a 128 bit, chiamata Ipv6, che farebbe di colpo esplodere il numero potenziale di indirizzi a oltre 3 miliardi di miliardi di miliardi. Ma la transizione all'Ipv6, annunciata da anni, procede a rilento. Ora la prestigiosa Business School di Harvard propone una soluzione di passaggio, basata su criteri puramente economici.

Gli indirizzi Ip sono stati distribuiti in grandi "stock" alle varie autorità regionali e nazionali, che poi li hanno distribuiti ai singoli operatori internet. Questo smistamento è avvenuto in gran parte nei decenni scorsi e quindi accade che le nuove richieste fatichino a essere esaudite, mentre i vecchi assegnatari hanno a disposizione pacchetti di indirizzi spesso inutilizzati. Le regole attuali impediscono che gli stock di indirizzi Ip possano essere venduti da un operatore che non li usa a un altro che ne abbia bisogno. Il professor Benjamin G. Edelman, di Harvard, propone di liberalizzare il mercato degli Ip, sostenendo che il libero commercio scongiurerà l'intasamento e valorizzerà la nuova codifica Ipv6.

"Nessuno darà via i propri indirizzi Ip gratis, ma se il prezzo viene stabilito sul mercato, probabilmente ci sarà chi vorra cederli al miglior offerente", spiega Edelman. "Inoltre, dare loro un prezzo farà capire agli operatori che gli indirizzi Ip hanno un valore, e ci sarà chi tenterà di liberarne un numero maggiore, magari passando gradualmente all'Ipv6". Questo genere di scambi, sostiene Edelman, è a prova di speculazioni, visto che prima o poi, con l'adozione della nuova codifica, il valore dei vecchi Ip sarà pari zero. E a chi gli fa notare che il commercio degli Ip finirebbe fatalmente per gravare sugli utenti finali, Edelman dice di non preoccuparsi: "Se anche il prezzo di un indirizzo Ip dovesse aumentare di cento volte, i consumatori neanche se ne accorgerebbero".

Si calcola che gli indirizzi Ip ancora disponibili per l'assegnazione siano meno di 600 milioni. Secondo l'Internet Assigned Numbers Authority (Iana), ai ritmi attuali gli Ip si esauriranno entro marzo del 2011.





fonte: La Repubblica


(richard)
00martedì 7 aprile 2009 18:01
....mi sembra che la soluzione ci sia gia'ed è pure definitiva,portare gli Ip a 128 bit.......quindi si diano da fare!
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