In orbita attorno alla terra un mare di rifiuti spaziali

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(richard)
00giovedì 21 febbraio 2008 18:58
AMBIENTE
21/2/2008 - UNO STUDIO DELLA NASA.




Sono pezzi di satelliti, stadi di razzi, ma anche reperti storici come un guanto perso dall'equipaggio della Gemini 4


CARLA RESCHIA

Spazzatura senza confini: in orbita attorno alla Terra si trovano più rifiuti abbandonati che nelle strade di Napoli. Si tratta per lo più di ferraglia anche se alcuni sono veri reperti storici. Tra i più illustri (su Ebay spopolerebbero) si annoverano un guanto che l’equipaggio della Gemini 4 perse durante la prima passeggiata spaziale e la macchina fotografica che Michael Collins si lasciò sfuggire di mano mentre scattava istantanee della missione Gemini 10.

Fascino vintage a parte le «ecoballe» spaziali rappresentano potenziali minacce per la navigazione spaziale, dato che la loro velocità di 36mila chilometri le rende proiettili capaci di avere su una navetta un impatto pari a dieci chili di dinamite. Un frammento di vernice invisibile a occhio nudo, a esempio, ha provocato una scalfittura di un millimetro su uno dei finestrini dello Shuttle.

Un pericolo da non sottovalutare perché non si tratta di pochi oggetti o di frammenti isolati: i pezzi di immondizia spaziale si contano a centinaia di milioni. Nello spazio siderale come sull'Everest, come in fondo o in mezzo agli oceani: luoghi presunti incontaminati che si rivelano afflitti dagli stessi problemi della più cupa periferia industriale vicino a casa.

A dare una mano all'ambiente interviene, almeno in questo caso, l'effetto atmosfera: i rimasugli abbandonati nel cosmo tavolta vi rientrano e finiscono inceneriti dall'attrito. Ma le particelle più minute restano e incombono su navicelle e stazioni orbitanti. Nessuna meraviglia che la Nasa e il Pentagono abbiano creato una rete di sorveglianza spaziale, la stessa che ha individuato e intercettato il satellite impazzito. Si tratta di un sistema di stazioni basate a terra che «tracciano» l’immondizia più voluminosa così da scongiurare le collisioni.

Tuttavia, anche qui, come sulla Terra, l'ideale sarebbe intervenire all'origine. Per questo si sta lavorando a un programma di collaborazione tra le varie agenzie spaziali per limitare l’inquinamento dell’orbita terrestre e cercare di rimediare ai danni già fatti.

Secondo i dati diffusi dalla Nasa, che lo ha censito, il 37,7 per cento del pattume spaziale è rappresentato da pezzi metallici che si sono staccati dai satelliti; il 31,3 per cento da carichi abbandonati; il 16,6 per cento da pezzi di vettori e il 13 per cento da oggetti persi nel corso delle passeggiate spaziali. Un restante 1,3 per cento è costituito dai cosiddetti detriti anomali. Lo studio entra anche nel merito delle cause più comuni di guasto dei satelliti. L'ipotesi di gran lunga più frequente sono i problemi alla propulsione, nel 45,7 per cento dei casi; nel 31,2 per cento si tratta di un abbandono programmato e solo nello 0,6 per cento il danneggiamento è avvenuto a causa di una collisione.


da la stampa .it



+maranatha+
00giovedì 21 febbraio 2008 19:11
Ecco una rappresentazione per renderci l'idea:



A volte le immagini ci aiutano a capire di più che i numeri.
(richard)
00giovedì 21 febbraio 2008 19:36
Bella rappresentazione!
Certo che questo nostro pianeta lo stiamo distruggendo in una maniera
unica,riusciremo mai ad eliminare tutto quest'immondezzaio che ci gira sulle teste?
Siamo la specie piu' distruttiva che esiste ,forse anche fuori del sistema solare!
+maranatha+
00giovedì 21 febbraio 2008 19:52
Riccardo abbandoneremo il nostro pianeta quando non sarà più utilizzabile per migrare su altri Pianeti o invieremo la nostra spazzatura dove non ci potrà dare fastidio.
Del resto siamo esseri umani.
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