Il persistente mistero della bussola dei piccioni

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papero16
00sabato 14 aprile 2012 15:08
Molti uccelli riescono a volare per lunghissime distanze orientandosi con il campo magnetico terrestre e alcune ricerche sembravano aver individuato nel becco dei neuroni "magnetosensibili" che avrebbero funzionato da "ago della bussola." Una nuova ricerca dimostrerebbe invece che si tratta di macrofagi, ovvero di cellule del sistema immunitario dell'animale.

La magnetosensibilità degli uccelli, ovvero la capacità di orientarsi nel campo magnetico terrestre che consente loro di compiere lunghissimi viaggi, è uno dei problemi scientifici più ardui da risolvere.

Una prima ipotesi è che l'informazione magnetica sia tradotta in impulsi neuronali utilizzando un magnetorecettore a base di magnetite: alcuni studi avevano infatti annunciato di aver identificato nel piccione un sistema di sensibilità magnetica consistente in fibre del nervo trigemino localizzate all'interno del becco.

Questi studi sono stati ampiamente accettati nella comunità scientifica che si occupa di questo problema, sia tra i biologi comportamentali e i fisici. Ma i risultati di una ricerca appena pubblicata sulla rivista “Nature” sembrano smentire l'ipotesi, presentando indicazioni diverse.

Secondo quanto scoperto da Christoph Daniel Treiber, ricercatore dell'Institute of Molecular Pathology Dr Bohr-Gasse di Vienna, in collaborazione con il Centre for Advanced Biomedical Imaging (CABI) del Department of Medicine and Institute of Child Health dello University College London e con Institut des Neurosciences Cellulaires et Intégratives (INCI) dell'Università di Strasburgo-CNRS, e con la University of Western Australia a Crawley, gli ammassi di cellule situati nella parte superiore e rostro-mediale del becco del piccione della specie Columbia livia non sono affatto neuroni magnetosensibili, ma macrofagi.

In particolare, la caratterizzazione sistematica della parte superiore del becco del piccione ha permesso di identificare cellule ricche di ferro nello strato lasso della subepidermide, nella regione basale dell'epitelio respiratorio e nell'apice dei follicoli delle penne.

Utilizzando tecniche avanzate di imaging come la risonanza magnetica

e la tomografia computerizzata, è stato possibile ottenere una mappa tridimensionale delle cellule ricche di ferro che rivela una inattesa variabilità nella loro distribuzione e nel loro numero, circostanza non coerente con la funzione di magnetosensibilità.

Un'analisi più approfondita di queste cellule, che non sono presenti solo nel becco, ha mostrato che la loro architettura cellulare comprende aggregati di molecole (granuli simili a ferritina, siderosomi, emosiderina e filopodi), caratteristici dei macrofagi ricchi di ferro.

L'ipotesi che si tratti di macrofagi e non di neuroni magnetosensibili è supportata anche dagli studi immunoistochimici. La questione dell'origine dell'orientamento degli uccelli rimarrebbe pertanto ancora aperta.

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