Il mistero sulla scomparsa dell'aereo venezuelano
Il mistero sulla scomparsa dell'aereo venezuelano lungo la rotta per Los Roques resta fitto. Ieri si è conclusa la missione della delegazione guidata dai responsabili dell'Unità di crisi della Farnesina che per qualche giorno ha indagato a Caracas sulla vicenda del bimotore della compagnia venezuelana Transaven, caduto in mare lo scorso 4 gennaio, mentre si avvicinava all'arcipelago di Los Roques con 14 persone a bordo, fra cui 8 italiani.
Il vice capo dell'Unità di crisi e responsabile della delegazione, Maurizio Canfora, ha assicurato di aver raccolto «elementi importanti» che dovranno essere valutati dalle autorità italiane e dagli esperti, ma, a ben oltre un mese dall'incidente, non è stata trovata ancora alcuna traccia dell'aereo, mentre è stato recuperato, il 12 gennaio, solo il corpo del copilota Osmel Avila, alla deriva al largo della costa dello Stato di Falcon. Canfora ha sottolineato che il comportamento degli organismi locali che si stanno occupando di chiarire il caso «è adeguato agli standard internazionali per questo tipo di situazioni» ma Riccardo Trupiano, marito di Debora e cognato di Fabiola e Stefano, fra i giovani dispersi nell'incidente, è scettico su «come un intero aereo possa scomparire nel nulla». Osmel Avila, copilota del bimotore il cui cadavere è stato trovato il 12 gennaio su una spiaggia dello Stato di Falcon, è morto lo stesso giorno dell'incidente: lo ha confermato a Caracas il dott. Boris Bossio, coordinatore in Venezuela delle attività di patologia forense.
«Ci sarebbe da obiettare - spiega Riccardo - che il riconoscimento del corpo del copilota non è stato fatto in base al dna e che un amico di Annalisa Montanari ha provato a chiamare il suo cellulare 24 ore dopo e che risultava libero».
Trupiano che è avvocato. «Sospettiamo che non si siano valutate tutte le ipotesi.