Il gatto «angelo della morte»

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Lachaise-L-N-
00mercoledì 3 giugno 2009 22:37
Il gatto «angelo della morte»

Oscar vicino alla camera di un paziente



PROVIDENCE (USA) – Oscar affascina il personale medico dell'ospedale Steere House di Providence negli Stati Uniti. Ha un bel mantello soffice di colore grigio-bianco, le sue zampine sono candide e vellutate. Ciononostante il bel micione crea inquietudine tra i pazienti nella casa di cura: già perchè l'animale sembra che riesca a presentire la morte dei malati. Il fenomeno è stato descritto anche dalla rivista medica New England Journal of Medicine, e trattato in questi giorni dai maggiori telegiornali del paese. «Il gatto riesce sempre ad apparire nel luogo qualche ora prima che il paziente muoia».


MORTE - Il felino di due anni è stato allevato quando era ancora un cucciolo, è cresciuto nel reparto per demenza del centro di cura e riabilitazione «Steer House Nursing and Rehabilitation Center» nello stato di Rhode Island. Qua vengono assistiti pazienti malati di Alzheimer, Parkinson e altre malattie degenerative. Già all'età di 6 mesi il micio ha iniziato il suo personalissimo lavoro. Il personale medico si è accorto che il gatto era solito fare un giro quotidiano nei corridoi e nelle stanze dei ricoverati, esattamente come dottori e infermiere. Controllava spesso i residenti della casa, li annusava, li osservava e si metteva vicino alle persone, la cui morte avveniva di solito nel giro di poche ore. In 25 casi la «previsione» è risultata giusta. Quando il gatto si trova nella stanza di un ricoverato, il personale dell'ospedale ormai passa ad avvertire i congiunti. Perchè questo significa, nella regola, che il malato ha solo qualche ora di vita.

CONFORTO - «Non fa mai errori. Proprio come un sensitivo sembra che riesca a capire quando un paziente è vicino a morire», spiega il dottor David Dosa al New England Journal of Medicine. Dosa è un medico specialista di geriatria e professore presso l'Università di Brown a Providence. «Molti parenti trovano conforto in questo - prosegue Dosa -. Sono contenti se il micio tiene compagnia ai propri cari». E aggiunge: «Sembra che Oscar prenda molto sul serio il suo lavoro. Anche perchè di solito si tiene a distanza dalla gente. La sua non è una razza che si lega molto alle persone».

CAPACITA' - «E' vero che il gatto riesce ad avvertire la morte meglio delle persone che lavorano in questa struttura - dice Joan Teno della Brown-University, medico curante e esperta nella terapia di malati terminali - ma non penso che questo sia un gatto sensitivo. Credo, invece, che ci sia probabilmente una spiegazione biochimica». Durante una visita ad una paziente, la dottoressa Teno, si è accorta che la donna non mangiava più, aveva problemi di respirazione e le sue gambe erano di un colore bluastro - sintomi che spesso indicano una morte imminente. Oscar in quel caso non è restato nella stanza. «Pensavo che questa volta si fosse sbagliato finchè più tardi - erano oramai passate dieci ore - è apparso, è rimasto per due ore vicino al letto della paziente, dopodichè è deceduta». Un giorno il gatto prodigio è salito sul letto di un'anziana paziente della stanza numero 313. La sua presenza ha allertato il personale della casa di cura. E quando il nipote della paziente ha chiesto il perchè della presenza del gatto, sua madre gli ha spiegato: «È qui per aiutare la nonna ad arrivare in cielo». La paziente è morta dopo mezz'ora.

MEDAGLIA - «La maggioranza delle persone che si trova nell'ospedale è così malata da non rendersi nemmeno conto quando arriva il gatto», riferiscono i medici. Non sanno quindi che li aspetta probabilmente una morte in meno di quattro ore. Finora non è stata trovata nessuna spiegazione all'insolita capacità del felino. «Sono cose difficili da studiare. Penso che probabilmente i cani e i gatti possano percepire cose che noi non riusciamo a sentire», ha detto Thomas Graves, esperto di felini e coordinatore del College dell'Università dell'Illinois. Nei giorni scorsi a Oscar è stata pubblicamente assegnata una piccola medaglietta per la sua «compassionevole assistenza ai ricoverati».

Elmar Burchia

Fonte: corriere.it
Takenspace
00mercoledì 3 giugno 2009 22:50
Si dice che anche i cani quando muore un padrone improvvisamente si ammalino a loro volta...
Pietrodegas
00giovedì 4 giugno 2009 07:42
Veramente impressionante!
Ritengo che sia un argomento che meriterebbe studi approfonditi non solo a livello di ricerca scientifica ma anche "Spirituale" nel senso di affrontare (con mezzi non ortodossi e quindi considerati ( a torto) paranormali) la questione! Oltre la nostra mente esiste una realta' ,essa e' sempre distorta e filtrata dalla nostra mente!
(richard)
00giovedì 4 giugno 2009 15:54
.....è risaputa la capacita' di canidi e felini nel vedere anche in alcune frequenze dello spettro elettromagnetico precluse all'uomo,ma le preveggenza di percepire un'imminente morte di pazienti ammalati supera ogni aspettativa.
L'argomento è intrigante e misterioso....ma le motivazioni di questa capacita' ci saranno sicuramente......sta a noi scoprirle.
aprilfruit
00giovedì 4 giugno 2009 16:38
In realtà gli animali riescono addirittura a percepire l'arrivo di un terremoto ore prima che si scateni e ci avvertono attraverso i loro lamenti.A me è successo la sera del terremoto in Abruzzo,che qui in provincia di Roma si è sentito molto...i miei 4 mici hanno miagolato per ore...sembrava piangessero, erano irrequieti, nervosi, e intrattabili (caso rarissimo poichè il mio gattone nero è un coccolone!!). Il punto è che gli animali sono esseri straordinari, non si tratta di preveggenza ma di "semplice" sensibilità e istinto, sanno ascoltare la natura. Taken ha ragione..molti cani ma anche gatti si ammalano o peggio muoiono quando i padroni cessano di vivere.Personalmente credo che gli animali meritino più di molte persone...sono più umani!
aprilfruit
00giovedì 4 giugno 2009 16:54
Vi ricordate la storia di Oscar? Non risale a più di un anno fa. Oscar è un collega, un gatto su cui i riflettori di mezzo mondo si posarono per molti mesi. Ciò che fece scalpore non era sicuramente la morbidezza del suo manto o il suo muso perfetto, ma la sua capacità svizzera di prevedere la morte. Accadeva, e ancora oggi accade, nella clinica Steere House, negli Stati Uniti, una clinica per anziani con malattie degenerative, dove Oscar era solito raggomitolarsi sul petto dei pazienti che, inevitabilmente, sarebbero da lì a poco passati a miglior vita. E Oscar non sbagliava mai.
Vari furono i commenti successivi: i gatti riescono ad annusare le sostanze chimiche che vengono rilasciate da una persona, poco prima di morire? I gatti sono semplicemente ottimi osservatori, più dei medici? O infine, i gatti hanno quel qualcosa che non riusciamo a spiegare ma che come sempre funziona? Sarà che sono di parte, ma è proprio di questo che vorrei parlarvi questa settimana: gli straordinari poteri ESP (Extra Sensorial Perception-Percezione Extra Sensoriale) di cui gli animali sono dotati. Leggete con tranquillità, non si tratta solo di morte
Sanno ciò che pensi
Infatti gli animali in genere, ed in particolare alcune specie, possiedono delle capacità di percezione che superano di gran lunga quelle umane. Il confine tra scienza e magia viene in questo modo oltrepassato, saltando di qua o di là della linea in base all’occorrenza. Ma c’è un uomo, un famoso scienziato, che ha fatto di questo divario una teoria unitaria.
Rupert Sheldrake, autore e biologo inglese, ha dedicato molto tempo e molto spazio allo studio delle super-capacità animali, raccolte poi in un libro intitolato I poteri straordinari degli animali. Cani telepatici, gatti che prevedono i terremoti, tartarughe che ritrovano la strada. Nel libro vengono raccolte numerose testimonianze relative ai prodigiosi eventi che vedono protagonisti animali, che il più delle volte sono in grado di percepire ciò che l’uomo è cieco nel vedere. Tra le molte ricerche, uno studio particolare viene dedicato alla telepatia. La parola significa, più o meno, “sentire da lontano”, e nei casi presentati all’interno dell’opera vengono descritte situazioni in cui, ad esempio, i gatti hanno previsto anticipatamente il ritorno a casa del proprio padrone o una situazione di pericolo a lui collegata, o più semplicemente hanno colto con il pensiero la chiamata a distanza del padrone, senza la possibilità di poterla sentire con le orecchie “fisiche”.
Quanti di voi vivono con un animale? Rientrando in casa, vi sarà sicuramente capitato di trovare il vostro compagno ad attendervi davanti alla porta. Beh, non crederete mica che sia stato fermo lì davanti ad aspettarvi tutto il tempo? Abbiamo cose migliori da fare! La natura ci ha regalato una capacità percettiva tale da sentire l’arrivo o la presenza di una persona a noi cara, soprattutto se con la stessa si è instaurato un profondo legame di affetto. E se in questo legame gli scienziati vedono spruzzi ormonali ed olfatto a lunga gittata, poco importa: non è la causa che conta, in quanto essa può sempre essere controbattuta. Quel che conta è l’effetto, e quello c’è.
Orientamento straordinario
Se sfogliate il libro dei vostri ricordi, forse ritroverete vecchie notizie giornalistiche in cui venivano raccontati episodi di animali che, allontanati per varie cause dalla loro dimora o dal loro padrone, riuscirono a ritrovare la strada di casa anche dopo anni di ricerche e di viaggi pericolosi. Anche di questo Sheldrake parla nel suo libro, esaminando casi di cani, gatti, cavalli e uccelli che riuscirono a tornare dove volevano, poco importa l’immensa distanza che ostacolava quel desiderio. La conclusione dei suoi studi è che poco valore hanno l’olfatto o la memoria visiva dei luoghi che gli animali hanno attraversato. In molti casi era infatti impossibile prendere coscienza degli spazi percorsi: pensiamo ad esempio ai viaggi aerei o in treno, e pensiamo al fatto che i suddetti animali, per tornare a casa, scelsero strade totalmente diverse da quelle percorse all’andata. È come se gli animali avessero una mappa magnetica nella testa, un radar perennemente in funzionamento, in grado di guidare i loro passi in situazioni critiche. Una sorta di tomtom biologico.
Medicina animale
Ci sono poi capacità particolari che possono, oltre che stupire, essere anche utili all’uomo. Parliamo ad esempio della capacità da parte dei cani di prevedere gli attacchi epilettici nelle persone, capacità studiata e dimostrata da uno studio condotto dal neurologo Adam Kirton dell'Alberta Children's Hospital in Canada, nel 2004. Lo studio venne condotto su 60 cani è dimostrò che il 15% di loro è piuttosto preciso nella previsione di una crisi epilettica del proprio padrone, senza necessità di addestramento. Questa straordinaria virtù sembra essere collegata solo al grado di conoscenza affettiva, da parte del cane, della persona che presenta questo problema. È probabile che il tutto derivi dalle già citate capacità olfattive che gli animali possiedono: prima di un attacco epilettico, il corpo dell’uomo sembra subire delle modificazioni fisiologiche che portano a cambiamenti della sudorazione, cambiamenti che i cani riescono a percepire, o meglio annusare. Si tratterà solo di odore?
Sempre all’erta
Forse però la più conosciuta capacità extrasensoriale degli animali è quella che riguarda la previsione dei terremoti. Per via indiretta e per eredità culturali, tutti siamo a conoscenza di questo fenomeno, al punto tale di averne consapevolezza senza più preoccuparci di trovarne una causa. Le testimonianze sono molte e risalgono addirittura all’antichità, in cui nei racconti di passati eventi sismici veniva sempre messo in risalto l’elemento di previsione da parte degli animali, che proprio con un largo anticipo rispetto alla catastrofe, cominciavano a comportarsi in maniera strana, agitandosi oltremodo o il più delle volte mostrando un forte desiderio di abbandonare la casa del padrone per fuggire lontano, un po’ per salvarsi il pelo e un po’ per avvisare gli uomini che in quel luogo non era più il caso di rimanere. Leggenda popolare, studio scientifico, verità dimostrata: gli animali possono essere dei salvavita.
Gli animali vedono gli spettri?Esotericamente parlando, è ben risaputo che agli animali venne data sempre una certa importanza nei rituali di stregoneria e nel mondo magico in generale.
Spesso sono portatori di messaggi e presagi, come nel caso del corvo, tipica incarnazione della vita ultraterrena per cui erroneamente si crede che il suo canto porti sventura. Altre volte sono compagni fidati di medium e veggenti, come il più tipico caso dei gatti ma anche di galli, rane e cani neri. Considerando tutto quello di cui abbiamo parlato sopra, non è difficile immaginare il perché: coloro che inseguivano l’ignoto e che comunemente venivano chiamati maghi e streghe, furono i primi a riconoscere negli animali una capacità soprannaturale di percezione ed empatia, tali da averli sempre al loro fianco ed utilizzarli, per così dire, come mezzi di collegamento tra ciò che è visibile e ciò che non lo è.
Alcune dottrine antroposofiche spiegano che gli animali, il gatto in particolare, possiedono la capacità di vedere l’aura che circonda gli esseri umani, ovvero “i colori” che fanno da cornice ad una persona e che sono lo specchio dei suoi stati d’animo, delle sue paure e convinzioni, del suo essere buono o malvagio o più semplicemente del suo stato emotivo e fisico. Considerando questi elementi, potremmo ben capire il perché alcuni animali siano diffidenti nei confronti di alcuni uomini mentre si dimostrano amichevoli e ben disposti nei confronti di altri.
È infine da non sottovalutare il fatto che sempre agli animali e riconosciuta la capacità di vedere e percepire l’invisibile, spiriti e fantasmi inclusi. Gli improvvisi scatti di gioco verso presenze invisibili, che spesso vengono spiegati con la presenza di moscerini o insetti a noi impercettibili, sono invece la manifestazione più emblematica di questo misterioso potere.
Da qualsiasi lato uno voglia vedere la questione, c’è una verità di fondo che rimane inalterata: gli animali hanno capacità superiori riconosciute e dimostrate, e chi ha la fortuna di condividere la vita con uno di loro potrà affermarlo senza il bisogno di addentrarsi in troppe elucubrazioni scientifiche. Abbiate cura, quindi, di ascoltare le loro parole con ogni senso possibile, inclusi quelli che non passano per le dita o per il naso, ma che si sentono dentro, spesso con più certezza degli altri.
Non ti basta?
Il citato libro di Rupert Sheldrake, I poteri straordinari degli animali, Mondadori, 2001 è un’opera interessante per tutti coloro che sono appassionati di animali e dei loro misteri.
fonte: Gufetto.it
aprilfruit
00giovedì 4 giugno 2009 16:55



Lachaise-L-N-
00giovedì 4 giugno 2009 17:02
Re:
Sono d 'accordo.
ritengo che i gatti siano le creature con lo spirito piu' "elevato".
nessun animale è mai stato tanto venerato e perseguitato.
sono dell idea che percepiscano cose per noi umani solitamente impossibili da vedere e comprendere.
Legion1
00venerdì 5 giugno 2009 12:07
Immagino le grattatine e gli scongiuri dei pazienti e dei parenti dei malati ogni volta che lo vedono arrivare [SM=x708800]
aprilfruit
00venerdì 5 giugno 2009 14:41
Re:
Legion1, 05/06/2009 12.07:

Immagino le grattatine e gli scongiuri dei pazienti e dei parenti dei malati ogni volta che lo vedono arrivare [SM=x708800]


Legion sei fantastica!!ahahahahahahahahahah [SM=g1420771] [SM=g1420767]
aprilfruit
00venerdì 5 giugno 2009 14:41
Re: Re:
aprilfruit, 05/06/2009 14.41:


Legion sei fantasticO!!ahahahahahahahahahah [SM=g1420771] [SM=g1420767]




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00venerdì 5 giugno 2009 14:53
La simbologia del gatto è piuttosto variegata e trova nelle varie tradizioni accezioni slegate, almeno apparentemente.

L'origine del termine è ignota. Si ritrova il suono base più o meno in tutte gli idiomi (franc chat, spagn cato, ingl cat, lat cattus, gr. kattos (recente) e nelle lingue di derivazione celto-germanica stessa cosa) ma probabilmente sono stati persi i collegamenti più antichi.

Iniziando dall'occidente (in oriente il gatto è anche parecchio importante) troviamo che in Egitto il gatto era animale sacro e, impersonificato dalla dea Basthet o Bastet svolge il ruolo di protettrice degli uomini.
Nelle opere d'arte la si vede spesso armata di qualche lama e nell'atto di tagliare la testa del serpente Apophis, collegabile al drago . Apophis cerca di far ribaltare il barcone che serve per attraversare il mondo di sotto e Bastet da una mano a tenerlo buono.
In questo troviamo dei collegamenti con l'iniziazione (la fossa dei coccodrilli) e l'opera al nero dell'alchimia.

Nella tradizione popolare, che ha mantenuto qualcosa anche del simbolismo egizio, il gatto è collegato alla chiaroveggenza... è quindi l'occhio buono sempre puntato nei mondi altri, un ottimo collegamento per chi opera in vari modi, nonchè sentinella che segnala il serpente o il coccodrillo mentre si attraversa la fossa.
Questo ha fatto di lui soprattutto un guardiano... sempre nella tradizione popolare tenere un gatto in casa assicura contro i troll che di notte vengono a rubare il respiro ai bambini... il gatto, a differenza nostra, li vede e li combatte (chi ha gatti sa che ogni tanto lottano col niente... spesso per gioco, ma a volte sembra proprio facciano sul serio).
_CiSkUz_
00venerdì 10 luglio 2009 14:31
I gatti non finiranno mai di stupirci...
Lachaise-L-N-
00venerdì 10 luglio 2009 15:09
Re:
..sono esseri sensibilissimi, piu' di tanti umani.
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