Il frammento del papiro sulla moglie di Gesù

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saturn_3
00domenica 13 aprile 2014 13:00
Posto qui un articolo riguardante il frammento del papiro in cui verrebbe citata la moglie di Gesù.

Gesù era sposato? Il dibattito si era riacceso un paio di anni fa, quando Karen L. King, studiosa della Harvard Divinity School, ha annunciato il ritrovamento di un frammento di papiro scritto in copto, in cui compaiono le parole: "E Gesù disse loro: 'Mia moglie... è capace di essere mia discepola'". La studiosa lo aveva datato al quarto secolo, ma diversi esperti avevano espresso scetticismo e parlato di una probabile contraffazione.

La questione è stata affidata a una serie di studiosi che hanno analizzato il papiro da numerosi punti di vista: le caratteristiche chimiche del papiro e dell'inchiostro, la grafia, il linguaggio utilizzato. I risultati, appena pubblicati sulla Harvard Theological Review, fanno pensare che il testo sia effettivamente antico, anche se meno di quanto si pensasse all'inizio. Le fibre del papiro risalirebbero ai secoli tra il settimo e l'ottavo, e l'inchiostro è simile a quelli usati all'epoca.

King è sicura che "Il vangelo della moglie di Gesù" sia la copia di un testo ancora più antico. "Per il lavoro degli storici", spiega, "ora la domanda diventa: che significato ha questo documento?". I risultati di queste ricerche non possono affatto risolvere la questione se Gesù fosse sposato o meno, insiste la studiosa, ma possono fornire informazioni molto utili sulle credenze dei primi cristiani e sul ruolo delle donne nella Chiesa delle origini.

Autentico o contraffatto?

Il piccolo frammento (otto centimetri di lunghezza per quattro di altezza) è con ogni probabilità originario dell'Egitto, ma il suo autore e la sua provenienza precisa restano avvolti nel misteo. Il proprietario, che per ora vuole restare anonimo, è riuscito a ricostruire i passaggi di mano del documento solo fino al 1999 (King sostiene che il collezionista sta valutando se donare il papiro a Harvard, dove potrebbe essere esposto al pubblico).

Negli studi pubblicati, un team di chimici guidato da Joseph Azzarelli del MIT afferma che l'età del papiro corrisponde a quella di un Vangelo di Giovanni sicuramente risalente al settimo-ottavo secolo dopo Cristo. L'analisi è stata condotta con la tecnica della microspettroscopia: il frammento era solo leggermente meno ossidato - e quindi meno antico - del vangelo "certificato". Anche la datazione al radiocarbonio indica un periodo compreso tra il 659 e l'869 d.C.

James Yardley e Alexis Hagadorn della Columbia University hanno analizzato i pigmenti dell'inchiostro, trovandoli simili al "nerofumo di lampada" usato in numerosi testi dell'epoca. Soprattutto, escludono con buona probabilità che l'inchiostro sia stato applicato al papiro in tempi più recenti, cosa che avrebbe causato almeno qualche sbavatura. In particolare, gli studiosi non hanno trovato segni che una parola del testo - forse "donna" - sia stata sostituita con "moglie", come qualche scettico aveva sostenuto.

Ma il dibattito resta aperto. Sulla rivista compare anche il saggio di un epigrafista, Leo Depuydt della Brown University, che punta il dito sui numerosi errori grammaticali presenti nel testo. Secondo lo studioso il papiro è "un'evidente contraffazione, nemmeno troppo abile", forgiata sul modello del Vangelo di Tommaso, un antico vangelo apocrifo ritrovato in Egitto solo nel secolo scorso.

King ribatte che i vangeli simili a quelli di Tommaso erano molto diffusi in tutto il Mediterraneo orientale nei primi secoli della cristianità, e che quindi ritrovarne un passaggio nel nuovo papiro non è necessariamente un segno di contraffazione.

Quanto agli errori di grammatica, potrebbero essere dovuti al fatto che l'autore del papiro non fosse uno scriba professionista ma un esponente delle classi inferiori non molto istruito. È questa l'opinione di Malcolm Choat, papirologo e studioso di testi paleocristiani alla Macquarie University, in Australia. Choat paragona il "vangelo della moglie di Gesù" ai cosiddetti "papiri magici" dell'epoca, testi spesso ornati da disegni in cui si invocavano le divinità per chiedere grazie o scagliare maledizioni.

"Non ho trovato una 'pistola fumante' che indichi che il testo non sia antico", spiego Choat, "anche se l'esame che ho condotto non può nemmeno provare al di là di ogni dubbio che è autentico". Quel che è certo, conclude lo studioso, è che non si tratta di un falso grossolano.

La questione delle donne nella Chiesa

Nei primi secoli, mentre il cristianesimo faceva proseliti nell'ambiente spesso ostile dell'Impero Romano, le donne erano tra le maggiori sostenitrici della nuova fede. I primi scrittori cristiani, spiega King, tacciono sulla situazione coniugale di Gesù: solo alla fine del secondo secolo si comincia a sostenere esplicitamente che non era sposato.

Se, come afferma la studiosa, il frammento è una copia di un testo più antico, forse del quarto secolo, l'accenno alla moglie di Gesù riflette il dibattito sul ruolo della famiglia in corso tra i primi cristiani. È noto infatti, prosegue King, che la Chiesa delle origini chiedeva ai nuovi adepti di rinunciare a ogni vincolo di fedeltà, sia nei confronti delle istituzioni politiche e religiose sia verso la stessa famiglia di appartenenza.

"Non sappiamo se Gesù fosse sposato", insiste King. "Questo il papiro non lo dice. Ma dimostra come i primi cristiani fossero molto interessati alle questioni riguardanti il matrimonio e il celibato".



www.nationalgeographic.it/popoli-culture/2014/04/11/news/autentico_il_vangelo_della_moglie_di_ges_ma_pi_recente_di_quanto_si_pensasse-...

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L'esistenza del frammento è stata rivelata al Congresso Internazionale di Studi Copti a Roma il 18 settembre 2012. Il frammento di papiro proviene da una collezione privata ed era stato scoperto nel 1997 in una raccolta di papiri acquistato da un precedente proprietario, che era tedesco. "Il documento aveva con sé una nota a mano che citava di un professore di egittologia a Berlino, ora deceduto, il quale lo indicava come il solo esempio di un testo in cui Gesù parlasse di una moglie", afferma la King.

it.wikipedia.org/wiki/Vangelo_della_moglie_di_Gesù

La mia domanda è: Come facciamo ad essere certi che l'autore del papiro non si sia inventato una moglie di Gesù? Possibile anche che sia vero che Gesù abbia avuto una moglie, perché no? Su Gesù se ne sono scritte di tutti i colori. Però si è anche scoperto che i fakettari esistevano già all'epoca. [SM=g8320]
Ticino.
00domenica 13 aprile 2014 19:18
Su Tempi.it dicono che non è vero [SM=g3784263]

www.tempi.it/gesu-sposato-moglie-balla

Dal blog di Giuliano Guzzo - La notizia anzi lo scoop è che il papiro (foto) in cui Gesù fa riferimento, senza offrire altri dettagli, a sua «moglie» – e il cui ritrovamento fu annunciato per la prima volta dalla studiosa Karen L. King nel corso di un convegno tenuto a Roma -, sarebbe autentico [1]. Lo confermerebbero, in questi giorni, i pareri di diversi ed autorevoli esperti, pubblicati anche sull’Harvard Theological Review [2]. Attenzione però: “autentico” significa che il papiro in questione, un frammento di 4 per 8 cm scritto in copto, l’egiziano parlato e non geroglifico, non sarebbe contraffatto ma originario dell’epoca, il IV secolo d.C.

Tutt’altra cosa, invece, è il ritenere che Gesù fosse realmente sposato, cosa che certi titoloni nel riferire l’anzidetta notizia ingannevolmente lasciano intendere e che, ci sentiamo di dire, appare totalmente destituita di fondamento per tutta una serie di ragioni. Anzitutto perché la stessa Karen L. King, con grande onestà, ha già dichiarato che «il testo non può essere affatto utilizzato come prova del fatto che Gesù fosse davvero sposato. È stato scritto secoli dopo la sua morte» [3], e poi perché, come vedremo fra poco, si tratta di una leggenda priva di basi storiche.

Leggenda che circola da ormai parecchio tempo e che, prima del Codice da Vinci di Dan Brown, risultava alimentata principalmente da due testi usciti nel 1970: uno di William E. Phipps (1930), [4] “Gesù era sposato?”, che coinvolgeva la Maddalena, e uno dell’occultista Robert Ambelain (1907-1997), “Il mortale segreto dei templari”, secondo cui la sposa di Gesù sarebbe stata Salomè [5]. A queste opere seguì anni dopo, nel 2003, la fortunatissima fatica letteraria di Brown nella quale si allude a Maria Maddalena e «in particolare» al «suo matrimonio con Gesù» [6].

Brown cita il Vangelo di Filippo, testo gnostico del III secolo d. C., nel quale è effettivamente scritto: «Tre donne camminavano sempre con il Signore: Maria, sua madre, la sorella di lei e Maddalena, la quale è detta sua compagna». L’equivoco parte da qui, dal considerare il termine «compagna» secondo il linguaggio attuale e al di fuori del contesto gnostico e della sua simbologia, che nello specifico non intende affatto alludere – e infatti non lo fa – all’avvenuta celebrazione di un matrimonio.

C’è poi un altro aspetto sul quale si tende spesso a sorvolare: per i loro contenuti, i Vangeli canonici, quelli “ufficiali”, risultano molto più scandalosi, per così dire, di quelli gnostici – che oltretutto sono stati secoli dopo, mentre l’ultimo dei quattro Vangeli, quello di Giovanni, fu certamente redatto entro il I secondo d.C. [7] –, fra i quali rientra anche il testo apocrifo di Filippo, fino a pochi anni fa sconosciuto ai più e divenuto di popolarità planetaria grazie appunto al Codice da Vinci.

Infatti, i Vangeli canonici narrano di un Gesù che, dalle sue predicazioni fino al Calvario, ebbe un seguito femminile non da poco, cosa molto più controcorrente del matrimonio se si pensa che il fatto che un uomo si mostrasse pubblicamente e per giunta in ripetute occasioni in compagnia di una donna diversa dalla moglie, a quel tempo, era sconsigliato in quanto considerato potenzialmente peccaminoso e da evitarsi o da limitarsi allo stretto necessario [8]; al punto che perfino i seguaci di Gesù, in qualche occasione, si stupirono del suo atteggiamento. Mentre discuteva con la Samaritana, per esempio, «giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna» [9].

A questo punto la domanda viene spontanea: per quale ragione Chiesa avrebbe dovuto, nei secoli, seguitare col nascondimento di un matrimonio che nulla avrebbe avuto di eccezionale al contrario, invece, delle frequentazioni femminili di Gesù, di cui riferiscono ampiamente i Vangeli? Francamente non si spiega. Così come non si spiega come mai che al più tardi già dal IV secolo in poi – e cioè nel periodo a cui risale il frammento papiraceo studiato da Karen L. King – a nessun prete era permesso di sposarsi dopo l’ordinazione [10], se davvero nell’antichità il matrimonio del Fondatore della Chiesa era cosa risaputa; sarebbe stato un “divieto” senza senso e invece venne osservato.

C’è infine un ultimo argomento che solitamente si impiega per sostenere che Gesù debba essersi sposato, e cioè che fosse molto raro per gli Ebrei maschi di quel tempo essere celibi, poiché il fatto poteva essere considerato addirittura quale trasgressione della prima mitzvah, il comandamento divino («sii fruttuoso e moltiplicati»). Ora, a questa osservazione è facile rispondere che Gesù, pur non essendo un rivoluzionario politico, non era affatto un cultore delle mode o del conformismo come dimostrano, per esempio, proprio le frequentazioni femminili di cui parlavamo poc’anzi. E poi, come osserva giustamente Meier, «non sarebbe stato crocifisso se fosse stato tanto conformista» [11].

La sola possibilità ragionevole continua dunque ad essere una: Gesù, dei cui rapporti familiari – così come della sua volontà, rispetto al maschilismo del tempo, di proclamare l’uguaglianza tra uomo e donna [12] – abbiamo ampia documentazione tramite i Vangeli, non si sposò mai, tanto meno con la Maddalena, sua amica e discepola [13] che la Chiesa – contrariamente a quanto afferma un certo filone di pensiero – non ha inteso affatto rimuovere o dimenticare, come dimostra il 22 luglio, giorno per l’appunto di Santa Maria Maddalena. Stupisce quindi che si insista da più parti e ciclicamente a riproporre la leggenda del Gesù sposato, a meno che questa non sia – come sembra evidentemente essere – l’ennesimo pretesto per dar contro alla Sposa di Gesù, quella vera, cioè la Chiesa.

@giulianoguzzo

Note:[1] Cfr. Il papiro della moglie di Gesù non è un falso, 6/11/2012: «Affaritaliani.it»; [2] Cfr.«Harvard Theological Review» (2014); Vol.107(2); [3] Cfr. Sacchi M. Il mistero del papiro così Gesù parlava di sua “moglie Maria”, 20/9/2012:«IlGiornale.it»; [4] Cfr. Phipps W. E. Was Jesus Married? The Distortion of Sexuality in the Christian Tradition, Harper & Row, New York 1970; [5] Cfr. Manglaviti L., Maria Maddalena, la sposa fantasma. Rainkids 2009, p. 26; [6] Brown D. Il Codice da Vinci, Mondadori 2003, p. 286; [7] Cfr. Schulz N.J. L’origine apostolica dei Vangeli, Gribaudi 1996; Hunter A. The Gospel according to John, The Cambrige Bible Commentary, Cambridge University Press, 1965; [8] Cfr. Marinelli G. La donna nella Chiesa, «Sacra Dottrina» 3-4, 1994: 79-81 cit. in Carbone G.M. Maria Maddalena. Il Codice da Vinci o i Vangeli?, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 2005, p. 13; [9] Cfr. Giovanni 4,27 [10] Cfr. Heid S. intervistato in Dossier: Il celibato ecclesiastico, «Il Timone» n. 94 anno X II, Giugno 2010, pp. 42-43; [11] Meier P. Un ebreo marginale, vol. 1. Queriniana, Brescia 2002, p. 329; [12] Cfr. Sebastiani L. Tra/sfigurazione. Il personaggio evangelico Maria di Magdala e il mito della peccatrice redenta nella tradizione occidentale, Queriniana, Brescia 1992, pp. 15-16; Rubiyatmoko R. Competenza della Chiesa nello scioglimento del vincolo sacramentale, Edizione Pontificia Università Gregoriana, Roma 1998, p.58; [13] Cfr. Bruin P., Maria Magdalena eine Sünderin?, «Theologisch-prakitsche Qartalschrift»; 110, (1962), pp. 222-226 in Cordero G. Noli me tangere. Saggio Interpretativo di S. Maria Maddalena, Ibiskos Editrice Risolo, Empoli 2005.

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