Il celebre genetista Bryan Sykes sulle tracce dello Yeti

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
papero16
00mercoledì 23 maggio 2012 15:38


Chiamatelo Yeti, Bigfoot o Migoi, ma la leggenda di un ominide gigante che vaga per le terre emerse meno esplorate del pianeta fa parte di moltissime culture, dall’Asia al Nord America.

Descritto come una creatura umanoide alta fino a 2,40 metri e completamente ricoperta da pelliccia (fulva nel continente americano, bianca o argentata per la versione asiatica dell’ominide), la leggenda di un “uomo abominevole” è vecchia di almeno otto secoli, e non ha mai mancato di affascinare folte schiere di appassionati.


Il problema di fondo, tuttavia, è quello di non poter affermare con certezza scientifica che queste creature esistano realmente. Il primo avvistamento, da parte di un occidentale, dello yeti himalayano risalirebbe addirittura al 1407; ma fino ad oggi nessuno è stato in grado di fornire una prova definitiva che possa mettere fine alla questione dell’esistenza di Bigfoot, dello Yeti o di qualunque altra versione della leggenda.


Il celebre genetista della Oxford University Bryan Sykes, noto per essere stato il primo a pubblicare, nel 1989, il profilo genetico ottenuto dalle ossa di un essere umano antico, è deciso a mettersi sulle tracce dello yeti per svelare il mistero della sua esistenza. “Molte cose che ho fatto nell’arco della mia carriera sembravano impossibili e stupide all’inizio, ma hanno ottenuto risultati impressionanti” ha dichiarato Skyes.


Il team di Oxford, in collaborazione con il Museo di Zoologia di Losanna, ha pubblicamente richiesto a tutti i criptozoologi del mondo di inviare campioni di materiale organico per farlo analizzare tramite le più moderne apparecchiature scientifiche. “Sto sfidando e invitando i criptozoologi a farsi avanti con le prove invece di lamentarsi che la scienza rifiuta ciò che hanno da dire”.


Il progetto si chiama Oxford-Lausanne Collateral Hominid Project, e consentirà ai criptozoologi di tutto il mondo di inviare i propri campioni di pelle, peli e altro materiale biologico affinché ne venga analizzato il genoma.


Per evitare di essere bombardati di richieste di analisi, i ricercatori accetteranno soltanto i campioni forniti di dettagli accurati sul ritrovamento, dando precedenza al materiale provvisto di documentazione fotografica o video.


Una volta eseguita la raccolta dei campioni (dovrebbe concludersi a settembre di quest’anno), i ricercatori tenteranno di ottenere il profilo genetico di ogni materiale organico ricevuto per effettuare comparazioni con le impronte genetiche di creature già note alla scienza.


“Come ricercatore ho alcune riserve nell’entrare in questo campo, ma credo che usare l’analisi genetica sia totalmente oggettivo; non può essere falsificata” spiega Skyes. “Per cui non mi sento costretto a mettermi nella posizione di credente o scettico nei confronti di queste creature”.


Skyes conta di poter identificare almeno una ventina dei campioni ricevuti, e non nasconde una certa speranza di poter imbattersi in qualche curiosa scoperta.

“Sarebbe fantastico se uno o più campioni dovessero risultare appartenenti a specie che non conosciamo, magari primati, meglio ancora se ominidi”. Tra gli ominidi sono inclusi ovviamente i nostri lontani parenti Neanderthal, ma anche i Denisovani, una specie ancora misteriosa che popolava la Siberia circa 40.000 anni fa.


Anche se Skyes giudica improbabile che lo yeti possa essere un uomo di Denisova sopravvissuto fino ad oggi, non ritiene di poter escludere questa possibilità fino al termine delle analisi genetiche.


I risultati della ricerca saranno pubblicati probabilmente all’inizio del 2013 (l’analisi dei campioni inizierà questo novembre) su una rivista scientifica soggetta a peer-review (non è ancora chiaro quale rivista).


Fonte: www.ditadifulmine.com/2012/05/genetista-sulle-tracce-dello-y...
eone nero
00mercoledì 23 maggio 2012 18:08
Il professore ci sta lavorando da un pezzo sul progetto, nel 2001 esaminò i presunti capelli di uno yeti.

www.bigfootencounters.com/articles/yetidna.htm

L'articolo della BBC

www.bbc.co.uk/news/science-environment-18160673

La pagina dell'università di Oxford riguardante il progetto di ricerca

Oxford-Lausanne Collateral Hominid Project

www.bbc.co.uk/news/science-environment-18160673
Delta.Force
00mercoledì 23 maggio 2012 19:20
Interessante notare come certe storie siano diffuse in tutto il mondo.
eone nero
00mercoledì 23 maggio 2012 19:50
Delta.Force, 23/05/2012 19.20:

Interessante notare come certe storie siano diffuse in tutto il mondo.



Come ho un po di tempo scriverò 2 righe sul Piccolo Popolo, anche questa storia diffusa in tutto il pianeta.




papero16
00giovedì 24 maggio 2012 21:27


Lo Yeti, il mostro mitologico che la leggenda ritiene abitante dell’Himalaya, è ora oggetto di una ricerca scientifica basata sull’analisi del Dna di possibili suoi resti in zone dove ci sono state in passato segnalazioni della sua presenza. Il team di ricerca, composto da studiosi dell’Università di Oxford dell’Università di Losanna, è guidato da Bryan Sykes, genetista presso l’ateneo inglese, e Michel Sartori, del Museo di Zoologia.

La creatura, nota anche con l’appellativo di ‘Abominevole Uomo delle Nevi’, è diventata un cardine dell’immaginario collettivo da quando il Tenente Colonnello Charles Kenneth Howard-Bury, militare inglese alla guida di una spedizione sul Monte Everest, raccontò di aver visto un’ombra scura aggirarsi nei paragi, e di aver poi osservato sulla neve orme giganti dalla forma vagamente umana. Era il 1921 e da allora la curiosità sulla sua esistenza ha invaso la mente di esploratori e semplici appassionati, anche recentemente.


Ma forse questa è la prima volta che un team di studiosi decide di dare a questa ricerca una valenza scientifica, utilizzando le più moderne tecniche di analisi del Dna per scoprire se quella creatura è realmente qualcosa di diverso dall’umano.

“Sto sfidando e invitando i criptozoologi (esperti della ricerca di specie animali, dette criptidi, di cui si hanno solo avvistamenti e testimonianze, N.d.R.) ad esporsi con l’evidenza invece di rimproverare la scienza perché rifiuta quello che dicono” afferma Sykes, in realtà abbastanza scettico sulla questione, ma comunque deciso ad essere oggettivo, nella speranza di identificare una ventina di campioni sospetti. Tra questi si augura realmente di trovare qualche specie finora ignota.

“Sarebbe meraviglioso se uno o più di questi campioni si rivelasse una specie sconosciuta –dichiara infatti il ricercatore- forse primati, oppure addirittura ominidi”. Tali ominidi potrebbero essere uomini di Neanderthal o Denosivani, una misteriosa specie vissuta in Siberia 40 mila anni fa. “Sarebbe un ottimo risultato”, conclude Sykes.

Il programma è stato chiamato ‘Progetto Collaterale Ominidi Oxford-Lausanne’.

Roberta De Carolis

Fonti: www.nextme.it/rubriche/misteri/3713-yeti-dna
_Thomas88_
00venerdì 25 maggio 2012 21:07
Mmm, non sono molto fiducioso su questa nuova ricerca.
Fino ad ora...non si è scoperto nulla di certo.
Però attendiamo le analisi di questi campioni.
eone nero
00venerdì 25 maggio 2012 22:53
Papero hai già aperto una discussione su Bryan Sykes [SM=g2201348] ti ho aggiunto delle info.


ufoonline.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=...



papero16
00sabato 26 maggio 2012 08:42
Re:
eone nero, 25/05/2012 22.53:

Papero hai già aperto una discussione su Bryan Sykes [SM=g2201348] ti ho aggiunto delle info.


ufoonline.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=...







Grazie mille [SM=g2201355]
_Thomas88_
00sabato 26 maggio 2012 21:47
Visto che gli articoli sono diversi, ho unito le due discussioni.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:41.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com