Il braccio che si muove da solo

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Serena Donvi
00mercoledì 23 dicembre 2009 18:18
Tutti noi abbiamo una risorsa eccezionale di cui non sappiamo niente: il nostro cervello irrazionale. Si tratta di un circuito mentale che lavora a grande velocità e controlla particolari fasce muscolari: la "muscolatura profonda". Ecco un esperimento: farà capire immediatamente come funzionano questi muscoli.


Il braccio si muove da solo
Appoggia il dorso di una mano contro un mobile o a un muro. Inizia a spingere con forza il braccio come se volessi spostare l'ostacolo. Continua per un minuto. Poi spostati dall'ostacolo e rilassa il braccio. Incredibile ma vero, il braccio si alza da solo come per magia. È strano vedere il braccio muoversi senza che il cervello lo stia coscientemente ordinando. Mentre succede senti una strana sensazione di fresca leggerezza… Non senti che i muscoli lavorano perché quelli profondi agiscono fuori dal controllo del cervello razionale.



Perché succede?
Mentre spingevi la mano contro l'ostacolo, i muscoli volontari superficiali (comandati dal cervello razionale), si sono stancati rapidamente. Questa stanchezza è stata segnalata al cervello inconscio che ha attivato la muscolatura di sua competenza (la muscolatura profonda), che serve tra l'altro per sostenere i muscoli volontari quando questi sono stanchi. Quando, alla fine dello sforzo, hai rilassato i muscoli del braccio, l'ordine, espresso dal cervello razionale, non ha raggiunto il cervello inconscio e quindi non è stato ritrasmesso alla muscolatura profonda, che perciò non ha ricevuto l'ordine di smettere di spingere. Così, mentre credi di aver cessato lo sforzo, il braccio si alza da solo. Non siamo in grado di sentire consciamente la fatica fatta dai muscoli profondi proprio perché il segnale che essi emettono lavorando si ferma al cervello inconscio. Quindi la mente razionale non sente il lavoro della muscolatura "irrazionale". Questa muscolatura la usiamo comunemente, ad esempio, andando in bicicletta, quando, pur facendo sempre lo stesso movimento, non sentiamo più lo sforzo. La utilizziamo anche nei momenti di paura, quando le adrenaline liberano tutto questo tipo di potenza muscolare. A volte, invece, tale processo si inceppa: mentre un'auto ci sta venendo addosso, può succedere che non si riesca a disattivare il cervello razionale e a far partire quello irrazionale. Così ci troviamo a essere perfettamente coscienti che l'auto ci sta venendo addosso, ma siamo incapaci di muovere un passo. E intanto annotiamo diligentemente, fra noi e noi: "Ecco, l'auto mi sta venendo addosso. Non riesco a muovermi, l'auto si avvicina, mi spiaccicherà, mi farà malissimo! Finirò all'ospedale. Ahi che male, cazzo!". È quel che si dice farsi prendere dal panico.




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