I culti cargo

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Lachaise-L-N-
00lunedì 22 giugno 2009 16:49


di Johannes Fiebag
Avete mai sentito parlare di "culti cargo"? Cosa si intende esattamente con tale espressione? I culti cargo sorgono nel momento in cui una data cultura, tecnologicamente avanzata, entra in contatto con un'altra più arretrata: è la stessa strana esperienza a suo tempo vissuta da Cristoforo Colombo, il quale, approdato su una delle isole delle Bahamas, racconta sul libro di bordo l'incontro del suo equipaggio con gli indigeni del posto: "Ci accolsero riverendoci come se fossimo stati dèi discesi dal cielo".Analogamente a Colombo, anche Sir Francis Drake venne scambiato per un'entità soprannaturale dai nativi indiani stanziati nella zona dell'attuale San Francisco: "Cercammo di spiegare loro che non eravamo degli dei - ricorda lo scrivano di bordo - ma inutilmente".Il capitano James Cook, sbarcato a Tahiti, fu creduto il dio Rongo, ritornato fra gli uomini dopo aver a suo tempo, secondo la leggenda, abbandonato l'isola a bordo di una nave simile ad una nuvola.Il capitano francese Jean Ribault, fece erigere in Florida, nel 1565, una colonna con l'emblema del proprio Stato; qualche anno più tardi la colonna divenne il centro dei culti religiosi degli indigeni del posto, che l'adornavano con ghirlande e vi ponevano davanti doni sacrificali.Tali culti persistono anche nel nostro secolo. Negli anni Venti il naturalista James Hurley constatò che non solo a lui, ma anche al proprio idrovolante, gli indigeni della Nuova Guinea, erano soliti ogni sera sacrificare un suino: essi credevano l'aeroplano una entità divina.Quando nel 1943 altri uomini bianchi penetrarono per la prima volta nell'altopiano orientale della Nuova Guinea, videro che gli indigeni maneggiavano lunghe aste di bambù, provviste di fili dati da fibre vegetali e sormontate da pseudo microfoni di legno: più tardi essi appresero che i nativi altro non volevano che imitare il comportamento dei soldati americani, osservati presso una vicina base aerea e dai cui "grandi uccelli metallici" essi attendevano doni.Da questa speranza riposta nei doni, cioè nelle merci (inglese "cargo"), deriva la denominazione di tali culti religiosi.Il caso più curioso ebbe luogo in una piccola isola dei mari del Sud, Tinna, dove negli anni Venti visse per un breve tempo un soldato americano, John Frum. Ancora oggi l'intera vita religiosa del posto è incentrata sulla sua figura: egli viene considerato una divinità della quale si attende il ritorno dalla "Terra Promessa", ossia dall'America, carica di ricchi doni per le popolazioni. Un paio di monete e di banconote di John Frum sono custodite come reliquie, ed in suo onore è stato costruito un piccolo tempio di bamboo; infine gli isolani portano tatuate sull'avambraccio le lettere "USA" ed il capo tribù dell'epoca, al quale successivamente John Frum sarebbe apparso in sogno, è nel frattempo venerato come "grande profeta".È interessante notare che í misteriosi strumenti tecnici degli "stranieri" erano descritti attraverso i concetti mutuati dal proprio lessico, per cui un aeroplano era rappresentato come "grande uccello" o come "uccello tonante"; una locomotiva, come "cavallo di fuoco"; i cavi telefonici come "fili cantanti". Presso gli Apache, ancora oggi, le componenti di un'automobile vengono definite tramite concetti relativi all'anatomia umana: i fari sono "gli occhi", il motore è "l'intestino" e via dicendo.

LEGGENDARI ARRIVI CELESTI
Se si confrontano ora questi culti cargo con le religioni a noi note, riscontriamo inevitabilmente alcuni elementi comuni sorprendenti. Le leggende, tramandate oralmente, relative agli dei scesi dal cielo su carri di fuoco per punire o per ricompensare gli uomini o per esigere da loro dei servigi, esistono presso tutti i popoli del mondo. Gli "dei" del "nuovo mondo" e quelli del XX° secolo, che determinarono la nascita dei culti cargo nei mari del Sud o in qualsiasi altro posto, sono a noi noti. Ma chi furono invece questi altri dei responsabili millenni orsono, della nascita di identici culti e religioni dell'intero pianeta?

I KAJAPPOS
In Amazzonia vive la tribù dei Kajappos. Da tempi remoti essa venera un dio dal nome Bep Kororoti, di cui si racconta arrivò e visse in mezzo agli indigeni, per poi fare ritorno al cielo. Bep Kororoti, avrebbe indossato uno strano abito che lo ricopriva da capo a piedi e in mano teneva uno strumento da cui scaturivano dei fulmini. Infine egli avrebbe impartito agli uomini le tecniche fondamentali dell'agricoltura e dell'allevamento, nonché nuovi stratagemmi per la caccia, per ripartire infine fra fuoco e fiamme, scomparendo nel firmamento. Ancora oggi i Kajappos celebrano una volta l'anno una grande festa, in ricordo di questo loro dio, nel corso della quale un sacerdote si immedesima nel ruolo di Bep Kororoti, indossando un bizzarro indumento di paglia. Tutto questo non ricorda forse da vicino il culto celebrato nel secolo attuale in onore di John Frum, sull'isola di Tinna? L'unica differenza rispetto a quest'ultimo è che la leggenda dei Kajappos si riferisce ad eventi verificatisi oltre 25.000 anno orsono.

I DOGON E SIRIO B
Rimanendo in un contesto analogo, rivolgiamo ora la nostra attenzione ad un'altra popolazione e ad altre relative leggende.Nel territorio corrispondente all'odierno Mali, nell'Africa Occidentale, vive la tribù dei Dogon, i cui miti vennero per la prima volta studiati un sessantennio orsono da due etnologi francesi. Le ricerche fecero luce su particolari a dir poco sconcertanti: l'intera vita religiosa dei Dogon era incentrata sulla cosiddetta festa dei Sigui, che ricorreva ogni cinquant'anni; si tratta del periodo - così riferirono gli sciamani del villaggio agli sbalorditi etnologi - in cui una stella, invisibile dal nostro pianeta, completa la propria rivoluzione attorno a Sirio. Oggi sappiamo con certezza dell'esistenza di una simile stella, la cui scoperta avvenne alla fine del secolo scorso e della quale esistono fotografie realizzate solo all'inizio degli anni Settanta. Si tratta pertanto di una stella assolutamente invisibile ad occhio nudo!Ma questo non è ancora tutto: i Dogon sono al corrente non solo dell'esistenza della stella in questione, ma ne conoscono anche il periodo di rivoluzione, i già citati cinquant'anni, che la moderna astronomia ha confermato. Essi inoltre sanno che la Sirio B descrive un'orbita ellissoidale attorno alla principale Sirio A e che è caratterizzata da una massa enormemente pesante. Un semplice pungo di materia, secondo i Dogon, peserebbe più di tutti i granelli delle spiagge del mondo messi insieme.Sirio B infatti è una cosiddetta Nana Bianca, cioè una stella che un tempo subì un processo di contrazione, a seguito del quale la sua materia venne enormemente compressa.I Dogon inoltre sanno da millenni che la superficie della luna è "secca e morta come sangue secco e morto", descrivono Saturno circondato da un singolo anello e conoscono le quattro grandi lune galileiane di Giove.Della nostra Via Lattea essi parlano come di un ammasso stellare e spiraliforme, analogo a tanti altri. Si tratta di nozioni da noi acquisite solo a partire dal secolo scorso.Mentre tutto ciò è noto ai Dogon dal XIII° secolo dopo Cristo: a tale periodo infatti è possibile far risalire l'impiego delle maschere rituali che ogni 50 anni vengono prodotte in occasione della festa del Sigui. Da chi ha appreso i Dogon queste sorprendenti informazioni?La loro tradizione orale parla di un dio, sceso dalle stelle su di una grande arca e denominato Nummo, un essere a metà strada fra l'uomo e il pesce.

OANNES: UOMO-PESCE
Colpisce constatare che anche i Sumeri, civiltà stanziata nell'area dell'odierno Irak, adorassero una curiosa figura, da loro denominata Oannes. Anche Oannes sarebbe sceso dal cielo a bordo di una "enorme perla luccicante", per portare la conoscenza agli uomini. Si tenga presenta a questo proposito un dato estremamente interessante: la civiltà sumerica, di fatto la più antica del mondo, si sviluppò repentinamente, quasi da un giorno all'altro.
Desidero ora soffermarmi su un altro esempio, a mio avviso estremamente utile per la ricerca di tracce extraterrestri nel passato. Nel 580 a.C. viveva in un ghetto di Babilonia il profeta biblico Ezechiele, un membro delle tribù israelitiche lì deportate qualche anno prima. Nell'anno 584 Ezechiele, ancor giovane, durante una delle sue peregrinazioni nel deserto, vive un'avventura straordinaria: "Un carro celeste" si posa al suolo davanti ai suoi occhi; in cima ad esso egli scorge una figura, che di li a poco incomincia a rivolgergli la parola. Nel testo biblico si legge: «Nel trentesimo anno, al quinto giorno del quarto mese, mentre mi trovavo tra gli Esiliati sulle rive del fiume Kebar, il cielo si aprì e vidi quindi levarsi un possente vento proveniente da Nord, accompagnato da una grande nube e da una grande massa di fuoco: un abbacinante bagliore la circondava, in mezzo alla massa di fuoco pareva di intravedere del rame».Ezechiele descrive quindi quattro corpi, che ai suoi occhi avevano sembianze di animali, in ognuno dei quali egli ravvisa quattro ali. Da questi corpi si sprigionavano a più riprese dei lampi e avevano qualcosa di simile a mani umane posto sulle loro "gambe". Tali "gambe" erano dritte e presentavano dei "piedi" arrotondati che rilucevano come "rame lucido". Le strane figure, prosegue, possedevano anche delle ruote: «Come vidi le figure, notai che ognuna di esse evidenziava una ruota. Le ruote avevano l'aspetto del turchese, erano tutte e quattro uguali e si presentavano come se fossero una all'interno dell'altra; esse potevano muoversi in tutte le direzioni e, nel muoversi, non si giravano». È interessante anche la descrizione di ciò che si trovava al di sopra di queste figure alate, fornite di gambe metalliche e di ruote: «Sopra le teste delle figure si poteva scorgere una volta celeste, simile ad un cristallo; quando le figure si muovevano, potevo udire il rumore del battito delle loro ali, che ricordava lo scrosciare di grosse masse d'acqua, come la voce dell'Onnipossente: un frastuono simile ad un reggimento in marcia. E al di sopra della volta posta sulle loro teste, si scorgeva una specie di trono brillante come uno zaffiro, sul quale sedeva un essere simile ad un uomo: la sua figura emanava una grande luminosità, simile all'arcobaleno dopo il temporale; sentivo di trovarmi al cospetto della gloria del Signore, mi buttai quindi al suolo; e qualcuno prese a rivolgermi le seguenti parole: "Alzati, figlio dell'Uomo, perché io possa parlarti". Come sentii questa voce, la vita ritornò in me».Cerchiamo ora di immedesimarci nella situazione che visse Ezechiele: un sacerdote degli Israeliti, ha improvvisamente uno straordinario incontro con un "carro celeste", in cui riconosce strutture che egli denomina "ali", "gambe metalliche", "ruote", un corpo centrale ed infine un essere posto sulla sommità, seduto su un trono, che gli si rivolge verbalmente. Nulla di strano se il giovane profeta, di fronte ad un tale spettacolo cade in preda ad uno shock per l'esperienza vissuta; parecchi giorni dopo infatti scrive: «Mi riunii agli esiliati che vivevano lungo il fiume Kebar, a Tel Abib. Rimasi con loro sette giorni, completamente sconvolto».



LA NAVE SPAZIALE DI BLUMRICH
Oltre vent'anni orsono Joseph F. Blumrich, all'epoca ingegnere presso la NASA, fra i principali progettisti dei modulo di atterraggio lunare LEM, pubblicò quella che riteneva essere la ricostruzione del "carro celeste" visto da Ezechiele. Si trattava di una specie di Shuttle, concepito per atterrare in quei pianeti provvisti di atmosfera, caratterizzato da quattro rotori e da un corpo centrale, sulla cui sommità doveva trovare posto la cabina di comando con il relativo equipaggio.Anche per quanto riguarda "le ruote" del carro celeste che "ruotando non si giravano", Blumrich giunse ad una sua personale interpretazione, che in seguito propose con successo in un brevetto. Tecnologia extraterrestre risalente a 2500 anni prima, brevettata negli USA nel 1972! Ezechiele descrive nel suo libro i ripetuti incontri che ebbe con tale veicolo spaziale ed il suo equipaggio. Per due volte egli venne preso a bordo della nave, per essere portato in un luogo lontano. Nel 40° capitolo scrive: «Nel venticinquesimo anno della nostra prigionia, all'inizio dell'anno, al decimo giorno del mese, la mano del Signore venne verso di me, per portarmi laggiù; là essa mi ripose su di un'alta montagna, ove stavano edificando qualcosa simile ad una città rivolta verso sud».Ezechiele, che non può sapere dove in realtà è stato portato, pensa di trovarsi in una qualche regione di Israele. Davanti al tempio, sotto la porta di accesso, stazionava un uomo di aspetto "metallico", che in mano aveva una squadra ed un cordoncino di seta.

IL TEMPIO DI GERUSALEMME
Quanto segue nel libro di Ezechiele è una dettagliata descrizione, di numerose pagine, relativa ad una strana struttura provvista di mura esterne, atri, cortili, interni, porte di accesso, scale, camere e dell'intero tempio. Di tale edificio si sono avuti nel passato ripetuti tentativi di ricostruzione, ma essi fallirono per l'imprecisione dei dati forniti da Ezechiele in merito alle dimensioni complessive ed al perimetro e la mancanza di indicazioni relative all'altezza delle strutture. Pertanto i teologi si sono sinora accontentati della versione ufficialmente nota, secondo la quale Ezechiele non si sarebbe trovato di fronte ad un tempio vero e proprio, ma alla visione del futuro tempio di Gerusalemme. Che queste siano conclusioni quanto meno frettolose e semplicistiche, è stato sinora ampiamente dimostrato.


LA RICOSTRUZIONE DI BEIER
L'ingegnere di Francoforte Hans Herbert Beier, dopo un lavoro decennale, ha presentato una propria interpretazione della struttura del tempio. "Questa è la struttura complessiva del tempio, descritta da Ezechiele; ci sono le mura esterne, gli atri, le porte di accesso e l'edificio principale". Diversamente dai precedenti tentativi, Beier giunse alla determinazione che il lato superiore di tale edificio dovesse essere aperto, come in un'antica arena. Nel 43° capitolo Ezechiele scrive: «Vidi la Gloria del Signore di Israele arrivare; il suo rumore era simile a grandi masse d'acqua, essa si posò molto dolcemente sulla Terra del Signore. E io vidi la Gloria del Signore riempire la sua Casa».L'area centrale del tempio coincide con la nave spaziale di Ezechiele, un elemento estremamente interessante, perché ci rivela che quella che Ezechiele definisce la "Gloria del Signore", vale a dire il velivolo il cui movimento produce un gran rumore e che riluce in un'aura luminosa, "entra" dall'alto del tempio per atterrarvi. Questa deve esser stata la scena a cui lui assistette. Si consideri inoltre che le misure interne dei suo tempio corrispondono esattamente al modello di nave spaziale a suo tempo elaborato da Blumrich, fatto certamente non casuale.Beier presume che tale struttura, quale che fosse il suo luogo di ubicazione, servisse come base logistica per le operazioni che un tempo gli extraterrestri conducevano sul nostro pianeta. Ciò non implica che costoro avessero di persona costruito il tempio, presumibilmente ne utilizzavano una preesistente struttura, adibita al culto, per i loro interessi. Questo, agli occhi delle popolazioni del posto, deve essere stato un evento di incredibile portata: gli "dei" erano di persona scesi dal cielo per prendere possesso del tempio che essi avevano edificato.

IL TEMPIO DI EZECHIELE, OGGI
Una cosa è certa: il tempio di cui Ezechiele parla non è affatto riconduci bile ad una semplice "visione", ma ad un qualcosa di realmente esistito: le misure da lui riferite sono esatte, risultano tra loro coerenti e descrivono nel loro complesso un grande edifico costruito in qualche regione del nostro pianeta intorno all'anno 580 a.C. Ma la domanda che si pone è: dove si trova attualmente questa struttura? Certamente non in Israele, non a Gerusalemme e forse neppure nel Medio Oriente, in quanto in tal caso essa sarebbe già stata scoperta. Il tempio oggi potrebbe apparire come un insieme di rovine cadenti, ma forse non del tutto distrutte. Il tipo di edificazione che si evince dalla ricostruzione di Beier fa pensare ad un complesso sito in qualche regione del Sud o del Centro America. Una simile scoperta avrebbe indubbiamente sensazionali implicazioni. E se il tempio veniva effettivamente usato dagli extraterrestri come base logistica, è possibile che nella sua zona di ubicazione ancora oggi siano reperibili resti delle strutture di ricovero dell'astronave, vale a dire delle vestigia di una tecnologia extraterrestre. In tal modo la ricerca dei tempio di Ezechiele potrà affermarsi come uno dei più straordinari ed importanti compiti per la futura paleoastronautica.

COLLEGAMENTO CON ALTRI CULTI CARGO
Un ulteriore esempio di culto cargo riguarda la Nuova Guinea, risale al 1929 ed è relativo ad un evento descritto molti anni più tardi da un indigeno.«Ero ancora un bambino - disse - mio padre mi aveva portato con sé ad una battuta di caccia e fu allora che incontrammo i primi uomini bianchi. Ero completamente sconvolto e presi a piangere: l'uomo era improvvisamente apparso davanti a me. Mai in vita mia avevo visto un simile essere. Da dove poteva essere venuto? Dal cielo o dal fiume? Eravamo letteralmente confusi».Un altro indigeno raccontò:«Nel nostro villaggio si sparse la voce che si erano abbattuti dei fulmini e noi pensammo che gli uomini bianchi fossero questi fulmini scaturiti dal cielo. Altri dissero che costoro erano "gli antenati ritornati dal regno dei morti". Quando qualche tempo dopo il primo aeroplano atterrò nella regione, fu il caos totale. Un'anziana donna raccontò che mentre "il grande uccello" stava atterrando, tutti gli indigeni si erano gettati al suolo, il volto coperto e che successivamente fuggirono, nascondendosi nel bosco; alcuni rimasero abbracciati gli uni agli altri, urlando per lo spavento: "Eravamo tutti in preda al panico, in quanto non capivamo cosa stesse accadendo».Nuova Guinea, anno 1928 dopo Cristo.Babilonia 584 prima di Cristo.I paralleli sono sin troppo evidenti, perché li si possa liquidare come semplici "coincidenze".

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Chris-91
00martedì 23 giugno 2009 13:36
che siano avvenuti molti contatti tra entita extraterrestri e uomini del passato, soprattutto quello piu remoto, è praticamente ormai quasi scontato...........ma le vere domande sono: come mai non ci sono rimaste elle prove inconfutabili del loro passaggio??? e come mai non si mostrano a noi come hanno gia fatto in passato???
Lachaise-L-N-
00martedì 23 giugno 2009 16:41
Re:
Chris-91, 23/06/2009 13.36:

..ma le vere domande sono: come mai non ci sono rimaste elle prove inconfutabili del loro passaggio??? e come mai non si mostrano a noi come hanno gia fatto in passato???



Alla prima domanda si puo' rispondere con il fatto che le evidenze ci sono. a parte le testimonianze dirette, ci sono state popolazioni in grado di conoscere approfonditamente scienze come l'astronomia, senza averne i mezzi.
per loro stesse ammissioni questi dati gli sono stati forniti da esseri di altri mondi.

riguardo la seconda domanda invece, secondo me, si puo' formulare questa ipotesi: sono cambiati i tempi ed è cambiata anche la tattica da utilizzare.
un tempo si palesavano davanti agli occhi di "molti", e venivano scambiati per dei,demoni, e creature divine.
oggi la percezione del fenomeno è cambiata, e probabilmente è stato scelto un altro "metodo" per poter continuare nei loro intenti.


bambino_69
00martedì 23 giugno 2009 22:00
riguardo la seconda domanda aggiungerei anche il fatto
che ad oggi, secondo me, anche gli alieni forse scendono a patti con i potenti della terra
nel senso che fanno accordi più o meno a vantaggio degli uni o degli altri, magari scambiandosi qualcosa

mentre una volta, nei tempi passati, anche il capo tribu alla fine aveva la stessa paura che avevano i suoi sudditi,di fronte ad una manifestazione aliena, per cui era più "facile" per gli alieni, apparire, mostrarsi e magari approfittare della situazione di stupore o paura creata agli umani



bambino_69
00martedì 23 giugno 2009 22:10
Re:
cosa che ( il mostrarsi pubblicamente ) oggi gli alieni non fanno più
perchè, diversamente dal passato, una cosa che succede qui adesso, fra un'ora la sa quasi tutto il pianeta con i mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione oggi

mentre una volta, tempo fa, apparire davanti ad una tribu dispersa chissa dove, rimaneva una "conoscenza" quasi solo di quel popolo, che poi tramandavano di generazione in generazione come scritto sopra

quindi si può dedurre che gli alieni per ora non ci tengono a farsi vedere e conoscere pubblicamente
forse anche perchè non gli conviene, non ne trarrebbero vantaggio

molto meglio fare le cose di nascosto e magari, secondo alcune teorie, in "accordo" con alcuni umani

Chris-91
00mercoledì 24 giugno 2009 13:24
certo certo avete ragione...........comunque se le cose stanno cosi, la rivelazione ce la possiamo anche scordare.......
Lachaise-L-N-
00mercoledì 24 giugno 2009 14:28
Re:
secondo me si "riveleranno" nel momento in cui qui sulla Terra avranno terminato i loro progetti.
Spero non succeda,perchè in quel caso non la vedo bene.


(richard)
00mercoledì 24 giugno 2009 17:53
Re: Re:
Lachaise-L-N-, 24/06/2009 14.28:

secondo me si "riveleranno" nel momento in cui qui sulla Terra avranno terminato i loro progetti.
Spero non succeda,perchè in quel caso non la vedo bene.





....anch'io la vedo triste per noi umani se mai si giungesse a queste conclusioni! [SM=x708804]

Chris-91
00sabato 27 giugno 2009 12:16
cmq non è da escludere che ci siano razze benevole........come per esempio quella dei nordici a 5 dita, che si pensa possano essere i creatori della razza umana.......
Lachaise-L-N-
00sabato 27 giugno 2009 13:13
Re:
i nordici a 5 dita (detti anche oranges, per via del colorito dei capelli, simili ad un rosso-biondo ramato) hanno le mani in pasta come tutte le altre razze conosciute.
questo è un dato certo.
è anche vero, come dice Chris, che probabilmente sono la razza che piu' ha "trafficato" con il dna umano.

questo pero' non significa che l'intero universo sia popolato da razze approfittatrici.
semplicemente credo che le civiltà "benevole" si facciano i fatti propri, non interferendo in alcun modo con noi.

bambino_69
00sabato 27 giugno 2009 16:46
Re: Re:
Lachaise-L-N-, 27/06/2009 13.13:



questo pero' non significa che l'intero universo sia popolato da razze approfittatrici.
semplicemente credo che le civiltà "benevole" si facciano i fatti propri, non interferendo in alcun modo con noi.





è una buona ipotesi, condivido anch'io

e se questa ipotesi fosse giusta, significa che siamo in mano alle razze tra le più subdole e "mercenarie" che esistono heheee
Lachaise-L-N-
00martedì 30 giugno 2009 20:51
"LA BIBBIA ,EZECHIELE 1-11"
LA BIBBIA
EZECHIELE (Capitoli 1 - 11)

1 Introduzione. - 1 Nel trentesimo anno, nel quarto mese, il cinque del mese, mentre mi trovavo fra i deportati presso il fiume Chebar, si aprirono i cieli e vidi visioni di Dio, 2 Il cinque del mese - era il quinto anno della deportazione del re Joachin - 3 la parola di Jahve fu rivolta al sacerdote Ezechiele, figlio di Buzi, nella terra dei Caldei, presso il fiume Chebar: là fu sopra di me la mano di Jahve.

La visione del carro di Jahve. - 4 E vidi un vento tempestoso venire da settentrione: una grande nube e fuoco che si avvolgeva ed emetteva bagliori tutt'intorno. In mezzo a esso, qualcosa splendeva come l'elettro. 5 Al suo centro apparve la sagoma di quattro esseri viventi; questo il loro aspetto: avevano sembianza umana. 6 Ciascuno con quattro fattezze e quattro ali. 7 I loro piedi erano diritti e la pianta dei piedi come quella dei vitello: rilucevano come bronzo terso. 8 Avevano mani di uomo sotto le ali, ai quattro lati; tutti e quattro avevano le proprie fattezze e le proprie ali. 9 Queste si congiungevano l'una con l'altra. Procedendo non si voltavano, ciascuno si muoveva diritto innanzi a sé. 10 Quanto alla somiglianza dei loro aspetti, tutti e quattro avevano fattezze umane, fattezze di leone alla loro destra, fattezze di toro alla loro sinistra e fattezze di aquila. 11 Le ali erano spiegate verso l'alto; ciascuno ne aveva due che si congiungevano con le altre e due che coprivano i loro corpi. 12 Procedevano ciascuno diritto dinanzi a sé; andavano là dove lo spirito li sospingeva; procedendo non si voltavano. 13 Tra quegli esseri si vedevano come carboni ardenti che bruciavano a guisa di fiaccole. Questo fuoco si muoveva tra gli esseri: rifulgeva ed emetteva bagliori. 14 Gli esseri andavano e tornavano come folgore.
15 Guardai quegli esseri ed ecco c'era a terra una ruota, accanto a essi, presso tutti e quattro. 16 Le ruote e la loro struttura erano splendenti come il topazio. Tutt'e quattro avevano forma identica: apparivano, nella loro struttura, come se una ruota fosse nell'altra. 17 Procedevano nelle loro quattro direzioni; quando si muovevano, non si voltavano. 18 I loro cerchi erano alti; guardandoli, mi apparvero ricoperti di occhi da ogni parte delle quattro ruote. 19 Quando gli esseri procedevano, le ruote si muovevano accanto a loro e, quando quelli si alzavano da terra, anche le ruote si innalzavano da terra. 20 Andavano dove lo spirito li sospingeva e le ruote si alzavano insieme con loro, perché in esse c'era lo stesso spirito degli esseri. 21 Quando questi procedevano, anche le ruote si muovevano; quando essi si arrestavano, si fermavano anch'esse; quando i primi si alzavano da terra, le ruote si alzavano insieme con loro, perché nelle ruote c'era lo stesso spirito degli esseri.
22 Sulle teste degli esseri c'era qualcosa di simile alla volta celeste, come lo splendore del cristallo, che si estendeva in alto sulle loro teste. 23 Sotto questo firmamento stavano diritte le loro ali, l'una verso l'altra; ciascuno ne aveva due, che coprivano loro i corpi. 24 Quando si muovevano, udivo il rumore delle ali simile al fragore dell'oceano, al tuono di Shaddai: fragore assordante, come il frastuono d'un accampamento. Quando si fermavano, rallentavano le ali.
25 Quindi, sopra il firmamento, una voce risuonò sulle loro teste. Gli esseri si fermarono e rallentarono le ali. 26 Vidi, allora, sopra il firmamento che poggiava sulle loro teste, qualcosa simile allo zaffiro dall'aspetto di trono e, su questa specie di trono, una figura con le fattezze di uomo, che stava in alto su di esso. 27 Da quelli che sembravano i suoi lombi in su la vidi risplendere come l'elettro, con dentro e intorno come fuoco; da quelli che apparivano i suoi lombi in giù la vidi simile al fuoco. Uno splendore l'avvolgeva. 28 Esso era simile all'arco che si forma tra le nubi, in giorno di pioggia. Così mi apparve la gloria di Jahve. Come la vidi, mi gettai faccia a terra; udii, però, la voce di uno che parlava.

2 La visione del libro. - 1 E mi disse: «Figlio dell'uomo, alzati perché voglio parlarti». 2 Appena mi rivolse queste parole, venne in me una forza che mi fece alzare. Ascoltai allora colui che mi parlava. 3 Mi disse: «Figlio dell'uomo, io ti mando ai figli di Israele, a un popolo di ribelli, che si sono rivoltati contro di me; essi e i loro padri mi sono stati infedeli fino a oggi. 4 Sono uomini dalla faccia impudente e dal cuore duro coloro ai quali ti mando; ebbene, tu dirai loro: "Così dice il Signore Jahve!". 5 Ed essi, ascoltino o non lo facciano - sono, infatti, una casa ribelle - dovranno alla fine riconoscere che c'è stato un profeta in mezzo a loro. 6 Tu, dunque, figlio dell'uomo, non temerli né farti intimidire dalle loro parole: ti combatteranno, infatti, e disprezzeranno; ti troverai in mezzo a scorpioni. Non temere le loro parole, non lasciarti scoraggiare da essi, perché non sono che una casa ribelle. 7 Comunicherai a essi le mie parole, ascoltino o non lo facciano, sono infatti una casa ribelle. 8 A Ora tu, figlio dell'uomo, ascolta ciò che ti dico. "Non esser ribelle come questa casa ribelle; apri la bocca e mangia ciò che ti porgo"». 9 E vidi una mano stendersi verso di me: aveva in pugno il rotolo d'un libro. 10 Lo spiegò dinanzi a me: era scritto sul diritto e sul rovescio; c'erano scritte lamentazioni, sospiri e guai!

3 1 E mi disse: «Figlio dell'uomo, mangia ciò che ti è offerto, mangia questo rotolo e va', parla alla casa di Israele». 2 Aprii la bocca: egli mi fece mangiare quel rotolo 3 e mi disse: «Figlio dell'uomo, ciba il tuo ventre e riempi le viscere di questo rotolo che ti porgo». Lo mangiai e nella mia bocca ci fu qualcosa di dolce come il miele.
4 Quindi mi disse: «Figlio dell'uomo, va' verso la casa di Israele e parla loro con le mie parole. 5 Non sei mandato, infatti, a un popolo di linguaggio oscuro e lingua incomprensibile, ma alla casa di Israele; 6 non a popoli diversi, di oscuro linguaggio e lingua incomprensibile, dei quali non potresti capire i detti: se ti mandassi a loro, essi ti ascolterebbero! 7 La casa di Israele non vorrà prestarti attenzione, perché non vogliono ascoltare me; perché tutta la casa d'Israele è sfrontata, di cuore duro. 8 Ecco: io rendo dura la tua faccia come è dura la loro faccia, la tua fronte come la loro. 9 Come diamante, più dura della selce, ho reso la tua fronte; non temerli né scoraggiarti per essi: sono una casa ribelle!». 10 Mi disse infine: «Figlio dell'uomo, accogli nel tuo cuore tutte le parole che ti rivolgerò e ascoltale con le tue orecchie; 11 va' presso i deportati, verso i figli del tuo popolo, e parla. Riferirai loro: "Così dice il Signore Jahve", ascoltino o non lo facciano».

Il profeta tra gli esuli. - 12 Quindi uno spirito mi sollevò: udii dentro di me lo strepito di un gran fragore, mentre la gloria di Jahve si alzava dal punto dove si trovava. 13 Questo grande fragore era il rumore delle ali degli esseri animati, che battevano l'una contro l'altra, e il rumore simultaneo delle ruote. 14 Uno spirito, dunque. mi sollevò e mi portò via. Me ne andavo triste, con l'animo fortemente eccitato, mentre la mano di Jahve si faceva sentire potentemente su di me. 15 Venni così a Tell-Abib, tra i deportati che stavano lungo il fiume Chebar e rimasi per sette giorni, là dove essi abitavano, attonito, in mezzo a loro.

La sentinella. - 16 Passati sette giorni, mi fu rivolta la parola di Jahve: 17 «Figlio dell'uomo, lo ti ho costituito sentinella per la casa di Israele; quando ascolterai qualche detto dalla mia bocca, li ammonirai per me. 18 Se quando dirò al malvagio: "Tu certamente morirai", non lo ammonirai, non parlerai per distogliere il malvagio dalla sua malvagia condotta, così che viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma io esigerò da te il suo sangue. 19 Se tu, invece, ammonirai il malvagio e questi non desisterà dalla sua malvagità e dalla sua prava condotta, egli morirà per la sua iniquità, ma tu avrai salvato te stesso. 20 Se un giusto si allontanerà dalla sua giustizia e commetterà ingiustizia, porrò inciampi dinanzi a lui: egli morirà. Se non lo avrai ammonito, egli morirà per il suo peccato e non saranno ricordate le opere giuste che egli ha compiuto, ma io esigerò da te il suo sangue. 21 Se poi ammonirai il giusto di non peccare ed egli non peccherà, certamente vivrà, perché è stato ammonito, e tu avrai salvato la tua vita».

Il profeta diventa muto. - 22 Qui inoltre, fu sopra di me la mano di Jahve; egli mi disse: «Levati, va' nella pianura e là ti parlerò». 23 Mi levai e uscii nella pianura; ed ecco la gloria di Jahve era là, ferma, come la gloria che avevo visto lungo il fiume Chebar. Mi gettai faccia a terra. 24 Venne, però, in me uno spirito che mi fece alzare. Allora Jahve mi parlò e disse: «Va', chiuditi in casa. 25 Ecco, figlio dell'uomo, ti saranno messe addosso funi, sarai legato con esse e non potrai uscire in mezzo a essi. 26 Farò aderire la tua lingua al palato e rimarrai muto né sarai per essi un censore, perché sono una casa ribelle. 27 Ma quando ti parlerò, aprirò la tua bocca e tu riferirai loro: "Così dice il Signore Jahve". Ascolti chi vuole; chi non vuole non lo faccia: sono, infatti, una casa ribelle.

4 Annuncio dell'assedio di Gerusalemme. - 1 Ora tu, figlio dell'uomo, prendi un mattone, mettilo davanti a te, incidi su di esso una città: Gerusalemme. 2 Quindi, cingila di assedio: costruisci contro di essa torri mobili, innalza terrapieni, disponi accampamenti e distribuisci tutt'intorno, contro di essa, gli arieti. 3 Prendi, poi, una teglia di ferro e ponila come muro di ferro tra te e la città. Terrai fisso su di essa il volto: l'assedio è perfetto e tu la assedierai. È questo un segno per la casa di Israele.
4 Poniti, poi, a giacere sul fianco sinistro: farò pesare su di esso l'iniquità della casa di Israele. Ne subirai la pena, per il numero dei giorni durante i quali giacerai così. 5 Io, infatti, ti assegno in giorni gli anni della loro iniquità: per trecentonovanta giorni sconterai le colpe della casa di Israele. 6 Compiutisi questi, giacerai ancora sul fianco destro, per scontare le colpe della casa di Giuda, che farò pesare su di te per quaranta giorni: ogni giorno corrisponde a un anno. 7 Rivolgi immoto a Gerusalemme assediata il volto e il braccio denudato e profetizza contro di essa. 8 Ecco, io ti lego con funi; non potrai voltarti da un lato all'altro, finché non abbia compiuto i giorni del tuo assedio.
9 Prendi, intanto, frumento, orzo, fave, lenticchie, miglio e spelta e, dopo averli posti in un solo recipiente, prepara con essi il tuo pane. Ne mangerai per il numero dei giorni durante i quali giacerai sul tuo fianco, cioè per trecentonovanta giorni. 10 Il cibo che mangerai sarà secondo il peso di venti sicli al giorno; lo mangerai, inoltre, ogni ventiquattro ore. 11 Berrai ancora l'acqua a misura: berrai la sesta parte dell'hin ogni ventiquattro ore. 12 Lo mangerai come una schiacciata di pane d'orzo, dopo averlo cotto su escrementi umani sotto i loro occhi».
13 Jahve disse: «Così i figli di Israele mangeranno il loro pane impuro tra le genti dove li scaccerò». 14 Io esclamai: «Ah, Signore Jahve, ecco la mia anima non si è mai macchiata; mai, dalla mia fanciullezza fino a oggi, ho mangiato una bestia morta o sbranata e mai è entrata nella mia bocca carne impura». 15 Mi rispose: «Vedi, ti concedo gli escrementi di bue al posto di quelli umani: preparerai su di essi il tuo pane». 16 Quindi mi disse: «Figlio dell'uomo, ecco io sto per rompere in Gerusalemme il bastone del pane; mangeranno così il pane a peso e con l'angoscia, berranno l'acqua a misura e con cupo affanno, 17 in modo che, mancando di pane e di acqua, languiscano gli uni come gli altri e marciscano per le loro iniquità.

5 1 Ora tu, figlio dell'uomo, prendi una spada affilata, usane come di un rasoio da barbiere e passala sul tuo capo e sulla tua barba. Presa poi una bilancia, dividerai i peli. 2 Appena compiuti i giorni dell'assedio, bruciane un terzo in mezzo alla città; un altro terzo, prendilo e colpiscilo con la spada intorno a quella e, infine, disperdi al vento l'ultimo terzo, mentre io snuderò la spada dietro di essi. 3 Prendine, inoltre, un piccolo numero, che legherai al lembo del tuo mantello. 4 Da questi ancora ne prenderai alcuni e li getterai nel fuoco, perché vi si consumino. Parlerai a tutta la casa di Israele. 5 Così dice il Signore Jahve: "Questa Gerusalemme io l'avevo posta al centro delle genti, con i loro territori intorno. 6 Si è ribellata con perversità ai miei decreti più delle genti e alle mie leggi più delle regioni che le fanno corona, poiché hanno disprezzato i miei decreti e non hanno praticato le mie leggi". 7 Perciò, così dice il Signore Jahve: "Poiché siete stati più ribelli delle genti che vi circondano, non avete seguito le mie leggi, non avete adempiuto i miei decreti e neppure avete agito secondo i costumi di queste genti", 8 per questo, così dice il Signore Jahve: "Eccomi, a mia volta, contro di te: prenderò su di te la mia giusta vendetta, sotto gli occhi delle genti. 9 Per tutti i tuoi abomini, compio in te cosa di cui nulla di simile ho mai operato finora né compirò altra volta. 10 Perché in te ci saranno padri che mangeranno i figli e figli che mangeranno i padri. Prenderò così su dì te la mia vendetta, disperdendo, quindi, a tutti i venti ciò che rimarrà di te. 11 Perciò: per la mia vita, oracolo del Signore Jahve, poiché hai contaminato il mio santuario con tutti i tuoi orrori e con tutti i tuoi abomini, anch'io raderò e il mio occhio non si impietosirà; anch'io sarò spietato. 12 Dei tuoi abitanti, un terzo morirà di peste e sarà consunto dalla fame in mezzo a te; un terzo cadrà di spada nei tuoi dintorni; un terzo, infine, disperderò a tutti i venti, snudando dietro di essi la mia spada. 13 Allora si compirà appieno la mia ira, e placherò su di essi il mio furore: farò così la mia vendetta. Sapranno che io Jahve avevo parlato nella mia gelosia, quando si compirà appieno su di essi il mio furore. 14 Farò dì te un deserto oggetto di obbrobrio tra le genti che ti circondano, agli occhi di ogni passante. 15 Diverrai, infatti, oggetto di obbrobrio e di scherno, di ammaestramento e di stupore per le genti che ti circondano, quando avrò compiuto in te, con ira e furore, con castighi furenti, la mia giusta vendetta - io, Jahve, ho parlato - 16 quando, cioè, scaglierò contro di voi gli strali malefici della fame, apportatori di distruzione, che io scaglierò per distruggervi, e accrescerò tra di voi la fame, così da sottrarvi il bastone del pane; 17 quando, contro di voi, manderò la fame e le bestie feroci, che ti rapiranno i figli; quando, in mezzo a te, passeranno la peste e la strage e farò passare contro di te la spada. lo, Jahve, ho parlato"».

6 Contro i monti di Israele. - 1 E mi fu rivolta la parola di Jahve per dirmi: 2 «Figlio dell'uomo, volgi la faccia ai monti di Israele, profetizza contro di loro 3 e di': "Monti di Israele. ascoltate la parola del Signore Jahve! Così dice Jahve ai monti, ai colli, alle valli irrigue e alle pianure: Ecco, sto per far passare su di voi la spada e distruggerò le vostre alture. 4 I vostri altari saranno devastati, infranti i vostri khammanim; farò abbattere i vostri trafitti dinanzi ai vostri idoli 5 e spargerò le vostre ossa intorno ai vostri altari. 6 Dovunque abitiate, le città diverranno deserte e le alture saranno devastate, affinché siano deserti e devastati i vostri altari, siano infranti e scompaiano i vostri idoli, frantumati i vostri khammanim e sterminate le vostre opere. 7 I trafitti giaceranno in mezzo a voi e saprete che io sono Jahve. 8 Tuttavia, quando voi avrete superstiti alla spada, tra le genti, quando vi disperderò per le loro regioni, metterò a parte un resto. 9 I vostri superstiti si ricorderanno di me tra le genti dove saranno condotti prigionieri, quando avrò spezzato il loro cuore adultero, che si è allontanato da me, e i loro occhi che si sono prostituiti ai loro dèi: allora avranno nausea di se stessi, per i crimini commessi e per tutti i loro abomini. 10 Sapranno allora che io sono Jahve e che non avevo minacciato invano di infliggere loro questi mali"».

I peccati di Israele. - 11 Così dice il Signore Jahve: «Batti le mani, pesta i piedi in terra, e di': "Ah! Per tutti gli empi abomini della casa di Israele, che cadrà di spada, di fame e di peste. 12 Chi sarà lontano morirà di peste, chi sarà vicino cadrà di spada, chi resterà, e sarà assediato, morirà di fame; così sazierò appieno su di essi il mio furore. 13 Saprete che io sono Jahve, quando i loro trafitti giaceranno tra i loro idoli, intorno ai loro altari, su ogni colle elevato, su tutte le cime dei monti, sotto ogni albero frondoso e ogni quercia folta, là dove hanno offerto soavi profumi a tutti i loro idoli. 14 Stenderò su di essi la mano e renderò il paese desolato e devastato, dal deserto a Ribla, dovunque dimorino. Sapranno allora che io sono Jahve"».

7 La fine prossima. - 1 La parola di Jahve mi fu rivolta per dirmi: 2 «Ora tu, figlio dell'uomo, parla: "Così dice il Signore Jahve alla terra di Israele: È venuta la fine! È venuta la fine per le quattro estremità della terra. 3 Ora la fine incombe su di te: manderò contro di te la mia ira, ti giudicherò secondo le tue azioni, metterò in conto tutti i tuoi abomini 4 Il mio occhio non avrà compassione di te e sarò senza pietà, anzi porrò in conto le tue azioni e si troveranno in te i tuoi abomini; e saprete che io sono Jahve.
5 Così dice il Signore Jahve: Una sventura, ecco viene una sventura unica 6 È venuta la fine, è venuta la fine, è sorta contro di te, ecco che viene. 7 Il destino è arrivato ormai per te, abitante del paese; è arrivato il tempo, è vicino il giorno, giorno di terrore e non di lieti clamori sui monti. 8 Ora, al più presto, riverserò contro di te il mio furore, su di te soddisferò appieno la mia ira, ti giudicherò secondo le tue azioni e ti addebiterò tutti i tuoi abomini. 9 Il mio occhio non avrà compassione e sarò senza pietà; addebiterò le tue azioni e si troveranno in te i tuoi abomini; e saprete che sono io Jahve, che colpisce. 10 Ecco il giorno, ecco che viene. Il tuo destino è segnato. L'ingiustizia è in fiore, germoglia la superbia. 11 Il mal fare è elevato a empio scettro. 12 È venuto il tempo, è arrivato il giorno: chi compra non si rallegri e chi vende non si contrasti; un'ira veemente passa, infatti, su tutta la ricchezza del paese, 13 perché colui che vende non ritornerà più in possesso del venduto, quando anche rimanga ancora in vita, perché la condanna contro tutto il loro fasto non verrà revocata e nessuno, nella sua perversità, potrà conservare l'esistenza.
14 Suonate pure la tromba e impugnate le armi, ma nessuno avanzerà al combattimento. perché la mia ira incombe su tutto il suo fasto. 15 La spada di fuori, la peste e la fame di dentro: chi sarà nei campi morirà di spada e chi nella città sarà divorato dalla fame e dalla peste. 16 I loro superstiti fuggiranno, andranno sul monti, gemendo tutti come le colombe delle valli, ciascuno per la propria iniquità. 17 Tutte le mani diverranno fiacche e tutte le ginocchia si scioglieranno in acqua. 18 Si cingeranno dì sacco, lo spavento li circonderà; la vergogna sarà su tutti i volti e la calvizie su tutte le loro teste. 19 Getteranno il loro argento nelle strade e il loro oro varrà quanto l'immondezza. Il loro argento e il loro oro non potranno salvarli nel giorno dell'ira di Jahve. Con essi, infatti, non potranno sfamarsi e molto meno rimpinzarsi, perché essi furono l'occasione delle loro colpe... 20 Della magnificenza dei loro gioielli hanno fatto oggetto di superbia e con essi hanno foggiato le immagini dei loro simboli e idoli abominevoli; per questo, farò sì che per essi siano come immondezza. 21 Le darò in potere agli stranieri come bottino e ai malvagi del paese come preda, perché le profanino. 22 Allontanerò da essi il mio volto e profaneranno il mio tesoro, vi entreranno i devastatori, lo profaneranno 23 e ne faranno catene. Perché il paese è pieno di delitti degni di morte e la città di violenze. 24 Farò venire i popoli più malvagi perché entrino in possesso delle loro case: farò finire, così, la loro orgogliosa potenza e saranno profanati i loro santuari. 25 Verrà l'angoscia, cercheranno allora salvezza, ma invano. 26 Verrà sventura su sventura, una diceria seguirà l'altra; domanderanno allora qualche visione dai profeti, ma mancherà al sacerdote la dottrina e il consiglio agli anziani. 27 Il re sarà in lutto, il principe si coprirà di desolazione, le mani del popolo della terra tremeranno: li tratterò secondo le loro azioni, li giudicherò secondo i loro meriti e sapranno che io sono Jahve"».

8 L'idolatria nel tempio. - 1 Nel sesto anno, nel sesto mese, il cinque del mese, mentre stavo nella mia casa e innanzi a me sedevano gli anziani di Giuda, venne sopra di me la mano del Signore Jahve. 2 Guardai ed ecco m'apparve la sagoma di una figura umana: da quelli che sembravano i suoi lombi in giù era fuoco, dai suoi lombi in su appariva come uno splendore, come il luccicare dell'elettro. 3 Egli stese qualcosa di simile a una mano e mi afferrò per il ciuffo dei capelli; lo spirito mi sollevò fra la terra e il cielo e mi trasportò, in celesti visioni, a Gerusalemme, presso l'ingresso della porta interna che guarda a settentrione, dove si trovava l'idolo che eccitava la gelosia del Signore. 4 Ed ecco, c'era là la gloria del Dio di Israele, come l'avevo vista nella pianura. 5 Mi disse: «Figlio dell'uomo, leva gli occhi verso il settentrione». Li alzai ed ecco, a settentrione, sulla porta dell'altare, c'era, all'ingresso, quell'idolo della gelosia. 6 Soggiunse allora: «Figlio dell'uomo, non vedi forse ciò che essi fanno, i grandi abomini che compie qui la casa di Israele perché la allontani dal mio santuario? Ne vedrai ancora di peggiori».
7 Quindi mi portò sull'ingresso dell'atrio; guardai ed ecco, nella parete, c'era un foro. 8 Mi disse: «Figlio dell'uomo, fora il muro!». Lo forai e apparve un uscio. 9 Aggiunse: «Entra e guarda gli empi abomini che essi compiono qui». 10 Entrai e guardai: immagini di ogni sorta, di rettili e di animali ripugnanti e tutti gli idoli della casa di Israele erano dipinti intorno alla parete. 11 Settanta anziani della casa di Israele, tra i quali Jazania figlio di Shafan, stavano tutti ritti dinanzi a esse, ciascuno con un braciere in mano, mentre saliva la fragranza di una nuvola d'incenso. 12 Mi disse: «Hai visto, figlio dell'uomo, ciò che fanno nelle tenebre gli anziani della casa di Israele, ciascuno nel penetrale del proprio idolo? Dicono, infatti: "Jahve non ci vede, Jahve ha abbandonato il paese!"». 13 Disse a me: «Vedrai ancora abomini peggiori, che essi commettono».
14 Quindi mi portò all'ingresso della porta del tempio di Jahve che guarda a settentrione. Ed ecco sedere là le donne che piangevano Tammuz. 15 Mi disse: «Hai visto, figlio dell'uomo? Vedrai ancora abomini molto più grandi di questi». 16 Mi condusse infine nell'atrio interno del tempio di Jahve, ed ecco, all'ingresso del santuario di Jahve, tra il vestibolo e l'altare, c'erano circa venticinque uomini con le spalle al santuario di Jahve e la faccia verso oriente; essi adoravano, verso oriente, il sole. 17 Mi disse: «Hai visto, figlio dell'uomo? È sufficiente forse alla casa di Giuda praticare gli abomini che si commettono qui? Anzi, hanno riempito il paese di violenze, così da irritarmi ancora di più. Eccoli avvicinare il ramoscello al naso. 18 Ebbene, anch'io agirò con furore: il mio occhio non avrà compassione e sarò senza pietà. Essi, allora, a gran voce mi invocheranno e io non li ascolterò».

9 Punizione di Gerusalemme. - 1 Quindi, mentre ascoltavo, chiamò a gran voce: «Avvicinatevi voi che dovete punire la città, ciascuno con l'arma della distruzione in mano». 2 Ed ecco, sei uomini venivano dalla direzione della porta superiore che è rivolta verso settentrione, ciascuno con in mano l'arma di morte; con essi, c'era un uomo vestito di lino, con un astuccio da scriba ai lombi. Come furono arrivati, si fermarono accanto all'altare di bronzo. 2 La gloria del Dio di Israele si era, intanto, alzata dai Cherubini sui quali stava, per portarsi sulla soglia del Santo. Quindi, chiamò l'uomo vestito di lino con l'astuccio da scriba ai lombi; 4 Jahve disse a lui: «Passa attraverso la città, attraverso Gerusalemme, e fa', un thau sulla fronte degli uomini che sospirano e gemono per tutti gli abomini che si commettono in essa».
5 Agli altri, poi, ingiunse, mentre io ascoltavo: «Attraversate la città dietro di lui e colpite: il vostro occhio non abbia compassione e siate senza pietà. 6 Uccidete fino allo sterminio vecchi, giovani, vergini, bambini e donne; non vi avvicinerete però ad alcuno che abbia su di sé il thau; cominciate dal mio santuario».
Cominciarono, dunque, da quegli anziani che stavano dinanzi al tempio. 7 E disse loro: «Contaminate il tempio e riempite gli atri. Uscite. poi e colpite per la città».
8 Mentre essi colpivano e io ero rimasto solo, mi gettai faccia a terra e gridai: «Ah, Signore Jahve, vuoi tu sterminare tutto ciò che rimane di Israele, riversando il tuo furore su Gerusalemme?». 9 Mi rispose: «Il crimine della casa di Israele e di Giuda è molto, molto grande: il paese rigurgita di sangue e la città di ingiustizie; dicono, infatti: "Jahve ha abbandonato il Paese, Jahve non vede". 10 Perciò, a mia volta, il mio occhio non avrà compassione e certamente sarò senza pietà; farò pesare su di essi la loro condotta». 11 Ed ecco, l'uomo vestito di lino con l'astuccio ai lombi fece questo rapporto: «Ho fatto come mi hai comandato».

10 1 Guardai, ed ecco sul firmamento, che era sopra le teste dei Cherubini, si vedeva qualcosa simile a pietra di zaffiro, che all'aspetto aveva forma di toro. 2 Disse all'uomo vestito di lino: «Entra fra le ruote, sotto i Cherubini, e riempi il cavo delle mani di carboni ardenti in mezzo ai Cherubini e spargili sulla città». Sotto i miei occhi, quegli entrò.
3 Ora i Cherubini stavano fermi alla destra del santuario quando entrò quell'uomo, mentre la nube riempiva l'atrio interno. 4 Quindi la gloria di Jahve si levò sopra i Cherubini ponendosi sulla soglia del tempio. Questo fu riempito dalla nuvola e l'atrio fu pieno dello splendore della gloria di Jahve. 5 Il rumore delle ali dei Cherubini si udiva fino dall'atrio esterno, simile al tuono di El-Shaddai quando parla.
6 Ora, aveva appena dato questo comando all'uomo vestito di lino: «Prendi un po' di fuoco in mezzo alle ruote, fra i Cherubini», che quegli, entrato, si fermò accanto alle ruote. 7 Un Cherubino stese la mano tra i Cherubini, verso il fuoco che era in mezzo a essi, ne prese e lo pose nel cavo delle mani dell'essere vestito di lino; questi, ricevutolo, uscì. 8 Era visibile nei Cherubini la forma di mani d'uomo sotto le loro ali. 9 Guardai, ed ecco quattro ruote accanto ai Cherubini, ogni ruota accanto a ciascun Cherubino: apparivano splendenti come topazio. 10 Parevano avere tutte e quattro la stessa forma: quasi ci fosse una ruota nell'altra. 11 Quando si muovevano, procedevano verso i loro quattro lati né si voltavano, quando si muovevano; avanzavano, infatti, nella direzione in cui era rivolta la testa; non si voltavano quando si muovevano. 12 Tutto il loro corpo, i dorsi, le mani, le ali e le ruote erano ricoperti di occhi da ogni parte, in tutti e quattro. 13 Quanto alle ruote, sentii che furono chiamate haggalgal. 14 Ciascuno aveva quattro aspetti: il primo aveva aspetto di toro, il secondo di uomo, il terzo di leone e il quarto di aquila. 15 Quindi i Cherubini si sollevarono in alto. Erano gli esseri viventi che avevo visto presso il fiume Chebar. 16 Quando i Cherubini procedevano, si muovevano anche le ruote accanto a loro; quando i Cherubini alzavano le ali per sollevarsi da terra, nemmeno esse si staccavano dal loro fianco. 17 Quando quelli si fermavano, si fermavano anch'esse; quando quelli si alzavano, si alzavano anch'esse, perché in esse c'era lo spirito degli esseri viventi.

La gloria di Jahve abbandona il tempio. - 18 La gloria di Jahve sì allontanò dalla gloria del santuario e si pose sui Cherubini. 19 Questi alzarono le ali e si sollevarono da terra, sotto i miei occhi, mentre uscivano, e le ruote insieme con loro. Si fermarono all'ingresso della porta orientale del tempio di Jahve e su di essi, al di sopra, era la gloria del Dio di Israele. 20 Erano gli esseri viventi che avevo visto sotto il Dio di Israele, presso il fiume Chebar: seppi che erano Cherubini. 21 Ognuno di essi aveva quattro aspetti, ciascuno quattro ali e, sotto le ali, qualcosa ch'era simile a mani d'uomo. 22 Quanto alla forma, erano gli stessi aspetti che avevo visto lungo il fiume Chebar; ciascuno procedeva innanzi a sé.

11 Peccati di Gerusalemme. - 1 Uno spirito mi sollevò e mi fece giungere alla porta orientale del tempio di Jahve che guarda l'oriente: ed ecco al suo ingresso venticinque uomini. Vidi, tra di essi, Jazania, figlio di Azzur, e Pelatia, figlio di Benaia, capi del popolo. 2 Jahve mi disse: «Figlio dell'uomo, sono questi gli uomini che meditano iniquità e danno cattivi consigli in questa città, 3 che vanno dicendo: "Non si costruiscono case in breve tempo; essa è la pentola e noi siamo la carne". 4 Perciò profetizza contro di essi; profetizza, figlio dell'uomo».
5 Venne in me lo spirito di Jahve e mi ingiunse: «Parla: "Così dice Jahve: Voi così pensate, casa di Israele, e io conosco i pensieri che salgono nel vostro spirito. 6 Avete moltiplicato i vostri trafitti in questa città, ne avete riempite le strade. 7 Perciò, così dice Jahve: Questi trafitti, che voi avete steso in essa, sono appunto la carne ed essa è la pentola fuori della quale, invece, getterò voi. 8 Voi temete la spada e io la farò passare in mezzo a voi, oracolo del Signore Jahve. 9 Vi caccerò dalla città e vi darò in potere di stranieri, compiendo su di voi una giusta vendetta. 10 Cadrete di spada: vi condannerò sui confini di Israele; e saprete che io sono Jahve. 11 La città non sarà per voi come pentola e voi non ne sarete la carne: vi condannerò sui confini di Israele. 12 E saprete che io sono Jahve, di cui non avete seguito le leggi né adempiuto i decreti, praticando, invece, i costumi delle genti che vi circondano"».

Nuove alleanze per gli esuli. - 13 Ora, come avevo predetto, Pelatia, figlio di Benaia, morì; mi gettai, allora, faccia a terra e a gran voce gridai. «Ah, Signore Jahve, vuoi tu annientare ciò che rimane dì Israele?».
13 E la parola di Jahve mi fu rivolta in questi termini: 15 «Figlio dell'uomo, dei tuoi fratelli, dei tuoi fratelli: gli uomini del tuo riscatto, che costituiscono tutta la casa di Israele, di essi, gli abitanti di Gerusalemme vanno dicendo: "Sono lontani da Jahve; il paese è dato in possesso a noi". 16 Perciò di': "Così dice il Signore Jahve: Sebbene li abbia cacciati fra le genti e li abbia dispersi per le regioni, pure sarò il loro santuario, per poco, nelle regioni dove sono giunti". 17 Perciò di': "Così dice Jahve: Vi raccoglierò tra i popoli, vi radunerò dalle regioni dove siete stati dispersi e darò a voi il paese d'Israele. 18 Giungeranno qui e ne allontaneranno tutti gli idoli, tutti gli abomini. 19 Darò loro un altro cuore, porrò nel loro interno uno spirito nuovo; strapperò dal loro corpo il cuore di pietra per dar loro un cuore di carne, 20 affinché seguano le mie leggi, osservino i miei decreti e li mettano in pratica. Saranno così il mio popolo e io sarò il loro Dio. 21 Ma quanto a quelli che seguono con il cuore i loro idoli e i loro abomini, farò ricadere sul loro capo la loro condotta - oracolo del Signore Jahve"».

La gloria di Jahve abbandona Gerusalemme. - 22 I Cherubini alzarono quindi le ali e le ruote si mossero insieme con essi, mentre la gloria del Dio di Israele stava su di loro, al di sopra. 23 La gloria di Jahve si alzò dal centro della città e andò a fermarsi sul monte che le sta a oriente. 24 Uno spirito, allora, mi sollevò e mi trasportò in Caldea fra i deportati, in visione, nello spirito di Dio. E la visione avuta si allontanò da me.
25 Ed io riferii ai deportati tutto ciò che Jahve mi aveva mostrato.

www.edicolaweb.net/nonsoloufo/ezechi_i.htm
(richard)
00martedì 30 giugno 2009 21:50
Credo che quello di Ezechiele nella Bibbia sia ritenuto dai piu' l'IR
del 4/5 tipo piu' eclatante ed antico della storia antica. Un best in tutto e per tutto!Naturalmente ci sono coloro che lo snobbano,ma è sempre cosi',....a volte è difficile credere senza essere testimoni!
E' solo questione di apertura mentale. [SM=x708804]
anunnaki68
00giovedì 13 agosto 2009 20:12
Cargo Cult
Non è detto che eventuali razze aliene abbiano interesse a rivelarsi, non vedo perché debbano immischiarsi nelle nostre vicende (forse i documentaristi di National Geografic aiutano il leone o la gazzella? osservano e basta!). Se ci fossero razze non benevole, allora sarebbero razze non antiche e non tecnologicamente avanzate e, quindi, non sarebbero ancora riuscite a visitarci. Se esiste qualcuno là fuori sta solo badando ai suoi interessi (giustamente!) senza aver alcuna voglia di rivelarsi, forse non potremmo neanche capire ciò che potrebbero tentare di spiegarci. Pensate per un attimo a tutte le varie razze animali viventi sulla Terra. Per caso riusciamo a comunicare agevolmente? Io posso avere gli stessi interessi di un cane o di un'ape? E se ci fosse modo di comunicare di cosa dovremmo parlare?
Lachaise-L-N-
00venerdì 14 agosto 2009 21:26
Re: Cargo Cult
anunnaki68, 13/08/2009 20.12:

Se esiste qualcuno là fuori sta solo badando ai suoi interessi



concordo pienamente con questo passaggio.
questi alieni che commettono abductions non sono nè buoni nè cattivi. sono solo alieni, e badano ai propri interessi,come noi facciamo con i nostri animali da laboratorio.


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