Governo Greco alla Corte dell’Aja per crimini contro l’umanità

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AlessandroCacciatore
00mercoledì 25 aprile 2012 15:49
Governo Greco alla Corte dell’Aja per crimini contro l’umanità

Uno sparuto gruppo di 10 cittadini greci, per lo più professionisti, e non dunque i soliti faziosi, prova a far diventare le ferree manovre d’austerity, adottate dal governo greco per rinsaldare il proprio debito pubblico, una questione di diritto internazionale, intentando causa ai prosecutori materiali presso la Corte Penale Internazionale dell’Aja con l’apparentemente iperbolica accusa di genocidio e crimini contro l’umanità.

Dietro la falange oplitica che si dirige verso la città olandese c’è un forte movimento con sede ad Atene che riunisce persone di ogni ceto, dai professionisti, ai medici ai semplici manovali ed è condotto da Olga e Tanya Yerisidou, madre e figlia psicologhe, che da ormai 3 anni denunciano il governo per le proprie scelte fiscali che hanno schiacciato la Grecia tra le pareti mobili della disoccupazione, della criminalità sempre crescente e ad una soglia di povertà che ormai arriva quasi a colpire il 30% dei figli di Egeo.

Incuriosito dalla notizia e dal fatto che mai di fronte al Tribunale dell’Aja fossero state presentate istanze di questo tipo per manovre economiche di un governo, ho provato a vestire la pesante toga di un giudice internazionale e spulciare un po’ il codice della Corte per rinvenire su quali eventuali basi giuridiche potesse reggersi una così ardita e pionieristica causa internazionale.

Anzitutto negli articoli 6 e 7 dello statuto della Corte si definiscono i termini entro i quali si intendono i concetti di genocidio e di crimine contro l’umanità, quelli a cui l’accusa si appella. Il genocidio è definito come un atto volto a “distruggere..un gruppo nazionale..” e al comma C tra gli atti indicabili come genocidio viene inserito il “sottoporre persone appartenenti al gruppo a condizioni di vita tali da comportare la distruzione fisica totale o parziale”. Simile è il comma K dell’articolo che definisce crimine contro l’umanità come un “attacco contro popolazioni civili” attraverso “altri atti inumani… diretti a provocare intenzionalmente grandi sofferenze o gravi danni all’integrità fisica o alla salute fisica e mentale”.

Sicuramente, attraverso un’interpretazione estensiva e indubbiamente anche ai limiti della forzatura, il contenuto dell’articolo 7 par.K, che definisce il crimine contro l’umanità, sarebbe quella che meglio potrebbe calzare con le accuse del popolo greco e creare, per ora solo nella nostra atecnica simulazione di giudizio, un precedente che cambierebbe la storia e autorizzerebbe i popoli di tutto il globo ad adire ad enti di tutela internazionali qualora il proprio governo con la frode e con l’incompetenza li porti a patire restrizioni e sofferenze di cui non sono stati né artefici né complici.

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fabik
00mercoledì 25 aprile 2012 22:46
La corte dell'Aja non è competente e vedrete che si dichiarerà tale.
In ogni caso coloro che hanno presentato la denuncia hanno ottenuto la visibilità che volevano.
Ovviamente in Italia il fatto di venire denunciati equivale ad una condanna...

Tutto fa brodo, meglio fare casino, magari qualcosa si muove... Ma Magari no...
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