Re:
UFOONLINE, 01/02/2009 12.30:
Quindi per onestà intellettuale dando sempre credito a tutte le tesi dobbiamo dire che oggi la scienza ha riconosciuto quasi all'unanimità la validità delle tesi sul virus HIV. Fermo restando rispettabili e interessanti opinioni controcorrente che noi qui volentieri dibattiamo.
esatto.
Non tutti la pensano allo steso modo.
Putroppo esiste una Lobby anche riguardo l'aids.
C'è chi con coraggio esprime la propria opinione,che va contro il pensiero corrente, rischiando pure di compromettere cariera.
CITAZIONI:
Dr. Kary Mullis, Biochimico, 1993 Premio Nobel per la chimica:
"Se ci fosse la prova che l'HIV provoca l'AIDS, dovrebbero esserci documenti scientifici che, singolarmente o collettivamente, lo provino, per lo meno con un'alta probabilità. Non esiste alcun documento del genere!" (Sunday Times (London) 28 nov. 1993)
Dr. Heinz Ludwig Sänger, Professore Emerito di Biologia Molecolare e Virologia, Max-Planck-Institutes for Biochemy, München. Premio Robert Koch nel 1978:
"Fino ad oggi non c'è alcuna evidenza scientifica convincente dell'esistenza dell'HIV. E neppure è mai stato isolato e purificato un tale retrovirus con i metodi della virologia classica" (Lettera al Süddeutsche Zeitung 2000)
Dr. Serge Lang, Professore di Matematica, Yale University:
"Considero errata la relazione causale tra HIV e qualsiasi malattia. Ho visto evidenze considerevoli del fatto che statistiche assolutamente errate sull'AIDS e l'HIV sono state proposte come scienza, e che membri di spicco dell'establishment scientifico hanno con noncuranza, se non con irresponsabilità, aderito ai media nello spargere disinformazione riguardo la natura dell'AIDS." (Yale Scientific, Fall 1994)
Dr. Harry Rubin, Professore di Biologia Molecolare e Cellulare, University of California at Berkeley:
"Non esiste alcuna prova che l'AIDS sia causato dal retrovirus HIV, nè che questo sia la causa di qualsivoglia sindrome" (Sunday Times (London) 3 April 1994)
Dr. Richard Strohman, Professore Emerito di Biologia Cellulare alla University of California, Berkeley:
"Una volta gli scienziati dovevano provare scientificamente che le loro teorie fossero giuste o sbagliate. Ora non c'è nulla di tutto ciò nelle teorie standard HIV-AIDS, con tutti i loro miliardi di dollari." (Penthouse Aprile 1994)
Dr. Harvey Bialy, Biologo Molecolare, precedente editore di Bio/Technology and Nature Biotechnology:
"L'HIV è un retrovirus qualsiasi. Non c'è niente di particolare in questo virus. Tutto ciò che è stato scoperto riguardo all'HIV ha un'analogia con altri retrovirus che non causano l'AIDS. L'HIV contiene solo un piccolissimo pezzo di informazione genetica. Non c'è modo per cui possa causare tutte queste cose elaborate che dicono che esso faccia" (Spin giugno 1992)
Dr. Roger Cunningham, Immunologo, Microbiologo e Direttore del Centro di Immunologia all'Università di Stato, University of New York, Buffalo:
"Purtroppo si è formata una lobby dell'AIDS che cerca da un lato di scoraggiare tutte le sfide a questo dogma, e che insiste a seguire idee totalmente prive di credito dall'altro." (Sunday Times (London) 3 April 1994)
Dr. Gordon Stewart, Professore Emerituo di Salute Pubblica, University of Glasgow:
"L'AIDS è una malattia comportamentale. E' multifattoriale, causata da molti attacchi contemporanei al sistema immunitario, quali le droghe, l'abuso di medicinali, le classiche malattie sessuali, ed infezioni virali multiple." (Spin June 1992)
Dr. Alfred Hässig, (1921-1999), precedente Professore di Immunologia all'Università di Berna, e precedente direttore della Banca del Sangue della croce rossa svizzera:
"La sentenza di morte che accompagna la diagnosi di AIDS conclamato deve essere abolita." (Sunday Times (London) 3 April 1994)
Dr. Charles Thomas, precedente Professore di Biochimica, Harvard and John Hopkins Universities:
"Il dogma dell'HIV-causa dell'AIDS rappresenta la più grande e forse la più moralmente distruttiva delle frodi perpetrate nei confronti dei giovani del mondo occidentale." (Sunday Times (London) 3 April 1994)
Dr. Joseph Sonnabend, New York Physician, fondatore dell'American Foundation per la ricerca sull'AIDS (AmFAR):
"Il marketing dell'HIV, attraverso la stampa e le affermazioni giornalistiche, come killer che causa AIDS senza bisogno di nessun altro fattore, ha distorto a tal punto la ricerca e le cure da far soffrire e morire migliaia di persone." (Sunday Times (London) 17 May 1992)
Dr. Andrew Herxheimer, Emerito Professore di Pharmacologia, UK Cochrane Centre, Oxford:
"La natura e l'efficacia dell'AZT non è mai stata valutata e provata adeguatamente, ma la sua tossicità è sicuramente notevole. E penso che abbia ucciso un gran numero di persone. Penso che non dovrebbe essere usato nè da solo nè in combinazione." (Continuum Oct. 2000)
Dr. Etienne de Harven, Emerito Professore di Patologia, University of Toronto:
"L'establishment dell'AIDS, dominato dai media, da gruppi di pressione e dagli interessi di svariati gruppi farmaceutici, ha fatto sì che la ricerca perdesse contatto con le menti aperte della scienza medica, dal momento che l'ipotesi mai comprovata dell'HIV causa dell'AIDS ha ricevuto il 100% dei fondi per la ricerca, mentre le altre ipotesi sono state totalmente ignorate." (Reappraising AIDS Nov./Dec. 1998)
Dr. Bernard Forscher, former editor of the U.S. Proceeding of the National Academy of Sciences:
"L'ipotesi dell'HIV causa dell'AIDS è allo stesso livello della teoria della malaria causata dall'aria cattiva, o della teoria del beri beri o pellagra causate dai batteri [cause da rinvenirsi invece nella deficenza nutrizionale]. E' una truffa è sta diventando uno scandalo." (Sunday Times (London) 3 April 1994)
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Wangari Mathaai
L' Aids è un'arma creata in laboratorio per sterminare i neri. È quanto, senza perifrasi, ha affermato ieri a Nairobi - nel suo primo incontro con la stampa - la professoressa Wangari Mathaai, premiata venerdì, prima donna africana, con il Nobel per la Pace per il suo impegno ambientalista e per la difesa dei diritti civili - delle donne in specie - e della democrazia. Impegno che le costò processi, galera e bastonature ai tempi del "regno" di Daniel arap Moi, presidente-padrone del Kenya per 24 anni, fino al dicembre 2002. Combattiva come sempre - ora è parlamentare e viceministro dell'ambiente, carica da cui minaccia continuamente di dimettersi ogni qual volta non riesce ad evitare nuove cicatrici ambientali - vestita con un tradizionale abito africano, ha parlato alla periferia sud di Nairobi, Adams Arcade, nella sede dell'organizzazione da lei creata «Green Belt», cintura verde, che nei 27 anni di vita è riuscita a piantare 30 milioni di alberi in Africa, cercando di bloccare la desertificazione selvaggia. Ma ha dedicato poco tempo allo scontato impegno ambientale, a cui - ha ribadito - destinerà buona parte degli 1,1 milioni di euro che comporta il Nobel, per attaccare invece sul fronte Aids, su cui si era già espressa lo scorso agosto trovando scarsa eco scientifica ma molti sostenitori tra gli africani.
La professoressa - ha una cattedra di biologia, la sua materia, presso la facoltà di veterinaria di Nairobi ed è stata la prima cattedratica in Kenya - non ha dubbi. Scartata l'ipotesi che l'Aids sia un flagello di Dio contro gli africani, espresso assoluto scetticismo sulla possibilità che il virus derivi dalle scimmie («conviviamo con loro dalla notte dei tempi»), verificato che intorno alle possibili cause dell'infezione si levano continue cortine fumogene, a suo avviso non resta che una spiegazione: un prodotto creato in laboratorio, con l'obiettivo principale di decimare i neri. «Altrimenti - dice - perché saremmo proprio noi la stragrande maggioranza di quanti muoiono di Aids?».
Sul fatto che esistano armi di guerra batteriologiche non sembra aver dubbi; in proposito dice, sorniona: «Non è forse per questo che si è fatta la guerra in Irak?». Nega, invece, di aver mai dichiarato che l'Aids sia stato creato in laboratori occidentali. «Non ho idea - chiarisce - di chi e dove abbia prodotto questa arma biologica». Una prudente risposta al Dipartimento di Stato Americano che venerdì, nel rallegrarsi per la scelta dell'ambientalista africana per il Nobel, aveva anche parlato di alcuni «disaccordi». Riferimento implicito alle prese di posizioni sulla genesi dell'Aids, che nelle prime dichiarazioni della biologa era stato creato non solo per distruggere la razza nera, come ha ribadito oggi, ma in centri di ricerca occidentali. Ma, al di là della posizione sull'Aids (respinta dalla stragrande maggioranza del mondo scientifico), il premio alla professoressa Mathaai resta un trionfo per l'Africa, per la lotta ambientalista, e soprattutto - come ricorda la motivazione dell'Accademia di Oslo - per il legame tra difesa ecologica e vita civile.
«Piantiamo un seme oggi anche per avere la pace domani» è stata una delle più belle dichiarazioni di Mathaai, fatta mentre piantava ieri l'ennesimo albero alle falde del "suo" monte Kenya: dove è nata, da dove ha tratto ispirazione profonda, e che ha visto impoverirsi per la deforestazione selvaggia, che ne ha anche seriamente compromesso i 13 corsi d'acqua, una volta ricchissimi, che dalle sue pendici nascono. E quella per la salvezza del "padre" monte Kenya, la seconda montagna più alta dell'Africa, è stata una delle prime e più decise battaglie di Mathaai. Che proprio da lì, ieri, ha ringraziato «Dio ed i miei antenati» per il premio.