Crisi alimentare: la colpa e' dei biocarburanti

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(richard)
00domenica 6 luglio 2008 22:26
Londra (Regno Unito), 6 lug. - I biocarburanti sono i principali responsabili del vertiginoso aumento dei prezzi dei generi alimentari negli ultimi mesi.
Non si tratta di voci di corridoio, ma della scomoda verità emersa venerdì dalle pagine del Guardian. Il quotidiano britannico è infatti giunto in possesso di un rapporto segreto della Banca Mondiale, la cui tesi centrale è inequivocabile. Addirittura il 75% del rialzo dei prezzi dipende dalla accresciuta produzione di biocarburanti.

L'accuratissimo studio è stato realizzato dallo stimato economista Don Mitchell, che ha monitorato l'andamento dei prezzi di mese in mese. Secondo il rapporto la produzione dei biocaruranti incide sui mercati in tre differenti modi.

Innanzitutto destinando cereali alla produzione di etanolo: si calcola che un terzo del grano statunitense sia oggi utilizzato in questo modo, mentre il 50% degli oli vegetali prodotti nell'Unione Europea è utilizzato per il biodiesel.

In secondo luogo gli agricoltori stessi sono stati incoraggiati a ridurre gli appezzamenti di terreno coltivati a fini alimentari. Da ultimo, questi due fenomeni hanno favorito la speculazione sui cereali che ha spinto i prezzi alle stelle.

Secondo la Banca Mondiale sono già 100 milioni gli individui che in tutto il mondo sono scivolati al di sotto della soglia di povertà. Incidenti e tumulti, si legge nel rapporto, stanno scoppiando ovunque, dall'Egitto al Bangladesh.

Il paniere di prodotti alimentari preso in esame ha infatti visto aumentare il proprio costo medio del 140% dal 2002 ad oggi. La colpa è in gran parte dei biocarburanti. Si pensi che l'aumento del prezzo dell'energia e dei fertilizzanti ha inciso soltanto per il 15% contro il 75% dovuto alla conversione dei raccolti alla produzione di biodiesel.

La presa di posizione della Banca Mondiale ha un peso politico notevole, perchè contraddice le dichiarazioni ufficiali dei principali governi. In particolar modo il presidente degli USA George Bush, che ha sempre sostenuto come la causa dei rincari fosse l'accresciuta domanda dei colossi orientali, India e Cina.

La Banca Mondiale in proposito si esprime chiaramente. "La rapida crescita dei Paesi in via di sviluppo - argomenta lo studio di Mitchell - non ha motivato un significativo aumento nel consumo mondiale di grano e non ha dunque costituito un fattore determinante nell'aumento dei prezzi.

Senza la crescita dei biocarburanti le riserve mondiali di mais e frumento non sarebbero diminuite apprezzabilmente e i rincari dovuti ad altri fattori sarebbero stati moderati".

L'accusa, insomma, è pesantissima. Proprio per evitare imbarazzanti contrasti con l'amministrazione Bush il rapporto della Banca Mondiale, già pronto in aprile, è rimasto top secret fino ad oggi. Ci ha pensato il Guardian a renderne pubblici i contenuti con l'articolo di Aditya Chakrabortty.

Anche nel Regno Unito si attendono sviluppi a breve. C'è grande attesa, infatti per la pubblicazione di un documento sull'impatto dei biocarburanti curato dal governo britannico, il Gallagher Report.

Secondo il Guardian la tesi dello studio sarebbe sostanzialmente analoga a quella della Banca Mondiale: si parla di "ruolo significativo del biodiesel nell'aumento dei prezzi". Il rapporto, atteso per la scorsa settimana, non è ancora stato pubblicato, il che conferma quanto sia delicata la questione.

Un punto della situazione ufficiale, comunque, si avrà la prossima settimana, quando i grandi della Terra si riuniranno a Hokkaido, in Giappone, per il G8 in programma dal 7 luglio. Il primo tema in agenda sarà proprio la crisi alimentare.da:La voce

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