Cloni

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Lachaise-L-N-
00giovedì 13 agosto 2009 13:47


Viviamo in un mondo dai connotati sovente inconcepibili. Così, in questi ultimi tempi, il tema della clonazione ha cominciato a gettare lunghe ombre sul futuro prossimo. Pare che qualche "scienziato" intenda clonare il Messia, usando le tracce ematiche della Sindone, il noto lenzuolo sulla cui autenticità è impossibile pronunciarsi. Alcuni ricercatori ritengono che la creazione di un falso Cristo non sia un'ipotesi tanto peregrina. La sceneggiatura è già stata scritta: più della regia, ammireremo gli effetti speciali. Se tra noi già vivono dei cloni, chi sono e chi li ha generati? L'ufologo Michael Rubens, nell'articolo They are among us, si richiama alle investigazioni di Budd Hopkins e di David Jacobs sui rapimenti alieni: egli crede che l'agenda dei Grigi preveda l'infiltrazione tra l'umanità di ibridi umano-alieni, mentre Corrado Malanga descrive le copie dei sequestrati.

Si pone anche un problema antropologico: come classificare questi presunti esseri ed in che cosa si differenziano dagli uomini? Non sarà inopportuno rispolverare quel concetto che lo scientismo odierno rigetta, l'idea di anima. Poi si tratta di comprendere il fine dell'ibridazione tratteggiata con dolente stupore anche da Katharina Wilson. Orientarsi non è punto facile: pare un'invasione silenziosa e letale come nel film per la regia di Don Siegel, L'invasione degli ultracorpi, ma è un'invasione più subdola. Gli ultracorpi erano cloni, nell'angosciante pellicola.

Rubens riprende in mano i libri di Nigel Kerner e ne ricorda alcune conclusioni: "Kerner è il più originale autore che si sia soffermato sull'intrusione del fenomeno extraterrestre. Egli propone una visione del piano elaborato dai Grigi (da non confondere con le E.B.E., n.d.r.) Suggerisce che il miglior modo per comprendere il loro comportamento apparentemente bizzarro è definire chi esattamente essi sono e soprattutto come diventeranno. Dopo aver esplorato questi temi, l'autore dà uno sguardo nuovo ai resoconti dei testimoni, alla luce delle più recenti scoperte scientifiche, specialmente nel campo della genetica e della fisica quantistica

Kerner è stato il primo autore a chiarire una connessione tra gli Arconti dei testi gnostici trovati a Nag Hammadi in Egitto ed i Grigi. Egli operò questo abbinamento nel suo primo libro del 1997... Siamo sull'orlo di una tragedia cosmica e la ragione è drammaticamente semplice: le nostre società sono alla ricerca disperata di un messia che sia in grado di unire la scienza con il senso intuitivo di un'invisibile realtà mistica. Per molte persone questo senso intuitivo non va oltre la superstizione: il problema è che il fenomeno dei Grigi è interpretato da molti autori carismatici e da imbonitori come qualcosa che offre quegli elementi scientifici intrecciati alla superstizione che essi stanno cercando.

Secondo Kerner, i Grigi sono messia meccanici. Non hanno empatia, non hanno anima. Sono entità bioniche programmate con lo scopo di perpetuare sé stessi ad ogni costo. E' ironico che i Grigi potrebbero diventare la soluzione ideale per chi aspira ad una risoluzione tecnologica e scientifica per i problemi umani. Non importa quanto intelligenti e sofisticati essi siano, i Grigi non sono della stessa natura degli uomini, poiché non hanno origini naturali, ma sono creazioni artificiali. Essi sono persi in una ricerca infinita per capire la differenza tra noi e loro. La differenza per Kerner giace lungo una linea di connessione che egli definisce Godverse: egli pensa all'anima e suggerisce che i Grigi sono alla disperata ricerca per capire che cos'è l'anima, poiché, senza di essa, è preclusa loro la via per una vita eterna".

Non credo gli Arconti coincidano con i Grigi che forse sono tra i loro emissari, ma sconcerta apprendere che solo qualche sparuta confraternita gnostica seppe riconoscere l’influsso dei Dominatori sull’esangue umanità.

Ancora una volta, attraverso il territorio impervio della xenologia, si imboccano strade che portano lontano, alla riflessione sulla meccanicità del male e persino alla metafisica: infatti questa ricerca dell'anima per opera dei Grigi ci rammenta la caducità della vita, murata in un mondo ordinario. Ci sentiamo viandanti in cammino verso l'altrove: lungo il sentiero non mancano le insidie. Questi fantomatici Grigi si interrogano sull'essenza e credono sia possibile catturarla con la tecnologia: un insegnamento, anche se ex contrario. La sfida è la rinuncia alla scienza inumana ed alle sue rutilanti promesse, in un'era che è avviata al gelido trionfo della tecnica.

Quante volte, camminando per le cimiteriali strade delle metropoli, abbiamo l'impressione di imbatterci in automi: i veri robot sono tra noi ed i Grigi non paiono costituirne la maggioranza.

fonte:zret blog
(richard)
00giovedì 13 agosto 2009 15:46
Quanto presentato da Rubens attraverso le investigazioni di Jacobs ed Hopkins sono di la` tutte da dimostrare,al momento abbiamo solo pochi elementi fra le mani che corrispondono ai grigi come entita` al servizio di alieni superiori biologicamente almeno nei confronti dei loro emissari e le interessanti ricerche sulle abductions di Malanga.
La corsa verso la fine del tunnel non e` che iniziata e riusciamo a vederne a mala pena che pochi tratti oltremodo confusi e non sappiamo dove questi ci porteranno nel prossimo futuro. [SM=x708804]
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