Carissimi!
Beh, più che parlare della notizia di possibili microbi teorizzabili dalla presenza di metano su Marte sposterei l’attenzione su altri fattori.
Anzitutto: perché (ri) tirarla fuori adesso, tanto più come una grande novità?
Già dalla fine del 2003 si parlò di “presenze misteriose” (chiamiamole così) di metano nell’atmosfera marziana, e nei primi mesi del 2004 ci furono le definitive prove grazie alle rilevazioni della sonda Europea Mars Express; oltre ai titoloni dei quotidiani la notizia è facilmente reperibile nel sito stesso dell’Agenzia Spaziale Europea:
www.esa.int/esaCP/SEMS3J57ESD_Italy_0.html
Ora… notiamo le conclusioni ufficiali di quasi cinque anni fa…
“Basandoci sull’esperienza che abbiamo della Terra – continua Formisano - la produzione di metano può essere collegata ad attività vulcanica o idro-termale su Marte. Lo strumento HRSC a bordo di Mars Express potrebbe aiutarci a identificare una esplicita attività visibile, se esiste, sulla superficie del pianeta”. Dovesse esser questo il caso, è chiaro che avrebbe implicazioni molto importanti dal momento che attività vulcanica presente su Marte non è stata finora rilevata.
Ma ci sono anche altre ipotesi. Sulla Terra il metano è un sottoprodotto dell’attività biologica, come ad esempio la fermentazione. “Se escludiamo l’ipotesi vulcanica, possiamo sempre considerare la possibilità di vita”
E poi leggiamo le conclusioni di oggi:
"Per adesso non abbiamo sufficienti informazioni per poter dire se il metano su Marte è prodotto da processi biologici, geologici, o da entrambi. Quello che si può dire però è che il pianeta è ancora vivo, almeno da un punto di vista geologico"
Un metodo per verificare se il metano è stato prodotto da processi biologici è quello di misurarne i rapporti isotopici. Gli isotopi di un elemento (atomi con lo stesso numero di protoni ed elettroni ma con un numero di neutroni differente nel nucleo) hanno proprietà chimiche leggermente diverse, e la vita "preferisce" usare gli isotopi "più leggeri" (quelli con meno neutroni). Ad esempio, il deuterio è una versione più pesante dell'idrogeno: infatti, nel suo nucleo atomico esso ha un protone ed un neutrone, mentre l'elemento idrogeno ha nel proprio nucleo solamente un protone).
Se alla base della produzione del metano su Marte vi è un processo biologico allora il metano e l'acqua rilasciati su Marte dovrebbero mostrare distintivi rapporti per gli isotopi di idrogeno e di carbonio.
La conclusione degli scienziati, l'unica possibile al momento, è che per scoprire le origini del metano marziano saranno necessaire ulteriori indagini, e quindi future missioni su Marte, come il MSL (Mars Science Laboratory).”
Bene, adesso abbiamo letto due notizie a distanza di cinque/sei anni ma… notate così tante differenze?
Vedete una notiziona incredibile, innovativa, o almeno originale?
Mah… sarà, ma mi sembra una minestra riscaldata… o no?
Per ContactUfo… carissima, guarda, non voglio entrare (troppo) nel merito delle dichiarazioni di Piccaluga, ma vorrei farti notare qualche particolare…
Lui (e non solo lui) ha spesso usato termini sensazionalistici riguardo la presenza di acqua e ghiaccio su Marte, ma vorrei ricordare che già dalle Missioni Mariner molti Scienziati (e quindi non venditori di teorie di frontiera) ne parlarono ampiamente… e siamo intorno al 1960, non nel 2009…
L’ingegnere, se non ho letto male i suoi scritti ed interventi, non parla di Vita su Marte (sia essa microbiologica o decisamente più evoluta), ma di Civiltà, Piramidi, Ziqqurat Volti ed Annunaki.
Se consideriamo che le teorie sui volti e le piramidi su Marte risalgono agli anni 1970, e quelle sugli Anunaki & C. risalgono (in Italia) al 1976/1980… di “innovativo” rimane lo Ziqqurat, incredibile (a mio parere) svista di interpretazione di una pseudo immagine Esa… ma se può interessarti, per approfondire la faccenda, ti rimando ad un mio articolo ormai di tempo fa…
www.lunarexplorer.it/LaLunaDiArianna/?p=30
Inoltre non possiamo dimenticare che è alquanto ingannevole associare la possibile “Vita su Marte” a qualche autore… sono moltissimi gli studiosi che hanno (da decenni) teorizzato la Vita sul Pianeta Rosso, senza per questo scomodare Egizi o Piramidi… diciamo solo che ci sono personaggi e Personaggi…
Sensazionali, per fare un esempio, sono gli Studi del Ricercatore Levin, membro e responsabile del progetto Viking della Nasa, e quindi non proprio uno qualunque.
Perché è stato silurato dalla Scienza Ufficiale?
Forse perché teorizza da una trentina di anni forme indigene di Vita su Marte?
Microatmosfera capace di creare habitat per simili forme vitali? Muschi e licheni capaci di sopravvivere a simili condizioni?
Creature (non microbi…) che possono organizzarsi in gruppi, e che possono arrivare alle dimensioni di una balenottera terrestre ed oltre?
Insomma… come puoi vedere non me la sentirei, se domani ci svegliassimo con la Nasa che annuncia la scoperta di Vita su Marte, di dire “ecco… tizio lo aveva detto”.
O almeno farei dei distinguo, e sicuramente non poco trascurabili, perché un conto è esporre dati, verificare, esporsi con teorie di frontiera con pragmatismo ed onestà, un conto è “sparare” in alto, e poi dire “l’avevo detto io”.
ps: rimarrebbe anche, come novità, il suo neologismo di Esoarcheologia, materia che dovrebbe studiare le rovine artificiali riprese dalle sonde.
Anche qui, volendo, troverai qualche spunto di riflessione qui:
www.lunarexplorer.it/LaLunaDiArianna/?p=46
In particolare:
Tutto questo, purtroppo, se parliamo di “Archeologia” nel senso puro del termine e se andiamo a riferirci, come Ambito Operativo, alla Luna, o a Marte, o a Titano…è oggi ancora un sogno.
E allora?
E allora questa Esoarcheologia, basata esclusivamente sull’uso di immagini come campo di indagine – e per quanto dette immagini possano essere belle e ben definite – non solo non possiede, per esistere come Scienza (o anche come Neo-Scienza), i requisiti minimi necessari richiesti dalla Tradizione Archeologica, ma non possiede neppure quelle caratteristiche operative e metodologiche che l’etimologia stessa del termine vorrebbe evidenziare e mostrare.
In conclusione, se proprio volessimo mantenere il termine archaios nel nostro (già abusato, grazie a qualche Autore dell’ultima ora…) neologismo, sarebbe forse opportuno cambiare la parola in Esoarcheografia: intendendo con il termine grafia una scrittura - una descrizione, appunto, e solo questa - di un possibile “reperto extraterrestre” il quale viene analizzato e studiato, OGGI, solo IN VIA REMOTA ed INDIRETTA, e cioè tramite l’uso esclusivo di fotografie.
Se l’Archeografia, infatti, è considerata la Scienza che ha come obiettivo la descrizione dei monumenti dell’antichità, così l’Esoarcheografia, seppur ancora lontana dal potersi definire come una Scienza vera e propria, potrebbe comunque considerarsi un nuovo ambito di indagine avente come obiettivo quello di scoprire, catalogare, analizzare e descrivere le possibili tracce di effettivi reperti archeologici situati al di fuori della nostra Terra.
Dove?
Ma dalla Luna…All’Infinito, naturalmente!
E se poi, ancora non sazi di quanto e per quanto sino ad ora detto e scritto, volessimo aprire un’ultima piccola parentesi sulla nascita e l’uso di questo termine, potremmo notare una curiosa ed interessante circostanza, di certo irrisoria (nello scenario globale), ma sicuramente veritiera e (quasi) allegorica.
Una Laurea in Esoarcheologia, infatti, è ciò che possono vantare alcuni personaggi (si tratta, ad esempio, del simbionte Dax, creatura del Pianeta Trill) creati per la serie televisiva “Star Trek - Deep Space Nine“…
Certo la prima reazione davanti a questo fatto può essere un sorriso, ma ciò che realmente si vuole far notare è come tale neologismo non sia poi così nuovo: siamo infatti nell’Anno Terrestre (AD) 1993, Gennaio, o se preferite, nel XXIV Sec. dell’Era Star-Trek.
Ma il vero lato ironico, se vogliamo restare nell’ambito esplicativo delle manchevolezze di questo termine, è che in questo panorama di fantascienza televisiva la definizione di Esoarcheologia è veramente corretta: poter viaggiare nell’Universo, magari a velocità di curvatura e, tra l’altro, avendo a disposizione delle incredibili ed esotiche super-tecnologie, di sicuro consentirebbe (davvero A CHIUNQUE!) un accurato studio di reperti.
Ed in caso di dubbi persistenti si potrebbe, con buona pace per l’Esoarcheologo e per suoi parametri di indagine e studio, andare direttamente in loco per ulteriori accertamenti; magari, perché no…muovendosi direttamente con il teletrasporto: “Beam-me up Scotty!“.
Un caro saluto a Tutti!
Gianluigi