Armi misteriose a Gaza. Nanotecnologie per amputazioni

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Lachaise-L-N-
00lunedì 22 giugno 2009 15:15
A cura di Maurizio Torrealta per Rainews24
Servizio andato in onda Giovedi 4 Giugno 2009

[LINK]



"Ho esaminato le immagini, gli spettri e le tabelle dei campioni che avete reperito a Gaza dopo la recente guerra e mostrano con molta chiarezza che sono state usate delle armi basate su nano sistemi e questa è una delle prime prove evidenti che i nanosistemi, soprattutto i nanotubi al carbonio, possono essere usati con efficacia distruttiva molto forte. Per quanto mi consta, è il primo caso sperimentato sul campo durante un atto bellico”.

Così ha commentato il Prof. Alberto Breccia Fratadocchi, membro del Comitato Scientifico dell’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (O.P.A.C.), le analisi dei campioni delle armi misteriose usate a Gaza nell’ultimo conflitto.

I campioni sono stati raccolti dal documentarista Manolo Lupicchini per la trasmissione di Riccardo Iacona “Presadiretta” e portati ai laboratori dell’Università di Ferrara affinché fossero analizzati. Le analisi sono terminate qualche settimana fa ed ora è la redazione Investigativa di Rainews24 a riprendere il percorso dell’inchiesta con approfondite interviste sui risultati delle analisi e sulle caratteristiche delle ferite misteriose riscontrate dai medici che hanno operato allo Shifa Hospital a Gaza. Due medici norvegesi, il Dott Erich Fosse ed il Dott Gilbert Mads, che hanno operato in quell’ospedale durante il conflitto, raccontano di aver spesso trattato arti inferiori mutilati all’altezza del femore senza tracce di frammenti di metallo o proiettili, con un'insolita morfologia del tessuto organico che appare cauterizzato e che non risponde alle cure.

Le analisi dei tre frammenti degli ordigni misteriosi, svoltesi presso i laboratori dell’Università di Ferrara, hanno mostrato una lega di metalli, un agglomerato di fosfati fusi ed un frammento di carbonio. Quest’ultimo, ad un’indagine microscopica, ha rivelato la presenza di nanotubi di carbonio e nanocavi, sui quali sono state rilevate sostanze chimiche, in particolare magnesio. L'impiego di nanotubi di carbonio, secondo il Prof. Alberto Breccia, aumenterebbe fino cinque volte la potenza del materiale chimico, riducendo il peso dell’ordigno che, secondo le testimonianze raccolte, viene sganciato da aerei teleguidati (U.A.V.) ed è in grado di colpire con estrema precisione aree di pochi metri, all’interno dei quali ha conseguenze letali, senza creare danni "collaterali" nelle aree circostanti.

Nell’inchiesta vengono formulate ipotesi sul funzionamento delle diverse nuove armi usate nel conflitto e sui sofisticati processi fisici che vengono usati, ma la caratteristica comune di questi nuovi ordigni è quella di impiegare nanotubi di carbonio potenziati con elementi chimici e questo fatto potrebbe essere interpretato come una violazione del trattato internazionale del 1993 e delle integrazioni del 1997 che proibiscono l’uso di armi chimiche.


Fonte: croceviaterra.it
AURORA PILOT
00lunedì 22 giugno 2009 15:29
Mica per nulla, ma nella foto si vedono decine di fotografi che guardano in su, non è che si tratta solo di un'evoluzione aerea programmata? E poi tutto il resto è stato ingigantito rendendo possibili certe congetture...
(richard)
00martedì 23 giugno 2009 11:30
Re:
Lachaise-L-N-, 22/06/2009 15.15:

A cura di Maurizio Torrealta per Rainews24
Servizio andato in onda Giovedi 4 Giugno 2009

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"Ho esaminato le immagini, gli spettri e le tabelle dei campioni che avete reperito a Gaza dopo la recente guerra e mostrano con molta chiarezza che sono state usate delle armi basate su nano sistemi e questa è una delle prime prove evidenti che i nanosistemi, soprattutto i nanotubi al carbonio, possono essere usati con efficacia distruttiva molto forte. Per quanto mi consta, è il primo caso sperimentato sul campo durante un atto bellico”.

Così ha commentato il Prof. Alberto Breccia Fratadocchi, membro del Comitato Scientifico dell’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (O.P.A.C.), le analisi dei campioni delle armi misteriose usate a Gaza nell’ultimo conflitto.

I campioni sono stati raccolti dal documentarista Manolo Lupicchini per la trasmissione di Riccardo Iacona “Presadiretta” e portati ai laboratori dell’Università di Ferrara affinché fossero analizzati. Le analisi sono terminate qualche settimana fa ed ora è la redazione Investigativa di Rainews24 a riprendere il percorso dell’inchiesta con approfondite interviste sui risultati delle analisi e sulle caratteristiche delle ferite misteriose riscontrate dai medici che hanno operato allo Shifa Hospital a Gaza. Due medici norvegesi, il Dott Erich Fosse ed il Dott Gilbert Mads, che hanno operato in quell’ospedale durante il conflitto, raccontano di aver spesso trattato arti inferiori mutilati all’altezza del femore senza tracce di frammenti di metallo o proiettili, con un'insolita morfologia del tessuto organico che appare cauterizzato e che non risponde alle cure.

Le analisi dei tre frammenti degli ordigni misteriosi, svoltesi presso i laboratori dell’Università di Ferrara, hanno mostrato una lega di metalli, un agglomerato di fosfati fusi ed un frammento di carbonio. Quest’ultimo, ad un’indagine microscopica, ha rivelato la presenza di nanotubi di carbonio e nanocavi, sui quali sono state rilevate sostanze chimiche, in particolare magnesio. L'impiego di nanotubi di carbonio, secondo il Prof. Alberto Breccia, aumenterebbe fino cinque volte la potenza del materiale chimico, riducendo il peso dell’ordigno che, secondo le testimonianze raccolte, viene sganciato da aerei teleguidati (U.A.V.) ed è in grado di colpire con estrema precisione aree di pochi metri, all’interno dei quali ha conseguenze letali, senza creare danni "collaterali" nelle aree circostanti.

Nell’inchiesta vengono formulate ipotesi sul funzionamento delle diverse nuove armi usate nel conflitto e sui sofisticati processi fisici che vengono usati, ma la caratteristica comune di questi nuovi ordigni è quella di impiegare nanotubi di carbonio potenziati con elementi chimici e questo fatto potrebbe essere interpretato come una violazione del trattato internazionale del 1993 e delle integrazioni del 1997 che proibiscono l’uso di armi chimiche.

Fonte: croceviaterra.it



mi sembra piu' che "naturale" e scontata la presenza di tecnologia USA forse derivata da retroingegneria o modificazione di elementi probabilmente di origine aliena usati come armi sperimentali nella guerriglia a Gaza e dintorni [SM=x708804]


Chris-91
00mercoledì 24 giugno 2009 13:35
se vabbeh mo gli alieni c'entrano pure con gaza............daiiiiii non esageriamo........lo sappiamo quanto sia avanzata la tecnologia umana nel campo militare.........purtroppo se questa storia delle armi chimiche è vera, si tratta di roba nostra.....
Lachaise-L-N-
00mercoledì 24 giugno 2009 14:30
Re:
concordo con Chris su questo.
purtroppo sono nefandezze commesse da terrestri su terrestri.
il che è ancora piu' raccapricciante.
(richard)
00mercoledì 24 giugno 2009 15:24
....armi laser,fibre ottiche,kevlar,transistors non sono roba nostra ma tecnologia proveniente da Rosvell....e che dire dei cannoni al plasma....non è tutta farina del sacco umano!
Lachaise-L-N-
00lunedì 29 giugno 2009 22:45
Re:
"ARMI NON CONVENZIONALI, le guerre sporche"
Si chiamano armi non convenzionali ed è proibito utilizzarle. Nonostante ciò, lindustria bellica continua a testare indebitamente armi terribili nei più disparati scenari di guerra. A rimetterci sono militari inconsapevoli e civili indifesi. Con un altissimo costo di vite umane. Dal Kosovo a Gaza.



Chris-91
00lunedì 29 giugno 2009 22:59
è ROBA NOSTRA.......è ironico vedere come l'ingegno umano si esalta solo al servizio del potere, della guerra, della morte.........
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