Frutto della mente visionaria di un architetto italiano, il laboratorio urbano che realizza il sogno di una città sostenibile, elabora nuovi progetti
Lavori in corso, da quasi quarant'anni anni... ad libitum. Nel cuore del deserto dell'Arizona, sorge un immenso cantiere, o meglio un "laboratorio urbano" a cielo aperto, come ama definirlo l'architetto che ne ha concepito l'ideazione, l'italiano Paolo Soleri.
Tecnologie pulite, edifici polifunzionali, esclusione di automobili, autosufficiente per la produzione di energia e lo smaltimento dei rifiuti, minimalista e frugale. Una concezione che porta avanti istanze più che mai attuali ma che denuncia anche la propria irrealizzabilità.
Arcosanti, la città ideale costruita sui principi dell'arcologia, neologismo frutto dell'unione tra architettura ed ecologia, continua a guardare al futuro rilanciando il propria utopia con un progetto (denominato Arcosanti 5000) che prevede la costruzione di strutture in grado di ospitare fino a cinquemila abitanti.
Negli anni '70, quando la crisi dei mercati e il buco dell'ozono erano ancora di là da venire, Paolo Soleri - classe 1919 e discepolo di Frank Lloyd Wright - pose la prima pietra di quella che avrebbe voluto diventare una città alternativa ai modelli consumistici in voga allora, fondata sui principi dell'ecologia e della sostenibilità.
Oggi, i suoi edifici in cemento, un po' sgarrupati, portano i segni di un idealismo di difficile realizzazione, che si scontra quotidianamente con l'assenza cronica di finanziamenti - attualmente ricavati dalla vendite delle campane a vento prodotte sui disegni di Soleri e dal pagamento della quota d’iscrizione ai workshop annuali.
Ma rimane il luogo di un'utopia capace ancora di catalizzare l'interesse di centinaia di architetti e curiosi da tutto il mondo, che vengono qui per seguire i laboratori, dare il proprio 'apporto edile' e sognare insieme una dimensione urbana più vivibile. Virgilio.it