Amazzonia la tribù degli uomini rossi

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+maranatha+
00giovedì 18 settembre 2008 20:15


Per chi ancora non ne fosse a conoscenza... [SM=g27829]

Reportage fotografico scattato da un aereo tra brasile e perù
Amazzonia, scoperta tribù di uomini rossi
«Sono minacciati da industria mineraria»

L'agenzia per i diritti indios: «Crimine contro natura». 'Survival International': «Alcuni malanni per loro fatali»



RIO DE JANEIRO - Una delle ultime tribù indigene del Sudamerica, ancora isolata dal resto del mondoo, è stata fotografata da un aereo in una remota zona della selva amazzonica, al confine tra Brasile e Perù (guarda il video<---). Le immagini mostrano una quindicina di persone, i volti dipinti con pigmenti rossi e armate di arco, che guardano con terrore verso l'alto. In una foto si vedono chiaramente i guerrieri che tentano di colpire il velivolo con le frecce.





PRESENZA DOCUMENTATA - La spedizione era finanziata dal governo dello Stato brasiliano di Acre e l'agenzia governativa che difende i diritti degli indios in Brasile, il Funai, ha detto che le foto sono state scattate e divulgate per dimostrare l'esistenza della comunità e impedire che l'industria mineraria illegale distrugga il loro territorio. L'organizzatore della missione e coordinatore del Fronte della Protezione Ambientale del Funai, Josè Carlos dos Reis Meirelles, ha spiegato che le foto dimostrano che «i meccanismi per proteggere queste popolazioni non sono serviti». Il gruppo è probabilmente il più numeroso di quattro tribù isolate che ancora rimangono ad Acre e di cui era documentata la presenza dal 1910. Secondo 'Survival International', un'organizzazione che si batte per i diritti degli indios, sono circa 40, in Brasile, i gruppi indigeni che ancora non hanno stabilito contatti con il mondo esterno. Ma si calcola che le tribù che non hanno mai o quasi mai avuto contatti con la civiltà siano un centinaio in tutto il mondo.




«CRIMINE CONTRO LA NATURA» - Di solito formate da poche persone (quasi mai oltre il centinaio), queste tribù vivono nei luoghi più remoti della terra, in regione inesplorate, in cui la civiltà non è riuscita ad arrivare: isole sperdute o nel cuore delle selve vergini di Sudamerica, Asia e Oceania. Oltre la metà sono concentrate in Brasile e Perù. Sono le popolazioni più minacciate del pianeta, messe a rischio dall'industria mineraria e da quella del legname che disbosca i territori dove abitano, spesso decimate da un contatto anche fugace con gli estranei: malattie innocue per gli occidentali risultano completamente nuove e quindi letali per loro. «Malanni facilmente curabili per noi, per loro sono fatali - spiega Fiona Watson, di 'Survival international' -. E queste popolazioni sono uniche: una volta sparite, lo saranno per sempre». «Quel che sta accadendo in questa regione è un crimine enorme contro la natura, le tribù, la fauna e non è altro che la testimonianza dell'assoluta irrazionalità con cui noi, i 'civilizzati', trattiamo il mondo» aggiunge Josè Carlos dos Reis Meirelles. Secondo lui le comunità fotografate sono minacciate dall'attività mineraria: «Tutta l'illegalità che si può immaginare accade nell'Amazzonia peruviana. Dal lato brasiliano, la gente riesce a vivere isolata e a evitare invasioni».









fonte:corriere.it
(richard)
00giovedì 18 settembre 2008 23:39
Il progresso e le multinazionali non si fermano davanti a nulla e nessuno,ne abbiamo un classico esempio con la conquista del vecchio West quando i bianchi occuparono i territori degli indiani d'America fino a ridurli in riserve e pian piano ad inglobarli nel loro "modus vivendi".
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