2011, l’invasione dei robot, gli esperti: potranno sfuggire al controllo

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Monnalisa Smile
00sabato 27 dicembre 2008 12:31
Saranno 18 milioni in fabbrica e nelle case «I robot stanno per diventare un pericolo, dobbiamo pensare a come difenderci». La battuta non è presa da un film di fantascienza che semina paura ma è l’affermazione perentoria di Noel Sharkey, professore di Computer Science all’università britannica di Sheffield, convinto della necessità di agire in fretta. Sharkey è noto nel mondo della robotica internazionale per il suo impegno nel discutere le conseguenze generate dall’introduzione degli androidi nella società. E ora davanti alle cifre appena diffuse dalla International Federation of Robotics (IFR) sull’evoluzione del settore si è sentito in dovere di lanciare un allarme ancora più vigoroso. I numeri, in effetti, sono eloquenti. Alla fine del 2007 erano attivi nel mondo 6,5 milioni di robot nei campi più diversi: dalle industrie agli ospedali, dagli edifici pubblici alle operazioni sottomarine, dallo spazio alle nostre case. Ma ciò che più colpisce e impressiona nello studio «World Robotics 2008» appena diffuso, sono le cifre previste nella crescita quasi immediata : per il 2011 i robot si triplicheranno, superando i 18 milioni. Quelli installati nelle industrie per produrre automobili o lavatrici saranno però soltanto 1,2 milioni.

Quindi significa che la maggior parte la ritroveremo in ambienti di vita familiari, domestici o che comunque frequentiamo nella nostra quotidianità. «Le indagini ci dicono che ormai molti bimbi preferiscono il robottino al tradizionale orsacchiotto di peluche—nota Sharkey in un articolo pubblicato sulla rivista americana Science —, che numerosi anziani sono seguiti nelle case di cura e in alcuni ospedali da robot, aiutandoli nella loro indipendenza e ricordando loro quando prendere le medicine. Ma anche nei musei, oltre ovviamente alle fabbriche, i robot sono sempre più presenti. Quindi significa che gli umani passano sempre più tempo in compagnia dei robot affrontando rischi che non possiamo ignorare e finora sottovalutati». Proprio l’esplosione nella quantità di queste macchine e soprattutto la loro intelligenza sempre più sofisticata amplia, infatti, la possibilità che possano sfuggire al controllo. E che il loro software li porti a compiere azioni pericolose non previste, frutto di anomalie o errori dei sistemi. La prospettiva fino a ieri rimasta confinata alla fantascienza aveva spinto lo scrittore Isaac Asimov ancora nel 1940 a concepire le famosissime tre leggi della robotica (ritrovate poi nel libro «Io, Robot ») per stabilire un corretto rapporto tra gli uomini e la popolazione artificiale. La prima recitava che «un robot non può recare danno ad un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno». La formulazione potrebbe essere recepita oggi, così com’è, da un legislatore per codificare il nuovo mondo di cui preoccuparsi. L’intuizione e l’anticipazione del grande scrittore erano davvero formidabili.

«Se non si interviene—sostiene allarmato Sharkey — finirà che le decisioni circa le applicazioni dei robot saranno prese dai militari e dagli industriali che li producono invece che da organismi internazionali che considerano prima di tutto il cittadino». E per dare la dimensione di quanto la robotica sia ad esempio ormai diffusa negli ambienti militari in impieghi terrestri e aerei ricorda che in Iraq i robot di diverso tipo utilizzati sono quattromila. Complessivamente i robot in grigioverde oggi sono il 25 per cento di tutti i robot di servizio attivi. Ma Sharkey aggiunge pure un’altra preoccupazione: «La tecnologia — nota— nonostante sia sempre più sofisticata è diventata più economica e consente già di realizzare in casa dei marchingegni automatici da utilizzare come sistemi di offesa a scopo terroristico». La crescita ha trasformato ovviamente i robot anche in un gigantesco affare: il mercato mondiale ha raggiunto il valore di 18 miliardi di dollari, un terzo del quale è rappresentato dai robot industriali. Per questi ultimi il più grande mercato asiatico è quello giapponese con 36.100 macchine (in leggera flessione del 3 per cento pur conservando la più alta densità del mondo: 310 robot ogni 10 mila addetti). L’Europa invece ha segnato un balzo del 15 per cento salendo a 34.900 unità dei quali solo 14.900 presenti in Germania. L’Italia è in buona posizione ed ha conquistato il secondo posto nel mercato europeo raggiungendo il 14 per cento e un numero totale di 5.800 macchine. Anche gli Stati Uniti hanno registrato un aumento considerevole del 9 per cento.

Cina e India sono salite rispettivamente del 14 e 11 per cento ma il numero totale non è impressionante: l’Impero celeste dispone di soli 6.600 esemplari, un numero di poco superiore a quello dell’Italia. La crescita globale prevista a livello mondiale nel 2008 è comunque dell’ 8 per cento, tenendo conto che la vita media di un robot in azienda è adesso intorno ai 12 anni ma si cerca di estenderla a 15. L’area tuttavia in cui si prevede il maggior sviluppo è quella del robot di intrattenimento e piacere che quasi triplicheranno rispetto ad oggi. Ciò significa che il contatto con questa tecnologia diventerà davvero intimo e sempre più protagonista delle nostre abitazioni. Valutare i rischi e scrivere regole adeguate di prevenzione e tutela da parte degli umani che devono interagire sarebbe dunque necessario. Ma sarebbe altrettanto utile per i produttori, i quali finalmente disporrebbero così di riferimenti precisi entro i quali salvaguardare diritti e necessità.


www.corriere.it
jakDarkLight
00sabato 27 dicembre 2008 13:43
Pfff...Certo se approfondiamo il discorso della robotica, possiamo notare che siamo veramente avanti, da far paura quasi...ma non ci sono imminenti fututi alla Io Robot o Terminator...non abbiamo tali Robot ancora...
(richard)
00sabato 27 dicembre 2008 19:34
Re:
jakDarkLight, 27/12/2008 13.43:

Pfff...Certo se approfondiamo il discorso della robotica, possiamo notare che siamo veramente avanti, da far paura quasi...ma non ci sono imminenti fututi alla Io Robot o Terminator...non abbiamo tali Robot ancora...


La penso come Jak,sono ancora solo giocattoli abilitati a fare poche funzioni,certo in un futuro non molto lontano sviluppandosi ancor piu' questo tipo di robotica potrebbero divenire molto piu' avanzati
ma non credo potranno mai impensierire l'uomo piu' di tanto sempre che l'uomo non li istruisca al combattimento con armi vere.Allora..... [SM=x708804]


ufostar
00domenica 28 dicembre 2008 11:26
io concordo con jak e richard...per ora la robotica non puo costruire robot come quelli che li vediamo nei film
(richard)
00giovedì 1 gennaio 2009 22:28
Quello che personalmente desta in me qualche preoccupazione è che gia' da tempo sono in fase di sperimentazione la robotica associata alle applicazioni neuroterminali per comandare la macchina con terminazioni nervose applicate al cervello.Brutta cosa!
+maranatha+
00giovedì 1 gennaio 2009 23:19


Non sottovalutiamo hybrot l'evoluzione della Robotica [SM=x708817]
Il primo prototipo è di Steve Potter che è riuscito a costruire un robot della dimensione di una tazzina da caffè in grado, all'interno di un piccolo box, di sfruttare una rete neurale composta da cellule di topo per superare ostacoli, scegliere la strada migliore e raggiungere una meta attraverso intricati labirinti...(segue nei link)

Sito ufficiale del progetto Hybrot<---

1° articolo in Italiano<---

2° articolo in Italiano<---
Lachaise-L-N-
00venerdì 2 gennaio 2009 11:05
Re:
Basterà che i microchip impiantati diventino la "normalita'"... allora sara' la fine del libro pensiero,perche' ci controlleranno mente e azioni.


(richard)
00venerdì 2 gennaio 2009 12:43
Re: Re:
Lachaise-L-N-, 02/01/2009 11.05:

Basterà che i microchip impiantati diventino la "normalita'"... allora sara' la fine del libro pensiero,perche' ci controlleranno mente e azioni.





E questo mi sembra un fine mirato al controllo mondiale delle menti!
Insomma ci vogliono robotizzare tutti! [SM=x708804]


Sciensiatopazzo
00venerdì 2 gennaio 2009 15:25
Re: Re: Re:
(richard), 02/01/2009 12.43:



E questo mi sembra un fine mirato al controllo mondiale delle menti!
Insomma ci vogliono robotizzare tutti! [SM=x708804]



Non è una cosa positiva vero? [SM=g27813]
Lachaise-L-N-
00venerdì 2 gennaio 2009 15:28
Re: Re: Re: Re:
ti piacerebbe compiere delle azioni comandate al tuo cervello da altri? (che oltretutto non hanno buonissime intenzioni)

se la risposta è no...allora non è una cosa positiva [SM=g27813]


AlienoGrigio
00venerdì 2 gennaio 2009 16:04
Il vero problema secondo me sono le nanotecnologie che diventeranno un pericolo per la privacy delle persone. Foto fatte senza che te ne accorgi, registrazione audio e video, microspie alla portata di tutti, un incubo... e ci stiamo arrivando....
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