Virus respiratorio salta dalle scimmie all'essere umano

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Legion37
00lunedì 18 luglio 2011 20:26
Un membro della famiglia di virus Adenoviridae, che racchiude virus in grado di causare polmonite, febbre, mal di gola e ingrossamento delle tonsille nell'essere umano, si è dimostrato capace di effettuare il salto di specie tra la scimmia e l'uomo.

Il virus, descritto in una ricerca pubblicata su PLoS Pathogens, è stato soprannominato TMAdV (titi-monkey adenovirus) ed è stato isolato per la prima volta in una colonia di callicebi rossi (Callicebus cupreus).

"Si è sempre pensato che gli adenovirus non sarebbero stati in grado di causare pandemie perchè non si avevano informazioni sul passaggio del virus da animali ad esseri umani" spiega Charles Chiu, leader del team di ricerca e direttore dell' UCSF–Abbott Viral Diagnostics and Discovery Center.

La prima apparizione di questo particolare virus risale al maggio 2009, quando si verificò un'epidemia in una colonia di cellicebi rossi composta da 65 individui e ospitata all'interno del California National Primate Research Center. Ventitre scimmie svilupparono sintomi evidenti dell'infezione, e 19 di esse morirono o furono abbattute.

Chiu e i suoi colleghi erano inizialmente incuriositi dal perchè un virus respiratorio avesse ridotto la colonia di un terzo, ma nell'analizzare i tessuti prelevati dalle scimmie infette si sono accorti di essere di fronte ad un virus finora sconosciuto, un adenovirus che non ha somiglianze con alcuna specie della stessa famiglia.

E le sorprese non erano finite: i ricercatori rimasero ulteriormente incuriositi dal notare che il virus sembrava crescere bene in colture di cellule umane, ma non altrettanto in cellule di scimmia. Questo fece nascere l'ipotesi che il virus potesse infettare sia scimmie che esseri umani. "Dopo che abbiamo intervistato lo staff del laboratorio" spiega Chiu, "la sola persona che ha dichiarato di essere stata malata è stato un ricercatore, l'unico che è stato in contatto quotidianamente con la colonia".

Il ricercatore infettato dal virus ha sviluppato problemi respiratori per la durata di 4 settimane, contagiando anche un familiare che non ha mai messo piede all'interno del laboratorio. Non solo il virus può saltare dalla scimmia all'essere umano, ma può anche diffondersi da uomo a uomo.

I cellicebi rossi potrebbero non essere gli ospiti originali del virus, dato che il tasso di mortalità superiore all' 80% degli individui infetti è troppo elevato per consentire al virus di ricorrere all'interno della popolazione di scimmie senza tuttavia decimarla. I ceppi di adenovirus specifici dell'essere umano, ad esempio, hanno un tasso di mortalità che può raggiungere picchi del 18%.

L'ospite originale, invece, potrebbe proprio essere l'uomo. Il virus potrebbe essere stato trasmesso dall'uomo alla scimmia, per poi tornare al suo ospite originale. L'alternativa a questo scenario vedrebbe comunque un altro mammifero coinvolto nel salto di specie, come un roditore, ma quale sia la realtà dei fatti è ancora un mistero, e si attendono i risultati dell'analisi dei campioni di tessuti prelevati da scimmie ed esseri umani di Stati Uniti, Brasile e Africa.

Niente panico, almeno per ora: Chiu afferma che non c'è alcun motivo per temere una pandemia di TMAdV. Le analisi dei campioni di sangue prelevati a caso da 81 americani sembra dimostrare che il corpo umano sia già dotato di efficaci anticorpi contro il virus. "Questo virus è saltato nella popolazione umana molto tempo fa, e sta ora circolando a bassi livelli".

Non bisogna tuttavia sottovalutarlo, e la conoscenza dei suoi meccanismi d'azione potrebbe contribuire a prevenire l'infezione di molti altri virus. "Analizzare i viromi animali facilita il rilevamento di virus simili, e potrebbe risparmiare giorni preziosi spesi ad identificare un nuovo virus nel caso di una futura epidemia severa" afferma Eric Delwart, virologo del Blood Systems Research Institute.

"Il fatto che il TMAdV sembri infettare due o più specie differenti, ma che allo stesso tempo non sia comune nella popolazione umana, apre il campo all'ipotesi che possa essere utilizzato come terapia ad ampio spettro d'applicazione" spiega Chiu, riferendosi alla possibilità di utilizzare gli adenovirus come vettore per la terapia genica.


Fonte: ditadifulmine.com
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 22:47.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com