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La lastra di Palenque: un Astronauta tra i Maya?

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2013 12:24
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Utente Master
30/06/2010 10:11

Correva l'anno 1948 quando l'archeologo messicano Alberto Ruz Lhuillier, esplorando la foresta dello Yucatan, scoprì lo stupendo sito Maya di Palenque. Nel corso di pochi anni palazzi, piramidi e tesori riemersero dalla vegetazione restituendo a nuova luce, tra le varie meraviglie, anche una gigantesca lastra tombale di quasi 4 metri per 2, pesante 5 tonnellate, con un bassorilievo dal significato incomprensibile.
Che cosa rappresenta quell'immagine di uomo scolpita nella lastra tombale di Palenque? Il mistero è fitto e scienziati, archeologi e studiosi vari ancora brancolano nel buio alla ricerca di un significato plausibile.
Vi viene rappresentato infatti, un uomo con un copricapo simile a un casco, in posizione seduta, mentre guarda attraverso una sorta di cannocchiale all'interno di una capsula che lancia fiamme dai lati. Indovinate quale fu l'interpretazione che fu data di questa scultura? Ovviamente che l'immagine raffigurava un alieno nella sua navicella. Lo studioso, scoperto che sotto il monolite si nascondeva un pertugio, ne ordinò la rimozione (eseguita lentamente e con mezzi all'avanguardia).
Il risultato della sua ispezione fu il ritrovamento di un sacello datato 692 d.C., contenente le ossa di un uomo alto 1 metro e 73 (un gigante rispetto alla popolazione indigena), con un cranio - coperto da una maschera di giada - dalla forte sporgenza verso l'alto. Una sagoma del tutto simile alle tipiche statue funebri egizie.
Le ipotesi su questo curioso reliquiario sono divenute subito una ridda. Fin dall'inizio ha generato grande suggestione la teoria che si trattasse della tomba di un alieno disceso tra i Maya con la sua astronave: il bassorilievo lo testimonierebbe così come le dimensioni abnormi di cranio e scheletro. Oggi invece qualcuno sostiene che sia l'immagine del re Quetzalcoatl dotato di poteri straordinari, altri giustificano il tutto ipotizzando relazioni culturali tra i Maya e gli Egizi, altri ancora molto più realisticamente dicono che altro non sia se non un'immagine metaforica del viaggio umano verso il mondo ultraterreno.

E se invece si trattasse della semplice rappresentazione di un episodio della vita dell'estinto che gli scienziati non riescono a decifrare?


La lastra di Palenque


Correva l'anno 1948 quando l’archeologo messicano Alberto Ruz Lhuillier fece una scoperta sensazionale. Nel corso degli scavi iniziati nella città di Palenque, più di vent’anni prima, venne portato alla luce un reperto archeologico estremamente importante che rappresenta ancor oggi uno dei più misteriosi ed eccitanti quesiti della storia: la Lastra di Palenque. La città si trova nelle “tierras calientes”, dove si incontrano la piana del Campeche e gli altipiani del Chiapas, quasi al centro della penisola dello Yucatan, al confine tra Messico e Guatemala. Si dice che Palenque sia stata la più grande città dell’emisfero occidentale, poi circa 11 secoli fa, senza un apparente motivo, la popolazione la abbandonò e la lasciò alla giungla. Nel 1930, dopo secoli che era rimasta nascosta dalla vegetazione, si decise di iniziare gli scavi archeologici che due decenni dopo avrebbero portato al misterioso ritrovamento. Palenque fu considerata dagli antichi Maya come uno di quattro angoli dell’universo. Il centro è un magnifico esempio di architettura maya di epoca classica, paragonabile solo a Tikal in Guatemala e a Copàn in Honduras. Quello che oggi resta di Palenque non è che una minima parte di un’antica città che si estendeva per ben 15 chilometri quadrati. Gran parte della sua storia, la città la porta scritta sui suoi monumenti sotto forma di rilievi e di glifi e l’universo maya si esprime attraverso le sue architetture: il mondo dei mortali è rappresentato dal Palacio mentre quello degli déi dai Templi del Gruppo della Croce. Ma è nel Templio delle Iscrizioni, testimonianza in pietra della dinastia più potente di Palenque, che fu rinvenuta la Lastra. Il sarcofago all’interno della camera sepolcrale conteneva il corpo di colui che era chiamato “halac uinic”, ossia il “Vero Uomo” e la copertura era costituita dalla famosa Lastra di Palenque. Essa misura 380 per 220 cm, con uno spessore di 25, il peso è stato calcolato intorno alle 5 tonnellate e sopra vi è rappresentato un uomo raffigurato in una strana posizione, quasi a guidare un veicolo dei nostri tempi, impegnato ad armeggiare con delle leve e con un oggetto triangolare inserito al naso. Varie sono state, nel corso dei decenni, le interpretazioni del rilievo impresso sulla Lastra. Adrian Gilbert e Maurice Cotterel nel libro “Le Profezie dei Maya” sostengono che sulla pietra sia raffigurata la dea Chalchjuthlique e con lei gli dei Tlaloc, Tonatiuh e Ehecatl. I simboli e i disegni rappresenterebbero il Popul Vuh scritto, con la creazione delle razze e le loro relative distruzioni. Ma l’ipotesi più affascinante e fantasiosa vede raffigurato nell’uomo di Palenque, un antico astronauta. Secondo questa interpretazione, l’uomo della Lastra sarebbe impegnato a manovrare i comandi della propria astronave con tanto di fiamme che fuoriescono dalla base del mezzo. Dunque la lastra di Palenque potrebbe essere la rappresentazione di un astronauta preistorico. In effetti la storia e la mitologia di quasi tutti i popoli precolombiani è costellata dalla presenza di viaggiatori stranieri. I nativi della regione Chihuahua, in Messico, narrano di un’antica leggenda, il cui protagonista sarebbe un certo “ragazzo delle stelle”. Prove più logiche e concrete di queste antiche visite da parte di esseri provenienti dallo spazio sono state fornite da Alan Landsburg nel suo libro “Alla scoperta di antichi misteri”. La sua indagine parte dal lago Titicaca situato tra Perù e Bolivia. Nella lingua degli antichi abitanti del luogo il nome di tal lago significa “pietra del giaguaro”. La cosa sorprendente è che quel lago visto dall’alto ha proprio la forma di un giaguaro. E’ possibile che la civiltà precolombiana fosse in grado di viaggiare nello spazio da dove ha potuto osservare la forma del Titicaca? Ma non finisce qui. Le numerose costruzioni megalitiche presenti in quelle zone hanno fatto supporre a molti studiosi che per la tecnica di costruzione “ad incastro perfetto” fosse necessario calare i massi dall’alto. Landsurg giunge alla seguente conclusione: circa 14.000 anni or sono dallo spazio vennero alcuni visitatori extraterrestri. Tali visitatori si stabilirono in quella zona ed insegnarono ai popoli là stanziati, i Maya e gli Inca, la propria tecnologia e le loro avanzatissime realtà culturali. Questi visitatori, inoltre, secondo quanto narrato dagli indigeni locali ad alcuni conquistadores spagnoli, erano in grado di curare i malati gravi e resuscitare i morti. In seguito, come testimoniano le leggende locali, essi abbandonarono improvvisamente i loro amici terrestri utilizzando “tappeti che viaggiavano sull’acqua”, ma preannunciando il loro futuro ritorno. Forse le nostre origini possono essere il frutto del lavoro oscuro di esseri provenuti dallo spazio, esseri che potrebbero averci dato l’intelligenza.

Fonte: Sopravvivenza 2012
03/04/2013 11:28

[SM=g8884] La lastra di palenque, un classico di paleoufologia!.

La somiglianza con uno spaccato di tecnologia aliena in cui un'astronauta (terrestre od ibrido) e' all'interno di una navicella spaziale che procede alla fase di DOCKING mentre altri oggetti vanno e vengono dall'oggetto in orbita e ci sono omini che fanno Attivita' ExtraVeicolare e' veramente lampante.



La lettura archeologica classica propone l'interpretazione del Re di Palenque che cade nelle fauci del mondo dei morti pero' non sa spiegare perche:
[SM=g8908]
-nella zona di DOCKING & AEV si trovano oggetti che hanno una dinamica congrua con quanto osservato nelle zone AREA MOTORE & AREA EQUIPAGGIO (scorrendo la tavola da DX verso SX)
-non sa spiegare come mai un'albero possa avere delle giunture metalliche con tanto di bulloni!!!
-non sa spiegare perche' delle fiamme escono dal retro del razzo esattamente proprio dove dovrebbero essere
-non sa spiegare perche' il motore a razzo e' disegnanto molto bene con i due contenitori di comburente e combustibile
-non sa spiegare perche' il re impugni un oggetto che pare identico ad un Joistick
-non sa spiegare perche' il re prema con la mano DX un selettore che sta appena sotto ad una sorta di monitor
-non sa spiegare perche' nel fusto dell'albero ci sono oggetti sferici che sembrano degli oblo' alias monitor

queste almeno le piu' evidenti informazioni ANOMALE e fuori contesto storico che non dovrebbero esserci!

-La lastra di palenque


Criteri di suggestione:
Se e' un albero ho inserito i colori marroni e verdi nella parte di DX. Poi nella seconda parte ho inserito altri colori per evidenziare monitor e tasti e joystick e quant'altro (a colore simile corrisponde forma simile). Nella terza parte ho evidenziato tutte le attivita' di DOCKING + le attivita' di AEV. La cosa stupefacente e' che osservando solo l'area motore e l'area equipaggio si capisce che si sta osservando lo spaccato di un razzo con evidenziazione di tecnologie e dinamiche. Nella terza parte si ritrovano informazioni DINAMICHE che non sono errate in nessun modo con la lettura spaziale!.

Scorriamo insieme l'analisi da SX verso DX [SM=g1420769]




OSSERVAZIONE DEL BLOCCO AREA MOTORE:
1-serbatoio comburente e/o combustibile contanto di X di tanica!
2-serbatoio comburente e/o combustibile contanto di X di tanica!
3-blocco motore con iniettori e pompe
4-fiamme di reazione
5-collettori di reazione nell'ugello principale




OSSERVAZIONE DEL BLOCCO AREA EQUIPAGGIO:
a-mano SX del pilota che impugna un joystick di manovra
b-giroscopio (componente essenziale di ogni tecnologia spaziale)
c-monitor vari (a colore identico corrisponde forma identica)
d-mano DX del pilota che armeggia con un selettore sotto un altro monitor (radio o radar?)
e-pulsanti e spie colorate tipiche di un cruscotto che non hanno niente a che fare con i rami degli alberi
f-altri pulsanti ed altri monitor posti accanto al sedile del pilota
g-posizione del pilota inclinata (simile al sedile dell'F16) per meglio sopportare le accelerazioni

Tutta la struttura in colore marrone chiaro mostra una carlinga che non ha niente a che vedere con le forme tradizionali di un albero!



OSSERVAZIONE DEL BLOCCO AREA DOCKING + AEV:
A-omino in tuta spaziale con jet pack
B-navicella attraccata a grosso oggetto in orbita
C-gancio navicella attraccato a morsa di oggetto in orbita
D-altra navicella attraccata a nave spaziale in orbita
E-omino con cavo di sicurezza attaccato alla nave spaziale
F-navicella aliena che lascia la nave spaziale e viaggia in senso inverso (recandosi verso la terra)
G-altra navicella aliena che che lascia la nave spaziale e viaggia verso la terra

Da notare che i puntini "..." sono interpretabili come piccoli getti di manovra e sono posti esattamente dove ci si aspetterebbero che fossero (per un osservatore moderno) e le informazioni sono coerenti con quanto dinamicamente si sta osservando nella lastra:



[x] il soggetto A con il jetpack emette "..." per stabilizzarsi
[x] la navicella di palenque usa i retrorazzi "..." per decelerare nell'attracco
[x] l'oggetto F con moto opposto rilascia la propria propulsione "..." muovendosi verso la terra
[x] l'oggetto G che lo segue fa la stessa cosa

[x] Da notare che l'oggetto alieno in orbita appare di dimensioni molto grandi considerando i molti oggetti che vi sono attraccati e pare di una forma che non abbia niente di simile con quanto l'uomo abbia mai costruito sino ad ora!

Se a queste analisi ci si aggiunge che la lastra proviene dalla cultura maya ove esiste un gradiente alieno anomalo, non mi pare ci sia molto da discutere.

[x] andando in orbita la terra e' alle spalle e si e' immersi nel buio pare di cadere nel vuoto ossia nel buio ed in effetti la lettura maya classica del dipinto e' pienamente compatibile con questa raffigurazione di palenque, circa un oggetto in orbita e la sua fase di docking!.

Th:
I maya in fase primaria attorno al 1800ac [SM=g8884] hanno avuto un paleocontatto con qualche cultura aliena. Probabilmente i sauri [SM=g3061043] (che e' l'unica altra cultura aliena, che esiste dal 1948dc in ricognizione sulla terra) perche' le 3 incompatibilita' sulla societa' maya nella misurazione del gradiente alieno, [SM=g2806961] non permettono la correlazione con la cultura egizia/incas e la cultura insettoide.
[Modificato da cazz@ro6502 03/04/2013 11:30]
03/04/2013 12:24

Alcuni filmati di controllo:
per valutare le percezioni cognitive maya raffigurate nella lastra onde verificare la loro lettura corretta e coerente:



-albero con rami e tronchi tagliati, che rappresenta il mondo dei morti



-ritratto del re palenque che cade nelle fauci del regno dei morti


-spaccato con parziale vista della lastra di palenque



-particolare lastra di palenque: scimmie penzoloni dall'albero dei morti





-albero dei morti con il re palenque che vi si approssima



[x] [SM=g8884] Da notare che in fase primaria i maya pensavano che i morti fossero in cielo, nella cintura di orione (esattamente come gli egizi, pensavano il concetto di Duat, prima che fosse cambiato in tombe) prima che fosse cambiato in caverne buie.





[x] Da sottolineare che [SM=g8884] il re maya palenque non indossando una tuta spaziale, indica che la tecnologia aliena doveva essere alquanto piu' sofisticata della navicella mercury & soyuz (simile a quella dello shuttle, pur essendo piu' piccola) dato che la pressurizzazione ed il livello di sicurezza doveva essere tale da non richiedere tute spaziali!



[x] Da evidenziare che in fase di docking sull'STS si procede ad un puntamento a vista, mentre il re palenque invece smanetta su un monitor (con telecamera?)

[x] Personalmente sfido chiunque a dire guardando il filmato STSche dallo spazio non sembra di cader di sotto nel buio piu' completo, tanto da aver le vertigini. Se poi si dovesse guardare verso la terra, sfido chiunque a dire che non si abbia l'impressione di cadere nel vuoto

[SM=g1420770]
[Modificato da cazz@ro6502 03/04/2013 12:26]
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